Quello di Brevik punta a diventare il primo impianto a livello mondiale di produzione del cemento net-zero. Questo è reso possibile da tecnologie all’avanguardia messe a punto da Heidelberg Materials che catturano l’anidride carbonica e la stoccano nelle profondità marine al largo della Norvegia.
Il progetto Brevik CCS in Norvegia aggiunge oggi una tappa significativa al suo percorso. È stata infatti raggiunto il “completamento meccanico” cioè il punto in cui tutti i principali componenti meccanici sono stati installati e il sistema è pronto per i test. Dopo il completamento meccanico, il progetto entra ora nella fase di messa in servizio.
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Parte dell’iniziativa Longship del governo norvegese, il progetto è il primo sforzo di cattura della CO₂ su scala industriale nel settore del cemento a livello mondiale.
Una volta operativo, verranno catturate 400.000 tonnellate di CO₂ all’anno, pari al 50% delle emissioni dell’impianto, che saranno trasportate via nave a un terminale a terra sulla costa occidentale norvegese. Da lì, il CO₂ liquefatto sarà trasportato tramite pipeline al sito di stoccaggio sotto il Mare del Nord, dove sarà immagazzinato permanentemente.
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Come parte del progetto, l’impianto di cattura del carbonio è stato integrato nell’attuale cementificio senza interrompere la produzione di cemento in corso. Questo è il risultato di 1,2 milioni di ore di lavoro tecnico di precisione da parte di un team in loco composto da circa 400 dipendenti e partner esterni.
@Heidelberg Materials@Heidelberg Materials
«Il progetto Brevik CCS è un traguardo significativo per Heidelberg Materials. Come parte del programma Longship norvegese, dimostra non solo la tecnologia all’avanguardia, ma anche la forza del modello di partenariato industriale-governativo. In definitiva, i nostri clienti in tutta Europa saranno in grado di guidare la strada e costruire un futuro più sostenibile incorporando il nostro cemento e calcestruzzo captured con evoZero nei loro progetti a partire dal prossimo anno», ha commentato Giv Brantenberg, General Manager di Heidelberg Materials Northern Europe.
Basandosi sull’esperienza acquisita a Brevik nel corso di molti anni, Heidelberg Materials ha già lanciato una dozzina di altri progetti CCUS in tutto il mondo, tra cui quello a Rezzato (Brescia).
Il Gruppo Hansgrohe prosegue con successo nel suo percorso di crescita all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità, e annuncia di essere pronto ad una nuova importante tappa.
Dopo aver consolidato la sua posizione tra i leader nella produzione di docce e rubinetteria per bagni e cucine a livello globale, ora il Gruppo punta ad affermarsi come fornitore unico di una gamma completa di soluzioni per l’arredo bagno. Hansgrohe annuncia quindi il lancio di nuove categorie di prodotto, che comprendono mobili, lavabi, specchi e ceramiche sanitarie, e che vanno ad ampliare la sua ricca offerta, per un bagno «Total look». In linea con la strategia del Gruppo, tutti i nuovi prodotti sono studiati all’insegna della sostenibilità e incorporano tecnologie specifiche per il risparmio idrico ed energetico.
È proprio grazie all’impegno di tempo e risorse negli ambiti di innovazione, qualità ed efficienza cheil Gruppo Hansgrohe ha confermato negli anni il suo status di azienda all’avanguardia, arrivando a conseguire ottimi risultati negli ultimi anni. Più nel particolare, nel 2022 il Gruppo ha registrato un fatturato di 1.550,2 milioni di euro e un utile netto annuale di 158,1 milioni di euro. Inoltre, nel 2023, pur affrontando un contesto economico più sfidante, il Gruppo è riuscito a registrare buoni risultati con un fatturato di 1.405,9 milioni di euro e un utile netto di 148,8 milioni di euro, nonostante l’inizio di una fase recessiva del mercato immobiliare e delle ristrutturazioni in gran parte dei paesi europei.
Espansione nei mercati internazionali
A riprova dell’intenzione strategica del Gruppo di spingersi in un percorso di espansione e sviluppo nei mercati internazionali, è importante inoltre citare nuovi importanti aperture: nel 2023 è stato inaugurato l’InnovationParc a Shanghai per cogliere nuove opportunità di sviluppo in Asia; nello stesso anno, inoltre, il Gruppo ha terminato la costruzione di un nuovo sito di produzione in Serbia per rafforzare la rete produttiva europea, aumentando così il numero di impianti produttivi a otto (di cui quattro in Germania, uno in Francia, Stati Uniti e Cina).
Attenzione all’ambiente
Questi ultimi importanti traguardi arrivano sulla scia di una lunga storia, di oltre 120 anni, all’insegna dell’innovazione e dell’attenzione all’ambiente: due elementi che sono sempre stati al centro della strategia di crescita del Gruppo Hansgrohe.
Ogni passo avanti compiuto da quel lontano 1987 (in cui venne introdotta sul mercato la sua prima doccetta “ECO”, a risparmio idrico) ha contribuito ad avvicinare il Gruppo al suo ambizioso obiettivo: raggiungere entro il 2030 la totale ecosostenibilità di tutti i suoi prodotti e la completa neutralità carbonica, sia nella fase di produzione che di utilizzo. Ciò significa che tutti i prodotti con tecnologia ECO saranno realizzati con una riduzione del60% del consumo di acqua ed energia nelle fasi produttive, e che allo stesso tempo consentiranno al consumatore finale fino al 60% di risparmio idrico rispetto ai rubinetti e ai soffioni doccia convenzionali.
Design e innovazione tecnologica
L’impegno del Gruppo verso la società e l’ambiente va però oltre il design e l’innovazione tecnologica: nel lungo periodo, Hansgrohe ha l’ambizione di farsi promotore di una maggior consapevolezza sul valore della sostenibilità e dell’attenzione al risparmio idrico, arrivando ad influenzare positivamente gli individui nel modificare la loro routine quotidiana domestica per evitare gli sprechi d’acqua. Seguendo le direttrici della “Green Vision” del Gruppo, Hansgrohe punta infatti a realizzare, entro il 2050, un bagno totalmente green: uno spazio che garantisca allo stesso tempo comodità, eleganza e sostenibilità producendo fino al 90% in meno di consumo di acqua, energia e di emissioni di CO2, senza dover rinunciare al comfort.
«Hansgrohe si afferma sempre più come sinonimo di alta qualità, design duraturo e sostenibilità» dichiara Marcelo Moreira, Director of Sales West and South Europe del Gruppo Hansgrohe. «Puntiamo sulla tecnologia per il massimo risparmio idrico, ma non solo: il nostro impegno verso la sostenibilità viene applicato a 360° al nostro modo di agire, come ad esempio nelle certificazioni PEFC delle componenti in legno dei nostri mobili oppure nella realizzazione dei nostri nuovi packaging, completamente privi di plastica. Inoltre, dal 2022 tutti i nostri siti produttivi nel mondo hanno raggiunto la neutralità carbonica. Questo ci porta sempre più vicino al nostro obiettivo di rendere tutti i nostri prodotti ecosostenibili entro il 2030. La sostenibilità è una strada lunga, e noi ci impegniamo ogni giorno per trovare nuovi processi più sostenibili e migliorare sempre di più».
È in quest’ottica, quindi, che il Gruppo Hansgrohe ha affrontato il suo ingresso nelle nuove categorie di prodotto in lancio, quali i mobili e le ceramiche sanitarie.
Le nuove categorie di prodotti
I nuovi prodotti rispettano l’ambiente in tutto il loro ciclo produttivo: sono realizzati con materiali ecologici di alta qualità, le componenti lignee provengono da foreste che garantiscono un uso sostenibile del legno, mentre gli imballaggi sono privi di plastica.
Le nuove collezioni, disegnate dallo studio PHOENIX, partner di design del Gruppo Hansgrohe, sono pensate per consentire numerose combinazioni e semplici abbinamenti, per creare il bagno dei propri sogni.
Le due eleganti linee di mobili, Xelu e Xevolos, dotate di pratiche soluzioni salvaspazio, si abbinano perfettamente ai lavabi coordinati e alle linee di rubinetterie e accessori hansgrohe, creando un ambiente armonioso e consentendo la personalizzazione tramite la scelta della combinazione di colori e finiture di frontali, top, maniglie ed accessori.
I lavabi da appoggio Xuniva, inoltre, consentono un ulteriore livello di personalizzazione, offrendo compatibilità universale con tutti i mobili dotati di top
Entrano nella ricca offerta di arredamento per il bagno anche gli specchi della gamma Xarita, caratterizzati da un elevato livello di ricerca tecnologica: illuminazione LED a risparmio energetico, funzioni touch o contact less, possibile regolazione di intensità e colore della luce, e funzione anti-appannamento.
A completamento dell’offerta dell’arredo bagno, la linea di ceramiche da bagno EluPura unisce un’estetica minimale ad una tecnologia innovativa dello scarico che massimizza il risparmio idrico.
Anche in Italia
“Siamo orgogliosi di rendere finalmente disponibili anche in Italia le nuove linee di prodotto nell’arredo bagno: le ceramiche, i mobili, gli specchi hansgrohe ampliano la nostra offerta in maniera coerente, mantenendo fede alle promesse di innovazione, qualità, durevolezza e design che sono da sempre parte integrante del DNA della nostra azienda.” dichiara Paolo Bacchi, Managing Director Hansgrohe Italy. “Il progetto è stato e continua ad essere molto ambizioso: siamo leader e specialisti riconosciuti nella miscelazione e nella doccia, ma abbiamo dovuto affrontare un processo di apprendimento di conoscenza e tecnica di tutte le nuove categorie di prodotto, per arrivare nei mercati con un’offerta elegante, distintiva e pragmatica. Tutti i nuovi prodotti sono realizzati da fornitori specializzati, su progetto del Gruppo Hansgrohe e Design del nostro partner Phoenix Design.”
Il Gruppo Hansgrohe si conferma così come un punto di riferimento per prodotti di alta qualità, studiati per la vita di tutti i giorni e per ogni situazione familiare, a sostegno di uno stile di vita sostenibile e responsabile verso l’ambiente. Il suo ingresso nel settore dell’arredo bagno segna un ulteriore e importante passo nell’evoluzione del Gruppo, avvicinandolo all’obiettivo di creare un bagno total look, armonioso e coerente, totalmente green.
Come conclude Marcelo Moreira: «Questo importante passo non fa altro che ribadire la nostra forza di leader globale del settore bagno e contribuirà a rafforzare la nostra immagine di azienda innovativa che sta rivoluzionando uno spazio domestico così intimo».
Un patrimonio da salvare è il titolo di un documento condiviso e programmatico firmato dai principali operatori ed enti associativi dellafiliera del rinnovamento degli edifici, dei consumatori e della tutela ambientale da portare all’attenzione delle istituzioni. Obiettivo: promuovere una politica strutturata ed efficace sulla riqualificazione edilizia.
Un sodalizio di 25 soggetti che coinvolgono, da una prima stima, oltre 430 mila consumatori,150 mila lavoratori, 600mila professionisti, 8mila imprese e 410 industrie di produzione. Un patrimonio da salvare, infatti, è stato promosso congiuntamente da Adiconsum, Aem – Associazione Energy Managers, AiCarrAipe, Altroconsumo, Anfit, Aning– Associazione Nazionale Ingegneri, Anit, Anpe, Arse, Assocond Conafi, Assovernici, Gruppo pitture e vernici Federchimica-Avisa, Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati, Cortexa – Eccellenza nel Sistema a Cappotto, Federcomated, Federazione Filiera Legno, Fivra, Isi Ingegneria Sismica Italiana, Legambiente, Kyoto Club, Rete Professioni Tecniche, Renovate Italy e Rete Irene.
Queste associazioni hanno formulato tre richieste fondamentali:
Analisi completa e strutturata della situazione energetica e di sicurezza del patrimonio immobiliare nazionale
Provvedimento temporaneo che tenga conto degli obiettivi di efficienza energetica e sicurezza, per traghettarci a nuove misure idonee, strutturate e di lungo periodo
Apertura di un tavolo tecnico con tutti gli stakeholder per il confronto approfondito su una politica di interventi sostenibili sul piano ambientale, economico e sociale
L’iniziativa parte da alcune premesse fondamentali: la consapevolezza che il 40% del consumo finale di energia nell’Unione Europea e il 36% di emissioni di gas a effetto serra sono causati dagli edifici; dunque, che l’efficienza energetica deve essere al centro della politica energetica. In Italia, il patrimonio immobiliare è vetusto e carente per quanto riguarda i principali requisiti di efficienza e sicurezza. Trasformare la casa in un’abitazione sostenibile e sicura non è un’esigenza che riguarda i singoli cittadini ma una necessità sociale e collettiva, e la possibilità di accedere a interventi di efficientamento e messa in sicurezza degli edifici non è a portata di chiunque.
A fronte di queste considerazioni, che sottolineano la connotazione intrinsecamente sociale del tema della riqualificazione edilizia, il Documento esprime innanzitutto la richiesta di predisporre una corretta ed esaustiva analisi, aperta al contributo della comunità scientifica e professionale, delle condizioni attuali del parco immobiliare italiano sul piano energetico e della sicurezza.
Tra le tematiche cardine del documento c’è la necessità di un coinvolgimento degli esperti della filiera nei processi di consultazione e definizione delle politiche energetiche. Grazie all’esperienza specifica e applicata quotidianamente sul campo, infatti, gli operatori del settore potranno offrire un contributo significativo all’elaborazione del Piano Nazionale di ristrutturazione, che l’Italia dovrà mettere a punto entro il 2025, e al disegno delle nuove misure di sostegno. Un confronto, quello tra istituzioni e operatori, caldeggiato d’altronde anche dalla Direttiva Epbd 4 che prevede l’istituzione di un tavolo tecnico con tutti gli stakeholder coinvolti.
La poca chiarezza da parte del governo su come raggiungere gli obiettivi energetici contenuti nell’Epbd 4, (meglio nota come direttiva Case Green, che punta a regolamentare le azioni da mettere in atto al 2030 per ridurre progressivamente le emissioni di gas a effetto serra e i consumi energetici nell’edilizia in modo da raggiungere la neutralità climatica nel 2050), sta determinando una importante recessione settoriale e mettendo a rischio gli investimenti e i conseguimenti in capacità produttiva, organizzativa e di servizi realizzati negli ultimi anni dai protagonisti di questo comparto. È, dunque, necessario mettere in atto in tempi certi e non oltre il 2025 la riforma delle misure di stimolo e di accompagnamento evocate dal Pniec (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), necessarie per conseguire senza ritardo gli obiettivi in esso fissati, in coerenza con il tempestivo recepimento della Epbd 4.
Centrale è anche il tema delle risorse, cruciale e particolarmente sentito dal Governo, con l’appello a esercitare la massima determinazione e influenza, anche in accordo con altri Paesi membri interessati, nel richiedere alle istituzioni comunitarie la messa a disposizione delle risorse finanziarie dedicate al minimo costo e in quantità adeguata, con l’obiettivo di assicurare la congrua ed efficace attivazione della finanza privata, con schemi semplici e prevedibili.
Copertec System, il sistema anticaduta di Cavatorta e disponibile in due versioni, è studiato per la protezione permanente nel lavoro su lucernari non calpestabili. È il primo ad aver ottenuto il bollino blu del Cnr.
Il lavoro edile comporta spesso dei rischi che possono essere opportunamente evitati attraverso l’impiego di attrezzature e strumenti dedicati.
Ogni tipologia di intervento si caratterizza per differenti livelli di rischio: la costruzione e la manutenzione delle coperture di edifici industriali, commerciali e agricoli rientrano tra le attività ad alta pericolosità, che meritano misure di sicurezza adeguate.
Per scongiurare infortuni e incidenti Cavatorta ha ideato un sistema ad hoc, il Copertec System.
Rete anticaduta Coperplax
Sicurezza del sistema anticaduta
Azienda specializzata nella produzione di reti metalliche, con export in più di 50 Paesi e un fatturato di gruppo di oltre 140 milioni di euro grazie ai suoi sei stabilimenti produttivi, Cavatorta ha messo a punto Copertec System.
Si tratta di un sistema per la protezione permanente anticadutaper lucernari non calpestabili: è applicabile sia all’interno, sull’orditura portante della copertura, sia all’esterno su pannelli sandwich in doppia lamiera o su lastre metalliche grecate e/o ondulate.
Le reti elettrosaldate in acciaio, correttamente installate, possono sopportare il peso di una persona.
Per rendere il sistema certificabile occorre seguire le indicazioni di posa in opera descritte rilasciato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto per le Tecnologie della Costruzione (Itc-Cnr).
Rotoli Copertec
Acciaio zincato
L’impiego di Copertec System prevede l’utilizzo delle reti anticaduta Copertec o Coperplax.
Copertec è il primo e unico sistema anticaduta permanente ad aver ottenuto la certificazione dell’Istituto per le Tecnologie della Costruzione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Itc-Cnr) di San Giuliano Milanese, con Agrement Tecnico n. 650/14 del 29.10.2014.
Questa certificazione, unica nel suo genere, riguarda il sistema di protezione nella sua interezza (rete e posa in opera) e ne attesta la grande affidabilità. Nello specifico, Copertec è una rete elettrosaldata in acciaio zincato con triplo vivagno alle estremità.
L’impiego è finalizzato alla protezione dai rischi di caduta in fase di manutenzione delle lastre in cemento-amianto e dei lucernari zenitali presenti nelle coperture degli edifici a destinazione industriale, agricola e commerciale.
Copertec offre, inoltre, la possibilità di installare un sistema anticaduta a norma che non richiede l’intervento di un tecnico che ne certifichi la conformità.
Rotoli Coperplax
Rete plastificata
Coperplax è la versione plastificata di Copertec. Si tratta di una rete elettrosaldata in plasticata con triplo vivagno alle estremità.
I fili trasversali e longitudinali della rete elettrosaldata, entrambi lineari, sono in acciaio zincato.
La plastificazione avviene attraverso un esclusivo processo di sinterizzazione elaborato da Cavatorta (Galvaplax Process) che garantisce grande resistenza nel tempo.
Il filo di base d’acciaio, zincato a caldo, viene immerso in un bagno di primer speciale, elemento fondamentale ai fini di un perfetto ancoraggio del Pvc al metallo.
Segue la plastificazione mediante un processo di fusione a letto fluido, che garantisce una copertura pulita ed omogenea su tutta la superficie della rete.
Installazione in interno
Il sistema Copertec System èposizionato sotto i lucernari in materiale plastico non calpestabili e ancorato direttamente sulla struttura portante della copertura seguendo una tra gli schemi di posa descritti nell’Agrèment Tecnico.
Per l’ancoraggio della rete (Copertec o Coperplax) sono proposte tre opzioni di profili e di viti da scegliere in base al tipo di struttura su cui va eseguito l’ancoraggio.
Elementi per ancoraggio
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Piastra Inox bucata
Piastra Inox bucata
Guarnizione Epdm
Guarnizione Epdm
Rivetti per piastra
Rivetti per piastra
Installazione in esterno
Nel caso di coperture rivestite con pannelli sandwich in doppia lamiera o lastre metalliche grecate-ondulate, il sistema può essere ancorato direttamente sugli stessi, sopra ai lucernari, seguendo uno tra i due schemi di posa descritti nell’Agrèment Tecnico.
In questo caso, essendo la rete esposta agli agenti atmosferici, occorre necessariamente usare la rete nella sua versione plastificata (Coperplax) ancorandola con appositi accessori (piastra inox con relativa guarnizione Epdm e tre rivetti per piastra).
Numeri, grafici, immagini. E la sintesi delle relazioni, dei talk show, delle premiazioni. Tutto quanto è accaduto al XVII Convegno Nazionale YouTrade è riportato per esteso sul nuovo numero della rivista leader nel settore della distribuzione edile.
È una sezione ricca di informazioni, che fornisce una cronaca esaustiva di un evento che ha registrato il record di presenze e che sarà utile per chi non ha potuto partecipare al convegno. Ma, naturalmente, il nuovo numero del magazine realizzato da Virginia Gambino Editore è anche molto altro.
Riporta, per esempio, la classifica esclusiva top 50 dei grandi gruppi della distribuzione di materiali e servizi per edilizia in Europa. Una fotografia che inquadra non soltanto il business, ma anche i modelli adottati per costituire i grandi colossi del settore e che, pertanto, offre spunti di riflessione per chi opera in Italia.
La nuova edizione del periodico ha anche un altro contenuto che lo rende speciale, un supplemento allegato dedicato all’antincendio: soluzioni, materiali e applicazioni sono precedute da un ampia trattazione sulle regole da seguire affidata a uno dei massimi esperti della materia: un comandante dei vigili del fuoco.
Sul nuovo numero di YouTrade, inoltre, sono pubblicati una serie di articoli che analizzano la congiuntura di segmenti importanti del mercato, come l’involucro metallico o i materiali isolanti, anche questi corredati da grafici e tabelle per inquadrare con precisione l’andamento di queste attività.
Da non tralasciare un altro articolo che susciterà interesse e che riguarda l’identità aziendale. Come rafforzarla? Come costituirla, se non è stata definita? L’aspetto è tutt’altro che secondario e sarà utile a chi gestisce un’impresa, ma è troppo occupato nella routine quotidiana.
Ancora: il nuovo numero di YouTrade presenta un’ampia sezione speciale dedicata a quello che non è eccessivo definire un problema capitale: il consolidamento delle strutture degli edifici, in un Paese che ogni anno registra terremoti, alluvioni, crolli. E che, inoltre, oggi ha un patrimonio immobiliare che è messo alla prova dal cambiamento climatico.
Infine, vale la pena di ricordare un approfondimento sull’ambiente bagno, tra design e tecnologia. Non perdete il nuovo numero di YouTrade!
Esiste una pratica che prevede una forte relazione tra il magazzino e il reparto produttivo. Tale pratica viene in gergo chiamata kitting e si tratta della preparazione da parte del magazzino di tutto quel materiale che servirà successivamente in una determinata fase del processo di produzione.
Il processo di kitting coinvolge la raccolta di vari componenti o materiali necessari per un particolare prodotto o fase del processo produttivo, raggruppandoli in un unico pacchetto o kit. Questo kit è poi inviato a una stazione di assemblaggio o a un punto specifico della catena di produzione o distribuzione.
Il kitting può essere paragonato alla preparazione degli ingredienti necessari per realizzare una ricetta. Il magazziniere dosa e prepara tutto ciò che serve. Quando è il momento giusto, il magazzino serve alla produzione i componenti preparati affinché la produzione possa assemblare o realizzare quanto previsto.
In un certo senso, tale pratica può essere anche vista come un’applicazione del just in time in linea (fare arrivare ciò che serve quando serve).
I vantaggi del kitting prevedono una maggiore efficienza produttiva e una migliore qualità dell’asservimento, diminuendo i materiali a bordo linea.
Ancora oggi, in alcune realtà, questa pratica non viene realizzata, costringendo spesso l’operatore addetto alla produzione ad andare a prendersi componenti o materiali nel magazzino.
Per fare comprendere il costo operativo del non-kitting di seguito si presenta un caso reale di un’azienda che realizza sistemi oleodinamici. Le postazioni di assemblaggio sono dieci, ciascuna con un proprio operatore addetto al montaggio.
Ogni operatore dedica 5 minuti ogni ora di lavoro per andare a prendere quanto serve alla fase di montaggio. Facendo due calcoli: 5 minuti per ora x 8 ore di lavoro x 10 operatori al montaggio = 400 minuti al giorno dedicati all’auto-approvvigionamento del materiale.
Sapendo che il lavoro è ripetitivo e viene fatto tutti i giorni dell’anno (240 giorni lavorativi), il tempo complessivo annuale per il prelievo del materiale è pari a 400 minuti al giorno x 240 giorni lavorativi per anno = 96 mila minuti pari a 1600 ore.
Se un operatore costa 24 euro/ora il costo annuo dell’attività è pari a 24 euro/ora x 1600 ore/anno = 38.400 euro/anno.
La prima conclusione è che il costo del prelevare il materiale da parte dell’operatore della produzione è equivalente al costo di un addetto al magazzino.
In altre parole, il costo sostenuto potrebbe essere destinato all’assunzione di un magazziniere che fa solo la preparazione del kit durante la giornata, permettendo all’operatore alla produzione di recuperare produttività. Sulla produttività emerge il valore del kitting.
L’azienda dell’esempio produce mediamente 15 pezzi per ora per operatore e ogni pezzo viene mediamente venduto a un prezzo di 250 euro. Dai calcoli precedenti, gli operatori alla produzione dedicano in un anno 1.600 ore per prendersi i materiali. In quelle 1.600 ore si sarebbero potuti realizzare ben 15 pezzi all’ora per 1.600 ore per anno = 24 mila pezzi.
Considerando, infine, che ogni prodotto viene venduto a un prezzo di circa 250 euro, il non-kitting ha portato a una perdita potenziale di fatturato pari a 250 euro per pezzo x 24 mila pezzi non fatti = 6 milioni di euro.
Morale: in un’azienda la stretta sinergia tra magazzinieri e operatori alla produzione può comportare sia un miglioramento operativo che un aumento di produttività.
Il cosiddetto decretoSalva casa è entrato in vigore non senza (come spesso avviene) cancellare dubbi interpretativi. Insomma, fatta la legge trovato l’inghippo.
Uno degli interrogativi che si sono posti fin da subito riguarda l’applicabilità di quello che assomiglia a un condono, al pregresso.
Se correggere gli abusi edilizi minori all’interno di un appartamento è, appunto, l’obiettivo della legge e, quindi, è scontato che l’irregolarità sia pregressa, caso diverso è quello delle contestazioni in corso di giudizio o già passate in giudicato. Cioè per quei procedimenti arrivati già in causa giudiziale e che hanno compiuto i primi passi sul cammino della giustizia, oppure hanno registrato una sentenza del tribunale.
Che, però, aveva operato considerando le regole precedenti. Il Consiglio di Stato, per esempio, a settembre si è già pronunciato in merito con una sentenza che chiarisce in parte l’applicazione della legge Salva casa.
Nello specifico, il massimo giudice speciale amministrativo ha esaminato il caso di un cambiamento di destinazione da deposito a residenza multato dal Comune di Napoli nel 2019 con l’aggiunta di una riduzione in pristino, cioè, con l’obbligo di rimozione di quanto costruito volta alla tutela dell’igiene e del decoro dei cittadini.
Il Consiglio di Stato ha stabilito, però, che l’abuso in questione rientra nella sanatoria appena approvata, che prevede di cancellare l’irregolarità con il pagamento di quanto previsto per legge.
Secondo il giudizio espresso, quindi, una sentenza sfavorevole al privato, che sia emessa applicando il regime antecedente la legge 105 (il Salva casa), non impedisce al soggetto in questione di presentare una nuova domanda, che sospenda l’efficacia degli atti impugnati, almeno fino a una nuova pronuncia del Comune che applichi il nuovo provvedimento.
E questo anche se esiste una sentenza pregressa, come nel caso di Napoli, che stabilisce si sia trattato un abuso edilizio.
Ma, attenzione: ora il privato in questione dovrà fare domanda al Comune di poter applicare il Salva casa, sanando l’irregolarità come previsto dalla legge. Tutto a posto?
Non esattamente, perché il Comune di Napoli potrebbe respingere la richiesta e, in questo caso, tornerà efficace l’ingiunzione di ripristino emessa in precedenza.
Con prevedibile successivo ricorso, con gli altrettanto prevedibili tempi lunghi: basti pensare che la sanzione del Comune è di cinque anni fa e la vicenda non è ancora giunta al termine.
Non solo. Più in generale, rimane il problema di chi l’abuso non l’ha commesso, ma l’ha subìto. Per esempio, vicini di casa che possono essere stati danneggiati dalla irregolarità e per questo hanno sporto denuncia.
Ora, con una sanatoria che comprende ciò che è già arrivato in tribunale, si trovano con la prospettiva di vedere allontanarsi l’eliminazione delle opere abusive.
Aerogel Tech è un materiale innovativo, composto per il 98% circa da aria e da una minima percentuale di silice amorfa (SiO2), che offre prestazioni isolanti eccezionali.
È stato sviluppato da Biemme e sfrutta le proprietà della silice amorfa per creare una soluzione altamente performante, leggera, versatile e pratica da applicare, perfetta per l’edilizia e l’industria sostenibile.
Aereogel Tech, microcappotto in pasta di Biemme
Isolamento termico: composizione e vantaggi
Aerogel Tech è formato da una matrice di nanoparticelle di silice che intrappolano l’aria, riducendo al minimo il trasferimento di calore. Questo garantisce un isolamento termico superiore con spessori ridotti.
Nonostante la sua leggerezza, l’aerogel è un materiale sorprendentemente resistente, in grado di assorbire urti e vibrazioni anche in condizioni estreme.
Grazie alla sua traspirabilità, previene efficacemente la formazione di condensa e muffe, migliorando la qualità dell’aria negli ambienti in cui è applicato.
Inoltre, è completamente atossico e sicuro per l’uomo e l’ambiente. Essendo ignifugo e riciclabile, rappresenta una scelta sostenibile e risponde perfettamente alle esigenze di un’edilizia più ecologica.
Applicazioni
Nel settore edilizio, Aerogel Tech è ideale per l’isolamento di pareti, tetti e soffitti, sia in nuove costruzioni che in ristrutturazioni. Grazie al suo spessore di pochi millimetri, ottimizza gli spazi aumentando l’efficienza termica, risultando perfetto per edifici storici.
Nell’industria, è impiegato in impianti ad alte temperature come tubazioni e serbatoi aerospaziali, grazie alla sua resistenza alle condizioni estreme.
Perché preferire Aerogel Tech ai prodotti già presenti sul mercato? Rispetto ai materiali tradizionali, garantisce spessori ridotti e un’efficienza superiore durante il tempo, facilitando l’installazione anche in spazi difficili.
La sua durabilità lo rende un investimento a lungo termine, riducendo la manutenzione e mantenendo invariate le prestazioni.
Inoltre, contribuisce alla riduzione dei consumi energetici, rendendo questo prodotto una scelta vincente per l’efficienza e la sostenibilità.
Non si ferma la crescita di Friulsider, azienda di San Giovanni in Natisone (Udine) del Gruppo Simpson Strong-Tie, specializzata nella progettazione e produzione di fissaggi sicuri ed innovativi, che quest’anno ha avviato la costruzione di nuovi uffici e un centro convegni di oltre 400 metri quadrati.
Le nuove strutture sorgono su un’area adiacente alla sede attuale dell’azienda e includono anche sale riunioni, aree training e uno showroom dedicato ai prodotti, con uno spazio per raccontare storia e valori aziendali.
Applicazione angolare ancoraggio Hold Down HTT22E
Piano di Investimenti
Lo slancio a questo piano di investimenti è arrivato nel 2022 grazie all’ingresso della società nel Gruppo Simpson Strong-Tie, colosso americano con numerose filiali in Europa conosciuto in tutto il mondo per le sue soluzioni strutturali e tecnologie innovative.
Già lo scorso anno l’acquisizione ha portato un impulso significativo per Friulsider, che ha ampliato lo stabilimento aziendale con una nuova area da 10 mila metri quadrati. Oltre al ricollocamento dei reparti di assemblaggio e confezionamento, l’ampliamento ha visto l’introduzione di due nuove linee di produzione ad alta automazione.
Tutto ciò ha permesso l’ottimizzazione del layout e una maggiore efficienza, che porterà a un incremento della produzione del 30%.
L’ingresso nel Gruppo americano ha inoltre permesso a Friulsider di ampliare notevolmente la sua offerta, espandendosi anche nel mondo dei fissaggi dedicati all’edilizia in legno, settore in cui Simpson Strong-Tie è uno dei principali player a livello mondiale. Per questo sviluppo l’ampliamento del magazzino diventa un elemento centrale.
La sede di Friulsider a San Giovanni In Natisone Udine
Punto di riferimento per Italia, Spagna e Portogallo
Il piano di investimenti portato avanti a seguito dell’ingresso nel Gruppo è funzionale alla posizione strategica dello stabilimento friulano, che diventerà il polo logistico e distributivo per gli ancoranti del continente europeo.
Inoltre, Friulsider è la sede della Region South del Gruppo e sede operativa del business Simpson per Italia, Spagna e Portogallo.
Mezzo secolo e non sentirlo. Archiviati i primi cinquant’anni di presenza in Italia, Makita si avvia ad affrontare un futuro fatto di innovazione continua, attenzione all’ambiente e tecnologia cordless.
Conosciuta sul mercato per i suoi elettroutensili professionali di alta qualità, l’azienda è tra i principali player nei settori dell’edilizia, della carpenteria metallica, della lavorazione del legno e nelle installazioni.
Sede Makita Italia ad Arluno Milano
Elettroutensili pro
Makita si presenta sul mercato elettroutensili con prodotti che si rivolgono quasi esclusivamente al professionista.
«Il mercato sta subendo una veloce traslazione dal filo-scoppio al batteria. Il web ha sicuramente inciso sulla tipologia di vendita anche di questa tipologia di prodotto, anche se per quanto ci riguarda il contatto diretto con il rivenditore e l’utilizzatore rimane il nostro sistema privilegiato di proposta.
Luca Gilardi, sales manager di Makita Italia
Per il futuro prevediamo un’ulteriore spinta del settore batteria con utensili con capacità maggiori e con impieghi in nuove lavorazioni», spiega Luca Gilardi, sales manager di Makita Italia.
«Abbiamo accordi di gruppo con i player di riferimento del settore delle rivendite di materiali per edilizia, oltre a operare con singoli opinion leader sul territorio. In collaborazione con loro stiamo proponendo ai vari end users tutte le soluzioni di cui necessitano in ambito operativo.
Sempre con i distributori organizziamo corsi formativi presso la nostra sede di Arluno (Milano) per fornire le macchine e gli accessori idonei per ogni tipo di lavorazione. I demo sul campo offrono un aiuto importante facendo testare il prodotto.
Inoltre, la nostra sede con magazzino garantisce una disponibilità elevata sia di macchine sia di accessori e di ricambi. Il servizio spedizione permette la consegna su tutto il territorio nazionale in pochi giorni dalla data dell’ordine.
Allo stesso modo la possibilità di fornire utensili di cortesia, denominati SOS, permette di gestire con le imprese eventuali fermi macchina in attesa di riparazione».
Sede Makita
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Ricerca e sviluppo
Gli ingegneri Makita si dedicano costantemente alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie da applicare ai nuovi prodotti.
L’intera linea di utensili a batteria è in continua espansione e comprende circa 600 articoli suddivisi in tre differenti piattaforme: Cxt (Compact Extreme Technology), Lxt(Lithium Extreme Technology) e la più recente Xgt(neXt Generation Technology) progettata per applicazioni con requisiti di potenza particolarmente elevati.
«La linea Xgt 40Vmax in grado di garantire performance uniche nel settore batterie sta ottenendo ottimi risultati. Questa piattaforma sta crescendo ogni anno per numero di prodotti e fatturato», afferma Gilardi.
Minore impatto
Tra le priorità dell’azienda c’è anche l’attenzione verso l’ambiente, che ha portato allo sviluppo di utensili con minor impatto e rispettosi della salute degli operatori.
Il programma Zero Emission di Makita si basa sull’utilizzo di energia rinnovabile per usi professionali con la proposta di prodotti e kit energy idonei per ogni esigenza.
Le batterie agli ioni di litio consentono di lavorare in assoluta assenza di gas di scarico e pressoché senza produrre rumore.
Fa parte del programma Zero Emission il sistema di prodotti Connector, che comprende zaini Power Pack e utensili come decespugliatori, rasaerba, soffiatori e vibratori per calcestruzzo.
«Credo che da sempre Makita abbia deciso quale sia la sua linea. Gli otto stabilimenti produttivi e le oltre 50 filiali nel mondo stanno a testimoniarlo.
Qualità e innovazione sugli elettroutensili sono e saranno affiancati alla sicurezza e alla sostenibilità, le nostre linee guida anche per il futuro.
La clientela ha ormai individuato nel brand un partner di sicura affidabilità e con prodotti all’avanguardia.
La ricerca e la spinta per inserirsi in nuovi mercati con attrezzature progettate e dedicate stanno a testimoniare questa volontà», sottolinea il sales manager.
«Investiamo inoltre continuamente in ricerca. La collaborazione con le aziende produttrici più prestigiose e con le università tendono sempre a ricercare nuove soluzioni.
La nostra sede sta già valutando ampliamenti di magazzino e nuovi inserimenti in organico per sostenere la crescita».
Demo sul campo degli elettroutensili dell’azienda
Garden e cleaning
«Nonostante la flessione del canale costruzioni dopo la riduzione degli incentivi, l’azienda sta segnando buoni risultati grazie anche a inserimenti in nuovi settori, quali il garden e il cleaning in particolare, e supportata dal lancio di novità, una costante per la nostra azienda», aggiunge Gilardi.
Articoli come i box termici per la conservazione di materiali isolanti o per scaldare o raffreddare vivande, i ventilatori per essiccare più rapidamente pareti stuccate o rinfrescare l’aria in ambienti chiusi o poco arieggiati, sono solo alcuni esempi delle soluzioni con applicazione professionale e per il tempo libero.
Tra le novità il robotaspiratore 18V DRC300Z che ha ottenuto il riconoscimento Product of the Year 2023 Award.
Con filtro Hepa e motore brushless, è ideale per la pulizia di magazzini e showroom fino a 600 metri quadrati ed è progettato con nuova funzione di mappatura ambienti tramite telecamera e radar laser a 360 gradi.
A completamento della gamma ci sono gli oltre cento prodotti del catalogo Makita Utility, suddivisi in cinque categorie: abbigliamento tecnico, livelle e misuratori, sistemi di illuminazione, valigette Makpac System e portautensili Tool Holders.
La storia
Nata a Nagoya City (Giappone) nel 1915, con il nome di Makita Denski Seisakusho, l’azienda inizialmente si èspecializzata nella vendita e riparazione di apparecchi di illuminazione, motori e trasformatori.
La competenza nel campo dei motori elettrici è cresciuta tanto da portare nel 1935 la società a esportare i suoi dispositivi in tutto il mondo.
Oggi Makita è una multinazionale presente in oltre 170 Paesi con ottostabilimenti produttivi di proprietà situati in altrettanti Stati.
L’azienda assicura la disponibilità costante di prodotti e ricambi grazie al magazzino situato in Italia, e un servizio consegna veloce abbinato a una rete di assistenza efficiente.
Con una squadra di tecnici specializzati dotati di van allestiti, inoltre, incontra direttamente gli utilizzatori finali permettendo loro di testare sul campo i vantaggi e le peculiarità degli elettroutensili.
Uno show per il compleanno
Presente in Italia dal 1974, Makita ha voluto festeggiare i suoi cinquant’anni di attività con un evento che ha coinvolto la rete commerciale e i clienti, oltre al presidente Makita Italia Tatsuhiko Shichi, il presidente di Makita Messico Yawara Akazawa e il presidente di Makita Europa Kasuhisa Makino.
La giornata, animata dalla conduttrice Francesca Leto, si è aperta presso la sede di Makita Italia ad Arluno (Milano): oltre a mostrare l’innovativa struttura logistica, l’intero complesso è stato allestito per l’occasione con aree tematiche dimostrative dei prodotti e con stand dedicati ad alcuni partner speciali.
I partecipanti hanno potuto visitare la sede con tour guidati attraverso i principali reparti, come l’ampio showroom di 600 metri quadrati, la Demo-room, il vasto polo logistico di 16 mila metri quadrati e il Repair shop.
Festeggiamenti per il 50 esimo anniversario di Makita
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Al termine della visita guidata gli ospiti hanno potuto assistere allo showcooking dello chef Mario Ferrero che ha cucinato con gli utensili Makita.
Nel pomeriggio si sono svolte una serie di dimostrazioni della gamma dei prodotti cordless dell’azienda suddivisi in aree tematiche (edilizia, carpenteria, cura del verde, pulizia).
L’evento si è concluso con la visita al Museo Storico Alfa Romeo di Arese. La conduttrice Francesca Leto ha ravvivato la cena di gala con un talk show che ha visto la partecipazione della motociclista ambassador Yamaha Francesca D’Alonzo (in arte The Velvet Snake) e sei premiazioni a sorteggio tra i clienti che hanno effettuato le prove pratiche durante l’open day in sede.
L’azienda sudtirolese Riwega, specializzata in produzione e distribuzione di materiali, ha scelto un programma di learning che si affianca al servizio di consulenza e al supporto tecnico. La formazione Riwega offre un programma formativo completo per professionisti del settore.
«Il successo sul mercato dipende sempre di più dall’apprendimento. Molte persone, però, non sanno come imparare». È una delle massime di Chris Argyris, teorico della Learning Organization, che già negli anni Settanta sottolineava l’importanza della conoscenza all’interno delle organizzazioni.
È proprio da questo presupposto che Riwega, azienda da oltre 25 anni specializzata nella produzione e distribuzione di materiali all’avanguardia per l’edilizia, ha attivato un fitto programma formativo con relatori d’eccellenza al fine di accrescere la cultura del costruire a basso consumo energetico.
Corso di formazione Riwega
Formazione Riwega con due sale dedicate
«Ogni giorno dobbiamo confrontarci con nuove leggi e direttive sempre più severe rispetto all’efficienza energetica dell’involucro edilizio», commentano gli specialisti di Riwega.
«Pertanto, per poter garantire una perfetta competenza tecnica adeguata alle normative vigenti, è necessario che le conoscenze tecniche siano sempre aggiornate».
Per offrire il massimo supporto al programma di formazione, la sede Riwega di Egna (Bolzano) ha appositamente realizzato due sale, Rbe (Riwega Building Education) e Rtc (Riwega Training Center), oltre a un reparto tecnico dotato di software avanzati per le consulenze al cliente.
Il Riwega training center per l’addestramento delle maestranze alla corretta applicazione dei prodotti
Aggiornamento continuo
L’aggiornamento continuo si accompagna al supporto tecnico, da sempre altro pilastro fondamentale dell’azienda.
Per elevare gli standard abitativi, e fornire a progettisti e costruttori la possibilità di ideare edifici a basso consumo energetico e ad alto comfort abitativo, è necessario infatti un approccio accurato e consapevole già nelle scelte costruttive iniziali.
Ecco così che Riwega si impegna a informare costantemente architetti, progettisti e costruttori sulle molteplici possibilità e varianti, offrendo la possibilità di consulenze in loco.
Per consulenze tecniche specifiche, analisi di pacchetti e studi di sistemi costruttivi sono disponibili i tecnici esterni di area, mentre per tutte le informazioni tecniche e commerciali sui prodotti i consulenti tecnici di zona sono pronti a rispondere a eventuali richieste.
Ricerca e sviluppo
Qualità, salubrità e sicurezza sono i criteri base che guidano il reparto ricerca e sviluppo di Riwega, interessata ad anticipare le future esigenze del mercato edile e a investire nella formazione, «criterio imprescindibile se si desidera contribuire alla realizzazione di un domani migliore», confermano dall’azienda.