Negli ultimi vent’anni Fibre Net ha ridefinito gli standard del consolidamento strutturale portando sul mercato materiali compositi di altissima qualità e affidabilità. Oggi la rivoluzione continua con il lancio di RI-STRUTTURA FORCE: una gamma di 5 reti preformate in GFRP, marcate CE, pensate per offrire facilità di applicazione, sostenibilità e soprattutto, prestazioni tecniche senza precedenti.
Il loro esclusivo colore porpora rappresenta l’anima innovativa di Fibre Net e identifica una gamma di prodotti tecnologicamente avanzati, pensati per chi cerca soluzioni di rinforzo strutturale di altissima qualità.
Dati medi rilevati comparando le reti di RI-STRUTTURA con quelle RI-STRUTTURA FORCE
Caratteristiche tecniche: alte prestazioni
La coesistenza tra RI-STRUTTURA e RI-STRUTTURA FORCE amplia le possibilità progettuali, consentendo a prescrittori ed imprese di selezionare la soluzione più adatta per ogni intervento.
RI-STRUTTURA: perfetta per consolidamenti tradizionali su murature in pietra, mattoni o tufo, dove i requisiti meccanici sono standard.
RI-STRUTTURA FORCE: una scelta d’eccellenza per interventi complessi e progetti che richiedono prestazioni straordinarie.
Entrambe le gamme sono realizzate con la tecnologia TEXTRUSION, che garantisce maglie monolitiche ad alte prestazioni meccaniche, e sono prodotte secondo i criteri della certificazione “CSI RECYCLABLE COMPOSITES”, che ne assicura sostenibilità e riciclabilità. Le reti sono inoltre compatibili con le malte Epoca e Materia di Fibre Net, ideali per interventi antisismici e consolidamenti strutturali.
Produzione delle reti in GFRP RI-STRUTTURA e RI-STRUTTURA FORCE con tecnologia TEXTRUSION
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RI-STRUTTURA
RI-STRUTTURA FORCE
Le reti FORCE introducono miglioramenti tecnici significativi che le rendono la scelta più performante sul mercato. Prendendo come esempio le due reti di maglia in GFRP 33×33 mm, ecco come FORCE si distingue:
resistenza a trazione: Incrementata a 196 kN/m (+54.5% rispetto a RI-STRUTTURA, che raggiunge 127 kN/m).
modulo elastico medio: Raddoppiato, passando da 25 GPa a 44.5 GPa (+78.5%).
Queste caratteristiche tecniche eccezionali fanno di RI-STRUTTURA FORCE la soluzione ideale per contesti critici, come interventi antisismici complessi, consolidamenti strutturali avanzati e progetti esposti a sollecitazioni ambientali estreme.
Grazie a Fibre Net, le rivendite edilizie possono offrire ai propri clienti soluzioni all’avanguardia, con supporto tecnico specializzato, formazione continua e accesso a una gamma di prodotti certificati e performanti.
Per approfondimenti tecnici e per scaricare le schede prodotto, vi invitiamo a visitare il sito ufficiale di Fibre Net.
E adesso che cosa succederà? È quello che si chiedono le aziende, oltre che i comuni cittadini. Sì, perché il mondo è in rapida e sorprendente evoluzione e la cronaca racconta che non sempre va nella migliore direzione.
Inoltre, il cambiamento non riguarda solo l’equilibrio geopolitico, ma anche le aspirazioni, le scelte e le motivazioni d’acquisto degli utenti finali. Il XVIII Convegno Nazionale YouTrade quest’anno avrà al centro proprio i punti interrogativi a cui devono rispondere le strategie delle imprese.
Il primo riguarda l’avvicinarsi della fine del Pnrr, un Piano di resilienza ma, soprattutto, un volano per l’edilizia e le costruzioni. Il Pnrr ha dato fiato anche al settore della distribuzione edile dopo il tramonto della stagione degli incentivi fiscali. Quindi, che succederà quando, tra poco più di un anno, dovrebbero terminare gli effetti dei fondi europei erogati all’Italia?
Ma non è l’unico aspetto di cui tenere conto. L’altro riguarda i megatrend, cioè quelle tendenze inarrestabili e dall’effetto globale capaci di cambiare il corso dell’economia.
Le guerre con le armi o quelle commerciali sono gli esempi più immediati, ma non sono gli unici. Il programma messo a punto da Virginia Gambino Editore si focalizza, proprio per questo, sui temi che sono più sensibili per le rivendite di materiali e servizi per edilizia.
Quest’anno, inoltre, l’appuntamento fissato per giovedì 23 ottobre e venerdì 24 prevede un’altra novità. La cena di business che precede il convegno, con la consueta assegnazione degli YouTrade Awards, sarà arricchita da uno speach che disegnerà lo scenario globale che stiamo vivendo e da un talk centrato sugli stessi temi.
Un contributo che rende ancora più interessante l’evento. Segnatevi subito le date in agenda. Le registrazioni sono aperte!
Heidelberg Materials ha inaugurato ufficialmente Brevik CCS in Norvegia, il primo impianto su scala industriale al mondo per la cattura e lo stoccaggio della CO₂ (CCS) nel settore del cemento.
Durante una cerimonia presso la cementeria di Brevik, S.A.R. il Principe Ereditario Haakon di Norvegia ha svelato una targa commemorativa in calcestruzzo per celebrare questo traguardo storico, alla presenza del Ministro dell’Energia norvegese Terje Aasland, del Chairman del Managing Board di Heidelberg Materials, Dominik von Achten, e di oltre 320 ospiti, tra cui leader del settore, rappresentanti governativi internazionali di alto livello, ONG e start-up.
Brevik CCS catturerà circa 400.000 tonnellate di CO₂ all’anno, pari al 50% delle emissioni dello stabilimento, assimilabili alle emissioni per passeggero generate da circa 150.000 voli andata e ritorno tra Francoforte e New York.
L’impianto fa parte del progetto Longship del governo norvegese, che sviluppa la prima catena europea su scala industriale del valore per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio della CO₂ proveniente da settori difficili da decarbonizzare (hard-to-abate).
All’interno di Longship, il consorzio Northern Lights (una collaborazione tra Equinor, Shell e Total Energies) è il partner responsabile del trasporto e dello stoccaggio della CO₂.
La CO₂ catturata a Brevik sarà liquefatta e inviata a un terminale onshore sulla costa occidentale norvegese. Da qui la CO₂ sarà trasportata tramite conduttura offshore per essere stoccata permanentemente sotto il Mare del Nord.
«La data di oggi segna una pietra miliare storica e un cambiamento epocale per l’ambiente costruito. L’apertura di Brevik CCS è un risultato tecnologico straordinario che fungerà da modello per interi settori nel nostro percorso verso le emissioni nette zero e una nuova era di costruzioni sostenibili», ha dichiarato il Dominik von Achten, Chairman del Managing Board di Heidelberg Materials, durante la cerimonia.
«Soprattutto, è la dimostrazione di ciò che si può ottenere quando menti eccezionali, unite da una visione comune e da una forte determinazione, collaborano. Sono molto orgoglioso dei nostri team e dei partner che hanno contribuito al successo di questo progetto. È grazie a ciascuno di loro se oggi fornire calcestruzzo net-zero non è più un’ambizione futura, ma una realtà.»
«Come parte fondamentale del programma Longship della Norvegia, Brevik CCS è un esempio potente di come imprese e governi possano lavorare fianco a fianco per aprire la strada a un futuro più sostenibile», ha affermato il Ministro dell’Energia norvegese Terje Aasland. «Questo tipo di collaborazione può stimolare l’innovazione e avviare lo sviluppo di mercati emergenti per le tecnologie per il clima.»
Nell’ambito della fase di avviamento di Brevik CCS, i primi volumi di CO₂ sono già stati catturati, liquefatti e temporaneamente stoccati con successo. Northern Lights ha avviato le prime spedizioni verso il sito di stoccaggio intermedio a Øygarden nel mese di giugno.
Successivamente, Heidelberg Materials inizierà a fornire evoZero, il primo cemento al mondo con CO₂ catturata, che consente la produzione di calcestruzzo net-zero, ai clienti in Europa.
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«Brevik CCS è un vero progetto pionieristico. Migliaia di persone da tutto il mondo hanno già visitato l’impianto per apprendere dalla nostra esperienza. Non si tratta solo di un capolavoro tecnico, ma di un esempio concreto di leadership industriale sulle questioni climatiche», ha dichiarato Giv Brantenberg, General Manager di Heidelberg Materials Northern Europe.
Come parte del progetto, l’impianto di cattura della CO₂ è stato integrato nella cementeria di Brevik senza interrompere la produzione in corso. Heidelberg Materials ha assunto 30 dipendenti, che hanno seguito una formazione intensiva e sono ora responsabili del funzionamento dell’impianto.
Brevik CCS è il primo di un portafoglio in espansione di progetti di cattura, utilizzo e stoccaggio della CO₂ (CCUS) di Heidelberg Materials. Il progetto contribuirà a scalare ulteriormente le soluzioni di cattura della CO₂ nel settore industriale, sfruttando le lezioni apprese in Norvegia.
C’è qualcosa che in Italia non è in ritardo, a parte le tasse? Il Pnrr è un Piano che va troppo piano. Dei treni non ne parliamo. E anche del Piano Casa Italia, balenato dal nuovo-vecchio governo al momento dell’insediamento, cioè ormai quasi due anni fa, si contano mesi prima che veda la luce. Un’ingiusta accusa dell’opposizione? No, è il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, a dirlo, cioè il titolare di quello che concerne il settore delle costruzioni e dell’edilizia. Bisogna dare atto della sincerità con cui il dicastero che avrebbe dovuto dare il via libera al Piano Casa, esposto già nel programma di governo nell’estate di due anni fa e trasformato in provvedimento (sulla carta) dalla legge di Bilancio 2023 ha ammesso il ritardo, davanti alle principali associazioni del settore abitativo. D’altra parte, è noto, l’attenzione è stata concentrata sul progetto del Ponte sullo Stretto, un’idea che è stata formulata inizialmente a fine Ottocento, poi rilanciato negli anni Settanta del secolo scorso, riproposta dal governo Berlusconi nel 2003 con un progetto preliminare in gara di appalto internazionale e, infine (forse), riemersa due anni fa con un progetto di nuovo annunciato e finanziato. Costo previsto (sulla carta): 13,5 miliardi di euro, sempre che il terreno non inizi a ballare, dato che è una zona ad alto rischio sismico. Che cosa potrà mai andare storto?
Lavoro in cantiere
In ogni caso, il programma per contrastare il disagio abitativo non è stato dimenticato, è solo in ritardo di un paio di anni, che sarà mai, assieme alla riforma del Testo unico per l’edilizia. La buona notizia è che Salvini ha annunciato la disponibilità di 660 milioni per dare il via ai progetti pilota per il Piano Casa: si tratta di risorse già stanziate. Finalmente si parte, insomma? Andiamoci piano. È vero che le risorse, cioè i quattrini, sono scritti nero su bianco, ma non sono subito disponibili tutti. Circa 100 milioni erano nella legge di Bilancio 2024, mentre 50 sono a libro nel 2027 e altri 50 nel 2028. Altri 560 milioni fanno parte dell’ultima manovra, di cui con 150 milioni per il 2028, 180 per il 2029 e 230 per il 2030. Insomma, pagamenti a rate, come per comprare la lavatrice. Inoltre, per rendere operativo il piano, la manovra comprende anche l’arrivo un decreto ministeriale, sempre su proposta di Salvini, da attuare entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio, cioè entro il 30 giugno 2025. Gli operatori sono in trepida attesa.
Edificio in costruzione
Quando arriverà il decreto ministeriale ci sarà, poi, da aspettare il piano di riparto delle risorse, per capire come saranno distribuiti e resi disponibili i quattrini. Per questo sarà però necessario un ulteriore decreto ministeriale, sempre delle Infrastrutture, e un ulteriore vaglio del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Per ora gli operatori dell’edilizia si devono accontentare delle linee generali esposte alle associazioni di categoria. Prevedono una riorganizzazione del sistema di social housing e delle Aziende Casa, la promozione di modelli innovativi di finanziamento dei progetti con integrazione pubblico-privato, soluzioni abitative flessibili di edilizia residenziale e sociale, modelli edilizi di social housing anche per il Terzo settore, cioè il mondo del volontariato. Il tutto grazie a finanziamenti della deprecata Europa. Quelli, almeno, non sarebbero in ritardo.
Per rispondere alle moderne esigenze di impermeabilizzazione delle terrazze e dei bagni, Mapei propone due soluzioni in grado di unire rapidità d’asciugatura, versatilità applicativa e sostenibilità ambientale: Monolastic Turbo Zero, malta cementizia a rapida asciugatura per terrazzi e balconi, e Mapelastic AquaDefense Zero, membrana liquida elastica per ambienti umidi come bagni e lavanderie.
Entrambi i prodotti fanno parte della linea sostenibile Zero, garantiscono prestazioni elevate, riducono al minimo i tempi di posa e compensano le emissioni di CO2 per un’edilizia più responsabile.
Monolastic Turbo Zero
Monolastic Turbo Zero è una malta cementizia monocomponente progettata per garantire una protezione impermeabilizzante su balconi e terrazzi, sia nuovi che esistenti.
La sua formula avanzata permette un’applicazione su supporti cementizi anche leggermente umidi e assicura un rapido tempo di asciugatura, consentendo di posare i rivestimenti ceramici già dopo circa quattro ore.
La malta si applica facilmente con una spatola, rullo o pennello, creando uno strato impermeabile in soli 2 millimetri di spessore, ideale per resistere agli agenti atmosferici e all’acqua anche in condizioni climatiche difficili.
La versatilità di Monolastic Turbo Zero consente l’applicazione anche su superfici preesistenti come rivestimenti ceramici ben preparati, e può essere utilizzata in condizioni di basse temperature, mantenendo inalterate le proprietà tecniche.
Queste caratteristiche riducono i tempi di lavorazione e minimizzano i disagi per i committenti.
Mapelastic AquaDefense Zero
Mapelastic AquaDefense Zero è una membrana liquida pronta all’uso, ideale per ambienti interni umidi come bagni, docce, lavanderie e saune.
Questo prodotto è caratterizzato da un’elevata elasticità che gli consente di adattarsi ai movimenti delle superfici, coprendo fessure fino a 3,2 millimetri.
La sua formulazione, a base di resine sintetiche in dispersione acquosa, garantisce un’asciugatura rapida: in condizioni di temperatura standard, la seconda mano può essere applicata un’ora dopo la prima, e la posa dei rivestimenti è possibile dopo circa quattro ore dall’ultima mano.
Applicazione Mapelastic Aquadefense Zero.
La membrana, pronta all’uso, non necessita di miscelazioni o diluizioni, e si applica direttamente con rullo, pennello o spatola.
Adatta sia per nuove costruzioni che per ristrutturazioni, può essere stesa su supporti in cemento e cartongesso, permettendo interventi rapidi e adattamenti immediati ai movimenti del sottofondo.
La preparazione
Per entrambi i prodotti, è fondamentale una corretta preparazione del supporto, assicurandosi che le superfici siano pulite e prive di residui per evitare problemi di adesione.
Per i raccordi con superfici o elementi come tubazioni, Mapei consiglia l’uso delle apposite bandelle della gamma Mapeband, che completano il sistema impermeabilizzante garantendo continuità e flessibilità nei punti di giunzione.
In abbinamento ai prodotti, sia per terrazzi che per docce, si possono usare gli scarichi della gamma Drain e i profili per balconi o per docce della consociata Profilpas.
Linea Zero di Mapei
La gamma di soluzioni cementizie per l’impermeabilizzazione di balconi e terrazzi Mapei include Monolastic Zero, una malta cementizia bicomponente elastica per l’impermeabilizzazione definitiva e durevole di balconi e terrazzi, Mapelastic Turbo Zero, malta cementizia bicomponente elastica a rapido asciugamento, ideale anche a basse temperature e con sottofondi non perfettamente asciutti, e Mapelastic Zero, malta cementizia bicomponente elastica fino a -20 gradi, per l’impermeabilizzazione di balconi, terrazzi, bagni e piscine.
Tutti i prodotti fanno parte della linea Zero, pensata per garantire alte prestazioni e sostenibilità ambientale. La gamma Zero si distingue inoltre per il suo impegno per l’ambiente, dato che mira a compensare le emissioni di CO2 associate al ciclo di vita dei prodotti.
Attraverso l’acquisto di crediti di carbonio certificati, Mapei contribuisce a progetti di riforestazione e conservazione della biodiversità, supportando così una costruzione più sostenibile.
Grazie al nuovo sollevatore professionale SuperLift E-Power di Brevetti Montolit, trasportare e movimentare grandi lastre ceramiche non è più un problema. Dotato di telaio pieghevole brevettato e ventose elettroniche, il sollevatore agevola il lavoro dei posatori offrendo uno strumento pratico e sicuro.
La diffusione delle grandi lastre ceramiche ha reso indispensabile lo studio di attrezzature specifiche per il trasporto e la movimentazione in cantiere.
Dai primi rudimentali telai derivati dalla posa del vetro, Brevetti Montolit ha affinato e perfezionato gli strumenti a supporto degli operatori, unendo la propensione all’innovazione che da quasi 80 anni la contraddistingue all’attenzione ai consigli degli utilizzatori.
Nasce così SuperLift E-Power, nuovo sollevatore professionale brevettato che racchiude soluzioni tecniche di ultima generazione.
Il sollevatore professionale Superlift E-Power di Brevetti Montolit.
Dimensioni ridotte
Le dimensioni ridotte (può essere racchiuso in una sacca) e il design mettono in luce praticità e semplicità di utilizzo del sollevatore SuperLift E-Power.
La struttura mista in acciaio e alluminio rappresenta un connubio tra rigidità e leggerezza, indispensabile per garantirne l’utilizzo su lastre pesanti o ceramiche sottili e delicate.
I manici telescopici e i traversi mobili consentono il massimo grado di personalizzazione nella configurazione del sollevatore, coniugando dimensioni e forme della lastra con spazi e area di lavoro.
Sicurezza
Le quattro ventose elettroniche autoinnescanti, posizionabili ovunque lungo il telaio e facilmente smontabili (easy lock system) per poter essere utilizzate anche singolarmente, fanno di SuperLift E-Power uno strumento estremamente veloce e sicuro: lavorando con tenuta costantemente monitorata e un sistema automatico che ripristina il pompaggio in caso di perdita di adesione, le ventose una volta accese sono totalmente autonome.
L’autonomia è garantita oltre la giornata lavorativa: l’operazione di ricarica delle batterie, che avviene simultaneamente su tutte le ventose, è comunque semplice e rapida.
Trolley in dotazione
Senza perdere rigidità o robustezza, il telaio può essere rapidamente ripiegato, permettendo così di essere riposto nel trolley in dotazione che, oltre a proteggere adeguatamente il dispositivo, ne facilita il trasporto in una comune autovettura.
Non manca la possibilità di utilizzo di una singola barra del telaio per la movimentazione di doghe (lastre strette e lunghe, tipo parquet), ruote gommate posizionabili sia per la movimentazione classica che a carriola per l’avvicinamento alla posa, regolatori per l’accostamento di precisione e ganci di sicurezza.
Archiviata la stagione dei bonus, è il Pnrr che è apparso come una ciambella di salvataggio all’edilizia e alla lattoneria. Ma come va il Piano di resilienza, a poco più di un anno dalla sua conclusione, a meno di un difficile allungamento dei termini?
Il nuovo numero di Lattoneriaè andato a verificare i numeri e le prospettive in chiave di applicazione del Pnrr al mercato dell’edilizia. Risultato? Notizie buone e meno buone, come scoprirete leggendo l’articolo.
L’articolo sul Pnrr riguarda l’attualità, così come è caldissimo l’argomento dei dazi: quanto influisce sul mercato il costo aggiuntivo del 25% o 50% (secondo gli umori del presidente Usa) per l’export? La risposta è: dipende. Ma di sicuro la guerra dei dazi ha fatto impennare il costo della materia prima.
Un altro articolo della rivista realizzata per Pile da Virginia Gambino Editore affronta il tema, ancora più vicino al mestiere del lattoniere, della formazione degli addetti. Pile da tempo persegue la strada che porta al miglioramento e all’aggiornamento delle norme e della preparazione del lattoniere.
Intanto, però, Lattoneria è andata a scoprire il programma della Scuola professionale Christian Josef Tschuggmall, in Alto Adige. Vicino al mestiere del lattoniere è, inoltre, l’aggiornamento tecnico, quello legato a strumenti e macchine per lavorare i metalli. E, su queso fronte, sono molte le novità emerse dalla recente fiera di Lamiera 2025: oltre alla cronaca dell’evento, la rivista pubblica tante interviste ai protagonisti del settore presenti negli spazi di Fieramilano.
Sul periodico è da segnalare, inoltre, lo speciale dedicato alle facciate.
Insomma, tanti argomenti interessanti per chi lavora nella lattoneria: un numero da non perdere!
CAP Academy offre percorsi formativi calibrati sulle sfide del mercato italiano delle vernici. Include corsi specifici studiati per accrescere le competenze di agenti, distributori, banconisti e venditori esterni.
Attraverso la sua Academy, CAP Arreghini propone un’offerta formativa studiata per rispondere alle reali esigenze del mercato delle vernici.
Un percorso specifico e mirato che non si limita a fornire nozioni tecniche sui prodotti, ma rappresenta un vero e proprio programma strategico per trasformare i venditori in professionisti di successo.
In un mercato sempre più competitivo e in continua evoluzione, la formazione non è solo un’opportunità di aggiornamento, ma una leva strategica che differenzia e rafforza la rete commerciale.
La formazione commerciale della Cap Academy è costruita sui principi della PNL (Programmazione Neuro Linguistica).
Approfondimenti
Nata dall’esperienza diretta di un team di esperti nel mondo del colore e del commercio, Cap Academy offre percorsi formativi calibrati sulle sfide del mercato italiano delle vernici.
I corsi di formazione dedicati alla rete vendita sono progettati con un taglio altamente specifico. Costruita sui principi di Programmazione Neuro-Linguistica (Pnl), la formazione commerciale avanzata è studiata su misura per agenti, distributori, banconisti e venditori esterni.
Con CAP Academy, l’azienda porta avanti l’eredità del fondatore Adolfo Arreghini, per il quale la formazione è sempre stata la chiave della crescita, sia professionale che personale.
Il programma
L’obiettivo della CAP Academy non è solo migliorare le conoscenze di prodotto, ma fornire ai partecipanti strumenti concreti per acquisire nuovi clienti con un metodo organizzato, strutturare la propria attività commerciale con una strategia efficace, sviluppare capacità di negoziazione avanzate, migliorare la gestione del tempo e delle risorse e affinare la comunicazione persuasiva e la gestione delle obiezioni.
Questi principi si traducono in tre moduli formativi, progettati per coprire ogni segmento della forza vendita.
L’agente come imprenditore di sé stesso. Il corso è pensato per potenziare la rete commerciale edilizia, con un focus sulla gestione strategica dell’attività di vendita. Il corso insegna agli agenti a rendere vincente la propria agenzia, acquisire nuovi clienti con metodo organizzato e costruire il proprio budget individuale. Ampio spazio è dedicato alle tecniche di comunicazione avanzata, alla negoziazione e alla gestione delle trattative.
Vendita nel settore delle vernici industriali. Il percorso formativo è rivolto ai venditori dei produttori e distributori di vernici per industria. Questo corso rappresenta il primo passo per acquisire le competenze tecniche fondamentali nel settore delle vernici industriali e apprendere i meccanismi di vendita per questo mercato altamente specializzato. Oltre alle strategie di negoziazione di base, vengono forniti strumenti pratici per gestire al meglio la relazione con i clienti specializzati, creando valore in ogni fase della vendita.
Formazione per i venditori dei distributori di vernici per edilizia e fai-da-te. Il corso è rivolto sia ai venditori interni (banconisti, commessi di vendita) che agli agenti esterni, con l’obiettivo di affinare le tecniche di accoglienza, negoziazione e gestione delle obiezioni. Per i venditori esterni, il focus è sull’acquisizione regolare di nuovi clienti e lo sviluppo della propria area commerciale con un metodo di lavoro strutturato. Il corso può essere seguito anche dai responsabili dei punti vendita, per garantire un’organizzazione coerente dell’attività commerciale secondo linee guida chiare e dettagliate.
Roverplastik, specializzata nelle tecnologie legate alla costruzione del foro finestra, inaugura presso il nuovo Tech LAB, dove ha sede il reparto tecnico e di ricerca e sviluppo dell’azienda, il banco prova Acqua-Aria-Vento, un nuovo servizio a supporto dei serramentisti per la marcatura CE di finestre, portefinestre e portoncini.
In questo spazio, è a disposizione dei clienti un team di tecnici che ha completato il processo formativo necessario per poter utilizzare il banco ed eseguire correttamente le procedure di test in accordo con quanto richiesto dalla norma relativamente alla permeabilità all’aria, tenuta all’acqua e resistenza al carico del vento.
In partnership con l’Organismo di Certificazione t2i, che ha riconosciuto l’idoneità del banco prova, oggi Roverplastik è in grado di offrire la possibilità di effettuare test e ottenere i Rapporti di Prova ufficiali, emessi da t2i che presenzierà alle prove, direttamente presso la sua sede.
Roverplastik propone un processo di ricerca ed ottimizzazione del sistema in due fasi, un percorso di sviluppo di progetto realizzato a quattro mani con il cliente stesso:
una giornata di per-test assistiti dal team di Roverplastik presso il banco prove al fine di mettere a punto tutto il sistema serramento ed ottimizzarne le prestazioni di tenuta per ottenere elevati risultati in fase di certificazione.
la certificazione del serramento, eseguita con la supervisione dell’ente certificatore esterno.
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Tutto il processo che porta alla certificazione è semplice e velocizzato, riducendo i tempi di attesa e i costi. Partecipando attivamente alle diverse fasi che portano alla certificazione al Tech LAB, il cliente è partecipe e protagonista dell’intero processo: in questo modo il momento della certificazione diventa un’occasione di valorizzazione dei progetti ed arricchimento delle competenze.
Il nuovo banco prova di Roverplastik si inserisce in un’ampia varietà di servizi messi a disposizione dei professionisti del settore edile, erogati da personale altamente qualificato e certificato nel rispetto delle normative vigenti.
La gestione dell’umidità all’interno degli edifici è un aspetto fondamentale per garantire l’efficienza energetica, la salubrità della struttura e il benessere degli abitanti. In questo contesto, un ruolo fondamentale è svolto dagli schermi freno al vapore, prodotti che hanno il compito di regolare il flusso del vapore acqueo e di garantire la tenuta all’aria dell’involucro edilizio.
L’azienda altoatesina Riwega ha sviluppato una nuova tecnologia di freni al vapore a igrometria variabile, specializzandosi nella produzione sia di versioni leggere per l’utilizzo interno, sia di versioni più pesanti adatte per la posa sopra la struttura del tetto, che risultano pedonabili già nelle successive fasi di lavorazione.
Due tipologie
A seconda delle diverse esigenze tecniche, Riwega offre due tipologie di schermi freno al vapore a igrometria variabile: V7 (con valore Sd variabile da 0,2 a 7 metri) e V20 (con valore Sd variabile da 0,2 a 20 metri).
La scelta dipende dal posizionamento e dalla stratigrafia completa della struttura, previa verifica mediante calcolo termoigrometrico in regime dinamico.
Gli schermi freno al vapore risultano particolarmente interessanti per i lavori di ristrutturazione, per tetti caldi, tetti piani e in situazioni in cui spesso bisogna gestire problematiche di scarsa traspirazione degli strati più esterni.
In questi casi il freno a igrometria variabile permette di sfruttare il vantaggio della retroasciugatura estiva, mantenendo sempre asciutte le strutture e riducendo il rischio di formazione di condensa.
Micro Vario Net V20
Rete di rinforzo
Tra le ultime novità proposte dall’azienda c’è lo schermo freno al vapore igrosensibile Micro Vario Net V20, che grazie alla sua rete di rinforzo presenta un’alta resistenza allo strappo, il che lo rende ideale anche per l’insufflaggio con isolante sfuso. Ciò, al tempo stesso, assicura una perfetta regolazione del passaggio del vapore in funzione di temperatura e umidità.
Grazie a un’ampia gamma di proposte, inserite all’interno della linea eternitycomfort, Riwega è in grado di fornire la soluzione per un perfetto involucro edilizio, con diffusione di vapore controllata in qualsiasi situazione costruttiva.
A che cosa servono gli schermi freno al vapore
Gli schermi freno al vapore hanno il compito di regolare il flusso del vapore acqueo e di garantire la tenuta all’aria dell’involucro edilizio.
Questi due requisiti sono essenziali poiché consentono di mantenere una temperatura interna stabile, riducendo il carico sui sistemi di riscaldamento e raffreddamento, traducendosi in minori costi energetici e in un miglioramento dell’efficienza energetica della struttura.
Un’efficace tenuta all’aria impedisce l’ingresso di aria umida all’interno dei materiali isolanti, che può causare condensa, riducendo le prestazioni termiche degli stessi, favorendo la formazione di muffa e provocando degli importanti danni strutturali.
Prevenendo l’accadere di queste spiacevoli situazioni non solo si mantiene l’integrità strutturale dell’intero edificio, ma si va anche a migliorare il benessere degli occupanti.
Lo schermo freno al vapore con caratteristiche di ermeticità all’aria si installa sempre sul lato interno del pacchetto coibente dell’involucro edilizio, poiché lo scopo è appunto quello di impedire all’aria calda di fuoriuscire nell’isolamento e di regolare la migrazione del vapore, evitando così i danni di condensa.
Per garantire un corretto smaltimento del vapore è necessario che le componenti della stratigrafia della parete, del tetto o del solaio abbiano una permeabilità crescente dall’interno verso l’esterno.
In pratica, il valore Sddovrebbe diminuire a ogni strato, partendo dall’interno e andando verso l’ultimo elemento esterno: così facendo il pacchetto traspirerà in maniera corretta e porterà il vapore esternamente.
Il legante cementizio Ali Flash e la malta premiscelata a presa rapida Ali Easy, formulati a base di calcio solfoalluminato.
Tempi di presa rapidi e un veloce sviluppo delle resistenze meccaniche, con un’ottima lavorabilità alle brevissime scadenze e minori emissioni di CO2: sono le principali caratteristiche del legante cementizioAli Flash e della malta premiscelata Ali Easy, due prodotti che appartengono alla gamma Ali, la linea dei solfoalluminosi di Heidelberg Materials Italia prodotta nella cementeria di Guardiaregia, in provincia di Campobasso.
Il legante cementizio Ali Flash e la malta premiscelata a presa rapida Ali Easy, formulati a base di calcio solfoalluminato.
Basso impatto
Un esempio di alta tecnologia abbinata a un ciclo produttivo a basso impatto ambientale, che nasce dal costante impegno di Heidelberg Materials nello sviluppo di soluzioni innovative per l’industria delle costruzioni.
La gamma Ali fa parte dei prodotti ad alto contenuto tecnologico, in grado di garantire altissime prestazioni in termini di resistenza e sicurezza.
Formulati a base di Ali Pre Green, un clinker al 100% solfoalluminoso macinato, i due prodotti Ali Flash e Ali Easy rappresentano una scelta studiata per interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana, offrendo una soluzione sostenibile e performante per il settore delle costruzioni.
Innovazione
L’innovazione di prodotto è un pilastro strategico per Heidelberg Materials Italia, e la linea Ali, composta da Ali Flash, Ali Easy, Ali Pre Green e Ali Cem Green, ne è una chiara espressione.
Questi prodotti sono sviluppati in conformità con gli impegni per la sostenibilità 2030 del Gruppo, che definiscono i principi chiave per un’edilizia più efficiente e sostenibile, favorendo l’uso di materiali riciclati e il miglioramento dell’efficienza energetica negli edifici.
Per la prima volta, le performance ambientali non richiedono compromessi in termini di prestazioni: Ali Flash e Ali Easy si collocano ai vertici nel settore dei leganti e delle malte da costruzione, garantendo risultati eccellenti sia in termini assoluti che di costanza.
Le loro caratteristiche tecniche sono ampiamente riconosciute e apprezzate a livello nazionale.
Le caratteristiche
Ali Flash è un legante cementizio a rapida presa che combina tempi estremamente ridotti con un veloce sviluppo delle resistenze, garantendo al contempo un’ottima lavorabilità alle brevissime scadenze che facilita la messa in opera del prodotto.
Il legante si attiva semplicemente con acqua, raggiungendo la presa in circa 3 minuti. L’aggiunta di sabbia permette di modulare il tempo di presa fino a 4-5 minuti (1 min ≤ Tfin ≤ 5 min).
Ali Flash garantisce eccellenti prestazioni meccaniche, raggiungendo una resistenza a compressione superiore a 3 MPa in soli 15 minuti e superando i 50 MPa a 28 giorni (dati ottenuti in laboratorio a 20 gradi da prove in pasta con rapporto acqua/ Ali Flash = 0.30).
Accanto a questo prodotto, Ali Easy rappresenta la soluzione per chi necessita di una malta premiscelata con sabbie selezionate.
Anche in questo caso, è sufficiente l’aggiunta di una ridotta quantità di acqua per ottenere una rapida presa e un’eccellente lavorabilità, con uno sviluppo progressivo delle resistenze meccaniche.
Ali Easy permette di ottenere tempi di presa di circa 5 minuti con un tempo di lavorabilità di circa 2 minuti, superando i 3 MPa di resistenza a compressione dopo 30 minuti e raggiungendo gli oltre 40 MPa a 28 giorni (dati ottenuti in laboratorio a 20 gradi da prove in miscela con rapporto acqua/Ali Easy = 0,20).
Entrambi i prodotti, quindi, si distinguono per la loro versatilità nell’industria delle costruzioni, grazie alla rapidità di presa e allo sviluppo delle resistenze, risultando soluzioni ottimali per progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana.
Utilizzatori e campi di impiego
Le particolari proprietà dei prodotti a base di calcio solfoalluminato (Csa), quali l’elevato sviluppo delle proprietà meccaniche nel breve periodo e i bassi valori di ritiro, consentono a questi leganti cementizi di trovare potenziale impiego in svariate applicazioni per le quali queste caratteristiche risultano fondamentali e non garantite dall’utilizzo dei cementi tradizionali.
I leganti idraulici e le malte a rapida presa Ali Flash e Ali Easy sono soluzioni versatili e ad alte prestazioni, ampiamente impiegate nell’edilizia e nelle infrastrutture.
Destinati principalmente alle rivendite di materiali edili e ai punti vendita specializzati, questi prodotti in sacco sono disponibili su tutto il territorio nazionale, sia presso i grandi gruppi che nelle realtà locali.
Heidelberg Materials Italia, grazie alla sua rete di dieci cementerie, quattro centri di macinazione e 26 depositi distribuiti su tutto il territorio nazionale, offre ai propri clienti 40 punti di consegna, assicurando una copertura capillare e un servizio tempestivo.
Questa vasta rete consente di fornire soluzioni pronte all’uso, ideali per soddisfare le esigenze di costruzione, riparazione e manutenzione in ogni parte d’Italia, garantendo così un elevato livello di efficienza e disponibilità.
Punto di forza
Un ulteriore punto di forza di Ali Flash, studiato nei minimi dettagli dalla produzione fino al packaging con un’attenzione costante alla sostenibilità, è la disponibilità in confezioni da 5 e 25 chilogrammi.
I sacchi da 5 chilogrammi sono perfetti per interventi di piccola entità o riparazioni rapide, mentre quelli da 25 chilogrammi rappresentano la soluzione per lavori più estesi e impegnativi.
Questa versatilità consente di rispondere in modo efficiente alle esigenze di professionisti e aziende, garantendo praticità, riduzione degli sprechi e una gestione ottimale del materiale in cantiere.
I principali utilizzatori di Ali Flash e Ali Easy sono le imprese edili e i professionisti del settore delle costruzioni, delle opere pubbliche e delle infrastrutture, sia a livello locale che su scala nazionale.
Questi leganti sono impiegati per applicazioni tipiche dei premiscelati, sia orizzontali che verticali, garantendo rapidità ed efficienza nei lavori.
Miscelati, a seconda delle esigenze, con sabbia e acqua (Ali Flash) o solo con acqua (Ali Easy), risultano particolarmente indicati per interventi di riparazione, fissaggio e sigillatura, lavori di ripristino su murature e strutture in calcestruzzo, sia in contesti urbani che in edifici storici, e interventi urgenti su strade, marciapiedi, ponti e altre opere infrastrutturali.
I vantaggi
I vantaggi dei due prodotti sono molteplici. Ali Flash e Ali Easy accelerano il lavoro in cantiere, garantendo la modulazione dei tempi di presa in funzione delle esigenze di lavorazione.
I prodotti della linea Ali offrono un più rapido sviluppo delle resistenze iniziali: bastano solo poche ore per ottenere valori che il cemento Portland raggiunge dopo almeno una settimana.
La resistenza incrementa progressivamente nel tempo fino a superare i valori dei cementi Portland più performanti.
Se correttamente conservati, entrambi i prodotti sono caratterizzati da una eccellente stabilitàdelle prestazioni nel tempo.
Infine, l’uso di questi prodotti contribuisce all’ottenimento di punti su alcuni criteri dei sistemi di certificazione Leed (Leadership in Energy and Environmental Design) e Cam, e punteggi prestazionali nelle analisi multicriteri per la valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici secondo il protocollo Itaca (Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale).
La sostenibilità
La produzione di cemento, calce e in generale di qualunque legante comporta l’uso di risorse non rinnovabili come le rocce provenienti dalle cave adiacenti alle cementerie e l’emissione di CO2.
I cementi Portland (Opc) rappresentano tuttora la tipologia di legante maggiormente utilizzata a livello internazionale nell’ambito dell’ingegneria civile per la realizzazione di costruzioni in calcestruzzo.
Tuttavia, negli ultimi anni, sulla spinta di una sempre maggiore attenzione verso uno sviluppo sostenibile, è cresciuto l’interesse per la ricerca e l’impiego di nuove tipologie di cementi definiti ecocompatibili, che garantiscono un minore impatto ambientale rispetto ai cementi Opc, la cui produzione genera annualmente elevate emissioni di CO2.
I cementi a base di calcio solfoalluminato (Csa) rappresentano un esempio concreto di come si possano produrre miscele cementizie contraddistinte da un minor impatto ambientale, date le loro minori temperature di clinkerizzazione e relative minori emissioni di CO2(dell’ordine del 25%-30%) rispetto al clinker Portland.
Area di carico
Materiale di riciclo
In particolare, Ali Pre Greenè costituito al 100% da clinkersolfoalluminoso macinato con un contenuto di materiale di riciclo pre-consumo del 56% ed è prodotto con emissioni di CO2 (Core Processes) pari a circa 500 kg/t (solo Fase A3).
La produzione di clinker solfoalluminoso (Csa) e, quindi, di Ali Pre Green, è caratterizzata da una più bassa temperatura del forno, inferiore di circa 200 gradi perché necessita di meno energia (primaria) e generando ridotte emissioni di gas serra.
Inoltre, Ali Pre Green, per il quale è disponibile la Dichiarazione ambientale di prodotto in conformità alle norme Iso 14025 e En 15804, abbina alle eccellenti performance ambientali di processo anche l’utilizzo di materie prime locali.
Le materie prime utilizzate nel processo di produzione del clinker sono al 100% di provenienza italiana.
I leganti Ali Flash e Ali Easy hanno un contenuto di materiale di riciclo pre-consumo del 15% e sono prodotti con emissioni di CO2 (Core Processes) pari a circa 332 kg/t (solo Fase A3).
Pertanto, grazie al riutilizzo di materiale di riciclo pre-consumo, contribuiscono a ridurre il consumo di territorio destinato alle discariche, evitandone il suo conferimento e promuovendo un’economia più sostenibile.
Insomma, i leganti cementizi della linea Ali Heidelberg Materials sono prodotti sostenibili: comportano un minor consumo di risorse non rinnovabili, di territorio e di effetto serra legato alla produzione.
Inoltre, riducono la necessità di materiale da escavazione e le emissioni di CO2, utilizzando come costituenti materiali di riciclo pre o post-consumo che altrimenti sarebbero conferiti a discarica.
La cementeria di Guardiaregia
La cementeria di Guardiaregia, dove avviene la produzione del clinker solfoalluminoso Ali Pre Green, è dotata di moderni impianti di produzione e miscelazione e di sofisticati sistemi di controllo qualità.
Ingresso della cementeria di Guardiaregia (Campobasso)
Sia Ali Pre Green sia Ali Cem Green sono prodotti con un ciclo di produzione a basso impatto ambientale.
Proprio in virtù della sua specializzazione nella realizzazione di leganti ad alta tecnologia, la cementeria ricopre un ruolo molto importante nel sistema produttivo di Heidelberg Materials, già Italcementi, ed è diventata negli anni uno stabilimento all’avanguardia per prodotti innovativi.
La continua ricerca di miglioramento ha portato la cementeria a ottenere la certificazione di qualità Iso 9001:2015 e ambientale Iso 14001:2015.
L’impianto copre una superficie totale di 96.700 metri quadrati ed è in funzione da oltre 60 anni.
La cava che fornisce calcare per le attività produttive è a 4 chilometri dallo stabilimento e ha una superficie di 425.730 metri quadrati.
Dallo stabilimento di Guardiaregia, che si trova in provincia di Campobasso, nel Centro-Sud Italia, il legante ad alto contenuto tecnologico è distribuito in Italia e nel mondo.
Cementeria di Guardiaregia (Campobasso)
Materiali cementizi sempre più sostenibili
Insieme ad Ali Cem Green, Ali Pre Green è stato uno dei primi prodotti di Heidelberg Materials Italia per il quale è stata completata la valutazione del ciclo di vita Lca (Life Cycle Assessment), particolarmente apprezzata e richiesta dal mercato internazionale.
La valutazione del ciclo di vita di un prodotto è uno strumento utilizzato per valutare il potenziale impatto ambientale di un prodotto, di un processo o di un’attività durante tutto il suo ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime, alla produzione, all’utilizzo, fino all’eliminazione del prodotto stesso una volta divenuto rifiuto.
L’Epd è la dichiarazione degli impatti ambientali associati al ciclo di vita di un prodotto espressi in categorie d’impatto e quantificati secondo le linee guida della norma Iso 14040 – Valutazione del Ciclo di Vita.
Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata un fattore determinante per edilizia e costruzioni del presente e futuro e da essa dipende il nostro benessere.
I temi chiave e i principi fondamentali della cosiddetta transizione green, che l’Italia è chiamata ad attuare con il Pnrr, anche grazie agli aiuti messi in campo dalla Comunità Europea con il piano Next Generation Eu, puntano sulla transizione ecologica attraverso la decarbonizzazione, l’economia circolare e la riduzione dell’impatto ambientale.
La sostenibilità nell’edilizia passa anche dalla riduzione delle emissioni di CO2, uno degli aspetti più rilevanti per l’impatto ambientale.
Il calcestruzzo, grazie alla sua affidabilità, versatilità e durabilità, può contribuire a un futuro più sicuro attraverso l’adozione di protocolli basati su tre principi fondamentali: riduzione del consumo energetico nella produzione dei materiali, contenimento delle emissioni inquinanti e uso più efficiente delle risorse naturali.
In questo contesto, i cementi solfoalluminosi rappresentano una soluzione innovativa, poiché richiedono minori temperature di cottura e un consumo energetico inferiore per la macinazione del clinker, con un conseguente abbattimento delle emissioni di CO2 rispetto al clinker Portland.
Prodotti come Ali Pre Green e Ali Cem Green rispondono a questa esigenza, contribuendo alla riduzione del consumo energetico e dell’impatto ambientale. Questa filosofia sostenibile si riflette anche nei leganti idraulici e nelle malte a rapida presa Ali Flash e Ali Easy, che garantiscono elevate prestazioni riducendo al contempo l’impronta ecologica.
Grazie alla loro formulazione innovativa, questi prodotti offrono soluzioni efficienti per la costruzione, la riparazione e la manutenzione, coniugando rapidità di applicazione e sostenibilità ambientale.
Le principali applicazioni
Le principali applicazioni di Ali Flash e Ali Easy comprendono:
riparazioni rapide: ripristino di pavimentazioni, marciapiedi, scalinate, pareti e strutture in calcestruzzo, con tempi di messa in esercizio ridotti al minimo.
sigillature e fissaggi: ancoraggi di elementi metallici (ringhiere, staffe, pali, carpenteria) e per la sigillatura di giunti e fessurazioni.
interventi in condizioni estreme: grazie alla loro capacità di indurire anche a basse temperature o in presenza di umidità, sono ideali per lavori in ambienti critici.
manutenzione industriale: sono utilizzati per riparazioni rapide di pavimentazioni, basamenti e strutture sottoposte a sollecitazioni meccaniche nel settore industriale.
L’impiego di leganti idraulici a rapida presa consente di ridurre i tempi di attesa nei cantieri, ottimizzando la produttività e garantendo una maggiore continuità operativa, senza compromettere qualità e durabilità degli interventi.
La gamma di chiusini Kiooffre una vasta proposta, personalizzabile con loghi. Le soluzioni, realizzate in materiale Kinext, pesano circa il 70% in meno dei corrispettivi in ghisa, facilitando movimentazione e installazione nei cantieri.
Resistenza meccanica in funzione della zona d’impiego, dimensione della luce di passaggio e durata nel tempo (da valutare anche in base agli sbalzi di temperatura e la frequenza di passaggio dei mezzi veicolari), sono i requisiti fondamentali da prendere in considerazione nella scelta di un chiusino, cioè l’elemento a copertura dei pozzetti.
Industrie Polieco, azienda specializzata nella produzione di cavidotti, tubi corrugati e pozzetti in polietilene, ha ideato Kio, chiusino stradale realizzato in materiale composito Kinext che offre numerosi vantaggi in termini di robustezza, praticità e sostenibilità.
Kio 600
Kio 800
Solido e resistente
Il materiale composito Kinext è estremamente solido e resistente, pur mantenendo una elevata leggerezza.
I chiusini in Kinextpesano circa il 70% in meno rispetto a quelli tradizionali, il che si traduce in una maggiore facilità di movimentazione e installazione nei cantieri. Questo non solo riduce i tempi e i costi di manodopera, ma anche le spese legate al trasporto e alla manutenzione.
Un altro aspetto importante è il ridotto impatto ambientale: grazie al suo peso contenuto e alla natura del materiale, Kio contribuisce alla diminuzione delle emissioni di CO2lungo tutto il ciclo di vita del prodotto.
Inoltre, il materiale composito aiuta a ridurre il rumore generato dal traffico stradale, migliorando così il comfort acustico nelle aree urbane.
Non teme il traffico
Il chiusino Kio è studiato per essere installato in zone di traffico veicolare e pedonale. La non conducibilità elettrica del Kinext garantisce una maggiore sicurezza per i pedoni, riducendo il rischio di dispersioni elettriche.
Inoltre, la resistenza ai furti e agli atti vandalici rende la soluzione Polieco ideale per ambienti pubblici e privati.
La gamma Kio offre una vasta proposta di chiusini, personalizzabili con loghi per adattarsi al meglio all’ambiente in cui vengono installati: si va dal modello Kio 15KN per aree pedonali e ciclabili a Kio D400, perfetto per strade trafficate, passando per soluzioni intermedie come i modelli B125 e C250.
Kio Trench, chiusino modulare per zone fieristiche, aree di servizio e industriali.
Sono incluse anche soluzioni speciali come la Griglia Concava Kio, studiata per il drenaggio delle acque meteoriche, e Kio Trench, un chiusino modulare per zone fieristiche, aree di servizio e industriali.
«È tempo di guardare oltre il residenziale: i consumi energetici del comparto commerciale e industriale sono pari 2390 terawattora a livello europeo, ed è lì che va spostato il focus», afferma Jacques Gandini, segretario generale dell’Associazione nazionale industrie caldaie acciaio fondata nel 1981, che dopo decenni di interventi nel settore abitativo, lancia una campagna per il rinnovo degli impianti termici nel settore Commercial & industrial heating.
L’iniziativa di Anica si basa su un ragionamento molto semplice: l’energia incide direttamente sui costi di produzione e alimenta l’aumento dei prezzi e molte fabbriche operano ancora centrali termiche vetuste con rendimenti dell’80%, mentre con le tecnologie moderne possono arrivare a un miglioramento del 107%. In pratica, significa abbattere i costi di esercizio anche fino al 15%, produrre merci più accessibili ed essere più competitivi.
Jacques Gandini, Anica
Per rendere l’idea dei risultati che si possono ottenere, Gandini porta un esempio molto concreto che arriva da Brescia: il termovalorizzatore cittadino, che già produceva 180 megawatt di energia termica da rifiuti, ha aumentato la potenza a 240 megawatt grazie all’installazione di nove pompe di calore e un set di recuperi termici sul camino. Insomma, con la stessa quantità di rifiuti, l’impianto ha migliorato l’efficienza dal 82% al 98% e ottenuto il 33% in più di energia.
Secondo una ricerca preparata per la Commissione europea, nei prossimi 25 anni la ristrutturazione sarà il fulcro del mercato dell’edilizia, quindi intervenire sugli immobili industriali esistenti chiaramente significa accrescerne il valore, abbattere le emissioni di Co₂ e ottemperare così alle normative ambientali sempre più stringenti. Ma non solo. Diventa anche una leva strategica: molte banche stanno già adottando schemi Esg nei processi di concessione dei mutui aziendali. Così, anche se l’obbligo per le piccole imprese è stato posticipato, le procedure sono pronte e i fondi andranno prima a chi dimostra maggiore sostenibilità.
Infine, l’adeguamento infrastrutturale genera occupazione: la transizione energetica chiama nuove competenze e figure professionali green, indispensabili per affrontare le sfide dei prossimi decenni. Sarà per questo che Anica ha deciso di aggiungere all’acronimo le parole Innovazione comfort ambiente.
Il vento che arriva dagli Stati Uniti o, più precisamente dagli Stati Uniti, è inequivocabile: il green è al massimo un colore che si adatta ai campi da golf, il passatempo preferito del titolare della Casa Bianca. Ma l’onda grigia della trivella a ogni costo trova tanti surfisti anche in Europa, pronti a cavalcare il trend anti-ambientalista. Di certo alcune estremizzazioni degli obiettivi green, a partire dagli intemperanti exploit dei giovani di Ultima Generazione, non hanno giovato alla causa della sostenibilità.
Edifici con pannelli fotovoltaici
Ma il dietrofront sul tema non è solo una reazione all’eccessiva rigidità dei traguardi stabiliti dal Parlamento Europeo,come quelli contenuti dalla direttiva Case green. Uno degli argomenti principali di chi, in nome della neutralità tecnologica, di fatto frena la transizione verde, per esempio, riguarda il fatto che, in fondo, il Pianeta non va a rotoli per colpa nostra: sono altri i grandi inquinatori, a partire dalla Cina. Quindi, a che cosa serve spingere regole così severe? Ed è vero che l’Europa inquina meno di altri, a partire dagli energivori Stati Uniti e Cina. Ma proprio per questo il Vecchio Continente ha necessità non morale, ma pratica, di ridurre l’indipendenza energetica. Per arrivarci, beninteso, non bisogna distruggere l’industria della piastrella o ammazzare l’automotive e il suo indotto. Ci vuole buonsenso, siamo d’accordo. Ma senza perdere di vista l’obiettivo: edifici che consumino meno o, meglio ancora, zero energia, non sono uno sfizio per seguaci di Greta Thunberg, ma una necessità data dal fatto che l’Europa non possiede fonti energetiche se non in minima parte, oltre a sole e acqua.
Installazione di pannelli fotovoltaici
Promuovere investimenti in rinnovabili, e anche in ricerca che renda queste fonti di energia più efficienti, è una priorità non legata a un’ideologia, ma solo dalla necessità. L’Europa rischia di trovarsi schiacciata tra i due fuochi: gli Stati Uniti, che esercitano il loro potere economico attraverso la catena del valore dei combustibili fossili (per esempio, obbligando l’Europa a importare costoso gas liquefatto), e una Cina in rotta con l’Occidente, ma allo stesso tempo strategica per raggiungere gli obbiettivi del Green Deal. La Cina domina tutta la filiera delle rinnovabili, nonostante sia uno dei grandi inquinatori, con oltre il 50% della sua energia che arriva dal carbone. Sganciarsi completamente dalla Cina come vuole l’America, quindi, significa non avere i mezzi materiali per rendere l’Europa meno dipendente dalle fonti fossili, che siano i paesi petroliferi (arabi, Russia) o quelli che forniscono gas (Russia, Algeria, Emirati, Usa). Un traguardo verde, insomma, non è ideologia, ma una strada ancora più obbligata viste il difficile orizzonte geopolitico che l’Europa dovrà fronteggiare.
Pianissimo Casa
C’è qualcosa che in Italia non è in ritardo, a parte le tasse? Il Pnrr è un Piano che va troppo piano. Dei treni non ne parliamo. E anche del Piano Casa Italia, balenato dal nuovo-vecchio governo al momento dell’insediamento, cioè ormai quasi due anni fa, si contano mesi prima che veda la luce. Un’ingiusta accusa dell’opposizione? No, è il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, a dirlo, cioè il titolare di quello che concerne il settore delle costruzioni e dell’edilizia. Bisogna dare atto della sincerità con cui il dicastero che avrebbe dovuto dare il via libera al Piano Casa, esposto già nel programma di governo nell’estate di due anni fa e trasformato in provvedimento (sulla carta) dalla legge di Bilancio 2023 ha ammesso il ritardo, davanti alle principali associazioni del settore abitativo. D’altra parte, è noto, l’attenzione è stata concentrata sul progetto del Ponte sullo Stretto, un’idea che è stata formulata inizialmente a fine Ottocento, poi rilanciato negli anni Settanta del secolo scorso, riproposta dal governo Berlusconi nel 2003 con un progetto preliminare in gara di appalto internazionale e, infine (forse), riemersa due anni fa con un progetto di nuovo annunciato e finanziato. Costo previsto (sulla carta): 13,5 miliardi di euro, sempre che il terreno non inizi a ballare, dato che è una zona ad alto rischio sismico. Che cosa potrà mai andare storto?
In ogni caso, il programma per contrastare il disagio abitativo non è stato dimenticato, è solo in ritardo di un paio di anni, che sarà mai, assieme alla riforma del Testo unico per l’edilizia. La buona notizia è che Salvini ha annunciato la disponibilità di 660 milioni per dare il via ai progetti pilota per il Piano Casa: si tratta di risorse già stanziate. Finalmente si parte, insomma? Andiamoci piano. È vero che le risorse, cioè i quattrini, sono scritti nero su bianco, ma non sono subito disponibili tutti. Circa 100 milioni erano nella legge di Bilancio 2024, mentre 50 sono a libro nel 2027 e altri 50 nel 2028. Altri 560 milioni fanno parte dell’ultima manovra, di cui con 150 milioni per il 2028, 180 per il 2029 e 230 per il 2030. Insomma, pagamenti a rate, come per comprare la lavatrice. Inoltre, per rendere operativo il piano, la manovra comprende anche l’arrivo un decreto ministeriale, sempre su proposta di Salvini, da attuare entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio, cioè entro il 30 giugno 2025. Gli operatori sono in trepida attesa.
Quando arriverà il decreto ministeriale ci sarà, poi, da aspettare il piano di riparto delle risorse, per capire come saranno distribuiti e resi disponibili i quattrini. Per questo sarà però necessario un ulteriore decreto ministeriale, sempre delle Infrastrutture, e un ulteriore vaglio del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Per ora gli operatori dell’edilizia si devono accontentare delle linee generali esposte alle associazioni di categoria. Prevedono una riorganizzazione del sistema di social housing e delle Aziende Casa, la promozione di modelli innovativi di finanziamento dei progetti con integrazione pubblico-privato, soluzioni abitative flessibili di edilizia residenziale e sociale, modelli edilizi di social housing anche per il Terzo settore, cioè il mondo del volontariato. Il tutto grazie a finanziamenti della deprecata Europa. Quelli, almeno, non sarebbero in ritardo.