Si chiama Chromie Mapei: è un innovativo progetto per avvicinare progettisti, rivenditori e clienti finali, al proprio mondo delle pitture murali lanciato dalla multinazionale milanese. Un approccio definito rivoluzionario al colore di interni ed esterni, in un’esperienza integrata tra mondo fisico e digitale, pensata per professionisti e committenza.
Chromie Mapei segna un’evoluzione negli strumenti per la scelta del colore, frutto di una lunga tradizione che inizia nel 1937 con la pittura murale Silexcolor, per arrivare all’innovativa linea di finiture per interni Dursilite.
Il nuovo progetto integra strumenti espositivi innovativi per i punti vendita con un’esperienza digitale coinvolgente, guidando architetti, designer e clienti finali alla scoperta di un universo cromatico inedito legato alle pitture murali.
In un mercato dove il colore è sempre più centrale nel processo progettuale, Chromie Mapei eleva la scelta delle tinte da semplice preferenza estetica a protagonista di un percorso che coniuga tecnologia, funzionalità e design.
Il progetto nasce dalla collaborazione con Baolab, laboratorio di design industriale specializzato in Cmf Design (colori, materiali e finiture).
Sono state selezionate 24 tinte chiave, da cui si sviluppa un flow cromatico strutturato con 168 colori e oltre 300 combinazioni totali, pensate per esaltare la vivacità e la potenza visiva delle pitture selezionate, offrendo una gamma ampia ma coerente di possibilità cromatiche che valorizzano gli ambienti.
Chromie Mapei: esperienza fisica e digitale
La componente fisica di Chromie Mapei si concretizza in una parete di colori pensata per punti vendita e showroom, di grande impatto visivo.
Questo sistema espositivo valorizza l’intera collezione di pitture murali attraverso l’esposizione della gamma di colori Mapei, presentandoli in un autentico flow cromatico. La modularità della parete permette di personalizzare gli strumenti espositivi in base alle esigenze specifiche degli spazi.
L’esperienza si estende anche al digitale con uno strumento interattivo disponibile sul sito Mapei, fruibile sia da desktop che da mobile, che consente di esplorare le infinite possibilità cromatiche e creare accostamenti personalizzati per trasformare e valorizzare gli ambienti.
Ogni tinta è accompagnata da una suggestione verbale che arricchisce il racconto cromatico, offrendo un’esperienza emozionale e intuitiva per professionisti e appassionati.
Oltre a esplorare le tinte disponibili, all’interno del tool è possibile scaricare tutte le librerie colore Mapei in diversi formati, compatibili con i principali software di progettazione. Gli addetti ai lavori possono inoltre contare sul supporto tecnico dedicato degli specialisti Mapei.
Il sistema offre anche ai privati un’esperienza intuitiva e stimolante, permettendo a chiunque di sperimentare accostamenti e soluzioni cromatiche personalizzate.
Chromie Mapei si propone dunque come un alleato completo per progettisti, designer e per gli utenti finali che desiderano valorizzare i propri spazi attraverso il colore.
Sotto il sole prepararsi alla pioggia
Arriva la stagione delle vacanze al mare, della spiaggia, delle passeggiate in montagna. Quindi, chi mai ha voglia di ricordare quello che è successo in autunno? Pochi. Eppure, sarebbe bene pensare a quello che succederà di nuovo a novembre o anche prima, vista la maggiore intensità dei fenomeni atmosferici. Perché è quando c’è il sole chi bisogna prepararsi alla pioggia. Intendiamoci: nessuno vuole portare jella. È che immaginare i disastri idrogeologici come un fenomeno sfortunato, che può fatalmente capitare (leggi: succederà a un altro, non a me), è proprio sbagliato. L’Italia ha un magnifico territorio colabrodo che si sgretola e farebbe bene a investire più risorse per prevenire alluvioni e frane che, comunque arriveranno puntuali come le tasse. Ma ci si pensa sempre a disastro avvenuto.
Eppure, basterebbe riguardare il film degli anni scorsi con le alluvioni in Emilia o le frane che hanno travolto Ischia (altro disastro già passato nel dimenticatoio), le esondazioni che hanno affogato la Toscana. Eppure l’Ispra ha messo a disposizione di tutti la mappa aggiornata del pericolo. In breve: il 93,9% dei comuni italiani (7.423) è a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera. Circa 1,3 milioni di abitanti possono essere coinvolti in frane e 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni. Le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia, e Liguria. Le famiglie a in potenziale pericolo sono quasi 548 mila per frane e oltre 2,9 milioni per alluvioni. Su un totale di oltre 14,5 milioni di edifici, quelli che si trovano in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 565 mila (3,9%), quelli in aree inondabili nello scenario medio sono oltre 1,5 milioni. E si parla di danni diretti alle popolazioni. Ma vogliamo aggiungere anche quelli alle imprese e al patrimonio culturale che, anche a essere insensibili all’arte, è quello che attrae turismo, quindi business?
Decisori pubblici, distributori, imprese di costruzione e tutti gli stakeholder sanno che si può migliorare. Eliminare la conformazione geologica dell’Italia, insidiata maggiormente dal cambiamento climatico, è impossibile. Ma ridurre i danni è, o dovrebbe essere, obbligatorio. E questo passa anche, occorre ricordarlo, attraverso una migliore capacità di spesa delle Regioni e dello Stato. Autonomia non significa non essere responsabili davanti a un Paese della propria amministrazione. I fondi non impiegati per incapacità di progettare, di appaltare, di prevedere, non sono ammissibili. Le opere di prevenzione del dissesto sono opere speciali perché servono a prevenire danni speciali. Non possono essere dimenticate per convenienza o incapacità. Il supplemento dedicato al drenaggio serve anche a ricordare questo.