Verticebilaterale dedicato al settore del legno tra Italia-Austria all’HolzBauForum di Lazise (Verona). Una delegazione della Fachverband der Holzindustrie Österreichs, l’Associazione Austriaca dell’Industria del Legno, si è interfacciata con un’analoga delegazione di imprenditori della Federazione Filiera Legno italiana, che oggi rappresenta oltre 400 imprese con circa 21.770 addetti, per un fatturato di circa 6 miliardi di euro. L’incontro ha posto le basi per un dialogo strutturato e continuativo tra le industrie del legno dei due Paesi con l’obiettivo di rafforzare la competitività del comparto, condividere dati statistici di mercato, iniziare un processo che porti a una programmazione industriale sinergica, nonché investire in processi di ricerca e sviluppo, partendo da una visione di mercato di medio termine che tenga di fatto conto anche dei cambiamenti climatici in atto. Entrambi i Paesi riconoscono inoltre l’importanza di garantire materie prime a prezzi accessibili, elemento fondamentale per la competitività dell’industria, e puntano a un posizionamento congiunto che coinvolga i proprietari forestali, le imprese boschive, nonché tutti gli stakeholders interessati alla filiera. Sono 11 milioni gli ettari di boschi in Italia, con sistema Paese Italia che dipende ancora per circa l’80% del legname importato dall’estero.
Edilizia e legno
“Nel futuro delle imprese italiane ed europee ci sono grandi potenzialità grazie a un settore che non smette di offrire nuovi sviluppi”, ha dichiarato Angelo Luigi Marchetti, presidente di Federazione Filiera Legno. “È fondamentale investire nella formazione, per far crescere l’intero settore ed elevarne sempre più il livello qualitativo e valorizzarele nostre maestranze specializzate all’interno di un quadro internazionale. È necessario quindi intraprendere un cammino congiunto a livello Europeo valorizzando il ruolo ambientale, sociale ed economico delle imprese dove il nostro tessuto imprenditoriale è di fatto uno dei primi elementi di tutela del paesaggio forestale”.
Negli ultimi anni, le relazioni commerciali per la filiera del legno tra Italia e Austria hanno raggiunto una cifra significativa, con scambi di segati e legno lamellare pari a 3.117.002 metri cubi. Questo consolida la posizione di entrambi i Paesi sul mercato europeo, in particolar modo nei settori del legno e dell’imballaggio, in cui gli scambi commerciali verso l’Italia rappresentano oggi circa 40% della produzione austriaca. In particolare, l’Austria nel 2024 ha esportato verso l’Italia circa 2.488 milioni di metri cubi di segati di conifera e 668.260 metri cubi di legno lamellare, rendendo l’Italia il principale partner economico a livello europeo.
Orsolini apre un nuovo punto vendita a Roma, in via Tiburtina 1116: uno showroom moderno e innovativo, progettato con un nuovo concept di layout che integra in un unico spazio i reparti Bagni e Pavimenti, Cucine e Arredamento, Porte e Infissi.
Con questa nuova apertura, Orsolini arriva a contare sette showroom nella Capitale, a cui si aggiungono gli altri quattro store professional dedicati al mondo tecnico di Edilizia, Ferramenta e Termoidraulica.
La storia di Orsolini ha inizio alla fine ‘800 a Vignanello (Viterbo) con Pacifico Orsolini, che all’epoca intraprese l’attività di commercio di materiali edili. L’attività è passata di mano di generazione in generazione fino ad arrivare all’assetto attuale che conta 21 showroom e 29 store professional, dislocati tra Lazio, Lombardia, Umbria, Abruzzo, Toscana e Molise.
Oltre a essere una scelta estetica, i colori per facciate esterne di un edificio dialogano con il paesaggio e influenzano la percezione dello spazio.
Per ottenere il massimo impatto visivo e tecnico, il colore deve però essere scelto anche in base al tipo di supporto e alle sue caratteristiche.
I prodotti CAP Arreghini sono studiati per garantire protezione e durata, senza rinunciare alla resa cromatica.
Le tendenze cromatiche per le facciate esterne
Oggi le tendenze cromatiche per le facciate esterne si concentrano su tonalità naturali e raffinate, capaci di evocare armonia e sostenibilità.
Dai beige sabbiosi che sprigionano un senso di calore alle sfumature grigio-verdi ispirate alla vegetazione, fino ai toni freddi dell’ardesia e del cemento, la parola chiave è equilibrio.
Le sfumature più in voga giocano con contrasti delicati: colori neutri, come bianco e grigio chiaro, abbinati a tinte più decise, come terracotta o blu profondo. Questa combinazione consente di valorizzare non solo l’edificio in sé, ma anche i materiali utilizzati, esaltandone texture e dettagli.
Il colore come elemento progettuale strategico: le soluzioni CAP Arreghini
Il colore è un elemento progettuale strategico, in grado di raccontare il carattere di un edificio e il suo rapporto con l’ambiente. Affidarsi a soluzioni tecniche come quelle di CAP Arreghini consente di unire estetica e performance, assicurando un risultato che dura nel tempo.
Applicazione di Sil Matt Active, pittura acril-silossanica riempitiva
Per gli intonaci tradizionali sono perfette tonalità calde e avvolgenti, come beige e ocra. Qui entra in gioco Sil Matt Active, pittura acril-silossanica riempitiva, che assicura traspirabilità e protezione contro muffe e alghe, mantenendo intatti i colori più delicati.
Applicazione dell’idropittura Elasto Active su una facciata
Per le facciate con microfessurazioni sono invece ideali nuance neutre come grigi e verde salvia, che nascondono imperfezioni e donano eleganza. Elasto Active è un’idropittura elastomerica fibrata che, grazie alla sua elasticità, garantisce resistenza alle microfessurazioni su superfici soggette a movimenti e contemporaneamente colori uniformi.
Superficie colorata con l’idropittura per cemento Beton Active
Per calcestruzzo e cemento a vista, che trovano la loro massima espressione in tonalità fredde come grigio o tortora, CAP Arreghini ha invece studiato Beton Active, idropittura anticarbonatazione per cemento, che protegge il supporto dall’azione degli agenti atmosferici, valorizzando al contempo la profondità cromatica.
Specializzata nella produzione e commercializzazione di sistemi vernicianti per l’edilizia professionale, ARD Raccanello ha studiato il Sistema Rebuild, un’innovativa tecnologia sostenibile per il ripristino e la manutenzione delle facciate danneggiate, che dona alle superfici nuova protezione e un aspetto rinnovato, grazie anche all’utilizzo di inerti alleggeriti ricavati dal riciclo del vetro.
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Il Sistema Rebuild è inoltre indicato per il ripristino di vecchi sistemi di isolamento termico a cappotto ammalorati.
Due prodotti per gli interventi in facciata
Il passare del tempo e l’azione degli agenti atmosferici possono comportare ammaloramenti di diversa entità sulle facciate, che richiedono interventi di manutenzione con prodotti specifici.
ARD Raccanello vanta una consolidata esperienza sia in cantiere per la risoluzione di patologie legate al degrado delle superfici, sia nel proprio centro di ricerca e sviluppo, con uno studio continuo sugli elastomeri, sui formulati, sulle casistiche legate alle escursioni termiche e su tecnologie collegate.
Grazie a questo know-how sviluppato negli anni, l’azienda ha messo a punto due prodotti all’avanguardia per gli interventi in facciata:
Rebuild Intonaclima L, rivestimento acrilsilossanico elastomerico in Classe A2 e grana da 1,5 millimetri,
Rebuild Fondo L, fondo rasante in pasta elastomerico in Classe A4 e in classe di reazione al fuoco En13501-1: A2s1, d0, che non necessita di maturazione rispetto ai fondi tradizionali cementizi.
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Rebuild Intonaclima L
Rebuild Fondo L
Rebuild Intonaclima L e Rebuild Fondo L sono entrambi realizzati con una particolare tecnologia green a base di microsfere di vetro totalmente riciclato, proveniente da frazioni non più utilizzabili per la produzione di bottiglie e bicchieri.
Sono pertanto alleggeriti, garantendo un peso in parete ridotto fino al 25% rispetto a un tradizionale prodotto a pari granulometria.
Sono protetti dall’attacco di muffa e alghe (Uni En 15457 e Uni En 15458), garantendo così una lunga durabilità degli interventi.
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La finitura Rebuild Intonaclima L è caratterizzata da tecnologia Hals (Hindered Amine Light Stabilizer) per una massima protezione al degrado del sole e alle intemperie.
La tecnologia Rebuild, inoltre, protegge maggiormente le facciate da eventi metereologici straordinari, come la grandine, grazie a una resistenza agli urti molto elevata (fino a 30J).
Non è risultato immediatamente chiaro il nuovo impianto regolatorio dei bonus edilizi 2025. Una rilettura del provvedimento contenuto nella legge di Bilancio 2025 aiuta a comprendere meglio i nuovi limiti.
Bonus edilizi 2025
La legge ha introdotto un primo paletto con l’inserimento del comma 8-bis.2 all’articolo 119 del Dl 34/2020.
Il testo prevede che potrà fruire della detrazione del 65% (l’ex ecobonus) per le spese sostenute nel 2025 solo chi, per gli interventi al 15 ottobre 2024, abbia presentato la Cila (comunicazione di inizio lavori asseverata) per lavori diversi da quelli effettuati dai condomini.
La stessa legge contempla, inoltre, che per i condomini il bonus citato sia conseguente alla delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e presentata la Cila.
Infine, che sia stata presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo, nel caso gli interventi comportano la demolizione e la ricostruzione degli edifici.
Un’altra novità riguarda il nuovo comma 8–sexies, che prevede la possibilità di scegliere la ripartizione della detrazione delle spese sostenute nel 2023 in dieci quote annuali di pari importo, opzione che allarga il limite delle quattro previste in precedenza.
Più che un paletto, in questo caso, si tratta di un’agevolazione per i contribuenti che non hanno sufficiente capienza fiscale per spalmare l’incentivo su quattro anni, mentre ora possono godere del vantaggio fiscale su un periodo più lungo grazie alla maggiore ripartizione della spesa.
Per la scelta è prevista la presentazione di una dichiarazione dei redditi integrativa entro il 31 ottobre 2025 (che è il termine per quella relativa al 2024). Attenzione, però: la scelta è poi irrevocabile.
Secondo la legge, insomma, nel caso probabile che dalla dichiarazione integrativa emerga una maggiore imposta dovuta, «questa dovrà essere versata, senza applicazione di sanzioni o interessi, entro il termine di versamento del saldo delle imposte sui redditi relative al periodo d’imposta 2024».
Un’altra novità è il limite di reddito per il superbonus, anche se già nella legge di Bilancio precedente era stata introdotta una simile barriera.
Il nuovo articolo 16-ter del Tuir, introdotto dall’articolo 1, comma 10, della legge 207/2024, prevede che chi ha una Irpef con reddito complessivo superiore a 75 mila euro possa detrarre oneri e spese per un ammontare complessivo non superiore a un limite variabile.
Questa linea di demarcazione dipende dal reddito (superamento della soglia dei 75 mila euro o dei 100 mila euro di reddito) e dalla presenza o meno di figli fiscalmente a carico.
Un esempio: il contribuente con reddito di 80 mila euro e senza figli a carico, può ora ottenere una detrazione massima di 7 mila euro, mentre chi ha un reddito di 100 mila euro e un figlio a carico scende a 5.600 euro.
Proprio quando le imprese sono sballottate nel maremoto dei dazi, attendono che la guerra in Ucraina si risolva in un giorno e che Gaza si trasformi in una riviera del lusso, è il caso di guardare avanti. Per quanto siano difficili gli ostacoli legati alla geopolitica, il mondo non terminerà domani (si spera). L’impresa saggia riflette su che come riorganizzarsi per quando questi sommovimenti destabilizzanti saranno esauriti. Perché dopo le tempeste torna sempre il sereno.
Magazzino
Per esempio, c’è un aspetto spesso sottovalutato dagli imprenditori: la soddisfazione dei propri clienti e dei propri dipendenti. Nel primo caso il focus deve essere il prodotto e il servizio offerto. Ma se, per caso, questo risultasse non all’altezza a causa della scarsa formazione dei propri dipendenti? È un aspetto fondamentale per la distribuzione di materiali per edilizia. Se un rivenditore si deve distinguere dalla Gdo è proprio per il servizio che offre. E questo è erogato tramite le persone che lavorano nella rivendita. Accanto alla competenza, però, spesso viene sottovalutato un altro aspetto: la soddisfazione del collaboratore in azienda. Quale immagine dell’azienda potrà trasmettere il banconista che non vede l’ora di tornare a casa? Oppure che non va d’accordo con il suo collega? Non è un problema secondario.
Servizio di logistica
Tempo fa, l’Osservatorio human resource practice del Politecnico di Milano ha condotto un’indagine su 195 aziende e mille lavoratori. Risultato: il 39% delle imprese tradizionali non riesce ad attrarre le persone giuste e, quello che è peggio, il 91% di lavoratori si trova male nella propria azienda. Questo scontento cronico è anche alla base della valanga di dimissioni di centinaia di migliaia di dipendenti (secondo alcune stime sarebbero circa 2 milioni in Italia). Sempre i ricercatori del Polimi indicano che per una persona che si convince a cambiare lavoro, ce ne sono altre nove che vorrebbero imitarli, ma per ragioni diverse non lo fanno. Insomma, nelle aziende italiane c’è un forte desiderio di cambiamento. Le turbolenze dell’economia sono uno dei freni a un esodo di massa, ma con un mercato del lavoro più dinamico le dimissioni volontarie sarebbero probabilmente molte di più. Recentemente, indica l’analisi, nel 69% delle aziende è aumentato il tasso di turnover. E su questa variazione hanno pesato le dimissioni volontarie (87%), seguite dai pre-pensionamenti e da pensionamenti (36%) incentivati anche per favorire il ricambio generazionale.
Lavoro in magazzino
Se i lavoratori non si sentono coinvolti, vorrebbero andarsene, ma sono costretti loro malgrado a continuare a stare in azienda, il servizio fornito sarà scadente. I dipendenti,insomma, per l’azienda sono un investimento che non rende quanto dovrebbe e potrebbe. Perché accade questo? In buona parte, sostengono gli esperti, avviene a causa del disallineamento tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. E questo è dovuto al fatto che le aziende appaiono vecchie, superate, poco attrattive, ingessate. Non è solo questione di soldi. Come quando un famoso chef si lamenta di non trovare giovani che vogliono passare il week end e le serate a tagliare zucchine. Ma perché un ventenne dovrebbe essere attratto dal pulire la verdura per uno stipendio basso? Le aziende devono imparare a investire sui propri dipendenti. Bonus, premi, incentivi, formazione, coinvolgimento, struttura organizzativa flessibile, tecnologia, team building: sono temi che anche un’azienda di piccole dimensioni non può più tralasciare. Essere forti all’interno significa affrontare meglio l’esterno. E di questi tempi ce n’è un gran bisogno.
L’analisi delle scorte a magazzino è sempre un tema strategico, dal momento che una sbagliata gestione può comportare un abbassamento del livello di servizio dei clienti e un aumento dei costi. Tra i principali, da citare vi è lo spazio occupato oppure la movimentazione dei beni.
Per riuscire a collocare correttamente i prodotti nel magazzino si consiglia l’utilizzo di una matrice che mette in relazione la frequenza di prelievo dei beni con la quantità media prelevata.
Prima di procedere è necessario dividere i materiali in categorie al fine di renderli omogenei per caratteristiche fisiche, come la dimensione e il peso (minuterie, prodotti ingombranti, prodotti pallettizzati).
Successivamente, dalla matrice emergono quattro aree che possono suggerire dove o come collocare il materiale.
Alta frequenza e alta quantità. Articoli prelevati frequentemente e in grandi quantità. Posizionamento vicino alle aree di spedizione o ai punti di prelievo per ridurre i tempi di movimentazione. Una soluzione di stoccaggio potrebbe essere quella di usare la catasta per ridurre i tempi di stoccaggio su strutture porta-pallet.
Alta frequenza-bassa quantità. Articoli prelevati frequentemente, ma in quantità ridotte, tipico di componenti o accessori. Un posizionamento facilmente accessibile consente di ridurre i tempi di prelievo. In scaffalature porta-pallet sono preferibili i livelli di stoccaggio più bassi.
Bassa frequenza-alta quantità. Articoli prelevati raramente, ma in grandi quantità quando richiesti, solitamente utilizzati in operazioni promozionali specifiche o stagionali. Potrebbe essere idonea una scaffalatura drive in con satellite per consentire un’alta densità di stoccaggio (pallet per metro cubo). Vista la bassa frequenza il posizionamento della merce può essere fatto in aree meno accessibili del magazzino.
Bassa frequenza-bassa quantità. Articoli con scarsa domanda, prelevati raramente e in piccole quantità. Una soluzione potrebbe essere quella di identificare una zona adeguata per stoccare tutti i materiali con queste caratteristiche. Le scaffalature leggere ubicate in zone meno comode del magazzino potrebbero essere adatte per questi materiali.
Identificare correttamente queste tipologie di merce permette di ottenere una serie di vantaggi, in particolare la possibilità di ottimizzare il layout del magazzino utilizzando al meglio lo spazio a disposizione e di ridurre i tempi di prelievo e movimentazione, favorendo le posizioni più comode ai materiali che hanno una frequenza di prelievo più alta.
Con una storia che ha inizio nei primi del Novecento e forti radici nella Valle dell’Aniene, in Lazio, la rivendita BigMat Orlandi Edilizia di Subiaco (Roma) ha saputo coniugare tradizione e innovazione, costruendo una realtà solida, caratterizzata da passione, esperienza, adattamento e un legame indissolubile con il territorio.
Guidata da Gianluca Orlandi e suo figlio Piergiorgio, quarta e quinta generazione della famiglia titolare della società, BigMat Orlandi Edilizia è specializzata nella vendita di materiali per l’edilizia e nella logistica di cantiere.
YouTrade ha incontrato Piergiorgio Orlandi per scoprire il segreto della longevità dell’azienda e le sfide e opportunità che derivano dall’operare in un territorio extra-urbano come quello dei Monti Simbruini.
Da sinistra, Giacomo Orlandi e sua figlia Viola, Piergiorgio Orlandi e suo padre Gianluca.
L’azienda compie cento anni. Qual è la ricetta di lunga vita per un’azienda?
Potrà sembrare scontato, ma l’ingrediente principale è l’amore: per il nostro lavoro, per l’azienda e per il territorio. Poi, famiglia e tradizione. La nostra è un’impresa tramandata da generazioni: prima mio bisnonno Giacomo, poi mio nonno Virginio, che più di tutti ha saputo trasmetterci la passione per questo mestiere e il legame con la nostra terra.
In un’attività familiare è fondamentale l’adattamento ai cambiamenti di mercato e la formazione continua. Ma senza l’amore per ciò che si fa, nessuna azienda potrebbe durare un secolo.
Avete in programma festeggiamenti per il centesimo anniversario?
Stiamo pensando di organizzare un evento a luglio. I borghi in estate si animano e vorremmo cogliere l’occasione dell’estate per festeggiare.
Quali sono state le pietre miliari della vostra storia?
Tre momenti fondamentali hanno segnato il nostro percorso. Il ritorno del mio bisnonno Giacomo Orlandi da Roma a Subiaco nel primo Dopoguerra, che ha sancito la volontà di legarsi al territorio e di costruire qualcosa di solido per il futuro della nostra famiglia.
L’acquisizione dell’azienda da parte di mio nonno Virginio nel 1987 è stata un altro momento cruciale, in cui si è scelto di portare avanti la tradizione anziché vendere l’attività.
Infine, l’ingresso nel Gruppo BigMat nel 2021, voluto da me, ha rappresentato la volontà di evolverci senza perdere la nostra identità, garantendo competitività e qualità ai nostri clienti.
Come è stato gestito il ricambio generazionale?
Il ricambio generazionale è una sfida complessa. In Italia l’idea di portare avanti l’attività di famiglia è ancora molto radicata, ma non è mai un passaggio scontato.
Il genitore deve riuscire a far affrontare al figlio una scelta che condizionerà la sua vita, mentre il figlio deve affrontare il futuro con consapevolezza. Nel nostro caso, le scelte sono state naturali: siamo cresciuti dentro l’azienda, condividendo i valori e le ambizioni della nostra famiglia. Questo ha reso il passaggio meno traumatico e più armonioso.
Com’è organizzata l’azienda?
Abbiamo a disposizione un’area di 14 mila metri quadrati al centro di Subiaco. Abbiamo edilizia pesante, profilati in ferro, ferro da carpenteria, con 3 mila metri quadrati di capannoni e 6 mila metri quadrati di area scoperta.
Un intero capannone è dedicato al legname con legno da carpenteria e legname da falegnameria in pronta consegna. Per il lamellare non avendo la zona di taglio, offriamo solo prodotti su ordinazione.
Magazzino per il legname
Da poco abbiamo iniziato a espandere lo spazio dedicato agli isolanti, a cui avevamo dedicato inizialmente solo un capannone.
Disponiamo, inoltre, di una officina interna per la manutenzione dei mezzi che adoperiamo per le consegne in cantiere.
Infine, possediamo un’area adibita allo stoccaggio dei materiali e delle macchine per le imprese che vengono da fuori e hanno lavori in zona. Abbiamo anche un’area per lo scarico dei pannelli fotovoltaici e dei ponteggi.
Coperture in esposizione
Quanti siete in azienda?
Otto persone nel reparto edile e due in amministrazione.
In che territorio operate?
A Subiaco siamo una tradizione, molti si ricordano ancora di mio nonno. Il nostro bacino di utenza è quello della Valle dell’Aniene, quindi Subiaco e tutti i territori limitrofi, fino alla zona est di Roma.
Periodicamente facciamo consegne anche su Roma ai nostri clienti che hanno cantieri in città.
Area a libero servizio
Quanto la storicità della vostra azienda influisce sul business?
Chi era piccolo quando operava mio nonno, ancora si ricorda di lui e della storia della Orlandi Edilizia. Nel raggio di 50 chilometri ci vedono come un punto di riferimento.
Credo che stiamo ancora cogliendo i frutti di questa storicità, ma ciò può durare al massimo per un’altra generazione.
Cosa ha ereditato da suo nonno e da suo papà?
L’amore per il territorio e per il mio lavoro. Non ho mai pensato di fare altro. Stare qui è una scelta di vita.
Abbiamo ricevuto proposte molto interessanti di imprenditori che volevano acquisire l’attività o rilevare l’area, ma la passione per ciò che facciamo ha sempre prevalso.
La vostra è una rivendita edile extra-urbana. Quali sono le principali sfide rispetto a una rivendita di città?
La principale sfida è il bacino di utenza. Subiaco e i comuni limitrofi contano poco più di 20 mila abitanti, mentre una città come Roma ha quasi 3 milioni di abitanti. Questo significa che dobbiamo essere ancora più strutturati per competere con le grandi realtà urbane.
Oggi il cliente, grazie ai media e al digitale, ha accesso a informazioni sui prezzi, sui prodotti e sui servizi di qualunque rivendita, anche nelle grandi città. Deve quindi trovare da noi lo stesso assortimento, servizio e competitività.
L’ingresso in BigMat ci ha permesso di avere il supporto di un grande brand, di ottimizzare la logistica e di offrire ai nostri clienti prezzi concorrenziali e materiali in pronta consegna.
Tintometro
Come cambia il rapporto con il cliente in una rivendita extra-urbana rispetto a una grande città?
Il rapporto con il cliente è più diretto e personale. Da noi, la fidelizzazione è altissima: vediamo clienti che tornano da generazioni, con figli che si affidano alla nostra esperienza come facevano i loro padri.
In una grande città il rapporto è spesso più impersonale, mentre qui si crea un legame basato sulla fiducia e sulla conoscenza del territorio.
Il nostro obiettivo è sempre stato quello di essere più di un semplice fornitore: vogliamo essere un punto di riferimento per imprese e privati, offrendo consulenza e soluzioni su misura.
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Banco
Abbigliamento da lavoro
Qual è il valore aggiunto di far parte di un grande gruppo come BigMat?
BigMat rappresenta il punto di incontro tra tradizione e innovazione. Essere parte di un network così strutturato ci permette di unire la nostra identità familiare e locale con la forza di un grande gruppo, garantendo ai nostri clienti un servizio al passo con i tempi.
Possiamo accedere a condizioni di acquisto più vantaggiose, a prodotti esclusivi e a strumenti di marketing e formazione che ci aiutano a restare competitivi.
Che cosa è cambiato con l’ingresso in BigMat?
Sicuramente il confronto costante con le altre rivendite. Ho voluto fortemente entrare in questo gruppo proprio per uscire fuori dal guscio e aprire la società al confronto con l’esterno.
I miei genitori sono sempre stati contrari all’ingresso della società in un gruppo, ma io credo che per una realtà come la nostra oggi questa sia l’unica strada. Con BigMat si è creato subito un bel feeling.
Anche l’accoglienza da parte degli altri rivenditori soci presenti in zona è stata molto calorosa. Ci sentiamo spesso e c’è sempre un bello scambio.
È stato difficile portare avanti l’adesione al Gruppo BigMat in famiglia?
Mio papà era titubante, ma mi ha sempre dato carta bianca. Il covid mi ha permesso di prendere una pausa e riflettere sul futuro dell’azienda, decidendo infine di fare questo passo.
Una delle paure dei rivenditori che entrano in un gruppo è la perdita di identità: che cosa ne pensa?
Quando decidi di entrare in un gruppo, non perdi un’identità, ma ne costruisci una nuova. Sono molto legato al mio cognome e alla storia dell’azienda, ma tutto ciò fa parte di un percorso che punta alla crescita.
Bisogna saper lasciare un po’ andare il retaggio che ci lega al passato e guardare al futuro. Anche per questo abbiamo deciso di aprirci a nuovi mercati, per esempio, al fotovoltaico che abbiamo inserito quest’anno.
Come sta andando?
È stata una scelta inevitabile per sopperire al calo dei materiali isolanti. Il progetto non è ancora partito.
Stiamo realizzando un catalogo dedicato con tutti i prodotti e individuando le aziende di installazione. Il fotovoltaico necessita di un pacchetto chiavi in mano, non è un prodotto che si vende da solo.
Quali sono i servizi più utili che avete ottenuto da BigMat?
La centrale è il cuore di tutto. Grazie al team guidato da Matteo Camillini, abbiamo supporto su acquisti, convenzioni con i fornitori, promozioni, comunicazione, piattaforma online dedicata ai soci, corsi di formazione e molto altro. È un aiuto concreto che ci permette di essere più efficienti nella gestione quotidiana.
Negli anni si assiste sempre di più al fenomeno di gentrificazione e all’abbandono di molti borghi italiani. Dopo la pandemia avete percepito un cambiamento di tendenza?
Sì, abbiamo notato una vera inversione di tendenza. Dopo la pandemia, molte persone hanno deciso di lasciare le città per trasferirsi in borghi e piccoli centri.
Il caro affitti nelle grandi metropoli ha reso meno sostenibile vivere in città, mentre in territori come il nostro è possibile acquistare un appartamento a partire da 50 mila euro e con 200 mila euro ristrutturare una vecchia casa di campagna, trasformandola in una villa con giardino e piscina.
Questo fenomeno ha portato un aumento della domanda di materiali per ristrutturazioni, isolamento e finiture di qualità, creando nuove opportunità per il nostro settore.
L'area finiture e arredo bagno
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L'aera finiture e arredo bagno
Il cliente che entra in una rivendita di materiali edili trova sempre tutte le risposte alle sue esigenze?
Si può fare meglio dal punto di vista del servizio chiavi in mano. Ci sono ancora molti punti vendita che non hanno determinate categorie merceologiche o mancano di alcuni servizi.
Sono pochi i magazzini che possono servire a 360 gradi per l’ambiente casa. Noi abbiamo sempre puntato sulla consulenza e il servizio.
Vi è mai capitato di non avere un prodotto richiesto dal cliente?
Sicuramente ci è capitato, ma ci mettiamo subito in moto per procurare il materiale nel giro di poco tempo, anche tramite grossisti o distributori di zona, soprattutto attraverso gli altri soci BigMat.
Quale potrebbe essere uno scenario futuro delle rivendite edili di prossimità?
Sempre più grandi aziende stanno sviluppando progetti pilota per servire meglio aree meno densamente popolate.
Ikea, per esempio, ha avviato negozi di prossimità nelle città, e anche Leroy Merlin e Tecnomat stanno testando format più piccoli. Nel settore della grande distribuzione alimentare questi modelli esistono da anni con Conad City e Carrefour Express.
Noi, come rivendita edile extra-urbana, ci siamo già strutturati da tempo per garantire assortimento, servizi e logistica di alto livello.
Il mercato cambia e noi ci evolviamo con esso, mantenendo il nostro radicamento sul territorio ma offrendo un’esperienza di acquisto moderna e competitiva.
Piazzale esterno con materiale sfuso e laterizi
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Quindi, come si immagina la rivendita di materiali edili del futuro?
Nelle grandi città ci sarà sempre più concentrazione e per le rivendite tradizionali sarà sempre più difficile competere e avere buone condizioni con i fornitori, se alle spalle non si possiede una realtà forte come un gruppo o un multipoint.
Vivranno i magazzini dedicati al servizio perché hanno una gestione più snella. Inoltre, la logistica dei distributori edili diventerà più efficiente, con sistemi di consegna sempre più avanzati e veloci, e in questo la digitalizzazione farà la differenza.
E il rapporto tra produttore e distributore come cambierà?
Non si può più pensare di avere un rapporto diretto con il fornitore se non si fanno numeri importanti. Il rapporto sarà sempre più mediato da una centrale acquisti.
Avete pensato allo sviluppo dell’edilizia leggera?
Stiamo fornendo un grande cantiere in cui tutte le tamponature e le tramezzature interne sono realizzate con il nuovo sistema costruttivo Knauf.
Rispetto al passato l’edilizia leggera prenderà sempre più piede, ma credo che sia l’edilizia pesante a darci un vero vantaggio competitivo mettendo a frutto il grande magazzino di cui disponiamo.
Quindi quali progetti avete per il 2025?
Oltre ai festeggiamenti per il centenario e l’inserimento dei settori fotovoltaico e infissi, a livello di fatturato cercheremo di incrementare quanto perso nel 2024 con la fine del superbonus.
Le agevolazioni fiscali ci hanno dato un boost pazzesco, negli ultimi tre anni siamo cresciti di almeno il 40%. Sarà impensabile replicare gli stessi numeri del 2022 e 2023, ma puntiamo a recuperare il calo dello scorso anno.
Una storia di generazioni
La storia di Orlandi Edilizia ha inizio nei primi del Novecento con Mario Orlandi, che gestiva un’attività commerciale legata al settore agricolo. Durante la guerra, il suo negozio divenne parte del sistema dell’ammasso obbligatorio del grano, un regolamento che imponeva ai contadini di conferire le eccedenze agricole al consorzio, diventando così un punto di riferimento per l’economia locale.
Dopo la scomparsa di Virginia, moglie di Mario, il figlio Giacomo Orlandi scelse di lasciare Roma per tornare a Subiaco e portare avanti l’attività familiare, ampliando il commercio e introducendo nel 1925 la vendita di calce idrata. Una decisione che segnò l’ingresso della famiglia Orlandi nel settore edile.
Grazie alla sua determinazione, iniziò una collaborazione con la Cartiera di Subiaco, gestendo il trasporto delle merci fuori regione e acquistando diversi camion.
Lo scoppio della guerra interruppe questa crescita: i suoi mezzi furono requisiti dai soldati tedeschi, costringendolo a reinventarsi. Con i risparmi ottenuti, Giacomo acquistò il primo negozio di proprietà, passando da una gestione in affitto a una base stabile e strutturata, introducendo anche la vendita di ferramenta e materiali per la pittura.
Fu proprio in quegli anni che il figlio Virginio iniziò a lavorare accanto al padre. Negli anni successivi, l’azienda continuò a espandersi e la famiglia acquistò un’area di 14mila metri quadrati, oggi sede operativa della BigMat Orlandi Edilizia.
Con l’ingresso sempre più attivo dei figli, nel 1987 Virginio rilevò l’azienda. Nel 2011 i figli di Virginio, Gianluca e Giacomo, decisero di riorganizzare la struttura aziendale creando due realtà distinte e complementari: la Orlandi Edilizia, guidata da Gianluca e da suo figlio Piergiorgio, specializzata nella vendita di materiali per cantieri e nella logistica di cantiere, e la Orlandi A Casa Tua, gestita da Giacomo e sua figlia Viola, punto di riferimento per finiture, ferramenta e termoidraulica.
Nel 20201, Piergiorgio Orlandi decide di intraprendere un nuovo percorso e di entrare a far parte con Orlandi Edilizia nel Gruppo BigMat.
Nell’area Mapei dedicata ai progettisti è disponibile il tool gratuito online per l’analisi dei prezzi e le voci di capitolato: uno strumento completamente gratuito, a disposizione di tutti e fruibile comodamente da qualsiasi dispositivo, pc, tablet o smartphone.
Lanciato da Mapei, permette di cercare, selezionare e scaricare in pochi click analisi prezzi e voci di capitolato per tutte le lavorazioni di cantiere.
Per progetti sempre più completi e veloci
Nato dalla collaborazione tra Mapei e Acca software – leader italiano del software per l’edilizia, l’architettura e l’ingegneria –, è il primo tool in Italia di analisi prezzi e voci di capitolato in grado di semplificare il lavoro di tutti i professionisti.
Come funziona Mapei Pro Analisi prezzi e voci di capitolato
Per utilizzare Mapei Pro Analisi prezzi e voci di capitolato è necessario accedere alla sezione dedicata sul sito Mapei. in questo modo architetti e designer possono reperire in maniera semplice e veloce analisi prezzi e voci di capitolato per tutte le lavorazioni di cantiere, compresi i costi dei materiali, della manodopera, dei noli e dei trasporti.
Dopo aver inserito pochi dati (nome del progetto, l’indirizzo e la tipologia di costruzione), da un semplice menù a tendina sarà possibile ricercare la lavorazione e individuare i prodotti o i sistemi Mapei utili, per poi scaricare le relative voci di capitolato ed analisi prezzo.
I file sono disponibili nei vari formati (Dcf, Xpwe, Excel, Pdf) per facilitare la fruizione su PriMus o su altri software per il computo metrico e il capitolato.
Mapei Pro: la piattaforma Mapei per la progettazione
Il tool va ad ampliare ulteriormente il ventaglio di strumenti che l’azienda mette a disposizione dei tecnici su Mapei Pro, lo spazio online che integra consulenza, servizi e strumenti per facilitare il lavoro di progettisti e professionisti.
La piattaforma riunisce tutti gli strumenti di lavoro che Mapei ha sviluppato negli anni e che continua a ideare: software di calcolo, tools, Bim, brochure tecniche ma anche tutta la formazione di Mapei Academy con rilascio di crediti formativi.
Dalla fase progettuale al cantiere, Mapei è da sempre al fianco dei progettisti per dare forma alle loro idee e supportarli nella realizzazione, non solo come fornitore di prodotti, ma anche come partner completo.
Offre assistenza puntuale, servizi di consulenza personalizzata, formazione mirata e una vasta gamma di strumenti per soddisfare le specifiche esigenze dei professionisti nei vari ambiti di lavoro: dalla progettazione architettonica e di interni a quella strutturale, dal paesaggio all’arredo urbano, agli impianti sportivi.
Bauma, una delle fiere più importanti a livello mondiale per macchine edili, macchine per materiali da costruzione, macchine minerarie, veicoli edili e attrezzature edili, è la cartina di tornasole per capire dove sta andando il settore.
In programma fino al 13 aprile 2025 presso il centro espositivo di Monaco, offre una panoramica dei diversi approcci nel mondo delle macchine edili per l’edilizia del futuro.
Tra le tendenze previste dalla fiera c’è la prefabbricazione.
Come spiega Stephan Oehme, consulente in materia mineraria e minerali, attrezzature per l’edilizia e ingegneria impiantistica presso la Federazione tedesca degli ingegneri (Vdma), «la costruzione in serie utilizza materie prime e altri materiali in modo più efficiente rispetto ai metodi di costruzione convenzionali, poiché la prefabbricazione può essere eseguita in un ambiente industriale controllato. Lo spreco di materiale può quindi essere ridotto in diversi modi: gli scarti di produzione e i materiali di scarto generati in fabbrica possono essere riciclati meglio. È inoltre più semplice smantellare gli edifici alla fine della loro vita utile e riutilizzarne i materiali».
Una ulteriore opportunità per l’edilizia sostenibile è rappresentata dalla stampa 3D degli edifici con materie prime seconde e materiali biobased.
Un settore che non sembra più fantascienza, tanto che secondo uno studio della società di ricerche di mercato Exactitude Consultancy, il mercato globale delle malte per stampa 3D dovrebbe crescere da 3,5 miliardi di dollari nel 2024 a circa 13,8 miliardi nel 2034.
Grande attenzione anche al tema del riciclo dei rifiuti edili: le innovazioni in questo senso coinvolgono sempre di più anche le macchine.
Sempre Oehme, porta come esempio le riciclatrici a freddo di Wirtgen Group, con cui è possibile realizzare in loco pavimentazioni in asfalto a partire dalla superficie esistente: quest’ultima viene granulata con rotore fresante e miscelatore e preparata con l’aggiunta di leganti, cemento e acqua, dando vita a un materiale omogeneo che può essere direttamente riapplicato.
Al tema dell’economia circolare si aggiunge quello della decarbonizzazione, a cui contribuiscono anche gli azionamenti alternativi per le macchine edili, che saranno un argomento chiave di Bauma 2025.
La società di analisi e consulenza IDTechEx prevede che il mercato globale delle macchine edili elettriche varrà 105 miliardi di dollari entro il 2042. Oltre ai gas di scarico, le soluzioni elettriche prevengono anche il rumore.
«L’edilizia sostenibile non si limita alla consapevolezza delle risorse, al riciclaggio dei materiali utilizzati e alla riduzione dell’impronta di carbonio. Oltre alla sostenibilità economica, anche la tutela della salute umana è un obiettivo fondamentale», ricorda l’esperto della Vdma. E ridurre il rumore dei cantieri fa bene alla salute dei lavoratori e dei residenti.
Molte aziende e istituti di ricerca si stanno concentrando anche sullo sviluppo e sulla sperimentazione di macchine edili alimentate a idrogeno.
Jcb ha aperto il 2025 annunciando di aver sviluppato il primo motore a combustione perfettamente funzionante alimentato a idrogeno, un progetto da 100 milioni di sterline al quale ha lavorato un team di 150 ingegneri per oltre tre anni. Undici autorità nazionali in tutta Europa hanno concesso l’autorizzazione alla vendita del motore a idrogeno Jcb nei rispettivi Paesi. Le autorità di rilascio delle licenze di altri Paesi sono pronte a seguire con la certificazione nel corso di quest’anno.
Oltre alla sostenibilità, Bauma si focalizzerà anche sulla digitalizzazione.
Le macchine edili stanno diventando sempre più digitalizzate: gli utenti ottengono una quantità crescente di dati, che non solo mostrano lo stato delle macchine, ma forniscono anche preziose informazioni sulle loro prestazioni e sulla qualità del lavoro, creando nuove opportunità nell’uso e nella programmazione degli stessi dispositivi.
Anche gli accessori svolgono un ruolo sempre più importante nei cantieri, diventando più intelligenti e fornendo sempre più dati di processo digitali.
Il protocollo Bus MiC 4.0, che al Bauma 2022 ha ricevuto il premio per l’innovazione nel campo della digitalizzazione, ha gettato le basi per un linguaggio digitale standardizzato per tutte le macchine, indipendentemente dal produttore.
Grazie al protocollo Bus MiC 4.0, il dispositivo portante riconosce, per esempio, quale accessorio deve essere utilizzato, di quali parametri ha bisogno per funzionare e se è adatto all’uso su una determinata macchina. In questo modo gli incidenti causati da agganci bloccati in modo errato, pressione idraulica inadeguata o attrezzature non correttamente dimensionate appartengono al passato.
L’utilizzo di macchine edili collegate in rete e digitalizzate consente inoltre una gestione più semplice delle attività in cantiere e di ottenere una documentazione semplificata in tutte le fasi di lavoro, poiché le modifiche e le decisioni nel processo di pianificazione e costruzione sono registrate digitalmente in modo continuo e uniforme, con la possibilità di rendere il processo di costruzione più efficiente e veloce.
L’obiettivo finale è che uomo e macchina lavorino insieme in modo sicuro ed efficace, in un cantiere sempre più interconnesso.
Cambio di look per l’ampia gamma di soluzioni firmate San Marco, principale brand del gruppo specializzato nel settore delle pitture e vernici per l’edilizia professionale.
Il restyling è realizzato in collaborazione con Hangar Design Group, hub creativo internazionale che sviluppa strategie e progetti per nuovi mercati.
Il rinnovamento mira a rafforzare l’identità del marchio San Marco con un design minimale ed elegante, mantenendone la riconoscibilità con un miglioramento in visibilità e reputazione.
Dal punto di vista strategico permette di affrontare le dinamiche competitive dei mercati nazionali e internazionali, preservando la distintività dell’offerta.
Il progetto è coerente con il percorso che il Gruppo sta intraprendendo, imponendosi anche nel settore dell’interior design, indirizzandosi verso un’immagine coordinata più uniforme e distintiva.
I nuovi packaging di San Marco
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In una fase iniziale il progetto prevede per i contenitori di plastica il passaggio dai contenitori ad anelli a quelli a fascia, caratterizzati dal colore a Pantone metallizzato Greige neutro perlescente e dalla storica fascia rossa e nera.
Una banda cromatica evidenzia le caratteristiche di ogni gamma, dando ordine alle informazioni sui prodotti e mettendone in luce i vantaggi e i plus, a beneficio sia del privato che dell’utilizzatore professionale.
Tutti i nuovi formati sono in plastica riciclata e certificata Plastica Seconda Vita (Psv), attestazione che ne garantisce la tracciabilità e che evidenzia l’impegno verso la creazione di una filiera virtuosa.
Il processo di evoluzione continuerà con il rinnovo degli imballi in metallo.
I vantaggi dei nuovi contenitori includono una maggiore visibilità sugli scaffali, una gestione più efficiente degli aggiornamenti normativi e la conformità al regolamento Clp 1272/2008 sulle etichettature.
Come ha impattato il declino del Superbonus e lo stop al Bonus Facciate? Una domanda che si sono poste, con una certa apprensione, le imprese del settore pitture e vernici.
Secondo i dati raccolti da un’associazione del settore come Avisa, e da quelli messi sotto la lente dal Centro Studi YouTrade, per il comparto di pitture e vernici il 2024 è stato un anno non troppo positivo, ma che arriva dopo incrementi delle stagioni precedenti, dato che la dinamica del settore dal 2021 al 2023 segna un aumento delle vendite del 10,8%.
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Pannelli 3D, cornici, battiscopa, profili per illuminazione indiretta e altri elementi decorativi per pareti, pavimenti e soffitti: sono circa 300 le referenze di Noël & Marquet, realtà belga specializzata nella produzione di elementi decorativi per interni.
Tra questi spiccano per qualità e originalità del concept, i due nuovi pannelli da parete Arc S e Arc L Arstyl, progettati dal direttore creativo dell’azienda, Bertrand Lejoly, un professionista che ha mosso i suoi primi passi con Matteo Thun a Milano e poi con Vincent Van Duysen, architetto e design di fama internazionale in Belgio, fino ad arrivare ad aprire il proprio studio ad Anversa.
Pannelli 3D da parete in poliuretano ad alta densità
Il contrasto tra linee dritte e rotonde che formano un contorno ad arco, appunto, di minore o maggiore ampiezza, rappresenta un nuovo modo di interpretare un tipo di rivestimento tradizionale, la boiserie.
Lo stile ricorda quello degli anni Settanta, ma solo apparentemente, perché le caratteristiche tecniche sono quelle delle più moderne tecnologie tra produzione e materiali.
Infatti, «la gamma Arc 3D è realizzata in poliuretano ad alta densità attraverso un processo industriale con stampi in alluminio», come sottolinea Stephan Offermann, responsabile marketing della divisione Design Elements di Nmc, gruppo internazionale con oltre 70 anni di esperienza nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di schiume sintetiche ad alte prestazioni, di cui fa parte anche Noël & Marquet.
Stephan Offermann, responsabile marketing della divisione design elements di NMC.
Risultato? Pannelli leggeri, resistenti, veloci da installare e assemblabili in diverse combinazioni, che sono forniti già primerizzati e, quindi, pronti per essere verniciati secondo le preferenze del cliente.
Fanno parte della collezione Atmosphere, incentrata sull’eleganza della curva, un motivo ripreso anche in un altro prodotto: Canelé R L, ultima novità dell’omonima linea caratterizzata da grafiche scanalature. In questo caso le forme sono semicircolari, studiate per essere combinate con Canelé L: hanno la medesima ampiezza tra una scanalatura e l’altra.
E, grazie a una guida sul retro, il pannello può essere tagliato a metà per creare motivi personalizzati che si adattano perfettamente a qualsiasi spazio.
Canelé RL
Come per la linea Arc, l’aspetto più interessante è la versatilità stilistica: che il rilievo geometrico sia sottile come in S o maggiore come in L, combinati insieme questi elementi sono uno strumento grazie al quale il progettista può giocare con le proporzioni della superficie per dare all’ambiente un senso di dinamicità.
Con la stessa logica sono stati realizzati Canalé S Flex e Canalé L Flex, pannelli flessibili per pareti arrotondate, e Dorique, elemento di rilievo tridimensionale per pareti e soffitti.
Di gusto completamente diverso, più moderno, è Scuretto, pannello impermeabile caratterizzato da sottili incisioni che offrono infinite possibilità di combinazioni.
Tutti questi prodotti sono compatibili con i profili di finitura, FL11 e WL10, progettati appositamente per fungere anche da collegamento tra più pannelli, e possono essere utilizzati anche singolarmente.
Realizzati in estruso ad alta densità, sono waterproof e pronti per essere verniciati.
Sbarco a Milano
Per la presentazione delle ultime novità negli spazi milanesi del Contract Distric Group, l’azienda belga si è avvalsa della collaborazione di Sigma Coatings.
Nell’assortimento ci sono anche prodotti classici, che è poi lo stile delle origini di Noël & Marquet, ripreso con una gamma di profili e rosette in polisterene Arstyl.
«A differenza dello stucco o del legno sono impermeabili, resistenti agli urti e molto più facili da maneggiare, di conseguenza sono più convenienti, e ovviamente più durevoli, tanto da essere utilizzati nelle ristrutturazioni di case d’epoca per colmare delle parti mancanti o creare nuovi profili da posizionare vicino agli originale. E non si vede la differenza», assicura Offermann.
Per arredare la propria casa gli italiani sono più disposti a indebitarsi, con una tendenza che li avvicina al popolo più indebitato del mondo, gli americani. Secondo un’indagine di Compass, società di Mediobanca di credito al consumo, l’89% degli italiani attribuisce un’importanza elevata all’arredamento e all’aspetto estetico della propria abitazione e nel 2024 si è registrata una significativa crescita del credito al consumo nel settore degli arredi, con un valore di circa 2,6 miliardi (+5,8% rispetto al 2023). In espansione anche il buy now pay later (Bnpl), cioè l’acquisto a rate, scelto sempre più spesso dagli italiani per acquistare arredi e design di qualità grazie alla facilità di dilazione della spesa. Quasi un italiano su tre (28%) vede nel Bnpl non solo una modalità di pagamento alternativa, ma una opportunità per accedere a prodotti premium che, diversamente, resterebbero fuori budget.
La Gen Z si distingue per la ricerca di soluzioni di arredo flessibili e multifunzione
Secondo l’Osservatorio Compass dedicato all’arredamento, nella scelta dei mobili gli italiani attribuiscono particolare importanza a tre elementi: luminosità, ottimizzazione degli spazi ed estetica. Inoltre, il 72% ha cambiato il proprio approccio agli acquisti negli ultimi anni. Emerge una maggiore attenzione alla qualità (27%, con picchi del 33% nei Millennials) e al prezzo dei prodotti (24%). Tuttavia, la Gen Z si distingue per la ricerca di soluzioni di arredo flessibili e multifunzione, che si adattino a diverse esigenze di vivibilità (38%). Un dato confermato anche dagli operatori del settore: secondo il 40% dei merchant, i clienti sono diventati più esigenti rispetto a qualità, design e praticità, mentre il 28% nota una ricerca più approfondita della convenienza economica.
Cosa e dove acquistano gli italiani
Tra gli articoli per la casa più acquistati negli ultimi due anni ci sono TV e mobili connessi, mobili per la camera da letto, oggetti di design e complementi d’arredo. Guardando invece ai prossimi 12 mesi, gli italiani pensano soprattutto a illuminazione, divani, poltrone e oggettistica per il bagno. Il punto vendita fisico resta la scelta privilegiata dal 45% degli acquirenti. A livello generazionale, a preferire il canale fisico sono soprattutto le fasce più mature: i Baby Boomers (49%) e i Silent (52%). L’acquisto online resta, invece, più diffuso tra i Millennials (29%), con il web che gioca un ruolo cruciale come fonte di ispirazione: più di 1 italiano su 3 consulta siti online prima di acquistare, con una maggiore incidenza nella Gen X. Sul fronte dei servizi, emerge una chiara segmentazione generazionale: il montaggio è la priorità assoluta per i Baby Boomers (50%) e per chi preferisce acquistare in negozi fisici (43%), mentre la Generazione Z mostra un forte interesse per i servizi a maggior valore aggiunto come la progettazione (37%) e la consulenza personalizzata (32%), segnalando una crescente ricerca di soluzioni su misura nelle nuove generazioni
Arredo interno
Buy Now Pay Later
Anche se il pagamento totale dell’importo è il metodo d’acquisto più diffuso, insieme alla formula acconto iniziale e saldo al momento della consegna (rispettivamente 38% e 35%), aumenta il numero di chi ricorre al pagamento dilazionato in poche rate, passato dal 9% del 2024 al 21% di quest’anno. Cresce anche l’utilità percepita, sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta: il 69% dei consumatori ritiene che la formula del Buy Now Pay Later sia particolarmente utile. Coerente la posizione dei rivenditori del settore, con il 74% che vede il Bnpl come uno stimolo per gli acquisti, soprattutto grazie ai notevoli vantaggi che offre come la possibilità di avere rate più convenienti e un processo di attivazione rapido. Tra chi ha già acquistato o prevede di farlo nei prossimi 12 mesi, il 28% ritiene che il Bnpl rappresenti un’opportunità per accedere a prodotti di fascia più alta, percentuale che sale al 41% tra chi compra arredamento online e tra gli acquirenti del Sud e delle Isole. Inoltre, 1 intervistato su 4 (25%) tra coloro che non hanno acquistato oggetti di design negli ultimi due anni sarebbe più propenso a farlo proprio ricorrendo al Bnpl.
L’arredamento emerge come un settore chiave anche per il credito al consumo, tanto da determinare circa il 9% dell’erogato totale: nel corso del 2024, il valore totale delle erogazioni stimato nel mercato degli arredi è di 2,6 miliardi di euro, con un incremento del 5,8% rispetto al 2023. Il numero di acquisti finanziati ammonta a quasi 800mila (+5,8% sul 2023), con un ticket medio di 3.220 euro, dato stabile rispetto allo scorso anno.
Innovazione per affrontare il nuovo futuro. Che è già iniziato. E gli strumenti per incrementare il business possono anche essere quelli collaudati dai distributori sul mercato estero. Si presenta con nuove suggestioni la terza edizione del Convegno YouTrade Sud. L’evento organizzato da Virginia Gambino Editore promette di essere ancora più stimolante anche grazie agli interventi inediti di due relatori. Quello di Roberto Macina, managing director di Next4, azienda che si occupa di investimenti e sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali nell’ambito digitale, e di László Bagaméri, direttore commerciale Újház, distributore di materiali per edilizia ungherese con 80 punti vendita.
Il percorso per introdurre innovazione e un vantaggio competitivo all’interno di un’azienda di distribuzione di materiali per edilizia sarà al centro della relazione di Macina, in particolare con la strategia di creare nuove realtà imprenditoriali all’interno delle aziende, per moltiplicare le occasioni di business.
Il Convegno YouTrade Sud non mancherà, però, di lasciare spazio a quelli che sono i temi centrali per il mondo delle rivendite: l’analisi del mercato delle costruzioni e la previsione della congiuntura per i mesi a venire, a cui si aggiunge la fotografia dello stato della distribuzione al Sud con una classifica ad hoc messa a punto dalCentro Studi YouTrade. Un altro contributo riguarderà, invece, le strategie da adottare per gestire al meglio la tendenza alla concentrazione in atto nel settore: fusioni e acquisizioni sono sempre più frequenti e richiedono un’attenta riflessione. Infine, l’evento offre anche l’occasione di un confronto dal vivo tra i protagonisti del mondo della distribuzione e della produzione, con due talk show dedicati.
L’appuntamento è per giovedì 15 maggio con la cena di business alle 19 e il conferimento degli YouTrade Awards Sud, e per venerdì 16 maggio a Lamezia Terme, al centro congressi del T Hotel. Il III Convegno YouTrade Sud è un appuntamento più che mai indispensabile per gli operatori della filiera edile. Non mancate!
Per avvicinare alla domotica anche gli utenti più tradizionalisti, Dierre presenta la nuova porta blindata Next Elettra, che permette in maniera semplice di gestire numerose funzionalità all’insegna della tecnologia e della sicurezza.
Grazie all’innovativo sistema myBridge, la porta si connette direttamente al wi-fi di casa e consente di ricevere direttamente sullo smartphone informazioni in tempo reale sul suo stato, verificare quando viene aperta o chiusa, ma anche governare tutte le sue funzioni a distanza, da ogni parte del mondo.
Porta blindata Next Elettra modello Sleek con rivestimento Idroskin grigio luce Ral 7035
Next Elettra è equipaggiata con una serratura motorizzata a cilindro di ultima generazione, controllata a distanza tramite Bluetooth Low Energy attraverso un telecomando dotato di un unico tasto per l’apertura e la chiusura della porta (Key-fob).
Oltre al telecomando viene fornita anche una chiave a scatto per lo sblocco meccanico della serratura in caso di emergenza (Easy Key-fob).
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Chiave Easy Key Fob
Telecomando Key Fob
Anche con lettore biometrico
Su entrambi i lati della porta il diottro, un sistema ottico luminoso, indica lo stato e il corretto funzionamento.
Dettaglio maniglia
È possibile inserire su richiesta anche unlettore biometrico di impronte digitali o una tastiera esterna, che consente l’apertura della serratura inserendo un codice numerico.
Per una sicurezza ancora maggiore Next Elettra è dotata di un sistema di sensori integrati in grado di segnalare ogni tentativo di effrazione, attivando un allarme acustico per dissuadere i malintenzionati.
Altri sensori di anomalie sono invece distribuiti nell’anta per analizzare lo stato della porta e fornire un’analisi diagnostica del suo corretto funzionamento.
Modello Wall Security con rivestimento pantografato Dandy Ral-7011
Cinque configurazioni
La porta blindata Next Elettra è disponibile in cinque configurazioni principali:
Sleek e Wall Security, con installazione rasomuro e cerniere a scomparsa;
Sleek Out, con telaio a taglio termico;
Synergy In, versione full optional per interni;
Synergy Out con telaio anticondensa in acciaio rivestito in Pvc.
La scocca è composta da due lamiere in acciaio zincato, per combattere anche la corrosione, e integra uno speciale sandwich isolante brevettato che garantisce il miglior isolamento termoacustico.
Dettaglio della cerniera a scomparsa
E si può aprire anche contactless
Il sistema più smart per gestire la porta blindata Next Elettra è l’app myDoor, disponibile per iOs e Android.
Grazie all’interfaccia semplice e intuitiva, che connette il cellulare alla serratura, è possibile governare via bluetooth l’apertura e la chiusura della porta e gestire gli accessi, anche con chiavi temporanee, attive solamente in alcuni orari e in determinati giorni della settimana. Una soluzione particolarmente indicata per il settore alberghiero ma anche per le piccole strutture ricettive.
Se dotata del sistema myBridge, Next Elettra può essere utilizzata anche attraverso una web app, accessibile da qualsiasi device connesso alla rete.
Su richiesta è disponibile anche un originale maniglione contactless con tecnologia di riconoscimento tramite transponder attivo. Quando il padrone di casa si avvicina riconosce la chiave a distanza e proietta un fascio di luce sul pavimento: basta oltrepassarlo per sbloccare la serratura senza estrarre telecomando o cellulare. Comodo quando si hanno le mani impegnate.
Servizio migliore se il dipendente è contento
Proprio quando le imprese sono sballottate nel maremoto dei dazi, attendono che la guerra in Ucraina si risolva in un giorno e che Gaza si trasformi in una riviera del lusso, è il caso di guardare avanti. Per quanto siano difficili gli ostacoli legati alla geopolitica, il mondo non terminerà domani (si spera). L’impresa saggia riflette su che come riorganizzarsi per quando questi sommovimenti destabilizzanti saranno esauriti. Perché dopo le tempeste torna sempre il sereno.
Per esempio, c’è un aspetto spesso sottovalutato dagli imprenditori: la soddisfazione dei propri clienti e dei propri dipendenti. Nel primo caso il focus deve essere il prodotto e il servizio offerto. Ma se, per caso, questo risultasse non all’altezza a causa della scarsa formazione dei propri dipendenti? È un aspetto fondamentale per la distribuzione di materiali per edilizia. Se un rivenditore si deve distinguere dalla Gdo è proprio per il servizio che offre. E questo è erogato tramite le persone che lavorano nella rivendita. Accanto alla competenza, però, spesso viene sottovalutato un altro aspetto: la soddisfazione del collaboratore in azienda. Quale immagine dell’azienda potrà trasmettere il banconista che non vede l’ora di tornare a casa? Oppure che non va d’accordo con il suo collega? Non è un problema secondario.
Tempo fa, l’Osservatorio human resource practice del Politecnico di Milano ha condotto un’indagine su 195 aziende e mille lavoratori. Risultato: il 39% delle imprese tradizionali non riesce ad attrarre le persone giuste e, quello che è peggio, il 91% di lavoratori si trova male nella propria azienda. Questo scontento cronico è anche alla base della valanga di dimissioni di centinaia di migliaia di dipendenti (secondo alcune stime sarebbero circa 2 milioni in Italia). Sempre i ricercatori del Polimi indicano che per una persona che si convince a cambiare lavoro, ce ne sono altre nove che vorrebbero imitarli, ma per ragioni diverse non lo fanno. Insomma, nelle aziende italiane c’è un forte desiderio di cambiamento. Le turbolenze dell’economia sono uno dei freni a un esodo di massa, ma con un mercato del lavoro più dinamico le dimissioni volontarie sarebbero probabilmente molte di più. Recentemente, indica l’analisi, nel 69% delle aziende è aumentato il tasso di turnover. E su questa variazione hanno pesato le dimissioni volontarie (87%), seguite dai pre-pensionamenti e da pensionamenti (36%) incentivati anche per favorire il ricambio generazionale.
Se i lavoratori non si sentono coinvolti, vorrebbero andarsene, ma sono costretti loro malgrado a continuare a stare in azienda, il servizio fornito sarà scadente. I dipendenti, insomma, per l’azienda sono un investimento che non rende quanto dovrebbe e potrebbe. Perché accade questo? In buona parte, sostengono gli esperti, avviene a causa del disallineamento tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. E questo è dovuto al fatto che le aziende appaiono vecchie, superate, poco attrattive, ingessate. Non è solo questione di soldi. Come quando un famoso chef si lamenta di non trovare giovani che vogliono passare il week end e le serate a tagliare zucchine. Ma perché un ventenne dovrebbe essere attratto dal pulire la verdura per uno stipendio basso? Le aziende devono imparare a investire sui propri dipendenti. Bonus, premi, incentivi, formazione, coinvolgimento, struttura organizzativa flessibile, tecnologia, team building: sono temi che anche un’azienda di piccole dimensioni non può più tralasciare. Essere forti all’interno significa affrontare meglio l’esterno. E di questi tempi ce n’è un gran bisogno.