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Le novità Stanley all’International Hardware Fair Italy 2025

Stanley-Fatmax-TradeLift
Stanley Fatmax TradeLift 150 chilogrammi

Stanley partecipa per la seconda volta in qualità di Gold Sponsor all’edizione italiana dell’International Hardware Fair Italy (8-9 maggio 2025, Bergamo).

«Essere Gold Sponsor dell’International Hardware Fair Italy rappresenta per noi un’occasione per rafforzare la nostra presenza sul mercato e confermare il nostro impegno nell’innovazione. Questa manifestazione ci permette di entrare in contatto con un pubblico altamente qualificato e di dimostrare concretamente come Stanley continui a sviluppare soluzioni all’avanguardia, pensate per supportare al meglio chi affronta il lavoro con passione e determinazione. La nostra partecipazione sarà caratterizzata da una presenza qualificata e dalla presentazione di prodotti innovativi, che testimoniano la nostra costante ricerca di performance ed eccellenza», dichiara Piero Morino, Trade Marketing Director di Stanley Black & Decker.

L’azienda avrà modo di presentare le sue ultime innovazioni pensate per artigiani e professionisti del fai-da-te evoluto, nonché di rafforzare le proprie relazioni con gli operatori del settore (Padiglione A, Stand D18-E17). Tra i prodotti di punta che verranno presentati in fiera spiccano:

• Il Sollevatore multifunzione TradeLift FatMax, una soluzione versatile che facilita operazioni di sollevamento, livellamento, supporto e montaggio. Ideale per l’installazione di serramenti, pannelli in cartongesso, porte blindate e mobili, questo dispositivo garantisce una capacità di sollevamento fino a 150 chilogrammi e un’estensione massima di 220 millimetri in altezza. La sua maniglia in acciaio consente di utilizzarlo anche con il piede, offrendo così un prezioso aiuto nelle lavorazioni più impegnative.

• La nuova gamma di Flessometri, proseguendo una tradizione di eccellenza che risale al 1854. La novità del 2025 è il flessometro FatMax Xtreme, progettato per resistere alle condizioni di lavoro più difficili grazie alla cassa ergonomica rivestita in gomma e al nastro trattato con la tecnologia BladeShield, che ne aumenta la resistenza all’abrasione. I primi 16 centimetri del nastro, ulteriormente protetti con pellicola Blade Armor, garantiscono una maggiore durabilità nelle zone più soggette a usura. Il nastro offre una rigidità fino a 5 metri, consentendo misurazioni in autonomia anche su lunghe distanze, e presenta una stampa recto-verso per agevolare le operazioni sopra la testa. Il meccanismo di rallentamento integrato assicura un riavvolgimento controllato e sicuro, mentre il nuovo sistema di bloccaggio migliora ulteriormente l’efficienza d’uso.

• La nuova gamma di graffatrici, che combina ergonomia e versatilità: tra le novità spicca la Graffatrice/Chiodatrice 4 in 1 per uso intenso, progettata per ridurre lo sforzo necessario al posizionamento dei punti grazie alla nuova leva di azionamento. L’impugnatura rivestita in gomma assicura un comfort superiore, mentre la clip di aggancio alla cintura facilita il trasporto. Il selettore di intensità permette di adattare la potenza del colpo in base al materiale, e il blocco di sicurezza evita azionamenti accidentali. La finestrella per il controllo del livello dei punti e il meccanismo anti-inceppamento garantiscono un’operatività rapida ed efficiente.

 

Progettisti edili e imprese: che cosa cercano dai distributori? L’inchiesta di YouTrade

Progettisti edili

Consulenza, specie per i prodotti più tecnici. Uniformità di prezzi tra negozi della stessa insegna. E un unico referente capace di ricoprire un ruolo da ufficio acquisti. Imprese, progettisti edili e i buyer del sistema edilizio rivelano le loro richieste.

Tra gestione del post-superbonus e strategie per mantenere la competitività, e tra resilienza e riconversione, la distribuzione edile sta vivendo un periodo di profonda trasformazione.

Una cosa è certa: non è più sufficiente essere semplici fornitori di prodotti, perché nel tempo, oltre al mercato, sono cambiati anche gli acquirenti.

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Gianni Simionato, Fibre Net: con Teknowool un’offerta perfettamente integrata

Rinforzo strutturale

Gianni Simionato, direttore vendite Italia Business Unit Edilizia Fibre Net azienda leader nel rinforzo strutturale, ci illustra le prospettive della strategica partnership con Teknowool, focalizzandosi sulle sinergie e le soluzioni innovative per il consolidamento edilizio.

Fibre Net è un marchio leader nel consolidamento e rinforzo strutturale. Che cosa vi ha spinto a collaborare con Teknowool?

La collaborazione con Teknowool è stata motivata dal nostro desiderio di lavorare con un partner che valorizza fortemente la formazione del proprio personale.

Teknowool si distingue infatti per l’impegno nella formazione tecnica della sua rete vendita, che si traduce in un elevato livello di competenza e professionalità.

Questa attenzione alla crescita professionale e alla qualità delle competenze rappresenta per noi un elemento chiave che ha rafforzato la nostra decisione di collaborare con loro.

Inoltre, il loro approccio orientato alla ricerca di supporto e formazione tecnica, più che di semplici soluzioni a basso costo, si allinea perfettamente con i nostri valori e obiettivi di offrire servizi e prodotti di alto livello ai clienti.

Quali valori o strategie comuni avete riscontrato? E come questa sinergia rappresenta un’evoluzione della vostra rete distributiva?

La sinergia principale tra Fibre Net e Gruppo Teknowool deriva dalla condivisione di una volontà comune di proporre soluzioni tecniche mirate, basate sulle reali esigenze del cliente.

Il Gruppo Fibre Net, da sempre, considera la formazione tecnica della propria rete vendita, sia interna che esterna, come un elemento fondamentale per garantire proposte di sistemi di alta qualità e affidabilità.Questa stessa filosofia caratterizza anche il Gruppo Teknowool, creando una base solida per una collaborazione efficace.

Ritengo che, unendo le competenze e l’approccio professionale di entrambe le aziende, si possa portare avanti con attenzione e competenza l’offerta di sistemi Fibre Net sul mercato, rafforzando la presenza e la fiducia dei clienti attraverso soluzioni personalizzate e ben supportate.

Quali soluzioni del vostro portafoglio si integrano meglio con l’offerta Teknowool?

Fondamentalmente tutte. Teknowool, muovendosi su tutto il territorio nazionale, ovviamente incontra delle esigenze diverse e specifiche per ogni area.

A puro titolo di esempio, sicuramente nell’area lombarda, l’antisfondellamento o l’antiribaltamento sono tematiche molto importanti, mentre nel Centro Italia, in aree vicine o direttamente in zona Cratere, diventano strategici i sistemi quali Crm Ri-Struttura o Frp.

In ogni caso, tutto l’ambito dell’edilizia pubblica e privata è un target di riferimento importante che abbraccia tutti i nostri prodotti e sistemi.

Esiste poi tutto il mondo delle infrastrutture di territorio, gestite a livello comunale, provinciale, da Città metropolitane o dai consorzi e bonifica che in questo momento, grazie ai fondi del Pnrr è in forte fermento e offre molte opportunità a Fibre Net e ai nostri partner, e dove le nostre soluzioni con sistemi di rinforzo e malte tecniche trovano ampia applicazione.

Ci sono settori, come edilizia industriale, infrastrutture o retrofit, in cui vi aspettate una maggiore crescita condivisa?

Puntiamo molto al mondo dell’edilizia, quindi ristrutturazioni di edifici pubblici e privati, delle grandi infrastrutture e delle infrastrutture di territorio, dove vediamo almeno per i prossimi due anni un potenziale di crescita estremamente alto grazie ai fondi Pnrr.

Che tipo di supporto tecnico e commerciale avete attivato per accompagnare Teknowool in questo percorso di partnership?

Per prima cosa, abbiamo invitato circa 30-35 commerciali di Teknowool provenienti da tutta Italia presso il nostro Headquarter di Udine, per partecipare a una giornata di formazione tecnica di base. L’obiettivo era offrire loro l’opportunità di acquisire maggiore autonomia nel mercato dei rinforzi strutturali.

Questo incontro ha riscosso un riscontro positivo ed è stato anche un’importante occasione per mostrare a Teknowool la nostra realtà.  È stato molto significativo far loro comprendere che in Fibre Net svolgiamo un’attività importante di produzione, ricerca e sviluppo, analisi di laboratorio.

Successivamente, in ogni area di riferimento di Teknowool in Italia, la nostra rete vendita e i nostri tecnici si sono resi disponibili per fornire supporto commerciale e tecnico quotidiano alle filiali, approfondendo i vari temi specifici. Intendiamo proseguire su questa strada, organizzando altri eventi di formazione che riteniamo fondamentali per il successo condiviso.

Avete già pianificato corsi congiunti o attività formative attraverso Teknoschool? Quali sono i temi più strategici da affrontare oggi con i professionisti?

Abbiamo intenzione di organizzare delle attività di formazione rivolte a progettisti, imprese e installatori, appoggiandoci a Teknoschool per far conoscere i nostri prodotti e sistemi.

È nostra intenzione inoltre, invitare progettisti e imprese facenti parte del network Teknowool alla nostra Academy a Udine.

L’ambito di maggior interesse in questo momento è quello dell’edilizia pubblica. Riteniamo strategico far conoscere ai professionisti le soluzioni per il rinforzo e ripristino di edifici ed infrastrutture, ambito di forte interesse in questo momento e nel quale i fondi Pnrr stanno offrendo grandi opportunità per permettere la messa in sicurezza dei nostri edifici ed infrastrutture pubbliche.

Fibre Net è molto attiva in ambito R&S. State lavorando a nuove soluzioni?

Il punto di forza di Fibre Net risiede nella sua forte attenzione alla ricerca e sviluppo, ambito in cui l’azienda ha sempre investito considerevoli risorse.

Questo impegno continuo permette a Fibre Net di essere costantemente all’avanguardia, sviluppando nuovi prodotti e sistemi innovativi che rispondono alle esigenze del mercato e rafforzano la sua posizione competitiva.

Come immaginate possa evolversi la partnership con Teknowool nei prossimi tre-cinque anni? Quali sono gli obiettivi comuni a medio termine?

Il nostro obiettivo a breve-medio termine è di rendere i prodotti e sistemi Fibre Net sempre più familiari al Gruppo Teknowool e a tutta la loro rete vendita e tecnica.

La strategia di formare e rendere la rete vendita, sia interna che esterna, più autonoma contribuirà a creare un team più competente e sicuro, capace di cogliere le opportunità di mercato con maggiore efficacia.

Inoltre, il periodo di tre-cinque anni rappresenta un arco temporale ideale per consolidare questa crescita, considerando la natura proattiva di Teknowool e la sua continua ricerca di nuove opportunità.

Collaborando strettamente, si potranno sviluppare progetti innovativi e raggiungere obiettivi ambiziosi, sfruttando appieno il potenziale di Fibre Net e Teknowool e creando una base solida per il futuro.

di Veronica Monaco

Logistica: cresce la richiesta per magazzini e centri di smistamento merci

Logistica edilizia

Se si costruiscono meno edifici residenziali, c’è un altro settore dell’edilizia che sembra vivere un boom: quello della logistica. Non è un fenomeno solo italiano, ma globale.  Si potrebbe definire effetto Amazon, ma non si tratta solo dei centri di smistamento merce impiantati in Italia dal colosso americano.

La crescita è dettata dalla digitalizzazione dell’economia, che comporta economie di scala che possono essere sfruttate solo con l’ottimizzazione dei magazzini e della distribuzione. In una parola: la logistica.

Logistica: 6 mila miliardi di dollari entro il 2030

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Eternoo: tanta innovazione e un nuovo ufficio supply chain

Federico Nessi Amministratore delegato di Eternoo

YouTrade ha intervistato Federico Nessi, amministratore delegato di Eternoo Spa, per la rubrica Dossier Multipoint da quattro punti vendita, approfondendo visione strategica e innovazione aziendale. Un confronto utile per capire le sfide e le opportunità nel settore della distribuzione edile.

Come è iniziato il 2025?

Il 2024 si è chiuso confermando una crescita del fatturato rispetto all’anno precedente (+4%) e un Ebitda pari al 15%. Il 2025 si è aperto con un lieve calo del fatturato rispetto al 2024, comunque inferiore rispetto a quanto previsto a budget.

A fine anno vi aspettate un fatturato maggiore, minore o uguale a quello dello scorso anno?

Indubbiamente il mercato è in fase calante e pertanto fare previsioni è molto complesso. Confidiamo di poter continuare a crescere soprattutto grazie alle linee esterne.

Che cosa vi aspettate dal Pnrr?

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Come scegliere l’aggregazione: rivendite edili, fate il vostro gioco (ma non è un gioco)

Aggregazioni rivendite edili

In tema di sviluppo del mercato della distribuzione edile credo che mai come in questi ultimissimi anni si stia confermando una decisa ricerca dell’aggregazione.

Dopo decenni di ostinato nanismo, non ce la si fa più a combattere da soli, a parte nelle zone dove ha pensato la natura a risolvere il problema della concorrenza. Ma anche in questi casi, magari in qualche valle o in altri luoghi più o meno isolati, i sentori di globalizzazione e gli effetti del commercio elettronico invitano a tenere le antenne dritte.

Avere alle spalle una struttura organizzata che risolve un po’ di problemi, prima di tutto quelli legati alle convenzioni di acquisto, ma anche quelli più contingenti che fanno capo alla cultura d’impresa, non è una brutta idea.

Il mondo delle aggregazioni commerciali offre soluzioni a bizzeffe, e neanche tanto uguali fra loro. Per le rivendite indipendenti diventa sostanziale individuare la corretta strategia, il celeberrimo posizionamento, che intendono avere da qui ai prossimi anni.

La rivendita indipendente che desidera tentare la carta dell’aggregazione ha oggi solo l’imbarazzo della scelta, e questa scelta può essere condizionata da diversi fattori. Per esempio, se c’è o meno un ricambio generazionale.

In caso affermativo, l’attività può e deve avere un’idea di futuro. Se invece non ci sono eredi, oppure ci sono ma hanno deciso di fare un altro mestiere, l’alternativa è quella di tirare avanti finché si ha ancora voglia di alzarsi la mattina alle 6, e in seguito vendere.

Nel primo caso, la scelta dell’aggregazione di riferimento va fatta con cura, perché l’imprenditorialità del commercio edile a scuola non si impara, e oggi senza una specifica cultura d’impresa e soprattutto senza servizi, quelli che da solo non ti puoi permettere, non si va da nessuna parte.

Ma non tutti ragionano in questo modo, e il mondo delle aggregazioni offre anche altre soluzioni, a loro modo interessanti e sempre ugualmente rispettabili.

Per esempio, i cultori della filosofia del mercato competitivo hanno come obiettivo primario i premi legati ai fatturati. Per il resto, ognuno si arrangia come crede, in base alla sua idea di imprenditorialità e alle caratteristiche del suo mercato.

I seguaci del mercato comparativo, invece, puntano maggiormente alla differenziazione qualitativa per uscire il più possibile (in realtà non ci riesci quasi mai) dalla bagarre del prezzo. In sostanza, meno premi ma più servizi per la propria azienda e per il cliente.

Ora mi direte che, alla fin fine, al cliente interessano sì i servizi, ma il prezzo di più. Non tutti sono disposti a riconoscere nei servizi un valore che ha un costo, e per il cliente ancora in troppi casi il servizio è una caratteristica del prodotto, che deve avere un prezzo comunque competitivo.

Però credo sia evidente a tutti che parliamo di due mercati differenti, quasi antitetici, anche se, apparentemente, si vendono in entrambi le stesse cose.

La rivendita indipendente che vuole fare il grande passo deve riflettere su questi argomenti, perché la scelta del suo posizionamento nei prossimi anni determinerà il suo modo di stare nel mercato, e anche il suo successo imprenditoriale.

Ora che la flessione inizia a farsi sentire, ora che molte certezze iniziano a essere meno certe, bisogna forse iniziare a pensare che il mercato del prezzo non garantirà alcun vantaggio competitivo, del resto idealmente non lo garantisce mai, almeno alla voce marginalità. Il dilemma si perpetua.

Nel nostro paese, come scrivevo più sopra, c’è solo l’imbarazzo della scelta: oltre ai gruppi nazionali ci sono molti gruppi locali o regionali, o pluriregionali, ognuno con una sua tradizione e visione imprenditoriale.

Tutti questi gruppi, diciamo per semplificare negli ultimi vent’anni, hanno costruito la storia della distribuzione edile nazionale, portando anche novità, innovazione, capacità di relazione, crescita culturale, un approccio differente in un mercato tradizionalmente pigro e passivo.

Se queste realtà continuano a crescere, ognuno con i suoi modi e i suoi tempi, significa che l’aggregazione non è più solo una scelta, ma una necessità più o meno latente, cui tutti o quasi prima o poi dovranno arrivare.

di Roberto Anghinoni

Prefabbricazione: la casa modulare, soluzione o utopia? Il progetto Proxima

Case prefabbricate modulari

Non è una novità che l’edilizia sia sempre più attraversata dal fenomeno della prefabbricazione.

Produrre altrove e assemblare in cantiere è un metodo già utilizzato da anni per gli edifici in vetrocemento, che delegano al sito solo la costruzione della struttura portante. Ma la prefabbricazione ha diversi livelli e può anche limitarsi ad alcune parti della casa in costruzione.

Di segno opposto è, invece, un progetto che prevede moduli abitativi completamente prefabbricati e con durata limitata. Case usa e getta, insomma, con una filosofia che sembra stridere con la concezione abituale di un edificio.

L’idea ha preso forma con l’ecosistema Proxima, in cui gioca un ruolo il gruppo tedesco Siemens. Si tratta di un’architettura definita ibrida modulare.

In sostanza, Proxima si basa su una struttura di base con un ciclo di vita secolare, in cui si inseriscono tecnomoduli plug-in. Le abitazioni sono completamente prefabbricate, complete di sistemi impiantistici terminali e si possono aggiungere con relativa semplicità. Il ciclo di vita dei moduli abitativi è definito in 20 anni.

Una standardizzazione estrema che può essere una soluzione per rimediare a eventi come terremoti o disastri che necessitano una rapida soluzione dell’aspetto abitativo ma che, forse, può incontrare diffidenza se proposta per una normale edilizia residenziale.

In ogni caso, bisogna riconoscere che l’idea è piuttosto rivoluzionaria: la standardizzazione delle dimensioni di inserimento e degli allacci consente di estrarre il tecnomodulo dalla struttura madre al termine del suo ciclo di vita e di sostituirlo con uno nuovo, senza necessità di una ristrutturazione.

Il vecchio tecnomodulo, inoltre, può essere ricondizionato e reinserito in un’altra struttura. Si tratta, insomma, di un’idea che cambia completamente i parametri dell’edilizia.

Il rischio della standardizzazione estrema è però quello di trasformare l’ambiente urbano in qualcosa di eccessivamente monotono.

Insomma, ci sono pro e contro nel costruire case completamente modulari, forse un modello poco attraente in Italia.

di Franco Saro

Nuova direttiva Ue sul trattamento delle acque reflue urbane

Riuso delle acque reflue in edilizia

Tanta acqua, poca acqua. E, soprattutto, uno spreco di acqua. L’emergenza idrica in Italia (ma non solo) si accompagna a dissesto idrogeologico, allagamenti e, paradossalmente, a siccità. Il clima e l’assetto del territorio non sono le uniche cause: c’è anche una colpevole deficienza delle infrastrutture, gli acquedotti, che si accompagna a una indifferenza diffusa nella gestione della risorsa idrica.

L’attenzione dei cittadini, purtroppo, si risveglia solo quando arriva la bolletta dell’acqua da pagare. Come se gestire il filtraggio, il trasporto e la salubrità dell’acqua fosse un’attività priva di costi.Ma non è così, a dispetto della diffusa opinione che «l’acqua è di tutti» e quindi non si paga.

Premesso questo, una delle vie più virtuose per affrontare il problema è non solo gestire il consumo dell’acqua dalla fonte al rubinetto, ma anche evitare un consumo inutile, eredità di quando nel passato l’umanità era numericamente molto più ridotta e la risorsa abbondante.

Per fortuna la bistrattata Unione Europea, che pare non piaccia a un gran numero di europei, ha messo a punto una direttiva (2024/3019) che si accompagna al regolamento 2020/741. L’obiettivo è spingere il riuso delle acque reflue prodotte dagli scarichi di attività agricole, industriali o domestiche.

Il Parlamento europeo, con questa direttiva, impone alcuni obblighi per gli Stati membri, specie su impianti grandi, che gestiscono scarichi di 150 mila abitanti equivalenti o superiori. In questo caso l’attenzione deve essere giocoforza maggiore e per questo le amministrazioni devono garantire ulteriori interventi per una migliore qualità dell’acqua in uscita. Ma non solo. Più in generale il riuso, con soluzioni per migliorare la qualità dell’acqua, sono un’opportunità per la tutela della risorsa idrica.

Per i grandi impianti la normativa Ue, approvata a fine 2024 e, quindi, con il nuovo parlamento eletto a giugno, prevede che entro il 2039 sia obbligatoria la rimozione dell’azoto e del fosforo dall’acqua potabile e che per il 2045 gli stessi impianti dovranno applicare un ulteriore trattamento per eliminare i microinquinanti.

Sempre che anche ottenere un’acqua pulita e riutilizzabile non sia considerato un sopruso della burocrazia di Bruxelles.

di Federico Mombarone

La rigenerazione urbana è in attesa di una legge

Legge rigenerazione urbana

Nel settembre scorso in Commissione Ambiente del Senato è stato presentato un testo base che raggruppa le proposte in materia di rigenerazione urbana. Una proposta sottoscritta con un (raro) accordo bipartisan e condivisa da destra e sinistra. Obiettivo: una legge che regoli rigenerazione urbana e contenimento del suolo, aspetti finora affidati solo alla sensibilità e alle possibilità di qualche amministrazione locale.

Secondo Confindustria, per esempio, «è necessario arrivare a un modello di definizione, elaborazione e attuazione di progetti basati sulla multidisciplinarietà e sulla partecipazione della collettività interessata, nonché sulla trasformazione sostenibile e sull’innovazione delle realtà urbane e metropolitane e di coordinare uniformemente i regolamenti a livello nazionale su temi considerati fondamentali».

Il riferimento è a una necessaria nuova pianificazione urbanistica, al riuso degli spazi abbandonati, urban mobility, recupero dei centri storici, efficienza energetica e decarbonizzazione, completamento del ciclo integrato dei rifiuti ed economia circolare, sostenibilità sociale e diritto all’abitare. Ancora: al mantenimento della permeabilità del suolo non impermeabilizzato, tutela e la valorizzazione dei servizi ecosistemici forniti dal suolo.

Che l’urgenza sia evidente, lo indica lo sviluppo delle città negli ultimi 30 anni, con trasformazioni clamorose come nel caso di Milano, a cui si aggiungono le dinamiche sociali.

Eppure, al momento la norma di riferimento è la legge Urbanistica n. 1150 del 17 agosto 1942, rimasta sostanzialmente identica nonostante le integrazioni e i rappezzi normativi per cercare di renderla funzionale alla realtà.

A pensare che cosa erano le città negli anni Quaranta e quello che oggi i centri urbani richiedono, sembra incredibile che non si sia trovato il tempo per adeguare la legge.

Oltretutto, per cercare di tamponare questo vuoto, negli anni sono state adottate diverse normative che hanno previsto piani e programmi recepiti dalle leggi regionali, con il risultato di un puzzle normativo nel nome dell’autonomia locale. Un pasticcio per aziende e progettisti che si trovano di fronte a regole che cambiano da un luogo all’altro.

Infine, una nuova legge è ancora più necessaria alla luce degli input degli organismi internazionali, come l’Agenda Onu 2030 e la direttiva europea Case green, che impattano direttamente sulla rigenerazione urbana e del territorio. Quest’ultima, tra l’altro, impone anche scadenze ormai ravvicinate per un intervento di riqualificazione degli edifici.

Insomma, intervenire è urgente. Ma da ottobre tutto tace. Il Parlamento è impegnato a discutere sulle carriere dei magistrati, sui centri per l’immigrazione e sugli affari opachi che coinvolgono i servizi. Forse una rigenerazione farebbe bene anche ai nostri rappresentanti.

Bonus Domotica 2025: cosa riguarda l’agevolazione fiscale

Bonus Domotica 2025

È passato un po’ in sordina, ma c’è il bonus domotica 2025. L’incentivo fiscale ha l’obiettivo di favorire l’acquisto di sistemi e dispositivi legati alla home automation, ovvero tecnologie per la gestione automatica di impianti di climatizzazione e produzione di acqua calda sanitaria.

Lo sconto fiscale, insomma, riguarda i dispositivi che permettono di controllare e gestire, anche da remoto, il riscaldamento e la climatizzazione della casa.

L’idea è che la possibilità di comandare a distanza elettrodomestici o comunque di avere un controllo da remoto di tutti i dispositivi consente un uso consapevole dell’energia e proprio per questo è stato incentivato. Il bonus domotica, tra l’altro, resterà valido fino al 2027.

Come per i bonus che riguardano la ristrutturazione, anche per la home automation c’è una differenzia tra prima e seconda casa. Per gli interventi domotici sull’abitazione il bonus è al 50%, mentre scende al 36% per quelli sulla seconda casa.

Per il futuro, però, lo sconto fiscale scenderà: nel 2026 e 2027 il bonus si ridurrà al 36% per la prima casa e al 30% per la seconda.

L’incentivo comprende l’installazione degli impianti definiti dall’articolo 11 del decreto sull’Efficienza energetica: i dispositivi devono appartenere almeno alla classe B della norma En 15232 (o superiore, come la classe A), consentire la gestione automatica e personalizzata dei sistemi di riscaldamento, la produzione di acqua calda sanitaria e climatizzazione estiva.

L’efficienza è l’aspetto centrale. Gli impianti domotici per accedere agli incentivi devono offrire funzionalità che permettano di visualizzare i consumi energetici tramite canali multimediali, con aggiornamenti periodici anche basati su dati indiretti forniti da altri sistemi di misurazione, monitorare lo stato di funzionamento degli impianti e la temperatura di regolazione e consentire accensione, spegnimento e programmazione settimanale degli impianti da remoto.

L’Agenzia delle Entrate ha precisato che le spese ammissibili per il bonus domotica 2025 includono la fornitura e l’installazione di apparecchiature elettriche, elettroniche e meccaniche, comprese le opere elettriche e murarie necessarie per un’installazione a regola d’arte, ma anche le prestazioni professionali per la produzione di documentazione tecnica adeguata.

Invece niente bonus, ma era scontato, per smartphone, tablet e computer.

di Giuseppe Rossi

Spazi unici con verande e pergole di design per l’outdoor

Soluzioni per l'outdoor

Luxury Goods in Showroom è una rubrica di YouTrade dedicata all’eccellenza nel settore delle finiture, mettendo in risalto l’importanza degli showroom come spazi di presentazione e ispirazione.

A febbraio la rubrica offre una panoramica delle soluzioni per l’outdoor disponibili nel mercato delle verande e delle pergole, raccolte in una carrellata di suggestive immagini.

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7. Veranda Akena

La veranda Akena è realizzata su misura, si adatta facilmente a tutti gli stili architettonici grazie alle molteplici possibilità di personalizzazione. La struttura in alluminio pre-attrezzata permette di aggiungere accessori come tapparelle elettriche o frangisole anche dopo l’installazione.

Le tapparelle consentono, inoltre, di preservare le vetrate dagli agenti esterni e i mobili interni dai raggi Uv, prevenendo lo scolorimento. Akena, inoltre, consiglia anche come arredare le verande: come sala cinema, come spazio per il benessere, il relax e la meditazione.

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Epiù Srl: 15 punti vendita per costruire una dream company

Epiù Srl

YouTrade ha intervistato la famiglia Scalco e la famiglia Fantinato, titolari di Epiù Srl, per la rubrica Dossier Multipoint da quattro punti vendita, approfondendo visione strategica e innovazione aziendale. Un confronto utile per capire le sfide e le opportunità nel settore della distribuzione edile.

Come si è chiuso il 2024 e come va il 2025?

Il 2024 si è concluso regalandoci il raggiungimento di un grande traguardo: da azienda siamo diventati un gruppo, diversificando la nostra offerta con la nuova società di noleggio Erental e una seconda di trasporto via mare a Venezia, Tobia: segniamo così il primo miglio di un cammino che ci vedrà impegnati per i prossimi anni.

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GMG Serramenti: infissi sicuri e di qualità, dalla consulenza alla posa

GMG Serramenti

GMG Serramenti, divisione di GMG Centro Edile, propone infissi di qualità sia dal punto di vista della sicurezza (obiettivo principale dell’azienda), sia dal punto di vista del design, sempre curato in tutti i dettagli.

All’interno della rivendita si possono trovare infissi in alluminio per costruzioni residenziali, commerciali, pubbliche e industriali: la caratteristica principale di questo materiale è l’affidabilità e la sua durata nel tempo.

Ma GMG propone anche soluzioni in alluminio-legno, per chi non vuole rinunciare alle caratteristiche tecniche e al calore del materiale naturale, installando un infisso di alta qualità, o anche solo in legno, che offre eleganza all’immobile in cui viene installato.

Gli infissi in Pvc offrono invece un elevato isolamento termico e acustico, associato a un alto livello di sicurezza.

GMG Serramenti si propone come un partner altamente qualificato, che ha come obiettivo la piena soddisfazione del cliente, seguito in tutte le fasi del progetto, dalla consulenza iniziale alla posa in opera del manufatto.

L’azienda di Bottanuco (Bergamo) si avvale di collaboratori, professionisti e posatori qualificati con anni di esperienza in modo da garantire anche una puntuale assistenza post vendita, spiega l’amministratore delegato della linea serramenti Guglielmo Lancini.

Guglielmo Lancini, amministratore della GMG serramenti
Guglielmo Lancini, amministratore della GMG serramenti.

Quando avete deciso di inserire gli infissi nella rivendita e perché?

Inizialmente, i serramenti erano in una parte distaccata di GMG Centro Edile. Nel 2018, il titolare della GMG Centro Edile Giorgio Ferrari, ha proposto a me e ai miei fratelli (Alex e Andrea) di costruire la GMG Serramenti, visto l’esperienza maturata con svariati anni di lavoro in questo settore. GMG può così soddisfare tutte le esigenze del mondo dell’edilizia.

Oltre alla vostra produzione, trattate altri brand?

Sì, i nostri partner principali sono Metra (per l’alluminio) e Schüco (per il Pvc). Oltre ad altri brand presenti sul mercato.

Chi sono i principali clienti di questo business?

Serviamo sia privati sia imprese, coprendo abitazioni, edifici commerciali e industriali. Cerchiamo di soddisfare le esigenze dell’intera filiera.

Com’è gestito questo segmento all’interno della rivendita? Come vi distinguete?

Seguiamo il cliente dall’inizio alla fine: ascoltiamo le loro esigenze e consigliamo prodotti e processi adatti. Siamo presenti anche durante la costruzione e la posa, con assistenza in cantiere.

Creiamo le basi del progetto, convalidato da ingegneri esterni, e forniamo le migliori soluzioni. Ci distinguiamo per qualità e serietà.

Il cliente ha sempre un riferimento. Siamo cresciuti grazie al passaparola, un grande attestato di stima. Produciamo serramenti in Pvc e alluminio per tutte le esigenze.

Showroom GMG serramenti
Showroom GMG serramenti

Quali sono le principali esigenze dei clienti?

Cercano qualità nei materiali e assistenza continua. Vogliono finestre durature e con buona tenuta termica.

Durante il periodo del superbonus la domanda era superiore all’offerta: com’è la situazione oggi e che cosa vi aspettate dal 2025?

Abbiamo continuato a lavorare costantemente, grazie alla nostra ampia clientela. Il 2025 si prospetta in crescita, avendo installato una nuova linea di produzione di serramenti in Pvc: la domanda è molto alta per via dei costi più accessibili.

di Alice Fugazza

Ferramenta e DIY tornano in Fiera a Bergamo con International Hardware Fair Italy

Hardware Fair Italy
 

A distanza di un anno, International Hardware Fair Italy, la fiera della ferramenta e fai-da-te, si ripresenta sulla scena bergamasca (8-9 maggio) con una promessa di opportunità ancora più ricca e un orizzonte internazionale che si preannuncia vasto e denso di presenze di spicco.

Tra gradite riconferme della passata edizione e l’entusiasmante debutto di nuovi marchi, la fiera si appresta a diventare un palcoscenico privilegiato per intercettare le dinamiche in continua evoluzione del mercato.

Un focus particolare sarà riservato alle tendenze che stanno plasmando il futuro del settore, dalla digitalizzazione sempre più pervasiva all’irrompere dell’intelligenza artificiale, senza dimenticare il ruolo propulsivo delle associazioni di categoria, oggi più che mai centrali nel definire le strategie e le direzioni del business.

 Ne parla a YouTrade Thomas Rosolia, amministratore delegato di Koelnmesse Italia. 

Thomas Rosolia

Quali sono le novità di questa edizione della fiera?

Per questa seconda edizione, International Hardware Fair Italy compie un importante salto di qualità. Registriamo un aumento significativo di espositori e visitatori provenienti da tutta Europa, anche grazie alla collaborazione con le principali associazioni italiane ed europee di settore.

In particolare, per l’Italia abbiamo potuto contare sulla collaborazione di Assofermet Ferramenta e Ascom di Bergamo, che ci hanno supportato nel coinvolgimento di visitatori professionali e qualificati, attivi nel mondo delle ferramenta e dalla grande distribuzione.

A livello europeo, il contributo di Edra/Ghin, ha reso possibile il coinvolgimento delle principali realtà distributive europee e la realizzazione dello Store Check, in programma il giorno prima dell’apertura della fiera, un’occasione esclusiva per i principali buyer europei, che il giorno successivo visiteranno la manifestazione.

A questo si affianca un programma di convegni ancora più ricco e di alto profilo, pensato per offrire contenuti di reale valore agli operatori del comparto.

Il nostro programma di Matchmaking vedrà coinvolti un numero crescente di buyer, offrendo nuove e concrete opportunità di networking e lo sviluppo di nuove relazioni commerciali.

Infine, la Test & Demo Area si conferma uno degli spazi più dinamici della fiera, dove gli espositori potranno presentare in anteprima le loro soluzioni attraverso dimostrazioni pratiche e coinvolgenti.

Hardware Fair Italy

Quanti espositori sono coinvolti? 

Il numero di espositori supera i 300 espositori. Oltre all’Italia, i Paesi di provenienza sono Belgio, Canada, Cina, Finlandia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Hong Kong, India, Israele, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Taiwan, Turchia, Uk e Usa, a conferma del carattere internazionale della manifestazione.

Quanti visitatori sono attesi? 

Ci aspettiamo oltre 6 mila visitatori, forti anche di un programma incoming significativamente ampliato. Quest’anno abbiamo posto particolare attenzione al coinvolgimento dei principali Paesi europei, ma anche del Nord Africa e dei Paesi dell’Europa dell’Est, su cui si sta ponendo sempre maggiore attenzione per il mercato di ferramenta e fai-da-te. Un impegno che ci consente di garantire una presenza sempre più qualificata e internazionale, a beneficio di espositori e operatori di tutta la filiera.

Su quanti padiglioni si estende la fiera? 

La fiera occupa due padiglioni per un totale di 13 mila metri quadrati e include le zone dedicate ai convegni, al matchmaking e alle dimostrazioni, tutte tra loro facilmente accessibili. In generale, la location è estremamente moderna e ben collegata, grazie alla vicinanza all’aeroporto di Bergamo e alla rete autostradale che la rende facilmente raggiungibile da ogni parte d’Italia e d’Europa.

Come sono organizzate le aree espositive? 

L’esposizione si articolerà all’interno dei due padiglioni, nella galleria centrale, e nella Test & Demo Area. Completano il percorso le sale del centro congressi, che ospiteranno nei due giorni convegni e workshop dedicati agli operatori del settore.

A supporto dell’esperienza di visita, quest’anno sarà disponibile anche una nuova app ufficiale, che permetterà ai visitatori di rimanere sempre aggiornati su tutte le attività in programma durante i due giorni della fiera, facilitando l’organizzazione del proprio tempo e la partecipazione agli appuntamenti di maggiore interesse.

Quali categorie merceologiche sono rappresentate? 

International Hardware Fair Italy si conferma un appuntamento di rilievo per i settori dell’utensileria manuale, antinfortunistica, abrasivi e fornitura industriale, rappresentati ai massimi livelli sia a livello nazionale che internazionale.

Particolarmente degno di nota è il forte incremento, rispetto alla prima edizione, del comparto dedicato all’antinfortunistica e ai sistemi di protezione del lavoro, segno di una crescente attenzione verso la sicurezza sul lavoro e l’innovazione nel settore.

Ci sono prodotti particolarmente innovativi da presentarci in anteprima? 

Molte aziende hanno scelto International Hardware novità di prodotto. Per questa ragione abbiamo pensato di valorizzarle al massimo, sia nella Test & Demo Area, dove si effettueranno prove di prodotto e sarà possibile conoscerne le funzionalità direttamente sul posto, sia attraverso il premio prodotto, che nasce proprio con lo scopo di accendere i riflettori su prodotti innovativi e sostenibili. Infine, per conoscere le novità in anteprima, i visitatori potranno scorrere la vetrina Showcase, già presente sul nostro sito.

In fiera sarà premiato il prodotto dell’anno: come viene selezionato? Ci sono già dei prodotti in nomination? 

Gli espositori hanno la possibilità di concorrere per il prestigioso Premio, presentando un prodotto lanciato sul mercato tra gennaio 2024 e il 31 marzo 2025. La selezione avviene secondo criteri di originalità, con i prodotti candidati suddivisi in tre categorie principali: design, innovazione e green.

Per la categoria design, vengono premiati i prodotti che si distinguono per un approccio creativo innovativo, focalizzandosi su estetica, ergonomia, funzionalità e facilità d’uso.

Nella categoria innovazione, vengono presi in considerazione i prodotti nuovi che propongono formati inediti o soluzioni originali.

Infine, nella categoria green, si premiano i prodotti che si caratterizzano per un impegno concreto verso l’ecosostenibilità, sia nella scelta dei materiali che nei processi di produzione a basso impatto ambientale.

La selezione dei vincitori è affidata a una Giuria di esperti provenienti da ambiti associativi, accademici, mediatici e distributivi. Quest’anno si sono candidati circa cento prodotti suddivisi tra le tre categorie.

Come le nuove tecnologie e la digitalizzazione stanno trasformando il settore? 

La digitalizzazione sarà senza dubbio uno dei temi centrali che tratteremo durante il convegno dell’8 maggio, incentrato sulla trasformazione dei canali distributivi, e nel corso della giornata successiva, il 9 maggio, con un incontro provocatorio dal titolo Guerra all’e-commerce.

Sebbene sia chiaro che contrastare un canale distributivo in continua crescita sia aleatorio, l’obiettivo è porre l’accento sulle opportunità che un rivenditore indipendente può sfruttare. In particolare, come costruire una strategia commerciale che non dipenda esclusivamente dalle vendite online, ma che sappia integrare la tecnologia per favorire il rinnovamento e la diversificazione dell’offerta.

Anche il tema della sostenibilità è sempre più importante per il settore: come sta influenzando aziende, modelli di consumo e prodotti? 

La sostenibilità rappresenta uno dei temi principali per le aziende, rispecchiando le esigenze dei consumatori e i paradigmi di responsabilità sociale richiesti dalla contemporaneità. Questo concetto viene integrato non solo nei servizi offerti, ma anche attraverso iniziative che promuovano un utilizzo consapevole dei prodotti.

La sostenibilità sarà uno dei temi affrontati durante le due giornate di convegno, negli interventi in programma, offrendo un’opportunità per approfondire strategie e pratiche che guidano il cambiamento verso un futuro più consapevole ed ecosostenibile.

I format distributivi stanno evolvendo: in che modo? Quali sono le nuove sfide per il retail e per i rivenditori di materiali per edilizia?

L’evoluzione dei format distributivi sarà l’argomento protagonista del convegno inaugurale. In quel contesto abbiamo invitato a partecipare tutte le figure della filiera distributiva del settore home improvement.

I rappresentanti della rivendita di ferramenta con Ascom, i grossisti con Assofermet Ferramenta, la Gds del bricolage con la presenza di Obi e Bricocenter, fino alla rivendita edile con la partecipazione di BigMat.

Non mancherà anche uno sguardo a quanto succede in Europa e nel mondo.

Hardware Fair Italy

Quali eventi collaterali avete organizzato per la due giorni della fiera? 

Abbiamo organizzato una serie di eventi collaterali pensati per arricchire l’esperienza dei partecipanti e favorire il networking. Partendo dallo Store Check, che si terrà il giorno prima dell’apertura della fiera, organizzato in collaborazione con Edra/Ghin per visitare una selezione di negozi della filiera tradizionale e della grande distribuzione nell’area della bergamasca.

Si prosegue con il programma Matchmaking, un servizio gratuito per gli espositori con oltre 300 incontri one-to-one programmati per favorire i contatti tra aziende e buyer.

Infine, il programma congressuale, un’importante occasione di formazione e aggiornamento per tutti i professionisti del settore. Nella due giorni di convegni, esperti di settore condivideranno le loro conoscenze e le ultime tendenze, offrendo spunti e approfondimenti utili per affrontare le sfide del mercato e cogliere le opportunità future. Questi momenti di aggiornamento saranno un’opportunità per apprendere e discutere tematiche rilevanti in un contesto stimolante e interattivo.

Che cosa troveranno i visitatori presso la Test & Demo Area? 

La Test & Demo Area occupa un’ampia area esterna riservata alle aziende che potranno organizzare dimostrazioni live delle ultime novità e mostrare i prodotti in azione a una platea di visitatori altamente qualificata. L’area sarà arricchita anche da un food court.

Com’è articolata l’iniziativa Store Check? A chi è rivolta e con quale obiettivo? 

L’iniziativa Store Check ha coinvolto una selezione di negozi rappresentativi del mercato italiano, tra cui Ferramenta Adda, Obi, Leroy Merlin, Tecnomat e Ferramenta Mora.

La scelta dei punti vendita include diverse tipologie di distribuzione, dalla grande distribuzione al grossista e alle ferramenta tradizionali, con l’obiettivo di offrire ai buyer esteri una panoramica strategica delle realtà italiane.

Grazie al supporto di Edra/Ghin è stato possibile includere importanti realtà distributive di livello europeo. L’iniziativa sta generando grande interesse sia dal mondo produttivo che da quello distributivo.

Come si stanno evolvendo i modelli di distribuzione esteri, con che differenze e come stanno andando? 

Questo tema sarà affrontato durante il convegno del 9 maggio. La tendenza in questo specifico momento storico che riguarda l’Italia, ma anche altri paesi come Francia, Spagna e Germania è la creazione di formati di prossimità, di dimensioni più contenute, nonché alcune nuove sperimentazioni nei centri cittadini con punti vendita settoriali. Se si guarda all’estero i grandi formati resistono e la tendenza attuale è un ritorno al franchising.

Edil 2000: come puntiamo a vincere la sfida qualità-prezzo

Aradori Fabio

YouTrade ha intervistato Fabio Aradori, amministratore di Edil 2000, per la rubrica Dossier Multipoint da quattro punti vendita, approfondendo visione strategica e innovazione aziendale. Un confronto utile per capire le sfide e le opportunità nel settore della distribuzione edile.

Come è andato il 2024 e come va il 2025? 

Il 2024 si è chiuso con una flessione del fatturato, e purtroppo le previsioni per il 2025 indicano un ulteriore calo, sintomo di una contrazione del volume di lavoro e di una diminuzione degli ordini.

L’esaurimento degli incentivi legati al superbonus 110% ha riportato il mercato a una dinamica più ordinaria, caratterizzata da cantieri di dimensioni maggiori, ma più concentrati, con una conseguente intensificazione della concorrenza sia per le forniture che per i singoli lotti.

Che cosa vi aspettate per fine anno?

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Le novità di Lamiera 2025 e le tecnologie di deformazione sul nuovo numero di Lattoneria

Se lo chiedevano in molti: ma questa storia dei dazi quanto influirà sul business della lattoneria? Le tariffe decise dalla Casa Bianca sono arrivate, poi sono state momentaneamente sospese, ma non quelle per i metalli.

I mercati si interrogano, quindi, sugli sviluppi, su quanto questa buriana influirà sulla congiuntura dell’economia, e hanno già cominciato a reagire. Un argomento che non poteva passare inosservato a Lattoneria, il periodico realizzato da Virginia Gambino Editore per l’associazione Pile.

Il nuovo numero della rivista dedica, quindi, uno spazio a quello che è un rebus per molte aziende. Ma non solo. Sul magazine, come sempre, ci sono molti contenuti interessanti per chi opera nella filiera della lattoneria. 

A cominciare da un’inchiesta su uno dei problemi colpevolmente dimenticati: la necessità, sempre più urgente, di rifare migliaia di tetti contaminati dall’uso dell’amianto. Non si tratta di una cosa da poco: secondo le stime, esistono ancora 1,3 miliardi di metri quadrati di copertura da bonificare.

Insomma, non solo un compito che, per legge, andrebbe portato a termine al più presto, ma anche un enorme business per chi i tetti li costruisce o rinnova. 

Sul nuovo numero della rivista i lettori potranno trovare anche un’anticipazione sulla nuova edizione di Lamiera, l’evento che si tiene a Fieramilano dal 6 al 9 maggio, con un programma fitto di appuntamenti.

Infine, tra i tanti articoli, con storie, testimoniante e interviste ai protagonisti del mondo della lavorazione del metallo, bisogna segnalare anche lo speciale dedicato a un aspetto fondamentale per gli applicatori della lattoneria: le tecnologie di piegatura e deformazione della lamiera.

In occasione della Fiera Lamiera rendiamo disponibile la lettura della rivista a tutti.

Buona lettura.

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