Mapei, forte del suo ruolo di riferimento nel settore e del suo impegno per un’edilizia sempre più sostenibile, offre sul mercato i Sistemi Zero*: un insieme di soluzioni a CO2 compensata, pensate per rispondere alle diverse esigenze del mercato, nel pieno rispetto dell’ambiente.
L’obiettivo di questi sistemi, e di tutta la linea Zero di Mapei, è quello di compensare le emissioni residue di CO₂ generate durante la produzione dei prodotti, attraverso l’acquisto di crediti di carbonio certificati per sostenere progetti di riforestazione e conservazione della biodiversità.
I Sistemi Zero si caratterizzano per la loro capacità di offrire risposte specifiche e complete alle esigenze di costruzione e ristrutturazione. Ogni sistema è progettato per affrontare le sfide quotidiane del settore edilizio combinando durabilità, qualità ed elevate prestazioni con un ridotto impatto sull’ambiente.
Tra i principali sistemi proposti da Mapei, troviamo soluzioni per diverse tipologie di intervento:
- Sistema per l’impermeabilizzazione e la posa di ceramica in bagni e locali umidi: questa soluzione, studiata per ambienti di nuova costruzione e ristrutturazione ad alta umidità, garantisce la protezione dalle infiltrazioni d’acqua mantenendo elevate le performance tecniche.
- Sistema per la posa di ceramica su pavimentazione esistente o di nuova costruzione anche di grande formato performante, sicura e duratura.
- Sistema per il ripristino rapido e la protezione di frontalini di balcone ed elementi in calcestruzzo armato: si tratta di un tipo di intervento mirato per la protezione di superfici esistenti esposte agli agenti atmosferici, che combina sostenibilità e durabilità.
- Sistema per il risanamento di murature interessate dall’umidità di risalita con intonaco deumidificante macroporoso a base di calce idraulica naturale, esente da cemento e con finitura traspirante ai silossani: una soluzione completa e innovativa che rispetta l’ambiente grazie all’uso di intonaci naturali, esenti da cemento, e a una finitura traspirante che favorisce la salubrità delle murature.
- Sistema per l’impermeabilizzazione e la posa di ceramica su balconi e terrazze esistenti o di nuova costruzione: progettato per assicurare un’efficace protezione di balconi e terrazzi dagli agenti atmosferici.
- Sistema CRM per il consolidamento di murature meccanicamente deboli, con intonaco strutturale “armato” a base di calce idraulica naturale e finitura silossanica traspirante: CRM System – Mapenet EMR è l’unico sistema di rinforzo con intonaco armato certificato CVT e EPD progettato con formule ottimizzate per ridurre l’impatto sull’ambiente. Adatto sia per murature interne che esterne.
Il benessere degli individui al centro
La scelta di sviluppare questi sistemi risponde alla crescente domanda di edifici sempre più sicuri, salubri e rispettosi dell’ambiente. Con i Sistemi Zero ogni aspetto della costruzione è progettato per ridurre l’impatto ambientale, utilizzando materiali che, pur offrendo alte prestazioni, sono concepiti per garantire spazi salubri, sicuri e sostenibili per chi li vive.
Mapei, con il suo impegno costante verso l’ambiente e il benessere degli individui, propone oggi un’edilizia che guarda al futuro, dove ogni scelta progettuale contribuisce in modo tangibile alla salvaguardia del nostro pianeta e alla qualità della vita delle persone.
*Questi prodotti fanno parte della Linea Zero di Mapei. Le emissioni di CO₂ misurate lungo il ciclo di vita dei prodotti della linea Zero per l’anno 2024 tramite la metodologia LCA, verificate e certificate con le EPD, sono compensate con l’acquisto di crediti di carbonio certificati per supportare progetti di protezione delle foreste. Un impegno per il pianeta, le persone e la biodiversità. Per maggiori dettagli sul calcolo delle emissioni e sui progetti di mitigazione climatica, finanziati tramite i crediti di carbonio certificati, visita la pagina zero.mapei.it
Sotto il sole prepararsi alla pioggia
Arriva la stagione delle vacanze al mare, della spiaggia, delle passeggiate in montagna. Quindi, chi mai ha voglia di ricordare quello che è successo in autunno? Pochi. Eppure, sarebbe bene pensare a quello che succederà di nuovo a novembre o anche prima, vista la maggiore intensità dei fenomeni atmosferici. Perché è quando c’è il sole chi bisogna prepararsi alla pioggia. Intendiamoci: nessuno vuole portare jella. È che immaginare i disastri idrogeologici come un fenomeno sfortunato, che può fatalmente capitare (leggi: succederà a un altro, non a me), è proprio sbagliato. L’Italia ha un magnifico territorio colabrodo che si sgretola e farebbe bene a investire più risorse per prevenire alluvioni e frane che, comunque arriveranno puntuali come le tasse. Ma ci si pensa sempre a disastro avvenuto.
Eppure, basterebbe riguardare il film degli anni scorsi con le alluvioni in Emilia o le frane che hanno travolto Ischia (altro disastro già passato nel dimenticatoio), le esondazioni che hanno affogato la Toscana. Eppure l’Ispra ha messo a disposizione di tutti la mappa aggiornata del pericolo. In breve: il 93,9% dei comuni italiani (7.423) è a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera. Circa 1,3 milioni di abitanti possono essere coinvolti in frane e 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni. Le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia, e Liguria. Le famiglie a in potenziale pericolo sono quasi 548 mila per frane e oltre 2,9 milioni per alluvioni. Su un totale di oltre 14,5 milioni di edifici, quelli che si trovano in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 565 mila (3,9%), quelli in aree inondabili nello scenario medio sono oltre 1,5 milioni. E si parla di danni diretti alle popolazioni. Ma vogliamo aggiungere anche quelli alle imprese e al patrimonio culturale che, anche a essere insensibili all’arte, è quello che attrae turismo, quindi business?
Decisori pubblici, distributori, imprese di costruzione e tutti gli stakeholder sanno che si può migliorare. Eliminare la conformazione geologica dell’Italia, insidiata maggiormente dal cambiamento climatico, è impossibile. Ma ridurre i danni è, o dovrebbe essere, obbligatorio. E questo passa anche, occorre ricordarlo, attraverso una migliore capacità di spesa delle Regioni e dello Stato. Autonomia non significa non essere responsabili davanti a un Paese della propria amministrazione. I fondi non impiegati per incapacità di progettare, di appaltare, di prevedere, non sono ammissibili. Le opere di prevenzione del dissesto sono opere speciali perché servono a prevenire danni speciali. Non possono essere dimenticate per convenienza o incapacità. Il supplemento dedicato al drenaggio serve anche a ricordare questo.