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inPluvio, il nuovo sistema di celle drenanti di Starplast per la gestione delle acque

Il legale rappresentante di Starplast Stefano Grandicelli con il nuovo sistema di drenaggio Inpluvio
Il legale rappresentante di Starplast Stefano Grandicelli con il nuovo sistema di drenaggio Inpluvio.

Starplast presenta inPluvio, un sistema di celle drenanti, realizzate in materiale plastico polipropilene stampate a iniezione, ad alta resistenza meccanica. Utilizzato per la gestione del deflusso idrico urbano e di grandi volumi di acqua meteorica.

I cambiamenti climatici e la cementificazione intensiva stanno mettendo a dura prova i territori, costretti ad affrontare sempre più spesso le conseguenze del rischio idrogeologico.

Anche per questo Starplast, azienda innovativa specializzata nella progettazione di soluzioni per la gestione delle acque, ha messo a punto inPluvio, un sistema di celle drenanti che riduce il rischio di allagamenti ed esondazioni in ambienti urbanizzati, facile da installare.

Con questa novità di prodotto, l’azienda contribuisce alla sicurezza e alla sostenibilità dei progetti urbanistici, aiutando le comunità a mitigare i danni idraulici e a proteggere il territorio.

Ne parliamo con il legale rappresentante, Stefano Grandicelli.

Il legale rappresentante di Starplast Stefano Grandicelli con il nuovo sistema di drenaggio Inpluvio
Il legale rappresentante di Starplast Stefano Grandicelli con il nuovo sistema di drenaggio inPluvio.

Secondo Ispra oltre il 10% degli italiani è a rischio alluvioni. E i forti cambiamenti climatici, complice la massiva cementificazione, aumentano il pericolo. Come intervenire?

È molto difficile rispondere a questa domanda. Il rischio di alluvioni e i cambiamenti climatici stanno mettendo in crisi il sistema di urbanizzazione eseguito negli anni di grande sviluppo edilizio, includendo anche le deviazioni eseguite ai corsi d’acqua.

Starplast ha sempre cercato di proporre soluzioni impiantistiche al fine di mitigare e migliorare la gestione dell’acqua con riserve, laminazioni, sistemi di trattamento e riutilizzo.

In Italia le reti di regimentazione delle acque piovane sono insufficienti?

Ritengo siano insufficienti, ma anche questo spetta dirlo agli esperti.

Una nuova soluzione di Starplast si chiama inPluvio. Di che si tratta?

inPluvio è un sistema di celle drenanti per il drenaggio delle acque, costituito da celle drenanti in materiale plastico, che assemblate tra loro e posate nel sottosuolo, creano un grande volume disponibile per far defluire in modo controllato enormi quantità di acqua evitando allagamenti e ripristinando gradualmente le falde sotterranee.

Con che tipo di materiale plastico è realizzato?

Il materiale utilizzato è il polipropilene con vari additivi in funzione del carico meccanico a cui sono soggette.

Per quale tipo di drenaggio è indicato?

È principalmente utilizzato nel caso di invarianza idraulica (principio secondo cui il deflusso risultante dal drenaggio di un’area debba rimanere invariato dopo una trasformazione dell’uso del suolo avvenuto nell’area stessa ndr) e invarianza idrologica.

Necessita di strutture cementizie o bacini a cielo aperto?

Il principale vantaggio nell’utilizzo di questi sistemi di drenaggio con le celle drenanti è che non sono necessarie né strutture cementizie né bacini a cielo aperto, poiché completamente interrate.

Quali sono i punti di maggiore differenza rispetto ad altre soluzioni?

Oltre a quello specificato poc’anzi, altri aspetti fondamentali sono la velocità di installazione, la facile movimentazione e il trasporto. Si pensi che con il sistema inPluvio riusciamo a trasportare in un bilico un volume di accumulo di oltre 500 metri cubi.

Quali sono i vantaggi nell’utilizzo di questo sistema?

In primis la protezione del territorio (riduzione di allagamenti), ripristino delle falde acquifere (l’invaso interrato facilita l’infiltrazione delle acque per rimpinguare le falde sotterranee).

In aree tipicamente aride, a scarsa piovosità, potrebbero essere utilizzate come piccoli bacini di raccolta, avendo cura di rendere impermeabile il sistema con geo-membrane di HDPE (polietilene ad alta densità ndr), riutilizzando l’acqua per irrigazione.

Celle drenanti
Sistema inPluvio

È un prodotto sostenibile?

Certo, è rispondente ai requisiti richiesti dai Cam.

Quanto questo tipo di impianti è importante per ridurre l’impatto ambientale?

Sarà il futuro. Pensate a un territorio dove ogni singola urbanizzazione o infrastruttura abbia il proprio sistema per garantire una corretta gestione delle acque meteoriche.

Riconsegneremo alla natura ciò che le abbiamo strappato negli anni passati a sostegno del naturale ciclo dell’acqua.

Come viene distribuito il prodotto?

Questi sistemi di celle drenanti esistono già da diversi anni. Tuttavia il contesto normativo abbastanza recente è tuttora parzialmente recepito: ciò fa sì che, nel caso di grandi lavori, la divulgazione del sistema venga effettuata presso gli studi di progettazione.

Con il passare del tempo la consapevolezza dell’efficacia del sistema si allargherà sul mercato coinvolgendo certamente anche le rivendite edili.

A che tipo di clienti è rivolto?

Imprese di costruzione e rivendite organizzate alla gestione di forniture per imprese.

In generale, il cambiamento climatico ha modificato la tipologia dei vostri prodotti?

Certamente sì. Già da tempo, oltre alla nostra linea di impianti dedicati alla depurazione, abbiamo dato un gran impulso a prodotti dedicati al recupero delle acque.

Questa è già una prima risposta al tema dei cambiamenti climatici che rendono la risorsa acqua sempre meno disponibile. Con inPluvio, aumentiamo maggiormente il parco prodotti dedicati a tali problematiche.

Che cosa occorre per saper gestire grandi volumi di pioggia?

Una relazione geologica e planimetria del territorio e indice di piovosità.

Starplast si propone come partner dei propri clienti. Che cosa significa?

Siamo e saremo sempre a fianco del cliente, progettista e rivendita. Ci siamo sempre considerati un tutt’uno.

Qual è il punto sul rapporto con le rivendite?

Tante rivendite iniziano ad avere fiducia in noi, affidandoci la responsabilità della scelta tecnica progettuale per soluzioni depurative. Questo ci fa molto onore.

Come comunicate con i distributori?

Nel sistema tradizionale attraverso la nostra forza vendita, sempre più tecnica per rispondere alle necessità del cliente. Poi tramite Linkedin e campagne di comunicazione su prodotti specifici.

Celle drenanti
Uffici Starplast

Quali sono le altre soluzioni per la gestione delle piogge?

Abbiamo sempre prodotto sistemi di gestione delle acque meteoriche, che rimangono fondamentali anche con l’utilizzo delle celle di drenaggio.

La certificazione di prodotto è importante?

È molto importante. Ritengo che in futuro diventerà fondamentale da allegare agli impianti, a conferma della corrispondenza di quanto richiesto dalla normativa e dagli enti locali di controllo.

Fornite anche un servizio di supporto?

Starplast ha sempre divulgato e fornito la sua disponibilità a un servizio di supporto alla progettazione e alla scelta del corretto impianto. E se richiesto, anche alla manutenzione programmata.

Celle drenanti

La gestione delle acque è importante anche per l’edilizia residenziale. È un aspetto condiviso o spesso dimenticato?

Come detto poco prima, in futuro la gestione delle acque sarà fondamentale anche nell’edilizia residenziale.

Sarebbe necessario un incentivo fiscale per la gestione dell’acqua?

Il problema della carenza idrica è ormai ordine del giorno. Non solo, come in passato, carenza in un determinato periodo estivo di siccità, ma oggi anche durante i mesi invernali soffriamo della risorsa fondamentale per la vita, l’acqua.

I governi di tutto il mondo sanno che in un prossimo futuro dovremo fare i conti per un uso consapevole e responsabile dell’acqua.

Pertanto, ritengo che sarà necessario un intervento a livello governativo per un risparmio idrico consapevole, passando anche attraverso incentivi fiscali.

Gli appalti pubblici per la gestione del rischio idrogeologico sono davvero ripartiti?

Stiamo notando un forte fermento nell’ambito dei lavori pubblici ed infrastrutture, riteniamo che siano partiti anche se molto a rilento. Ci sarà una crescita costante.

Gli appalti pubblici sono più semplici o rimangono complicati?

Noi come fornitori di imprese e rivendite non abbiamo rapporti diretti con gli enti appaltatori, pertanto ci risulta difficile fare questo tipo di valutazione.

In ogni caso, notiamo che sono sempre più rari i casi degli incagli sui pagamenti del nostro cliente a causa dei ritardi dovuti dall’ente appaltante.

Le amministrazioni locali sono sensibili al problema del rischio idrogeologico?

Le norme di riferimento relative ai rischi idrogeologici sono in continuo fermento. Ritengo pertanto che siano poche le amministrazioni locali a conoscenza dei problemi specifici idrogeologici, o comunque di come meglio affrontarli.

Tempo fa avete aperto un impianto al Sud. Come sta andando?

Siamo sempre più convinti della scelta di aver creato uno stabilimento al Sud. Infatti prossimamente verrà potenziato con un secondo sito produttivo.

Quali sono gli obiettivi strategici di Starplast?

Abbiamo dei progetti in corso già promossi tempo fa: quest’anno riteniamo di completare la loro realizzazione e divulgarli sul mercato.

Ma quello a cui teniamo maggiormente, come obiettivo strategico, è sempre quello di ascoltare il mercato e affiancare la clientela nella scelta della soluzione ideale.

Avete progetti per il prossimo futuro?

Sempre. Ogni progetto che viene sviluppato e lanciato sul mercato, viene immediatamente messo in discussione per avviare il processo di miglioramento. Inoltre, è la clientela stessa che ci stimola alla ricerca continua.

Quali sono le vostre previsioni per il 2025?

Anche per l’anno in corso abbiamo delle previsioni ottimistiche. Sicuramente ci sarà una flessione di mercato relativamente al residenziale, mentre crescerà la richiesta sulle infrastrutture.

di Veronica Monaco

Starplast: in arrivo un nuovo impianto al Sud

Nuovi prodotti per rispondere in maniera sempre più efficace alle esigenze del comparto della gestione idrica, potenziamento della presenza al Sud Italia, penetrazione in nuovi mercati, anche all’estero.

YouTrade ha incontrato Alessandro Severini, direttore generale di Starplast da giugno 2024, Antonio Forastiere, responsabile commerciale idraulica per infrastrutture grandi imprese, e Fabio Dominici, responsabile commerciale gruppi e mercato estero: i manager raccontano le più recenti novità e le strategie per il futuro dell’azienda.

Come nuovo direttore generale, quali sono i principali aspetti su cui si sta concentrando?

Alessandro Severini. Ho iniziato a collaborare con Starplast nel giugno 2024. La mia figura si inserisce all’interno di una strategia generale che porta l’azienda a un’evoluzione, supportata dalla crescita degli ultimi anni.

Il mio lavoro punta a offrire un supporto a 360 gradi alla proprietà, dalle classiche attività di riorganizzazione interna fino alla formazione del personale, soprattutto del primo livello.

Che cosa ha già attuato in azienda?

Alessandro Severini. Dopo un’analisi iniziale per capire lo stato dell’arte, assieme ai colleghi ho steso un business plan per il 2025 con attività per ogni area funzionale. Per esempio, con l’ufficio tecnico sono stati definiti nuovi progetti di certificazione.

In particolare, con la proprietà abbiamo definito delle macro strategie: quella più urgente è l’aumento della capacità produttiva, quindi abbiamo lavorato sull’acquisto di nuovi macchinari e sulla realizzazione di una nuova area.

Qual è stata la parte più difficile?

Alessandro Severini. Entrare in un’azienda dove la mia figura è separata dalla proprietà. Si è comunque instaurata una bella collaborazione per potersi dividere i compiti: mi sono concentrato sull’aspetto gestionale e operativo, la proprietà si è invece dedicata all’aspetto strategico e di sviluppo di prodotto.

Che cosa cambia con il suo ingresso in azienda per i rivenditori di materiali edili?

Alessandro Severini. Un fornitore ben organizzato, con le idee chiare sulle proprie strategie, è sicuramente più performante, a beneficio anche del servizio di cui i nostri rivenditori possono usufruire. Stiamo lavorando per dare un valore aggiunto al rivenditore finale, attraverso una maggiore velocità di consegna.

In questo senso ci agevolerà il progetto di espansione al Sud con una nuova struttura produttiva, che ci permetterà di essere più delocalizzati e consegnare più velocemente.

A tutto questo si aggiunge la qualità dei prodotti e lo sviluppo di nuove soluzioni, anche per nicchie di mercato, affinché il nostro rivenditore possa accrescere il proprio fatturato.

Per come è strutturato oggi il mercato, quali sono le potenzialità di crescita?

Alessandro Severini. La fine del superbonus 110% ha portato a una contrazione del mercato, ma grazie ai nuovi prodotti che abbiamo sviluppato, per esempio, i sistemi di depurazione per le acque grigie, stiamo aggredendo mercati nuovi che generano maggiori opportunità per le rivendite.

Quindi, se da una parte ci può essere una contrazione, dall’altra ci sono opportunità di crescita.

Ed è questo che una rivendita deve cercare, cioè il fornitore partner che le permetta di scoprire mercati nuovi che con i soliti prodotti non potrebbe penetrare.

In più, credo che le politiche europee porteranno sicuramente a un’evoluzione nel settore del trattamento delle acque, che in futuro diventerà sempre più importante e fiorente.

Che cosa sta cambiando invece nel vostro rapporto con le imprese e gli studi di progettazione?

Antonio Forastiere. Starplast vuole intraprendere una serie di azioni verso le imprese e i progettisti attraverso la promozione tecnica dei propri prodotti specializzati, sia quelli attuali, sia quelli innovativi.

Per le grandi imprese abbiamo a disposizione un panorama di prodotti nuovi sul mercato, come InPluvio, oltre ad ampliamenti di gamma per offrire sistemi sempre più completi.

Quello che si va a implementare oggi è il riutilizzo delle acque grigie e nere depurate, per sistemi di irrigazione o di riutilizzo e riuso.

Quali sono le linee di prodotto su cui state puntando di più?

Fabio DominiciStarplast è un’azienda che si presenta con un catalogo molto ampio e differenziato.

I sistemi di depurazione hanno sempre fatto la parte del leone, ma adesso stiamo inserendo nuovi prodotti anche per il recupero delle acque nere, tenendo fede al nostro motto «Risparmia il tuo oro blu».

Facciamo molto affidamento sul nuovo progetto InPluvio e, quindi, sul tema dell’invarianza idraulica, che sta assumendo un’importanza sempre maggiore.

Con gli interventi dei governi e delle amministrazioni ci sarà un interesse crescente anche per il tema del recupero delle acque grigie, settore su cui stiamo spingendo molto sia in Italia che all’estero. Stiamo aumentando la nostra offerta anche in virtù dell’imminente normativa sul trattamento delle acque grigie in ambito domestico.

Lavoriamo molto bene anche per quello che riguarda gli impianti di sollevamento. Sono tutte tipologie di prodotto best seller, su cui vogliamo investire in maniera ancora più massiccia nei prossimi mesi, oltre a proporre prodotti complementari di grande attualità.

Ricapitolando, chi sono i vostri clienti?

Alessandro Severini. Rivendite edili e di termoidraulica, a volte associate in gruppi di acquisto. Per i prodotti più tecnici, le grandi imprese.

Antonio Forastiere. Ci stiamo rivolgendo anche alle municipalizzate che richiedono sempre più servizi di ingegneria. È un settore che stiamo sviluppando, sia come pre, sia come post-vendita.

Fabio DominiciStiamo puntando anche ai contrator, ovviamente senza scavalcare la rivendita che per noi rappresenta un partner importante. Vogliamo offrire nuove opportunità di lavoro più che rimpiazzare un fornitore esistente. La forza di Starplast è quella di essere coinvolta in progetti che difficilmente le rivendite riescono a intercettare.

Qual è il principale servizio o iniziativa che avete inserito per le rivendite?

Alessandro Severini. Per le rivendite abbiamo aumentato l’attenzione alla movimentazione e al trasporto dei nostri sistemi, per offrire ai clienti sempre la massima qualità.

Poi, stiamo lavorando molto sulla riduzione dei tempi di consegna, in modo che la rivendita possa avere i materiali sempre più velocemente.

Sono due attività basilari che comunicano la volontà dell’azienda di essere un partner affidabile.

Stiamo poi lavorando sull’informatizzazione, per collegarci in maniera sempre più smart con la nostra rete di clienti e offrire informazioni, ma anche opportunità di acquisto via software, e sull’ampliamento delle strutture produttive, per essere sempre più vicini ai nostri clienti.

Qual è la principale caratteristica che distingue Starplast sul mercato?

Alessandro Severini. Le soluzioni tecniche e il supporto dell’ufficio tecnico per poter affrontare la progettazione in maniera sicura e ottimale.

Un altro valore aggiunto di Starplast è la presenza in molti mercati esteri che dà la possibilità all’azienda di ampliare il proprio know-how e portare nuove soluzioni tecniche sul mercato italiano.

Quali sono le vostre aspettative sui mercati esteri?

Fabio DominiciLa situazione per quanto riguarda l’edilizia in generale non è rosea, soprattutto in alcuni Paesi notoriamente trainanti come la Germania e la Francia. Tuttavia, il settore del trattamento e della gestione delle acque, pur rientrando nel settore edilizia, vive una vita a parte.

I governi stanno investendo molto nella conservazione delle risorse idriche, in particolare nel Sud dell’Europa, dove abbiamo piani di espansione importanti per il 2025.

Stiamo lavorando molto bene in Spagna e Portogallo, dove abbiamo una filiale, in Francia, in Albania, Grecia e un po’ in tutto il bacino del Mediterraneo, fino ai Paesi del Golfo dove stiamo partendo con delle commesse sempre più interessanti. Siamo aperti a molte possibilità.

Quali prodotti hanno un maggiore assorbimento all’estero e in quali Paesi?

Fabio Dominici. Contrariamente a quanto succede in Italia, lavoriamo meno nell’ambito del trattamento e della depurazione delle acque nere, perché ci sono diversità nazionali che rendono complicato affrontare questo mercato all’estero, con l’eccezione dell’Albania dove lo scorso anno è stata introdotta una riforma per il settore alberghiero.

Per quello che riguarda gli altri Paesi, in Francia è molto sviluppato il mercato del trattamento e recupero delle acque piovane, dove regionalmente ci sono obblighi anche per i privati.

In Spagna e Portogallo lavoriamo molto nel recupero delle acque grigie, perché entrambi i Paesi hanno adottato degli obblighi sia sulle nuove costruzioni, sia nelle ristrutturazioni profonde.

Essendo un’azienda che fa impianti, riusciamo a rispondere in maniera molto efficace alle esigenze di questi mercati.

In quali altri Paesi contate di entrare?

Fabio Dominici. Oltre ai Paesi mediterranei, il focus è sul Medio Oriente. C’è una attività urbanistica molto importante, e ci sono opportunità anche nel residenziale, sia per il recupero delle acque grigie e piovane, sia per le stazioni di sollevamento.

Stiamo ricevendo molte richieste e intendiamo investire con agenzie locali, oltre a partecipare a fiere ed eventi.

Quanta parte del fatturato è realizzata in Italia, e quanto all’estero?

Fabio Dominici. In questo momento l’87% del fatturato è realizzato in Italia e il 13% all’estero. Quando abbiamo avviato l’attività di export due anni fa, il fatturato era al 4%, quindi essere arrivati a questo risultato è un traguardo importante. Nel 2025 vorremmo arrivare a incrementare l’export al 17%.

Come è andato il 2024 e che cosa vi aspettate nel 2025?

Alessandro Severini. Il 2024 è andato bene, con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente. Nel 2025, anche grazie alle nuove celle drenanti InPluvio, ci aspettiamo una crescita ulteriore grazie all’apertura di nuovi mercati, soprattutto sui grandi volumi. Diciamo che il nostro obiettivo è quello di crescere di un ulteriore 20%.

Antonio ForastiereStiamo anche lavorando per entrare in un settore a noi complementare, come quello dell’antincendio.

Starplast produce volumi di accumulo per l’antincendio, ma sta lavorando per ampliare la gamma di prodotti.

Nel corso del 2025 metteremo a disposizione nuovi prodotti sulla gamma antincendio Offire in modo da dare ai nostri rivenditori partner nuove opportunità di business.

Orchidea, i telai per porte scorrevoli a scomparsa in tre opzioni innovative

Porte scorrevoli a scomparsa

Le soluzioni per porte scorrevoli a scomparsa Orchidea sono applicabili anche sui pavimenti esistenti e possono essere scelte in anta singola, doppia, parallele, contrapposte e filomuro.

Con un’ampia gamma di opzioni adattabili a qualsiasi scelta architettonica, i telai per porte scorrevoli a scomparsa Orchidea di Fibrotubi offrono numerosi vantaggi per l’interior design contemporaneo, adattandosi a ogni tipo di parete, sia in cartongesso che laterizio.

Disponibili in vari spessori e modelli, i telai sono applicabili anche sui pavimenti esistenti e possono essere utilizzati in diverse configurazioni: anta singola, doppia, parallele, contrapposte, filomuro e soluzioni per punti luce.

telai Orchidea per pareti in laterizio e cartongesso Easy
Telai Orchidea per pareti in laterizio e cartongesso Easy.

Oltre alla linea classica, Orchidea è disponibile in tre opzioni innovative.

Il telaio Orchidea Free-Filomuro, per esempio, è la soluzione per chi desidera un design pulito e minimalista: non richiede l’uso di stipiti e coprifili, e permette una perfetta fusione con la parete. Privo di finiture esterne, crea un effetto di continuità che amplia visivamente lo spazio interno.

Orchidea Light è invece la soluzione ideale per integrare punti luce senza sacrificare spazio: questo telaio, disponibile sia per anta singola sia doppia, è predisposto con quattro aperture per l’inserimento di impianti elettrici come interruttori, prese di corrente e applique. La capacità di mantenere i punti luce nella parete che ospita il cassonetto rende il telaio particolarmente funzionale.

Porte scorrevoli a scomparsa
Orchidea Light anta doppia.

Progettato specificamente per i sistemi a secco, il telaio Orchidea Easy si distingue per la sua struttura con traverse a giorno, che facilita l’installazione e il trasporto grazie al peso ridotto. Il telaio, pur mantenendo i principi di solidità della linea classica, è ottimizzato per un posizionamento rapido delle lastre di cartongesso e per un montaggio veloce.

Porte scorrevoli a scomparsa
Orchidea Easy per sistemi a secco
 

di Sara Giusti

Manodopera specializzata cercasi

Nell'edilizia manca la manodopera specializzata
Nell'edilizia manca la manodopera specializzata

Dazi a parte, l’economia italiana e l’edilizia in particolare soffrono di un problema endemico: chi è pronto a mettere mano al portafogli per ristrutturare o costruire si trova spesso di fronte a una porta chiusa per mancanza di risorse da parte delle imprese. Uno dei problemi delle imprese dell’edilizia non è la carenza dei materiali o il loro costo volato alle stelle. Il vero ostacolo riguarda la mancanza di mano d’opera: un aspetto che coinvolge i cantieri, ma anche i distributori di materiali, che se ne lamentano spesso. Uno dei motivi è che l’edilizia pre bonus ha perso circa mezzo milione di addetti in un decennio di crisi e nel frattempo molti hanno cambiato mestiere, chi poteva è andato in pensione. E i giovani non sono stati certo attratti da un lavoro faticoso e, a volte, mal retribuito se non è specializzato. A questo si è aggiunta negli anni scorsi la pandemia. Risultato: mancano addetti.

Lavori di ristrutturazione
Lavori di ristrutturazione

D’altra parte, è un problema che non riguarda solo questo settore. Secondo l’Istat il tasso di posti vacanti destagionalizzato oscilla intorno all’1,8%. Per l’industria la mancanza di lavoratori ha raggiunto l’1,9%, ma per il settore delle costruzioni la carenza è ancora più accentuata. Insomma, l’economia va, ma il mercato del lavoro ha bisogno di addetti. Le imprese faticano a trovare i profili giusti, anche perché quando si dice edilizia si indica, in realtà un ventaglio di competenze piuttosto ampio. Inoltre, è vero che l’occupazione è ripartita, ma è sempre più part time, un aspetto che non incentiva i giovani a scegliere impieghi a termine. È vero, per esempio, che il livello di disoccupazione è estremamente basso, ma troppi impieghi sono, appunto, a mezza giornata. E il divario tra Nord e Sud, dove l’occupazione è ancora più precario. C’è, poi, la distanza di genere, tra uomo e donna. Circa il 40% delle nuove attivazioni riguarda le donne, ma con un’incidenza del part time molto più consistente. Sul totale dei nuovi contratti a donne, la metà sono sono part time e a tempo indeterminato, un altro 50% circa è di apprendistato, e seguono poi il lavoro stagionale e quello in somministrazione. Certo, questo è un problema che non riguarda solo il mondo dell’edilizia. Insomma, ci vogliono formazione e incentivi per una specializzazione. E, magari, un’operazione mediatica per far comprendere che un idraulico guadagna, spesso, più di un ingegnere, un bravo lattoniere più di un impiegato in banca e un provetto carpentiere più di un postino.

Nell'edilizia manca la manodopera specializzata
Nell’edilizia manca la manodopera specializzata

Resistenza e leggerezza con i canali di drenaggio in calcestruzzo Greenpipe

Dalle zone pedonali alle strade carrabili e alle grandi infrastrutture, i canali Greenpipe si adattano alle diverse esigenze di drenaggio.

La progettazione si fonda sull’utilizzo del calcestruzzo, un materiale molto versatile e dalle molteplici caratteristiche, che consente una grande varietà di impiego.

Per quanto riguarda la produzione, l’azienda si affida a un processo studiato appositamente per far fronte a sfide progettuali diverse, tenendo conto delle numerose variabili.

Oltre alle tradizionali gamme dei canali in calcestruzzo, Greenpipe produce anche canali con calcestruzzo Hpc (High Performance Concrete) e canali di tipo I autoportante.

Tutto per poter rispondere alle varie esigenze di impiego, dai canali in classe di carico A15, per zone esclusivamente pedonali e ciclistiche, fino ai canali in classe F900 per aree speciali con carichi particolarmente elevati come gli aeroporti.

 
 

Le linee di canali di drenaggio in calcestruzzo (Basic+, Smart Pro, Smart Pro G e Big 47) sono caratterizzate da continui controlli, materiale al 100% riciclabile e non combustibile, resistenza alle alte temperature e alla presenza di acqua stagnante contenente sali antighiaccio.

I canali di drenaggio BG-Filcoten sono realizzati in calcestruzzo Hpc rinforzato con fibre di vetro, una soluzione all’avanguardia che consente di ottenere prodotti versatili, leggeri e a basso spessore, ma allo stesso tempo resistenti e durevoli.

Oltre alla leggerezza che ne agevola la posa, questa soluzione vanta un’alta resistenza all’impatto che assicura una maggior sicurezza nella movimentazione e installazione, e una superficie interna liscia, che assicura migliori prestazioni idrauliche e di autopulizia. Inoltre, si distingue per la resistenza ai cicli gelo-disgelo e la riciclabilità al 100%.

Infine, le linee di canali tipo I autoportanti sono realizzate in calcestruzzo armato e adatte a classi di carico elevate, per l’impiego nelle reti stradali e autostradali, nei terminal portuali e logistici e nelle grandi infrastrutture.

di Sara Giusti

Isolamento e massimo comfort con i sistemi a cappotto termico Thermocap

Sistemi a Cappotto Thermocap

Il risparmio energetico e il comfort termico all’interno degli edifici sono temi di primaria importanza. Il sistema di isolamento a cappotto risponde a queste esigenze contribuendo efficacemente alla diminuzione dei consumi energetici attraverso la riduzione della trasmittanza delle superfici opache verticali.

In questo contesto CAP Arreghini ha messo a punto i sistemi di isolamento di sistemi a cappotto Thermocap, studiati sia per edifici di nuova costruzione, sia per interventi di ristrutturazione o ripristino, come la risoluzione di problemi legati a fessurazioni strutturali o infiltrazioni d’acqua.

 

Benessere tutto l’anno

I sistemi a cappotto Thermocap garantiscono benessere abitativo durante tutto l’anno: d’inverno, proteggono dal freddo e in estate schermano dal calore, assicurando anche un adeguato isolamento acustico e una protezione efficace delle facciate.

Sfruttando l’inerzia termica della struttura e il potere coibente del pannello isolante, il sistema a cappotto consente di non disperdere verso l’esterno il calore accumulato dalle pareti durante il funzionamento dell’impianto di riscaldamento. Il calore rimane invece all’interno della struttura, che funge da serbatoio termico, consentendo di ottenere stabilità termoigrometrica e un comfort costante.

La temperatura interna rimane stabile anche con un utilizzo intermittente del riscaldamento, permettendo di conseguire un notevole risparmio energetico, che si traduce in un risparmio economico in bolletta.

Il minor utilizzo di combustibile comporta inoltre una riduzione delle emissioni di Co2, contribuendo alla salvaguardia dell’ambiente.

Niente ponti termici

La continuità dell’isolamento garantita dai sistemi a cappotto Thermocap elimina i ponti termici, riducendo le dispersioni di calore, e previene la formazione della condensa interna, spesso causa della muffa.

Al benessere termico, si aggiunge anche il comfort acustico: i pannelli isolanti forniscono una barriera contro i rumori esterni, per un’abitazione più silenziosa.

Inoltre, il sistema consente una riduzione dei movimenti interstrutturali, assicurando minori sollecitazioni e deformazioni della struttura.

Per progettisti e clienti CAP Arreghini offre assistenza tecnica, fornendo supporto durante la pianificazione e l’applicazione del sistema a cappotto Thermocap in cantiere.

Le schede tecniche aggiornate, i cicli applicativi e le indicazioni d’uso sono disponibili sul sito ufficiale dell’azienda.

Gamma Thermocap

 

Thermocap è la gamma di sistemi di isolamento a cappotto studiati da Cap Arreghini conformi agli standard Etag 004. La gamma si compone di:

  • Thermocap, sistema certificato Eta mediante utilizzo di pannelli in polistirene espanso sinterizzato (Eps) e pannelli in polistirene espanso sinterizzato (Eps) composito in grafite;
  • Thermocap S1, sistema economico e facile da applicare, con pannelli in polistirene espanso sinterizzato (Eps);
  • Thermocap S2, sistema con prestazioni termiche avanzate grazie ai pannelli in grafite, che aumentano l’isolamento termico anche a basse densità;
  • Thermocap S3, sistema con pannelli in polistirene espanso sinterizzato (Eps) arricchiti con grafite, per un miglior isolamento termico;
  • Thermocap S4, sistema con pannelli in Eps additivati con grafite e trattati in superficie per evitare deformazioni dovute all’assorbimento di calore;
  • Thermocap S5, sistema minerale in lana di roccia, garantisce alta traspirabilità, resistente al fuoco e con proprietà fonoassorbenti, ideale per la sicurezza e il comfort acustico.

di Sara Giusti

Outsourcing logistico: vantaggi, costi e trappole

logistica

Tra le varie forme di outsourcing logistico si trova la possibilità di collaborare con partner che mantengono e gestiscono le scorte dei materiali presso sedi esterne.

L’esternalizzazione di queste attività consente all’azienda di non avere bisogno di spazi e risorse aggiuntive per riuscire a stoccare il materiale fino al momento del suo utilizzo o della sua vendita.

La collaborazione con partner esterni ha tra i suoi vantaggi l’aumento del livello di servizio, l’ottimizzazione delle attività e la trasformazione di costi fissi, legati alle risorse interne, in costi variabili, legati al numero di movimentazioni o al volume di merce affidato al partner.

Quando si analizzano i costi del servizio vi sono delle considerazioni da fare in modo da potersi affidare al miglior partner possibile sulla base delle specifiche esigenze aziendali.

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Nel calcolo le principali voci di costo che qualsiasi operatore logistico proporrà nell’offerta sono:

  • Il costo per posto pallet per giorno: si riferisce al semplice deposito e mantenimento del bancale. Condizioni ambientali (per esempio, temperatura controllata) o condizioni di stoccaggio (pallet fuori standard) particolari possono incidere direttamente sul valore dell’offerta.
  • Il costo di inbound: si tratta del costo relativo alle risorse utilizzate dal partner logistico per il prelievo dal mezzo di trasporto e il deposito sulla posizione di deposito. Il costo valuta il personale necessario per la movimentazione oltre ai mezzi utilizzati.
  • Il costo di outbound: complementare al costo precedente, si riferisce allo spostamento del pallet dalla posizione di stoccaggio al mezzo di trasporto.
  • Costo di generazione dei documenti.

Vi sono altri costi, oltre al trasporto, che dipendono dal tipo di relazione che si vuole instaurare con il partner (integrazione dei sistemi informativi) o da attività a valore aggiunto che vengono eventualmente richiesti, come il prelievo del collo, l’imballo, l’etichettatura.

Si considerino a titolo di esempio due offerte, Prop. 1 e Prop. 2, sintetizzate nella tabella.

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Senza i dati di stoccaggio medio e di movimentazione è difficile realizzare un confronto tra le due proposte.

Sempre a titolo di esempio, considerando un numero di pallet stoccato medio pari a 2 mila, un periodo di riferimento di un anno (365 giorni), con cento pallet medi in ingresso al giorno e cento pallet medi in uscita, spediti attraverso un numero medio di mezzi pari a cinque per giorno (240 giorni lavorativi).

La simulazione delle due proposte porta al calcolo del costo totale annuo riassunto nella tabella.

Risulta difficile determinare a priori se un’offerta è migliore dall’altra semplicemente comparando i prezzi.

Perciò è necessario fare la simulazione del sistema con i dati che rappresentano le dinamiche dell’azienda.

In tal caso potrebbe apparire che di fronte alle stesse offerte, un partner possa essere più conveniente per il semplice stoccaggio di merce a bassa rotazione, mentre un altro partner potrebbe essere vantaggioso per materiale con indici di rotazione più alti.

di Andrea Payaro

Showroom: 9 novità per bagno, superfici, outdoor e living

Soluzioni per l'outdoor

Direttamente dalla rubrica Showrooms dedicata alle finiture, 9 novità di prodotto destinate all’ambiente bagno, all’oudoor, alle superfici e al living, selezionate da YouTrade.

6. Valentini, The Gentleman

Valentini The Gentleman è una seduta in cui le linee fluide e arrotondate creano un momento di comfort sia per gli spazi indoor che outdoor. Grazie alla sua ricerca tessile, i tessuti 100% Made in Italy sono progettati per poter resistere alle intemperie, preservando la bellezza del design e la durabilità.

YouBuild Marzo 2025

YouBuild n° 35

Marzo 2025

 

IN COPERTINA

Consumo di suolo: riuso sostenibile dei capannoni
ChorusLife Bergamo: rigenerazione smart
The Elisa New York: digitalizzare per ristrutturare

 
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Membrane traspiranti monolitiche o microporose?

Membrane traspiranti

Per assicurare la durabilità di un progetto edilizio, è fondamentale proteggerlo dall’umidità. Tra le soluzioni disponibili, le membrane traspiranti svolgono un ruolo chiave nella tenuta all’aria, all’acqua e al vento, regolano il passaggio del vapore acqueo e impediscono l’ingresso dell’acqua dall’esterno.

Nel settore delle costruzioni, si distinguono due principali tipologie: le membrane microporose e quelle monolitiche. La loro struttura e il loro comportamento influenzano le prestazioni nel tempo, rendendo fondamentale una scelta consapevole in base alle esigenze del progetto.

Struttura e funzionamento: le differenze chiave delle membrane

  1. Le membrane microporose sono costituite da polimeri idrofobici con una struttura caratterizzata da microfori. Questi fori consentono il passaggio del vapore acqueo, ma rendono il materiale vulnerabile agli inquinanti presenti nell’aria, come polveri e sostanze chimiche, che possono comprometterne le prestazioni nel tempo. Inoltre, il processo produttivo sottopone il materiale a uno stress meccanico significativo, influenzandone la resistenza agli agenti atmosferici.
  2. Le membrane monolitiche, invece, sono composte da polimeri idrofilici che gestiscono l’umidità in modo diverso. Non hanno microfori, ma trasportano il vapore attraverso la loro struttura chimica continua. Questo permette di ottenere una maggiore resistenza agli inquinanti, riducendo il rischio di deterioramento nel tempo. Inoltre, la loro composizione più elastica garantisce una maggiore adattabilità ai movimenti della struttura.

Prestazioni delle membrane in cantiere e in esercizio

Per scegliere la membrana giusta, è fondamentale considerare le condizioni ambientali e le sollecitazioni a cui sarà esposta, sia in fase di installazione che durante il ciclo di vita dell’edificio.

  1. Impermeabilità: le membrane monolitiche garantiscono una resistenza all’acqua superiore rispetto alle microporose. Anche in presenza di inquinanti combinati con l’acqua, la loro struttura continua impedisce la penetrazione dell’umidità.
  2. Traspirabilità: entrambe le tipologie consentono la fuoriuscita del vapore, ma le membrane monolitiche gestiscono meglio le variazioni di umidità, riducendo il rischio di condensa interstiziale.
  3. Resistenza ai raggi UV: le membrane microporose sono più sensibili all’esposizione solare, mentre le membrane monolitiche offrono una maggiore stabilità e durata nel tempo.

L’importanza della durabilità nel tempo delle membrane

La durabilità di una membrana dipende da numerosi fattori, tra cui temperatura, esposizione ai raggi UV e contatto con agenti inquinanti. I test di laboratorio valutano le prestazioni nel tempo simulando condizioni ambientali critiche, ma ogni progetto ha esigenze specifiche che vanno attentamente analizzate.

Le membrane TRASPIR HOUSE MONO 135 e TRASPIR HOUSE MONO 160 sono state progettate per offrire il massimo delle prestazioni in termini di resistenza agli agenti atmosferici, impermeabilità e gestione dell’umidità.

Grazie alla loro composizione, garantiscono un’efficace protezione dell’involucro edilizio anche in condizioni climatiche difficili. In caso di incendio, la TRASPIR HOUSE MONO 160 ha reazione al fuoco B-s1,d2: bassa combustibilità, produzione di fumo molto limitata e presenza di gocciolamento moderato.

Quale membrana traspirante scegliere?

La scelta tra membrane microporose e monolitiche dipende dal contesto applicativo. Le membrane monolitiche rappresentano una soluzione più robusta e duratura per edifici che devono affrontare condizioni climatiche severe e un’elevata esposizione agli inquinanti.

Le membrane microporose possono essere utilizzate in situazioni meno critiche, dove la protezione dagli agenti atmosferici non è il principale fattore di rischio.

Per garantire la massima efficienza e durata del tuo progetto, è essenziale affidarsi a prodotti certificati e testati per le specifiche condizioni di impiego.

Scegliere membrane monolitiche come TRASPIR HOUSE MONO 135 e TRASPIR HOUSE MONO 160 di HOLZ TECHNIC significa scegliere una protezione affidabile e duratura per l’involucro edilizio.

VAI AI DETTAGLI TECNICI

Le aziende B Corp del settore del design crescono del +140% negli ultimi tre anni

b-corp

Secondo i dati di B Lab Italia, l’organizzazione non-profit che coordina il movimento delle B Corp nel nostro Paese, il numero di B Corp certificate operanti nel design di prodotto è cresciuto del +140% nel triennio 2022-2024.

Come indicato sul sito B Corporation: «Le B Corp sono imprese che si impegnano a misurare e considerare le proprie performance ambientali e sociali con la stessa attenzione tradizionalmente riservata ai risultati economici e che credono nel business come forza positiva che si impegna per produrre valore per la biosfera e la società».

Ad oggi sono in Italia sono 333 le B Corp, per un totale di oltre 33.000 addetti e un fatturato che supera i 17 miliardi di euro. Di queste 12 realtà nel 2023 hanno generato un fatturato di oltre 1 miliardo di euro: 24Bottles, Alessi, Alisea, Florim Ceramiche, Italgraniti Group, Kerakoll Group, PALM, VAIA, Extravega Milano, Guzzini, Il Pellicano e Terratinta Group.

La distribuzione geografica delle B Corp del settore del design vede una forte concentrazione nel Nord Italia: quasi un’azienda su due (42%) si trova in Emilia-Romagna, mentre Lombardia e Veneto raccolgono insieme un terzo delle imprese (33%). Seguono poi il Piemonte e il Trentino Alto-Adige, che raccolgono ciascuna l’8% delle B Corp. Infine, il Centro Italia e, in particolare, le Marche, accoglie il restante 8% delle imprese certificate.

Queste aziende, che presentano una distribuzione dimensionale variegata, impiegano complessivamente oltre 2.800 persone (pari al 9% della forza lavoro totale delle B Corp italiane).

La maggioranza (42%), è costituita da piccole imprese con meno di 50 dipendenti, seguita dalle grandi aziende con oltre 250 collaboratori, che rappresentano il 33% del totale. Una quota più ridotta, pari al 17%, è composta da realtà di medie dimensioni, con un numero di impiegati compreso tra 50 e 250, mentre solo l’8% rientra nella categoria delle microimprese, con meno di 10 dipendenti.

Infine, queste B Corp si distinguono anche per una governance inclusiva, al punto che il 33% è fondata, guidata o gestita da donne.

Il 67% delle aziende (8 su 12) ha sviluppato un modello di business che pone grande attenzione alla salvaguardia dell’ambiente, focalizzandosi in particolar modo sulla conservazione delle risorse, sulla riforestazione e sul risparmio energetico.

24Bottles, ad esempio, ha piantato quasi 10.000 alberi in oltre 10 Paesi, dando vita a due foreste, Oxygen e Oxygen2. con l’intento di ridurre le emissioni di CO₂, riflettendo il suo impegno ambientale e la missione anti-plastica monouso.

Alisea investe in una catena di fornitura a corto raggio, con il 58% dei fornitori localizzati entro 80 km dalla sede aziendale.

Extravega Milano, Florim, Fratelli Guzzini, Italgraniti Group, Kerakoll e Palm sono, invece, impegnate in azioni volte al risparmio energetico e all’utilizzo di fonti di energia elettrica 100% rinnovabili, oppure nell’utilizzo di materiali ecosostenibili o riciclati.

Il 17%, tra cui VAIA e Terratinta Group, si impegna invece nei confronti delle comunità, offrendo supporto nello sviluppo economico locale, mentre il restante 16%, genera un impatto positivo nei confronti dei propri dipendenti o clienti.

In particolare, Il Pellicano investe nella valorizzazione e l’integrazione di persone diversamente abili, mentre Alessi si impegna nella sicurezza finanziaria, salute e benessere, coinvolgimento e soddisfazione dei propri dipendenti, e nel portare l’Arte e la Poesia nella vita dei propri clienti, distribuendo il valore economico in modo equo e sostenibile.

Fai da te: cosa cercano gli italiani per il brico?

bricolage

Un’indagine mette in luce le richieste più frequenti sul web che riguardano piccoli lavori in casa: dal lavandino alle porte passando per lo stucco.

La percentuale di clienti privati che frequentano i punti vendita di materiali per edilizia sembra in aumento. E nella maggior parte dei casi si tratta di clienti focalizzati sul fai-da-te.

Ma che cosa chiedono e a quali lavori sono diretti gli acquisti di questa fascia di clientela? Una ricerca del sito Pannelliplastica.it offre qualche indicazione.

Con una premessa: prima di contattare una figura professionale gli utenti preferiscono affidarsi a Google per individuare negozio e strumento o materiale da acquistare.

Secondo l’analisi, per esempio, la ricerca più popolare in Italia, con ben 4.400 clic mensili, risulta «come sturare il lavandino», a cui si aggiunge la più specifica «come sturare il lavandino della cucina», con 2.400 approfondimenti sul web.

A seguire, gli altri aspetti del fai-da-te più popolari sono «come sturare il wc» (2900 ricerche), «come cambiare la corda di una tapparella» (circa mille ricerche), «come stuccare una parete» (880), «come riparare una tapparella» (590).

Ma non solo. Oltre a pareti e cartongesso, le ricerche si concentrano anche su legno e piastrelle. Oltre alle riparazioni idrauliche, gli italiani non si arrendono di fronte a compiti più impegnativi.

Tra le ricerche più frequenti si trovano «come montare un condizionatore» (720 ricerche), «come montare un box doccia» (390), «come montare una porta interna» (390).

Le porte, in effetti, sono tra gli aspetti più caldi: scorrevoli, a soffietto o blindate, sono spesso al centro dell’interesse del cliente finale.

Fai da te

 

di Franco Saro

Assemblea Pile, dazi e bilanci dei big nel nuovo numero di Lattoneria

Non è stato un anno semplice il 2024. Eppure, ha regalato anche non poche soddisfazioni. Ora, però, è il momento di guardare avanti, perché c’è ancora molto da fare. L’assemblea dei soci Pile ha approvato all’unanimità il consuntivo dell’anno chiuso al 31 dicembre ricordando le tappe più significative, come le norme Uni, il Primo Convengo Nazionale del Lattoniere e, a seguito delle decisioni prese durante i 12 mesi, l’evento dedicato all’involucro di Caseitaly a Fiera Bergamo, nel febbraio scorso. Insomma, un anno intenso, a cui il nuovo numero di Lattoneria dedica un ampio servizio. 

Ma nel mondo dei professionisti del metallo non ci sono solo petali di rosa. Le spine sono quelle, ancora tutte da decifrare, che riguardano l’impatto dei dazi decisi dalla Casa Bianca su acciaio, alluminio e rame. E che di conseguenza hanno sollevato una guerra delle tariffe che rischia di abbattersi sulle imprese italiane. Quanto peseranno le barriere doganali introdotte da Donald Trump sul mondo della lattoneria? Se ne occupa un articolo pubblicato sulla rivista realizzata da Virginia Gambino Editore per conto di Pile. A proposito di lattonieri: il nuovo numero del periodico comprende anche una esclusiva analisi, con tabelle comparative, su 32 delle maggiori imprese del settore. Sotto la lente del Centro Studi YouTrade sono finiti non solo i bilanci, ma anche le dinamiche che attraversano le imprese della lattoneria. Con un risultato sorprendente. 

Infine, oltre a tante storie di cantiere e di lavoro pubblicate sulla rivista, da segnalare c’è anche lo speciale dedicato alle novità nel mondo delle lamiere grecate.

Un motivo in più per abbonarsi a Lattoneria!

 

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Lattoneria marzo 2025

LATTONERIA N°36
MARZO 2025
 
 
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