Con tre punti vendita tra Sant’Elena di Silea (Treviso) e Meolo (Venezia), Gobbo Malvina (EdilGroup) si presenta come una realtà versatile, capace di affrontare le sfide del mercato dell’edilizia proponendo una vasta gamma di materiali per le costruzioni e le finiture d’interno, oltre a numerosi servizi, dal noleggio fino all’abbigliamento personalizzato per le maestranze che operano in cantiere.
Guidata dai fratelli Patrizia, Renata e WalterBonato, la rivendita ha visto l’ingresso anche della terza generazione, con il figlio della titolare Patrizia, Giacomo Panzarin.
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Patrizia Bonato
Walter Bonato
Renata Bonato
Quando è nata la rivendita Gobbo Malvina e quali sono state le principali tappe della sua crescita?
Giacomo Panzarin.La rivendita è stata fondata dai miei nonni Ilario e Malvina 57 anni fa, quasi per una scommessa. Mio nonno voleva aprire un’impresa di pompe funebri, mentre mia nonna, contraria all’idea, aveva scommesso sull’attività di rivendita.
Inizialmente l’azienda era focalizzata sulla vendita di prodotti per il settore agricolo, dato che Sant’Elena di Silea era un paese di campagna, poi ci si è spostati man mano sul settore dell’edilizia.
Nel 1993 la rivendita si è trasferita nella sede attuale e nel 2011 abbiamo aperto un punto vendita a Meolo, in provincia di Venezia.
Durante il periodo del covid abbiamo deciso di aprire uno showroom dedicato a pavimenti e rivestimenti, sempre a Sant’Elena di Silea, a poca distanza dalla sede principale.
Al centro Patrizia Bonato, a sinistra il figlio Giacomo Panzarin e a destra Roberta Gumier, responsabile ufficio commerciale.
Perché avete deciso di aprire uno showroom?
Patrizia Bonato. L’idea di aprire lo showroom è nata durante il periodo del covid, perché abbiamo deciso di integrare anche la vendita di pavimenti e rivestimenti, così da offrire ai nostri clienti un servizio completo.
Sistemando uno spazio chiuso e trasformandolo in un’area espositiva, abbiamo reso possibile la scelta diretta dei materiali, garantendo un’esperienza più pratica e immediata.
Che feedback avete avuto dopo l’apertura dello showroom?
Patrizia Bonato. Non abbiamo mai organizzato una inaugurazione ufficiale per lo showroom. Abbiamo preferito affidarci al passaparola e al supporto dei nostri clienti per far conoscere la nuova area espositiva.
Fin dall’inizio, ci siamo concentrati sulla qualità dei prodotti e sulla professionalità nella posa, consapevoli che una corretta installazione è fondamentale per garantire la durabilità e l’estetica dei pavimenti e rivestimenti.
Questo approccio ci ha permesso di offrire un servizio completo e di qualità, apprezzato dalla nostra clientela.
La responsabile dello showroom Elena Simionato con Giacomo Panzarin.
Avete tre punti vendita: come si differenziano?
Patrizia Bonato. Il punto vendita di Sant’Elena di Silea punta sia alla clientela privata che alle imprese di costruzioni, essendo incentrato sulla vendita del materiale pesante.
Quello di Meolo è rivolto più a una clientela di artigiani e imprese, e offre anche servizi come il tintometro e il noleggio. Infine, la sala mostra si occupa delle finiture d’interni. I tre punti vendita sono complementari tra di loro.
Giacomo Panzarin. Vogliamo portare il cliente, che sia privato o professionista, all’interno di una rete che gli permetta di rivolgersi a noi come punto di riferimento unico sul territorio per tutto quello che occorre per costruire casa, compreso il complemento d’arredo.
L'area casalinghi
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L'area casalinghi
L'area casalinghi
Grazie all’esperienza maturata in oltre 50 anni di attività, possiamo consigliare i clienti su vari fronti: dalla scelta del materiale migliore per una certa realizzazione fino all’individuazione dell’impresa e dell’artigiano più adatti per la posa in opera.
Poniamo grande attenzione all’ambiente e al benessere dei nostri clienti, offrendo un servizio di smaltimento delle macerie derivanti dalla costruzione, garantendo così una gestione responsabile dei rifiuti.
Inoltre, crediamo nella formazione continua dei nostri collaboratori. Organizziamo costantemente corsi per i nostri clienti per tenerli sempre aggiornati sulle normative.
Lo showroom dedicato alle finiture
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Quando siete entrati in EdilGroup e perché?
Patrizia Bonato. Siamo entrati in EdilGroup nel 2024. Abbiamo individuato in EdilGroup un partner altamente qualificato, con una profonda conoscenza del mercato edilizio, sia dal punto di vista dei fornitori che della commercializzazione. La capacità di collaborare efficacemente con le aziende del settore e la forte esperienza maturata negli anni ci hanno convinto che EdilGroup potesse essere la scelta corretta.
Quali vantaggi avete riscontrato dopo l’ingresso in EdilGroup?
Patrizia Bonato. Siamo sempre stati parte di un gruppo, perchè crediamo che insieme si possa arrivare più lontano. Oltre ai vantaggi sui prezzi di acquisto, il vero valore aggiunto è il confronto continuo: condividere esperienze, idee e strategie ci permette di crescere e affrontare le sfide con maggiore forza.
Al centro Patrizia Bonato, a sinistra il figlio Giacomo Panzarin e a destra Roberta Gumier, responsabile ufficio commercialeAl centro, Patrizia Bonato con il figlio Giacomo e Antonio Panzarin, responsabile del magazzino
Avete un sogno nel cassetto?
Giacomo Panzarin. Si dice che i giovani siano il futuro, ma in realtà sono il presente. Mi piacerebbe creare una rete di giovani artigiani e professionisti con cui instaurare un rapporto di partnership e collaborazione quotidiana.
Inoltre, sto lavorando per creare un network radicato sul territorio che coinvolga agenzie immobiliari, architetti, studi di progettazione, imprese e artigiani, in modo da diventare un punto di riferimento per i clienti che devono costruire casa a 360 gradi.
La quantità non fa la qualità, ma è il tipo di servizio che fa la differenza. Un esempio di questo network che sto sviluppando è l’apertura di un nuovo punto vendita in collaborazione con una azienda che si occupa di idraulica. Un progetto simile è in cantiere a Conegliano. Insomma, crediamo nelle opportunità che genera la collaborazione e lavoriamo per realizzare questo sogno.
L'area esterna e i prodotti per l'outdoor
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Qual è la sfida più importante che dovrete affrontare nei prossimi anni?
Giacomo Panzarin. Oltre al passaggio generazionale, anche il fatto di stare al passo con i tempi che cambiano in modo repentino. Un esempio è la definizione di normative sempre diverse e la presentazione di materiali sempre più green.
Che cosa significa fare partnership con i produttori?
Patrizia Bonato. Parto sempre dall’idea che dobbiamo rispettare i fornitori e viceversa. È molto importante conoscersi e conoscere i prodotti. Lavorare insieme significa collaborare a 360 gradi, offrendo anche supporto non solo a livello commerciale.
Giacomo Panzarin. Anche collaborare per risolvere le difficoltà che possono sopraggiungere in cantiere, per arrivare assieme al risultato finale.
Il tintometroIl magazzino
Com’è andato il 2024 e che cosa vi aspettate dal 2025?
Patrizia Bonato. Il 2024 è stato un anno di stazionamento, però non ci possiamo lamentare. Anzi, si può affermare che è stato un anno che ci ha presentato molte sfide, ma alla fine si è rivelato positivo. Il 2025 si prospetta un anno interessante, con diverse idee e progetti in corso. Puntiamo a concluderlo nel migliore dei modi.
Giacomo Panzarin. Il 2024 ci ha regalato sicuramente delle sfide, non indifferenti a causa della situazione globale. Questo però ci ha aiutato a prendere la rincorsa per affrontare il 2025 con la massima energia. Come detto abbiamo molti progetti in corso e altrettante collaborazioni.
Gruppo BigMat lancia gli Habitalks, un programma di otto incontri di approfondimento sul mondo delle finiture che si terranno in altrettanti showroom HABIMAT. La prima tranche è prevista dal 14 maggio al 4 giugno 2025, con tappe a Roma, Magione (Perugia), Fara Vicentino (Vicenza) e Segni (Roma), la seconda è già in calendario dall’8 al 29 ottobre.
«Sono 10 gli showroom HABIMAT che sono in fase realizzativa, nuovi spazi espositivi dedicati alle finiture d’interni che andranno ad aggiungersi ai 45 già operativi sul territorio nazionale. Le prossime aperture rispondono all’obiettivo che il Gruppo BigMat intende perseguire: diventare la prima rete italiana per numero di showroom raggruppati sotto la medesima insegna», sottolinea Antonio Ussi, vicedirettore di BigMat Italia.
Antonio Ussi, vicedirettore di BigMat Italia
HABIMAT nasce nel 2008 a seguito del bisogno maturato da parte del Gruppo BigMat di intercettare il mondo delle finiture d’interno. Una necessità dettata dal desiderio di ampliare alcune categorie merceologiche raggruppandole sotto un brand diverso rispetto a BigMat.
Rivestimenti, pavimenti, arredobagno, sanitari, colore, arredamento e molto altro: HABIMAT rappresenta un luogo dove privati, progettisti, interior designer e architetti possono trovare professionalità ed esperienza per realizzare le più diverse soluzioni abitative.
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«L’obiettivo degli HABIMAT è dare un servizio più ampio dello stereotipo di showroom del passato, consapevoli di offrire un luogo dove diverse figure, professionali e non, possono trovare le giuste e competenti risposte, costruendo e ampliando una relazione che va oltre l’aspetto meramente commerciale tra cliente e venditore», illustra Antonio Petrucci, project manager HABIMAT. «Abbiamo deciso, di dare a questi particolari prodotti una valenza diversa, declinata sia come approccio alla vendita, sia in termini di luogo fisico dove presentarli al pubblico».
Antonio Petrucci, project manager HABIMAT
All’interno degli showroom HABIMAT sono due gli spazi fondamentali: un ingresso, con un addetto che esegue una prima valutazione dei bisogni dell’acquirente, così da indirizzarlo al collega più idoneo a soddisfarli, e un’area laboratoriale, dotata di grandi tavoli e numerose cassettiere da cui attingere campioni di prodotti da mostrare al cliente. Punto di forza sono le moodboard, una sorta di tavolozza, di ventaglio di materiali di piccolo formato che andranno a definire l’arredamento scelto.
Gruppo BigMat conta in Italia e in Europa oltre 1.000 punti vendita, di cui oltre 240 sul territorio nazionale, dedicati alla distribuzione specializzata di materiali per costruire, ristrutturare e rinnovare.
L’impermeabilizzazione delle piscine richiede soluzioni tecniche avanzate e materiali specifici per garantire resistenza, sicurezza e durabilità.
Grazie alle più avanzate tecnologie dei materiali a base di resine epossidiche e poliuretaniche è possibile ottenere un risultato efficace contro infiltrazioni e agenti aggressivi, assicurando prestazioni ottimali nel tempo. La resa estetica moderna e pulita di questi sistemi è certamente un valore aggiunto.
Piscine: la giusta impermeabilizzazione per garantire longevità funzionale e strutturale
L’impermeabilizzazione di una piscina è fondamentale per garantire il contenimento dell’acqua al suo interno. Un aspetto che viene spesso sottovalutato riguarda il contributo che questo elemento, l’impermeabilizzazione, offre per la durabilità delle strutture, garantendone longevità funzionale e strutturale.
La scelta di impermeabilizzare una piscina con sistemi a base di resine permette di creare una protezione efficace grazie alla capacità di questi materiali di costituire un elemento impermeabile, altamente resistente ai carichi di esercizio e all’abrasione.
L’impiego di materiali privi di solventi e di componenti elastici a base di resine poliuretaniche assicurano una difesa ottimale contro l’azione aggressiva del cloro e degli agenti atmosferici.
Le piscine interrate infatti sono solitamente realizzate in calcestruzzo e dunque sia la struttura che il suo rivestimento dovranno essere idonei per resistere a:
• Carichi strutturali e pressione dell’acqua interna alla piscina stessa
• Agenti atmosferici quali raggi UV, cicli di gelo e disgelo, eccetera
• Aggressione chimica di cloro e altri agenti chimici presenti nell’acqua
• Pressione idrostatica negativa, qualora vi sia presenza di acqua di falda e non sia stata realizzata una idonea impermeabilizzazione esterna.
Soluzioni tecniche per un’impermeabilizzazione efficace
La progettazione dell’impermeabilizzazione di una piscina, che si tratti di una nuova costruzione o di una ristrutturazione, richiede un’attenzione particolare nella scelta dei materiali.
Non è sufficiente porre attenzione solo alla protezione delle superfici, ma è fondamentale anche sigillare adeguatamente le riprese di getto e tutte le discontinuità del rivestimento come elementi impiantistici, sistemi di ricircolo, filtrazione e illuminazione, in quanto potenziali punti critici.
Tecnologia Winkler
Per la soluzione di queste problematiche i progettisti e gli operatori specializzati possono contare sulla tecnologia Winkler, i cui laboratori di Ricerca e Sviluppo hanno messo a punto un sistema di impermeabilizzazione e di protezione rispondente alle necessità sopra citate, garantendo risultati efficaci e duraturi nel tempo.
Il ciclo d’intervento prevede l’impiego di quattro prodotti, ognuno con specifiche funzioni, al fine di costituire un sistema dalle prestazioni ottimali.
Winfix Wet
Sistema epossi-cementizio a due componenti, tixotropico, appositamente formulato per reticolare anche su sottofondi cementizi umidi, sia all’interno che all’esterno, impiegato per costituire uno strato impermeabile a spinta positiva e negativa. Viene impiegato come “base” del rivestimento all’interno di piscine, applicato direttamente sul sottofondo mediante rullo, pennello o spatola.
In presenza di supporti con piccole irregolarità, queste ultime possono essere ripristinate direttamente con Winfix Wet, aggiungendo al composto una componente di quarzo e impiegando il prodotto come rasatura. Può essere applicato su calcestruzzo, massetti cementizi, pietra naturale, blocchi cementizi e ceramica.
Winfix Universal
Primer universale, bi-componente, a base di resine epossidiche in dispersione acquosa, senza solventi. Il suo impiego è fondamentale in quanto garantisce la perfetta adesione dei successivi rivestimenti poliuretanici su molte superfici quali, ad esempio: calcestruzzo, materiali cementizi, malte epossi-cementizie e materiali ceramici.
WinPaintT P
Pittura bicomponente protettiva a base di resine poliuretaniche alifatiche in dispersione acquosa e non ingiallente. Presenta un’ottima resistenza all’acqua dolce, marina e all’acqua clorata, caratteristiche che lo rendono prodotto ideale per l’impiego all’interno di piscine, fontane o vasche per il contenimento di acque non potabili.
WinMat o WinGloss
A conclusione del ciclo di impermeabilizzazione e di protezione delle piscine viene impiegata una finitura trasparente a bassa presa di sporco, in modo da migliorare la pulizia e mantenere più a lungo la resa estetica dei rivestimenti applicati. La finitura potrà essere opaca impiegando WinMat oppure lucida impiegando WinGloss. Entrambi i materiali sono finiture poliuretaniche alifatiche a base acqua, trasparenti.
La resistenza e l’eccezionale durabilità di questi trattamenti definiscono i sistemi resinosi per piscine di Winkler la soluzione ideale per mantenere i manufatti rivestiti in perfetto stato di conservazione, garantendone longevità e durabilità. L’assenza di solventi rappresenta inoltre una concreta attenzione per la salute dell’uomo e dell’ambiente, secondo i canoni della filosofia WinklerSafe.
Tutti i prodotti e i sistemi di Winkler rappresentano soluzioni innovative, costituiti da materiali a base acqua o al 100% di materia attiva e che non contengono solventi, per la tutela della salute dell’uomo e per la salvaguardia dell’ambiente.
Secondo la piattaforma di analisi Precedence Research, nel 2024 il mercato degli edifici sostenibili nel mondo ha superato quota 500 miliardi di euro. Ed entro il 2024 il business raddoppieràfino a quota mille miliardi (+143% sul 2024), con una crescita media annuale composta superiore al 9%.
Sono dati che fanno riflettere progettisti, produttori e distributori di materiali per edilizia, sempre più orientati a offrire soluzioni costruttive in sintonia con il concetto di sostenibilità. Perché l’integrazione sempre maggiore di elementi naturali negli ambienti urbani ridefinisce positivamente i parametri della sostenibilità e del rispetto della biodiversità, a vantaggio della salute e del benessere.
In questo ambito, i tetti verdi più di una semplice scelta estetica rappresentano una soluzione efficace e innovativa per mitigare l’impatto della cementificazione e migliorare il microclima delle città.
Sempre più architetti e progettisti adottano questa tecnologia per trasformare le coperture green in veri e propri ecosistemi urbani, capaci di migliorare la qualità della vita e conferire un’identità distintiva agli edifici.
Iglù Green Roof
I benefici dei tetti verdi
Oltre al valore estetico, i tetti verdi offrono vantaggi funzionali di grande rilievo. Queste soluzioni contribuiscono all’efficienza energetica degli edifici, riducendo la dispersione termica, abbattendo i costi di climatizzazione e riducendo l’emissione di CO2.
Inoltre, si inseriscono perfettamente nelle strategie di sviluppo della smart city, promuovendo un’urbanizzazione attenta al benessere dei cittadini e alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.
Le coperture a verde operano come filtri naturali, assorbono CO2, e rilasciano ossigeno, contribuendo a migliorare la qualità dell’aria.
Ulteriore vantaggio consiste nel contrastare il fenomeno delle isole di calore, nonché nella capacità di assorbire e trattenere l’acqua piovana, meccanismo naturale di regolazione che aiuta a ridurre il rischio di allagamenti, problema sempre più frequente nei centri urbani e fortemente cementificati.
Realizzazione tetto verde e zone a verde della promenade di un prestigioso hotel a Rovigno.
Due tipologie di tetti verdi
Secondo le necessità costruttive e le condizioni strutturali degli edifici, i tetti verdi si dividono in due categorie principali:
tetti verdi estensivi: sono caratterizzati da un substrato sottile e da specie vegetali a bassa manutenzione, sono ideali per edifici con capacità di carico limitata. Sebbene non siano pensati per un utilizzo diretto, garantiscono un ottimo isolamento termico e una riduzione del consumo energetico.
tetti verdi intensivi: sono assimilabili ai giardini pensili, con un substrato superiore ai 60 centimetri, che consente la crescita di alberi e arbusti. Perfettamente fruibili, sono particolarmente indicati per edifici residenziali, strutture ricettive e ospedaliere, migliorando il comfort e la vivibilità degli spazi. Tuttavia, necessitano di una manutenzione più attenta e di un sistema di irrigazione dedicato.
Cantiere Daliform per la relizzazione di un tetto verde.
Tecnologia e Innovazione
Daliform Group, da sempre all’avanguardia per l’ideazione di soluzioni innovative ed ecocompatibili per il mondo delle costruzioni, anche in questo ambito ha sviluppato soluzioni pratiche per la realizzazione di coperture verdi altamente efficienti.
Un esempio significativo è Iglu’Green Roof, un sistema di supporto del substrato naturale, realizzato in plastica riciclata (che soddisfa i criteri Cam) ideale per la realizzazione del tetto verde.
Il sistema offre numerosi vantaggi:
regolazione ottimale del deflusso idrico, evitando problemi di ristagno o siccità;
protezione degli strati impermeabilizzanti da agenti atmosferici aggressivi, prolungando la durata della copertura;
miglioramento dell’isolamento termico e acustico, aumentando il comfort abitativo;
minore impatto ambientale, contribuendo a una città più vivibile e sostenibile;
aumento del valore immobiliare, grazie a un mix di estetica e prestazioni avanzate;
facile, pratico, rapido ed economico da installare.
Scegliere Iglu’Green Roof di Daliform Group significa investire in un sistema all’avanguardia, progettato per realizzare coperture verdi efficienti e durature. Una soluzione innovativa che trasforma ogni edificio in un modello di sostenibilità e design urbano.
Allover Top Matt è la nuova finitura opaca della vernice protettiva idrorepellente di San Marco che conferisce maggiore profondità ed eleganza agli ambienti grazie alla ricercata texture e ai particolari effetti che è in grado di creare.
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A moltiplicare le possibilità creative è poi l’ampliamento della palette colori del sistema Allover, arricchita di 30 inedite tonalità suddivise tra nuance calde, terrose, e impalpabili sfumature chiare.
Ideale per i più svariati ambienti interni, è dotato di proprietà idrorepellenti che lo rendono versatile e resistente all’acqua, così come ai liquidi caldi e freddi, e a numerosi prodotti utilizzati in ambito residenziale e ristorativo.
Per garantire un’applicazione a regola d’arte, San Marco ha infine previsto corsi di formazione specifici dedicati al tema del flooring presso il nuovo Training Hub.
YouTrade ha intervistato Gabriele Guadagnini, Flavio Girardi e Berto Bauce, titolari di Intofer,per la rubrica Dossier Multipoint da quattro punti vendita, approfondendo visione strategica e innovazione aziendale. Un confronto utile per capire le sfide e le opportunità nel settore della distribuzione edile.
Come si è aperto il 2025?
Il 2024 si è concluso in maniera sostanzialmente analoga al 2023, con un andamento discreto.
Il 2025, invece, è iniziato con un ritmo più lento e contenuto, evidenziando una flessione del mercato che avevamo previsto. Di conseguenza, ci aspettiamo un andamento leggermente negativo per quest’anno.
Per fine anno che vi aspettate?
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Durante la Milano Design Week Marazzi ha svelato gli spazi rinnovati del suo showroom di Via Borgogna a Milano, presentando Poliedrica, progetto curato da ACPV Architects Antonio Citterio Patricia Viel, dove la ceramica è protagonista assoluta.
L’utilizzo del gres trascende il semplice rivestimento per trasformarsi in autentico
elemento d’arredo: dalla parete plissettata alle superfici tridimensionali delle
barre verticali rivestite, ogni elemento contribuisce a creare un raffinato contrasto
tra la sobrietà dei rivestimenti e la lucentezza vibrante delle formelle smaltate.
Anche la working area dello showroom Marazzi è stata radicalmente
riconfigurata, introducendo una cucina aperta realizzata con
le nuove lastre 160×320 Silver Root White e Slow Calce. Questa cucina valorizza la matericità della superficie grazie alla tecnologia 3D Ink, che ne enfatizza i dettagli e la profondità.
«Il progetto che presentiamo quest’anno nasce dall’idea di esaltare la versatilità della ceramica, un materiale che si presta a soluzioni innovative e inaspettate. La sfida più interessante è stata proprio quella di utilizzarlo in modi non convenzionali, creando ambienti che non solo ne mostrano la bellezza, ma ne evidenziano anche la capacità di poter essere impiegato per diversi usi, dando vita a spazi dinamici e moderni. Questo progetto, come quelli precedenti, rappresenta un’opportunità di sperimentazione continua, dove ogni scelta progettuale diventa una scoperta che arricchisce il processo creativo stesso», afferma Mauro Novazzi, Partner ACPV Architects.
In anteprima nei nuovi spazi anche la presentazione del progetto «A new AI generation Marble», nato dalla sinergia creativa tra Reply, ACPV ARCHITECTS e
Marazzi.
Ispirate alla natura e ottimizzate digitalmente, le nuove lastre generate con algoritmi di intelligenza artificiale combinano l’unicità organica del mondo naturale
con la precisione digitale.
Tra le novità presentate durante la Design Week anche il volume «Marazzi Under the Skin», curato da Studio Blanco e Cosimo Bizzarri, che racconta i 90 anni di storia del
brand.
Anche se un rinvio di qualche mese concederà più tempo, tutte le aziende (anche quelle commerciali) iscritte al Registro delle imprese devono sottoscrivere polizze anti catastrofe, una assicurazione sui beni materiali. Con qualche eccezione.
Un piccolo terremoto scuote il mondo delle imprese. Il 31 marzo era previsto che tutte le aziende e le attività produttive, compresi i negozi e gli studi professionali dovessero sottoscrivere polizze anti catastrofe contro il rischio di danni da terremoti, frane o alluvioni.
Ma nella più classica delle commedie italiane (l’obbligo era già previsto con decorrenza a partire dallo scorso gennaio), a pochi giorni dalla scadenza è arrivato puntuale lo slittamento.
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Le piccole imprese di carattere non famigliare realizzano in media 800 mila euro in più di ricavi e 1,4 milioni in più di attivo
Perle aziende della distribuzione edile il ricambio generazionale è spesso un problema. Ma non bisogna dimenticare che la struttura di azienda di carattere famigliare può essere anche una risorsa. Di recente, ricerca su 350 imprese ha indicato che durante il periodo del covid le imprese controllate da famiglie hanno realizzato una performance azionaria significativamente superiore di quelle con altre strutture proprietarie. La ricerca si riferisce alle piccole aziende quotate in Borsa, ma il risultato è probabilmente valido anche per le altre. Le aziende famigliari, in quella circostanza, hanno registrato una performance azionaria dell’8% migliore rispetto delle altre. Se si estende il concetto alle 101 mila (circa) piccole e medie imprese di proprietà famigliare (103 mila considerando anche quelle di grandi dimensioni) che conservano almeno il 50% +1 dei diritti di voto in mano ai fondatori, se ne deduce che la struttura famigliare di impresa è un vantaggio per il sistema-Italia.
Un grande vantaggio è che le aziende famigliari tendono ad avere orizzonti di più lungo periodo nelle loro scelte strategiche
Non bisogna nascondersi, però, che ci sono anche svantaggi. L’esempio classico è quando nella gestione di un’impresa famigliare si antepongono le parentele al merito: un aspetto particolarmente negativo quando si verifica un cambio generazionale. Figli, generi e nipoti coinvolti in azienda sono una sciagura se la scelta non è accompagnata da un criterio meritocratico. Per contro, un grande vantaggio è che le aziende famigliari tendono ad avere orizzonti di più lungo periodo nelle loro scelte strategiche. Non devono rendere conto a soci piccoli e grandi che pretendono risultati immediati e dividendi da distribuire. Un’azienda famigliare guarda avanti e l’imprenditore mette il cuore nella propria azienda. Inoltre, ha un buon nome da difendere e più difficilmente si troverà a gestire affari che possono nuocere alla propria reputazione, che fa parte del patrimonio aziendale. Aggiungiamo anche che, per loro natura, un’impresa famigliare ha spesso dimensioni più piccole e, per questo, chi la gestisce tende a stabilire rapporti più diretti con i dipendenti, ma anche con i propri clienti.
Ma ci sono anche punti deboli: una ricerca di Cerved, per esempio, tempo fa ha messo in luce che la proprietà e la gestione famigliare si associano spesso a una minor crescita dimensionale. Le piccole imprese di carattere non famigliare realizzano in media 800 mila euro in più di ricavi e 1,4 milioni in più di attivo. Inoltre, le piccole aziende gestite da manager esterni vantano in media un margine operativo lordo maggiore (459 mila euro contro 400 mila). È vero che, in compenso, le imprese a carattere famigliare hanno tassi di profitto più elevati in termini di margini lordi su fatturato (7,2% contro 6,8%). Ma questo, rileva Cerved, è un’indicazione di una scala produttiva inefficiente e ridotta. In sostanza, le imprese familiari non sfruttano del tutto le opportunità di crescita. Insomma, il bicchiere è mezzo pieno. Ma anche mezzo vuoto.
Le piccole imprese di carattere non famigliare realizzano in media 800 mila euro in più di ricavi e 1,4 milioni in più di attivo
YouTrade ha intervistato Antonio Cussino, titolare di Idrocentro,per la rubrica Dossier Multipoint da quattro punti vendita, approfondendo visione strategica e innovazione aziendale. Un confronto utile per capire le sfide e le opportunità nel settore della distribuzione edile.
Dopo il 2024 come si è aperto il nuovo anno?
Il 2024 è stato un anno complesso, segnato da un mercato instabile e dall’impatto della riduzione degli incentivi.
Tuttavia, siamo riusciti a mantenere un equilibrio grazie a una gestione attenta. Il 2025 si è aperto con molte incognite, soprattutto per l’andamento della domanda nel settore.
A fine anno vi aspettate un fatturato maggiore?
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YouTrade ha intervistato Valerio Lermini, titolare di Gde Spa,per la rubrica Dossier Multipoint da quattro punti vendita, approfondendo visione strategica e innovazione aziendale. Un confronto utile per capire le sfide e le opportunità nel settore della distribuzione edile.
Dopo il 2024 e come va il 2025?
Il 2024 si è chiuso con un segno negativo, -10%, dovuto principalmente al calo dei prezzi, un risultato che è stato ampiamente previsto.
Rimaniamo comunque in linea con i nostri budget e le nostre aspettative. Il 2025 si è aperto in linea con il 2024.
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Le ultime tendenze del mondo delle finiture selezionate da YouTrade, dalle soluzioni innovative per la cucina ai materiali per pavimenti e rivestimenti, fino all’arredo bagno e outdoor di design.
Nojara è la nuova soluzione outdoor living di Fògher, che ridefinisce l’esperienza della cucina da esterno mettendo al centro la convivialità e lo stare insieme. Più di una semplice cucina da esterno, l’estetica elegante di Nojara è frutto dell’incontro tra tradizione artigianale italiana e design minimalista d’ispirazione nordica, disponibile in due modelli e quattro diverse tonalità di colore.
Da sinistra, Fabio Forsi, responsabile vendite Italia - Business Unit Edilizia Gruppo Teknowool, e Gianni Simionato, direttore vendite Italia BU Edilizia Fibre Net
Teknowool,realtà italiana della distribuzione nata nel 1988 e diventata un punto di riferimento per l’isolamento termoacustico, la protezione passiva e i sistemi costruttivi innovativi, e Fibre Net, player nazionale protagonista nello sviluppo e produzione di sistemi per il rinforzo strutturale, la sicurezza sismica e il consolidamento delle infrastrutture, uniscono le loro competenze per affrontare le nuove sfide dell’edilizia.
La collaborazione Teknowool e Fibre Net punta a coniugare innovazione, formazione, capillarità distributiva e visione tecnica, in un momento storico in cui l’edilizia pubblica e privata, anche grazie agli investimenti del Pnrr, richiede soluzioni integrate, sicure e sostenibili.
YouTrade ha approfondito le ragioni e le prospettive di questa collaborazione con Stefano Luzi, ceo di Teknowool Holding, e Fabio Forsi, responsabile vendite Italia – Business Unit Edilizia Gruppo Teknowool.
Che cosa è Teknowool oggi?
Stefano Luzi, Ceo di Teknowool Holding
Stefano Luzi. Teknowool oggi rappresenta un network di operatori della distribuzione, specializzati in ambito edile, che spaziano in maniera significativa anche nell’impiantistica e nell’aeraulica. Riteniamo che l’isolamento e la qualità dell’aria siano settori cruciali, anche in ottica di sviluppo futuro della nostra impresa.
Il nostro network è caratterizzato da un forte attaccamento al territorio. Cerchiamo sempre di affiancare all’offerta dei nostri fornitori un supporto tecnico e una proposta di sistema evoluta. Se c’è una novità, cerchiamo sempre di assicurarcela per primi.
Inoltre, con i nostri quattro centri di trasformazione con macchine CNC (a controllo numerico ndr), riusciamo sempre a definire la soluzione su misura e personalizzata.
Quali sono state le principali tappe della crescita di Teknowool?
Stefano Luzi. Siamo nati nel 1988 dall’incontro di un gruppo di imprenditori. L’esperienza Teknowool si è sviluppata nell’ambito dell’isolamento industriale e nel 1998 si è espansa alla distribuzione.
Nel 2007 il progetto Teknowool si è incontrato con quello della Fortlan-Dibi, oggi distributore di isolanti e produttore di Eps, per sviluppare una collaborazione nel Sud Italia.
Questa iniziativa ha rappresentato una tappa cruciale perché di fatto ha cambiato la fisionomia del gruppo, in quanto in concomitanza con il mio ingresso in azienda, è stata fondata la business unit edilizia ed è stata aperta la Teknowool Adriatico.Dopo qualche anno come responsabile del punto vendita, sono diventato socio dell’azienda.
Nel 2014 viene creata la Teknowool Holding e l’apertura dei punti vendita in Italia ha subìto un’accelerazione, passando da due agli attuali 22. Il gruppo conta oggi circa 200 dipendenti e 100 milioni di fatturato. Non siamo una srl, ma un network di aziende con partite Iva diverse detenute da una holding.
All’interno del punto vendita Teknowool di Varedo i clienti possono valutare un ampia gamma di materiali e applicazioni.
Dove sono localizzati i 22 punti vendita?
Fabio Forsi. Abbiamo punti vendita distribuiti in tutta Italia. Quattro sono localizzati in Lombardia, nel milanese, quattro nelle Marche, a Pesaro, Camerata Picena (Ancona), Ancona e Macerata; due in Toscana, a Firenze e Massa. A Roma abbiamo tre punti vendita in città e due a Napoli. Infine, abbiamo un punto vendita a Catania e due in Sardegna, esattamente a Cagliari e Ozieri (Sassari).
La holding ha inoltre una società che si occupa di industria in Triveneto e un’altra azienda a Milano che si occupa solo di industria, dislocata a Pero. Io mi occupo del coordinamento commerciale della parte edile di tutti i punti vendita.
Punto vendita Teknowool
Esposizione nel punto vendita teknowool a Varedo (Milano).
Come avete scelto i territori?
Fabio Forsi. La pianificazione delle nuove aperture non segue mai una logica commerciale, ma si basa sull’opportunità di incontrare persone valide in grado di sposare il nostro progetto. Quindi, in primis ci preoccupiamo di trovare una persona che possa gestire una filiale Teknowool, la scelta del territorio è una conseguenza. Chiaramente a monte c’è uno studio dei mercati, ma la nostra storia si lega all’individuazione di gestori capaci di portare avanti il nostro progetto aziendale.
Avete anche showroom?
Stefano Luzi. Abbiamo otto punti vendita con showroom, ma non si tratta di sale mostra tradizionali. Sono pensate come materioteche dove esporre i materiali. L’impresa o il tecnico possono venire da noi e toccare con mano le soluzioni che vendiamo e che proponiamo in cantiere.
Applicazioni, colori e finiture per interni
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Colori per interni
Applicazioni, colori e finiture per interni
Teknowool è nata da un’intuizione imprenditoriale che combinava innovazione tecnologica e visione distributiva. Quanto sono ancora attuali quei valori oggi, in un mercato in profonda evoluzione?
Stefano Luzi. L’innovazione tecnologica non avrebbe senso senza una piattaforma distributiva in grado di sostenerla. Il fatto di avere un network distributivo è un vantaggio per l’inserimento di nuovi progetti e prodotti, ma non basta se non c’è innovazione, prodotti all’avanguardia e sistemi che possono fare la differenza. Infine, innovazione e distribuzione non possono prescindere dal supporto tecnico.
La vostra storia dimostra che la forza di Teknowool nasce dalle relazioni, dalle persone e dal legame con il territorio. Quanto è centrale ancora oggi questo approccio umano e collaborativo?
Stefano Luzi. Il legame con il territorio è una parte fondamentale dell’azienda, un network di tante piccole aziende che cercano di guardare al mercato con una prospettiva comune.
Ci concepiamo come realtà che nascono, crescono e vivono il territorio, tant’è che non c’è una filiale uguale all’altra: ognuna è costruita intorno al territorio che l’ha accolta e alle persone che la gestiscono. I gestori costruiscono il team e le relazioni coi fornitori, quindi rappresentano un elemento cruciale.
Dall’edilizia all’industria, fino alla cantieristica navale e all’aeraulica: come riuscite a gestire una tale diversificazione mantenendo alti standard di specializzazione tecnica?
Stefano Luzi. Cercando di affidare l’organizzazione delle divisioni a specialisti, verticalizzando il più possibile la conoscenza sia dei prodotti che del mercato.
Poi, facciamo un grande lavoro, forse ancora più arduo e complesso, per connettere queste divisioni tra loro: non è scontato farle dialogare, perché si tratta di ambiti diversi, ma spesso si aprono progetti condivisi, soprattutto in questa fase di mercato caratterizzata da numerosi cantieri del Pnrr. Molte volte si condividono delle opportunità partendo da prospettive differenti.
Sul totale del fatturato, quanto incidono le diverse divisioni?
Stefano Luzi. L’edilizia incide per più del 50%, la cantieristica navale per circa il 20%, mentre l’impiantistica e l’aeraulica per il restante 30%.
Qual è la divisione che sta crescendo di più?
Stefano Luzi. In questa fase la divisione degli impianti dell’aria è quella più dinamica.
La divisione edilizia di Teknowool è fortemente orientata alla qualità e alla sicurezza, con un’offerta che spazia dall’isolamento termoacustico alla protezione passiva e all’antisismica. In che modo riuscite a offrire soluzioni personalizzate per i diversi mercati?
Stefano Luzi. Cercando di capire le esigenze specifiche del committente per fare proposte pertinenti. Sempre più raramente quello che viene richiesto è ciò che serve veramente in cantiere, soprattutto nei lavori del Pnrr dove prescrizioni tecniche e capitolati presentano errori. E lì che Teknowool può inserirsi per fare la differenza.
L'ampio magazzino Tecnkowool di Varedo
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L'ampio magazzino Tecnkowool di Varedo
Materiali sempre a stock per un servizio di carico immediato
Teknowool è specializzata nell’isolamento termoacustico: com’è cambiato il mix nelle vendite tra i diversi materiali isolanti?
Stefano Luzi. È vero che il mondo del cappotto in Eps è crollato, però il mondo delle coperture e delle compartimentazioni è cresciuto. Quindi, a livello di volumi rimaniamo stabili. Sicuramente i materiali plastici stanno pagando il crollo del mercato del superbonus e l’ingresso delle fibre minerali, che stanno incrementando le loro quote di mercato anche grazie alle caratteristiche antincendio.
Quello dell’antincendio è un tema centrale su cui stiamo lavorando tanto: il fatto di aver sviluppato una divisione anche per la protezione passiva al fuoco va proprio in questa direzione.
Come si riflette la vostra attenzione alla progettazione integrata nella scelta dei partner, dei prodotti e delle tecnologie?
Stefano Luzi. Teknowool lavora nella gestione di una proposta tecnica sempre in totale condivisione e trasparenza con il fornitore partner, che meglio di chiunque altro può darci la soluzione giusta da proporre in cantiere.
Per noi è indispensabile condividere clienti, numeri e prospettive. Il nostro lavoro è proprio quello di raccogliere le migliori competenze e metterle a disposizione dei nostri clienti, con i quali dobbiamo entrare in stretta sinergia per poterli consigliare al meglio.
Che cosa vi ha spinto a fare una collaborazione Teknowool e Fibre Net? Quali aspetti vi hanno colpito in termini di cultura aziendale e visione del mercato?
Stefano Luzi. Ci siamo scelti a vicenda. L’idea di lavorare con Fibre Net nel rinforzo strutturale, un settore molto complesso e tecnico, nasce dalla condivisione di una relazione professionale che da anni ci lega alla direzione vendita dell’azienda.
Oltre a un rapporto di fiducia, c’è anche la consapevolezza che Fibre Net è indiscutibilmente leader nel settore del rinforzo strutturale. Dietro a questa grande capacità tecnica e commerciale, ci sono persone motivate, che esprimono tanta energia, passione e senso di appartenenza aziendale: tutto ciò ci ha colpito molto.
Soluzioni per la messa in sicurezza Fibre Net
Fibre Net è stata premiata per due volte da Industria Felix per le performance gestionali e la solidità finanziaria secondo i parametri individuati da Cerved Group Score Impact. Quanto è importante per Teknowool avere al proprio fianco un partner così solido, soprattutto in un contesto come quello del Pnrr e delle grandi commesse pubbliche?
Stefano Luzi. Da una parte, questo ci dà la garanzia di poter prendere degli impegni con i nostri clienti e portarli a termine; dall’altra, questa solidità ci dà la serenità di poter sviluppare una progettualità a lungo termine, investendo tempo e risorse.
Non di meno, poter lavorare con fornitori così importanti per noi è motivo di vanto. A maggior ragione, abbiamo deciso di sposare questa collaborazione Teknowool e Fibre Net, per creare un mercato più sano di cui oggi, dopo il superbonus, c’è tanto bisogno.
Fibre Net riceve il premio industria Felix per performance finanziarie e gestionali.
In un mercato che richiede affidabilità, capacità tecnica e continuità, quanto conta poter contare su una realtà come Fibre Net, che unisce visione internazionale, sostenibilità economica e innovazione?
Stefano Luzi. A quanto già detto in precedenza, posso aggiungere che Fibre Net non è solo rinforzo strutturale. Questa cosa ci ha stimolato a pensare a progetti che andassero oltre questo specifico settore di riferimento.
Fibre Net è un’azienda all’avanguardia ed estremamente innovativa: questo porta un’azienda come Teknowool, che è sempre pronta a innovare e sviluppare nuovi progetti, a migliorarsi continuamente.
Quando è iniziata la collaborazione Teknowool e Fibre Net, a livello di business, che tipo di benefici avete riscontrato?
Stefano Luzi. Lavoriamo con Fibre Net da quattro-cinque anni, ma di recente abbiamo approfondito in maniera sistematica questo rapporto. Da pochi mesi abbiamo siglato un accordo per diventare Fibre Net Point, pianificando una strategia che faccia incontrare le reti vendita delle due aziende per andare insieme sul mercato nei territori di competenza Teknowool.
Abbiamo potuto verificare che il settore del rinforzo strutturale ha grandi potenzialità, a maggior ragione se possiamo contare sulle soluzioni Fibre Net. La ricaduta sul nostro fatturato è sicuramente molto importante.
Per esempio, in un cantiere recente, grazie alla partnership con Fibre Net, abbiamo potuto inserire a capitolato un prodotto lanciato appena un paio di settimane prima: una soluzione nuova a basso spessore, unica sul mercato, senza la quale probabilmente avremmo dovuto battagliare con altri concorrenti usando la leva del prezzo. Invece, abbiamo potuto concentrarci sulle prestazioni tecniche.
Fabio Forsi. La collaborazione Teknowool e Fibre Net è iniziata come partnership sporadica mirata a interventi specifici, soprattutto in determinate zone dove vi è maggiore richiesta e necessità di sistemi di rinforzo strutturale, come le Marche. Oggi questo rapporto si è evoluto e stiamo integrando tutta un’attività di formazione del nostro personale e di supporto, anche sul territorio.
Fibre Net produce prodotti e sistemi certificati per la manutenzione, il ripristino, la messa in sicurezza e il rinforzo strutturale del patrimonio costruito.
Con 22 sedi operative sul territorio nazionale, Teknowool ha costruito una rete distributiva unica. Come state integrando le soluzioni Fibre Net all’interno di questo ecosistema?
Fabio Forsi. La nostra rete vendita riceve continuamente una formazione avanzata per raggiungere un’ottima conoscenza dei sistemi. In questa stretta sinergia stiamo collaborando con i tecnici Fibre Net, che contestualmente ci stanno segnalando sul territorio cantieri interessanti. Fibre Net ci sta dando dunque supporto sia a livello tecnico che quotidiano.
Quali strumenti di supporto tecnico o commerciale messi a disposizione da Fibre Net si sono rivelati più efficaci per la vostra clientela?
Fabio Forsi. Sicuramente il supporto tecnico e commerciale. Per portare avanti un progetto in maniera efficace ci vuole trasparenza e serietà, cosa che abbiamo riscontrato in Fibre Net.
Siete da sempre molto attivi nella formazione attraverso Teknoschool. Quanto è strategico per voi poter affiancare alla vostra attività formativa anche il know-how specialistico di Fibre Net?
Fabio Forsi. Direi che è molto importante. La formazione teorica e pratica è sempre stata un nostro focus, con l’obiettivo di istruire squadre di posa capaci di installare sistemi e di affiancare i tecnici per guidarli nella scelta del prodotto più idoneo.
Oggi Teknowool si posiziona sul mercato per soddisfare richieste che arrivano da più fronti, tipicamente da imprese edili e progettisti. Teknoschool mette a disposizione di questi attori del mercato una scuola-laboratorio tecnico di posa, per far toccare con mano le soluzioni presenti sul mercato.
La collaborazione Teknowool e Fibre Net è importante in seno a questo nostro progetto interno, perché occupandosi di un settore specifico, e in crescita, l’azienda può offrirci le soluzioni giuste per rispondere alle attuali esigenze del mercato, legate in particolare ai lavori del Pnrr, quindi soluzioni di adeguamento sismico e rinforzo strutturale degli edifici.
Tecknowool offre un servizio di consulenza tecnica specializzata.
Vi rivolgete più alle imprese o ai progettisti?
Fabio Forsi. Lavoriamo su entrambi i fronti. La cultura del prodotto parte dalla progettazione, ma deve arrivare anche all’installatore che si trova in cantiere.
La Teknoschool è un progetto nato nel 2010 e organizza corsi per varie tipologie di operatori, dagli applicatori alle imprese e progettisti. Negli anni abbiamo organizzato su tutto il territorio nazionale anche corsi formativi legati alla progettazione, in collaborazione con gli ordini professionali, con l’assegnazione di crediti formativi.
Diciamo che in Teknoschool vogliamo fare cultura, presentando soluzioni innovative ad alto valore aggiunto, cercando di lavorare sulla progettazione e sugli applicatori.
Sull’antisismica, ci sono dei corsi più gettonati rispetto ad altri?
Fabio Forsi. L’affluenza ai corsi dedicati all’antisismica e ai rinforzi strutturali è sempre molto alta. Si lavora per applicazioni: destano grande interesse i corsi sull’antisfondellamento, uno dei sistemi per l’adeguamento degli edifici scolastici, che ormai da qualche anno è ormai un tema molto sentito.
Con Fibre Net avete già in programma corsi congiunti o attività di aggiornamento tecnico pensati per progettisti, imprese e applicatori?
Fabio Forsi. All’interno della nostra Teknoschool, stiamo preparando un programma itinerante insieme a Fibre Net. Saranno all’incirca una quindicina di incontri congiunti, distribuiti su tutto il territorio e dedicati ai vari interlocutori.
Di solito quante persone partecipano ai corsi?
Fabio Forsi. Mediamente c’è un’affluenza di 80–100 persone.
Quanti crediti formativi vengono assegnati durante i corsi?
Fabio Forsi. In generale, i corsi realizzati con il CNI assegnano un credito per ogni ora di formazione. Gli altri ordini professionali hanno delle modalità di attribuzione diverse, quindi ci può essere una variabilità.
Quante ore durano i corsi?
Fabio Forsi. Mediamente treore.
Evento di formazione Fibre Net per Teknowool presso la sala convegni aziendale
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Evento di formazione Fibre Net per Teknowool presso la sala convegni aziendale
Teknowool è attenta alla sostenibilità ambientale e alla qualità delle soluzioni proposte. In che modo Fibre Net risponde a questi criteri e rafforza il vostro posizionamento sul tema della responsabilità ambientale?
Stefano Luzi. Per chi fa edilizia sostenibilità significa concorrere alla salvaguardia del patrimonio costruito. Per questo, tutte le volte che riusciamo a inserire in cantiere una soluzione Fibre Net, sappiamo di aver contribuito alla durabilità di una struttura. Mi sembra un gran bel modo di essere responsabili verso l’ambiente e verso il territorio.
L’adesione al programma Elite di Euronext testimonia la vostra visione di crescita strutturata e sostenibile. In che modo la collaborazione Teknowool e Fibre Net si inserisce in questo percorso?
Stefano Luzi. Elite è un’eccellenza dal punto di vista della gestione e del supporto all’attività e al management aziendale. Dal canto suo Fibre Net è un’eccellenza nell’ambito del rinforzo strutturale. Quando si lavora tra eccellenze tutto è più facile.
Guardando avanti, quali sono le aree tecnologiche e i mercati su cui intendete sviluppare nuove sinergie con Fibre Net?
Fabio Forsi. Teknowool esercita ogni giorno attività di consulenza con imprese e progettisti. La riqualificazione delle strutture esistenti, quindi la messa in sicurezza degli edifici e i rinforzi strutturali, anche nelle nuove costruzioni, è una tematica che viene affrontata quotidianamente. Condividere questa strada con un partner come Fibre Net sicuramente ci dà un vantaggio rilevante, sia per il supporto a livello tecnico sia come ritorno di immagine.
Il Pnrr rappresenta un’occasione irripetibile per l’edilizia pubblica e privata. Pensate che la collaborazione Teknowool e Fibre Net possa avere un ruolo attivo nei progetti strategici per scuole, ospedali, infrastrutture?
Fabio Forsi. Sì, è uno dei focus su cui stiamo lavorando e che sta già portando degli ottimi risultati. Fibre Net ci sta dando un supporto non indifferente: siamo in contatto costante con l’azienda e la loro proposta di rinforzi strutturali ci sta portando un valore aggiunto molto importante.
Operiamo sui cantieri del Pnrr in maniera costante, in tutte le regioni d’Italia: ovviamente ci sono zone più attive, come il Centro e il Nord Italia, mentre a Sud la situazione è a macchia di leopardo.
Visita presso lo stabilimento Fibre Net.
Potete raccontare un esempio o un caso di un cantiere rilevante affrontato assieme?
Fabio Forsi. Attualmente, con il collega Carlo Bolognini, stiamo operando insieme a Fibre Net in una scuola primaria ad Ancona, un intervento importante che partirà a breve e coinvolge circa 2 mila metri quadrati di facciata.
Abbiamo proposto il sistema Frcm a basso spessore C-Matrix con funzione antiribaltamento. La rete viene applicata sulla parete in calcestruzzo con barre in acciaio elicoidale: in un centimetro di spessore siamo riusciti a offrire un sistema antiribaltamento abbinando una malta a calce idraulica naturale. Il binomio con Fibre Net è stato vincente per portare a casa questo cantiere.
Sempre più spesso progettisti ed enti pubblici cercano interlocutori completi, in grado di fornire soluzioni integrate, certificate e garantite. Quanto conta oggi, in un contesto tecnico e normativo così sfidante, avere al proprio fianco un partner come Fibre Net?
Fabio Forsi. Ponendoci come unico interlocutore nei confronti del cantiere, studiamo il mercato per trovare sempre prodotti innovativi. Una filosofia che è nel nostro dna da quando è stata fondata l’azienda.
Quando scegliamo un partner, valutiamo attentamente quello che ci offre. Nel caso di Fibre Net abbiamo scelto l’azienda per il metodo e il modo di ragionare molto simile al nostro: costante attenzione alla formazione e all’elevato valore tecnico delle persone sul territorio, a cui si aggiungono le certificazioni dei prodotti, il supporto tecnico.
Il fatto di poter contare su un’azienda solida, superspecializzata e strutturata, ci permette di dare un servizio e mantenere gli impegni che prendiamo con i nostri clienti.
La distribuzione edile in Italia è in grande fermento: da qui a dieci anni come vede il futuro di Teknowool Holding?
Stefano Luzi. Vedo un network di aziende che continuerà a crescere. Ma soprattutto vedo una differenziazione di sviluppo all’interno delle divisioni, nella prospettiva di approfondire sempre più le competenze nei diversi ambiti di riferimento. Quindi, un gruppo sempre più impegnato nell’edilizia tecnica ma che possa far incontrare il mondo degli impianti, dell’aeraulica e della protezione al fuoco.
Come vi rapportate al discorso della digitalizzazione?
Stefano Luzi. Siamo cresciuti tantissimo sul fronte della digitalizzazione, anche per far dialogare il nostro network in maniera veloce.
Un altro aspetto su cui ci siamo focalizzati è la gestione dei processi: oltre a ottimizzare al massimo la gestione delle scorte e degli ordini con i fornitori, stiamo lavorando per mettere a disposizione dei nostri funzionari alle vendite sul territorio tutte le informazioni necessarie per poter operare in maniera autonoma e veloce.
Il prossimo step sarà quello di estendere il processo di digitalizzazione anche ai nostri clienti, consentendo loro di condividere informazioni che oggi non hanno ancora velocemente a disposizione.
Vuole lanciare un messaggio ai rivenditori?
Stefano Luzi. L’edilizia è un ambito privilegiato rispetto ad altri settori che in questo momento, per mille ragioni, stanno soffrendo. Questa consapevolezza, adesso che l’euforia del superbonus è scemata, rappresenta un’ottimo presupposto per non farsi prendere dal panicoe optare per scelte ambiziose e lungimiranti.
Per questo l’obiettivo di tutti i distributori dovrebbe essere quello di salvaguardare il mercato dell’edilizia perché rimanga un mercato sano e su cui continuare a investire.
Grazie alla collaborazione tra Mapei e Acca software, e con il contributo tecnico-specialistico di Polyglass, da oggi è possibile ricercare e scaricare analisi prezzi e voci di capitolato anche per le lavorazioni di impermeabilizzazione con membrane bituminose Polyglass, ampliando così ulteriormente la gamma di soluzioni disponibili all’interno del tool digitale gratuito Mapei PRO – Analisi prezzi e voci di capitolato.
Il tool, accessibile online all’interno della piattaforma Mapei PRO, è stato progettato per semplificare il lavoro quotidiano di progettisti e tecnici offrendo una libreria completa e costantemente aggiornata di voci tecniche, analisi prezzi e specifiche d’uso per numerose lavorazioni di cantiere.
Con questa integrazione, Polyglass, società del Gruppo Mapei e riferimento internazionale nel settore delle impermeabilizzazioni, rende ancora più accessibile l’utilizzo delle sue soluzioni bituminose nei capitolati tecnici di progettazione, assicurando un supporto concreto alla redazione di computi e stime economiche precise e aggiornate.
Il tool Mapei PRO – Analisi prezzi e voci di capitolato, sviluppato in collaborazione con Acca software, consente di:
• Selezionare rapidamente le lavorazioni da inserire nel proprio progetto
• Visualizzare le analisi prezzi complete (materiali, manodopera, noli e trasporti)
• Scaricare le voci di capitolato nei formati DCF, XPWE, EXCEL, PDF
• Importare facilmente i dati nei principali software di computo, come PriMus
• Accedere direttamente al sito Polyglass per scaricare la proposta tecnica collegata all’analisi prezzi
Ogni voce è corredata da una descrizione dettagliata e riferimenti precisi ai prodotti consigliati per l’intervento, rendendo il tool un vero e proprio strumento operativo quotidiano.
Carte da parati materiche, realizzate con materiali inusuali come juta, paglia, seta e sughero, che raccontano il viaggio e la natura all’insegna della sostenibilità: è la collezione Voyage del marchio DB Style di Debora Benvenuti, art director di Emiliana Parati, con tecnologia Epson.
Presentata per la prima volta in occasione della fiera europea Heimtextil, dedicata ai tessuti d’arredo, questa collezione è la prima prodotta con tecnologia di stampa Epson SureColor R5000, dotata di inchiostri a resina base acqua, privi di odori e particolarmente adatti alla decorazione di interni grazie anche alle loro caratteristiche di sostenibilità ambientale.
«Questa collezione nasce dalla mia passione per il viaggio, un viaggio che tocca i luoghi più suggestivi del mondo dove colori, usanze, costumi e territorio sono state fonte d’ispirazione per ognuna di queste mie creazioni: dai colori di un tramonto alla ricchezza cromatica di un fiore, fino ai profumi che la natura regala e alle emozioni che si possono provare a contatto con le culture del mondo», afferma Debora Benvenuti.
«La ricerca dei materiali e la tecnologia di stampa mi hanno permesso di dare forma a queste emozioni e di tradurle in materiali di arredo, per ricreare ambienti di casa che ci possano in qualche modo restituire la ricchezza culturale e ambientale che ci circonda».
La tecnologia di stampa Epson di SureColor R5000 ha permesso all’artista di esprimersi senza limiti in termini di disegno, colori e supporti.
La tecnologia Epson ha consentito di produrre stampe di straordinario effetto, oltre a rappresentare una formidabile sfida per diversità di consistenza, di spessore, di capacità di assorbimento del colore dei diversi materiali, garantendo la stessa precisione di riproduzione anche su fibre caratterizzate da nodi e imperfezioni di varia dimensione.
«Con la nostra tecnologia di stampa è possibile stampare su superfici irregolari come il sughero, o caratterizzate da nervature e nodi più o meno evidenti come la paglia, mantenendo coerenza del colore e dell’immagine, omogeneità e precisione. Un altro elemento importantissimo è costituito dalla precisione della stampa, che in fase di applicazione delle carte da parati permette di accostare i pannelli mantenendo il perfetto registro del disegno, senza alcun disallineamento», afferma Renato Sangalli, Head of Sales C&I Printing di Epson Italia.
La sostenibilità è un altro aspetto che contraddistingue la collezione Voyage: i pannelli sono infatti stampati con inchiostri resina a base acqua, tutti i supporti sono PVC free e le pagine del catalogo, compresa la copertina, sono state prodotte con materiali di riciclo. In particolare, i sei inchiostri utilizzati sono stati appositamente sviluppati per minimizzare l’impatto ambientale rispetto ad altre formulazioni.
L’attenzione all’ambiente e la particolarità delle stampe si ritrova anche nella collezione Carrara, già presente nel catalogo di Emiliana Parati, caratterizzata da carte con un effetto marmo estremamente realistico, che cambia l’intensità di colore in base alla luce. Anch’essa è realizzata con tecnologia Epson, che ha permesso di riprodurre grandi lastre marmorizzate, stampate su una base goffrata ed arricchita da effetti perlescenti.
YouTrade ha intervistato Matteo Anelli, socio e responsabile ufficio acquisti di F.lli Anelli,per la rubrica Dossier Multipoint da quattro punti vendita, approfondendo visione strategica e innovazione aziendale. Un confronto utile per capire le sfide e le opportunità nel settore della distribuzione edile.
Come è andato il 2024 e come si è aperto il 2025?
Il 2024 ha mostrato un andamento a due velocità, con una prima metà dell’anno positiva e una seconda meno favorevole. L’inizio del 2025 è stato caratterizzato da una flessione.
A fine anno vi aspettate un fatturato maggiore, minore o uguale?
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Punti di forza (e di debolezza) delle imprese famigliari
Perle aziende della distribuzione edile il ricambio generazionale è spesso un problema. Ma non bisogna dimenticare che la struttura di azienda di carattere famigliare può essere anche una risorsa. Di recente, ricerca su 350 imprese ha indicato che durante il periodo del covid le imprese controllate da famiglie hanno realizzato una performance azionaria significativamente superiore di quelle con altre strutture proprietarie. La ricerca si riferisce alle piccole aziende quotate in Borsa, ma il risultato è probabilmente valido anche per le altre. Le aziende famigliari, in quella circostanza, hanno registrato una performance azionaria dell’8% migliore rispetto delle altre. Se si estende il concetto alle 101 mila (circa) piccole e medie imprese di proprietà famigliare (103 mila considerando anche quelle di grandi dimensioni) che conservano almeno il 50% +1 dei diritti di voto in mano ai fondatori, se ne deduce che la struttura famigliare di impresa è un vantaggio per il sistema-Italia.
Non bisogna nascondersi, però, che ci sono anche svantaggi. L’esempio classico è quando nella gestione di un’impresa famigliare si antepongono le parentele al merito: un aspetto particolarmente negativo quando si verifica un cambio generazionale. Figli, generi e nipoti coinvolti in azienda sono una sciagura se la scelta non è accompagnata da un criterio meritocratico. Per contro, un grande vantaggio è che le aziende famigliari tendono ad avere orizzonti di più lungo periodo nelle loro scelte strategiche. Non devono rendere conto a soci piccoli e grandi che pretendono risultati immediati e dividendi da distribuire. Un’azienda famigliare guarda avanti e l’imprenditore mette il cuore nella propria azienda. Inoltre, ha un buon nome da difendere e più difficilmente si troverà a gestire affari che possono nuocere alla propria reputazione, che fa parte del patrimonio aziendale. Aggiungiamo anche che, per loro natura, un’impresa famigliare ha spesso dimensioni più piccole e, per questo, chi la gestisce tende a stabilire rapporti più diretti con i dipendenti, ma anche con i propri clienti.
Ma ci sono anche punti deboli: una ricerca di Cerved, per esempio, tempo fa ha messo in luce che la proprietà e la gestione famigliare si associano spesso a una minor crescita dimensionale. Le piccole imprese di carattere non famigliare realizzano in media 800 mila euro in più di ricavi e 1,4 milioni in più di attivo. Inoltre, le piccole aziende gestite da manager esterni vantano in media un margine operativo lordo maggiore (459 mila euro contro 400 mila). È vero che, in compenso, le imprese a carattere famigliare hanno tassi di profitto più elevati in termini di margini lordi su fatturato (7,2% contro 6,8%). Ma questo, rileva Cerved, è un’indicazione di una scala produttiva inefficiente e ridotta. In sostanza, le imprese familiari non sfruttano del tutto le opportunità di crescita. Insomma, il bicchiere è mezzo pieno. Ma anche mezzo vuoto.