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Case in legno Bautiz tra sostenibilità, sicurezza e comfort

Casa in legno

Bautiz, l’azienda vincitrice del premio nZeb, specializzata nella casa in legno, racconta come ha realizzato un’abitazione completamente ecosostenibile, ma anche con un’estetica di design.

Bautiz è un’azienda italiana di Isola del Liri (Frosinone) specializzata nella progettazione e costruzione di edifici in legno, con un focus particolare sulla realizzazione di case che combinano tradizione e innovazione.

L’azienda si distingue per l’approccio artigianale alla lavorazione del legno, materiale che viene trattato con rispetto e cura, e per l’impegno nella ricerca di tecniche costruttive e materiali innovativi.

Pone grande attenzione alla qualità e alla sostenibilità delle proprie costruzioni, mirando a creare edifici durevoli e confortevoli, che promuovano il benessere delle persone e dell’ambiente.

Guidata da Luca Gabriele, dalla moglie Lory e dal fratello Matteo, l’azienda ha realizzato strutture che sembrano uscite da un sogno, proprio come quella che si è aggiudicata il premio nZeb lo scorso gennaio a Klimahouse (ne abbiamo parlato su YouTrade di febbraio): un edificio ad Ariccia (Roma) completamente ecosostenibile, con le protezioni del gruppo ErgePearl, le finestre di Internorm, le pitture Amonn e l’impianto di ventilazione Exrg.

Luca Gabriele fondatore e amministratore di Bautiz
Luca Gabriele, fondatore e amministratore di Bautiz.

Da oltre 20 anni usate il legno per le costruzioni: qual è il plus di questo materiale?

Sembra veramente ieri quando abbiamo iniziato questa avventura, ma basta mettere in fila un po’ di ricordi per vedere quanta strada abbiamo fatto, dalle prime esperienze fino ai risultati che giornalmente otteniamo.

Oggi si considera tradizionale una costruzione in mattoni e cemento armato, ma in effetti non è così.

Nella storia l’uomo ha sempre costruito in legno e pietra: questi materiali effettivamente sono la storia delle costruzioni, anche perché la tecnologia in cemento armato, nei decenni, ha mostrato tutti i suoi limiti, sia di durata che di affidabilità, per non parlare dell’impatto ambientale.

Le costruzioni in legno devono solo riguadagnare quella fetta di mercato che era loro fino agli ultimi anni dell’Ottocento e i primi del Novecento.

Quali sono i vantaggi?

Il legno permette un elevato livello di efficienza e comfort interno sia in estate, sia in inverno.

Con la nostra tecnologia in Xlam, offriamo una grande sicurezza sismica (non dimentichiamo che praticamente tutta l’Italia è a forte rischio sismico) ed è certamente un materiale sostenibile per eccellenza (le foreste si rigenerano e si rinnovano).

Questo richiedono il presente e il futuro quando si fa riferimento alla sostenibilità.

Teniamo sempre presente che stiamo parlando di costruzioni che non necessariamente devono presentare un aspetto estetico visibile del materiale.

Un’abitazione potrebbe essere in legno anche se all’apparenza vediamo la solita estetica: intonaco colorato, mattoncino, rivestimenti estetici vari. Insomma, dimentichiamo di associare al legno l’aspetto della baita di montagna.

Da nicchia a vera e propria fetta di mercato: è un’espansione, quella del legno, destinata a crescere?

Certamente sì, anche se l’espansione dipende molto dalla coscienza culturale che si sta piano piano formando nelle persone.

Possiamo annotare che i clienti che arrivano da noi con le idee chiare, chiedendoci un progetto per una casa con struttura in legno, di solito sono anche persone che si nutrono in modo abbastanza corretto, vivono coscientemente le innovazioni e le utilizzano in modo più intelligente che modaiolo.

La consapevolezza che vivere in una casa Bautiz è salubre, sicuro e confortevole è il vero passo avanti.

Se dobbiamo dare un voto alle innovazioni, queste effettivamente migliorano la vita delle persone, oltre all’aspetto economico, che in ogni caso ha la sua importanza. I costi di gestione di una casa Bautiz sono davvero concorrenziali.

Una casa in legno è davvero duratura?

Partiamo da un punto: Bautiz garantisce la struttura per 30 anni. Il nostro principale pensiero è che il nostro cliente possa godere di quella costruzione ben oltre la sua vita, e che possa continuare anche per le sue successive generazioni.

Una costruzione ben fatta non teme il tempo né le intemperie: se la maggior parte dei grandi edifici della storia sono in legno o pietra, vorrà dire qualcosa…

Perché scegliere il legno per costruire una nuova abitazione?

Come abbiamo detto, è il materiale sostenibile per eccellenza, e questo il presente ce lo impone. Le foreste si rinnovano e il legno è il materiale più rinnovabile di tutti.

Oltre a questo, come abbiamo detto, la sicurezza è il secondo grande motivo: una casa con struttura in legno ha una massa molto inferiore rispetto a una in cemento armato (e pesa oltre quattro volte meno), ed è certamente molto più efficiente nel difendere i suoi abitanti dal freddo e dal caldo.

Oggi, con i nostri pacchetti, possiamo rinunciare all’installazione dei tradizionali impianti di riscaldamento e raffrescamento a vantaggio di un sistema Vmc (ventilazione meccanica controllata) che ricambia l’aria interna in continuo facendoci respirare sempre aria pulita senza essere obbligati ad aprire le finestre.

In più, la Vmc immette alla temperatura che più desideriamo. Insomma, un solo impianto ci fa vivere al caldo d’inverno, al fresco d’estate e sempre con aria pulita.

Quali sono le tempistiche per realizzare un edificio?

Un altro grande vantaggio sono certamente i tempi di realizzazione. Gran parte del lavoro viene fatto in fase di preparazione in sede, per cui i tempi di montaggio e di completamento della struttura sono abbastanza veloci.

Una casa in legno Bautiz è completata in circa la metà, a volte un terzo, del tempo rispetto a sistemi costruttivi a umido.

Quali sono i vantaggi di una casa Bautiz rispetto alla tradizionale?

È un manufatto al passo con i tempi, legato alla tradizione, ma fortemente innovativo. Il legno è il materiale sostenibile per eccellenza, ma l’insieme è formato da molti altri componenti innovativi che permettono all’edificio di ottenere prestazioni prima irraggiungibili. I vantaggi sono salubrità, sicurezza e comfort.

Per quanto riguarda l’edificio che si è meritato l’nZeb Award, come è nata l’idea?

Ognuno di noi è una persona unica e con le sue caratteristiche: possiamo dire che con il committente ci siamo subito sentiti perfettamente in armonia sulle idee da sviluppare.

Oltretutto, con loro eravamo già alla seconda casa e ci conoscevamo reciprocamente: le loro richieste particolari hanno permesso a tutti di alzare l’asticella, e ovviamente non ci siamo tirati indietro, anzi.

Come è stato predisposto il progetto?

La casa è immersa in una zona a parco incastonata tra due laghi. Siamo partiti da una vecchia baita da demolire per arrivare a un progetto ispirato all’archetipo della casa di montagna, che mantiene il calore del legno, ma lo interpreta in chiave contemporanea.

Un frontale aperto, che lascia respirare in pieno e con tanta luce, e un fronte più chiuso che protegge il retro.

Dal portico si percepisce il giardino, come se permeasse l’interno della casa. Su tutto domina l’eleganza del rivestimento total black in larice invecchiato. La raffinatezza dei dettagli esprime in pieno la personalità dei committenti.

Come si sono svolte le principali fasi di costruzione?

Come al solito, si comincia dal terreno, con una profonda pulizia prima di iniziare dalla platea di fondazione.

Per costruire bene bisogna lavorare in un ambiente ordinato e razionale: va bene essere in cantiere, ma ci si deve muovere in agilità e senza pericoli.

Quali sono state le applicazioni tecniche che avete utilizzato?

Una volta realizzata la platea, è stata montata la struttura portante in Xlam, facendo particolare attenzione all’attacco a terra e utilizzando tecnologie specifiche che permettono il sollevamento del pannello dal piano pavimento.

L’isolamento è in fibra di legno, ovviamente, e la stratigrafia è stata studiata in funzione della zona climatica, come facciamo sempre.

Ovviamente in copertura sono stati utilizzati tutti i materiali che consentono il perfetto isolamento, garantendo al contempo la fuoriuscita del vapore che si genera all’interno. La finitura interna delle pareti è in argilla, che assorbe la CO2.

A quali test finali è stato sottoposto l’edificio?

Bautiz studia le stratigrafie in funzione della zona climatica della costruzione. Negli anni allo studio dei dettagli costruttivi abbiamo abbinato l’uso della termocamera, che ci ha insegnato dove si può migliorare in termini di isolamento e di ulteriore correzione dei ponti termici.

Con il nostro standard costruttivo abituale possiamo fornire un edificio certificabile. Infatti, questa casa è stata certificata Casa Clima Gold.

Fra l’altro, alla prova di tenuta all’aria (blower-door-test), ha raggiunto un risultato veramente notevole: h50=0,16h¯¹ rispetto al valore di 0,60, che è il limite accettabile per la certificazione.

La casa è ecologica ed ecosostenibile al 100%: resiste anche ai climi estremi? Viene trattata per questo in maniera particolare?

La casa, per essere confortevole e durevole, deve avere un tenore di umidità interna ideale del 40-50% circa, e questo si ottiene grazie a una stratigrafia studiata e personalizzata.

Ovviamente, in generale, con tutti i materiali impiegati (teli, isolanti), ma soprattutto grazie alla qualità e alla cura della posa.

In questo caso, su richiesta del committente, l’estetica è stata affidata a un rivestimento in larice, che è stato direttamente trattato e invecchiato per non subire il naturale cambiamento del legno negli anni, raggiungendo immediatamente il colore desiderato.

Avete soddisfatto tutte le richieste del committente?

Eravamo alla seconda realizzazione con questi committenti e le loro richieste hanno permesso a tutti di migliorare: questa casa non ha niente di standard, tutto è stato campionato, dal colore del pavimento a quello dell’argilla alle pareti, fino all’arredamento interno, che è stato anch’esso realizzato da noi su misura e sulle richieste del committente.

Questo è stato possibile perché Bautiz è organizzata per lavorare su misura, essendo autonoma con un ufficio progettazione, un ufficio arredamento e una falegnameria interna.

Qual è la storia dell’azienda?

Io e mia moglie siamo partiti uniti nella vita e in questa avventura, soli e senza nessuno a poterci guidare. Poi, sono arrivati mio fratello Matteo e Tiziano, il primo dipendente, giovanissimo, che purtroppo è venuto a mancare dopo qualche anno.

Proprio in ricordo di Tiziano è nato il nome Bautiz, il resto è storia: quella di un duro lavoro, grandi sacrifici, una grandissima passione per quello che facciamo, ma soprattutto, un cammino di crescita insieme a validissimi collaboratori al nostro fianco.

Quali sono gli obiettivi futuri?

Certamente si guarda avanti con interesse e ambizione. Siamo organizzati in maniera completamente autonoma per non appaltare nulla a nessuno, e certamente questo è un valore altamente aggiunto ma anche altamente impegnativo.

Fra gli obiettivi c’è sicuramente una espansione territoriale, fatta a piccoli passi: siamo partiti da Lazio e Abruzzo, poi abbiamo raggiunto la Toscana, oggi siamo perfettamente attivi anche in Umbria, Marche ed Emilia-Romagna.

Vogliamo anche avviare un consolidamento della struttura interna per soddisfare sempre al meglio i clienti.

Bisogna continuamente studiare, e i nostri collaboratori lo fanno con noi, facendo formazione per impiegare al meglio i materiali sempre più prestazionali.

Noi utilizziamo il top della qualità, facendo attenzione a qualsiasi dettaglio. Tuttavia, questo non è sufficiente. Una casa in legno Bautiz è come il piatto di un grande chef: possiamo dirvi gli ingredienti ma, poi, per realizzarlo bisogna studiare e lavorare, studiare e lavorare…

di Alice Fugazza

Falegnami ad Alta Quota: anche i falegnami sono delle star

Falegnami ad alta quota

La famiglia Curzel, con base in Trentino, da 60 anni lavora con il legno. Una professione che è diventata anche un format televisivo, la loro attività è diventata un programma televisivo, Falegnami ad Alta Quota, in onda su D-Max, che racconta la vita quotidiana e le sfide di questi artigiani delle Dolomiti. Un esempio di tradizione, innovazione e sostenibilità nel settore del legno.

Anche i falegnami sono delle star, specialmente se lavorano ad alta quota. La famiglia Curzel, della Legno House Trentino e Falegnameria Curzel, con base a Cardonazzo, in provincia di Trento, ha rinnovato per la quarta stagione l’impegno con il canale televisivo D-Max, con il programma Falegnami ad Alta Quota, che racconta spaccati della loro attività e della loro famiglia, composta da solidi professionisti.

Falegnami ad alta quota
Giovanni e Paolo Curzel

La storia

L’attività esiste da oltre 60 anni, è ben affermata nella regione del Trentino Alto-Adige grazie a Germano Curzel«capo supremo», come incoronato nel programma, e capostipite di una generazione di esperti del legno.

Ha fondato proprio lui la falegnameria negli anni Sessanta, passando poi il testimone ai figli Giovanni e Paolo, che hanno preso in mano le redini dell’azienda affiancando il padre, tra lavori, costruzioni, ristrutturazione e ampliamenti.

L’organigramma

A distanza di anni sono entrati nel team il figlio maggiore di Giovanni, Valentino, che ha conseguito il diploma di falegname e Danielle, la figlia di Giovanni, che dopo aver ottenuto il diploma di geometra si sta occupando della parte tecnica e commerciale in ufficio. Dietro le quinte Claudia, la moglie di Giovanni, che sostiene il gruppo.

A fianco di Paolo c’è da sempre la moglie Barbara, che segue prevalentemente la parte amministrativa e commerciale, ma anche l’attività sul campo. Infatti, in ogni possibile occasione segue i ragazzi nei vari cantieri in quota.

Samuel (nato nel 2005) e Martin (nato nel 2007), i figli di Paolo e Barbara, aiutano durante il periodo estivo il padre e lo zio nei vari cantieri.

L’azienda vanta anche professionisti veterani, come Roberto e Oscar, i falegnami storici che si occupano principalmente di arredamenti, rivestimenti, serramenti e quanto necessario per le finiture interne.

Del gruppo fa parte poi Bruno, detto Orso, che non ama la montagna, ma se deve andarci non si tira indietro e si occupa della parte iniziale dei cantieri, allestimenti, fondazioni, murature e pavimentazioni esterne.

L’attività

Nel programma vanno in scena spaccati di vita vera della famiglia, che passa di lavoro in lavoro, ad altezze sempre maggiori, sotto le intemperie più severe.

Un viaggio all’interno del mondo del legno, dove i riflettori vengono accesi e puntati sulle competenze degli artigiani e su un materiale che sta diventando sempre più utilizzato e attuale, come ha sottolineato Paolo Curzel. 

«La genuinità del programma è evidente, mostriamo chi siamo veramente: un’azienda con la famiglia al centro dell’attività e l’attività al centro della famiglia. All’inizio eravamo una falegnameria semplice, ma oltremodo efficiente, fino a quando tutto è cambiato, 25 anni fa, quando abbiamo costruito i primi rifugi», racconta. 

«Abbiamo iniziato così a specializzarci sull’alta quota. La montagna e il legno hanno sempre fatto parte della nostra vita e della nostra casa: siamo per così dire nati nella segatura, dato che l’azienda di nostro padre era in casa nostra, e siamo cresciuti in mezzo ai monti, quindi abbiamo seguito il nostro istinto, le nostre inclinazioni più naturali. Queste combinazioni hanno fatto scaturire una grande passione.

È necessaria una preparazione fisica, conoscere bene i posti, sapersi muovere correttamente: il nostro team ha parecchia esperienza e prestanza fisica, abbiamo fra noi anche un tecnico di soccorso alpino, esperto per muoversi su rocce e ghiacci.

Tuttavia, la problematica maggiore di costruire ad alta quota rimane sempre e comunque la mancanza d’ossigeno, oltre che l’attenzione maniacale per il trasporto dei materiali, che avviene tramite elicottero.

I viaggi devono essere comunque contenuti, il mezzo può trasportare solo fino a un certo peso e i tempi di lavoro sono dettati dalle stagioni e dalle condizioni meteo».

Sfide in altitudine

I metri in salita da percorrere per le costruzioni, in questi anni, sono stati centinaia, tra spettacolari scenari delle Dolomiti e del Trentino.

Fra le loro opere si annoverano il rifugio al Velo della Madonna a San Martino di Castrozza, a 2.358 metri, il Tuckett/Sella per il Gruppo del Brenta, a 2.272 metri, il rifugio Vioz, a 3.535 metri, il rifugio Brentari, alla cima d’Asta, a 2.473 metri, il rifugio Antermoia, in val Duron/ val di Fassa, a 2.497 metri, il rifugio Marchetti allo Stivo, sul monte Stivo, a 2.012 metri, il rifugio Brentei, in val di Brenta a 2.181 metri e il rifugio Capanna Pizz Fassa, a Boè, a 3.152 metri.

«Ma il cantiere più in alto al quale abbiamo partecipato è stato quello di Capanna Margherita, al confine tra Italia e Svizzera, Piemonte e Valle d’Aosta, a 4.554 metri d’altezza, che oggi si classifica come edificio più in alto d’Europa.

Abbiamo eseguito lavori di manutenzione, sostituendo le balconate in larice e riparando il tetto, prestando anche assistenza a un’altra azienda nel cambio dei serramenti», continua l’imprenditore.

«È stato un cantiere a sbalzo, tra un ghiacciaio e un precipizio. La struttura si era deteriorata nel corso degli anni e siamo stati chiamati per l’intervento: il freddo pungente e la mancanza di ossigeno sono stati difficili da affrontare, abbiamo lavorato molte ore al giorno per una settimana.

La gestione di un cantiere in montagna è una questione di organizzazione e di progettazione architettonica accurata, con attenzione maniacale ai minimi dettagli e agli spostamenti aerei, è necessario avere tutto a portata di mano, non sono ammesse dimenticanze.

Noi ci avvaliamo di progettisti interni alla nostra azienda, ma anche di studi specialistici per le strutture in alta quota, tenendo conto del carico in caso di neve e/o forte vento.

Non si possono realizzare pezzi di prefabbricati troppo grandi, gli elicotteri possono trasportare fino a 10 quintali.

Un’operazione clamorosa di trasporto, per esempio, è stata fatta al rifugio Brentei, dove abbiamo effettuato 1.800 viaggi in elicottero per raggiungere la locazione per costruire la struttura, a 2.200 metri.

È il progetto più grande che abbiamo attualmente realizzato, dove ci siamo concentrati principalmente sulla sostenibilità, attenti a non lasciare traccia nell’ambiente.

Una volta in quota, poi, assembliamo ciò che abbiamo progettato. Il lavoro può essere svolto da fine maggio a settembre-ottobre, quindi è necessario essere veloci».

Il business

Lavori di questo genere, sono sempre più richiesti. «Negli ultimi anni, il legno ha avuto un boom nella costruzione delle case perché, oltre a essere ecologico e sostenibile, è diventato comodo da lavorare e si possono realizzare infiniti progetti.

I committenti sono contenti di costruire una casa salubre e a basse emissioni. Siamo in continua espansione, quella del legno è una cultura che cresce e la nostra missione è proseguire e promuoverla.

Il legno è sempre stato, e sempre sarà, il materiale principe della costruzione: è comodo, duttile, non ha freddo né caldo. Possiamo lavorarlo a tutte le temperature, si presta alla costruzione, è durevole e resistente», conclude Curzel.

«Il nostro core business è in Trentino, ma possiamo andare ovunque ci chiamino. Negli ultimi tempi abbiamo lavorato molto in Toscana e in altre regioni. Che si tratti di una baita o di una casa, con il legno siamo veloci. Recentemente abbiamo terminato la costruzione una bifamiliare in quattro mesi.

I nostri committenti principali sono Sat (Società Alpinisti Tridentini), privati, ma anche aziende. La nostra attività è in crescita, siamo sempre pieni di lavoro. L’entusiasmo e la passione sono le nostre carte vincenti».

di Alice Fugazza

Innovazione e sostenibilità con la bioedilizia prefabbricata in legno Vass

bioedilizia prefabbricata

Nata dall’esperienza di rivenditori edili, Vass ha saputo trasformare la passione per il legno in un’attività specializzata nella bioedilizia prefabbricata, con un occhio di riguardo alla sostenibilità e all’innovazione.

Con sede a Torino e un cuore produttivo a Busca, in provincia di Cuneo, l’azienda si è affermata come punto di riferimento nel Nord-Ovest Italia, offrendo soluzioni abitative e strutturali all’avanguardia.

Esterno dell'azienda
Esterno dell’azienda
Azienda all’interno del capannone

Tutte le fasi

«La forza di Vass risiede nella capacità di accompagnare il cliente in ogni fase del progetto, dalla consulenza iniziale alla realizzazione finale, con un’attenzione particolare alla formazione e alla divulgazione delle potenzialità del legno», racconta Walter Ravetto, tecnico di Vass.

«L’azienda si rivolge principalmente a imprese edili, spesso intimorite dalla complessità della materia, offrendo corsi di formazione e un supporto tecnico costante, in collaborazione con i fornitori, per garantire la corretta applicazione delle tecniche costruttive e la valorizzazione delle qualità del legno.

La progettazione è il fulcro dell’attività di Vass, che collabora strettamente con architetti e interior designer per adattare i progetti alle specifiche esigenze del legno, un materiale vivo e sensibile all’umidità.

L’azienda si è specializzata nelle sopraelevazioni, sfruttando la leggerezza e la resistenza del legno per interventi su edifici esistenti, e nella realizzazione di strutture a telaio e case in bioedilizia, con un’attenzione particolare alla sostenibilità e all’efficienza energetica.

L’impegno di Vass per l’ambiente si traduce in scelte concrete, come l’utilizzo di legno certificato Pefc (ovvero dal bosco al cantiere), la riduzione degli scarti attraverso la collaborazione con aziende di pellet, e l’investimento in fonti di energia rinnovabile, come il fotovoltaico.

L’azienda è inoltre in fase di acquisizione della certificazione Sale, un sistema di affidabilità che garantisce la tracciabilità e la qualità del legno in edilizia».

Macchinari al top

L’innovazione tecnologica è un altro pilastro fondamentale per Vass, che investe in macchinari all’avanguardia per ottimizzare la produzione e la gestione del magazzino.

L’azienda privilegia l’utilizzo di materiali eco-friendly, come isolanti in canapa e fibre di legno, e del legno lamellare, un prodotto performante e sostenibile, in grado di garantire elevate prestazioni termiche e acustiche.

«Vass ha chiuso l’anno precedente con risultati positivi e prevediamo una crescita nel corrente anno, grazie a importanti commesse nel settore dell’edilizia scolastica, realizzate anche attraverso il Pnrr, e nel settore residenziale, con la realizzazione di studentati e attici.

La maggior parte delle nuove commesse arriva tramite passaparola, un segno tangibile della qualità del lavoro svolto e della soddisfazione dei clienti, che riconoscono in Vass un partner affidabile e competente, capace di trasformare le loro idee in realtà».

bioedilizia prefabbricata
Casetta sull’albero

di Alice Fugazza

Case in legno: un trend in continua crescita

Case in legno

Aumenta l’incidenza delle case in legno (+33%). E cresce anche l’interesse della distribuzione. Non solo baite e rifugi alpini: una costruzione su 13 è realizzata con il materiale base più naturale che c’è.

L’edilizia in legno vive un momento di trasformazione, di crescita in Italia, posizionando il nostro Paese tra i protagonisti di rilievo nel panorama europeo.

Secondo i dati del 7° Rapporto Edilizia in Legno del 2022, del Centro Studi FederlegnoArredo, l’Italia si è piazzata sul podio, al terzo posto, come produttore di soluzioni abitative in legno in Europa, superata solo da Germania e Svezia.

Questo risultato è il frutto di un settore dinamico e in costante evoluzione, che nel 2021 ha registrato un fatturato di 1,8 miliardi di euro, con un incremento del 33% rispetto all’anno precedente.

Un dato, quello raccolto dall’associazione di settore, che testimonia la crescente fiducia dei consumatori nelle tecnologie costruttive in legno, in grado di offrire soluzioni abitative efficienti, sostenibili e di elevata qualità.

Rapporto Federlegnoarredo

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Eternoo cresce nel piacentino con due nuovi store

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Il multipoint Eternoo accoglie due nuovi store in provincia di Piacenza, grazie all’acquisizione dei punti vendita M&M – Masera Edilizia situati a San Giorgio Piacentino e Piacenza.

Queste sedi si affiancano alla storica filiale di Piacenza della ex Zeppi Cav. Franco & Figli srl, oggi parte del gruppo.

Eternoo oggi conta 73 store, in 27 province di 11 regioni italiane. L’obiettivo è offrire un servizio sempre più rapido, capillare ed efficiente a imprese, artigiani e professionisti.

La nuova malta strutturale di Mapei a emissioni di CO₂ compensate

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La gamma Planitop Rasa&Ripara di Mapei si amplia con una nuova soluzione: Planitop Rasa&Ripara R4 Extra Zero, per il ripristino e la rasatura del calcestruzzo, a emissioni di CO2 interamente compensate.

Planitop Rasa&Ripara R4 Extra Zero è una malta cementizia tissotropica fibrorinforzata a presa semi-rapida e ritiro compensato. Si applica con facilità, offre un’ottima adesione al calcestruzzo e indurisce senza subire ritiri, garantendo così risultati stabili e duraturi anche su superfici estese.

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Grazie alla sua formulazione, la malta offre un’elevata resistenza alle fessurazioni garantendo una maggiore durabilità degli interventi. La presa semi-rapida permette tempi di lavorazione più lunghi, rendendola ideale anche per applicazioni durante le stagioni calde. Inoltre, assicura una finitura liscia e uniforme, pronta per essere pitturata senza bisogno di ulteriori lavorazioni.

Planitop Rasa&Ripara R4 Extra Zero garantisce la tutela della salute di operatori e utilizzatori finali perché contiene bassissime emissioni di VOC ed è certificato EC1 Plus. Il suo impiego contribuisce all’ottenimento di crediti LEED in ambito edilizio.

Con Planitop Rasa&Ripara R4 Extra Zero, Mapei arricchisce così l’offerta della linea Zero: oltre 200 prodotti le cui emissioni di CO₂ sono interamente compensate tramite l’acquisto di crediti di carbonio certificati per supportare progetti di protezione delle foreste. 

Cresce la fiducia nei private label

Enzo Frasio, amministratore delegato di Niq Italia
Enzo Frasio, amministratore delegato di Niq Italia

Oltre la metà (53%) dei consumatori a livello globale acquista sempre più prodotti a marca del distributore, i private label. In Italia questa tendenza si rafforza ulteriormente, con un incremento di +3% e raggiungendo il 56%. Parallelamente, i dieci principali brand a livello mondiale hanno registrato una ripresa delle vendite nel 2024, segnale che la competizione tra retailer e produttori nel settore del largo consumo resta vivace. La sfida per conquistare l’attenzione dei consumatori si gioca sempre più sugli scaffali, dove la capacità di differenziarsi e creare valore diventa cruciale. È quanto emerge dal nuovo report Finding Harmony on the Shelf: 2025 Global Outlook on Private Label & Branded Products, studio di NielsenIq, società specializzata in ricerche di mercato. Il report analizza le tendenze che stanno guidando la crescita globale del settore, offrendo una panoramica dettagliata su 25 mercati, inclusa l’Italia.

Lo studio non si limita a fotografare il cambiamento nell’atteggiamento degli acquirenti verso i prodotti a marca del distributore e di marca, ma approfondisce anche le dinamiche che influenzano le scelte di consumo. A completare il quadro, il report fornisce indicazioni strategiche per retailer e produttori che intendono intercettare efficacemente i bisogni dei consumatori in un contesto macroeconomico in continua evoluzione.

Dallo studio emerge inoltre un’evoluzione significativa nella percezione della qualità dei prodotti a marchio del distributore, in particolare, in Italia. Il 69% dei consumatori italiani li considera ormai una valida alternativa ai prodotti di marca, mentre il 46% li ritiene di pari o superiore qualità rispetto ai brand tradizionali (a fronte del 51% a livello globale). Quasi due terzi (60%) dei consumatori globali si fida delle marche del distributore, trend valido anche in Italia (61%). Tuttavia, la disponibilità a pagare un prezzo più elevato per i prodotti private label resta contenuta: solo il 28% degli italiani si dichiara disposto a farlo.

Enzo Frasio, amministratore delegato di Niq Italia
Enzo Frasio, amministratore delegato di Niq Italia

«Il successo nell’attuale panorama della distribuzione non è un gioco a somma zero, ciò significa che vi è spazio di crescita per tutti gli attori del mercato. Infatti, le private label e i prodotti di marca possono non solo coesistere, ma anche crescere insieme, dando vita a uno sviluppo ulteriore che si riflette sulla tipologia di prodotto e sulla spesa generazionale. In Italia, dove gli acquirenti sono sempre più aperti a esplorare entrambi i tipi di marchio nelle varie categorie, l’opportunità è visibile. La strada più efficace è quella della collaborazione: quando retailer e produttori uniscono le forze, possono sfruttare i punti di forza complementari e rispondere all’evoluzione delle esigenze dei consumatori, costruendo un futuro di crescita condivisa e sostenibile», commenta Enzo Frasio, amministratore delegato di Niq Italia.

Secondo la ricerca, iI 47% degli italiani afferma di comprare prodotti di marca preferendoli alle alternative più economiche. Sopra la media i Millennial con il 53%, leggermente sotto media i Boomer (46%) e la GenZ (45%). Emerge dunque un atteggiamento positivo dei consumatori verso i prodotti di marca, sentimento confermato dai dati di vendita a livello mondiale. Secondo il tracking Niq Retail Measurement Services, le vendite dei 10 principali marchi globali sono cresciute del +4,8%, superando leggermente la crescita annuale delle vendite dei prodotti private label (+4,3%)

Progetto Green Evolution per scuole verdi

Portare il green dentro le scuole e trasformare gli edifici scolastici in luoghi salubri, intelligenti, sostenibili e capaci di ispirare le nuove generazioni. Un sogno? Forse. Ma è l’obiettivo del Progetto Green Evolution promosso da Casa Green Evolution in collaborazione con Città Metropolitana di Roma Capitale e con il patrocinio di Confimi Industria e presentato nella Capitale. L’idea è quella di rilanciare questo settore sfruttando i Fondi del Giubileo 2025 e del Pnrr. Due gli strumenti ideati: Casa Green, un sistema integrato per la riqualificazione sostenibile e Green Evolution Academy, programma formativo che punta alla creazione di nuove professionalità come l’Osbe (Operaio Smart Bioedilizia). I principi chiave sono la progettazione basata sull’analisi del ciclo di vita, l’impiego di materiali Cam certificati, la cultura del benessere indoor, l’educazione alla responsabilità ecologica e l’uso di strumenti digitali per la gestione centralizzata dei cantieri.

La presentazione del Progetto Green Evolution a Palazzo Valentini, a Roma
La presentazione del Progetto Green Evolution a Palazzo Valentini, a Roma

Una festa monumentale per i 25 anni di Edilgroup

 

Festeggiare un successo lungo 25 anni non capita tutti i giorni. Così sabato 24 maggio, nel Complesso Monumentale della Pilotta, a Parma, Edilgroup ha organizzato un grande evento per celebrare l’avvenimento. Presenti i 26 aderenti a un gruppo che è diventato un’eccellenza nella distribuzione di materiali per edilizia e numerose aziende che con Edilgroup hanno stretto una partnership.

Non è stata solo una festa celebrativa, ma anche un momento per stringere ancora di più i rapporti solidali tra i soci, che annoverano insegne come Bellan Edilizia, Bonfante, Botti Paolo, Ceramiche Tiberini, Edilizia Barbieri, Edil Catellani, Edil Catellani Servizi, Edil Pesci, Edilizia Piemme, Edilgroup San Polo, Edilpark 1976, Edilpark 3, Giemme, Gobbo Malvina, Gruppo Idea, Lodi Edilizia, Marchesin, Marusi, Minarelli, Notari Sergio, Stievano, Sudiro Mario, Tino Leoni, Zeta Costruzioni, Zini Dino, Zonta.

«Nel tempo siamo riusciti a crescere insieme, sviluppando, ciascuno a modo proprio, le proprie potenzialità. In questi 25 anni abbiamo acquisito competenze, ci siamo adattati ai cambiamenti come camaleonti, cercando di essere un punto di riferimento per i nostri clienti e un partner solido e affidabile per i nostri fornitori», è stato il commento del presidente del network, Daniele Marusi. «Siamo diventati più consapevoli, più preparati, più attenti ai cambiamenti del settore. Abbiamo imparato a lavorare insieme, senza perdere l’identità di ciascuna realtà territoriale. Anzi, rispettandola».

«La nostra forza sta nella concretezza, nel senso pratico che caratterizza ogni realtà del gruppo. In questi anni ho avuto la fortuna di lavorare con imprenditori competenti, appassionati e lucidamente orientati al risultato, ma sempre con una forte attenzione alla dimensione umana e relazionale», ha aggiunto Genziana Carpena, che al ruolo di responsabile acquisti presso Edilgroup aggiunge quello di vera cementatrice del gruppo attivo tra Emilia e Veneto.

La storia di Edilgroup è ora sintetizzata anche nella pubblicazione realizzata da Virginia Gambino Editore, con interviste e immagini delle realtà sociali che compongono il gruppo. E proprio per l’affiatamento dei partecipanti la festa non poteva andare meglio.

Dopo la visita al Complesso Monumentale della Pilotta, uno dei maggiori d’Italia, è stato il momento dell’aperitivo e della cena conviviale, con la consegna dei riconoscimenti ai soci fondatori e a quelli che si sono uniti durante gli anni. Il taglio della torta e la musica hanno concluso la serata.

Alpac inaugura a Parigi la nuova sede operativa della branch francese

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Nuova sede Alpac a Parigi

Alpac, azienda italiana specializzata in soluzioni evolute per la gestione del foro finestra, inaugura una nuova sede operativa nel cuore di Parigi, consolidando un percorso che ha mosso i primi passi nel 2012.

La sede di Alpac France, situata nel quartiere Levallois-Perret, è concepita per essere molto più di un semplice spazio espositivo. Nasce come hub dedicato al confronto tecnico, al supporto diretto e alla consulenza su misura per progettisti, prescrittori e operatori del settore. 

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«L’apertura della nuova sede di Parigi segna un passaggio simbolico e al tempo stesso sostanziale: con il taglio del nastro si scrive una nuova pagina nel percorso di collaborazione con il mercato francese. Una tappa importante che testimonia sia la fiducia di Alpac in un contesto in costante evoluzione, sia il forte impegno dell’azienda a investire in una presenza solida, strutturata e vicina ai professionisti locali, per poter dare loro un supporto tecnico specializzato e aiutarli a trovare risposte concrete alle sfide di una progettazione sempre più tecnologica ed efficiente», commenta Luciano Dalla Via, Presidente del Gruppo Alpac.

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Luciano Dalla Via, Presidente del Gruppo Alpac

La nuova sede operativa è stata concepita per facilitare un’interazione diretta e continua tra il team di Alpac France e il mondo della progettazione locale.

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«Crediamo fermamente che attraverso un dialogo continuo e una collaborazione strutturata lungo tutto l’iter di cantiere sia possibile costruire un’edilizia più efficiente, evoluta e sostenibile. Un’edilizia in cui la prefabbricazione e la progettazione integrata diventano leve strategiche per ridurre errori, ottimizzare le performance e massimizzare il valore delle risorse investite», conclude Dalla Via.

Arlia, soluzioni per l’edilizia in legno in Calabria

Edilizia in legno Arlia

Arlia, azienda di Longobardi (Cosenza), ha creato il brand Legno Edilizia, che coniuga le costruzioni in legno all’assortimento di prodotti per rivestimenti, termoidraulica e ferramenta.

Arlia Soluzioni per l’edilizia è nata nel 1975, quando il suo titolare e fondatore, Giuseppe Arlia, ha deciso di dar vita a un’azienda giovane e dinamica con il preciso intento di diventare nel giro di pochi anni un riferimento per il settore in Calabria.

Il successo dell’attività è stato immediato e veloce, così come l’espansione in diversi settori, fra i quali anche il legno, all’inizio degli anni Novanta.

L’intuizione è stata più che azzeccata con la creazione del brand Legno Edilizia, con deposito (12 mila metri quadrati), uffici e ferramenta e termoidraulica (800 metri quadrati) e showroom (1.600 metri quadrati) nei cui due piani viene presentato il meglio della produzione nazionale e internazionale.

L’azienda offre a clienti privati e imprese un vasto assortimento delle migliori marche di pavimenti e rivestimenti, arredo bagno e sanitari, in esposizioni ampie ed eleganti; il tutto coniugato con le costruzioni in legno, per percorrere la strada verso un’edilizia più sostenibile. La base si trova a Longobardi, in provincia di Cosenza.

A sinistra Marino Arlia e a destra Alessandro Arlia
A sinistra Marino Arlia e a destra Alessandro Arlia

La trasformazione

«L’azienda Arlia, con radici profonde nel settore edile, ha intrapreso un percorso di innovazione e specializzazione nel campo delle costruzioni in legno, diventando un punto di riferimento in Calabria e Basilicata», spiega Alessandro Arlia.

«La storia di questa trasformazione inizia negli anni Novanta, quando l’azienda, allora focalizzata sulle ristrutturazioni, entra in contatto con la tecnologia di Holzbau e le travi in legno lamellare per volontà di mio padre, che voleva ampliare la nostra struttura.

Avevamo dato il via a una ristrutturazione e fatto realizzare un patio in legno all’esterno, che ha segnato l’inizio di un interesse crescente per le potenzialità del materiale.

Nel 2012, l’azienda ha lanciato il marchio Legno Edilizia, dedicato esclusivamente alle costruzioni in legno. Realizziamo principalmente case per i privati e ampliamenti di edifici, dal piccolo al grande, interfacciandoci con il cliente privato e con le imprese. Personalmente sin da subito ho creduto molto nelle potenzialità del settore».

Edilizia in legno Arlia
I progetti realizzati dall’azienda

La formazione

Alessandro Arlia si è rivelato una figura chiave in questa evoluzione, intraprendendo un percorso di formazione approfondito, partecipando a corsi di progettazione e carpenteria in legno con i massimi esperti del settore, recandosi anche in Trentino per meglio apprendere le tecniche pratiche.

«Sono stato a Bressanone, alla Dietrichs, a stretto contatto con Hans Peter Prantner, un vero guru per il mondo del legno, che mi ha insegnato non solo a utilizzare e gestire programmi all’avanguardia, ma anche a capire la carpenteria. Ho partecipato ai suoi corsi di tracciamento e di taglio.

Questo bagaglio di conoscenze ha permesso all’azienda di passare dalla realizzazione di semplici tettoie e coperture alla progettazione e costruzione di abitazioni, dalle fondamenta a pacchetti di copertura sempre più completi e isolanti, ecologici e naturali. La prima struttura è stata realizzata nel 2013».

Al mare o in montagna

La Calabria, con la sua varietà di climi, non rappresenta un ostacolo per le costruzioni in legno di Arlia. L’azienda ha realizzato progetti sia in zone costiere che in alta montagna, dimostrando la versatilità e l’efficienza di questa tecnologia.

Grazie a una progettazione accurata e all’utilizzo di materiali isolanti di alta qualità, le strutture in legno garantiscono prestazioni elevate sia in estate che in inverno.

«Offriamo un servizio completo, dalla progettazione alla realizzazione, curando ogni dettaglio e avvalendoci di un ingegnere strutturista del legno interno.

L’azienda è in grado di coprire l’intera filiera, dalle finiture all’arredamento, garantendo un approccio sostenibile e una consulenza a 360 gradi, con i plus della sostenibilità.

Tra i nostri clienti figurano privati e grandi costruttori, che hanno apprezzato la qualità e i vantaggi delle case in legno.

L’azienda ha inoltre realizzato importanti progetti per enti pubblici, come scuole e passerelle per l’abbattimento delle barriere architettoniche, dimostrando la propria competenza anche nel settore delle opere pubbliche e inserendosi in importanti progettazioni riguardanti il Pnrr».

Filiera locale

L’azienda è certificata e dispone di un centro di taglio all’avanguardia, Essetre Techno Fast, che le consente di realizzare progetti complessi e multipiano.

Arlia utilizza legno lamellare di abete austriaco, ma sta collaborando con l’Università della Calabria per sviluppare una filiera di legno locale, in un’ottica di maggiore sostenibilità, supportati dall’ingegnere Davide Giovinazzo.

«Con un fatturato in crescita e numerose commesse in corso, ci stiamo proiettando verso il futuro, con l’obiettivo di espandere la propria attività anche al di fuori della Calabria e della Basilicata.

Puntiamo a consolidare la nostra posizione di leader nel settore delle costruzioni in legno, offrendo soluzioni innovative e sostenibili per ogni esigenza, sempre tramite strumenti e processi all’avanguardia, avvalendoci della tecnologia 4.0».

di Alice Fugazza

wienerberger Italia amplia la propria offerta per l’involucro edilizio con le nuove tegole in cemento

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wienerberger Italia amplia la propria offerta con le nuove tegole in cemento. Questo lancio rappresenta un passaggio strategico nell’evoluzione dell’azienda, che si conferma sempre più orientata alla realizzazione di sistemi integrati per l’intero involucro edilizio.

Le tegole in cemento wienerberger si distinguono per l’elevata durabilità e resistenza al gelo garantita da una miscela ottimizzata di cemento, acqua e sabbie selezionate. Tecnologie avanzate di pigmentazione impediscono lo scolorimento dovuto all’esposizione agli agenti atmosferici, per una resa estetica di lunga durata.

Inoltre, il trattamento di superficie rende le tegole più lisce e riflettenti ai raggi solari, prevenendo la formazione di muschi e contribuendo al miglioramento del comfort
termico degli edifici.

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La geometria delle tegole presenta un sistema di incastro innovativo con diversi punti di aggancio e bordi in rilievo per evitare le infiltrazioni. Questi dettagli sono progettati per garantire una posa precisa e sicura, con elevate prestazioni in termini di tenuta all’acqua, stabilità e ventilazione.

Le dimensioni ottimizzate (330 x 420 millimetri con una sovrapposizione variabile) permettono una flessibilità nella progettazione e una velocità di posa eccellente in cantiere, con un impiego medio di circa 10 tegole per metro quadrato.

Disponibili in vari colori, studiati per armonizzarsi con i diversi contesti architettonici italiani dal rosso mattone tradizionale al testa di moro, fino ai più moderni nero, titan e grigio, le tegole in cemento wienerberger uniscono estetica e funzionalità.

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Ogni modello è compatibile con un sistema completo di accessori tecnici e di finitura (mezze tegole, fermaneve metallici, aeratori con griglie incorporate e piastre di base multifunzione per diversi utilizzi) permettendo di realizzare coperture efficienti, ventilate e durevoli, in linea con le normative di settore e le esigenze della progettazione
sostenibile.

La nuova membrana Riwega, sostenibile e traspirante, per l’impermeabilizzazione sottotegola

Usb Classic 220 Green

Riwega ha messo a punto la nuova membrana Usb Classic 220 Green: altamente traspirante, è caratterizzata dal primo film funzionale che contiene fino al 50% di TPU riciclato pre-consumo, una peculiarità che lo rende una combinazione ottimale tra qualità e sostenibilità.

I ritagli di materiale ottenuti dalla fase di assemblaggio sono recuperati e restituiti al sistema, rendendo il processo di produzione ecosostenibile e riducendo notevolmente le quantità di rifiuti industriali.

L’azienda altoatesina Riwega, da oltre 25 anni, lavora per elevare gli standard abitativi, fornendo a progettisti e costruttori la possibilità di realizzare abitazioni sicure, salubri e confortevoli, nel pieno rispetto dell’ambiente.

In questa direzione si inserisce anche la nuova membrana Usb Classic 220 Green, una soluzione all’avanguardia e garantita per l’impermeabilizzazione sottotegola e per la perfetta tenuta al vento delle coperture in legno, e non solo.

La funzione principale della nuova membrana Riwega è la protezione dell’edificio e di tutti gli strati ad essa sottostanti da eventuali intemperie, che possono presentarsi durante la fase di completamento del cantiere, e da possibili infiltrazioni dal manto di copertura del tetto o dal rivestimento di facciata.

Usb Classic 220 Green fa parte di Riwega eternitycomfort, la linea di prodotti caratterizzata da sottocolmi, schermi e membrane traspiranti per tetto e parete, accessori per la ventilazione e materiali per l’impermeabilizzazione.

Malte da ripristino webertec per elementi in calcestruzzo armato

Malte da ripristino

La gamma di malte da ripristino webertec è studiata per interventi strutturali, o riparare e proteggere elementi in calcestruzzo armato, anche in tempi rapidi.

Riferimento mondiale nel settore dell’edilizia leggera e sostenibile, in particolare per quanto concerne i ripristini e la decorazione del calcestruzzo, Saint-Gobain offre soluzioni tecnologicamente aggiornate grazie alla costante ricerca dei laboratori dell’azienda, che garantiscono interventi duraturi nel tempo e in linea con le normative vigenti.

La gamma di malte da ripristino webertec è composta da soluzioni a presa normale, medio-rapide e rapide, fibrate, con differenti granulometrie, per usi interni o esterni. Possono essere posate a mano o macchina, e sono marcate Ce En1504.

La gamma si completa con lemalte passivanti, le finiture anti-carbonatati e i decorativi colorati elastomerici.

 

webertec ripara ultra

Tra le soluzioni spicca la malta da ripristino webertec ripara ultra in classe R4 idonea per interventi strutturali.

Caratterizzata da una granulometria fine idonea per la finitura estetica, questa malta si distingue per i tempi medio rapidi (per interventi anche ad alte temperature ambientali), ottima lavorabilità e adesione per applicazioni anche sovra-testa (travetti del solaio e travi).

webertec ripararapido ultra

Di recente è stata anche lanciata anche la malta tixotropica R4 webertec ripararapido ultra.

Si tratta di una malta a presa rapida per ripristinare, riparare e proteggere elementi in calcestruzzo armato.

Il prodotto non necessita di passivazione del ferro, ha un’ottima lavorabilità anche per applicazioni sopra-testa, senza fenomeni di spanciamento, colature, distacco.

È ideale anche per applicazioni con cestello mobile grazie alla veloce messa in esercizio.

Una cura contro il degrado del cemento armato

Tutte le strutture in cemento armato, in ambito residenziale o infrastrutturale come le pile dei ponti o gli impalcati, le travi, i pilastri, i balconcini, sono naturalmente soggette a possibili processi di degrado dovuti a innumerevoli cause.

Gli ammaloramenti possono essere determinati da fattori di tipo fisico, come gli agenti atmosferici inquinanti, i cicli di gelo-disgelo, le piogge acide, di tipo chimico come l’attacco dei cloruri o la carbonatazione, oppure essere connessi a cause meccaniche dovute a scarsa qualità dei materiali, errori di posa in opera, urti o incendi.

Il danneggiamento può coinvolgere la parte più superficiale e arrivare fino in profondità manifestandosi con distacco del copriferro o di volumi maggiori fino all’interno dell’elemento; armatura arrugginita; perdita di prestazione dell’elemento.

Situazioni di questo genere possono essere risolte in maniera agevole con l’uso di materiali specifici, come la gamma di malte da ripristino webertec di Saint-Gobain.

di Veronica Monaco

Robot in magazzino: come valutare il livello di meccanizzabilità

Robot in magazzino

L’impiego crescente di robot in magazzino sta ridefinendo i confini della logistica moderna.

Nei magazzini è sempre maggiore il ruolo delle tecnologie e delle automazioni. Il crescente fabbisogno di velocità, continuità operativa e precisione portano le aziende e gli operatori logistici a implementare soluzioni in cui l’automazione ha un ruolo primario.

Nei magazzini oggi sempre più si trovano soluzioni a shuttle, trasloelevatori, robot (per esempio gli Amr, Autonomous Mobile Robot) che trasportano in modo indipendente i materiali da un luogo all’altro, stoccando, prelevando, confezionando e distribuendo prodotti.

Non tutti i beni, però, sono adatti a essere gestiti tramite sistemi automatici: le loro dimensioni, i loro pesi o le loro forme non consentono di arrivare a soluzioni tecnologiche.

Per questo motivo è necessario riuscire a valutare il livello di meccanizzabilità del bene, ovvero quel parametro che è in grado di determinare se il prodotto è idoneo ad essere trattato meccanicamente oppure è necessario ancora l’intervento dell’uomo.

Come esempio si consideri un robot in magazzino antropomorfo in grado di realizzare l’accatastamento di prodotti differenti su un pallet.

I prodotti che vengono posizionati negli strati inferiori dovranno essere quelli con un peso maggiore, una buona stabilità, non devono essere schiacciabili, devono potere rappresentare una base resistente per prodotti che verranno impilati successivamente.

La giusta posizione su un pallet è il risultato di algoritmi in cui si considera il livello di meccanizzabilità, una funzione che dipende dai seguenti parametri:

  • Forma: vi sono alcune forme che non consentono l’accatastamento, si consideri per esempio un prodotto piramidale o conico
  • Peso: i pesi maggiori è buona norma posizionarli negli strati inferiori sia per evitare che possano schiacciare altri prodotti che per garantire una maggiore stabilità del pallet stesso, abbassandone così il baricentro
  • Manipolabilità del bene: se il prodotto è delicato (vetro, componenti elettronici), potrebbe essere necessario un picking manuale, mentre se ha una superficie facilmente manipolabile da pinze o ventose robotiche allora è più meccanizzabile
  • Schiacciabilità: rappresenta il peso massimo che si può mettere sopra a un prodotto senza rischiare di danneggiarlo
  • Non capovolgibilità: materiali con dimensioni di base inferiori alla dimensione dell’altezza potrebbero capovolgersi se movimentati con convogliatori o sistemi automatici di movimento. In questo caso è preferibile gestire a mano questi prodotti

Anche se oggi la realizzazione di pallet multiprodotto con robot antropomorfi si basa su un mix di visione artificiale, algoritmi di ottimizzazione, sensori intelligenti e software di gestione logistica per esigenze di marketing (forme dei packaging) e di contenimento dei costi (riduzione della solidità dei pack) la percentuale di prodotti gestibili da sistemi automatici si aggira sul 50%.

Diversamente sarà necessario usare dei contenitori standard (cassette rigide) in cui inserire i vari prodotti abbassando così l’efficienza del trasporto (meno merce per unità di viaggio).

di Andrea Payaro

Il rebus italiano dell’energia

Pannelli fotovoltaici
Pannelli fotovoltaici

A tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina il problema numero uno della nostra economia rimane il costo dell’energia. La guerra scatenata da Valdimir Putin ha ridotto e, in prospettiva, azzerato le forniture di gas russo. Ma prima ancora che avvenisse l’attacco alla popolazione ucraina non è che l’energia in Italia costasse poco. In ogni caso, gli italiani pagano le bollette elettriche più care d’Europa. I dati appena pubblicati dal Gestore Mercati Energetici sono impietosi. Anche se lo scorso anno, rispetto al 2023, il costo medio per megawattora è sceso a 108,52 euro (-15%), rimane sempre abnorme rispetto a quello di altri paesi europei. In Francia si paga 58,02 euro per megawattora, quasi la metà. Senza parlare dei paesi scandinavi, dove l’elettricità costa solo 38,06 euro per megawattora, quasi un terzo di quanto paghiamo noi. Ma anche senza paragonarci alla Scandinavia, dove eolico e nucleare danno il maggiore contributo, in Spagna siamo sui 63,04 euro, in Austria il costo è di 76,05 euro e in Germania 81,54 euro. E se in Italia nei 12 mesi passati abbiamo potuto contare su un relativo ribasso, negli altri paesi lo sconto è stato di gran lunga maggiore; -40,1% in Francia, -36,2% nei paesi nordici.

Centrale nucleare francese
Centrale nucleare francese

Che fare? Il governo ha riesumato il nucleare bandito anni fa da uno sciagurato referendum, ma per costruire le centrali ci vogliono anni, tanti soldi e, soprattutto, il consenso dei cittadini accanto ai quali sorgeranno. Quale comune italiano darà il benestare alla costruzione di un impianto nucleare nel suo territorio? Quanti comitati di cittadini si formeranno per impedire i cantieri? Quello che avviene per le energie alternative è un esempio. L’aumento della produzione di energia da eolico e fotovoltaico deve sempre fare i conti con il fenomeno nimby, sigla anglosassone che sta per not in my backyard, cioè non nel mio cortile: state alla larga da dove abito. A nessuno, in effetti, piace abitare di fronte a una pala eolica, senza dimenticare che il panorama del territorio italiano è anche una fonte di introiti dal turismo. Il risultato è noto: i progetti per costruire nuove centrali elettriche alimentate dal sole e dal vento hanno superato i 180 mila megawatt e vanno verso i 200 mila megawatt. Ma non tutto fila liscio: buona parte dei progetti è rimasta bloccata.

Pannelli fotovoltaici
Pannelli fotovoltaici

Ci sarebbe anche qualche risorsa tradizionale da sfruttare, ma anche quelle incontrano ostacoli: il petrolio della Basilicata è quello che è, e comunque i progetti di ricerca sono bloccati per i timori di danni ambientali. Oltre al fotovoltaico, che però va gestito (chiedere alla Spagna se è facile), resta solo il gas dell’Adriatico. Il metano, però, lo abbiamo lasciato alla Croazia, che trivella allegramente in mezzo al mare, mentre in Italia è stato indetto un referendum (era il 2016, sembra un secolo fa) contro lo sfruttamento dei bacini. Anche se in quell’occasione ha votato soltanto il 31,19% degli elettori, con palese disinteresse di quasi il 70% degli italiani, in Parlamento è stato come se avesse vinto il partito no-triv. Intanto la bolletta sale.