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Fornaci Calce Grigolin: in arrivo un nuovo Centro Ricerca e Sviluppo a Medesano (Parma)

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A ottobre 2025 Fornaci Calce Grigolin inaugurerà un nuovo Centro di Ricerca e Sviluppo a Medesano (Parma), punto di riferimento per gli stabilimenti del Centro-Nord Italia, destinato a diventare hub operativo per la ricerca applicata e il coordinamento tecnico tra i vari siti produttivi del Gruppo.

Le attività del centro si concentreranno sullo sviluppo di soluzioni ad alte prestazioni per il restauro, la bioedilizia, l’efficienza energetica e il ripristino e consolidamento strutturale. L’obiettivo è creare materiali durevoli, salubri e a basso impatto ambientale, in linea con i principi dell’economia circolare.

Il centro lavorerà anche per consolidare e ampliare le certificazioni ambientali di prodotto, in particolare la Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPD e la UNI/PdR 88:2020 che fissa i requisiti di verifica del contenuto di materiale riciclato presente nei prodotti.

La scelta di Medesano è motivata dalla sua posizione logistica centrale, che facilita un presidio tecnico trasversale, rafforzando inoltre le sinergie con il Colorificio Sammarinese di Falciano (San Marino), di cui Fornaci Calce Grigolin è recentemente entrata a far parte per la quota del 45%.

Sono in corso le selezioni per creare un team di tecnici di laboratorio. L’azienda ricerca profili senior specializzati nell’analisi fisico-chimica dei materiali per l’edilizia, con laurea in Chimica, Ingegneria dei Materiali o Geologia o diploma di Perito Chimico sia per il settore vernici che per i prodotti premiscelati. Le nuove figure guideranno lo sviluppo di linee di prodotto, la gestione delle strumentazioni e il coordinamento di team junior, portando competenze di alto livello nei processi di innovazione.

Il nuovo centro di Ricerca & Sviluppo di Medesano si integrerà con la rete di laboratori esistente del Gruppo, in particolare con lo storico laboratorio di analisi di Ponte della Priula (Treviso), che da sempre monitora quotidianamente sia la qualità delle produzione dei forni della calce e dei premiscelati di tutti gli stabilimenti del Gruppo.

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Fornaci Calce Grigolin: le novità a Cersaie 2025

A Cersaie 2025 Fornaci Calce Grigolin e Opera saranno presenti con due spazi espositivi dedicati entrambi nel Padiglione 19 (rispettivamente Stand C55 e C12).

Molte delle novità presentate in fiera sono il risultato diretto dell’attività di ricerca e sviluppo che il nuovo centro di Medesano andrà ad ampliare, potenziare e controllare.

Saranno esposte le soluzioni della linea Grigokoll, con un focus particolare su Ultrax (adesivo deformabile ad alte prestazioni per la posa di piastrelle ceramiche e pietre), e la nuova collezione Mood di sigillanti cementizi per fughe disponibile in 50 differenti colorazioni.

25 anni per il termoarredo in ghisa Tiffany di Scirocco H

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Scirocco H festeggia i 25 anni del termoarredo in ghisa Tiffany caratterizzato dal tipico stile Liberty e dalle valvole ottonate decorate. 

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Con oltre 100 mila elementi venduti da quando è stato inserito in catalogo, Tiffany è un radiatore dalle dimensioni generose che, proprio grazie al suo materiale nativo, la ghisa, crea una piacevole atmosfera di tepore costante e caldo diffuso. La cura nei dettagli si riflette nella ricchezza dei suoi decori e nella sinuosità della sua forma.

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«Non possiamo negare il profondo affetto che ci lega a un prodotto come Tiffany e che, in pratica, ci accompagna da poco dopo che l’azienda è stata fondata», commentano Sabrina Mora e l’ingegnere Filippo Arbellia, soci e amministratori di Scirocco H. «Insieme ad altri radiatori come Snake, Graffe e Winter è sicuramente il termoarredo simbolo di Scirocco ed esprime in modo esemplare la cura per i dettagli e l’artigianalità della lavorazione che l’azienda mette in ogni suo prodotto».

Occupati e formazione, i veri numeri

Lavoro in cantiere
Lavoro in cantiere

Da Berlusconi a Meloni, passando per Renzi: tutti capi di governo che hanno vantato 1 milione di posti in più grazie alla loro politica. Senza entrare nel merito delle specifiche idee, si tratta, appunto, di politica. Del tutto legittima. Ma non è questo il punto. Il mercato del lavoro in Italia presenta dinamiche che, al di là di numeri simbolici, è il caso di analizzare. Gli ultimi dati Istat, tra l’altro, offrono un quadro che coincide con le preoccupazioni che emergono da un qualsiasi colloquio con gli imprenditori.

Inutile negare, in ogni caso, che l’aumento degli occupati è un dato positivo, al di là delle critiche o delle polemiche strumentali. A luglio il tasso di occupazione è salito al 62,8%, per un totale di 24,217 milioni di occupati, 13 mila in più rispetto a giugno e 218 mila sul 2024, mentre quello di disoccupazione è sceso al 6%, sotto la media della zona euro per la prima volta dal 2007. Ma c’è un altro dato che fa riflettere: la maggiore crescita è quella di over 50: +408mila. Insomma, le aziende preferiscono assumere senior, magari meno dinamici (ammesso che conti qualcosa), ma con più esperienza. Le altre fasce d’età calano o crescono poco, in particolare per i più giovani. L’Istat calcola un calo di 36 mila unità tra 15 e 24 anni, e solo una leggera crescita (6 mila) tra 25 e 34 anni. Gli inattivi tra 15 e 24 anni, inoltre, a luglio erano 4,5 milioni, +117 mila rispetto al 2024. Senza contare la discesa netta della fascia tra 35 e 49 anni: -160 mila occupati.

Lavoro in magazzino
Lavoro in magazzino

Che cosa significa questo trend per le imprese? Probabilmente che è più semplice cercare persone già formate rispetto a giovani inesperti che, magari, non si riconoscono nel tipo di posto di lavoro offerto. Il secondo aspetto riguarda la dinamica demografica: l’Italia invecchia. E questo dato, se ora influisce già sul mercato del lavoro, diventerà ancora più evidente tra un decennio o due, quando saranno adulti gli italiani, i pochi, nati negli anni scorsi. Come faranno le imprese a colmare il vuoto, visto che allora molti senior saranno andati in pensione? Anche se il prossimo anno per ipotesi (assolutamente fantasiosa) si costruissero tanti nuovi asili nido e le famiglie ricevessero un incentivo solido per incrementare le nascite, l’Italia si troverebbe comunque con il vuoto occupazionale di almeno una generazione. Ma, oltretutto, si tratta di un quadro impensabile, che avrebbe necessità di fondi e un’azione di governo che al momento non si vede all’orizzonte.

La strada, quindi, sembra obbligata: incentivare i senior a rimanere al proprio posto, allungando l’età pensionabile (cosa che però i partiti hanno deciso di evitare a tutti i costi, visto che per il 2026 hanno bloccato l’allungamento di tre mesi previsto dalla legge), oppure i giovani assunti saranno inevitabilmente quelli arrivati da altri paesi. Con i conseguenti problemi di integrazione e di formazione. Vedete altre soluzioni?

Lavoro in cantiere
Lavoro in cantiere

Autunno con tante novità da Virginia Gambino Editore

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Il 2025 di Virginia Gambino Editore termina con il botto e prepara per gli abbonati e per i partecipanti agli eventi una serie di appuntamenti che alzano il livello di qualità e, soprattutto, forniscono nuovi strumenti di conoscenza.

I convegni

A partire dal XVIII Convegno YouTrade in programma venerdì 24 ottobre a Villa Quaranta, preceduto da un incontro e un talk show nel corso della serata inaugurale giovedì 23. Il programma è denso e coinvolgente, con un occhio alle prospettive post Pnrr.

A seguire, il 26 novembre, sarà la volta del IX Convegno YouBuild, con al centro il progettare green, sostenibile e rigenerativo i nuovi materiali e le case history più interessanti.convegno-youbuild-2025

Giovedì 4 e 5 dicembre, infine, appuntamento con la filiera del metallo per il II Convegno Nazionale dei Lattonieri: un settore che si sta rifocalizzando sui nuovi sviluppi dell’edilizia.

Le riviste

Argomenti ed eventi che si ritroveranno anche sulle riviste e sui siti web delle testate realizzate da Virginia Gambino Editore.

ABBONATI ALLE RIVISTE!

YouTrade

Le riviste pubblicheranno una serie di nuovi contenuti speciali, a partire da YouTrade settembre, con un’ampia anteprima Cersaie, arricchito da uno Speciale colle e adesivi per piastrelle e un focus sulla pulizia e il trattamento delle superfici, e un dossier sulla Gdo. Non solo: la rivista conterrà anche un dossier sui Sistemi e soluzioni per la protezione antincendio.

Su YouTrade di ottobre, oltre a un’anticipazione sul Convegno Nazionale in programma a fine mese, ci sarà l’esclusiva classifica Top 100 della distribuzione edile, che sarà presentata nel corso dell’evento, lo Speciale pitture e decorativi per interni e un focus su sanitari e arredobagno nella rubrica Luxury goods in showroom.

A seguire, YouTrade di novembre pubblicherà come sempre un report sul Convegno YouTrade, assieme a uno speciale anteprima MiBe (Made Expo), con la classifica Top 50 della distribuzione edile europea e un dossier sul consolidamento e rinforzo strutturale con problemi, soluzioni e proposte dalle aziende. Focus anche sulle novità nel settore del fissaggio chimico (schiume e siliconi), l’impermeabilizzazione dell’involucro, prodotti e pitture antimuffaper pareti interne nella sezione YouTrade casa e rivestimenti in resina in Luxury goods in showroom.

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SFOGLIA YOUTRADE

YouBuild

Novità di contenuti anche per YouBuild, che a settembre è dedicato al macrotema Sostenibilità e Rigenerazione. Il numero conterrà la classifica Top 100 degli studi di architettura, uno speciale sistemi e soluzioni per adeguamento e miglioramento sismico, un focus sul rinforzo strutturale e uno Speciale anteprima del IX Convegno Nazionale YouBuild.

A novembre YouBuild è invece dedicato al macrotema dell’ottimizzazione. La testata dedicata al mondo del cantiere e della progettazione presenterà una sezione con la classifica delle imprese di demolizione, uno speciale demolizione controllata e dossier sui nuovi sistemi costruttivi (calcestruzzo, acciaio legno, vetro), oltre a uno speciale dedicato ai software per la gestione di commesse, progettazione, imprese e cantiere.

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SFOGLIA YOUBUILD

WeLight

Virginia Gambino Editore ha presentato quest’anno la novità WeLight, periodico dedicato agli imbianchini e ai cartongessisti. La rivista per settembre ha preparato un dossier su pitture per esterni ed elementi decorativi, uno speciale su controsoffitti in cartongesso, un focus sui sistemi innovativi a cappotto, su colle, rasanti e premiscelati, oltre a uno speciale trattamenti per legno (travi a vista, pavimenti, restauro persiane).

Per novembre, invece, la rivista WeLight ha in programma uno speciale pavimenti in resina, un approfondimento su ristrutturazione ambiente bagno chiavi in mano, uno speciale cabine armadio in cartongesso, uno su macchine e attrezzature per le finiture e, infine, sui dispositivi di protezione individuale.

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SFOGLIA WELIGHT

 

Condominio e Lattoneria

Da non dimenticare Condominio Sostenibile e Certificato, il periodico dedicato al mondo del residenziale e rivolto agli amministratori condominiali. A ottobre la rivista propone uno speciale sull’impianto ascensore, con normativa, innovazioni tecnologiche e risparmio energetico, oltre a un focus piscine e campi da tennis.

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Il nuovo numero di Lattoneria di ottobre, infine, presenterà uno speciale su tetto aggraffato, e un’anteprima sul II Convegno Nazionale dei Lattonieri.

ABBONATI ALLE RIVISTE!

Alpac pubblica il primo bilancio di sostenibilità di Gruppo

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Il Gruppo Alpac pubblica il suo primo bilancio di sostenibilità che abbraccia l’intero perimetro societario tra Italia, Francia e Spagna.

Specializzato in tecnologie avanzate per la gestione del foro finestra e in sistemi decentralizzati di ventilazione meccanica controllata, il Gruppo Alpaca comprende:

  • Alpac, con sede italiana a Schio (Vicenza) e con sede francese a Parigi
  • Helty, specialista nei sistemi di VMC con sede a Schio
  • Alpac Tecnologica Europea, operante nel mercato iberico e con sede legale e produttiva a Barcellona

«Con questo primo bilancio di sostenibilità congiunto vogliamo sottolineare come per noi la responsabilità sociale e ambientale non sia solo un obbligo normativo, ma un principio che guida le nostre decisioni industriali, organizzative e di mercato. È un impegno condiviso da tutte le aziende che fanno parte del Gruppo, nella convinzione che solo uno sviluppo armonico e inclusivo possa garantire un futuro solido», commenta Massimo Dalla Via, Amministratore Delegato del Gruppo Alpac

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Massimo Dalla Via, Amministratore Delegato Gruppo Alpac

E prosegue: «Le strategie di sviluppo sostenibile del Gruppo Alpac si articolano attorno a direttrici chiare e misurabili: dalla riduzione dell’impatto ambientale alla centralità delle persone nella crescita aziendale, dalla progettazione sostenibile alla valorizzazione di una catena di fornitura innovativa e responsabile. È questa, secondo noi, la strada per garantire competitività e continuità in un mercato che chiede qualità, trasparenza e visione di lungo termine».

Per rendere operativo questo percorso Gruppo Alpac ha programmato di inserire all’interno del nostro team la figura del Sustainability Manager, che guiderà un team multidisciplinare dedicato alla definizione e al monitoraggio delle azioni ESG, trasformando gli obiettivi in leve concrete di sviluppo e valore per tutto il Gruppo.

Dal punto di vista delle risorse umane, nel 2024 il Gruppo Alpac ha registrato un organico di 312 dipendenti con una prevalenza di contratti a tempo indeterminato (94,6%) e una presenza femminile del 21%. Nel 2024 sono state erogate 9.112 ore di formazione, spaziando dall’apprendimento linguistico a percorsi di time management, problem solving, supply chain e lean quality.

Per quanto riguarda l’impatto ambientale, il 30% dell’energia utilizzata dagli stabilimenti del Gruppo Alpac è stata prodotta da fonti rinnovabili. Grazie all’ampliamento dell’impianto fotovoltaico nell’headquarter di Schio, il consumo di energia elettrica autoprodotta è aumentato di più del doppio rispetto al 2023 (+208%). L’obiettivo è quello di puntare, entro il 2027, a un approvvigionamento energetico integralmente coperto da fonti rinnovabili.

Dal punto di vista dei processi produttivi, sono state avviate le pratiche di certificazione FDES (Fiche Déclaration Environnementale et Sanitaire) per alcuni sistemi destinati al mercato francese, particolarmente sensibile ai processi di valutazione del ciclo di vita (LCA). Parallelamente, è in corso l’adozione di ulteriori certificazioni di prodotto in linea con i requisiti previsti dai CAM (Criteri Ambientali Minimi).

I principi di eco-progettazione che guidano lo sviluppo industriale delle aziende del Gruppo Alpac hanno permesso di implementare un sistema di economia circolare che ha consentito di ridurre del 30% la produzione di rifiuti rispetto a quanto dichiarato nel bilancio di sostenibilità 2023 (nonostante l’espansione del perimetro di rendicontazione, che oggi include anche Helty e Alpac Tecnologica Europea).

Inoltre, ha consentito anche il recupero del 92% dei rifiuti prodotti, impegnando le realtà coinvolte a diminuire ulteriormente il conferimento in discarica attraverso azioni di efficientamento e valorizzazione dei sottoprodotti.

PaRis SPA, massetto per pavimenti radianti in ambienti ad elevata umidità

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Laterlite amplia la sua linea di massetti per pavimenti radianti con PaRis SPA, soluzione fibrorinforzata ad alta conducibilità per ambienti caratterizzati da elevata umidità come spa, piscine e terrazze, o destinati all’esterno.

Il massetto PaRis SPA si caratterizza per alta conducibilità termica (λ = 1,71 W/mK) e resistenza meccanica (30 N/mm²) ed è progettato per garantire prestazioni elevate in ambienti umidi.

A consistenza terra umida, si posa a partire da 30 millimetri di spessore, senza necessità di additivi o reti di rinforzo.

È adatto alla posa diretta di pavimentazioni sia sensibili all’umidità (parquet, PVC, linoleum) che non sensibili (ceramica, gres porcellanato) anche senza primer, utilizzando adesivi cementizi tradizionali per ceramiche oppure colle poliuretaniche o epossidiche per pavimentazioni sensibili all’umidità.

Ad asciugatura rapida, è possibile posare pavimentazioni sensibili all’umidità a partire da circa quattro giorni per uno spessore di 3 centimetri (corrispondente a un’umidità residua del 2%).

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Massetti per pavimenti radianti: la linea PaRis di Laterlite 

I sistemi di riscaldamento e raffrescamento a pavimento si sono affermati sia in ambito residenziale che commerciale.

Il funzionamento a bassa temperatura, l’uniformità nella distribuzione del calore e l’assenza di moti convettivi rendono questa tecnologia ideale per assicurare benessere abitativo e risparmio energetico.

Per ottenere la massima efficienza dell’impianto radiante, Laterlite ha sviluppato PaRis, una gamma completa di massetti ad alta conducibilità termica, fondamentali per ottimizzare le prestazioni dell’impianto e offrire il miglior supporto alla posa della pavimentazione.

La gamma PaRis si articola in diverse soluzioni pensate per soddisfare ogni esigenza:

  • PaRis 2.0 rappresenta l’opzione ideale per i sistemi radianti tradizionali grazie alla sua elevata conducibilità termica pari a 2,02 W/mK
  • PaRis Slim, invece, è pensato per rispondere alle richieste di sistemi a bassa inerzia e per interventi in cui è necessario operare con spessori ridotti
  • PaRis Fluid, un massetto autolivellante ad alte prestazioni
  • PaRis SPA, il massetto radiante fibrorinforzatoper ambienti ad elevata umidità

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Tutti i massetti della linea PaRis sono certificati secondo la norma UNI EN 13813 e offrono un’elevata conducibilità termica, superiore fino al 70% rispetto ai massetti tradizionali in sabbia e cemento.

Senza necessità di additivi termofluidificanti, consentono un trasferimento di calore rapido ed efficiente dalla serpentina alla superficie, riducendo i tempi di avviamento dell’impianto e migliorandone l’efficienza energetica.

Laterlite ha stretto partnership consolidate con tutti i principali produttori di sistemi di riscaldamento e raffrescamento a pavimento, garantendo perfetta compatibilità e prestazioni collaudate.

Tutti i dettagli e le soluzioni tecniche sono approfonditi nella nuova monografia tecnica «Soluzioni per riscaldamento a pavimento: massetti radianti», scaricabile gratuitamente dal sito Leca.

Sardares: magazzino hi-tech e logistica vincenti in Sardegna

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Da sinistra, Gianfranco e Giancarlo De Muro

Dalla termoidraulica alla ceramica, dal colore alla piegatura del ferro: Sardares è cresciuta anche grazie agli investimenti in tecnologia, che consentono una gestione efficiente delle scorte e dei listini.

Sardares: intervista a Gianfranco Demuro

Questa è la storia di un matrimonio che dura da oltre trent’anni. A convolare a nozze nel 1993 sono state la Commerciale Demuro, fondata da Giovanni Demuro, classe 1906, nel Dopoguerra, e la Sardares di due operatori di Viareggio (Lucca), attivi nel mondo della distribuzione edile dagli anni Sessanta.

Mantenendo la denominazione sociale della società acquisita, Commerciale Demuro diventa così Sardares, nome con cui oggi opera con successo nel Nord Sardegna, con sei punti vendita, dotati anche di sala mostra, e due depositi logistici.

A raccontare a YouTrade la storia e le prospettive future della società è Gianfranco Demuro, seconda generazione della famiglia a capo dell’azienda.

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Da sinistra, Gianfranco e Giancarlo De Muro

Quali sono le principali tappe della storia di Sardares?

Mio padre Giovanni ha fondato nell’immediato Dopoguerra una società che si dedicava al commercio di materiali per edilizia. Inizialmente non aveva neanche una sede, ma vendeva il materiale che prelevava dai bastimenti dei porti di Palau e Olbia.

Nei primi tempi organizzava i trasporti addirittura con un carro buoi, poi è riuscito a motorizzarsi agevolando gli spostamenti, integrando poi man mano semiarticolati e rimorchi.

Inizialmente erano piccoli punti vendita ad Arzachena, una sorta di empori locali dove si vendeva un po’ di tutto, edilizia bevande prodotti agricoli; l’azienda è poi cresciuta parallelamente al fenomeno turistico della Costa Smeralda, tanto che l’attività si è articolata su tre settori: il ramo della distribuzione edile, i trasporti e la vendita di bibite Peroni e Sanpellegrino.

Nel 1992 è nata poi la Commerciale Demuro, su iniziativa mia e dei miei fratelli Salvatore e Martino, che a dicembre dello stesso anno ha acquisito la società Sardares, azienda che operava sia a Viareggio sia a Palau.

Perché avete mantenuto la ragione sociale della Sardares?

Abbiamo voluto rifondare l’unione delle due aziende chiamandola Sardares per andare oltre la prospettiva di piccola azienda familiare e guardare al futuro, realizzando una importante società che ha scalato le vette dei mercati regionali e nazionali.

Come si è evoluto il settore della distribuzione di materiali edili?

Abbiamo iniziato le prime forniture negli anni Sessanta con l’edilizia pesante.

In seguito, abbiamo aggiunto le ceramiche e le colle per la posa. Successivamente abbiamo affiancato all’edilizia i reparti dell’idraulica, la ferramenta e ci siamo specializzati nel settore del colore.

Trattate anche termoidraulica?

Sì. La raccorderia idraulica è sempre stata presente in azienda. Successivamente abbiamo aggiunto la termoidraulica, i sistemi di condizionamento, le pompe di calore, chiudendo progressivamente tutta la gamma, man mano che il mercato lo richiedeva.

Facciamo parte anche del gruppo d’acquisto 3V e siamo partner di idroLab. A livello di termoidraulica abbiamo tutto quello che serve.

Vi sentite più un distributore di materiali per edilizia o di termoidraulica?

Entrambi. Il nostro punto di forza è riuscire ad avere tutto ciò che serve per realizzare una costruzione, anche per un discorso logistico, trovandoci su un’isola.

I vostri fornitori provengono da tutte le parti d’Italia o prediligete fornitori locali?

Quello che ci interessa sono i marchi più rinomati, con due requisiti: qualità e miglior prezzo.

Non cerchiamo fornitori particolari a livello locale, anche perché in Sardegna quasi tutte le produzioni hanno chiuso. Poi, ci sono anche prodotti affermati che bisogna acquistare per forza all’estero.

Qual è stata la ricetta vincente che vi ha permesso di continuare a crescere in modo così importante sul mercato?

Avere materiale sempre presente in magazzino ed essere molto organizzati dal punto di vista logistico. Investiamo molto nel magazzino e supportiamo la nostra clientela a sviluppare progetti importanti, anche a livello finanziario, fornendo loro i materiali.

Com’è organizzata la logistica?

C’è una logistica primaria legata ai vari punti vendita che è abbastanza autonoma. Poi, abbiamo una logistica «di settore» per ceramica e termoidraulica.

Abbiamo due magazzini nella zona industriale di Arzachena e nella zona industriale di Olbia che non fanno attività commerciale diretta, ma sono semplicemente dei punti logistici.

Oggi quanti magazzini e quanti showroom avete?

Abbiamo sei punti vendita, tutti con showroom, ad Arzachena, Olbia, Palau, La Maddalena, Porto Torres, Sassari, oltre a due punti logistici.

A Porto Torres abbiamo anche un centro di piegatura del ferro.

Quando avete inserito il centro di sagomatura del ferro e perché?

Abbiamo questo servizio da 20 anni, prima con una sola macchina. Poi, nel 2018 abbiamo costruito un capannone di 1.500 metri quadrati nella zona industriale di Porto Torres e ora abbiamo tre macchinari, di cui una dedicata solo alla produzione di staffe, che è il lavoro più impegnativo.

Questa attività occupa un ingegnere e due geometri che controllano le distinte, generate in automatico, da cui si avvia la produzione.

Quanto pesa l’attività di sagomatura in percentuale sul fatturato totale?

Circa il 5% sul fatturato totale, compreso il tondino e il ferro che vendiamo.

Siete in una zona molto turistica: quanto ha influito il 110% e quanto il Pnrr?

Il turismo nella zona è una costante. Diciamo che l’edilizia è ripartita bene per quanto concerne le strutture ricettive e le ristrutturazioni dei B&B, sempre più diffusi ad Olbia, e ora anche ad Arzachena. Non si costruiscono più nuovi edifici, e questo è anche un bene perché non si consuma territorio.

Il Pnrr non è pervenuto, mentre il 110% è stato un treno che per scelta abbiamo preso con cautela. Non abbiamo mai creduto nel superbonus, siamo stati molto cauti preferendo servire i nostri clienti, mentre abbiamo lavorato molto con il bonus energia, firmando migliaia di pratiche con lo sconto in fattura. In due anni con gli impianti abbiamo prodotto 5-6 milioni di euro di fatturato. Ora si è fermato tutto.

Come vedete i prossimi due anni?

Con una certa diffidenza.

Ci sono grandi gruppi che stanno andando in mano ai fondi e aprono in continuazione nuovi punti vendita, anche fuori dalla zona geografica dove sono soliti operare, cercando di radicare mentalità e regole che mai potranno essere accettate dalla clientela locale, abituata a contesti dove ancora è importante la relazione tra le persone. C’è proprio una cultura diversa. Per i prossimi anni dobbiamo capire cosa faranno.

Operate anche al di fuori della Sardegna?

Operiamo ovunque i nostri clienti lo richiedono. Nella nostra zona ci sono molte seconde case di turisti provenienti da tutto il mondo: qualcuno si innamora dei nostri prodotti e ci chiede di spedirli all’estero.

Prima della guerra, per esempio, vendevamo molto in Russia. Si tratta di solito di poche forniture, ma con margini importanti.

Quanto pesa il fatturato dei prodotti destinati al mercato italiano e quanto invece pesa la clientela estera?

Molte volte non sappiamo dove sono destinati i prodotti. Ci limitiamo a spedirli magari a Livorno, e poi ci pensa il cliente stesso a sdoganare le merci.

Non vi è mai venuta voglia di espandervi fuori dalla Sardegna?

La nostra visione d’azienda, seppur di alto profilo professionale, ha l’anima insostituibile di spirito familiare e riteniamo fondamentale la nostra presenza fisica in tutte le filiali per seguire il personale e i vari processi aziendali.

Abbiamo necessità di avere una catena decisionale cortissima. Inoltre, grazie anche alle relazioni dirette con gli impresari locali, siamo molto radicati nel territorio.

In che province siete presenti?

Olbia e Sassari.

Parliamo della concorrenza. Anni fa proprio in Sardegna ha aperto il primo Bricoman in Italia. Vi ha dato fastidio?

Cagliari e Sassari sono stati il banco di prova per la Gdo. È indubbio che abbiano avuto successo, soprattutto tra la clientela privata, che da noi è quasi del tutto sparita, con un danno in termini di marginalità e liquidità.

Oltre a questo, c’è anche il fenomeno del nero che gira intorno agli artigiani che fanno acquistare i materiali al privato, senza emettere fattura.

Avete reagito con una strategia ben precisa o l’assestamento è stato fisiologico?

Sardares e la Gdo sono su due pianeti diversi. Il brico va a sfiorare i nostri settori per una percentuale abbastanza importante, ma la filosofia di vendita e i prodotti sono completamente differenti.

A Palau abbiamo aperto un nostro brico che non ha intaccato il fatturato del punto vendita, e ne abbiamo uno inaugurato anche ad Arzachena.

Tante volte con queste realtà estere si creano fenomeni di concorrenza sleale, anche per una disparità di tassazione: che cosa ne pensate?

Siamo consapevoli che la Gdo faccia valere il suo potere nei confronti dei fornitori, ottenendo premialità importanti a fronte dei loro fatturati. A questo si aggiunge il discorso della tassazione agevolata.

Ma, se vogliamo fare un paragone con il mondo della pesca, lavorano con le reti a strascico.

Sardares è oggi alla terza generazione. Com’è stato gestito il passaggio generazionale?

C’è stato un accompagnamento lungo, tutt’ora in corso. Io e mio fratello Tino siamo ancora presenti in azienda e dettiamo la linea.

Attualmente la più grossa difficoltà è il reperimento del personale, abbiamo una decina di posizioni vacanti.

Qualche anno fa siete stati premiati come miglior rivenditore italiano di piastrelle da Confindustria Ceramica. Come avete raggiunto questo traguardo?

Cercando sempre di seguire gli umori del mercato, oltre che puntando sul servizio. La vendita non finisce quando il cliente ci paga il materiale, ma quando l’installazione è completa e il cliente mostra il suo apprezzamento.

Quali sono i brand più forti attualmente?

L’elenco è lunghissimo. Abbiamo i migliori marchi in circolazione ma, anche nel nostro settore, assistiamo a un processo di frammentazione legato alle mode del momento. Quindi, più che di brand, è più facile parlare di tendenze.

Al momento c’è un ritorno ai prodotti naturali, alle pietre, al cotto e alle calci, c’è un ritorno allo stile e alle geometrie degli anni Settanta.

In certi settori bisogna stare attenti a fare magazzino: mentre facciamo molte scorte su impiantistica, non facciamo magazzino sulle piastrelle, perché le mode cambiano troppo repentinamente. In più, tutti i grandi marchi stanno aprendo negozi monomarca a Roma e Milano.

Come avviene la formazione dei dipendenti?

Abbiamo una struttura da 120 posti dove organizziamo corsi di formazione. Di solito ci appoggiamo esclusivamente ai nostri fornitori, con cui organizziamo sia corsi rivolti al personale sia ai nostri clienti, con una cadenza di uno-due eventi ogni mese.

Abbiamo fatto anche convegni informativi rivolti alle imprese: per esempio, in passato abbiamo organizzato un convegno dedicato al superbonus in collaborazione con Banca Intesa e Deloitte, e uno dedicato alla ristrutturazione delle strutture ricettive e alla nuova tendenza degli alberghi-boutique in collaborazione con lo Studio Marco Piva.

A che punto siete con la digitalizzazione?

Siamo partiti in anticipo, attraverso il nostro fornitore di software, con la soluzione IdroLab che ora comunica con il nostro gestionale. La digitalizzazione è un lavoro che dura da anni, ma al momento tutti i materiali in uscita li gestiamo in digitale.

L’obiettivo che ci siamo posti è di eliminare la carta entro i prossimi due anni, realizzando fatture e bollettazione solo in formato digitale. Bisogna educare i clienti, soprattutto quelli meno strutturati.

Avete pensato anche strumenti di intelligenza artificiale?

Stiamo sperimentando. Il primo obiettivo è implementare un centralino con intelligenza artificiale in grado di dare un rapido supporto informativo al cliente che chiama in azienda, soprattutto negli orari in cui registriamo picchi di lavoro in punto vendita. È in fase di collaudo.

Che cosa vi aspettate dal 2025?

Il primo semestre è andato bene. A fine anno ci aspettiamo di chiudere in linea con il 2024.

Sardares, un’azienda famigliare

«Non ho conosciuto mio nonno ma, attraverso mio padre Martino e i miei zii Salvatore e Gianfranco, ci ha trasmesso un senso di appartenenza familiare molto forte. Siamo una famiglia molto unita», racconta Giancarlo Demuro, socio amministratore e terza generazione alla guida di Sardares.

«Mio nonno Giovanni aveva 12 figli e ha cercato di diversificare la sua realtà imprenditoriale, con il settore trasporti, la vendita di materiali per edilizia e la distribuzione di bibite, per lasciare a ciascuno una piccola attività da gestire».

Attualmente Sardares vede al vertice i soci fondatori Martino e Gianfranco Demuro, mentre il terzo fratello Salvatore Demuro, già in pensione, ha ceduto le sue quote societarie al figlio Gianmatteo, che è anche presidente del Cda dell’azienda.

La società comprende poi Giancarlo Demuro e il fratello Salvatore, in qualità di soci amministratori, e le sorelle Marta e Maria Rosa, responsabili dello showroom.

Dal cemento alle vigne

Con la sua produzione di vini, Cantine Surrau sublima i sapori e i colori della Gallura in prodotti di qualità. Società dei fratelli Demuro, l’azienda mette a frutto l’esperienza del fondatore nella distribuzione di bibite negli anni del boom edilizio e turistico della Costa Smeralda.

«Abbiamo ripreso una tradizione familiare e una cultura tipica della Gallura, quella degli stazzi, creando Cantine Surrau, dal nome di una delle prime vigne che abbiamo avuto tra Arzachena e Palau. Al momento possediamo 60 ettari di vigne sparse su tutto il territorio del Comune di Arzachena», spiega Giancarlo Demuro.

«I primi impianti risalgono al 2000, ma la prima bottiglia è andata in commercio tra il 2005 e il 2006. La cantina è invece stata inaugurata nel 2009 e rimane aperta tutto l’anno. La vigna si trova sulla strada che conduce a Porto Cervo, quindi ha un alto flusso turistico. Conteggiamo oltre 20 mila presenze all’anno, la maggior parte delle quali concentrate nel periodo estivo».

Cantine Surrau è gestita dalla Surrau Società Agricola, che si occupa solo di produzione e vendita diretta, e da una seconda società ricettiva che gestisce la parte dell’accoglienza e della degustazione. In totale fattura oltre 4 milioni di euro, con una produzione che oscilla tra le 650 e le 700 mila bottiglie all’anno.

«L’obiettivo è quello di arrivare nel giro di 10 anni al milione di bottiglie», auspica Demuro, «ma a piccoli passi, per mantenere sempre alta la qualità».

Scheda Sardares

  • Addetti: 120 persone
  • Fatturato 2024: 50 milioni di euro
  • Punti vendita: 6 + 6 depositi
  • Showroom: 6
  • Aree merceologiche: edilizia, termoidraulica, ceramiche, arredobagno, ferramenta, colore
  • Servizi: centro sagomatura ferro, tintometro, taglio legno, consegne in cantiere
 

di Veronica Monaco

Tecna 2026: ecco le date della prossima edizione a Rimini

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Tecna, il salone internazionale delle tecnologie e delle forniture per la ceramica e le superfici, annuncia le date dell’edizione 2026: dal 22 al 25 settembre.

Organizzata da Italian Exhibition Group in collaborazione con Acimac, presso la fiera di Rimini, la manifestazione rinnova l’appuntamento biennale e coglie l’occasione delle concomitanti fiere dedicate al mondo delle superfici, come Cersaie e Marmomac, per . intercettare migliaia di buyer provenienti da tutto il mondo.

Nel 2024 Tecna ha visto la presenza di 350 espositori (compresi tutti i più importanti player mondiali produttori di impianti e linee per l’industria della ceramica e di tutte le superfici) su una superficie di 70mila metri quadrati e oltre 18mila visitatori da oltre 100 paesi. 

Nel 2026 i visitatori potranno visionare tutte le ultime soluzioni tecnologiche per ogni fase della filiera, dalla gestione delle materie prime alla decorazione digitale delle superfici ceramiche.

Gruppo Rubner pubblica il primo Rapporto di Sostenibilità conforme alla direttiva CSRD

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Specializzato nel settore delle costruzioni in legno in Italia, Gruppo Rubner presenta il suo IV Rapporto di Sostenibilità, il primo redatto in conformità alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) dell’Unione Europea e agli European Sustainability Reporting Standards (ESRS).

Il nuovo Rapporto di Sostenibilità rappresenta inoltre il punto di partenza per una strategia climatica a lungo termine, volta a contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, con un focus particolare sul limite di aumento della temperatura globale a 1,5 gradi centigradi.

«In Rubner, sostenibilità significa responsabilità e continuità nel tempo, un impegno che si rinnova di generazione in generazione. Questo Rapporto è l’ultimo tassello di un impegno che portiamo avanti da decenni e che oggi raccontiamo con maggiore struttura. Si tratta di una strategia di lungo termine che coinvolge tutte le nostre aree operative», afferma Peter Rubner, presidente del Gruppo Rubner.

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Peter Rubner, presidente del Gruppo Rubner

E prosegue: «Siamo consapevoli che il settore delle costruzioni ha una responsabilità significativa nella transizione ecologica. Per questo investiamo in soluzioni, tecnologie e processi che migliorino l’uso delle risorse e riducano le emissioni. La sostenibilità non è solo un fine isolato, ma un vero e proprio driver di competitività. Continueremo a misurare e migliorare le nostre performance ambientali, sociali e di governance, convinti che questo sia fondamentale per garantire valore nel tempo».

Gruppo Rubner: la storia

Nel 1926 a Chienes, in provincia di Bolzano, Josef Rubner sr. apre una piccola segheria ad acqua, scegliendo consapevolmente il legno come materiale da costruzione per la sua sostenibilità

Successivamente, Hermann Rubner e i suoi fratelli sviluppano l’azienda fino a coprire l’intera filiera del legno, consolidando una realtà che oggi si appresta a passare alla quarta generazione. 

Le soluzioni spaziano da case e porte sino alla progettazione e realizzazione di grandi opere strutturali realizzate in legno lamellare come edifici multipiano, scuole, capannoni, stabilimenti industriali e uffici, centri commerciali, centri congressi, palestre, stadi, depositi e magazzini, hotel.

La cultura aziendale è inoltre influenzata dalla storia dell’Alto Adige: l’apertura verso altre culture e la diversità linguistica hanno offerto importanti opportunità di sviluppo internazionale, che tuttora rappresentano un valore distintivo. 

Oggi il Gruppo Rubner impiega circa 1400 persone, conta 18 stabilimenti tra Italia, Austria, Germania e Francia e il 55% dei ricavi lo sviluppa oltre i confini nazionali.

Le aziende del Gruppo Rubner coprono tutta la filiera produttiva dell’industria del legno:

  • Rubner Holzindustrie, realtà specializzata nella produzione di segati e semilavorati in abete
  • Nordpan che produce e commercializza pannelli in legno massiccio monostrato e multistrato 
  • Rubner specializzata in grandi strutture in legno ingegnerizzate
  • Rubner Haus per le case in legno mono e bifamiliari
  • Holzius per le case in puro legno, senza l’impiego di colla e parti metalliche
  • Rubner Türen per le porte in legno su misura per interni ed esterni
  • Rubner Fenster specializzata nella progettazione e costruzione di serramenti in legno massiccio e legno-alluminio.

Gruppo Rubner e la sostenibilità ambientale

Rubner opera da decenni con un’attenzione costante alla sostenibilità ambientale, impiegando esclusivamente legno certificato FSC o PEFC, adottando da oltre 30 anni vernici a base d’acqua e privilegiando materiali naturali come sughero e fibre di legno per l’isolamento, evitando l’uso di prodotti petrolchimici.

L’azienda investe inoltre in impianti fotovoltaici, che oggi coprono il 19% del fabbisogno energetico, e utilizza sistemi GPS per ottimizzare le consegne e ridurre le emissioni di CO₂.

Per assicurare l’attuazione della strategia di sostenibilità, Rubner ha istituito una funzione dedicata, con responsabilità diretta sotto la Presidenza della Holding. 

Macchine per costruzioni spinte dagli incentivi (ma pesano i dazi)

Scavatrice
Scavatrice

Nei primi sei mesi del 2025 sono state vendute sul mercato italiano quasi 10 mila  macchine per costruzioni, con un aumento del 3% rispetto allo stesso periodo del 2024. Nel dettaglio, le macchine movimento terra vendute sono state 9.471 (+2%) e 475 quelle per lavori stradali (+10%). I dati, elaborati a partire dai risultati di vendita di produttori e importatori di macchine movimento terra e stradali, sono stati presentati da Unacea ed Ecomondo, l’evento fieristico per la transizione ecologica e i nuovi modelli di economia circolare e rigenerativa, che si svolgerà a Rimini dal 4 al 7 novembre 2025.Mercato macchine per costruzioni

“I numeri del secondo trimestre 2025 sono diversi da quelli attesi perché, a fronte di una flessione prevista, l’effetto combinato degli incentivi Industria 4.0 e Zes ha inciso fortemente sul mercato”, ha spiegato Gianluca Calì, direttore marketing di Cgt. “Lo scorso anno, l’incertezza sulla Transizione 5.0 aveva frenato gli acquisti, mentre quest’anno la chiarezza sulle tempistiche dell’Industria 4.0 ha spinto i clienti ad anticipare gli ordini, soprattutto per macchinedi medio grandi dimensioni. Il cambiamento di approccio ha portato a un’accelerazione nei primi mesi del 2025, anche se al momento il mercato resta piatto. Il prosieguo dell’anno dipenderà dalla disponibilità residua dei fondi e dello stato del parco macchine già rinnovato”.

“Nei primi mesi dell’anno l’incertezza ha rallentato il mercato, ma poi è scattata una corsa agli acquisti per sfruttare gli incentivi” ha aggiunto  Mario Michele Spinelli, amministratore delegato di Wirtgen group. “Dopo cinque anni di crescita e una saturazione fisiologica, il 2025 per il segmento delle macchine stradali sarebbe dovuto essere un anno di calo, ma il timore di perdere i benefici dell’Industria 4.0 ha spinto molti clienti ad anticipare gli ordini. Nonostante si preveda una contrazione futura legata alla fine degli incentivi, l’andamento ciclico del mercato e lo spostamento dei fondi pubblici verso altre emergenze infrastrutturali rendono difficile fare previsioni per il resto dell’anno”.

Scavatrice
Scavatrice

“A livello internazionale, preoccupa il -19% della bilancia commerciale, segnale di una maggiore performance dei prodotti importati rispetto a quelli nazionali”, ha ammonito Michele Vitulano, presidente di Unacea. “Il mercato italiano, pur influenzato dagli incentivi statali, rimane tra i più importanti in Europa per volume e parco macchine. Il governo dovrà affrontare temi cruciali come il dissesto idrogeologico e l’emergenza infrastrutturale per stimolare nuovi investimenti: per questo ottimista sulle prospettive.”

Secondo l’ultimo Report commercio estero Unacea-Cer, gli scambi internazionali di settore risultano in calo: tra gennaio e aprile 2025, le esportazioni di macchine per costruzioni italiane hanno raggiunto un valore di 1 miliardo, registrando una diminuzione del 10% rispetto allo stesso periodo del 2024. Le importazioni si sono invece attestate a poco più di 600 milioni, con un lieve calo del 3%. Nonostante una flessione del 19% rispetto al 2024, il saldo della bilancia commerciale resta in attivo con un avanzo di 360 milioni.

Arredo modulare Masidef per l’allestimento di punti vendita più performanti

Arredo modulare Masidef
Le proposte espositive Masidef Storedesign

L’arredo modulare Masidef consente di adattare ogni progetto alle caratteristiche dell’ambiente a disposizione, sfruttando al massimo ogni metro quadrato grazie a un arredo studiato ad hoc.

Soluzioni su misura Masidef Storedesign

L’arredo giusto racconta l’identità del marchio e rende unico e riconoscibile ogni punto vendita. Da oltre 50 anni Masidef Storedesign progetta e ottimizza spazi per diverse tipologie di rivendita, con attenzione a ogni dettaglio.

Per l’azienda la modularità è un valore fondamentale, consentendo di adattare ogni progetto alle caratteristiche dello spazio a disposizione, sfruttando al massimo ogni metro quadrato e rispondendo a vincoli strutturali o aree da mantenere invariate.

Masidef Storedesign consente di rinnovare l’intera rivendita o solo una parte, ottenendo coerenza estetica rispetto a ciò che era già presente e massima funzionalità.

 

 

Anche la comunicazione gioca un ruolo chiave: segnaletica, didattiche e informazioni tecniche guidano il cliente tra corsie e scaffali, semplificando la scelta e valorizzando l’esposizione.

Dall’ideazione alla consegna finale, Masidef Storedesign garantisce supporto costante e soluzioni su misura per realizzare spazi che funzionano.

Arredo modulare Masidef
Masidef Store Design

Distribuzione e progettazione

Masidef nasce nel 1953 come azienda specializzata nella distribuzione di prodotti di ferramenta, utensileria, sistemazione casa e idraulica.

Nel 1970 nasce la divisione arredo Masidef per la progettazione, lo sviluppo e il montaggio di soluzioni specifiche per i punti vendita fai da te.

Dopo dieci anni, l’azienda si specializza nella realizzazione di soluzioni espositive complete e concepite per la vendita a libero servizio.

Nel 2006 Masidef entra a far parte del Gruppo Würth e dieci anni dopo, con la rapida crescita del settore arredo, nasce la necessità di creare il marchio Storedesign, per offrire un servizio a 360 gradi.

Il servizio in sei step

  • Progettodopo un primo sopralluogo sul punto vendita, lo staff Masidef Storedesign realizza il progetto analizzando esigenze, territorio e tipologia di clientela.
  • ComunicazioneMasidef Storedesign studia la comunicazione e la distribuzione merceologica del punto vendita, sviluppando layout grafici e diverse tipologie di stampa.
  • Percorso 3D: l’azienda guida il rivenditore nel progetto attraverso un percorso virtuale, dando l’idea di come sarà il nuovo negozio e permettendo di esplorarlo in 3D.
  • Contratto: il progettista e il commerciale sviluppano il preventivo al seguito del quale verrà stipulato il contratto.
  • Allestimento: il team di montaggio si occupa dell’allestimento del negozio. Su richiesta sarà possibile fornire anche il servizio di merchandising.
  • Post-vendital’azienda offre una completa assistenza post-vendita: dal supporto back-office a quello amministrativo, fino a un eventuale consulenza tecnica.

di Sara Giusti

Casa a ostacoli per i giovani

Un giovane a Milano per acquistare casa impiegherebbe 147,5 anni senza mutuo e 141,3 anni con il mutuo
Un giovane a Milano per acquistare casa impiegherebbe 147,5 anni senza mutuo e 141,3 anni con il mutuo

Una ricerca condotta da Ener2Crowd, piattaforma e app per gli investimenti Esg (environmental, social, and governance), confermano che i giovani hanno difficoltà a comprare un’abitazione. Non è una sorpresa. La ricerca I giovani e la casa aveva lo scopo di stabilire i tempi medi necessari per l’acquisto di un immobile, calcolando questa volta sia l’acquisto diretto sia attraverso un prestito ipotecario ed implementando una nuova metodologia che tiene conto di nuovi parametri tra i quali anche la sostenibilità del mutuo.

I giovani e la casa«I dati evidenziano una situazione peggiore del previsto: un giovane a Milano per acquistare casa impiegherebbe 147,5 anni senza mutuo e 141,3 anni con il mutuo, a Roma rispettivamente 101,2 e 87,6 anni, a Firenze 95,7 e 79,2», sottolinea Niccolò Sovico, Ceo e co-fondatore di Ener2Crowd.

Tempi lunghissimi a causa dell’attuale mercato del lavoro ed alle basse ed incostanti retribuzioni, anche a Bolzano (89,9 anni senza mutuo), Bologna (85,5 anni), Monza e Brianza (83,3 anni), a Venezia (82,4 anni), a Lucca (82 anni), Siena (82 anni), Pisa (82 anni), Torino (81,7 anni), Savona (80,9 anni), La Spezia (80,9 anni), Trento (80,2 anni), Brescia (78,7 anni), Bergamo (78,7 anni), Rimini (77,6 anni), Genova (76,9 anni) e Trieste (75,6 anni).I giovani e la casa

«Insomma, in molti casi oltre il triplo del tempo che impiegavano le generazioni precedenti, considerando che fino agli anni Settanta del secolo scorso, anche un operaio, con il suo stipendio medio di 50 mila lire al mese, poteva permettersi in circa 20 anni di acquistare un appartamento in una zona centrale», aggiunge Paolo Baldinelli, executive chairman e co-fondatore di Ener2Crowd.

Il tempo medio (anticipo adeguato + mutuo) a livello nazionale è pari a 57,4 anni, ma i tempi sono molto lunghi anche nelle città dove i prezzi degli immobili sono molto più accessibili, ad esempio, a Crotone (37,3 anni senza mutuo) oppure ad Agrigento, Enna o Caltanissetta dove il tempo necessario è pari a 38,1 anni. In queste città, essendo gli stipendi molto più bassi, la sostenibilità della rata del mutuo si raggiungerebbe in tempi anch’essi lunghissimi: ci vorrebbero 25,6 anni per averne i requisiti.Anni per l'acquisto

Gruppo Ideale Scarl: esperimenti in corso per la digitalizzazione

Gruppo Ideale

Intervista a Matteo Cabrio, Presidente del Gruppo Ideale, per analizzare un anno di evoluzione e consolidamento che conferma la crescita del network e la sua capacità di adattarsi alle nuove sfide del mercato edilizio

Avete registrato nuovi ingressi o uscite?

Sì, tre nuovi ingressi: RoMe di Roma, Portaedile di Alghero e New Energy Technology di Castelsardo.

Altre novità nel corso del 2024?

Le principali novità hanno riguardato lo sviluppo di alcuni punti vendita che si stanno orientando a crescere con il presidio dei mercati adiacenti, attraverso l’allargamento della rete commerciale o l’acquisizione di nuovi punti vendita.

Avete aggiunto nuove aree di business o servizi?

Le nuove aree di business riguardano prevalentemente lo sviluppo del noleggio sempre più completo e con gamma diversificata. Per quanto riguarda i servizi abbiamo inserito il recupero dei materiali inerti.

Nuove iniziative?

Abbiamo proposto a un fornitore partner alcune iniziative di valore sociale che permetterebbero, se realizzate, sia di sviluppare nuove soluzioni abitative sia di rispondere ai fabbisogni abitativi di fasce sociali più fragili.

Abbiamo proposto di realizzare alcuni interventi di sensibilizzazione all’acquisto di materiali a basso impatto ambientale utilizzando l’arte per raccontare nuove soluzioni.

Sono iniziative in fase progettuale, che speriamo di poter realizzare nel corso del prossimo anno quando le imprese saranno più disponibili ad ascoltare e prendere in considerazione nuove proposte.

Progetti o investimenti per il prossimo futuro?

Stiamo lavorando sui prodotti a marchio, per ciò che riguarda le iniziative con i fornitori, ma il focus principale sarà sullo sviluppo del gruppo.

C’è anche l’allargamento dell’attività ad altri business al di fuori dell’edilizia?

L’acquisizione massiccia dei crediti ha introdotto in questi anni e, per alcuni degli anni futuri, un servizio finanziario importante.

Gruppo Ideale mappa

Perché le rivendite scelgono di entrare nel vostro gruppo?

Per la capacità di monitoraggio delle necessità dei consorziati al fine di mettere a loro disposizione i supporti professionali per rispondere alle esigenze espresse.

Inoltre, offriamo trasparenza delle informazioni e degli accordi con i fornitori, oltre a una struttura snella, flessibile, efficiente e con tempi decisionali rapidi, in grado di affrontare sfide progettuali anche molto complesse.

Scenari di mercato

Come è andato il fatturato 2024?

Complessivamente il fatturato delle aziende ha mantenuto un andamento tendenzialmente allineato al 2023, tranne che per alcune zone in Sardegna in cui ci sono state contrazioni anche del 20% a causa della brusca frenata post superbonus.

Come sta andando il 2025?

Iniziamo ad avere qualche segnale di rallentamento nelle vendite, sia nei mesi classici di inizio anno sia nelle settimane più recenti.

Con lo stop al superbonus avete messo in atto strategie per supportare i soci?

Abbiamo lavorato sull’introduzione di un maggior numero di accordi al fine di rendere i punti vendita più competitivi.

Abbiamo organizzato eventi di formazione e promozione con i clienti delle rivendite per i prodotti più innovativi e meno conosciuti al fine di facilitarne lo sviluppo commerciale. 

Abbiamo inoltre sviluppato un progetto di comunicazione per facilitare i singoli punti vendita nella gestione delle attività di comunicazione e marketing.

Il Pnrr rappresenta un’opportunità per i vostri associati?

Sì per quelli più strutturati (circa il 50%) e prevalentemente per cantieri legati alle amministrazioni comunali.

Qual è il principale concorrente?

Multipoint e Gdo restano i principali concorrenti, sia per aggressività delle promozioni supportate da importanti investimenti in comunicazione, sia per il vantaggio logistico.

Qual è la principale criticità da affrontare?

Strutturare una proposta sostenibile per la sfida green e proporre soluzioni finanziarie accessibili a sostegno delle iniziative di investimento. 

Inoltre, tra le prossime sfide rientra anche quella di sviluppare progetti di «dematerializzazione» dei punti vendita (in particolare showroom) a favore di strutture più flessibili, innovative, tecnologicamente predisposte a proporre soluzioni in 3D e sostenibili.

Servizi

Qual è il servizio del vostro gruppo più apprezzato dai vostri associati?

Il problem solving. Ogni volta che si individua una problematica o una opportunità che possa riguardare più di un consorziato, si attiva una proposta di soluzione e la si mette a disposizione di tutte le aziende del gruppo.

La risposta rapida ed efficiente permette di far risparmiare alle singole aziende tempo, denaro e problematiche da gestire.

La digitalizzazione è al centro della distribuzione?

Ci sono esperimenti in corso che riguardano principalmente: tecnologie 3D per la presentazione dei progetti in showroom, magazzini accessibili con codice per fornitura fuori orario, Esl (electronic shelf labels) per i prezzi aggiornabili digitalmente. Sono progetti già operativi o in fase di sviluppo, ma si può dire che siamo all’inizio di un percorso.

L’e-commerce rientra nei piani?

Alcune aziende hanno o stanno sviluppando il proprio e-commerce, ma non abbiamo un progetto di gruppo in corso.

Avete prodotti a marchio?

Abbiamo un progetto di sviluppo di prodotti a marchio che si concretizzerà nel corso del 2026.

Quali attività di marketing e comunicazione avete messo in atto nell’ultimo anno?

Abbiamo avviato un progetto di comunicazione, rivolto a tutti i consorziati, sull’apertura della pagina LinkedIn e sull’utilizzo del social per la comunicazione istituzionale. 

Stiamo inoltre progettando degli eventi volti ad anticipare la comunicazione sul tema casa green e sul tema sicurezza sui cantieri che svilupperemo in collaborazione con i nostri fornitori partner.

Sistema logistico e trasporti: come siete organizzati?

Non abbiamo un servizio logistico. Metteremo a disposizione, a breve, degli accordi con i trasportatori per risolvere specifiche problematiche locali.

Avete una scuola di formazione?

Stiamo costruendo un passo alla volta la nostra scuola di formazione, via via che le risorse necessarie si rendono disponibili.

Abbiamo coinvolto vari professionisti nell’ambito fiscale, finanziario, organizzativo, strategico, normativo che fanno interventi periodici di aggiornamento, oltre a interventi formativi specifici sulle novità tecniche del settore.

Fate formazione in collaborazione con i produttori?

Attualmente riusciamo a organizzare, con i nostri fornitori partner, una decina di corsi l’anno. Non sono molti e non sono sufficienti a coprire i fabbisogni e le necessità di sviluppo delle attività espresse dai nostri consorziati, ma a oggi ogni evento è stato molto partecipato e apprezzato.

Abbiamo stabilito delle priorità (con quali fornitori sviluppare le iniziative) e portato i corsi principalmente dove i clienti possono facilmente raggiungere la sede degli incontri, coinvolgendo, per ogni evento, più consorziati.

Giovani, formazione e lavoro: i dati di una crisi

Tra il 2004 e il 2022 è diminuito il tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni (-8,6%)
Tra il 2004 e il 2022 è diminuito il tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni (-8,6%)

La ricerca di personale qualificato è uno dei problemi che affrontano le aziende. L’edilizia non fa eccezione, sia che si parli di cantieri o di distribuzione. Ma se il problema fosse l’opposto? Cioè, una offerta non coincidente dei giovani qualificati? Il mondo del lavoro, insomma, sembra essere lontano dal percorso formativo seguito dai giovani. È un aspetto affrontato di recente dall’Osservatorio Hr Innovation Practice del Politecnico di Milano, con l’analisi dal titolo Generazione Z: quali evoluzioni nel mondo del lavoro? La ricerca ha messo sotto la lente i giovani nati tra il 1996 e il 2012, il 13,5% della popolazione italiana, il 10% della popolazione lavorativa italiana attuale, il 58% della popolazione lavorativa globale nel 2030. E, soprattutto, quelli che probabilmente busseano alle porte delle aziende una volta concluso il ciclo di studi, o che sono già inseriti in un’impresa. Ma, a ben vedere, la loro scala valoriale è interessante anche sotto il profilo di consumatori.

Il mercato del lavoro è visto come molto complicato, pieno di sfaccettature
Il mercato del lavoro è visto come molto complicato, pieno di sfaccettature

La ricerca del Polimi ha scoperto che la Gen Z è composta da individui «molto interessati agli impatti sociali ed ambientali delle loro azioni. Hanno poca fiducia nelle istituzioni (Stato e organizzazioni) e nelle loro strategie di comunicazione. Sono cresciuti in un ambiente instabile (la crisi 2008, recessione 2012, Covid-19, crisi climatica, conflitti internazionali). Sono molto orientati al presente, con poche speranze per il futuro». Ma l’aspetto che incide di più sul mondo del lavoro è che si tratta della generazione più formata di sempre: il 47% dei neoassunti è laureato, è nativa digitale e si è formata con la didattica a distanza. Difficile, insomma, che un cantiere rappresenti un traguardo se non per i laureati in ingegneria o architettura.

In generale, l’opinione dei ricercatori è che i giovani abbiano un’opinione definita «respingente del mercato del lavoro». I motivi sono diversi: il mercato del lavoro è visto come molto complicato, pieno di sfaccettature, e con molte discipline che richiedono alta specializzazione, e ciò rende difficile scegliere ed orientarsi. Oppure i giovani sostengono che non ci siano politiche di inclusione e sostegno. Anche se le generazioni precedenti potrebbero ricordare che anche per loro non c’è stata nessuna politica di agevolazioni, neppure bonus libri o mutuo prima casa under 36 di cui invece gode la Gen Z. I giovani si sentono emarginati da una società di anziani, che invece di gettarsi dalla Rupe Tarpea si ostinano a vivere e, spesso, a mettere a frutto la propria esperienza professionale. Non a caso le aziende li cercano e se ne servono: tra il 2004 e il 2022 è diminuito il tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni (-8,6%) mentre è cresciuto quello dei 50-64enni (+19,2%).

Dal 2011 al 2023, 550 mila i giovani italiani tra i 18 e 34 anni si sono trasferiti oltrefrontiera
Dal 2011 al 2023, 550 mila i giovani italiani tra i 18 e 34 anni si sono trasferiti oltrefrontiera

Un altro aspetto che fa riflettere: l’80% degli intervistati ha dichiarato di voler andare a lavorare all’estero. E i numeri confermano il trend: dal 2011 al 2023, 550 mila i giovani italiani tra i 18 e 34 anni si sono trasferiti oltrefrontiera e il 40% ha cambiato lavoro a causa di una retribuzione considerata inadeguata. Le tasse degli italiani, che servono a finanziare l’istruzione pubblica, insomma, formano studenti che poi mettono a frutto quanto imparato in un altro paese. Come se il dipendente di un’azienda che segue un corso di specializzazione una volta migliorate le sue competenze andasse a lavorare per la concorrenza. Succede anche questo, ma non è certo un comportamento commendevole. Chi va all’estero, però, gode a torto o a ragione di una sorta di comprensione sociale.

Tra il 2004 e il 2022 è diminuito il tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni (-8,6%)
Tra il 2004 e il 2022 è diminuito il tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni (-8,6%)

Showroom bagno: 10 novità selezionate da YouTrade

showroom bagno e cucine

Direttamente dalla rubrica Showrooms, 10 novità di prodotto destinate all’ambiente bagno selezionate da YouTrade.

9. Collezione bagno Slow Cold di Marazzi

Sei diverse gradazioni di grigi che spaziano dal bianco al grigio antracite, passando per sfumature greige e grigio verdi, caratterizzano la nuova collezione Slow Cold di Marazzi.

Ispirata al cotto tradizionale, è un omaggio alle terre battute a mano, caratterizzate da irregolarità e piccole imperfezioni materiche.

Dossier gruppi e consorzi della distribuzione edile 2025: crescita, e-commerce e nuovi modelli

Network distribuzione edile

Il sistema dei gruppi e consorzi della distribuzione edile continua a evolversi rapidamente, segnando un consolidamento del mercato e un aumento del numero di punti vendita e showroom.

Nel 2025, l’analisi di 29 gruppi e consorzi del settore rivela una tendenza chiara: l’aggregazione è sempre più una strategia di forza e di sopravvivenza competitiva.

Con 1.179 rivenditori associati e 1.564 punti vendita complessivi (648 dei quali showroom), il fatturato aggregato stimato raggiunge 4,5 miliardi di euro, con 2,69 miliardi dichiarati ufficialmente.

Una fotografia che mostra un comparto in trasformazione: da semplici gruppi d’acquisto a strutture di vendita integrate e orientate all’innovazione.

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