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Un grande successo per il Convegno YouTrade Sud

Non c’è stato bisogno di un caffè a metà mattinata. Perché il Secondo Convegno YouTrade Sud, organizzato a Lamezia Terme da Virginia Gambino Editore, ha incollato alla sedia i partecipanti (oltre 370 gli iscritti all’evento), che hanno seguito uno dietro l’altro gli interventi dei relatori. Tante informazioni, tanti dati, tante analisi dedicate ai distributori che operano nelle regioni del Meridione e che si trovano oggi nel mezzo di una mutazione genetica della loro attività, sempre più ibridata con la digitalizzazione e i servizi ai clienti. Quale strategia adottare? Quali investimenti programmare? Quanta formazione è necessaria? 

Una prima risposta è stata, implicitamente, descritta da due ospiti che operano nella distribuzione a 2.318 chilometri di distanza dalla Calabria, se si considera la capitale della Polonia, Varsavia. Dal grande Paese che si affaccia sul Mar Baltico sono arrivati Stanisław Gzik e Mirosław Gzik, proprietari di Transpal, multipoint europeo che in pochi anni è cresciuto tanto da aprire punti vendita anche in Gran Bretagna. Una storia che, grazie alla traduzione simultanea, è stata seguita con interesse e molta curiosità dal pubblico presente. Dopo la testimonianza dei distributori polacchi, il convegno ha seguito l’agenda in programma, con l’analisi sulla congiuntura economica e del settore costruzioni, il punto sul management della conoscenza e dell’innovazione, le opportunità offerte dalla Zona economica speciale e le strategie necessarie per navigare attraverso i mari della digitalizzazione e della transizione green. Senza dimenticare l’istant poll, che ha tastato il polso dei presenti sui temi caldi della giornata. 

Nel pomeriggio, il Secondo Convegno YouTrade Sud si è concentrato, invece, sul rapporto dei distributori con i propri clienti. Prima con un focus sugli strumenti di marketing e customer relationship e poi con due talk centrati anche sulla relazione, non sempre ottimale, tra rivenditori e produttori. Infine, in anteprima, l’evento si è chiuso con un’analisi sulle classifiche dei distributori del Sud curato dal Centro Studi YouTrade. Insomma, un grande successo sia per la partecipazione, sia per la ricca offerta informativa. Senza dimenticare un momento più rilassante: la cena organizzata la sera precedente l’evento, con la consegna degli YouTrade Awards. Cronaca, relazioni, dati, grafici e tante immagini dell’evento saranno pubblicate sul prossimo numero di YouTrade. 

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Giovani, formazione e lavoro: i dati di una crisi

Tra il 2004 e il 2022 è diminuito il tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni (-8,6%)
Tra il 2004 e il 2022 è diminuito il tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni (-8,6%)

La ricerca di personale qualificato è uno dei problemi che affrontano le aziende. L’edilizia non fa eccezione, sia che si parli di cantieri o di distribuzione. Ma se il problema fosse l’opposto? Cioè, una offerta non coincidente dei giovani qualificati? Il mondo del lavoro, insomma, sembra essere lontano dal percorso formativo seguito dai giovani. È un aspetto affrontato di recente dall’Osservatorio Hr Innovation Practice del Politecnico di Milano, con l’analisi dal titolo Generazione Z: quali evoluzioni nel mondo del lavoro? La ricerca ha messo sotto la lente i giovani nati tra il 1996 e il 2012, il 13,5% della popolazione italiana, il 10% della popolazione lavorativa italiana attuale, il 58% della popolazione lavorativa globale nel 2030. E, soprattutto, quelli che probabilmente busseano alle porte delle aziende una volta concluso il ciclo di studi, o che sono già inseriti in un’impresa. Ma, a ben vedere, la loro scala valoriale è interessante anche sotto il profilo di consumatori.

Il mercato del lavoro è visto come molto complicato, pieno di sfaccettature
Il mercato del lavoro è visto come molto complicato, pieno di sfaccettature

La ricerca del Polimi ha scoperto che la Gen Z è composta da individui «molto interessati agli impatti sociali ed ambientali delle loro azioni. Hanno poca fiducia nelle istituzioni (Stato e organizzazioni) e nelle loro strategie di comunicazione. Sono cresciuti in un ambiente instabile (la crisi 2008, recessione 2012, Covid-19, crisi climatica, conflitti internazionali). Sono molto orientati al presente, con poche speranze per il futuro». Ma l’aspetto che incide di più sul mondo del lavoro è che si tratta della generazione più formata di sempre: il 47% dei neoassunti è laureato, è nativa digitale e si è formata con la didattica a distanza. Difficile, insomma, che un cantiere rappresenti un traguardo se non per i laureati in ingegneria o architettura.

In generale, l’opinione dei ricercatori è che i giovani abbiano un’opinione definita «respingente del mercato del lavoro». I motivi sono diversi: il mercato del lavoro è visto come molto complicato, pieno di sfaccettature, e con molte discipline che richiedono alta specializzazione, e ciò rende difficile scegliere ed orientarsi. Oppure i giovani sostengono che non ci siano politiche di inclusione e sostegno. Anche se le generazioni precedenti potrebbero ricordare che anche per loro non c’è stata nessuna politica di agevolazioni, neppure bonus libri o mutuo prima casa under 36 di cui invece gode la Gen Z. I giovani si sentono emarginati da una società di anziani, che invece di gettarsi dalla Rupe Tarpea si ostinano a vivere e, spesso, a mettere a frutto la propria esperienza professionale. Non a caso le aziende li cercano e se ne servono: tra il 2004 e il 2022 è diminuito il tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni (-8,6%) mentre è cresciuto quello dei 50-64enni (+19,2%).

Dal 2011 al 2023, 550 mila i giovani italiani tra i 18 e 34 anni si sono trasferiti oltrefrontiera
Dal 2011 al 2023, 550 mila i giovani italiani tra i 18 e 34 anni si sono trasferiti oltrefrontiera

Un altro aspetto che fa riflettere: l’80% degli intervistati ha dichiarato di voler andare a lavorare all’estero. E i numeri confermano il trend: dal 2011 al 2023, 550 mila i giovani italiani tra i 18 e 34 anni si sono trasferiti oltrefrontiera e il 40% ha cambiato lavoro a causa di una retribuzione considerata inadeguata. Le tasse degli italiani, che servono a finanziare l’istruzione pubblica, insomma, formano studenti che poi mettono a frutto quanto imparato in un altro paese. Come se il dipendente di un’azienda che segue un corso di specializzazione una volta migliorate le sue competenze andasse a lavorare per la concorrenza. Succede anche questo, ma non è certo un comportamento commendevole. Chi va all’estero, però, gode a torto o a ragione di una sorta di comprensione sociale.

Tra il 2004 e il 2022 è diminuito il tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni (-8,6%)
Tra il 2004 e il 2022 è diminuito il tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni (-8,6%)

Dai laboratori Winkler nasce Perfetta, una membrana per tutti gli usi

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Dai laboratori Winkler nasce Perfetta, una membrana per tutti gli usi in grado di aderire su tutti i supporti, membrane ardesiate comprese, e che si può utilizzare anche per la protezione dei cementi alleggeriti.

Ideale per gli interventi di ristrutturazione, permette di risparmiare il 50% dei tempi di applicazione, il 50% dell’utilizzo di fiamma, con evidenti vangatti per gli applicatori professionali.

Perfetta Pol Mineral kg 4,5 ardesiata sfrutta la tecnologia NT ed è una membrana innovativa, con un compound molto ricco a masse impermeabilizzanti differenziate. È inoltre disponibile la versione Perfetta Pol mm 4, con le stesse caratteristiche ma con uno spessore maggiore, di 4 millimetri.

La tecnologia NT garantisce le performance delle storiche e collaudate membrane di Winkler con un’adesione migliorata e vantaggi sia in termini di posa (aderenza totale) che di rapidità di messa in opera, in ogni condizione.

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Mescola Faccia a vista

Mescola bitume polimero Elastoplastomerica BPP, compound in bitume distillato modificato con copolimeri poliolefinici di sintesi APP (Polipropilene Atattico) a elevato peso molecolare, ottenuti da polimerizzazione catalizzata da metalloceni.

Mescola Faccia in applicazione

Mescola bitume polimero elastoplastomerica EPDM, compound in bitume distillato modificato con polimeri di sintesi a elevato peso molecolare, appositamente progettata e realizzata per migliorare l’adesione della membrana su qualsiasi tipo di supporto.

Armatura

Le membrane di questa famiglia sono rinforzate con un’armatura in nontessuto di poliestere da filo continuo (Spunbond) imputrescibile. Il nontessuto di poliestere garantisce un’ottima resistenza meccanica alla lacerazione e al punzonamento.

Finitura

Le membrane di questa famiglia hanno una finitura superficiale inferiore realizzata con un film termofusibile in polietilene PE mentre la finitura superficiale superiore in tessuto di polipropilene PPL “Double”.

Per salvaguardare ulteriormente la funzionalità di queste membrane è possibile applicare 2000 Fast, il protettivo elastomerico colorato resistente al ristagno d’acqua, specificatamente formulato per la protezione di manti bituminosi lisci e ardesiati di qualsiasi dimensione, anche appena posati in opera.

Suprevo: la facciata ventilata che racconta il territorio

La facciata ventilata che racconta un territorio

A Monte Savino, nel cuore della Valdichianina, ha preso vita Suprevo, uno spazio multifunzionale che ospita un museo, un frantoio e uno store. Il luogo è stato interamente  riqualificato dall’architetto Antonio Leonardi, in collaborazione con Alpewa, azienda affermata nel settore della lavorazione e trasformazione dei metalli, che è stata scelta come partner tecnico per la realizzazione della nuova facciata ventilata, elemento distintivo dell’intero complesso.

Una facciata ventilata per distinguersi

Il contesto urbano in cui si inserisce Suprevo è caratterizzato da edifici industriali privi di valore architettonico. Proprio per questo, la committenza ha voluto conferire al fabbricato una nuova identità visiva.

Il progetto ha puntato su una facciata ventilata in alluminio perforato, realizzata con sistema Alpewa, in grado di unire prestazioni tecniche elevate a un’estetica contemporanea e raffinata.

Il progetto ha puntato su una facciata ventilata in alluminio perforato, realizzata con sistema Alpewa, in grado di unire prestazioni tecniche elevate a un’estetica contemporanea e raffinata

La scelta del rivestimento metallico non è stata casuale: si tratta di pannelli in lamiera ondulata perforata Montana, con fori da 5 millimetri a passo 8 millimetri, finitura semilucida Ral 9006.

Questo materiale garantisce durabilità, leggerezza strutturale, resistenza agli agenti atmosferici e versatilità progettuale, tutti elementi chiave in una facciata ventilata efficiente.

Estetica e funzione: il valore aggiunto della facciata ventilata

Il design verticale del pattern perforato crea un gioco visivo che dona eleganza e dinamismo alla superficie. L’effetto cambia nel corso della giornata grazie alla luce naturale, che filtra attraverso i pannelli generando riflessi e ombre suggestive.

Di notte, la retroilluminazione interna trasforma la facciata in un punto focale visivo per chi osserva l’edificio dall’esterno.

Di notte, la retroilluminazione interna trasforma la facciata in un punto focale visivo per chi osserva l’edificio dall’esterno.

Oltre all’impatto estetico, la facciata ventilata Alpewa ha risposto anche alle esigenze funzionali del museo: oscurare parzialmente gli ambienti interni e, allo stesso tempo, garantire trasparenza selettiva per lo store, ben visibile attraverso le ampie vetrine anche nelle ore serali.

Personalizzazione e dettagli costruttivi

Fondamentale è stato il dialogo tra progettista e Alpewa per studiare un sistema su misura. Dopo l’analisi di diversi mock-up e materiali, la scelta è ricaduta su una soluzione customizzata, con ancoraggi personalizzati e pannelli modulati sulle geometrie del fabbricato.

A completamento del disegno architettonico, è stato realizzato un portale in composito di alluminio Alpewa, colore giallo, che incornicia gli ingressi e maschera le differenze altimetriche delle aperture.

Il risultato è un elemento scenografico, funzionale e perfettamente integrato con il linguaggio architettonico della facciata ventilata.

Quando l’architettura parla di identità

L’intervento Suprevo dimostra come la facciata ventilata possa essere non solo una soluzione tecnica per migliorare le prestazioni energetiche e il comfort interno, ma anche uno strumento di comunicazione architettonica.

In questo caso, il rivestimento firmato Alpewa interpreta la storia dell’edificio e del territorio, valorizzando l’esperienza del visitatore e creando un landmark contemporaneo per la comunità.

Rockwool-Nomisma: i vantaggi della direttiva Case green

Lavori di efficientamento
Lavori di efficientamento

Il patrimonio residenziale italiano ha già compiuto un passo significativo verso la transizione energetica, conseguendo un risparmio del 7,4% sui consumi, pari a 31.530 GWh annui rispetto ai consumi del 2020, considerati dalla direttiva Epbd una base di partenza. Questo risultato, reso possibile anche grazie agli interventi di riqualificazione sostenuti dagli incentivi fiscali degli ultimi anni (2020-2024), testimonia che l’Italia è già a metà strada verso il target europeo del 16% di riduzione dei consumi al 2030.

A restituire questa fotografia è lo studio Efficienza energetica del patrimonio abitativo,  scenari e strumenti alla luce della Direttiva Ue, commissionato da Rockwool a Nomisma. Secondo lo studio, per colmare il divario residuo dell’8,6% è necessario intervenire sugli edifici più obsoleti con un investimento stimato in 115,3 miliardi di euro tra il 2027 e il 2030, che permetterebbe di portare a termine il percorso di abbattimento delle emissioni in quattro anni, intervenendo su quasi il 14% del patrimonio residenziale nazionale.

Lavori di riqualificazione
Lavori di riqualificazione

Più valore agli immobili

Attraverso una simulazione condotta su 12,5 milioni di edifici residenziali, lo studio ha definito uno scenario che privilegia il miglior rapporto costo-beneficio per la riduzione dei consumi. Questo approccio prevede di intervenire su 1,7 milioni di edifici, pari a oltre 4,7 milioni di unità abitative, concentrandosi sulle classi energetiche meno performanti e tenendo conto delle specificità territoriali, in particolare nelle zone climatiche più fredde. Lo studio ha suddiviso gli interventi in due categorie: hard, quelli più invasivi che prevedono la sostituzione di impianti e involucro degli edifici, generando un aumento medio del 14,8% del valore; e soft, che prevedono la sola sostituzione degli impianti più obsoleti, con incrementi medi di valore immobiliare attorno al 4,8%.

L’investimento medio per abitazione è stimato in 24 mila euro, prevalentemente destinato agli interventi hard, che garantiscono i maggiori benefici in termini di risparmio energetico e crescita del valore dell’immobile. Lo studio mostra che ogni euro investito nella riqualificazione di un’unità abitativa genera un ritorno economico superiore al 23% grazie a un effetto moltiplicatore pari a 1,23.

Quanto più significativo è il salto di classe energetica derivante dall’intervento, tanto più elevato sarà l’incremento del valore dell’immobile: in media, si registra un incremento medio del valore di 14.500 euro per abitazione (+10,1%), con picchi fino al 31% nelle zone più fredde o in caso di passaggi dalla classe G alla A. Ad esempio, un immobile situato in zona E che passa dalla classe energetica meno performante (G) alla B con interventi Hard ottiene in media un incremento di valore del 22,4%, mentre un intervento Soft nella stessa condizione, con un salto di due classi, consente un aumento di valore inferiore, pari all’8%.

Nel complesso, gli interventi di riqualificazione energetica stimati dallo studio potrebbero generare un incremento di valore immobiliare per il patrimonio residenziale italiano pari a 68,9 miliardi di euro.

Edificio con copertura in facciata
Edificio con copertura in facciata

Effetti positivi sull’intero sistema Paese

La realizzazione del piano di riqualificazione previsto per raggiungere gli obiettivi della Direttiva comporta un investimento complessivo di 115,3 miliardi di euro nel quadriennio 2027-2030, pari a circa 28,8 miliardi l’anno. Queste risorse, per poter essere attivate, richiederebbero una qualche forma di sostegno finanziario annuo pari a circa 17,3 miliardi annui, mentre si stima che i capitali privati, anche senza sostegno, potrebbero coprire la quota restante, pari a circa 11,5 miliardi.

Tale stima è in linea con quanto registrato negli anni precedenti all’introduzione del Superbonus 110%. Tra il 2014 e il 2020, infatti, gli investimenti medi annui per interventi di manutenzione straordinaria di edifici residenziali veicolati attraverso gli incentivi fiscali statali si attestava in media a 28,4 miliardi di euro, con una quota coperta da incentivi pubblici pari a 14,4 miliardi di euro e corrispondente a un’aliquota media del 50,8%.

Questo dato suggerisce che il volume di risorse richiesto per il nuovo piano è in continuità con le esperienze già maturate, sia per entità complessiva che per il ruolo del sostegno pubblico.

L’effetto moltiplicatore sull’economia italiana sarebbe significativo: si prevede un incremento annuo di valore aggiunto pari a 21,3 miliardi di euro, suddiviso tra effetti diretti (10,5 miliardi), indiretti (4 miliardi) e indotti (6,8 miliardi).

Lavori di efficientamento
Lavori di efficientamento

Impatto economico – valore aggiunto totale

Il settore delle costruzioni riceverebbe il principale beneficio (37% del totale), ma ricadute positive interesserebbero anche la consulenza, i servizi immobiliari, il commercio (al dettaglio e all’ingrosso), il trasporto e la logistica.

Gli interventi di riqualificazione energetica attiverebbero complessivamente, ogni anno dal 2027 al 2030, circa 370.000 unità di lavoro, pari all’1,5% del totale nazionale. Di queste, il 47% sarebbero impiegate nel settore delle costruzioni (circa 175.000 unità, equivalenti al 10% della forza lavoro del comparto).

In aggiunta ai benefici economici e occupazionali, l’efficientamento energetico porterebbe importanti vantaggi diretti per le famiglie, traducendosi in un risparmio medio annuo sulle bollette del 36% – pari a circa 645 euro per famiglia, con punte che sfiorano i 1.300 euro nelle zone climatiche più fredde. Senza contare il fatto che consentirebbe una decarbonizzazione stimata in 4,6 milioni di tonnellate di CO₂ l’anno, corrispondenti al 10% delle emissioni del comparto residenziale.

Scenari finanziari di sostegno flessibili per una transizione inclusiva

Sul fronte della finanziabilità degli interventi di riqualificazione energetica per l’ammontare che richiede qualche forma di supporto, lo studio propone tre scenari, da intendersi come spunti di riflessione per il dibattito pubblico e privato, e non come prescrizioni univoche. Tutti si basano sull’analisi di un caso studio rappresentativo — un condominio di medie dimensioni, realizzato prima del 1970 e composto da 28 unità abitative — e prevedono un intervento strutturale (hard) in grado di garantire un salto di sei classi energetiche (dalla G alla A1) e un risparmio di circa il 60%.

Nei diversi modelli, il coinvolgimento di Stato, famiglie, imprese e operatori finanziari può essere modulato e combinato secondo le esigenze sociali, le dinamiche di mercato e le politiche che si vorranno adottare. Gli strumenti ipotizzati si articolano su più livelli: crediti d’imposta differenziati, incentivi diretti per le famiglie a basso reddito, prestiti agevolati con garanzia pubblica, meccanismi pay-as-you-save, il ruolo attivo delle ESCO, fino all’utilizzo di fondi europei specifici.

La quota di sostegno pubblico ipotizzata, in funzione dei diversi scenari simulati, varia dal 50% al 65% dell’investimento complessivo. L’impegno effettivo per lo Stato — al netto dei maggiori gettiti fiscali generati dagli investimenti attivati — si attesta tra 4,9 e 8,6 miliardi di euro all’anno, dal 2027 al 2030. In tutti i modelli, la sostenibilità economica viene valutata in relazione non solo al contributo pubblico, ma anche al valore aggiunto generato, al ritorno occupazionale e al coinvolgimento di capitali privati.

Per assicurare efficacia, qualsiasi soluzione dovrà accompagnarsi a una programmazione pluriennale, massima trasparenza delle regole, controlli rigorosi e una governance collaborativa tra Stato, attori finanziari, imprese e cittadini.

Proseguire verso il target europeo richiede ora uno sforzo condiviso, orientato a massimizzare le risorse disponibili, supportare le famiglie che più ne hanno bisogno e promuovere un’edilizia sicura, moderna e sostenibile. Solo attraverso la collaborazione attiva e l’adozione di modelli flessibili e inclusivi sarà possibile completare con successo la transizione energetica del patrimonio abitativo nazionale.

Under, la porta di sicurezza Dierre per cantine, depositi e locali di servizio

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La porta di sicurezza Under di Dierre garantisce un alto livello di protezione per cantine, depositi e locali di servizio.

Spesso in questi ambienti, che custodiscono beni preziosi o ricordi importanti, sono installate porte o portoncini facili da scassinare. La linea di porte Under garantisce invece un alto livello di sicurezza, rendendo la vita difficile a ladri e malintenzionati.

La porta di sicurezza Under è disponibile in due versioni: monolamiera e doppia lamiera, entrambe con un battente di 48 millimetri in acciaio zincato, verniciato e rinforzato da traverse orizzontali a omega di grandi dimensioni. Una struttura che rende la porta particolarmente robusta.

Il sistema di chiusura prevede una serratura a cilindro con sistemi anti manipolazione brevettati, quattro catenacci, piastra anti-trapano, aste telescopiche di chiusura superiore e inferiore, boccola a pavimento in ottone e tappo parapolvere.

Inoltre, sul lato delle cerniere sono presenti quattro rostri avvitati al battente, che resistono alle sollecitazioni più violente e rendono ancora più solida la porta. Un ulteriore elemento di sicurezza è costituito dall’asta telescopica di chiusura superiore e inferiore.

Le porte Under sono disponibili con sette punti di chiusura, con scrocco azionato dalla maniglia o dalla chiave. Griglie di aerazione sulla parte superiore e su quella inferiore dell’anta consentono infine la ventilazione degli spazi per evitare il caratteristico «odore di chiuso» in cantina.

La porta Under permette di accedere alle detrazioni previste dal Bonus Sicurezza. L’incentivo prevede una detrazione fiscale del 36% sulle spese sostenute per interventi volti a migliorare la sicurezza della propria abitazione, fino a un massimo di 48 mila euro, ripartito in dieci quote annuali di pari importo nella dichiarazione dei redditi.

Il Bonus Sicurezza si applica all’installazione di sistemi antifurto e allarmi, telecamere di videosorveglianza, porte blindate, inferriate, grate e sistemi di protezione passiva e altri dispositivi di sicurezza come vetri antisfondamento, videocitofoni e spioncini elettronici, recinzioni e cancelli di sicurezza e casseforti a muro.

Un terzo di stranieri nell’edilizia

Costruzioni e infrastrutture richiederanno circa un terzo di lavoratori stranieri
Costruzioni e infrastrutture richiederanno circa un terzo di lavoratori stranieri

Le preoccupazioni delle imprese per il calo demografico non vanno sottovalutate. L’edilizia, per esempio, sa bene che meno figli significa anche meno nuove costruzioni e appartamenti più piccoli. Ma non solo. Perché il problema è sistemico, a cominciare dal riflesso sul sistema di previdenza: chi pagherà le pensioni ai giovani di oggi e anziani di domani? A questo si aggiunge il dato più specificatamente concreto dell’impatto della crisi demografica sull’occupazione. E se l’argomento vi sembra noioso, leggete gli ultimi dati del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il ministero del Lavoro.

Il Sistema informativo Excelsior fornisce annualmente i dati di previsione sull’andamento del mercato del lavoro e sui fabbisogni professionali e formativi. Secondo la nuova analisi, entro il 2029 le imprese avranno necessità fino a 3,7 milioni di lavoratori, in gran parte per rimpiazzare quelli che vanno in pensione, mentre sarebbero 679 mila i nuovi occupati, ridotti a 237 mila unità in uno scenario negativo. La cifra complessiva, quindi, potrebbe ridursi a 3,3 milioni se l’economia dovesse stentare, ma il concetto non cambia.

Per il sistema legno e arredo si arriva al 27,8% di lavoratori stranieri nei prossimi anni
Per il sistema legno e arredo si arriva al 27,8% di lavoratori stranieri nei prossimi anni

Excelsior ha calcolato anche in quali settori saranno necessarie le nuove risorse: per l’industria si tratta di di 755 mila in uno scenario negativo o di 873.000 addetti se positivo. I servizi richiederanno tra 2,4 e 2,7 milioni di ingressi.

Ma, ecco il punto: il sistema informativo di Unioncamere prevede anche non ci saranno abbastanza italiani per coprire quelle posizioni. Excelsior calcola che entro il 2029 ci sarà un fabbisogno di circa 617 mila lavoratori stranieri da parte delle imprese private, circa oltre un quinto della domanda (21,1%). Non solo: ci sono settori dove, sempre secondo l’analisi, ci sarà più necessità di stranieri. In prima fila ci sono costruzioni e infrastrutture con circa un terzo (29,4%) e per il legno e arredo si arriva al 27,8%. A seguire l’agricoltura (34,3%) e industria (28,1%), moda (47,1%), mobilità e logistica (33%), agroalimentare (31,8%).

Numeri su cui sarebbe bene riflettere sia sotto il profilo legislativo e normativo, sia sotto quello dell’impatto sociale. Da una parte le resistenze a un aumento dell’immigrazione, dall’altra la richiesta di manodopera che non è soddisfatta dai cittadini italiani. Un rebus non semplice da risolvere per i decisori, ma che andrebbe spiegato non solo a slogan elettorali.

Costruzioni e infrastrutture richiederanno circa un terzo di lavoratori stranieri
Costruzioni e infrastrutture richiederanno circa un terzo di lavoratori stranieri

Archè di Scrigno, la nuova collezione di porte blindate firmata da Egidio Panzera

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Syncro

Scrigno presenta Archè, una collezione di porte blindate che coniuga innovazione tecnica, ricerca estetica e visione architettonica.

A firmare il progetto è Egidio Panzera, architetto e designer, che per Scrigno assume il ruolo di direttore creativo della nuova collezione

Il nome, dal greco “ἀρχή”, evoca l’origine, il principio fondante di un progetto, che per Scrigno riparte dalla parete, da cui prende forma una nuova idea di abitare che richiede soluzioni capaci di offrire continuità visiva, protezione e armonia architettonica.

Con Archè, la porta blindata va oltre il concetto di soglia protettiva, per diventare un elemento attivo nel racconto dello spazio. «Le porte blindate sono pensate in relazione diretta con il muro, come un episodio architettonico a stretto contatto con materia e luce», afferma Panzera.

Porte blindate Archè: tre modelli complanari

La collezione di porte blindate Archè si sviluppa attraverso tre modelli complanari, pensati per offrire massima libertà progettuale e precisione tecnica:

Axial, con apertura a bilico filo muro, per un impatto scenografico essenziale e scultoreo.

Levos, con apertura a battente filo muro, che esalta la perfetta integrazione nella parete.

Synkro, con apertura a battente complanare al coprifilo, per contesti che richiedono eleganza discreta e soluzioni versatili.

La complanarità sul lato interno, ovvero la perfetta continuità tra porta e parete/coprifilo, consente di creare ambienti fluidi e coerenti. Il lato interno delle porte è totalmente personalizzabile per garantire la completa integrazione con le pareti, per un’estetica pulita, continua, quasi invisibile.

Sul lato esterno entrano in gioco i pannelli delle linee Materia, Tracce ed Heritage.

  • Materia: i design di questa linea sono il risultato di un attento studio e selezione di materiali pregiati, con finiture e texture che spaziano dal Marmo Verde Lucido alla Calacatta Oro Levigato, dalla Pietra Piasentina Bocciardato all’Acciaio Crudo, dall’Ottone Invecchiato ai vetri, fino ai legni impiallacciati e alle essenze a rilievo.Combinando materiali, forme e colori differenti, Materia offre uno spettro di possibilità compositive  uniche. 
  • Tracce è una linea che esplora il potere evocativo della superficie incisa. I pannelli esterni si ispirano a paesaggi naturali, texture organiche e archetipi architettonici attraverso sofisticate tecniche di incisione.
  • Heritage nasce dall’idea di un’eleganza misurata e senza tempo. È una selezione di pannelli scelti direttamente da Panzera, che reinterpretano il calore della tradizione attraverso un’estetica attuale e raffinata.

In questo contesto si inserisce anche il Rigatino, un nuovo carter di rivestimento di telaio e carena disegnato da Egidio Panzera: una finitura che, con la sua texture verticale, definisce un tratto grafico sottile ma distintivo.

Archè è il preludio a un nuovo modo di concepire l’identità Scrigno: un brand capace di offrire non solo sistemi d’apertura, ma soluzioni d’architettura, dalle porte scorrevoli ai controtelai, dalle scale di design alle porte blindate, in cui si incontrano rigore tecnico e visione creativa .

Dierre: così da 50 anni il design porta all’innovazione. Intervista a Vincenzo De Robertis

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Vincenzo De Robertis, presidente Dierre

Dal sogno dei fratelli Alessandro e Vincenzo De Robertis, emigrati dalla Puglia in Piemonte per fondare un’impresa tutta loro, 50 anni fa è nata Dierre, oggi prima azienda italiana di porte blindate.

In mezzo secolo di storia, la società ha registrato oltre 70 brevetti ed espanso l’offerta a porte interne, portoni per garage, grate di sicurezza, controtelai per porte scorrevoli a scomparsa, porte tagliafuoco e multifunzione, casseforti, serrature e cilindri per porte blindate. Trasformando la porta da elemento funzionale a complemento d’arredo,

Dierre è riuscita con la forza del design e dell’innovazione a raggiungere una posizione di primo piano sul mercato: basti pensare che i suoi prodotti sono presenti in oltre 5 milioni di edifici a livello globale, tra cui referenze prestigiose come City Life a Milano o il Waterfront di Levante a Genova.

«La sfida più importante che abbiamo davanti non è solo quella di continuare a espanderci, ma soprattutto quella di restare un punto di riferimento per l’innovazione e il design delle porte. Non si tratta solo di conquistare nuovi mercati o canali di distribuzione, come stiamo facendo in Italia nel settore delle rivendite edili, ma di mantenere l’attitudine a innovare continuamente i nostri prodotti e i nostri processi», commenta il fondatore Vincenzo De Robertis, oggi presidente dell’azienda. YouTrade lo ha incontrato.

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Vincenzo De Robertis con la figlia Laura, direttrice marketing Dierre

Domanda. Nel 2025 Dierre festeggia i suoi 50 anni. Com’è cambiata l’attività dal 1975?
Risposta. Siamo l’unica azienda che non fa più solo porte di sicurezza, ma che ha integrato caratteristiche termiche, acustiche, tagliafuoco.

Partendo dall’acciaio e dal legno, con la produzione della prima porta blindata industrializzata negli anni Settanta, abbiamo fatto un salto negli anni Novanta a seguito dell’acquisizione di una piccola azienda che produceva serrature. Da lì abbiamo sviluppato tutto il settore delle porte, che adesso comprende anche modelli domotici.

Siamo un’azienda veramente globale e non temiamo alcun tipo di mercato, sia in Italia che all’estero: siamo in grado di rispondere a qualsiasi esigenza.

Inoltre, il fatto di possedere una falegnameria di 14 mila metri quadrati a Mondovì (Cuneo) ci permette di realizzare e personalizzare qualsiasi pannello per porte interne in legno massello e rivestimenti per porte blindate, anche su disegno degli architetti.

Queste porte consentono di unire la sicurezza all’eleganza del legno, declinato sia in uno stile tradizionale che in uno più contemporaneo.

D. C’è qualcosa che, invece, in 50 anni non è mai cambiato?
R. L’ascolto del mercato e la capacità di innovarsi continuamente. La continua ricerca di soluzioni tecnologicamente all’avanguardia ci ha permesso di capire velocemente il mercato e sbaragliare negli anni Ottanta la concorrenza, concentrata solo sulla produzione di porte standard. Oggi siamo arrivati a installare le nostre porte in più di 5 milioni di edifici.

D. Qual è stata l’idea vincente?
R. Non limitarsi al prodotto standard. Il nostro successo è sempre stato nelle porte di sicurezza, ma abbiamo integrato anche caratteristiche termiche, acustiche, di sicurezza antincendio, con elevate prestazioni anche per le porte a doppio battente.

Abbiamo continuato a investire nelle porte in legno massello, un prodotto che, con la giusta manutenzione, è davvero eterno, senza perdere di vista lo sviluppo tecnologico, con la domotica.

Oggi la domanda di queste soluzioni è in crescita e i nostri modelli Hibry e Next Elettra consentono di combinare in un’unica serratura l’apertura motorizzata e manuale, per permettere l’apertura e la chiusura della porta anche in caso di guasto elettronico o di blackout.

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La porta domotica Hibry5, con doppia apertura, manuale e motorizzata

D. In che direzione sta andando oggi il mercato delle costruzioni e che segnali ricevete dal vostro osservatorio privilegiato?
R. Il mercato immobiliare si sta qualificando, in particolare sulla piazza di Milano. Le nostre porte domotiche Hibry e Next Elettra, così come le soluzioni tagliafuoco, stanno riscontrando un successo sempre crescente, tanto da essere state selezionate per referenze prestigiose come i grandi complessi immobiliari di City Life a Milano o il Waterfront di Levante a Genova.

 

Tra gli ultimi progetti c’è il Global Cloud Data Center Aruba di Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo, che ha visto l’installazione delle nostre porte tagliafuoco di ultima generazione.

D. La tecnologia occupa uno spazio sempre più importante nelle nostre vite. Voi siete stati i primi ad averla implementata nelle porte con Bi Elettra, e oggi con Next Elettra. È una tendenza destinata a crescere o ci sarà un ritorno alla tradizione?
R. È una tendenza destinata a crescere, anche perché il rapporto qualità-prezzo di queste porte è diventato sempre più vantaggioso.

Con un prezzo accessibile è possibile integrare nella porta di casa tutta una serie di funzionalità importanti, come il controllo degli accessi o alert su eventuali manomissioni.

Poi, con l’intelligenza artificiale e l’evoluzione della domotica, le case saranno sempre più tecnologiche.

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Dettaglio touchscreen Hibry5

D. Negli ultimi anni Dierre ha aperto la porta anche a un nuovo modello di business: il Dierre Emporium. Di che si tratta?
R. Ispirandoci un po’ al concept dell’Emporio Armani, il nostro progetto Dierre Emporium è un brand dedicato ai distributori di materiali edili.

Dopo la crisi del 2009 i rivenditori edili si sono qualificati, dando spazio nei punti vendita anche a showroom di finiture e iniziando a trattare anche le porte. Il marchio Dierre Emporium ci permette di rafforzare la nostra presenza nel mondo delle rivendite edili, offrendo ai distributori la possibilità di diventare un punto di riferimento per le esigenze di architetti e progettisti.

Ai rivenditori della rete Dierre Emporium proponiamo porte da cantina, porte tagliafuoco reversibili e non, porte multifunzione, portoni basculanti, controtelai per scorrevoli a scomparsa, filomuro, accessi per interni. Oltre a tutta una gamma di servizi, come consulenza tecnico-commerciale grazie alla rete vendita presente sul territorio con circa 60 agenti, corner espositivi, iniziative di marketing, servizio post vendita.

D. Avete in programma anche l’implementazione di un configuratore?
R. Fino al 2006 producevamo mille porte al giorno, 220 mila porte all’anno: c’erano tante commesse su prodotti perlopiù standard. Oggi, i volumi si sono ridotti, ma la percentuale di prodotti personalizzati è cresciuta in maniera esponenziale.

Il configuratore è uno strumento importante, che aiuta moltissimo le vendite, ma risulta un po’ rigido nel momento in cui si deve andare a realizzare un prodotto su misura.

Al momento stiamo lavorando per fare un grosso salto nel processo di digitalizzazione, acquistando un nuovo gestionale per far dialogare tutti i comparti dell’azienda. Abbiamo scelto JD Edwards della Microsoft e abbiamo una società di consulenza che ci sta aiutando nel passaggio.

Attualmente utilizziamo tre gestionali che dovranno poi convogliare in un unico contenitore: insomma, c’è un bel lavoro da fare. Parallelamente, stiamo studiando un preventivatore in grado di sfruttare l’intelligenza artificiale da fornire alla rete vendita per fare anche azioni di marketing mirate.

D. Quanti sono i Dierre Emporium oggi?
R. Vogliamo raggiungere 1000 punti vendita su tutto il territorio nazionale. I nostri prodotti, essendo molto tecnici, hanno necessità di essere mostrati. C’è necessità di uno showroom e di almeno un paio di prodotti in esposizione.

Nel catalogo dedicato abbiamo selezionato prodotti tecnici adatti alle rivendite edili, come i cassonetti per le porte scorrevoli, le porte filomuro, le porte in telaio di alluminio.

D. Se ormai siamo abituati a vedere nella porta blindata un elemento di arredo, è anche merito di Dierre. Quanto conta per voi il design?
R. Il design è fondamentale. Siamo in grado di rispondere a qualsiasi esigenza di personalizzazione e, grazie anche alla falegnameria interna, Dierre ha la possibilità di realizzare prodotti a elevato valore estetico, come le porte in legno massello in rovere e noce o le porte a doppio battente. Sono porte molto belle, che integrano all’aspetto estetico importanti parametri di sicurezza, e durano tutta la vita.

D. Un altro tema all’ordine del giorno è la sostenibilità. Che impatto può avere su un’azienda come la vostra?
R. Dierre ha installato due impianti fotovoltaici da 42 mila metri quadrati, riducendo l’acquisto di corrente elettrica dalla rete, con un risparmio sui costi.

D. La sostenibilità è un driver di mercato o un investimento etico?
R. Entrambi. Il cambiamento climatico e i suoi effetti sono all’ordine del giorno e tutti dobbiamo porre attenzione al tema del risparmio energetico, sia per un discorso economico che etico.

D. Da sempre Dierre punta su una rete territoriale di assistenza molto solida. È ancora un vantaggio competitivo in un mercato che va sempre di più verso il digitale?
R. Assolutamente sì. Disponiamo di 45 tecnici qualificati Dierre, dotati di tesserino identificativo. Hanno tutti fatto degli esami di qualifica e con loro organizziamo costantemente corsi di formazione.

I nostri tecnici sono presenti su tutto il territorio nazionale e sono in grado di fornire assistenza sui prodotti Dierre, sia in che fuori garanzia.

I loro nomi sono pubblicati nello store locator del nostro sito, sotto la voce assistenza e punti vendita. Riceviamo chiamate di persone che hanno installato una porta Dierre 20 anni fa, magari con la serratura a doppia mappa, che ora non va più. I nostri tecnici, con un piccolo intervento, sostituiscono la doppia mappa con un cilindro di sicurezza.

D. Con la serratura a doppia mappa era anche difficile sostituire la chiave…
R. Sì, avevamo creato un blocchetto intercambiabile in plastica che consentiva infinite sostituzioni della chiave senza cambiare l’intera serratura.

In caso di furto, perdita o sospetta copiatura delle chiavi, bastava sostituire il blocchetto centrale di serie con un altro corredato di un nuovo set di chiavi e il gioco era fatto. Un’operazione veloce che si poteva fare da soli, in casa, con un semplice cacciavite.

Questo prodotto ci ha permesso di avere un successo incredibile, tanto che anche i nostri competitor ci ordinavano migliaia di queste serrature.

D. In 50 anni un’azienda attraversa inevitabilmente burrasche. Vi è mai venuta la tentazione di trasferirvi all’estero?
R. Dal 2008-2009 abbiamo passato sette anni di crisi, che ci hanno messo a dura prova. Non abbiamo però mai avuto la tentazione di trasferirci all’estero.

In compenso abbiamo aperto 20 anni fa un’azienda da 24 mila metri quadrati in Portogallo che realizza 50 mila porte blindate e 130 mila cassonetti all’anno. La penisola iberica ormai la comanda Dierre.

D. Dierre è campione del made in Italy, ma opera anche su uno scenario globale. All’estero come sono percepiti i prodotti Dierre e quali mercati la stanno sorprendendo di più?
R. Tutta l’Europa ci sta dando soddisfazioni. La Francia, nonostante la crisi, la Spagna, il Portogallo, la Polonia, la Croazia, l’Ungheria, dove siamo gli unici a vendere un milione di porte blindate.

Abbiamo inoltre aperto nel 2023 la Dierre Suisse a Sàrl in Bulle e stiamo realizzando uno showroom molto bello a cavallo tra Francia e Germania.

D. Come si immagina i prossimi 50 anni di Dierre?
R. Immagino una multinazionale. Siamo troppo grandi per limitarci all’Italia e dobbiamo ragionare per creare un gruppo da 350 milioni di euro. Al momento il fatturato consolidato è di 160 milioni di euro.

Inoltre, abbiamo la possibilità di costruire uno stabilimento in Polonia per arrivare a 700 mila porte, cogliendo anche le opportunità che si apriranno al termine della guerra in Ucraina.

Anche il Marocco è una nazione molto interessante. Vendiamo 3-4 mila porte tramite il Portogallo, ma possiamo fare molto di più anche nell’alberghiero. Abbiamo davvero la possibilità di essere vincenti.

Dierre: dal Piemonte al mercato globale 

Dierre conta 650 dipendenti, divisi tra i quattro stabilimenti in provincia di Asti, altri tre a Mondovì (Cuneo), Avigliana (Torino), Cornate d’Adda (Monza-Brianza) e uno in Portogallo, a Santa Comba Dao.

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Lo stabilimento Dierre di Villanova d’Asti

La capacità produttiva annuale si misura in 200 mila porte di sicurezza, 70 mila porte da interni, 200 mila serrature e casseforti, 25 mila chiusure da garage, 200 mila controtelai a scomparsa, 100 mila porte tagliafuoco in acciaio e multifunzione.

Il fatturato consolidato 2024 si è attestato a 160 milioni di euro, generato per il 55% in Italia e per il restante 45% da esportazioni in oltre 20 Paesi in Europa, Nord Africa, Cina e America Latina.

Negli anni, per supportare l’internazionalizzazione dell’azienda, sono nate consociate in Germania, Francia, Spagna, Portogallo e, nel 2023, in Svizzera.

Una presenza globale che mantiene a Villanova d’Asti il suo quartier generale e la progettazione di ogni prodotto.

Saint-Gobain acquista Isoltech

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Chryso Isoltech

Saint-Gobain acquista Isoltech. Il produttore italiano di additivi è specializzato nella tecnologia del calcestruzzo cellulare, utilizzato nella produzione di calcestruzzo leggero. Con questa operazione il gruppo francese rafforza il suo portafoglio di prodotti chimici per l’edilizia. Isoltech, fondata nel 1987, gestisce uno stabilimento produttivo a Verdellino (Bergamo). Le sue soluzioni sono ampiamente riconosciute per il loro eccellente isolamento termico e acustico, nonché per la loro resistenza al fuoco, riciclabilità, permeabilità al vapore e all’acqua. L’azienda serve i mercati del calcestruzzo preconfezionato, del prefabbricato e dei massetti.

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Chryso Isoltech

Con l’acquisizione, Isoltech beneficerà dell’esperienza, dell’innovazione e delle capacità di R&D di Chryso negli additivi per calcestruzzo per supportare i clienti nello sviluppo di materiali a basse emissioni di carbonio e sfruttare una presenza geografica globale. L’operazione di Saint-Gobain è in linea con il piano strategico Grow & Impact, che mira sia a rafforzare la leadership mondiale del Gruppo sia ad accelerarne la crescita, arricchendo la gamma di soluzioni per l’edilizia leggera e sostenibile.

Dossier gruppi e consorzi e un focus sui big della distribuzione a Milano nel nuovo numero di YouTrade

Che cosa stanno facendo i big della distribuzione di materiali per edilizia? Non è una domanda semplice a cui rispondere, in un momento segnato dal riflusso del dopo-superbonus e, allo stesso tempo, dalla panacea del Pnrr.

Eppure, gruppi e consorzi del settore non stanno con le mani in mano e si preparano, chi più e chi meno, ad affrontare un 2026 che si avvicina con alcune incognite.

Per questo, assume un valore ancora maggiore l’iniziativa di Virginia Gambino Editore di interrogare direttamente i principali protagonisti di questa parte della distribuzione. I risultati sono pubblicati in una sezione speciale del nuovo numero di YouTrade.

Non a caso è un numero che precede il periodo tradizionalmente dedicato alle ferie e il «nuovo inizio anno» di settembre: perché i dati emersi dalla ricerca, con le schede di 29 tra gruppi e consorzi, l’analisi allegata e le interviste sono motivo di una riflessione che accompagnerà gli operatori nelle prossime settimane.

Il magazine leader nel mondo delle rivendite non poteva, però, ignorare quello che avviene a Milano, tra cronaca e business.

A parte l’aspetto giudiziario, le vicende del capoluogo hanno riflessi anche sul mondo dell’edilizia, tra cantieri bloccati, ma anche progetti che non si fermano. E quali sono le aspettative di chi sulla città lombarda ha investito?

YouTrade lo ha chiesto a tre dei maggiori multipoint della distribuzione: Eternoo, Orsolini e Zanutta.

Il corposo numero estivo della rivista si occupa, inoltre, di tanti argomenti di interesse per gli operatori del mercato. Come il punto sull’impatto del Pnrr con le opere di riqualificazione dei 3563 istituti scolastici.

Oppure la sezione speciale dedicata ai laterizi ad alte prestazioni.

Tanti argomenti caldi da leggere per aggiornarsi, informarsi e prendere decisioni. Non perdete il nuovo numero di YouTrade!

 

SFOGLIA LA RIVISTA

Heidelberg Materials Italia Calcestruzzi acquisisce Cava Nord

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Heidelberg Materials Italia Calcestruzzi ha acquisito il 100% del capitale sociale di Cava Nord di Paderno Dugnano (Monza Brianza). 

Fondata da Luigi Tonelli e attiva nel settore estrattivo dagli anni Sessanta, Cava Nord ha sviluppato nel tempo la coltivazione della cava e le relative infrastrutture, tra cui un impianto di frantumazione e selezione degli aggregati e due impianti di betonaggio, uno dei quali attualmente locato a HM Italia Calcestruzzi

L’operazione consente a HM Italia Calcestruzzi di entrare nel mercato degli aggregati naturali e riciclati, rafforzando al contempo la propria presenza nel settore del calcestruzzo.

Nel dettaglio, il complesso industriale è composto da:

  • un giacimento di cava autorizzato dalla Regione Lombardia
  • due impianti di betonaggio (di cui uno già in affitto a HM Italia Calcestruzzi)
  • due impianti di frantumazione e selezione inerti di cava
  • un impianto di produzione aggregati riciclati
  • autorizzazione al conferimento di terre e rocce di scavo
  • autorizzazione al conferimento di demolizioni
  • fabbricati industriali e relativi terreni
  • impianto fotovoltaico

L’azienda si è distinta anche per l’attenzione al ripristino ambientale, contribuendo alla realizzazione e gestione del Parco Lago Nord, successivamente ceduto al Comune di Paderno Dugnano.

YouTrade luglio/agosto 2025

NUMERO 161 – LUGLIO/AGOSTO 2025
 
In copertina:
 
Gruppi e consorzi: interviste e schede di 29 protagonisti
Milano: i progetti di 3 big della distribuzione nella città
Laterizi: novità e prestazioni top
Pvc: niente crisi per le costruzioni
Edifici scolastici: 3563 nuove opere con il Pnrr
 
 
Per leggere la versione integrale del numero
 

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Orsolini sbarca a Firenze con un nuovo showroom dedicato alla casa

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Orsolini apre il suo primo showroom a Sesto Fiorentino, in Via del Cantone 60, progettato per accompagnare il cliente in ogni fase della realizzazione della casa.

Il nuovo spazio propone un’esposizione organizzata per ambienti, in cui è possibile toccare con mano materiali, confrontare finiture e creare accostamenti in tempo reale.

Nel nuovo showroom orsolini di firenze è possibile trovare bagni, pavimenti e rivestimenti, cucine, arredamento zona giorno e notte, porte interne, infissi e serramenti.

Nuovo logo per Scrigno che guarda sempre più al mondo dell’interior design

Nuovo logo per Scrigno che inaugura una nuova fase del proprio percorso evolutivo, da azienda dal cuore tecnico a interlocutore completo per il mondo del design.

A cura di Elisa Ossino Studio, il nuovo logo rappresenta il primo passo di un più ampio processo di rinnovamento dell’azienda, che conferma il desiderio di dialogare con il mondo dell’architettura e dell’interior design, portando nel progetto la propria visione degli evolving spaces con ambienti fluidi, trasformabili, pensati per accogliere la vita che cambia.

«Il nuovo logo è il simbolo tangibile di un cambiamento che parte dall’identità visiva ma tocca in profondità la cultura del nostro brand», commenta Fabrizio Campanella, CEO di Scrigno Group. «È l’inizio di un racconto che parla di apertura, evoluzione e visione: quella di un’azienda che guarda al design come strumento per connettere architettura e vita quotidiana».

Il nuovo carattere tipografico del logo è stato scelto per comunicare rigore, equilibrio e contemporaneità. Un carattere di forte impatto e chiara leggibilità che riflette l’identità di Scrigno: un brand solido, tecnico ma capace di esprimere un’eleganza discreta.

Un elemento distintivo del nuovo logo è la S tagliata: un segno iconico, che crea una forte identità visiva. L’associazione alla porta scorrevole che emerge dal muro è immediata e intuitiva.

Questo tratto condensa perfettamente la doppia natura di Scrigno: da un lato la tradizione ( l’azienda è stata la prima a introdurre sul mercato i controtelai per porte scorrevoli all’interno del muro), dall’altro l’innovazione, espressa attraverso un linguaggio visivo fluido, unico ed elegante.

San Marco Group punta su pitture e vernici conformi ai Cam e certificate

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San Marco Group punta su pitture e vernici conformi ai CAM, implementando un sistema articolato di certificazioni riguardante tutti gli aspetti del prodotto che garantisce eccellenza, conformità alle normative italiane e internazionali, e competitività nel settore delle pitture e delle vernici per l’edilizia e l’interior design.

Tutti questi riconoscimenti si traducono in una proposta molto articolata per il mercato, dalle idropitture murali alle finiture decorative e ai sistemi per esterni, che permette a progettisti e applicatori di operare con prodotti all’avanguardia dal punto di vista tecnico e ambientale.

 

Pitture e vernici conformi ai CAM

I CAM (Criteri Ambientali Minimi) hanno l’obiettivo di promuovere la sostenibilità ambientale e ridurre l’impatto lungo tutto il ciclo di vita delle opere e dei prodotti, dalla produzione fino allo smaltimento.

Nel caso delle pitture e vernici per l’edilizia, le proposte per interni ed esterni certificate CAM devono essere prive di metalli pesanti (con limite massimo dello 0,010% sul secco); per quelle destinate agli interni sono inoltre previste soglie specifiche per le emissioni di Voc e formaldeide, verificate secondo norme rigorose.

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Acrisyl Light

L’allineamento a questi criteri per San Marco Group è una vera e propria scelta strategica che va oltre il rispetto della normativa: offrire una vasta gamma di soluzioni conformi significa supportare clienti e progettisti nelle gare di appalto pubbliche e nei cantieri sostenuti dai fondi del Pnrr, contribuire alla diffusione di pratiche edilizie sostenibili e rafforzare la competitività sul mercato nazionale e internazionale.

L’ecosistema di certificazioni costruito negli anni da San Marco Group include le più prestigiose del comparto, dall’EPD (Environmental Product Declaration) all’Indoor Air Comfort Gold rilasciata da Eurofins, che rappresenta il massimo standard ottenibile per quanto riguarda le emissioni di composti organici volatili.

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Sistema Allover

L’Indoor Air Comfort Gold ratifica il contributo concreto alla salubrità degli spazi interni abitativi, scolastici, sanitari e professionali ed è inoltre uno strumento strategico per accumulare crediti nei protocolli di rating Leed e Breeam.

San Marco Group è stata la prima azienda italiana del settore a conseguire la certificazione Indoor Air Comfort Gold su un’ampia gamma di soluzioni, confermando il suo impegno concreto e costante verso un’edilizia più sostenibile.

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Unimarc

Il portfolio di certificazioni comprende infine la REDcert2, che attesta l’utilizzo di leganti derivati da biomassa secondo l’approccio “mass-balance”, che in fase di produzione prevede la sostituzione delle materie prime fossili con materiale riciclato o bio-based, favorendo la riduzione delle emissioni di CO2; la Indoor Air Quality classe A+, obbligatoria per la vendita in Francia, e la conformità ai requisiti HACCP per gli ambienti che richiedono standard igienico-sanitari elevati, come quelli dedicati alla lavorazione, allo stoccaggio e alla vendita di prodotti alimentari.