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Punti di forza (e di debolezza) delle imprese famigliari

Le piccole imprese di carattere non famigliare realizzano in media 800 mila euro in più di ricavi e 1,4 milioni in più di attivo
Le piccole imprese di carattere non famigliare realizzano in media 800 mila euro in più di ricavi e 1,4 milioni in più di attivo

Perle aziende della distribuzione edile il ricambio generazionale è spesso un problema. Ma non bisogna dimenticare che la struttura di azienda di carattere famigliare può essere anche una risorsa. Di recente, ricerca su 350 imprese ha indicato che durante il periodo del covid le imprese controllate da famiglie hanno realizzato una performance azionaria significativamente superiore di quelle con altre strutture proprietarie. La ricerca si riferisce alle piccole aziende quotate in Borsa, ma il risultato è probabilmente valido anche per le altre. Le aziende famigliari, in quella circostanza, hanno registrato una performance azionaria dell’8% migliore rispetto delle altre. Se si estende il concetto alle 101 mila (circa) piccole e medie imprese di proprietà famigliare (103 mila considerando anche quelle di grandi dimensioni) che conservano almeno il 50% +1 dei diritti di voto in mano ai fondatori, se ne deduce che la struttura famigliare di impresa è un vantaggio per il sistema-Italia.

Un grande vantaggio è che le aziende famigliari tendono ad avere orizzonti di più lungo periodo nelle loro scelte strategiche
Un grande vantaggio è che le aziende famigliari tendono ad avere orizzonti di più lungo periodo nelle loro scelte strategiche

Non bisogna nascondersi, però, che ci sono anche svantaggi. L’esempio classico è quando nella gestione di un’impresa famigliare si antepongono le parentele al merito: un aspetto particolarmente negativo quando si verifica un cambio generazionale. Figli, generi e nipoti coinvolti in azienda sono una sciagura se la scelta non è accompagnata da un criterio meritocratico. Per contro, un grande vantaggio è che le aziende famigliari tendono ad avere orizzonti di più lungo periodo nelle loro scelte strategiche. Non devono rendere conto a soci piccoli e grandi che pretendono risultati immediati e dividendi da distribuire. Un’azienda famigliare guarda avanti e l’imprenditore mette il cuore nella propria azienda. Inoltre, ha un buon nome da difendere e più difficilmente si troverà a gestire affari che possono nuocere alla propria reputazione, che fa parte del patrimonio aziendale. Aggiungiamo anche che, per loro natura, un’impresa famigliare ha spesso dimensioni più piccole e, per questo, chi la gestisce tende a stabilire rapporti più diretti con i dipendenti, ma anche con i propri clienti.

Ma ci sono anche punti deboli: una ricerca di Cerved, per esempio, tempo fa ha messo in luce che la proprietà e la gestione famigliare si associano spesso a una minor crescita dimensionale. Le piccole imprese di carattere non famigliare realizzano in media 800 mila euro in più di ricavi e 1,4 milioni in più di attivo. Inoltre, le piccole aziende gestite da manager esterni vantano in media un margine operativo lordo maggiore (459 mila euro contro 400 mila). È vero che, in compenso, le imprese a carattere famigliare hanno tassi di profitto più elevati in termini di margini lordi su fatturato (7,2% contro 6,8%). Ma questo, rileva Cerved, è un’indicazione di una scala produttiva inefficiente e ridotta. In sostanza, le imprese familiari non sfruttano del tutto le opportunità di crescita. Insomma, il bicchiere è mezzo pieno. Ma anche mezzo vuoto.

Le piccole imprese di carattere non famigliare realizzano in media 800 mila euro in più di ricavi e 1,4 milioni in più di attivo
Le piccole imprese di carattere non famigliare realizzano in media 800 mila euro in più di ricavi e 1,4 milioni in più di attivo

Novità dal mondo delle finiture selezionate da YouTrade

Tendenze Edilizia 2025

Le ultime tendenze del mondo delle finiture selezionate da YouTrade, dalle soluzioni innovative per la cucina ai materiali per pavimenti e rivestimenti, fino all’arredo bagno e outdoor di design.

9. Rubinetterie e accessori Keuco

Keuco ridefinisce l’estetica del bagno con rubinetterie e accessori personalizzabili, realizzati a mano nel proprio impianto galvanico di Hemer, in Germania. Design d’eccellenza e qualità impeccabile si fondono per creare ambienti unici e sofisticati. Le serie Edition 400, Edition 11, Collection Moll e Ixmo, insieme a una selezione di accessori doccia, sono ora disponibili nella raffinata finitura Nero Titanio.

Teknowool-Fibre Net: insieme per affrontare le nuove sfide dell’edilizia

Collaborazione Teknowool e Fibre Net
Da sinistra, Fabio Forsi, responsabile vendite Italia - Business Unit Edilizia Gruppo Teknowool, e Gianni Simionato, direttore vendite Italia BU Edilizia Fibre Net

Teknowool, realtà italiana della distribuzione nata nel 1988 e diventata un punto di riferimento per l’isolamento termoacustico, la protezione passiva e i sistemi costruttivi innovativi, e Fibre Net, player nazionale protagonista nello sviluppo e produzione di sistemi per il rinforzo strutturale, la sicurezza sismica e il consolidamento delle infrastrutture, uniscono le loro competenze per affrontare le nuove sfide dell’edilizia.

La collaborazione Teknowool e Fibre Net punta a coniugare innovazione, formazione, capillarità distributiva e visione tecnica, in un momento storico in cui l’edilizia pubblica e privata, anche grazie agli investimenti del Pnrr, richiede soluzioni integrate, sicure e sostenibili. 

YouTrade ha approfondito le ragioni e le prospettive di questa collaborazione con Stefano Luzi, ceo di Teknowool Holding, e Fabio Forsi, responsabile vendite Italia – Business Unit Edilizia Gruppo Teknowool.

Che cosa è Teknowool oggi?

Stefano Luzi, Ceo di Teknowool Holding
Stefano Luzi, Ceo di Teknowool Holding

Stefano LuziTeknowool oggi rappresenta un network di operatori della distribuzione, specializzati in ambito edile, che spaziano in maniera significativa anche nell’impiantistica e nell’aeraulica. Riteniamo che l’isolamento e la qualità dell’aria siano settori cruciali, anche in ottica di sviluppo futuro della nostra impresa.

Il nostro network è caratterizzato da un forte attaccamento al territorio. Cerchiamo sempre di affiancare all’offerta dei nostri fornitori un supporto tecnico e una proposta di sistema evoluta. Se c’è una novità, cerchiamo sempre di assicurarcela per primi.

Inoltre, con i nostri quattro centri di trasformazione con macchine CNC (a controllo numerico ndr), riusciamo sempre a definire la soluzione su misura e personalizzata.

Quali sono state le principali tappe della crescita di Teknowool?

Stefano LuziSiamo nati nel 1988 dall’incontro di un gruppo di imprenditori. L’esperienza Teknowool si è sviluppata nell’ambito dell’isolamento industriale e nel 1998 si è espansa alla distribuzione.

Nel 2007 il progetto Teknowool si è incontrato con quello della Fortlan-Dibi, oggi distributore di isolanti e produttore di Eps, per sviluppare una collaborazione nel Sud Italia.

Questa iniziativa ha rappresentato una tappa cruciale perché di fatto ha cambiato la fisionomia del gruppo, in quanto in concomitanza con il mio ingresso in azienda, è stata fondata la business unit edilizia ed è stata aperta la Teknowool Adriatico.Dopo qualche anno come responsabile del punto vendita, sono diventato socio dell’azienda.

Nel 2014 viene creata la Teknowool Holding e l’apertura dei punti vendita in Italia ha subìto un’accelerazione, passando da due agli attuali 22. Il gruppo conta oggi circa 200 dipendenti e 100 milioni di fatturato. Non siamo una srl, ma un network di aziende con partite Iva diverse detenute da una holding.

All'interno del punto vendita Teknowool di Varedo i clienti possono valutare un ampia gamma di materiali e applicazioni
All’interno del punto vendita Teknowool di Varedo i clienti possono valutare un ampia gamma di materiali e applicazioni.

Dove sono localizzati i 22 punti vendita?

Fabio Forsi. Abbiamo punti vendita distribuiti in tutta Italia. Quattro sono localizzati in Lombardia, nel milanese, quattro nelle Marche, a Pesaro, Camerata Picena (Ancona), Ancona e Macerata; due in Toscana, a Firenze e Massa. A Roma abbiamo tre punti vendita in città e due a Napoli. Infine, abbiamo un punto vendita a Catania e due in Sardegna, esattamente a Cagliari e Ozieri (Sassari).

La holding ha inoltre una società che si occupa di industria in Triveneto e un’altra azienda a Milano che si occupa solo di industria, dislocata a Pero. Io mi occupo del coordinamento commerciale della parte edile di tutti i punti vendita.

Come avete scelto i territori?

Fabio Forsi. La pianificazione delle nuove aperture non segue mai una logica commerciale, ma si basa sull’opportunità di incontrare persone valide in grado di sposare il nostro progetto. Quindi, in primis ci preoccupiamo di trovare una persona che possa gestire una filiale Teknowool, la scelta del territorio è una conseguenza. Chiaramente a monte c’è uno studio dei mercati, ma la nostra storia si lega all’individuazione di gestori capaci di portare avanti il nostro progetto aziendale.

Avete anche showroom?

Stefano LuziAbbiamo otto punti vendita con showroom, ma non si tratta di sale mostra tradizionali. Sono pensate come materioteche dove esporre i materiali. L’impresa o il tecnico possono venire da noi e toccare con mano le soluzioni che vendiamo e che proponiamo in cantiere.

Teknowool è nata da un’intuizione imprenditoriale che combinava innovazione tecnologica e visione distributiva. Quanto sono ancora attuali quei valori oggi, in un mercato in profonda evoluzione?

Stefano LuziL’innovazione tecnologica non avrebbe senso senza una piattaforma distributiva in grado di sostenerla. Il fatto di avere un network distributivo è un vantaggio per l’inserimento di nuovi progetti e prodotti, ma non basta se non c’è innovazione, prodotti all’avanguardia e sistemi che possono fare la differenza. Infine, innovazione e distribuzione non possono prescindere dal supporto tecnico.

La vostra storia dimostra che la forza di Teknowool nasce dalle relazioni, dalle persone e dal legame con il territorio. Quanto è centrale ancora oggi questo approccio umano e collaborativo?

Stefano LuziIl legame con il territorio è una parte fondamentale dell’azienda, un network di tante piccole aziende che cercano di guardare al mercato con una prospettiva comune.

Ci concepiamo come realtà che nascono, crescono e vivono il territorio, tant’è che non c’è una filiale uguale all’altra: ognuna è costruita intorno al territorio che l’ha accolta e alle persone che la gestiscono. I gestori costruiscono il team e le relazioni coi fornitori, quindi rappresentano un elemento cruciale.

Dall’edilizia all’industria, fino alla cantieristica navale e all’aeraulica: come riuscite a gestire una tale diversificazione mantenendo alti standard di specializzazione tecnica?

Stefano LuziCercando di affidare l’organizzazione delle divisioni a specialisti, verticalizzando il più possibile la conoscenza sia dei prodotti che del mercato.

Poi, facciamo un grande lavoro, forse ancora più arduo e complesso, per connettere queste divisioni tra loro: non è scontato farle dialogare, perché si tratta di ambiti diversi, ma spesso si aprono progetti condivisi, soprattutto in questa fase di mercato caratterizzata da numerosi cantieri del Pnrr. Molte volte si condividono delle opportunità partendo da prospettive differenti.

Sul totale del fatturato, quanto incidono le diverse divisioni?

Stefano LuziL’edilizia incide per più del 50%, la cantieristica navale per circa il 20%, mentre l’impiantistica e l’aeraulica per il restante 30%.

Qual è la divisione che sta crescendo di più?

Stefano LuziIn questa fase la divisione degli impianti dell’aria è quella più dinamica.

La divisione edilizia di Teknowool è fortemente orientata alla qualità e alla sicurezza, con un’offerta che spazia dall’isolamento termoacustico alla protezione passiva e all’antisismica. In che modo riuscite a offrire soluzioni personalizzate per i diversi mercati?

Stefano LuziCercando di capire le esigenze specifiche del committente per fare proposte pertinenti. Sempre più raramente quello che viene richiesto è ciò che serve veramente in cantiere, soprattutto nei lavori del Pnrr dove prescrizioni tecniche e capitolati presentano errori. E lì che Teknowool può inserirsi per fare la differenza.

Teknowool è specializzata nell’isolamento termoacustico: com’è cambiato il mix nelle vendite tra i diversi materiali isolanti?

Stefano LuziÈ vero che il mondo del cappotto in Eps è crollato, però il mondo delle coperture e delle compartimentazioni è cresciuto. Quindi, a livello di volumi rimaniamo stabili. Sicuramente i materiali plastici stanno pagando il crollo del mercato del superbonus e l’ingresso delle fibre minerali, che stanno incrementando le loro quote di mercato anche grazie alle caratteristiche antincendio.

Quello dell’antincendio è un tema centrale su cui stiamo lavorando tanto: il fatto di aver sviluppato una divisione anche per la protezione passiva al fuoco va proprio in questa direzione.

Come si riflette la vostra attenzione alla progettazione integrata nella scelta dei partner, dei prodotti e delle tecnologie?

Stefano LuziTeknowool lavora nella gestione di una proposta tecnica sempre in totale condivisione e trasparenza con il fornitore partner, che meglio di chiunque altro può darci la soluzione giusta da proporre in cantiere.

Per noi è indispensabile condividere clienti, numeri e prospettive. Il nostro lavoro è proprio quello di raccogliere le migliori competenze e metterle a disposizione dei nostri clienti, con i quali dobbiamo entrare in stretta sinergia per poterli consigliare al meglio.

Che cosa vi ha spinto a fare una collaborazione Teknowool e Fibre Net? Quali aspetti vi hanno colpito in termini di cultura aziendale e visione del mercato?

Stefano Luzi. Ci siamo scelti a vicenda. L’idea di lavorare con Fibre Net nel rinforzo strutturale, un settore molto complesso e tecnico, nasce dalla condivisione di una relazione professionale che da anni ci lega alla direzione vendita dell’azienda.

Oltre a un rapporto di fiducia, c’è anche la consapevolezza che Fibre Net è indiscutibilmente leader nel settore del rinforzo strutturale. Dietro a questa grande capacità tecnica e commerciale, ci sono persone motivate, che esprimono tanta energia, passione e senso di appartenenza aziendale: tutto ciò ci ha colpito molto.

Soluzioni per la messa in sicurezza Fibrenet
Soluzioni per la messa in sicurezza Fibre Net

Fibre Net è stata premiata per due volte da Industria Felix per le performance gestionali e la solidità finanziaria secondo i parametri individuati da Cerved Group Score Impact. Quanto è importante per Teknowool avere al proprio fianco un partner così solido, soprattutto in un contesto come quello del Pnrr e delle grandi commesse pubbliche?

Stefano Luzi. Da una parte, questo ci dà la garanzia di poter prendere degli impegni con i nostri clienti e portarli a termine; dall’altra, questa solidità ci dà la serenità di poter sviluppare una progettualità a lungo termine, investendo tempo e risorse.

Non di meno, poter lavorare con fornitori così importanti per noi è motivo di vanto. A maggior ragione, abbiamo deciso di sposare questa collaborazione Teknowool e Fibre Net, per creare un mercato più sano di cui oggi, dopo il superbonus, c’è tanto bisogno.

Fibre Net riceve il premio industria Felix per performance finanziarie e gestionali
Fibre Net riceve il premio industria Felix per performance finanziarie e gestionali.

In un mercato che richiede affidabilità, capacità tecnica e continuità, quanto conta poter contare su una realtà come Fibre Net, che unisce visione internazionale, sostenibilità economica e innovazione?

Stefano LuziA quanto già detto in precedenza, posso aggiungere che Fibre Net non è solo rinforzo strutturale. Questa cosa ci ha stimolato a pensare a progetti che andassero oltre questo specifico settore di riferimento.

Fibre Net è un’azienda all’avanguardia ed estremamente innovativa: questo porta un’azienda come Teknowool, che è sempre pronta a innovare e sviluppare nuovi progetti, a migliorarsi continuamente.

Quando è iniziata la collaborazione Teknowool e Fibre Net, a livello di business, che tipo di benefici avete riscontrato?

Stefano LuziLavoriamo con Fibre Net da quattro-cinque anni, ma di recente abbiamo approfondito in maniera sistematica questo rapporto. Da pochi mesi abbiamo siglato un accordo per diventare Fibre Net Point, pianificando una strategia che faccia incontrare le reti vendita delle due aziende per andare insieme sul mercato nei territori di competenza Teknowool.

Abbiamo potuto verificare che il settore del rinforzo strutturale ha grandi potenzialità, a maggior ragione se possiamo contare sulle soluzioni Fibre Net. La ricaduta sul nostro fatturato è sicuramente molto importante.

Per esempio, in un cantiere recente, grazie alla partnership con Fibre Net, abbiamo potuto inserire a capitolato un prodotto lanciato appena un paio di settimane prima: una soluzione nuova a basso spessore, unica sul mercato, senza la quale probabilmente avremmo dovuto battagliare con altri concorrenti usando la leva del prezzo. Invece, abbiamo potuto concentrarci sulle prestazioni tecniche.

Fabio Forsi. La collaborazione Teknowool e Fibre Net è iniziata come partnership sporadica mirata a interventi specifici, soprattutto in determinate zone dove vi è maggiore richiesta e necessità di sistemi di rinforzo strutturale, come le Marche. Oggi questo rapporto si è evoluto e stiamo integrando tutta un’attività di formazione del nostro personale e di supporto, anche sul territorio.

FIBRE NET produce prodotti e sistemi certificati per la manutenzione, il ripristino, la messa in sicurezza e
Fibre Net produce prodotti e sistemi certificati per la manutenzione, il ripristino, la messa in sicurezza e il rinforzo strutturale del patrimonio costruito.

Con 22 sedi operative sul territorio nazionale, Teknowool ha costruito una rete distributiva unica. Come state integrando le soluzioni Fibre Net all’interno di questo ecosistema?

Fabio Forsi. La nostra rete vendita riceve continuamente una formazione avanzata per raggiungere un’ottima conoscenza dei sistemi. In questa stretta sinergia stiamo collaborando con i tecnici Fibre Net, che contestualmente ci stanno segnalando sul territorio cantieri interessanti. Fibre Net ci sta dando dunque supporto sia a livello tecnico che quotidiano.

Quali strumenti di supporto tecnico o commerciale messi a disposizione da Fibre Net si sono rivelati più efficaci per la vostra clientela?

Fabio Forsi. Sicuramente il supporto tecnico e commerciale. Per portare avanti un progetto in maniera efficace ci vuole trasparenza e serietà, cosa che abbiamo riscontrato in Fibre Net.

Siete da sempre molto attivi nella formazione attraverso Teknoschool. Quanto è strategico per voi poter affiancare alla vostra attività formativa anche il know-how specialistico di Fibre Net?

Fabio Forsi. Direi che è molto importante. La formazione teorica e pratica è sempre stata un nostro focus, con l’obiettivo di istruire squadre di posa capaci di installare sistemi e di affiancare i tecnici per guidarli nella scelta del prodotto più idoneo.

Oggi Teknowool si posiziona sul mercato per soddisfare richieste che arrivano da più fronti, tipicamente da imprese edili e progettisti. Teknoschool mette a disposizione di questi attori del mercato una scuola-laboratorio tecnico di posa, per far toccare con mano le soluzioni presenti sul mercato.

La collaborazione Teknowool e Fibre Net è importante in seno a questo nostro progetto interno, perché occupandosi di un settore specifico, e in crescita, l’azienda può offrirci le soluzioni giuste per rispondere alle attuali esigenze del mercato, legate in particolare ai lavori del Pnrr, quindi soluzioni di adeguamento sismico e rinforzo strutturale degli edifici.

Collaborazione Teknowool e Fibre Net
Tecknowool offre un servizio di consulenza tecnica specializzata.

Vi rivolgete più alle imprese o ai progettisti?

Fabio Forsi. Lavoriamo su entrambi i fronti. La cultura del prodotto parte dalla progettazione, ma deve arrivare anche all’installatore che si trova in cantiere.

La Teknoschool è un progetto nato nel 2010 e organizza corsi per varie tipologie di operatori, dagli applicatori alle imprese e progettisti. Negli anni abbiamo organizzato su tutto il territorio nazionale anche corsi formativi legati alla progettazione, in collaborazione con gli ordini professionali, con l’assegnazione di crediti formativi.

Diciamo che in Teknoschool vogliamo fare cultura, presentando soluzioni innovative ad alto valore aggiunto, cercando di lavorare sulla progettazione e sugli applicatori.

Sull’antisismica, ci sono dei corsi più gettonati rispetto ad altri?

Fabio Forsi. L’affluenza ai corsi dedicati all’antisismica e ai rinforzi strutturali è sempre molto alta. Si lavora per applicazioni: destano grande interesse i corsi sull’antisfondellamento, uno dei sistemi per l’adeguamento degli edifici scolastici, che ormai da qualche anno è ormai un tema molto sentito.

Con Fibre Net avete già in programma corsi congiunti o attività di aggiornamento tecnico pensati per progettisti, imprese e applicatori?

Fabio Forsi. All’interno della nostra Teknoschool, stiamo preparando un programma itinerante insieme a Fibre Net. Saranno all’incirca una quindicina di incontri congiunti, distribuiti su tutto il territorio e dedicati ai vari interlocutori.

Di solito quante persone partecipano ai corsi?

Fabio Forsi. Mediamente c’è un’affluenza di 80100 persone.

Quanti crediti formativi vengono assegnati durante i corsi?

Fabio Forsi. In generale, i corsi realizzati con il CNI assegnano un credito per ogni ora di formazione. Gli altri ordini professionali hanno delle modalità di attribuzione diverse, quindi ci può essere una variabilità.

Quante ore durano i corsi?

Fabio Forsi. Mediamente tre ore.

Teknowool è attenta alla sostenibilità ambientale e alla qualità delle soluzioni proposte. In che modo Fibre Net risponde a questi criteri e rafforza il vostro posizionamento sul tema della responsabilità ambientale?

Stefano LuziPer chi fa edilizia sostenibilità significa concorrere alla salvaguardia del patrimonio costruito. Per questo, tutte le volte che riusciamo a inserire in cantiere una soluzione Fibre Net, sappiamo di aver contribuito alla durabilità di una struttura. Mi sembra un gran bel modo di essere responsabili verso l’ambiente e verso il territorio.

L’adesione al programma Elite di Euronext testimonia la vostra visione di crescita strutturata e sostenibile. In che modo la collaborazione Teknowool e Fibre Net si inserisce in questo percorso?

Stefano LuziElite è un’eccellenza dal punto di vista della gestione e del supporto all’attività e al management aziendale. Dal canto suo Fibre Net è un’eccellenza nell’ambito del rinforzo strutturale. Quando si lavora tra eccellenze tutto è più facile.

Guardando avanti, quali sono le aree tecnologiche e i mercati su cui intendete sviluppare nuove sinergie con Fibre Net?

Fabio Forsi. Teknowool esercita ogni giorno attività di consulenza con imprese e progettisti. La riqualificazione delle strutture esistenti, quindi la messa in sicurezza degli edifici e i rinforzi strutturali, anche nelle nuove costruzioni, è una tematica che viene affrontata quotidianamente. Condividere questa strada con un partner come Fibre Net sicuramente ci dà un vantaggio rilevante, sia per il supporto a livello tecnico sia come ritorno di immagine.

Il Pnrr rappresenta un’occasione irripetibile per l’edilizia pubblica e privata. Pensate che la collaborazione Teknowool e Fibre Net possa avere un ruolo attivo nei progetti strategici per scuole, ospedali, infrastrutture?

Fabio Forsi. Sì, è uno dei focus su cui stiamo lavorando e che sta già portando degli ottimi risultati. Fibre Net ci sta dando un supporto non indifferente: siamo in contatto costante con l’azienda e la loro proposta di rinforzi strutturali ci sta portando un valore aggiunto molto importante.

Operiamo sui cantieri del Pnrr in maniera costante, in tutte le regioni d’Italia: ovviamente ci sono zone più attive, come il Centro e il Nord Italia, mentre a Sud la situazione è a macchia di leopardo.

Collaborazione Teknowool e Fibre Net
Visita presso lo stabilimento Fibre Net.

Potete raccontare un esempio o un caso di un cantiere rilevante affrontato assieme?

Fabio Forsi. Attualmente, con il collega Carlo Bolognini, stiamo operando insieme a Fibre Net in una scuola primaria ad Ancona, un intervento importante che partirà a breve e coinvolge circa 2 mila metri quadrati di facciata.

Abbiamo proposto il sistema Frcm a basso spessore C-Matrix con funzione antiribaltamento. La rete viene applicata sulla parete in calcestruzzo con barre in acciaio elicoidale: in un centimetro di spessore siamo riusciti a offrire un sistema antiribaltamento abbinando una malta a calce idraulica naturale. Il binomio con Fibre Net è stato vincente per portare a casa questo cantiere.

Sempre più spesso progettisti ed enti pubblici cercano interlocutori completi, in grado di fornire soluzioni integrate, certificate e garantite. Quanto conta oggi, in un contesto tecnico e normativo così sfidante, avere al proprio fianco un partner come Fibre Net?

Fabio Forsi. Ponendoci come unico interlocutore nei confronti del cantiere, studiamo il mercato per trovare sempre prodotti innovativi. Una filosofia che è nel nostro dna da quando è stata fondata l’azienda.

Quando scegliamo un partner, valutiamo attentamente quello che ci offre. Nel caso di Fibre Net abbiamo scelto l’azienda per il metodo e il modo di ragionare molto simile al nostro: costante attenzione alla formazione e all’elevato valore tecnico delle persone sul territorio, a cui si aggiungono le certificazioni dei prodotti, il supporto tecnico.

Il fatto di poter contare su un’azienda solida, superspecializzata e strutturata, ci permette di dare un servizio e mantenere gli impegni che prendiamo con i nostri clienti.

La distribuzione edile in Italia è in grande fermento: da qui a dieci anni come vede il futuro di Teknowool Holding?

Stefano LuziVedo un network di aziende che continuerà a crescere. Ma soprattutto vedo una differenziazione di sviluppo all’interno delle divisioni, nella prospettiva di approfondire sempre più le competenze nei diversi ambiti di riferimento. Quindi, un gruppo sempre più impegnato nell’edilizia tecnica ma che possa far incontrare il mondo degli impianti, dell’aeraulica e della protezione al fuoco.

Come vi rapportate al discorso della digitalizzazione?

Stefano LuziSiamo cresciuti tantissimo sul fronte della digitalizzazione, anche per far dialogare il nostro network in maniera veloce.

Un altro aspetto su cui ci siamo focalizzati è la gestione dei processi: oltre a ottimizzare al massimo la gestione delle scorte e degli ordini con i fornitori, stiamo lavorando per mettere a disposizione dei nostri funzionari alle vendite sul territorio tutte le informazioni necessarie per poter operare in maniera autonoma e veloce.

Il prossimo step sarà quello di estendere il processo di digitalizzazione anche ai nostri clienti, consentendo loro di condividere informazioni che oggi non hanno ancora velocemente a disposizione.

Vuole lanciare un messaggio ai rivenditori?

Stefano Luzi. L’edilizia è un ambito privilegiato rispetto ad altri settori che in questo momento, per mille ragioni, stanno soffrendo. Questa consapevolezza, adesso che l’euforia del superbonus è scemata, rappresenta un’ottimo presupposto per non farsi prendere dal panico e optare per scelte ambiziose e lungimiranti.

Per questo l’obiettivo di tutti i distributori dovrebbe essere quello di salvaguardare il mercato dell’edilizia perché rimanga un mercato sano e su cui continuare a investire.

di Veronica Monaco

Le soluzioni impermeabili Polyglass nel tool Mapei PRO

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Grazie alla collaborazione tra Mapei e Acca software, e con il contributo tecnico-specialistico di Polyglass, da oggi è possibile ricercare e scaricare analisi prezzi e voci di capitolato anche per le lavorazioni di impermeabilizzazione con membrane bituminose Polyglass, ampliando così ulteriormente la gamma di soluzioni disponibili all’interno del tool digitale gratuito Mapei PRO – Analisi prezzi e voci di capitolato.

Il tool, accessibile online all’interno della piattaforma Mapei PRO, è stato progettato per semplificare il lavoro quotidiano di progettisti e tecnici offrendo una libreria completa e costantemente aggiornata di voci tecniche, analisi prezzi e specifiche d’uso per numerose lavorazioni di cantiere.

Con questa integrazione, Polyglass, società del Gruppo Mapei e riferimento internazionale nel settore delle impermeabilizzazioni, rende ancora più accessibile l’utilizzo delle sue soluzioni bituminose nei capitolati tecnici di progettazione, assicurando un supporto concreto alla redazione di computi e stime economiche precise e aggiornate.

Il tool Mapei PRO – Analisi prezzi e voci di capitolato, sviluppato in collaborazione con Acca software, consente di:

• Selezionare rapidamente le lavorazioni da inserire nel proprio progetto
• Visualizzare le analisi prezzi complete (materiali, manodopera, noli e trasporti)
• Scaricare le voci di capitolato nei formati DCF, XPWE, EXCEL, PDF
• Importare facilmente i dati nei principali software di computo, come PriMus
• Accedere direttamente al sito Polyglass per scaricare la proposta tecnica collegata all’analisi prezzi

Ogni voce è corredata da una descrizione dettagliata e riferimenti precisi ai prodotti consigliati per l’intervento, rendendo il tool un vero e proprio strumento operativo quotidiano.

Voyager, le carte da parati materiche realizzate su juta, paglia, seta e sughero

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Carte da parati materiche, realizzate con materiali inusuali come juta, paglia, seta e sughero, che raccontano il viaggio e la natura all’insegna della sostenibilità: è la collezione Voyage del marchio DB Style di Debora Benvenuti, art director di Emiliana Parati, con tecnologia Epson.

Presentata per la prima volta in occasione della fiera europea Heimtextil, dedicata ai tessuti d’arredo, questa collezione è la prima prodotta con tecnologia di stampa Epson SureColor R5000, dotata di inchiostri a resina base acqua, privi di odori e particolarmente adatti alla decorazione di interni grazie anche alle loro caratteristiche di sostenibilità ambientale.

«Questa collezione nasce dalla mia passione per il viaggio, un viaggio che tocca i luoghi più suggestivi del mondo dove colori, usanze, costumi e territorio sono state fonte d’ispirazione per ognuna di queste mie creazioni: dai colori di un tramonto alla ricchezza cromatica di un fiore, fino ai profumi che la natura regala e alle emozioni che si possono provare a contatto con le culture del mondo», afferma Debora Benvenuti.

«La ricerca dei materiali e la tecnologia di stampa mi hanno permesso di dare forma a queste emozioni e di tradurle in materiali di arredo, per ricreare ambienti di casa che ci possano in qualche modo restituire la ricchezza culturale e ambientale che ci circonda».

La tecnologia di stampa Epson di SureColor R5000 ha permesso all’artista di esprimersi senza limiti in termini di disegno, colori e supporti.

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La tecnologia Epson ha consentito di produrre stampe di straordinario effetto, oltre a rappresentare una formidabile sfida per diversità di consistenza, di spessore, di capacità di assorbimento del colore dei diversi materiali, garantendo la stessa precisione di riproduzione anche su fibre caratterizzate da nodi e imperfezioni di varia dimensione.

«Con la nostra tecnologia di stampa è possibile stampare su superfici irregolari come il sughero, o caratterizzate da nervature e nodi più o meno evidenti come la paglia, mantenendo coerenza del colore e dell’immagine, omogeneità e precisione. Un altro elemento importantissimo è costituito dalla precisione della stampa, che in fase di applicazione delle carte da parati permette di accostare i pannelli mantenendo il perfetto registro del disegno, senza alcun disallineamento», afferma Renato Sangalli, Head of Sales C&I Printing di Epson Italia.

La sostenibilità è un altro aspetto che contraddistingue la collezione Voyage: i pannelli sono infatti stampati con inchiostri resina a base acqua, tutti i supporti sono PVC free e le pagine del catalogo, compresa la copertina, sono state prodotte con materiali di riciclo. In particolare, i sei inchiostri utilizzati sono stati appositamente sviluppati per minimizzare l’impatto ambientale rispetto ad altre formulazioni.

L’attenzione all’ambiente e la particolarità delle stampe si ritrova anche nella collezione Carrara, già presente nel catalogo di Emiliana Parati, caratterizzata da carte con un effetto marmo estremamente realistico, che cambia l’intensità di colore in base alla luce. Anch’essa è realizzata con tecnologia Epson, che ha permesso di riprodurre grandi lastre marmorizzate, stampate su una base goffrata ed arricchita da effetti perlescenti.

Le novità Stanley all’International Hardware Fair Italy 2025

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Stanley Fatmax TradeLift 150 chilogrammi

Stanley partecipa per la seconda volta in qualità di Gold Sponsor all’edizione italiana dell’International Hardware Fair Italy (8-9 maggio 2025, Bergamo).

«Essere Gold Sponsor dell’International Hardware Fair Italy rappresenta per noi un’occasione per rafforzare la nostra presenza sul mercato e confermare il nostro impegno nell’innovazione. Questa manifestazione ci permette di entrare in contatto con un pubblico altamente qualificato e di dimostrare concretamente come Stanley continui a sviluppare soluzioni all’avanguardia, pensate per supportare al meglio chi affronta il lavoro con passione e determinazione. La nostra partecipazione sarà caratterizzata da una presenza qualificata e dalla presentazione di prodotti innovativi, che testimoniano la nostra costante ricerca di performance ed eccellenza», dichiara Piero Morino, Trade Marketing Director di Stanley Black & Decker.

L’azienda avrà modo di presentare le sue ultime innovazioni pensate per artigiani e professionisti del fai-da-te evoluto, nonché di rafforzare le proprie relazioni con gli operatori del settore (Padiglione A, Stand D18-E17). Tra i prodotti di punta che verranno presentati in fiera spiccano:

• Il Sollevatore multifunzione TradeLift FatMax, una soluzione versatile che facilita operazioni di sollevamento, livellamento, supporto e montaggio. Ideale per l’installazione di serramenti, pannelli in cartongesso, porte blindate e mobili, questo dispositivo garantisce una capacità di sollevamento fino a 150 chilogrammi e un’estensione massima di 220 millimetri in altezza. La sua maniglia in acciaio consente di utilizzarlo anche con il piede, offrendo così un prezioso aiuto nelle lavorazioni più impegnative.

• La nuova gamma di Flessometri, proseguendo una tradizione di eccellenza che risale al 1854. La novità del 2025 è il flessometro FatMax Xtreme, progettato per resistere alle condizioni di lavoro più difficili grazie alla cassa ergonomica rivestita in gomma e al nastro trattato con la tecnologia BladeShield, che ne aumenta la resistenza all’abrasione. I primi 16 centimetri del nastro, ulteriormente protetti con pellicola Blade Armor, garantiscono una maggiore durabilità nelle zone più soggette a usura. Il nastro offre una rigidità fino a 5 metri, consentendo misurazioni in autonomia anche su lunghe distanze, e presenta una stampa recto-verso per agevolare le operazioni sopra la testa. Il meccanismo di rallentamento integrato assicura un riavvolgimento controllato e sicuro, mentre il nuovo sistema di bloccaggio migliora ulteriormente l’efficienza d’uso.

• La nuova gamma di graffatrici, che combina ergonomia e versatilità: tra le novità spicca la Graffatrice/Chiodatrice 4 in 1 per uso intenso, progettata per ridurre lo sforzo necessario al posizionamento dei punti grazie alla nuova leva di azionamento. L’impugnatura rivestita in gomma assicura un comfort superiore, mentre la clip di aggancio alla cintura facilita il trasporto. Il selettore di intensità permette di adattare la potenza del colpo in base al materiale, e il blocco di sicurezza evita azionamenti accidentali. La finestrella per il controllo del livello dei punti e il meccanismo anti-inceppamento garantiscono un’operatività rapida ed efficiente.

 

Progettisti edili e imprese: che cosa cercano dai distributori? L’inchiesta di YouTrade

Progettisti edili

Consulenza, specie per i prodotti più tecnici. Uniformità di prezzi tra negozi della stessa insegna. E un unico referente capace di ricoprire un ruolo da ufficio acquisti. Imprese, progettisti edili e i buyer del sistema edilizio rivelano le loro richieste.

Tra gestione del post-superbonus e strategie per mantenere la competitività, e tra resilienza e riconversione, la distribuzione edile sta vivendo un periodo di profonda trasformazione.

Una cosa è certa: non è più sufficiente essere semplici fornitori di prodotti, perché nel tempo, oltre al mercato, sono cambiati anche gli acquirenti.

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Gianni Simionato, Fibre Net: con Teknowool un’offerta perfettamente integrata

Rinforzo strutturale

Gianni Simionato, direttore vendite Italia Business Unit Edilizia Fibre Net azienda leader nel rinforzo strutturale, ci illustra le prospettive della strategica partnership con Teknowool, focalizzandosi sulle sinergie e le soluzioni innovative per il consolidamento edilizio.

Fibre Net è un marchio leader nel consolidamento e rinforzo strutturale. Che cosa vi ha spinto a collaborare con Teknowool?

La collaborazione con Teknowool è stata motivata dal nostro desiderio di lavorare con un partner che valorizza fortemente la formazione del proprio personale.

Teknowool si distingue infatti per l’impegno nella formazione tecnica della sua rete vendita, che si traduce in un elevato livello di competenza e professionalità.

Questa attenzione alla crescita professionale e alla qualità delle competenze rappresenta per noi un elemento chiave che ha rafforzato la nostra decisione di collaborare con loro.

Inoltre, il loro approccio orientato alla ricerca di supporto e formazione tecnica, più che di semplici soluzioni a basso costo, si allinea perfettamente con i nostri valori e obiettivi di offrire servizi e prodotti di alto livello ai clienti.

Quali valori o strategie comuni avete riscontrato? E come questa sinergia rappresenta un’evoluzione della vostra rete distributiva?

La sinergia principale tra Fibre Net e Gruppo Teknowool deriva dalla condivisione di una volontà comune di proporre soluzioni tecniche mirate, basate sulle reali esigenze del cliente.

Il Gruppo Fibre Net, da sempre, considera la formazione tecnica della propria rete vendita, sia interna che esterna, come un elemento fondamentale per garantire proposte di sistemi di alta qualità e affidabilità.Questa stessa filosofia caratterizza anche il Gruppo Teknowool, creando una base solida per una collaborazione efficace.

Ritengo che, unendo le competenze e l’approccio professionale di entrambe le aziende, si possa portare avanti con attenzione e competenza l’offerta di sistemi Fibre Net sul mercato, rafforzando la presenza e la fiducia dei clienti attraverso soluzioni personalizzate e ben supportate.

Quali soluzioni del vostro portafoglio si integrano meglio con l’offerta Teknowool?

Fondamentalmente tutte. Teknowool, muovendosi su tutto il territorio nazionale, ovviamente incontra delle esigenze diverse e specifiche per ogni area.

A puro titolo di esempio, sicuramente nell’area lombarda, l’antisfondellamento o l’antiribaltamento sono tematiche molto importanti, mentre nel Centro Italia, in aree vicine o direttamente in zona Cratere, diventano strategici i sistemi quali Crm Ri-Struttura o Frp.

In ogni caso, tutto l’ambito dell’edilizia pubblica e privata è un target di riferimento importante che abbraccia tutti i nostri prodotti e sistemi.

Esiste poi tutto il mondo delle infrastrutture di territorio, gestite a livello comunale, provinciale, da Città metropolitane o dai consorzi e bonifica che in questo momento, grazie ai fondi del Pnrr è in forte fermento e offre molte opportunità a Fibre Net e ai nostri partner, e dove le nostre soluzioni con sistemi di rinforzo e malte tecniche trovano ampia applicazione.

Ci sono settori, come edilizia industriale, infrastrutture o retrofit, in cui vi aspettate una maggiore crescita condivisa?

Puntiamo molto al mondo dell’edilizia, quindi ristrutturazioni di edifici pubblici e privati, delle grandi infrastrutture e delle infrastrutture di territorio, dove vediamo almeno per i prossimi due anni un potenziale di crescita estremamente alto grazie ai fondi Pnrr.

Che tipo di supporto tecnico e commerciale avete attivato per accompagnare Teknowool in questo percorso di partnership?

Per prima cosa, abbiamo invitato circa 30-35 commerciali di Teknowool provenienti da tutta Italia presso il nostro Headquarter di Udine, per partecipare a una giornata di formazione tecnica di base. L’obiettivo era offrire loro l’opportunità di acquisire maggiore autonomia nel mercato dei rinforzi strutturali.

Questo incontro ha riscosso un riscontro positivo ed è stato anche un’importante occasione per mostrare a Teknowool la nostra realtà.  È stato molto significativo far loro comprendere che in Fibre Net svolgiamo un’attività importante di produzione, ricerca e sviluppo, analisi di laboratorio.

Successivamente, in ogni area di riferimento di Teknowool in Italia, la nostra rete vendita e i nostri tecnici si sono resi disponibili per fornire supporto commerciale e tecnico quotidiano alle filiali, approfondendo i vari temi specifici. Intendiamo proseguire su questa strada, organizzando altri eventi di formazione che riteniamo fondamentali per il successo condiviso.

Avete già pianificato corsi congiunti o attività formative attraverso Teknoschool? Quali sono i temi più strategici da affrontare oggi con i professionisti?

Abbiamo intenzione di organizzare delle attività di formazione rivolte a progettisti, imprese e installatori, appoggiandoci a Teknoschool per far conoscere i nostri prodotti e sistemi.

È nostra intenzione inoltre, invitare progettisti e imprese facenti parte del network Teknowool alla nostra Academy a Udine.

L’ambito di maggior interesse in questo momento è quello dell’edilizia pubblica. Riteniamo strategico far conoscere ai professionisti le soluzioni per il rinforzo e ripristino di edifici ed infrastrutture, ambito di forte interesse in questo momento e nel quale i fondi Pnrr stanno offrendo grandi opportunità per permettere la messa in sicurezza dei nostri edifici ed infrastrutture pubbliche.

Fibre Net è molto attiva in ambito R&S. State lavorando a nuove soluzioni?

Il punto di forza di Fibre Net risiede nella sua forte attenzione alla ricerca e sviluppo, ambito in cui l’azienda ha sempre investito considerevoli risorse.

Questo impegno continuo permette a Fibre Net di essere costantemente all’avanguardia, sviluppando nuovi prodotti e sistemi innovativi che rispondono alle esigenze del mercato e rafforzano la sua posizione competitiva.

Come immaginate possa evolversi la partnership con Teknowool nei prossimi tre-cinque anni? Quali sono gli obiettivi comuni a medio termine?

Il nostro obiettivo a breve-medio termine è di rendere i prodotti e sistemi Fibre Net sempre più familiari al Gruppo Teknowool e a tutta la loro rete vendita e tecnica.

La strategia di formare e rendere la rete vendita, sia interna che esterna, più autonoma contribuirà a creare un team più competente e sicuro, capace di cogliere le opportunità di mercato con maggiore efficacia.

Inoltre, il periodo di tre-cinque anni rappresenta un arco temporale ideale per consolidare questa crescita, considerando la natura proattiva di Teknowool e la sua continua ricerca di nuove opportunità.

Collaborando strettamente, si potranno sviluppare progetti innovativi e raggiungere obiettivi ambiziosi, sfruttando appieno il potenziale di Fibre Net e Teknowool e creando una base solida per il futuro.

di Veronica Monaco

Logistica: cresce la richiesta per magazzini e centri di smistamento merci

Logistica edilizia

Se si costruiscono meno edifici residenziali, c’è un altro settore dell’edilizia che sembra vivere un boom: quello della logistica. Non è un fenomeno solo italiano, ma globale.  Si potrebbe definire effetto Amazon, ma non si tratta solo dei centri di smistamento merce impiantati in Italia dal colosso americano.

La crescita è dettata dalla digitalizzazione dell’economia, che comporta economie di scala che possono essere sfruttate solo con l’ottimizzazione dei magazzini e della distribuzione. In una parola: la logistica.

Logistica: 6 mila miliardi di dollari entro il 2030

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Come scegliere l’aggregazione: rivendite edili, fate il vostro gioco (ma non è un gioco)

Aggregazioni rivendite edili

In tema di sviluppo del mercato della distribuzione edile credo che mai come in questi ultimissimi anni si stia confermando una decisa ricerca dell’aggregazione.

Dopo decenni di ostinato nanismo, non ce la si fa più a combattere da soli, a parte nelle zone dove ha pensato la natura a risolvere il problema della concorrenza. Ma anche in questi casi, magari in qualche valle o in altri luoghi più o meno isolati, i sentori di globalizzazione e gli effetti del commercio elettronico invitano a tenere le antenne dritte.

Avere alle spalle una struttura organizzata che risolve un po’ di problemi, prima di tutto quelli legati alle convenzioni di acquisto, ma anche quelli più contingenti che fanno capo alla cultura d’impresa, non è una brutta idea.

Il mondo delle aggregazioni commerciali offre soluzioni a bizzeffe, e neanche tanto uguali fra loro. Per le rivendite indipendenti diventa sostanziale individuare la corretta strategia, il celeberrimo posizionamento, che intendono avere da qui ai prossimi anni.

La rivendita indipendente che desidera tentare la carta dell’aggregazione ha oggi solo l’imbarazzo della scelta, e questa scelta può essere condizionata da diversi fattori. Per esempio, se c’è o meno un ricambio generazionale.

In caso affermativo, l’attività può e deve avere un’idea di futuro. Se invece non ci sono eredi, oppure ci sono ma hanno deciso di fare un altro mestiere, l’alternativa è quella di tirare avanti finché si ha ancora voglia di alzarsi la mattina alle 6, e in seguito vendere.

Nel primo caso, la scelta dell’aggregazione di riferimento va fatta con cura, perché l’imprenditorialità del commercio edile a scuola non si impara, e oggi senza una specifica cultura d’impresa e soprattutto senza servizi, quelli che da solo non ti puoi permettere, non si va da nessuna parte.

Ma non tutti ragionano in questo modo, e il mondo delle aggregazioni offre anche altre soluzioni, a loro modo interessanti e sempre ugualmente rispettabili.

Per esempio, i cultori della filosofia del mercato competitivo hanno come obiettivo primario i premi legati ai fatturati. Per il resto, ognuno si arrangia come crede, in base alla sua idea di imprenditorialità e alle caratteristiche del suo mercato.

I seguaci del mercato comparativo, invece, puntano maggiormente alla differenziazione qualitativa per uscire il più possibile (in realtà non ci riesci quasi mai) dalla bagarre del prezzo. In sostanza, meno premi ma più servizi per la propria azienda e per il cliente.

Ora mi direte che, alla fin fine, al cliente interessano sì i servizi, ma il prezzo di più. Non tutti sono disposti a riconoscere nei servizi un valore che ha un costo, e per il cliente ancora in troppi casi il servizio è una caratteristica del prodotto, che deve avere un prezzo comunque competitivo.

Però credo sia evidente a tutti che parliamo di due mercati differenti, quasi antitetici, anche se, apparentemente, si vendono in entrambi le stesse cose.

La rivendita indipendente che vuole fare il grande passo deve riflettere su questi argomenti, perché la scelta del suo posizionamento nei prossimi anni determinerà il suo modo di stare nel mercato, e anche il suo successo imprenditoriale.

Ora che la flessione inizia a farsi sentire, ora che molte certezze iniziano a essere meno certe, bisogna forse iniziare a pensare che il mercato del prezzo non garantirà alcun vantaggio competitivo, del resto idealmente non lo garantisce mai, almeno alla voce marginalità. Il dilemma si perpetua.

Nel nostro paese, come scrivevo più sopra, c’è solo l’imbarazzo della scelta: oltre ai gruppi nazionali ci sono molti gruppi locali o regionali, o pluriregionali, ognuno con una sua tradizione e visione imprenditoriale.

Tutti questi gruppi, diciamo per semplificare negli ultimi vent’anni, hanno costruito la storia della distribuzione edile nazionale, portando anche novità, innovazione, capacità di relazione, crescita culturale, un approccio differente in un mercato tradizionalmente pigro e passivo.

Se queste realtà continuano a crescere, ognuno con i suoi modi e i suoi tempi, significa che l’aggregazione non è più solo una scelta, ma una necessità più o meno latente, cui tutti o quasi prima o poi dovranno arrivare.

di Roberto Anghinoni

Prefabbricazione: la casa modulare, soluzione o utopia? Il progetto Proxima

Case prefabbricate modulari

Non è una novità che l’edilizia sia sempre più attraversata dal fenomeno della prefabbricazione.

Produrre altrove e assemblare in cantiere è un metodo già utilizzato da anni per gli edifici in vetrocemento, che delegano al sito solo la costruzione della struttura portante. Ma la prefabbricazione ha diversi livelli e può anche limitarsi ad alcune parti della casa in costruzione.

Di segno opposto è, invece, un progetto che prevede moduli abitativi completamente prefabbricati e con durata limitata. Case usa e getta, insomma, con una filosofia che sembra stridere con la concezione abituale di un edificio.

L’idea ha preso forma con l’ecosistema Proxima, in cui gioca un ruolo il gruppo tedesco Siemens. Si tratta di un’architettura definita ibrida modulare.

In sostanza, Proxima si basa su una struttura di base con un ciclo di vita secolare, in cui si inseriscono tecnomoduli plug-in. Le abitazioni sono completamente prefabbricate, complete di sistemi impiantistici terminali e si possono aggiungere con relativa semplicità. Il ciclo di vita dei moduli abitativi è definito in 20 anni.

Una standardizzazione estrema che può essere una soluzione per rimediare a eventi come terremoti o disastri che necessitano una rapida soluzione dell’aspetto abitativo ma che, forse, può incontrare diffidenza se proposta per una normale edilizia residenziale.

In ogni caso, bisogna riconoscere che l’idea è piuttosto rivoluzionaria: la standardizzazione delle dimensioni di inserimento e degli allacci consente di estrarre il tecnomodulo dalla struttura madre al termine del suo ciclo di vita e di sostituirlo con uno nuovo, senza necessità di una ristrutturazione.

Il vecchio tecnomodulo, inoltre, può essere ricondizionato e reinserito in un’altra struttura. Si tratta, insomma, di un’idea che cambia completamente i parametri dell’edilizia.

Il rischio della standardizzazione estrema è però quello di trasformare l’ambiente urbano in qualcosa di eccessivamente monotono.

Insomma, ci sono pro e contro nel costruire case completamente modulari, forse un modello poco attraente in Italia.

di Franco Saro

Nuova direttiva Ue sul trattamento delle acque reflue urbane

Riuso delle acque reflue in edilizia

Tanta acqua, poca acqua. E, soprattutto, uno spreco di acqua. L’emergenza idrica in Italia (ma non solo) si accompagna a dissesto idrogeologico, allagamenti e, paradossalmente, a siccità. Il clima e l’assetto del territorio non sono le uniche cause: c’è anche una colpevole deficienza delle infrastrutture, gli acquedotti, che si accompagna a una indifferenza diffusa nella gestione della risorsa idrica.

L’attenzione dei cittadini, purtroppo, si risveglia solo quando arriva la bolletta dell’acqua da pagare. Come se gestire il filtraggio, il trasporto e la salubrità dell’acqua fosse un’attività priva di costi.Ma non è così, a dispetto della diffusa opinione che «l’acqua è di tutti» e quindi non si paga.

Premesso questo, una delle vie più virtuose per affrontare il problema è non solo gestire il consumo dell’acqua dalla fonte al rubinetto, ma anche evitare un consumo inutile, eredità di quando nel passato l’umanità era numericamente molto più ridotta e la risorsa abbondante.

Per fortuna la bistrattata Unione Europea, che pare non piaccia a un gran numero di europei, ha messo a punto una direttiva (2024/3019) che si accompagna al regolamento 2020/741. L’obiettivo è spingere il riuso delle acque reflue prodotte dagli scarichi di attività agricole, industriali o domestiche.

Il Parlamento europeo, con questa direttiva, impone alcuni obblighi per gli Stati membri, specie su impianti grandi, che gestiscono scarichi di 150 mila abitanti equivalenti o superiori. In questo caso l’attenzione deve essere giocoforza maggiore e per questo le amministrazioni devono garantire ulteriori interventi per una migliore qualità dell’acqua in uscita. Ma non solo. Più in generale il riuso, con soluzioni per migliorare la qualità dell’acqua, sono un’opportunità per la tutela della risorsa idrica.

Per i grandi impianti la normativa Ue, approvata a fine 2024 e, quindi, con il nuovo parlamento eletto a giugno, prevede che entro il 2039 sia obbligatoria la rimozione dell’azoto e del fosforo dall’acqua potabile e che per il 2045 gli stessi impianti dovranno applicare un ulteriore trattamento per eliminare i microinquinanti.

Sempre che anche ottenere un’acqua pulita e riutilizzabile non sia considerato un sopruso della burocrazia di Bruxelles.

di Federico Mombarone

La rigenerazione urbana è in attesa di una legge

Legge rigenerazione urbana

Nel settembre scorso in Commissione Ambiente del Senato è stato presentato un testo base che raggruppa le proposte in materia di rigenerazione urbana. Una proposta sottoscritta con un (raro) accordo bipartisan e condivisa da destra e sinistra. Obiettivo: una legge che regoli rigenerazione urbana e contenimento del suolo, aspetti finora affidati solo alla sensibilità e alle possibilità di qualche amministrazione locale.

Secondo Confindustria, per esempio, «è necessario arrivare a un modello di definizione, elaborazione e attuazione di progetti basati sulla multidisciplinarietà e sulla partecipazione della collettività interessata, nonché sulla trasformazione sostenibile e sull’innovazione delle realtà urbane e metropolitane e di coordinare uniformemente i regolamenti a livello nazionale su temi considerati fondamentali».

Il riferimento è a una necessaria nuova pianificazione urbanistica, al riuso degli spazi abbandonati, urban mobility, recupero dei centri storici, efficienza energetica e decarbonizzazione, completamento del ciclo integrato dei rifiuti ed economia circolare, sostenibilità sociale e diritto all’abitare. Ancora: al mantenimento della permeabilità del suolo non impermeabilizzato, tutela e la valorizzazione dei servizi ecosistemici forniti dal suolo.

Che l’urgenza sia evidente, lo indica lo sviluppo delle città negli ultimi 30 anni, con trasformazioni clamorose come nel caso di Milano, a cui si aggiungono le dinamiche sociali.

Eppure, al momento la norma di riferimento è la legge Urbanistica n. 1150 del 17 agosto 1942, rimasta sostanzialmente identica nonostante le integrazioni e i rappezzi normativi per cercare di renderla funzionale alla realtà.

A pensare che cosa erano le città negli anni Quaranta e quello che oggi i centri urbani richiedono, sembra incredibile che non si sia trovato il tempo per adeguare la legge.

Oltretutto, per cercare di tamponare questo vuoto, negli anni sono state adottate diverse normative che hanno previsto piani e programmi recepiti dalle leggi regionali, con il risultato di un puzzle normativo nel nome dell’autonomia locale. Un pasticcio per aziende e progettisti che si trovano di fronte a regole che cambiano da un luogo all’altro.

Infine, una nuova legge è ancora più necessaria alla luce degli input degli organismi internazionali, come l’Agenda Onu 2030 e la direttiva europea Case green, che impattano direttamente sulla rigenerazione urbana e del territorio. Quest’ultima, tra l’altro, impone anche scadenze ormai ravvicinate per un intervento di riqualificazione degli edifici.

Insomma, intervenire è urgente. Ma da ottobre tutto tace. Il Parlamento è impegnato a discutere sulle carriere dei magistrati, sui centri per l’immigrazione e sugli affari opachi che coinvolgono i servizi. Forse una rigenerazione farebbe bene anche ai nostri rappresentanti.

Bonus Domotica 2025: cosa riguarda l’agevolazione fiscale

Bonus Domotica 2025

È passato un po’ in sordina, ma c’è il bonus domotica 2025. L’incentivo fiscale ha l’obiettivo di favorire l’acquisto di sistemi e dispositivi legati alla home automation, ovvero tecnologie per la gestione automatica di impianti di climatizzazione e produzione di acqua calda sanitaria.

Lo sconto fiscale, insomma, riguarda i dispositivi che permettono di controllare e gestire, anche da remoto, il riscaldamento e la climatizzazione della casa.

L’idea è che la possibilità di comandare a distanza elettrodomestici o comunque di avere un controllo da remoto di tutti i dispositivi consente un uso consapevole dell’energia e proprio per questo è stato incentivato. Il bonus domotica, tra l’altro, resterà valido fino al 2027.

Come per i bonus che riguardano la ristrutturazione, anche per la home automation c’è una differenzia tra prima e seconda casa. Per gli interventi domotici sull’abitazione il bonus è al 50%, mentre scende al 36% per quelli sulla seconda casa.

Per il futuro, però, lo sconto fiscale scenderà: nel 2026 e 2027 il bonus si ridurrà al 36% per la prima casa e al 30% per la seconda.

L’incentivo comprende l’installazione degli impianti definiti dall’articolo 11 del decreto sull’Efficienza energetica: i dispositivi devono appartenere almeno alla classe B della norma En 15232 (o superiore, come la classe A), consentire la gestione automatica e personalizzata dei sistemi di riscaldamento, la produzione di acqua calda sanitaria e climatizzazione estiva.

L’efficienza è l’aspetto centrale. Gli impianti domotici per accedere agli incentivi devono offrire funzionalità che permettano di visualizzare i consumi energetici tramite canali multimediali, con aggiornamenti periodici anche basati su dati indiretti forniti da altri sistemi di misurazione, monitorare lo stato di funzionamento degli impianti e la temperatura di regolazione e consentire accensione, spegnimento e programmazione settimanale degli impianti da remoto.

L’Agenzia delle Entrate ha precisato che le spese ammissibili per il bonus domotica 2025 includono la fornitura e l’installazione di apparecchiature elettriche, elettroniche e meccaniche, comprese le opere elettriche e murarie necessarie per un’installazione a regola d’arte, ma anche le prestazioni professionali per la produzione di documentazione tecnica adeguata.

Invece niente bonus, ma era scontato, per smartphone, tablet e computer.

di Giuseppe Rossi

Spazi unici con verande e pergole di design per l’outdoor

Soluzioni per l'outdoor

Luxury Goods in Showroom è una rubrica di YouTrade dedicata all’eccellenza nel settore delle finiture, mettendo in risalto l’importanza degli showroom come spazi di presentazione e ispirazione.

A febbraio la rubrica offre una panoramica delle soluzioni per l’outdoor disponibili nel mercato delle verande e delle pergole, raccolte in una carrellata di suggestive immagini.

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7. Veranda Akena

La veranda Akena è realizzata su misura, si adatta facilmente a tutti gli stili architettonici grazie alle molteplici possibilità di personalizzazione. La struttura in alluminio pre-attrezzata permette di aggiungere accessori come tapparelle elettriche o frangisole anche dopo l’installazione.

Le tapparelle consentono, inoltre, di preservare le vetrate dagli agenti esterni e i mobili interni dai raggi Uv, prevenendo lo scolorimento. Akena, inoltre, consiglia anche come arredare le verande: come sala cinema, come spazio per il benessere, il relax e la meditazione.

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GMG Serramenti: infissi sicuri e di qualità, dalla consulenza alla posa

GMG Serramenti

GMG Serramenti, divisione di GMG Centro Edile, propone infissi di qualità sia dal punto di vista della sicurezza (obiettivo principale dell’azienda), sia dal punto di vista del design, sempre curato in tutti i dettagli.

All’interno della rivendita si possono trovare infissi in alluminio per costruzioni residenziali, commerciali, pubbliche e industriali: la caratteristica principale di questo materiale è l’affidabilità e la sua durata nel tempo.

Ma GMG propone anche soluzioni in alluminio-legno, per chi non vuole rinunciare alle caratteristiche tecniche e al calore del materiale naturale, installando un infisso di alta qualità, o anche solo in legno, che offre eleganza all’immobile in cui viene installato.

Gli infissi in Pvc offrono invece un elevato isolamento termico e acustico, associato a un alto livello di sicurezza.

GMG Serramenti si propone come un partner altamente qualificato, che ha come obiettivo la piena soddisfazione del cliente, seguito in tutte le fasi del progetto, dalla consulenza iniziale alla posa in opera del manufatto.

L’azienda di Bottanuco (Bergamo) si avvale di collaboratori, professionisti e posatori qualificati con anni di esperienza in modo da garantire anche una puntuale assistenza post vendita, spiega l’amministratore delegato della linea serramenti Guglielmo Lancini.

Guglielmo Lancini, amministratore della GMG serramenti
Guglielmo Lancini, amministratore della GMG serramenti.

Quando avete deciso di inserire gli infissi nella rivendita e perché?

Inizialmente, i serramenti erano in una parte distaccata di GMG Centro Edile. Nel 2018, il titolare della GMG Centro Edile Giorgio Ferrari, ha proposto a me e ai miei fratelli (Alex e Andrea) di costruire la GMG Serramenti, visto l’esperienza maturata con svariati anni di lavoro in questo settore. GMG può così soddisfare tutte le esigenze del mondo dell’edilizia.

Oltre alla vostra produzione, trattate altri brand?

Sì, i nostri partner principali sono Metra (per l’alluminio) e Schüco (per il Pvc). Oltre ad altri brand presenti sul mercato.

Chi sono i principali clienti di questo business?

Serviamo sia privati sia imprese, coprendo abitazioni, edifici commerciali e industriali. Cerchiamo di soddisfare le esigenze dell’intera filiera.

Com’è gestito questo segmento all’interno della rivendita? Come vi distinguete?

Seguiamo il cliente dall’inizio alla fine: ascoltiamo le loro esigenze e consigliamo prodotti e processi adatti. Siamo presenti anche durante la costruzione e la posa, con assistenza in cantiere.

Creiamo le basi del progetto, convalidato da ingegneri esterni, e forniamo le migliori soluzioni. Ci distinguiamo per qualità e serietà.

Il cliente ha sempre un riferimento. Siamo cresciuti grazie al passaparola, un grande attestato di stima. Produciamo serramenti in Pvc e alluminio per tutte le esigenze.

Showroom GMG serramenti
Showroom GMG serramenti

Quali sono le principali esigenze dei clienti?

Cercano qualità nei materiali e assistenza continua. Vogliono finestre durature e con buona tenuta termica.

Durante il periodo del superbonus la domanda era superiore all’offerta: com’è la situazione oggi e che cosa vi aspettate dal 2025?

Abbiamo continuato a lavorare costantemente, grazie alla nostra ampia clientela. Il 2025 si prospetta in crescita, avendo installato una nuova linea di produzione di serramenti in Pvc: la domanda è molto alta per via dei costi più accessibili.

di Alice Fugazza