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La fabbrica del Duomo e il Pnrr

Lavori in corso
Lavori in corso

Il Pnrr come la fabbrica del Duomo. Spiegazione per i non-milanesi: è un modo di dire che si riferisce all’edificazione della cattedrale della città, durata secoli, con continui adattamenti. Lungo come la fabbrica del Duomo indica, insomma, un lavoro interminabile. Per il Piano di resilienza, partito con una dote di 220 miliardi forniti dall’Europa, il paragone sembra calzare perfettamente, anche se va tutto discretamente peggio.

Il governo ha presentato il 19 maggio la quinta revisione tecnica del Pnrr, da presentare a Bruxelles, nella speranza di ottenere un via libera. Ma il bello è che queste modifiche non saranno neppure le ultime, nonostante ci sia poco più di un anno al termine finale di chiusura. Per l’autunno si preannuncia già la richiesta di rimodulare misure come Transizione 5.0 e gli interventi nei settori del turismo, lavoro e inclusione sociale. In ogni caso, le nuove richieste di modifica non sono marginali: riguardano 107 Milestone e Target (rilevanti per 96 investimenti e 11 riforme), cioè il 30% di quelli ancora da realizzare. Dopo quattro anni dal via, quindi, il governo in vista della chiusura dei termini chiede di modificare quasi un terzo del Piano. E dire che l’ex ministro al Pnrr, Raffaele Fitto, è oggi vice presidente della Commissione Ue.

Le modifiche hanno un obiettivo, consentire di raggiungere gli impegni (i nuovi) entro la scadenza del 2026 e concentrare le risorse dove possono si possono ottenere risultati immediati. Le tante modifiche richieste che, tra l’altro, sono necessarie per ottenere le prossime rate di finanziamento, comprendono lo spostamento di circa 1,2 miliardi destinati in partenza alla missione Rivoluzione verde e transizione ecologica, mentre in quella Infrastrutture per una mobilità sostenibile sono state finanziate misure per 279 milioni, ma contemporaneamente definanziate altre per 358 (cioè l’obiettivo avrà a disposizione 79 milioni in meno). È stata invece aumentata la dotazione della missione RePower-Eu, ma di soli 15 milioni.

Ricarica di auto elettrica
Ricarica di auto elettrica

Nella missione Rivoluzione verde e transizione ecologica, per esempio, una delle maggiori modifiche riguarda le infrastrutture di ricarica elettrica per le auto: i punti previsti scendono da 21.355 a 12 mila e il finanziamento da 741 a 144 milioni. I 597 milioni tagliati sono stati dirottati a un nuovo programma di incentivi per acquistare auto. Che però, curiosamente, in teoria dovrebbero essere sempre più elettriche, ma avranno meno colonnine di ricarica a disposizione. Un altra modifica alla stessa missione del Pnrr riguarda le misure per incentivare di più biometano e meno l’idrogeno. Circa 640 milioni sono quindi stati spostati sul gas bio, con l’obiettivo di raggiungere una produzione annua di 2,3 miliardi di metri cubi entro giugno 2026. Un’altra modifica riguarda l’accesso ai fondi per le Comunità energetiche, che ora è stato esteso a tutti i comuni sotto i 50 mila abitanti (prima il limite era sotto 5 mila). Nella speranza che le Cnr decollino: finora l’imbuto è stata la procedura burocratica. È stato ridotto anche il numero di Target e Milestone, ma garantito l’impegno del 100% delle risorse attraverso Invitalia.

Lavori in corso
Lavori in corso

Da citare, tra le altre modifiche, anche quella che riguarda la missione Istruzione e ricerca, che prevede per 1,2 miliardi la costruzione di 60 mila posti in alloggi per universitari in trasferta. È pronta la riconferma con il sistema del cofinanziamento pubblico-privato e un contributo di 20 mila euro per posto letto, ma se entro giugno 2026 non saranno firmate le convenzioni con soggetti attuatori si rischia di perdere la finestra temporale e il finanziamento. Per questo ora l’obiettivo del governo non è più completare le opere (ormai è troppo tardi) entro il 2026, ma solo stipulare contratti vincolanti per l’intera copertura finanziaria. Altro che fabbrica del Duomo.

Rigenerazione dell’ex Polverificio a Scafati vicino Pompei

rigenerazione ex Polverificio Scafati

Lentamente, ma qualcosa si muove sul fronte della rigenerazione. Una delle case history più significative, che attende però ancora il lieto fine, è quella che riguarda la rigenerazione dell’ex Polverificio di Scafati che si trova vicino al Parco Archeologico di Pompei (Napoli).

Il complesso, per dimensioni, posizione e vocazione architettonica, culturale e agricola, ha tutti gli elementi per poter avviare un progetto di sviluppo che ne valorizzi le potenzialità turistiche, culturali e sociali.

La Real Polveriera di Scafati è sorta sotto Ferdinando II di Borbone con l’obiettivo di creare uno stabilimento per la produzione della polvere da sparo per il Regno delle Due Sicilie.

rigenerazione ex Polverificio Scafati

Per ora il progetto per riqualificare e rigenerare l’area vede un accordo sottoscritto a fine gennaio tra Agenzia del Demanio, Regione Campania, Ente Parco Regionale del Fiume Sarno, e Università degli Studi di Salerno.

L’intesa segue l’accordo firmato nel marzo 2024 per avviare iniziative che favoriscano la creazione di un ecosistema a carattere culturale, restituendo al territorio una vocazione complessiva di attrattore per un turismo culturale e sostenibile che accresca le potenzialità di sviluppo dell’intera area.

Insomma, ci è voluto quasi un anno per compiere un ulteriore passo, ma almeno l’iniziativa non è rimasta lettera morta.

L’intesa raggiunta prevede il coinvolgimento, a partire dalle fasi progettuali, di imprenditori e investitori privati interessati a operazioni di partenariato nell’area archeologica. Sul web è già stato pubblicato un avviso aperto di consultazione di mercato, di cui l’Ente Parco Archeologico di Pompei è soggetto proponente.

La collaborazione pubblico-privato servirà a raccogliere da imprenditori e investitori italiani e internazionali proposte per un piano di rigenerazione complessiva dell’area ad alta valenza ambientale e culturale in continuità con le strategie già poste in essere per gli altri siti e aree verdi del Parco Archeologico di Pompei.

Si tratta di un’area di circa 15 ettari pressoché rettangolare su cui insistono numerosi edifici di diverse epoche (circa 29 mila metri quadrati coperti, 173 mila metri cubi di volumetrie complessive tra le parti storiche da preservare e quelle più moderne suscettibili anche di nuove riconfigurazioni) inseriti all’interno di un’area verde, il parco, caratterizzata da due viali di platani e verdeggianti tratti secondari.

Oggi il sito è già utilizzato per fiere di settore e accoglie un progetto di agricoltura sociale, che vede impegnati giovani del territorio nella coltivazione e produzione di prodotti della terra.

Il grande spazio verde urbano, assieme agli edifici, si presta quindi a essere trasformato in un Parco tematico green, con strutture turistico-ricettive, laboratori per la ricerca sulla sostenibilità ambientale, spazi destinati ad attività agroalimentari, culturali ed esperienziali in connessione con l’area archeologica di Pompei.

di Paolo Caliari

Horti Milano: restauro con il sistema a secco Gypsotech di Fassa Bortolo

sistema a secco Gypsotech

Immerso in un contesto verde e storico, il complesso Horti Milano ospita oggi 82 appartamenti di lusso e due unità multifunzionali. Studiato per garantire elevate prestazioni in termini di acustica, resistenza al fuoco, meccanica e isolamento termico, il sistema a secco Gypsotech di Fassa Bortolo è stato scelto per la realizzazione di contropareti, pareti e controsoffitti interni, oltre che dei divisori tra gli alloggi.

Esterno del complesso residenziale Morti Milano.

Per la realizzazione di contropareti, pareti e controsoffitti interni sono state impiegate le lastre Gypsotech STD tipo A e Gypsotech GypsoLignum tipo DEFH1IR. Quest’ultima garantisce in un’unica soluzione elevate prestazioni acustiche, antincendio, di resistenza meccanica e di basso assorbimento d’acqua.

Nelle compartimentazioni dei vani scale è stata invece impiegata la lastra Gypsotech Focus tipo DFI, ottimizzata contro il fuoco grazie a speciali additivi presenti nel nucleo di gesso.

 

Le pareti divisorie tra alloggi sono state realizzate con una struttura a doppia orditura con Gypsotech Gypso Lignum all’interno e Gypsotech Gypso Arya Hd tipo DI all’esterno. Quest’ultima è caratterizzata da elevata densità e da un’innovativa formulazione capace di ridurre fino all’82% della formaldeide presente negli ambienti, migliorando così la qualità dell’aria interna.

Le lastre Gypsotech

Gypsotech STD tipo Alastra base per normale utilizzo.

Gypsotech GypsoLIGNUM tipo DEFH1IRlastra speciale classificata come DEFH1IR secondo la norma EN 520 con densità superiore a 1000 kg/m3, nucleo con coesione migliorata nei confronti dell’incendio, resistenza all’impatto superficiale, ridotta capacità di assorbimento dell’acqua e resistenza meccanica migliorata.

GypsoLIGNUM è costituita da una carta esterna ultrabianca ad alta resistenza e da un impasto di gesso con additivi speciali nel nucleo di gesso, quali fibra di vetro, vermiculite, idrofuganti e farina di legno a granulometria differenziata.

Gypsotech FOCUS tipo DFI: lastra a coesione del nucleo di gesso migliorata nei confronti dell’incendio, grazie alla presenza di additivi speciali nel nucleo di gesso, fibra di vetro e vermiculite. Sono identificabili dal colore rosa dello strato di carta esterno che rimane a vista.

Gypsotech GypsoARYA HD tipo DI: lastra DI secondo EN 520, con densità controllata superiore a 800 kg/m3 ed elevata resistenza all’impatto e ad alto contenuto tecnologico che, grazie all’innovativa formulazione, capta e trasforma la formaldeide presente all’interno degli ambienti in composti stabili e innocui. Da prove eseguite, l’innovativa formulazione della lastra permette di assorbire fino all’82٪ della formaldeide presente all’interno dei locali.

di Sara Giusti

Con Mapei Color la scelta è multisensoriale

Mapei Color
Mapei Color

Si chiama Mapei Color: è un innovativo progetto per avvicinare progettisti, rivenditori e clienti finali, al proprio mondo delle pitture murali lanciato dalla multinazionale milanese. Un approccio definito rivoluzionario al colore di interni ed esterni, in un’esperienza integrata tra mondo fisico e digitale, pensata per professionisti e committenza. Mapei Color segna un’evoluzione negli strumenti per la scelta del colore, frutto di una lunga tradizione che inizia nel 1937 con la pittura murale Silexcolor, per arrivare all’innovativa linea di finiture per interni Dursilite. Il nuovo progetto integra strumenti espositivi innovativi per i punti vendita con un’esperienza digitale coinvolgente, guidando architetti, designer e clienti finali alla scoperta di un universo cromatico inedito legato alle pitture murali. In un mercato dove il colore è sempre più centrale nel processo progettuale, Mapei Color eleva la scelta delle tinte da semplice preferenza estetica a protagonista di un percorso che coniuga tecnologia, funzionalità e design. Il progetto nasce dalla collaborazione con Baolab, laboratorio di design industriale specializzato in Cmf Design (colori, materiali e finiture).

Sono state selezionate 24 tinte chiave, da cui si sviluppa un flow cromatico strutturato con 168 colori e oltre 300 combinazioni totali, pensate per esaltare la vivacità e la potenza visiva delle pitture selezionate, offrendo una gamma ampia ma coerente di possibilità cromatiche che valorizzano gli ambienti.

Il progetto Mapei Color nasce dalla collaborazione con Baolab, laboratorio di design industriale specializzato in Cmf Design (colori, materiali e finiture)
Il progetto Mapei Color nasce dalla collaborazione con Baolab, laboratorio di design industriale specializzato in Cmf Design (colori, materiali e finiture)

Esperienza fisica

La componente fisica di Mapei Color si concretizza in una parete di colori pensata per punti vendita e showroom, di grande impatto visivo. Questo sistema espositivo valorizza l’intera collezione di pitture murali attraverso l’esposizione della gamma di colori Mapei, presentandoli in un autentico flow cromatico. La modularità della parete permette di personalizzare gli strumenti espositivi in base alle esigenze specifiche degli spazi.

L’esperienza si estende anche al digitale con uno strumento interattivo disponibile sul sito Mapei, fruibile sia da desktop che da mobile, che consente di esplorare le infinite possibilità cromatiche e creare accostamenti personalizzati per trasformare e valorizzare gli ambienti. Ogni tinta è accompagnata da una suggestione verbale che arricchisce il racconto cromatico, offrendo un’esperienza emozionale e intuitiva per professionisti e appassionati.

Mapei Color
Mapei Color

Strumento professionale

Oltre a esplorare le tinte disponibili, all’interno del tool è possibile scaricare tutte le librerie colore Mapei in diversi formati, compatibili con i principali software di progettazione. Gli addetti ai lavori possono inoltre contare sul supporto tecnico dedicato degli specialisti Mapei. Il sistema offre anche ai privati un’esperienza intuitiva e stimolante, permettendo a chiunque di sperimentare accostamenti e soluzioni cromatiche personalizzate. Mapei Color si propone come un alleato completo per progettisti, designer e per gli utenti finali che desiderano valorizzare i propri spazi attraverso il colore.

Bergamo capitale dell’edilizia

Bergamo
Bergamo

Bergamo capitale dell’edilizia. L’opinione comune è confermata da un report di Unioncamere: nella città orobica 12 neoassunti su cento lavorano nell’edilizia. L’indagine delle camere di commercio indica anche che, con 47.500 addetti, Bergamo è la seconda provincia lombarda per numero di lavoratori, dietro solo a Milano, che ne ha 123 mila. Eppure i numeri non dicono tutto: in realtà il settore soffre di una forte carenza di manodopera qualificata. Secondo il presidente di Ance Bergamo, Renato Guatterini, «il problema di trovare manodopera resta, si fatica a reperire competenze».

Bergamo
Bergamo

Smart home in Italia: mercato da oltre 1 miliardo nel 2025

mercato smart home Italia

Quanto vale in Italia il mercato della smart home? La risposta arriva dallo studio dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, secondo cui per il 2025 il valore è pari o superiore a 1 miliardo.

Ma ancora più interessante è la percentuale: mentre alcuni settori relativi alla casa potrebbero scontare un anno negativo, per la nota frenata post superbonus e una situazione economica sfavorevole, la home automation nel 2024 ha visto una crescita del +11%, che secondo l’analisi del Polimi potrebbe continuare allo stesso ritmo nei prossimi mesi.

D’altra parte, le cifre che sostengono questa previsione derivano dal trend del giro d’affari. Lo scorso anno il mercato ha raggiunto i 900 milioni contro gli 810 dell’anno precedente e rispetto ad altri mercati europei l’Italia corre quasi il doppio come incremento.

Anche se bisogna aggiungere che si tratta di un boom a scoppio ritardato, visto che in Italia la spesa pro capite è circa la metà con 15,5 euro per abitante rispetto i 32,5 della media Ue. In ogni caso, la crescita c’è.

I prodotti più richiesti nel mercato smart home in Italia, sempre secondo l’analisi dell’Osservatorio, sono quelli per la sicurezza (videocamere, sensori per porte e finestre, serrature connesse), con il 28% della spesa: il settore vale 250 milioni, oltre un quarto del business totale.

Seguono gli elettrodomestici smart (19%), dispositivi per l’efficientamento energetico (termostati, valvole termostatiche e condizionatori connessi) con il 16%, gli assistenti vocali (14%).

Un aspetto sorprendente riguarda, invece, la connessione in rete, che secondo questa analisi è presente nel 60% delle case, ma solo nel 40% i dispositivi sono connessi.

Inutile aggiungere che anche per la casa smart si attendono miracoli dall’intelligenza artificiale, con nuovi servizi e integrazione con soluzioni di Ai.

Uno strumento che servirà anche alle aziende per fidelizzare i propri clienti, per garantire un’esperienza sempre più personalizzata e creando valore grazie ai dati raccolti.

Due sono, invece, gli aspetti tecnici di cui tenere conto: lo standard Matter, il sistema operativo adottato dai big dell’elettronica, che consente a dispositivi di diverse marche di interoperare, e l’arrivo del Data Act, il regolamento Ue applicabile dal prossimo settembre che punta a creare un mercato unico dei dati in Europa: avrà un riflesso anche sugli oggetti smart in casa.

di Giuseppe Rossi

Le soluzioni di edilizia leggera a secco Knauf per il primo edificio Active House in Italia

Il progetto RenovActiv-ITA realizzato a Brembate di Sopra (BG), grazie al contributo delle soluzioni a secco Knauf.

Il progetto RenovActiV-Ita è il primo in Italia a ottenere l’attestato di qualità per un fabbricato bifamiliare vicino a Bergamo, grazie alle soluzioni di edilizia leggera a secco per le partizioni e il controsoffitto.

Comfort, energia e ambiente sono gli obiettivi dell’approccio Active House, protocollo internazionale sviluppato in Danimarca e ormai presente in ogni continente del mondo, che si concentra sulle prestazioni di edifici piccoli, palazzine e uffici.

Il progetto RenovActiV-Ita introduce il primo caso di riqualificazione certificata Active House (marchio di qualità mondiale per edifici confortevoli e sostenibili) nel nostro Paese e coinvolge la metà esatta di un fabbricato bifamiliare situato a Brembate di Sopra (Bergamo).

All’intervento, realizzato da Vanoncini, hanno contribuito le soluzioni di edilizia leggera a secco Knauf che, grazie alla loro versatilità, hanno garantito la realizzazione di tutte le soluzioni tecniche previste dal progetto, realizzato con la collaborazione del professor Marco Imperadori del Politecnico di Milano e Gunther Gantioler, esperto del protocollo Active House.

Il progetto

L’edificio di tre piani, realizzato nel 1983, prevedeva un telaio strutturale in cemento armato con tamponamenti in doppio laterizio, solai e copertura latero-cementizi e coibentazione termica limitata a pochi centimetri in pannelli di poliuretano espanso.

Obiettivi dell’intervento sono stati la riqualificazione dell’involucro termico con la relativa risoluzione dei ponti termici, utilizzando isolanti termo-riflettenti sottili e alveolari, isolanti in fibre di poliestere riciclate Pet, fibre di legno, lane minerali, vetro cellulare e coibenti a cellule chiuse, quali Eps e Xps.

Grande attenzione è stata prestata anche allo studio dell’illuminotecnica e della corretta ventilazione degli spazi interni, così da garantire il massimo comfort indoor per tutti gli abitanti della casa.

In questo caso è stata prevista l’installazione di un sistema di ventilazione meccanica controllata (Vmc), così come cinque nuovi lucernari Velux per sfruttare al meglio la luce zenitale in tutti i locali, trasformando completamente la qualità luminosa e percettiva degli spazi.

Nel vano scala interno, che collega il piano terra con il piano superiore, è stato inoltre inserito un nuovo grande lucernario (90×160 centimetri) che consente di generare un camino di luce e ventilazione per entrambi i piani.

Infine, l’intervento di riqualificazione ha visto l’installazione di sistemi di ombreggiatura dinamici, sistemi di ventilazione ibrida e impianti per la produzione di energia rinnovabile.

Soluzioni Knauf per la riqualificazione RenovActiV-Ita

Nel cantiere di Brembate di Sopra ogni tipo di esigenza progettuale è stata risolta grazie alle soluzioni Knauf.

Per le partizioni interne, realizzate mediante contropareti autoportanti con orditura metallica in acciaio zincato 50/75 millimetri (nello spessore di 0,6 millimetri), sono state utilizzate le lastre Diamant Knauf da 12,5 millimetri, isolate con pannelli di fibra di poliestere (spessore 40 millimetri, densità 20 kg/mc, lambda 0,04 W/mK) quali contributo termico e acustico al sistema.

Riqualificazione Active House Knauf
Riqualificazione Active House Knauf

Inoltre, sempre con la necessità di coibentare al meglio in spazi ridotti, sono stati integrati iperisolanti termoriflettenti sottili multistrato da 45 millimetri, con resistenza termica da 2,75 m2K/W. Questi materiali coibenti, di origine aerospaziale, generano una borsa termica continua e impermeabile al vapore sul retro delle partizioni Knauf stratificate a secco.

Nel caso delle contropareti tra vano sottotetto e vano tecnico è stato adottato, in luce alle orditure metalliche, un coibente termoriflettente alveolare di nuova generazione, da 50 millimetri e lambda da 0,031 W/mK.

Per quanto riguarda le partizioni interne orizzontali, invece, sono state adottate diverse soluzioni di controsoffitto, ciascuna adatta a soddisfare differenti requisiti di performance.

Nel dettaglio, per i controsoffitti autoportanti con orditura in acciaio zincato (da 0,6 millimetri) sono state utilizzate soluzioni semplici e schienati con profili da 50 o 75 millimetri orizzontali ancorati nelle guide perimetrali, fissate a loro volta a parete, che presentano all’interno sempre fibra di poliestere in pannelli. Nel lato inferiore dell’orditura, desolidarizzata dal solaio esistente, è stato utilizzato un rivestimento con singola lastra Diamant Knauf da 12,5 millimetri.

I controsoffitti antisfondellamento, in aderenza ai travetti del solaio latero-cementizio mediante distanziatori universali Knauf, sono composti da singola orditura 50/27 in acciaio zincato, rivestita sempre da una singola lastra Diamant Knauf.

I controsoffitti sono stati progettati anche per esigenze di integrazione impiantistica, caratterizzata dalle canalizzazioni e dalle bocchette terminali di mandata e ripresa della ventilazione meccanica controllata (Vmc).

Per le stesse esigenze impiantistiche, le contropareti perimetrali esterne, realizzate con sistema Aquapanel Knauf, sono state progettate per realizzare vani tecnici in grado di ospitare i canali e la coibentazione termica necessaria ottimizzando gli ingombri.

Il sistema Aquapanel è stato realizzato utilizzando un’orditura metallica da 75 millimetri in zinco magnesio MgZ (da 0,8 millimetri di spessore) con interposta lana minerale Knauf Insulation da 80 millimetri (densità 100 kg/mc), telo Aquapanel Water Resistive Barrier e lastra Aquapanel Outdoor da12,5 millimetri.

La superficie è stata successivamente rasata nei giunti con Aquapanel Joint Filler e rivestita dal sistema cappotto termico in Eps grigio previsto all’esterno dell’involucro massivo esistente.

di Sara Giusti

Sistemi Zero Mapei: prodotti a CO2 compensata per un’edilizia più sostenibile

Mapei, forte del suo ruolo di riferimento nel settore e del suo impegno per un’edilizia sempre più sostenibile, offre sul mercato i Sistemi Zero*: un insieme di soluzioni a CO2 compensata, pensate per rispondere alle diverse esigenze del mercato, nel pieno rispetto dell’ambiente.

L’obiettivo di questi sistemi, e di tutta la linea Zero di Mapei, è quello di compensare le emissioni residue di CO₂ generate durante la produzione dei prodotti, attraverso l’acquisto di crediti di carbonio certificati per sostenere progetti di riforestazione e conservazione della biodiversità.

I Sistemi Zero si caratterizzano per la loro capacità di offrire risposte specifiche e complete alle esigenze di costruzione e ristrutturazione. Ogni sistema è progettato per affrontare le sfide quotidiane del settore edilizio combinando durabilità, qualità ed elevate prestazioni con un ridotto impatto sull’ambiente.

Tra i principali sistemi proposti da Mapei, troviamo soluzioni per diverse tipologie di intervento:

  • Sistema per l’impermeabilizzazione e la posa di ceramica in bagni e locali umidi: questa soluzione, studiata per ambienti di nuova costruzione e ristrutturazione ad alta umidità, garantisce la protezione dalle infiltrazioni d’acqua mantenendo elevate le performance tecniche.
  • Sistema per la posa di ceramica su pavimentazione esistente o di nuova costruzione anche di grande formato performante, sicura e duratura.
  • Sistema per il ripristino rapido e la protezione di frontalini di balcone ed elementi in calcestruzzo armato: si tratta di un tipo di intervento mirato per la protezione di superfici esistenti esposte agli agenti atmosferici, che combina sostenibilità e durabilità.
  • Sistema per il risanamento di murature interessate dall’umidità di risalita con intonaco deumidificante macroporoso a base di calce idraulica naturale, esente da cemento e con finitura traspirante ai silossani: una soluzione completa e innovativa che rispetta l’ambiente grazie all’uso di intonaci naturali, esenti da cemento, e a una finitura traspirante che favorisce la salubrità delle murature.
  • Sistema per l’impermeabilizzazione e la posa di ceramica su balconi e terrazze esistenti o di nuova costruzione: progettato per assicurare un’efficace protezione di balconi e terrazzi dagli agenti atmosferici.
  • Sistema CRM per il consolidamento di murature meccanicamente deboli, con intonaco strutturale “armato” a base di calce idraulica naturale e finitura silossanica traspirante: CRM System – Mapenet EMR è l’unico sistema di rinforzo con intonaco armato certificato CVT e EPD progettato con formule ottimizzate per ridurre l’impatto sull’ambiente. Adatto sia per murature interne che esterne.

Il benessere degli individui al centro

La scelta di sviluppare questi sistemi risponde alla crescente domanda di edifici sempre più sicuri, salubri e rispettosi dell’ambiente. Con i Sistemi Zero ogni aspetto della costruzione è progettato per ridurre l’impatto ambientale, utilizzando materiali che, pur offrendo alte prestazioni, sono concepiti per garantire spazi salubri, sicuri e sostenibili per chi li vive.

Mapei, con il suo impegno costante verso l’ambiente e il benessere degli individui, propone oggi un’edilizia che guarda al futuro, dove ogni scelta progettuale contribuisce in modo tangibile alla salvaguardia del nostro pianeta e alla qualità della vita delle persone.

 *Questi prodotti fanno parte della Linea Zero di Mapei. Le emissioni di CO₂ misurate lungo il ciclo di vita dei prodotti della linea Zero per l’anno 2024 tramite la metodologia LCA, verificate e certificate con le EPD, sono compensate con l’acquisto di crediti di carbonio certificati per supportare progetti di protezione delle foreste. Un impegno per il pianeta, le persone e la biodiversità. Per maggiori dettagli sul calcolo delle emissioni e sui progetti di mitigazione climatica, finanziati tramite i crediti di carbonio certificati, visita la pagina zero.mapei.it

Il Gruppo Made cresce in Sicilia e Campania

Patrizia Pesce, Vincenzo e Romina Marotta di MaPe di Policastro Bussentin
Patrizia Pesce, Vincenzo e Romina Marotta di MaPe di Policastro Bussentin

Nuove adesioni al Gruppo Made. In Sicilia oggi le rivendite sono 30, con 31 punti vendita: l’ultimo ingresso è quello della Visobloc di Belmonte Mezzagno (Palermo). Si tratta di una società presente sul mercato dal 1978 (all’inizio anche come produttrice di blocchi in cemento) che negli anni si è saputa strutturare in modo sempre più completo per essere oggi una realtà che fa della diversificazione della sua offerta un’arma vincente. Il punto vendita gestito dal titolare, Nirko Barrale, è in grado di soddisfare le esigenze dei clienti dalle fondamenta alle finiture interne: edilizia tradizionale, leggera, colore, resine, ceramiche e rubinetterie con una showroom dedicata, materiale elettrico e per la termoidraulica. Fra i servizi più apprezzati c’è la consulenza professionale e tecnica, dove ogni settore è presidiato da un collaboratore esperto e specializzato.

I motivi della scelta di entrare in Gruppo Made da parte di Visobloc ricalcano molto quelli degli altri colleghi siciliani: la possibilità di condividere un’insegna comune nel pieno rispetto della storicità della rivendita, una maggiore visibilità all’interno del mercato insulare, la possibilità di far parte di un Gruppo nazionale che mette a disposizione delle rivendite aderenti la varietà e la qualità dei suoi servizi, certamente non ultimo quello che riguarda la formazione professionale, uno dei fiori all’occhiello di Gruppo Made.

Un altro valore molto apprezzato è la possibilità di interfacciarsi non solo con i colleghi siciliani, ma anche con quelli di altre regioni d’Italia per la condivisione delle esperienze e per sentirsi, una volta di più, parte di un grande Gruppo.

Il trend di crescita di Made nel Sud Italia è confermato anche dal recente ingresso della rivendita MaPe di Policastro Bussentino (Salerno) una rivendita a carattere familiare presente sul mercato da circa 40 anni, e giunta alla seconda generazione di imprenditori. Conosciuta e apprezzata nel territorio per la sua specializzazione nel settore del legno, negli anni ha ampliato la sua offerta con i materiali per l’edilzia tradizionale, oltre a una show-room di porte da interno. Vincenzo e Romina Marotta hanno scelto Gruppo Made, un’idea accarezzata da tempo, per rafforzare la loro presenza sul mercato, affiancando il loro nome a quello del Gruppo, oltre che per utilizzare i servizi con l’obiettivo di crescere.

Carte da parati: cinque proposte tra materiali pregiati e tecnologie avanzate

Carte da parati di lusso
Giverny

La decorazione d’interni si fa sempre più sofisticata grazie alle nuove collezioni di carte da parati presentate nella rubrica Luxury Goods in Showroom della rivista YouTrade.

Brand come WallPepper, Inkiostro Bianco, Ambientha, Tecnografica e Aldo Verdi offrono soluzioni artistiche, personalizzate e realizzate con materiali pregiati e tecnologie avanzate.

3. Ambientha

Rivestimenti di qualità, carte da parati esclusive e lavorazioni Made in Italy. È questo quello che offre Ambientha, ovvero prodotti creati per vivere il piacere del quotidiano.

L’ispirazione di artisti e designer alimenta il catalogo di nuove creazioni, per arricchire il fascino degli spazi di ogni abitazione. La collezione 2024 è un omaggio all’arte. 

Torre Aura Maris (Salerno): 19 piani con i sistemi a secco Siniat

Solidtex Wall System

Alta 72 metri per un totale di 19 piani, Torre Aura Maris è un edificio residenziale che si erge nell’ultimo tratto del lungomare di Salerno. L’intera struttura è stata progettata e realizzata mediante i sistemi costruttivi a secco solidtex wall system di Siniat, utilizzati sia per le pareti di tamponatura esterna, sia per i divisori interni.

Una scelta progettuale guidata dall’attenzione al comfort abitativo degli spazi e da motivazioni di natura strutturale.

Torre Aura Maris
Vista dalla torre Aura Maris.

Il progetto

Progettata dall’architetto Roberta Pastore e dall’ingegnere Michele Lubritto, la struttura è stata realizzata dalla Costruzioni Allegretti, azienda di Castel San Giorgio (Salerno).

Gli appartamenti sono organizzati per fornire una vista panoramica sull’intero golfo e poter vivere gli spazi esterni grazie ad ampie terrazze, disposte su ogni piano dell’edificio attraverso un sapiente gioco di rientranze e sbalzi architettonici.

Meno materiale con solidtex wall system

Grazie a solidtex wall system di Siniat è stato possibile ridurre il quantitativo di materiale necessario per la realizzazione delle pareti interne rispetto alla muratura tradizionale, garantendone al contempo la stessa solidità e robustezza.

La lastra solidtex indoor in particolare, grazie alla sua elevata densità, ha permesso agli inquilini di arredare e personalizzare l’appartamento a proprio piacimento senza pensieri, grazie alla sua eccellente resistenza ai carichi sospesi (per il fissaggio di pensili, mensole, armadietti) in qualsiasi punto della parete.

Solidità e isolamento

Realizzare edifici a grandi altezze comporta l’adozione di scelte costruttive innovative, in particolare per ridurre i carichi permanenti della struttura e per resistere alle sollecitazioni sismiche, condizioni ampiamente gestite con i sistemi certificati Siniat.

Un ulteriore vantaggio dei sistemi a secco è il minore quantitativo di materiale necessario per la realizzazione delle pareti: grazie alla gamma di prodotti solidtex di Siniat è stato possibile realizzare murature con un elevato grado di solidità e durabilità.

L’impiego dei sistemi a secco Siniat ha inoltre consentito ai progettisti di definire soluzioni a elevate prestazioni acustiche e termoisolanti, contribuendo alla certificazione degli alloggi in classe energetica A+.

Tutto questo senza perdere di vista la sostenibilità ambientale dell’intervento, grazie all’impiego di lastre al 100% riciclabili e dall’elevato contenuto di riciclato, maggiore del 15% per ogni prodotto.

Inoltre, l’attivazione del servizio PregyGreenService di Siniat ha consentito di recuperare oltre 40 tonnellate di rifiuti da lavorazione di pannelli a base gesso, da poter reimmettere nel ciclo produttivo di nuove lastre.

La scheda

Torre Aura Maris
LocalitàSalerno
Settoreresidenziale
Appaltatore o ImpresaCostruzioni Allegretti dei Fratelli Allegretti (Castel San Giorgio, Salerno)
Studio di progettazioneArch. Roberta Pastore, Ing. Michele Lubritto
Breve Descrizionetorre residenziale di 19 piani e 72 metri di altezza, con locali commerciali al piano terra e attici in copertura

di Sara Giusti

Bagattini acquisisce Rcl

Da sinistra, da Sx Filippo, Guido, Lorella e Andrea Bagattini
Da sinistra, da Sx Filippo, Guido, Lorella e Andrea Bagattini

Bagattini acquisisce la divisione masselli e blocchi della Rcl, azienda di Gorlago (Bergamo). Rcl è un’azienda attiva in ambito edile lombardo, con un’esperienza pluriennale consolidata nei servizi di fornitura e posa di pavimentazioni e murature in calcestruzzo. L’acquisizione di Rcl si inserisce in un ampio programma pluriennale di incremento sia della capacità produttiva che dei servizi alla clientela che Bagattini prevede di proseguire anche nei prossimi anni.

Con questa importante acquisizione, la Bagattini di Zandobbio (Bergamo), gruppo specializzato nella produzione di pavimentazioni per esterni in calcestruzzo, amplia ulteriormente l’offerta di servizi diretti alla propria clientela per quanto riguarda la realizzazione diretta dei lavori in opera delle pavimentazioni per esterni e si inserisce con decisione e professionalità anche nella fornitura in opera delle murature in calcestruzzo.

Filippo, Guido, Lorella e Andrea Bagattini
Filippo, Guido, Lorella e Andrea Bagattini

«Ringrazio Massimo e Federico Azzolin, insieme a tutto il personale Rcl, per l’ottimo lavoro svolto finora», commenta il Ceo dell’azienda, Guido Bagattini. «La scelta aziendale di puntare su qualità e innovazione, sia dal punto di vista produttivo che nei servizi offerti alla clientela a 360 gradi è risultata vincente; un significativo incremento di quote di mercato per il nostro marchio, che, grazie alla decisa crescita degli ultimi anni, ci ha portati a divenire il punto di riferimento nel settore delle pavimentazioni per esterni».

I controtelai per cartongesso Eclisse Unico per una dimora ottocentesca

Controtelai per cartongesso Eclisse
Porte scorrevoli a scomparsa in legno di noce massello

Curata dall’architetto Giansilvio Girardi, che ha valorizzato la struttura ottocentesca nel rispetto della storia e del territorio, Casa Pilat a Miane (Treviso) si distingue per il suo restauro che fonde tradizione e modernità. I varchi in legno di noce massello, verniciati di bianco, sono stati installati con i controtelai per cartongesso Eclisse Unico.

Il progetto Casa Pilat 

Immersa tra le colline venete, la residenza Casa Pilat è caratterizzata da dettagli originali, come le travi in castagno di 200 anni e i mobili antichi restaurati, che si integrano armoniosamente con soluzioni innovative.

Controtelai per cartongesso Eclisse
Casa Pilat Living Room.

Le porte scorrevoli a scomparsa in legno di noce massello, verniciate di bianco, testimoniano come gli elementi recuperati possano adattarsi alle esigenze contemporanee. Installate con i controtelai per cartongesso Eclisse Unico, queste porte ottimizzano gli spazi e assicurano continuità estetica, rispettando al contempo l’anima artigianale della casa.

Casa Pilat Cantiere
Cantiere con dettaglio sui controtelai Eclisse Unico.

Ogni ambiente di Casa Pilat racconta una storia unica, combinando materiali tradizionali come la pietra d’Istria con tecnologie moderne, tra cui riscaldamento a pavimento, domotica e un impianto fotovoltaico. Questo equilibrio tra passato e futuro rende l’abitazione un esempio di eccellenza nell’architettura sostenibile.

Controtelaio Eclisse Unico

Il controtelaio Eclisse Unico permette di alloggiare una porta a scomparsa ad anta singola.

Adatto a tutti gli ambienti della casa, è particolarmente indicato per bagni e ripostigli, ma anche per cabine armadio o disimpegni perché ottimizza i volumi disponibili, anche quando le metrature sono limitate.

Per murature in cartongesso il controtelaio è disponibile con traversine preforate, un brevetto esclusivo di Eclisse studiato con l’intento di facilitare il lavoro dell’installatore. L’innovativa preforatura della lamiera consente alla vite di penetrare più facilmente nel metallo, velocizzando il fissaggio delle lastre di cartongesso.

Inoltre, la profilatura a coda di rondine e l’incremento della larghezza della traversina migliorano le prestazioni in termini di solidità dell’intera struttura.

La scheda

Casa Pilat
Località: Miane (Treviso)
ProgettoRistrutturazione
StudioGiansilvio Girardi – ITS Architettura
Superficie: 230 mq
Realizzazione: 2023

Fissaggio hold down antisismico per le costruzioni in legno

hold-down-sismico-SHD

Per garantire la massima sicurezza nelle costruzioni in legno situate in zone sismiche, Friulsider (parte del Gruppo Simpson Strong-Tie) ha messo a punto Hold Down Sismico SHD, un sistema di fissaggio innovativo, frutto di un approfondito studio ingegneristico.

Questo prodotto rappresenta una soluzione all’avanguardia per la protezione strutturale contro gli eventi sismici, declinata su un nuovo approccio alla resistenza sismica che si basa sull’interazione tra hold down, ancoranti e viti.

Hold Down Sismico SHD
Hold Down Sismico SHD

Hold Down SHD non è un semplice elemento di fissaggio, ma un componente attivo del sistema strutturale: deve deformarsi in modo controllato e collaborare con gli altri elementi per assorbire le sollecitazioni sismiche ed evitare cedimenti improvvisi.

Il cuore di SHD è la sua sezione a deformazione plastica controllata, che ne garantisce l’elevata duttilità.

Grazie alla sua stretch length controllata, il connettore è in grado di allungarsi fino al 30% prima di rompersi, dissipando così una grande quantità di energia sismica e riducendo lo stress sulla struttura.

Disponibile in tre diverse dimensioni, Hold Down Sismico SHD è studiato nei minimi dettagli per offrire elevati livelli di resistenza.

La finitura con rivestimento in polvere nera garantisce inoltre un’eccellente protezione contro la corrosione, assicurando una lunga durata del prodotto anche in ambienti critici.

Questo hold down è spesso utilizzato in combinazione con l’ancorante metallico ATS Evo e il tassello passante FM-753 Crack, entrambi certificati per la resistenza sismica, creando così un sistema di fissaggio completo e altamente performante.

di Sara Giusti

Mercato dei sistemi di fissaggio: fatturati e utili in aumento

Mercato dei sistemi di fissaggio

Il settore dei sistemi di fissaggio continua a crescere grazie all’evoluzione dei sistemi di costruzione e alla ripresa dell’edilizia. Aumentano i fatturati, e anche la redditività. Ecco la classifica.

Con la crescita dei sistemi di costruzione a secco prosegue l’incremento anche dei prodotti e delle tecnologie costruttive legate a questo comparto. Il settore dei sistemi di fissaggio è uno di questi e beneficia in questi anni dell’aumento della domanda legata alle tecnologie costruttive relative all’efficientamento energetico, ai sistemi a cappotto e all’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti, nei quali il fissaggio è sempre più al centro e di supporto a queste dinamiche di cambiamento strutturale del mercato.

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Sotto il sole prepararsi alla pioggia

Allagamento in città
Allagamento in città

Arriva la stagione delle vacanze al mare, della spiaggia, delle passeggiate in montagna. Quindi, chi mai ha voglia di ricordare quello che è successo in autunno? Pochi. Eppure, sarebbe bene pensare a quello che succederà di nuovo a novembre o anche prima, vista la maggiore intensità dei fenomeni atmosferici. Perché è quando c’è il sole chi bisogna prepararsi alla pioggia. Intendiamoci: nessuno vuole portare jella. È che immaginare i disastri idrogeologici come un fenomeno sfortunato, che può fatalmente capitare (leggi: succederà a un altro, non a me), è proprio sbagliato. L’Italia ha un magnifico territorio colabrodo che si sgretola e farebbe bene a investire più risorse per prevenire alluvioni e frane che, comunque arriveranno puntuali come le tasse. Ma ci si pensa sempre a disastro avvenuto.

Il 93,9% dei comuni italiani (7.423) è a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera
Il 93,9% dei comuni italiani (7.423) è a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera

Eppure, basterebbe riguardare il film degli anni scorsi con le alluvioni in Emilia o le frane che hanno travolto Ischia (altro disastro già passato nel dimenticatoio), le esondazioni che hanno affogato la Toscana. Eppure l’Ispra ha messo a disposizione di tutti la mappa aggiornata del pericolo. In breve: il 93,9% dei comuni italiani (7.423) è a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera. Circa 1,3 milioni di abitanti possono essere coinvolti in frane e 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni. Le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia, e Liguria. Le famiglie a in potenziale pericolo sono quasi 548 mila per frane e oltre 2,9 milioni per alluvioni. Su un totale di oltre 14,5 milioni di edifici, quelli che si trovano in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 565 mila (3,9%), quelli in aree inondabili nello scenario medio sono oltre 1,5 milioni. E si parla di danni diretti alle popolazioni. Ma vogliamo aggiungere anche quelli alle imprese e al patrimonio culturale che, anche a essere insensibili all’arte, è quello che attrae turismo, quindi business?

Allagamento in città
Allagamento in città

Decisori pubblici, distributori, imprese di costruzione e tutti gli stakeholder sanno che si può migliorare. Eliminare la conformazione geologica dell’Italia, insidiata maggiormente dal cambiamento climatico, è impossibile. Ma ridurre i danni è, o dovrebbe essere, obbligatorio. E questo passa anche, occorre ricordarlo, attraverso una migliore capacità di spesa delle Regioni e dello Stato. Autonomia non significa non essere responsabili davanti a un Paese della propria amministrazione. I fondi non impiegati per incapacità di progettare, di appaltare, di prevedere, non sono ammissibili. Le opere di prevenzione del dissesto sono opere speciali perché servono a prevenire danni speciali. Non possono essere dimenticate per convenienza o incapacità. Il supplemento dedicato al drenaggio serve anche a ricordare questo.