Niederstätter, specializzata in servizi relativi alla vendita e al noleggio di macchine edili, presenta alla Biennale di Architettura di Venezia il progetto artcontainer con l’installazione «I WISH YOU…» dell’artista Wil-ma Kammerer.
Realizzata su commissione dell’azienda altoatesina, sarà infatti esposta per tutta la durata della Biennale Architettura nello spazio Thetis, all’Arsenale nord, fino al 23 novembre 2025. L’opera è composta da container neri impilati, su cui si stagliano motivi di nuvole bianche e punti, simboli del passaggio dall’indeterminato al concreto.
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L’iniziativa artcontainer nasce dalla collaborazione diretta tra Niederstätter e artiste e artisti visivi per realizzare interventi artistici destinati a edifici modulari, pensati sia per l’uso pubblico che privato. Nel tempo, il progetto artcontainer ha portato a trasformare le classiche strutture modulari industriali in suggestive installazioni e spazi esperienziali mobili.
«Siamo orgogliosi e anche molto emozionati di essere presenti in una cornice prestigiosa e di respiro internazionale come la Biennale Architettura di Venezia con quello che per noi è un progetto simbolo, che testimonia un lungo impegno nel campo dell’arte e della cultura», afferma Daniela Niederstätter, membro del Consiglio di amministrazione.
L’artcontainer «I WISH YOU…» verrà presentato allo Spazio Thetis il 30 maggio 2025, alle ore 11. All’evento interverranno l’artista Wil-ma Kammerer, la curatrice Sabine Gamper e le imprenditrici Hilde e Daniela Niederstätter. Modera l’architetto Adriano Oggiano.
La presentazione a Venezia offre inoltre a Niederstätter l’occasione di lanciare un nuovo sito web trilingue (in italiano, tedesco e inglese) interamente dedicato agli artcontainer. (https://artcontainer.niederstaetter.it/).
Il sito illustra inoltre gli oltre trenta concetti artistici per i container realizzati negli anni per diverse finalità, da spazi esperienziali e di abitazione a uffici, scuole e asili, da strutture per spogliatoi sportivi alle press e vip lounge fino ai servizi igienici mobili.
Dalle malte da intonaco e muratura, con resistenze adeguate a ogni tipo di applicazione, a quelle colorate per mattoni e blocchi faccia a vista, Bernardelli offre soluzioni di qualità per facilitare il lavoro degli operatori in cantiere.
Tra le soluzioni spiccano le malte premiscelateMB5Dry e CT25Dry, due prodotti versatili, duraturi e facili da applicare, che offrono risposte avanzate per applicazioni su murature e pavimentazioni.
MB5Dry
CT25Dry
MB5Dry è una malta fibrata premiscelata ideale per intonaci e murature, caratterizzata da una composizione che include aggregati silico-calcarei, cemento Portland, calce idraulica e fibre in polipropilene.
Questi componenti garantiscono una maggiore lavorabilità, resistenza e riduzione delle microfessurazioni, anche in applicazioni con spessori superiori ai 20 millimetri.
Inoltre, la malta è conforme alle normative europee En 998-1 ed En 998-2, e rientra nei parametri delle norme tecniche per le costruzioni (decreto ministeriale 17/01/2018), garantendo elevati standard di qualità e sicurezza.
Muratura con malta MB5Dry.
CT25Dry è un massetto cementizio premiscelato pronto all’uso, pensato per la realizzazione di pavimentazioni interne ed esterne.
Grazie agli specifici additivi e agli aggregati silico-calcarei, il prodotto riduce i tempi di asciugatura e il ritiro idraulico, consentendo una posa rapida e una pronta fruibilità.
Il massetto è ideale per pavimentazioni riscaldate, può essere pedonabile dopo dieci ore e ricevere rivestimenti ceramici, cotto o pietra naturale dopo 48 ore. Il prodotto è conforme alle normative En 13813, Uni 11371 e Uni 11493.
Per un tetto ventilato dalle alte prestazioni tecniche, Industrie Cotto Possagno offre sistemi di copertura completi per ogni esigenza progettuale.
Grazie al vasto range di tipologie di coperture e finiture è possibile soddisfare anche le richieste dei clienti più esigenti, che possono spaziare da uno stile più classico a uno più moderno.
Il tetto ventilato Grafix Compact permette, inoltre, di massimizzare l’efficienza energetica e di garantire il miglior comfort indoor.
Le soluzioni Industrie Cotto Possagno hanno contribuito alla copertura di nuova villa in costruzione a Lazise (Verona), prospicente al lago di Garda.
Il committente esigeva una soluzione in cotto e un interlocutore specializzato nella realizzazione di coperture tecnologiche, in grado di gestire tutte le fasi realizzative, dal progetto alla posa in opera.
Per questa realizzazione è stato scelto il pacchetto tettoGrafix Compact, composto da un sistema con pannello isolante in Eps additivato grafite, tegola Unicoppo Winter Serenissima, listelli Jolly Metal Universale e Inox Wind Coppi. La membrana superiore è realizzata con Jolly Air Plus, traspirante a giunti vulcanizzabili. Il tutto è stato fornito e posato anche con sistema anticaduta «Pro.vita».
Con due punti vendita a Cavezzo e San Felice sul Panaro, Lodi Edilizia (EdilGroup) è una realtà storica della provincia di Modena nata con la produzione di manufatti in cemento negli anni Sessanta e convertita in rivendita di materiali per edilizia all’inizio degli anni Ottanta.
Guidata dalla seconda generazione della famiglia Lodi, con i fratelli Rossano, Luca e Claudia, l’azienda è stata fortemente colpita dal sisma dell’Emilia del 2012 ma, grazie al supporto di EdilGroup e dei suoi soci, è stata in grado di ripartire in pochi giorni senza ripercussioni sul business. Ne parliamo con l’amministratore Rossano Lodi.
Che azienda è Lodi Edilizia?
Lodi Edilizia è stata fondata da mio padre negli anni Sessanta come attività di produzione di piccoli manufatti in cemento. Quando siamo entrati in azienda io, mia moglie e mia sorella Claudia all’inizio degli anni Ottanta abbiamo deciso di cambiare direzione.
Il mercato dei manufatti in cemento stava subendo un deterioramento a causa della ipercompetitività e necessitava di investimenti adeguati per crescere: per questi motivi abbiamo scelto di avviare gradualmente l’attività di commercializzazione di materiali edili.
All’inizio abbiamo introdotto i prodotti base dell’edilizia come colle, cemento, calce, sabbia, laterizi, che ci hanno dato l’opportunità di crescere e affrontare la prima crisi degli anni Ottanta.
Il piazzale esterno con laterizi, inerti, prodotti per l'outdoor e le pavimentazioni
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Quali prodotti avete introdotto successivamente?
Dalle polveri e materiali pesanti abbiamo cominciato ad affiancare il vasellame e l’arredamento da giardino per avere un po’ di liquidità. In seguito, abbiamo abbandonato l’arredamento da giardino e incrementato prodotti quali isolanti, consolidanti, massetti, premiscelati e predosati, puntando dunque sull’involucro.
Con i premiscelati evitiamo tante problematiche in cantiere, dove la manodopera è sempre meno specializzata e la facilità di posa dei prodotti è sempre più importante. Per questo ci affidiamo a Kerakoll, uno dei nostri partner più importanti per quanto riguarda prodotti chimici e pitture.
Poi, prima della crisi del 2008, abbiamo introdotto le finiture, cogliendo le opportunità del mercato della ristrutturazione.
Abbiamo inserito Kerakoll Color Collection, la proposta di colori e superfici per la decorazione d’interni e finiture di pregio dell’azienda, e questo ci ha dato l’opportunità di incontrare tanti tecnici, architetti e interior designer, un mondo molto distante dalla rivendita ma che garantisce un bel valore aggiunto.
Area dedicata alla Kerakoll Color Collection con il tintometro.Il tintometro
L’edilizia non è fatta di concorrenza sui prezzi, ma di alta qualità. Specializzarsi è l’unico modo per distinguersi dalla grande distribuzione e dai grandi multipoint, che oggi stanno prendendo sempre più piede sul mercato.
Qual è l’identikit di Lodi Edilizia oggi?
Lodi Edilizia è una rivendita di materiali edili nella provincia di Modena, stabile sul territorio con due punti vendita a Cavezzo e San Felice sul Panaro, riconosciuta per la sua grande serietà e professionalità.
Abbiamo cercato di portare il mondo dell’edilizia verso una maggiore qualificazione dei prodotti e l’innovazione, incontrando lungo la strada tanti tecnici che ci hanno apprezzato.
Nel magazzino di San Felice sul Panaro abbiamo, inoltre, un servizio di noleggio di piccole macchine da cantiere.
Il magazzino
Come scegliete i fornitori?
È una gara molto dura, perché sul territorio nazionale ci sono tanti produttori. La selezione viene fatta gradualmente in modo da evitare sovrapposizioni con la Gdo: noi dobbiamo offrire prodotti di alta qualità, senza cadere nella tentazione del prezzo. Pertanto, la nostra ricerca si costruisce sulla base di tanti incontri con le aziende, anche nuove, per capire le loro intenzioni commerciali e di partnership.
Che cosa significa essere partner di un produttore?
Significa valutare attentamente le proposte del produttore e mettere alla prova i prodotti proposti: la critica costruttiva è fondamentale per crescere insieme. Una partnership che funziona significa avere gli stessi obiettivi sul mercato.
Quando siete entrati in EdilGroup e perché?
Siamo entrati in EdilGroup nel 2005, con mia profonda soddisfazione.
In precedenza, avevo provato senza successo a creare una specie di multipoint nella bassa modenese. Avevo capito che i grandi gruppi che si stavano creando avrebbero monopolizzato l’edilizia nel territorio, quindi era importante dar vita a un punto di aggregazione grazie al quale difenderci.
Dopo il fallimento di questo progetto, mi è stato prospettato di entrare in EdilGroup. Fin dal primo incontro, mi sono trovato in sintonia con le loro idee e strategie.
L'area di libero servizio
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Che vantaggi ha riscontrato dopo l’ingresso nel gruppo?
Oltre agli acquisti centralizzati, altri vantaggi che abbiamo appurato fin da subito sono stati lo scambio continuo di idee e informazioni e la collaborazione tra i soci, anche sugli approvvigionamenti.
Una vera prova di chi è EdilGroup l’ho sperimentata in prima persona in occasione del sisma del 2012. Non avrei mai pensato che il gruppo potesse mettere in atto un piano di intervento nei miei confronti.
Che cosa è accaduto?
Il nostro magazzino è andato distrutto e, appena due giorni dopo il sisma, EdilGroup si è attrezzata per montare presso il nostro punto vendita una tensostruttura. Il giorno dopo abbiamo potuto riprendere a lavorare, e i soci si sono prodigati per approvvigionarci del materiale che ci serviva. Dopo il terremoto, non saremmo ancora qui se non fosse stato per EdilGroup.
Qual è il punto di forza che vi consente di fidelizzare i clienti?
Il nostro punto di forza è la formazione del personale che ci permette di offrire una consulenza tecnica di alto livello. Pretendo che i miei collaboratori siano formati e che abbiano la capacità di gestire e seguire i clienti.
Ci sono progetti che metterete in atto a breve-medio termine?
Stiamo preparando l’azienda perché possa continuare con le proprie gambe, senza la mia presenza. I miei due figli si occupano di altre attività. In particolare, mio figlio presiede un’altra azienda di famiglia che si occupa di servizi. Grazie a questa realtà, che svolge attività di general contractor, siamo in grado di seguire il cantiere dall’inizio alla fine con un servizio chiavi in mano.
È un modo per difendersi dalla grande distribuzione, puntando sul servizio e sulla consulenza tecnica specializzata.
In cantiere abbiamo anche un progetto dedicato all‘apertura di uno showroom.
Quale sarà la sfida più importante che dovrà affrontare con la sua attività nei prossimi anni?
Difendersi dai grandi multipoint che stanno avanzando prepotentemente.
La Gdo, invece, non ci fa paura, perché finora non è strutturata per offrire consulenza. Anzi, ritengo che la Gdo abbia aiutato le rivendite sul fronte dei pagamenti ed eliminato tutta una fascia di clientela di bassa qualità.
Com’è andato il 2024 e che cosa si aspetta dal 2025?
Dopo un momento di euforia del mercato, che a mio avviso ha creato più disturbi che vantaggi, nel 2024 abbiamo diminuito il fatturato intorno al 10%. È stato un calo fisiologico, che non ci preoccupa.
Ritengo che i primi sei mesi del 2025 saranno di assestamento ma, se ci focalizziamo sulla ristrutturazione, non dovremmo soffrire più di tanto. La volontà dell’Europa va nella direzione del ricondizionamento degli edifici in disuso e della riqualificazione, quindi penso che in futuro il mercato ci darà ragione.
Lodi Edilizia a San Felice Sul Panaro
«Il punto vendita Lodi Edilizia di San Felice Sul Panaro offre materiale da finitura e materiale pesante anche per i cantieri più strutturati, oltre alla ferramenta e al noleggio di piccola attrezzatura, come carotatrici, betoniere o martelli pneumatici», spiega Luca Lodi, socio dell’azienda, assieme ai fratelli Rossano e Claudia.
Luca Lodi a sinistra con il team dell’azienda
«Rispetto a Cavezzo, più vicino alla città di Carpi, la mentalità della nostra clientela è più tradizionale. Cerchiamo comunque sempre di inserire prodotti nuovi che possano essere utili ai nostri clienti.
Il punto vendita di Lodi Edilizia a San Felice sul Panaro
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Tra i progetti abbiamo in serbo di ampliare la parte dedicata agli uffici, aprendo uno spazio riservato alla bollettazione. Lo spazio che c’è attualmente sarà invece dedicato alle pubbliche relazioni con i clienti e i fornitori e alle riunioni».
Ogni tanto anche chi è concentrato sul proprio lavoro di nicchia, per esempio la distribuzione di materiali per edilizia, fa bene ad alzare la testa e guardare più in là. Bisogna, insomma, trasformarsi per qualche minuto in aquila e guardare il mondo dall’alto, nel suo insieme. La visione aerea può riservare qualche sorpresa, non del tutto positiva.
Perché nel globo visto dall’alto, l’andamento del proprio settore di riferimento conta poco. L’edilizia in Italia sconta il contro-boom post 110%, ma c’è il Pnrr a dare una mano e, insomma, non va così male. Ma è l’economia mondiale che cammina su un sentiero tanto sottile che assomiglia a una corda tesa tra due grattacieli. E il braccio di ferro sui dazi ingaggiato dal presidente americano Donald Trump testimonia quanto sia fragile l’equilibrio. Per rendersi conto della precarietà del sistema su cui si basano gli scambi, da cui in ultima analisi dipende l’economia dei singoli paesi, a cui a loro volta sono legati i diversi settori produttivi, basta osservare un dato: a fine marzo scorso il debito mondiale è salito al record di 324 mila miliardi di dollari. Una cifra talmente grande che difficilmente si riesce a percepire razionalmente. Questo debito è stato contratto in diversa misura da governi, famiglie, imprese e banche.
Economia globale
Secondo i dati raccolti dall’Institute of International Finance attraverso il Global Debt Monitor c’è stato un balzo di 7.500 miliardi in soli tre mesi, quattro volte superiore alla media trimestrale da fine 2022. Ma sotto la lente degli analisti c’è soprattutto il debito degli Stati Uniti, che da anni consumano più di quanto producono (altro che Europa scroccona). Le ultime stime indicano per quest’anno un maxi-disavanzo americano del 7% del prodotto interno lordo nel 2025. In confronto l’Italia, con il suo 3,3%, sembra uno dei paesi frugali. I tagli di Elon Musk e della sua Doge pare non siano stati così efficaci, visto che il deficit è salito di 243 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo di un anno fa (dati ufficiali del Tesoro Usa). Un altro problema per gli Stati Uniti è anche la debolezza del dollaro, figlia dei pazzi 100 giorni dell’amministrazione Trump. Con un dollaro debole sarà ancora più difficile convincere gli altri paesi, strapazzati dai dazi, a sottoscrivere i buoni del Tesoro americano, che servono a tappare il buco o, meglio, la voragine del debito Usa, che ammontava (a gennaio) a 36,2 milioni di milioni di dollari. Riuscite sono a immaginare un numero del genere?
Diciamolo: non è che tutti i problemi mondiali siano colpa degli Stati Uniti. E non va dimenticato che se gli Usa sono sopravvissuti con un debito così alto, con uno stile di vita e di spesa pubblica superiore a quanto producono, è anche perché alla base c’è un’economia solida, forte, anche se ormai sul filo (questa è la verità) di quella della Cina. Ma, certo, se si inquadra il debito pubblico americano nel contesto di quello mondiale, qualche brivido corre legittimamente per la schiena.
Le tegole Evertile, distribuite in Italia da Bildex, sono realizzate con lamiere in acciaio protette da uno strato in Aluzinc ad alta percentuale di alluminio (56%), una caratteristica che garantisce elevata resistenza alla corrosione e una durata fino a 50 anni una volta installate.
I prodotti raggiungono una resistenza alla corrosione e una durata utile sei volte più lunga rispetto alle lamiere zincate a caldo utilizzate nelle altre coperture.
Economiche, leggere e facili da maneggiare e installare sul tetto, le tegole Evertile rappresentano un’alternativa alle tegole tradizionali o alle coperture in gres, nonché alle scandole bituminose o alle finte tegole in plastica.
Tegole Evertile
I prodotti Evertile si distinguono per le soluzioni tecniche innovative e per l’aspetto estetico, offrendo una soluzione sicura e duratura anche in aree geografiche soggette a terremoti occasionali, uragani, forti gelate, grandine e incendi, e garantendo elevate prestazioni per le coperture dei tetti in ceramica, alleggeriti e in acciaio.
Per la coibentazione della copertura piana di un Itis in Abruzzo è stato scelto il sistema basato sull’utilizzo di Xps X-Foam e Pir Poliiso Sb, altamente performante in termini di efficienza.
Negli ultimi anni, il tema della sostenibilità e dell’efficienza energetica ha assunto un ruolo centrale nelle politiche pubbliche italiane, con particolare attenzione agli edifici scolastici, che rappresentano una componente significativa del patrimonio edilizio nazionale.
Un esempio concreto di questo impegno è rappresentato dal progetto di riqualificazione energetica dell’Istituto tecnico Amedeo d’Aosta di Colle Sapone, recentemente approvato dalla Provincia dell’Aquila.
L’intervento, dal valore di 2,5 milioni di euro, prevede l’adeguamento dell’impianto elettrico e l’installazione di pannelli fotovoltaici, e rientra in un più ampio programma di manutenzione straordinaria e di efficientamento energetico delle scuole superiori provinciali.
Il pannello pre-accoppiato composto da XPS X-Foam e schiuma poliuretanica PIR Poliiso di Ediltec.
Attività e obiettivi
L’obiettivo del progetto non è soltanto la ristrutturazione dell’edificio, ma anche la creazione di un ambiente scolastico più sicuro e sostenibile, in linea con le direttive del Green Deal europeo.
L’aggiornamento dell’impianto elettrico e l’introduzione di pannelli fotovoltaici rappresentano passi significativi verso una gestione energetica più efficiente, con effetti positivi sia sulla riduzione dei costi di gestione che sul miglioramento della classe energetica dell’edificio.
In un contesto di crescente incertezza sui prezzi delle materie prime e dei combustibili, tali interventi risultano strategici per garantire stabilità e sostenibilità nel lungo termine. Il finanziamento dell’opera è stato pianificato attraverso risorse proprie della Provincia e fondi del Pnrr.
L’intervento di isolamento presso l’ITIS Amedeo D’Aosta.
Le soluzioni costruttive
Per l’isolamento della copertura piana di 1.100 metri quadrati è stato scelto il sistema pendenzato (cioè che comprende una inclinazione) Ediltec, basato sull’utilizzo di XPS X-Foam e PIR Poliiso SB, materiali altamente performanti in termini di efficienza termica.
La tecnica del tetto caldo, che prevede la posa dell’isolante sopra la struttura portante, consente di migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio e di proteggere i materiali isolanti dalle escursioni termiche.
Il sistema utilizza un pannello pre-accoppiato, composto da Xps X-Foam e schiuma poliuretanica Pir Poliiso. Il pannello in polistirene estruso ha uno spessore variabile con un valore medio di 100 millimetri, mentre il pannello in poliuretano rigido presenta uno spessore costante di 80 millimetri.
Questa soluzione non solo assicura un’elevata efficienza termica, ma facilita anche il deflusso delle acque meteoriche, evitando ristagni e migliorando la durabilità dell’intero sistema.
Rispetto ad alternative tradizionali, come il massetto in cemento, l’adozione di questa tecnologia offre numerosi vantaggi: un peso inferiore, che riduce il carico sulla struttura, e un migliore isolamento termico, che incide positivamente sui consumi energetici e sul comfort interno.
Sicurezza sismica
Data la vulnerabilità sismica del territorio, la sicurezza degli edifici scolastici rappresenta una priorità assoluta.
In questa prospettiva, la Provincia dell’Aquila ha affidato l’incarico per la progettazione della messa in sicurezza sismica del complesso che ospita gli istituti superiori Bafile, Muzi e Colecchi.
Tale decisione, motivata dall’età dell’edificio, costruito negli anni Settanta, evidenzia l’impegno dell’ente nel garantire ambienti sicuri per oltre 2 mila studenti.
Per la progettazione di fattibilità tecnico-economica, sono stati stanziati 120 mila euro, un investimento che conferma la serietà con cui la Provincia affronta il tema della sicurezza strutturale.
Innovazione e crescita
Fondato nel 1909 per rispondere alla crescente domanda di tecnici qualificati nel settore industriale, l’Itis Amedeo d’Aosta è una delle istituzioni scolastiche più prestigiose dell’Aquila.
Mentre originariamente si trovava nei pressi del convento dei Salesiani, l’istituto ha cambiato più volte sede fino all’attuale struttura, realizzata nel 1968 su progetto dell’architetto Paolo Portoghesi.
La sua storia testimonia l’evoluzione del sistema educativo locale e la capacità dell’istituto di adattarsi alle nuove esigenze del mercato del lavoro.
Il recente intervento di riqualificazione si inserisce in questo percorso, mirando a garantire agli studenti un ambiente didattico moderno e all’avanguardia.
Da 25 anni le membrane Adeso di Polyglass sono sinonimo di sicurezza, velocità e versatilità nell’impermeabilizzazione. La tecnologia brevettata combina due mescole bituminose, App o Sbs, nella parte superiore e una autoadesiva nella parte inferiore, per un’applicazione a freddo senza fiamma, più sostenibile ed efficiente.
La gamma Adeso include prodotti come Elastoflex SA P, Spider P SA, Adesoguard SA, Polystick SA TU Plus V, Polyvap SA P-Al, Adesoshield SA P ed Elastoflex SA AF P con resistenza al fuoco esterno broof (t2).
Queste membrane sono indicate per coperture piane o inclinate in legno, strutture cementizie, pannelli isolanti e muri contro-terra.
Adeso di Polyglass
Le membrane Adeso di Polyglass offrono massime prestazioni tecniche e ambientali, garantendo maggiore sicurezza attraverso l’applicazione senza fiamma, adatta anche a spazi chiusi o a rischio incendio.
I film monosiliconati asportabili e dall’allineamento preciso, favoriscono la massima facilità di posa con sovrapposizioni affidabili, grazie alla tecnologia Seallap per giunzioni perfette.
La posa a freddo, ideale per membrane ardesiate chiare, permette di raggiungere un risultato estetico superiore.
Le membrane Adeso sono caratterizzate da un’estrema versatilità e possono essere utilizzate su superfici cementizie, metalliche, lignee e isolanti.
L’adesione è efficace anche a basse temperature e l’assenza di fumi, odori e rumori durante l’applicazione rende gli interventi più sostenibili ed efficienti, riducendo costi e tempi di realizzazione.
L’impiego del pannello Superpan Build nelle coperture offre numerosi vantaggi rispetto ai materiali tradizionali.
La sua composizione avanzata combina la resistenza dell’Hdf (High Density Fiber) con la versatilità di pannelli a particelle, offrendo una struttura solida, stabile e resistente agli urti e ai carichi di esercizio.
Composto da fibre e particelle di legno, in cinque strati, Superpan Build è brevettato da Finsa e distribuito in esclusiva da XT Insulation.
Applicazione su tetto curvo in lamiera.
Superpan Build: quando si usa
Superpan Build trova un impiego ottimale come elemento strutturale in aderenza alla travatura in legno, come strato intermedio o finale.
Il pannello costituisce un ancoraggio per viti e staffe strutturali, offrendo il supporto ideale per il fissaggio di listelli e per l’installazione di sistemi aggiuntivi, come impianti fotovoltaici, senza necessità di individuare le travi portanti.
Il materiale risulta particolarmente adatto per la realizzazione di coperture ventilate, poiché rende molto semplice il fissaggio della sottostruttura di travetti in legno o correntini in metallo, su cui poi vanno a fissarsi gli elementi di rivestimento.
Applicazione su tetto a falda in legno.
Punti di forza
Uno dei punti di forza di Superpan Build è la sua estrema versatilità. Può essere impiegato in coperture a falda, piane o curve, sempre presentando eccellenti proprietà strutturali.
Risulta di facile movimentazione in cantiere, riducendo i tempi di posa e semplificando il lavoro degli operatori.
Il prodotto è conforme ai requisiti per l’edilizia sostenibile ed è certificato Pefc e Fsc, a testimonianza della sua produzione a basso impatto ambientale.
La sua riciclabilità al 100% e la possibilità di smaltirlo come legno naturale lo rendono un’opzione sostenibile e conforme ai Cam, sempre più richiesti nei progetti edilizi contemporanei.
I pannelli Superpan Build in vari spessori.
Performance
Con un perfetto equilibrio tra resistenza, sostenibilità e praticità di installazione, Superpan Build si conferma una soluzione per progettisti e imprese che cercano un prodotto performante, affidabile e rispettoso dell’ambiente.
Disponibile in vari spessori e formati, il pannello è pensato per adattarsi a qualsiasi esigenza costruttiva, con una qualità costante garantita dal processo di pressatura continua.
Nel cuore di Sirmione, affacciato sulle sponde del Lago di Garda, il sistema Isotecè stato protagonista un importante intervento di riqualificazione del tetto di un condominio degli anni Ottanta.
Per migliorare l’efficienza energetica e sismica dell’edificio, i progettisti hanno scelto il sistema Brianza Plastica, una soluzione innovativa per l’isolamento termico ventilato del tetto.
Il sistema Isotec di Brianza Plastica per la riqualificazione del tetto di un condominio a Sirmione (Brescia).
L’intervento ha interessato l’intero involucro edilizio, con particolare attenzione alla copertura realizzata in tavelloni, garantendo un salto di ben tre classi energetiche.
La riqualificazione, curata dallo Studio Perretti di Grottaferrata (Roma), ha coinvolto tutto l’involucro con isolamento a cappotto in facciata e isolamento termico ventilato per le coperture, con particolare attenzione al nodo di collegamento tra parete e soletta aggettante del tetto.
Per l’isolamento della copertura, articolata in numerose falde, i progettisti hanno scelto l’isolamento ventilato realizzato con il Sistema Isotec di Brianza Plastica.
Realizzato con una struttura portante a muricci e tavelloni, il tetto del condominio risultava totalmente privo di isolamento e di impermeabilizzazione, con le tegole in cemento fissate con malta in aderenza ai tavelloni.
L’intervento di ristrutturazione, eseguito dall’impresa Imprecom di Monza, ha preso avvio dalla rimozione delle tegole esistenti, fino alla ripulitura della superficie di appoggio.
Con i tavelloni in cotto non era possibile ancorare i pannelli isolanti con fissaggi meccanici passanti, poiché la foratura ne avrebbe causato la rottura.
I progettisti hanno, perciò, previsto il fissaggio meccanico del nuovo sistema isolante in corrispondenza delle fughe tra i tavelloni, senza necessità di interventi preliminari e senza intaccare la struttura esistente.
L’impresa ha poi proseguito con la regolarizzazione della superficie di posa dei tavelloni nudi con malta cementizia e con la successiva stesura della guaina impermeabilizzante.
La posa del sistema Isotec
In corrispondenza della gronda è stato fissato il listello di partenza in legno di abete dello stesso spessore dell’isolante, a cui è stato accostato il primo corso del sistema Isotec nello spessore di 100 millimetri, completato con l’inserimento del pettine antintrusione sopra il listello.
La posa è proseguita con i pannelli Isotec, perfettamente accostati l’uno all’altro, grazie agli incastri a battenti contrapposti sui lati lunghi e a coda di rondine sui lati corti, per offrire un isolamento continuo privo di ponti termici.
I pannelli, fissati mediante tasselli alla struttura senza forare i tavelloni sfruttando la corrispondenza delle fughe, sono stati posati per corsi successivi a giunti sfalsati, procedendo dal basso verso l’alto. Alla cima della falda il tetto si completa con la staffa e gli elementi per il colmo ventilato.
Composto da molte falde, con diversi compluvi e displuvi, e numerosi comignoli, il tetto necessitava di un’attenzione particolare per il corretto trattamento dei punti di discontinuità.
Per questo Imprecom si è avvalsa degli accorgimenti di posa e degli accessori studiati per il completamento del sistema Isotec, oltre che della consulenza tecnica in situ (servizio messo a disposizione dall’azienda per i propri clienti) da parte dell’ingegnere Michele Toffanin, funzionario tecnico commerciale di Brianza Plastica.
Pur essendo alla prima esperienza di posa con Isotec, l’impresa non ha avuto difficoltà grazie alla semplicità del sistema, che risulta pratico da movimentare e da tagliare anche in quota. I battenti contrapposti del pannello agevolano infatti l’accostamento dei pannelli, minimizzando la possibilità di errore.
Il sistema Isotec è dotato di un correntino metallico integrato nel pannello per accogliere e sostenere qualsiasi tipo di rivestimento.
Resistenza termica
In questa realizzazione, con un aumento minimo del pacchetto di copertura da 32 a 45 millimetri, la resistenza termica della stratigrafia del tetto è passata da 0,73 m2K/W a 5,32 m2K/W.
Un risultato a cui ha contribuito il pannello Isotec, selezionato dai progettisti per la sua prestazione termica elevata a fronte di spessori contenuti e per la durata e costanza delle prestazioni nel tempo. Inoltre, Isotec è conforme ai requisiti Cam ed è dotato di mappatura Leed V.4.
Per completare l’intervento di efficientamento, oltra al cappotto in facciata, sono stati sostituiti gli infissi esterni, le schermature solari e le chiusure oscuranti, tutti gli impianti di climatizzazione e produzione di acqua calda sanitaria, e realizzati interventi antisismici rientranti nel sismabonus.
L’intera riqualificazione ha comportato un miglioramento delle prestazioni dell’edificio, con un salto di ben tre classi energetiche, passando dall’iniziale Classe E alla Classe B.
Sistema Isotec
Con anima in poliuretano espanso, protetto sulle due facce da una lamina di alluminio goffrato che funge da seconda impermeabilizzazione, il Sistema Isotec è dotato di un correntino metallico integrato nel pannello per accogliere e sostenere qualsiasi tipo di rivestimento (tegole, coppi o lastre continue).
Il correntino è inoltre funzionale alla creazione di una camera d’aria sottotegola per garantire la ventilazione naturale del tetto, agevolando la rapida asciugatura dell’umidità e delle condense in inverno e accelerare la dispersione del calore dovuto all’irraggiamento diretto nelle stagioni calde.
Con un unico prodotto e un unico passaggio di posa, il Sistema Isotec consente di realizzare un pacchetto di copertura già pronto ad accogliere le tegole senza necessità di effettuare ulteriori passaggi.
La scheda
Tipologia: edificio residenziale – condominio
Intervento: efficientamento sismico ed energetico con superbonus 110%
Località: Sirmione (Brescia)
Progetto: Studio Perretti – Società di Ingegneria – Grottaferrata (Roma)
Per chi desidera vivere gli spazi mansardati senza rinunciare ad ambienti luminosi e confortevoli, Fakro ha messo a punto la nuova finestra per tetto FPP-V U5 preSelect Max che, oltre alla tradizionale apertura a bilico, permette di inclinare l’anta da 0 a 45 gradi attivando la funzione a vasistas.
Il passaggio tra le due modalità è semplice e intuitivo grazie al selettore preSelect, posizionato nella parte inferiore del telaio. Entrambe le modalità sono supportate da un innovativo sistema di cerniere brevettate, che assicura una stabilità perfetta del battente.
La finestra Fakro da tetto FPPV U5 PRESELECT MAX, con doppi apertura a bilico e a vasistas.
Grazie all’impiego del vetro termoisolante U5, questa finestra Fakro è contraddistinta da una trasmittanza termica di 1,0 W/m²K ed è quindi ideale per chi vuole garantire alla propria mansarda un’ottimale efficienza energetica, a vantaggio di un comfort più elevato, di una riduzione di consumi e costi in bolletta.
Il modello FPP-V U5 preSelect Max è dotato infine di ventilazione automatica V40P, che assicura un ottimale ricambio d’aria, e del sistema topSafe, che aumenta la resistenza delle finestre contro i tentativi di effrazione.
Questa finestra è disponibile anche in dimensioni molto ampie: fino a 134×160 centimetri, per una superficie vetrata che può raggiungere gli 1,63 metri quadrati.
Finestra Fakro disponibile fino a 134×160 centimetri
In un contesto edilizio sempre più attento all’efficienza energetica, Baudersi distingue con una gamma completa di pannelli per l’isolamento termico del tetto, come BauderPire BauderEco, pensati per combinare alte prestazioni termiche e sostenibilità.
Grazie alla schiuma rigida in poliuretano e all’utilizzo di materiali riciclati, l’azienda tedesca offre soluzioni innovative per tetti piani e a falde, con una riduzione significativa della conducibilità termicae dell’impatto ambientale.
Soluzioni Bauder per l’isolamento termico del tetto
In un’epoca in cui sostenibilità ed efficienza energetica sono priorità fondamentali, Bauder offre soluzioni all’avanguardia per l’isolamento termico.
Forte di oltre 165 anni di esperienza, l’azienda tedesca è tra i principali player in Europa nei sistemi per tetti piani, a falde e tetti verdi. Il suo sistema integrato offre un’unica soluzione che va dal primer fino al tetto verde con fotovoltaico, per rispondere alle sfide della costruzione sostenibile.
Nel 2004, a supporto della sede principale in Germania, è stata fondata la filiale italiana come punto di riferimento nel panorama edile per quanto riguarda il sistema tetto.
La gamma di pannelli per l’isolamento BauderPir, con schiuma rigida in poliuretano a elevata resistenza termica e meccanica, garantisce prestazioni elevate con spessori ridotti e una conducibilità termica tra le più basse del settore.
Ma l’innovazione sostenibile arriva con BauderEco, un isolante ecologico per tetti piani (BauderEcoFF) e a falde (BauderEco S).
BauderEco S per tetti a falde.BauderEco FF per tetti piani
Composto per l’80% da biomasse e materiali riciclati e inorganici (ossigeno e azoto) secondo il metodo di bilancio di massa, BauderEco riduce l’impatto ambientale senza compromessi sulle performance.
Materie prime come residui vegetali, residui da taglio e calcare conchilifero ne fanno un prodotto unico e innovativo.
Con BauderEco, l’isolamento termico si traduce in un maggiore comfort abitativo, nella riduzione dei costi energetici e nella tutela dell’ambiente, offrendo un valido contributo per un’edilizia sostenibile.
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Copertura realizzata presso una villa a Castegio (Pavia).
BMI Wierer dal 1969 proponesistemi tetto e coperture capaci di offrire sicurezza assieme al comfort. La gamma è completa di sistema sismico e di sistema grandine testato.
Un tetto ben coibentato permette di mantenere il comfort abitativo e di risparmiare sulle bollette. E dal 1969 BMI Wierer rappresenta un made in Italy di eccellenza nella produzione di tegole e soluzioni per il tetto.
L’azienda si è consolidata come il punto di riferimento nel mercato italiano delle coperture. Con una produzione annua di circa 100 milioni di tegole e oltre 4 miliardi realizzate nella sua storia, BMI Wierer ha contribuito alla protezione e al comfort di 1,6 milioni di tetti in tutta Italia.
Mappa degli stabilimenti BMI Wierer
BMI Wierer si distingue per la costante ricerca dell’innovazione, combinando tecnologia, estetica e sostenibilità, sempre con l’attenzione al territorio, per offrire sistemi tetto all’avanguardia.
Grazie a un know-how consolidato e a una rete di professionisti qualificati, BMI Wierer garantisce soluzioni affidabili, durevoli e capaci di rispondere alle esigenze architettoniche e climatiche del nostro territorio.
I sistemi tetto BMI Wierer sono pensati per ogni esigenza, sintesi tra funzionalità e design. Assicurano protezione, efficienza energetica e comfort abitativo, con l’attenzione al risparmio.
Inoltre, BMI Wierer offre servizi gratuiti che supportano il cliente dalla creazione del fascicolo con BMI Expert alla posa con BMIRoofPro.
Tra le principali soluzioni proposte dall’azienda si distinguono:
Sistema Sismico. È testato in Italia e ha lo scopo di prevenire gli effetti del sisma sulla copertura. Bmi Wierer per il sistema sismico ha depositato la richiesta di brevetto. Compatibile con vincoli paesaggistici.
Sistema Grandine. Un approccio integrato che combina tegole in cemento testate per la grandine, accessori e membrane impermeabilizzanti per assicurare massima protezione dagli agenti atmosferici.
Sistema Caldo. La soluzione in grado di contrastare il calore eccessivo e mantenere il corretto comfort abitativo. Fresco d’estate e caldo d’inverno.
Superbonus utenti, state attenti. La rima non è casuale: per chi ha usufruito del superbonus, ma anche degli altri incentivi fiscali, il pericolo è quello di essere giudicati non in regola e, quindi, di dover restituire allo Stato quello che sembrava un regalo fiscale del 110% o, a scalare, dell’80%, 75%, 65% e 50%. Insomma, le diverse categorie di bonus offerte ai cittadini per riqualificare il patrimonio immobiliare.
La trappola sta nella possibile verifica a posteriori da parte del fisco della regolarità dell’operazione, perché il corretto accesso ai bonus fiscali è oggetto di controllo a parte dell’Agenzia delle Entrate.
Lo Stato, insomma, vuole verificare che tutto si sia svolto secondo le regole. Non è un principio sbagliato, ma il problema è che ad anni di distanza il contribuente che ha avuto il via libera dall’Enea per lo sconto fiscale deve garantire la corretta documentazione di riferimento.
In teoria, nulla di strano, ma per piccole imprese e comuni cittadini questo può trasformarsi in un labirinto.
Chi ha utilizzato uno degli incentivi fiscali edilizi è tenuto a conservare e, se richiesto, a esibire un corposo dossier di documenti: tutte le fatture, le ricevute fiscali, le ricevute dei bonifici parlanti, i titoli edilizi, la domanda di accatastamento, le delibere assembleari nel caso di condomini, la comunicazione alla Asl e, per alcuni sconti, la comunicazione all’Enea.
Il proprietario dell’immobile oggetto dell’incentivo fiscale o l’azienda, insomma, è tenuto all’obbligo di curare la raccolta e la conservazione dei documenti rilevanti, idonei a dimostrare la corretta fruizione dei benefici goduti.
Un obbligo che deriva dalla giurisprudenza, secondo cui compete sempre al contribuente che intenda far valere un regime o trattamento fiscale di favore, di provare, in caso di contestazione, i presupposti che giustificano l’applicazione delle norme legittimanti la riduzione della tassazione.
Un dovere che, appunto, coinvolge i contribuenti che hanno fruito dei bonus nella dichiarazione dei redditi a titolo di detrazione, ma anche con le modalità alternative della cessione del credito o dello sconto in fattura.
Riepilogando: sono necessarie le fatture e le ricevute fiscali per le spese sostenute, le ricevute dei bonifici di pagamento, le abilitazioni amministrative in linea con le norme vigenti per tipologia di lavori. E, se questi rientrano nell’edilizia libera, ci vuole una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà.
È necessaria, inoltre, la domanda di accatastamento per gli immobili non ancora censiti, la delibera dell’assemblea condominiale circa l’approvazione dei lavori sulle parti comuni e la tabella millesimale di ripartizione spese, la comunicazione preventiva all’Asl se è obbligatoria per le norme sulla sicurezza dei cantieri, il consenso del proprietario all’esecuzione dei lavori, nel caso siano pagati dal locatario o comodatario dell’immobile. Finito? No.
Sono necessari anche i documenti richiesti dalle normative ecobonus e sismabonus, che possono attestare le performance di efficientamento energetico oppure di sicurezza antisismica degli interventi.
Senza dimenticare la comunicazione all’Enea, perché per il fisco è requisito imprescindibile ai fini della spettanza del bonus.
Un’economia mondiale da brivido
Ogni tanto anche chi è concentrato sul proprio lavoro di nicchia, per esempio la distribuzione di materiali per edilizia, fa bene ad alzare la testa e guardare più in là. Bisogna, insomma, trasformarsi per qualche minuto in aquila e guardare il mondo dall’alto, nel suo insieme. La visione aerea può riservare qualche sorpresa, non del tutto positiva.
Perché nel globo visto dall’alto, l’andamento del proprio settore di riferimento conta poco. L’edilizia in Italia sconta il contro-boom post 110%, ma c’è il Pnrr a dare una mano e, insomma, non va così male. Ma è l’economia mondiale che cammina su un sentiero tanto sottile che assomiglia a una corda tesa tra due grattacieli. E il braccio di ferro sui dazi ingaggiato dal presidente americano Donald Trump testimonia quanto sia fragile l’equilibrio. Per rendersi conto della precarietà del sistema su cui si basano gli scambi, da cui in ultima analisi dipende l’economia dei singoli paesi, a cui a loro volta sono legati i diversi settori produttivi, basta osservare un dato: a fine marzo scorso il debito mondiale è salito al record di 324 mila miliardi di dollari. Una cifra talmente grande che difficilmente si riesce a percepire razionalmente. Questo debito è stato contratto in diversa misura da governi, famiglie, imprese e banche.
Secondo i dati raccolti dall’Institute of International Finance attraverso il Global Debt Monitor c’è stato un balzo di 7.500 miliardi in soli tre mesi, quattro volte superiore alla media trimestrale da fine 2022. Ma sotto la lente degli analisti c’è soprattutto il debito degli Stati Uniti, che da anni consumano più di quanto producono (altro che Europa scroccona). Le ultime stime indicano per quest’anno un maxi-disavanzo americano del 7% del prodotto interno lordo nel 2025. In confronto l’Italia, con il suo 3,3%, sembra uno dei paesi frugali. I tagli di Elon Musk e della sua Doge pare non siano stati così efficaci, visto che il deficit è salito di 243 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo di un anno fa (dati ufficiali del Tesoro Usa). Un altro problema per gli Stati Uniti è anche la debolezza del dollaro, figlia dei pazzi 100 giorni dell’amministrazione Trump. Con un dollaro debole sarà ancora più difficile convincere gli altri paesi, strapazzati dai dazi, a sottoscrivere i buoni del Tesoro americano, che servono a tappare il buco o, meglio, la voragine del debito Usa, che ammontava (a gennaio) a 36,2 milioni di milioni di dollari. Riuscite sono a immaginare un numero del genere?
Diciamolo: non è che tutti i problemi mondiali siano colpa degli Stati Uniti. E non va dimenticato che se gli Usa sono sopravvissuti con un debito così alto, con uno stile di vita e di spesa pubblica superiore a quanto producono, è anche perché alla base c’è un’economia solida, forte, anche se ormai sul filo (questa è la verità) di quella della Cina. Ma, certo, se si inquadra il debito pubblico americano nel contesto di quello mondiale, qualche brivido corre legittimamente per la schiena.