Rent to buy, una formula che prende piede

    Rent to buy, cioè affitto con riscatto. Il decreto Sblocca Italia ha aperto alla possibilità che il detentore dell’immobile abbia il diritto-obbligo ad acquistare nei termini contrattualmente stabiliti l’immobile vedendosi riconosciuto tutto o parte dei canoni versati. Insomma, affitto che si trasforma in proprietà. Secondo Alberto Girino, responsabile commerciale di La Ducale(Tecnocasa), «la norma non impone vincoli né sul piano soggettivo né su quello oggettivo, con la conseguenza che i contratti possono essere stipulati sia da persone fisiche che da società e possono essere applicati sia a immobili abitativi che terziari in senso lato; per quanto non espressamente previsto rimanda alla disciplina dell’usufrutto con riguardo in particolare all’inventario e alla ripartizione delle spese di manutenzione. Ampio spazio è lasciato all’autonomia privata nella definizione della durata, all’obbligatorietà o meno dell’acquisto e alla quota di canoni da considerare a sconto dal prezzo». E se fallisce il conduttore? L’esecuzione del contratto è rimessa alla volontà del curatore, che sentito il parere del comitato dei creditori valuterà l’opportunità. Nel caso in cui non venga data esecuzione al contratto, l’inadempimento risulterebbe imputabile al conduttore con la conseguenza che il concedente avrà diritto oltre alla restituzione dell’immobile, anche a incamerare integralmente dei canoni corrisposti. Insomma, ovviamente se non si paga si rischia di perdere l’immobile. Spesso la formula rent to buy è promossa da società immobiliari: e se a fallire fosse il concedente, cioè l’azienda immobiliare? Il contratto proseguirebbe e l’eventuale azione revocatoria ai sensi dell’art. 67 L.F. non sarebbe esperibile in quanto il contratto trascritto è stato precedentemente trascritto. Un tutela a favore del conduttore. Appartamenti

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