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Heidelberg Materials: Italcementi cambia nome e si riorganizza

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Heidelberg Materials è la grande multinazionale tedesca di materiali da costruzione che ha sede ad Heidelberg, in Germania. Precedentemente nota come HeidelbergCement, la società è stata rinominata Heidelberg Materials nel settembre 2022. Un rebranding che coinvolge anche le attività italiane, compresa la storica Italcementi, come spiega Stefano Roncan, direttore commerciale Italia, business cemento di Heidelberg Materials.

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Stefano Roncan

Nell’operazione di rebranding, Heidelberg sostituisce Cement con Materials. Che cosa vuol dire esattamente nella strategia aziendale questo cambio semantico?
Heidelberg Materials è uno dei principali produttori integrati di soluzioni e materiali per le costruzioni al mondo, nei settori cemento, inerti e calcestruzzo preconfezionato. Il cambiamento non sta solo nel nome, ma nella natura stessa del business. Il nostro futuro è sostenibile e digitale e va ben oltre il cemento. La gamma dei nostri prodotti e dei nostri servizi sta evolvendo per guidare la trasformazione del settore. Il nuovo marchio, rappresentativo, incisivo e globale, vuole dare un volto e un punto di riferimento a questa nostra trasformazione.

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Andare oltre il cemento è una precisa richiesta del mercato delle costruzioni? Come sarà implementata la politica di sostenibilità e quindi di carbon neutrality in Italia di un’azienda globale come Heidelberg Materials?
Si tratta di un passo in avanti coraggioso in un mondo dove le richieste dei clienti, i mercati e i concorrenti cambiano velocemente, le opportunità e le sfide superano i confini nazionali e la comunicazione diventa sempre più globale: la rapidità di adattamento al cambiamento sarà essenziale per avere successo. Riguardo la Carbon Neutrality, dobbiamo fare fronte comune per essere i primi nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica, per essere all’avanguardia nell’economia circolare nelle costruzioni e per creare nuovi vantaggi per i clienti attraverso la digitalizzazione.

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Da Italcementi a Heidelberg Materials: cambierà anche la sede?
Il passaggio al nuovo brand si accompagna anche al cambio della sede: con l’autunno, ci trasferiremo in una «nuova casa» più vicina al centro economico dell’Italia, Milano, lasciando la sede in i.lab al Kilometro Rosso di Bergamo. Un’opportunità per sviluppare e integrare il nostro business e modificare anche il modo di lavorare per essere ancora più competitivi e moderni. La nostra nuova sede sarà l’Innovation Campus di Peschiera Borromeo, una struttura adeguata e innovativa in cui poter continuare a crescere.

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Sede di Heidelberg Materials in Germania

Una considerazione sull’andamento economico congiunturale del settore cemento: come sta andando il 2023 rispetto al soddisfacente 2022 e cosa vi aspettate per il biennio 2024-2025?
Per il settore, il 2023 è stato un anno caratterizzato da luci e ombre. Da un lato l’edilizia, fin dal periodo post pandemico, anche grazie al contributo positivo del superbonus ha dimostrato di contribuire alla crescita dell’economia italiana. Dall’altro, il contesto caratterizzato dai forti rincari dei costi energetici, dalle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e dalla carenza di manodopera specializzata ha costituito un elemento di rischio per l’operatività delle imprese del settore. Oltre a ciò, il mercato residenziale ha iniziato a manifestare segnali di rallentamento, con una frenata di compravendite di abitazioni e mutui erogati a causa dei rialzi dei tassi d’interesse. Guardando al 2024, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta senza dubbio un’opportunità per il nostro settore. L’Italia ha infatti bisogno come non mai di interventi di messa in sicurezza del territorio e di infrastrutture moderne e sostenibili. Per evitare di perdere questa eccezionale opportunità è però necessario velocizzare le procedure burocratiche degli enti territoriali.

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Ponte Genova © Caccuri Agenzia Contrasto Per Italcementi

Svolta verde evidente e complessiva quella di Heidelberg Materials, su quali prodotti impatterà maggiormente per affrontare alcune delle sfide green delle costruzioni che vanno dalla qualità dell’aria indoor al rispetto dell’acqua, alla riduzione dell’inquinamento outdoor?
Già da tempo Italcementi propone sul mercato prodotti e soluzioni sostenibili. Da un paio d’anni abbiamo attivato un club chiamato eco.build club, che raccoglie circa 200 clienti del cemento sfuso che comprano prevalentemente prodotti della nostra gamma sostenibile eco.build. i.idro Drain, la soluzione per pavimentazioni continue che rispetta il ciclo naturale dell’acqua è ormai un prodotto riconosciuto e apprezzato dai progettisti del verde. Riduce l’impermeabilizzazione e la temperatura del suolo e contrasta l’effetto isola di calore, che in ambiente urbano è sinonimo di innalzamento dei consumi energetici e delle emissioni. Abbiamo il famoso calcestruzzo fotocatalitico Tx Active che, sfruttando il processo naturale della fotocatalisi, è in grado di favorire una più rapida decomposizione degli inquinanti. Un altro esempio sul fronte della sostenibilità è dato dal calcestruzzo a basso calore di idratazione studiato per getti massivi al fine di contrastare il rischio di fessurazioni, garantendo elevata durabilità. Una volta gettato, infatti, il calcestruzzo indurisce grazie alla reazione di idratazione del cemento. Tale processo produce una certa quantità di calore. Nel caso delle strutture massive come le fondazioni, il calore prodotto è elevato e c’è un aumento del rischio di fessurazione del calcestruzzo, con conseguenze negative sulla struttura stessa. È per questo che in tali situazioni si utilizza un cemento in grado di sviluppare poco calore e quindi di evitare il rischio di fessurazione del calcestruzzo. Si tratta di un prodotto che coniuga efficienza nella realizzazione, qualità e sicurezza del risultato con un ridotto impatto ambientale, grazie al basso contenuto di clinker.

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Pista ciclabile Idroscalo Milano realizzata con i.dro Drain colorato

Già nel 2021 Italcementi aveva presentato la gamma eco.build, su questo fronte ci saranno ulteriori sviluppi?
La gamma eco.build si trasformerà e arricchirà. Anche questa è una scelta fatta a livello internazionale per dare più forza ai nostri impegni verso la sostenibilità dei prodotti. Aspettiamo in nostri clienti a Made Expo (Fiera Milano-Rho 15- 18 novembre 2023) dove presenteremo il nuovo brand e nuove soluzioni sostenibili per il mercato.

I vostri clienti, imprese di costruzioni e rivenditori saranno in grado di cogliere i cambiamenti in atto e come li comunicherete loro?
Io mi auguro di sì. In questo senso abbiamo già avuto i primi riscontri positivi anche se sarà un percorso lungo e articolato. Da parte nostra, continueremo a garantire ai nostri clienti la qualità e l’assistenza di sempre, pronti a offrirvi una gamma di prodotti e di servizi che vanno ben oltre il cemento, oggi e ancora di più in futuro. La nostra rete commerciale sta già comunicando ai clienti il cambio di brand e l’occasione di essere al Convegno Youtrade è un’altra tappa del nostro percorso di comunicazione.

Quali azioni concrete avete in programma per favorire la cultura della sostenibilità nelle rivendite?
Sono ormai un paio anni che organizziamo incontri presso le rivendite per parlare di sostenibilità. Negli scorsi mesi in particolare ci siamo concentrati sulla promozione di i.idro Drain, il prodotto per pavimentazioni continue che rispetta il ciclo naturale dell’acqua.

Lattoneria ottobre 2023 (Abbonati)

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Made Distribuzione Pennati si rinnova con libero servizio e ferramenta professionale 

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Il punto vendita Made Distribuzione Pennati di Basiano (Milano) si rinnova con una completa ristrutturazione dell’area espositiva e l’inaugurazione di una nuova sezione dedicata al libero servizio.

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L’area a libero servizio

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Moderno e altamente specializzato, in grado di soddisfare con il suo servizio di assistenza e di consulenza le esigenze di clienti professionali e privati, il negozio di Basiano rappresenta in concreto l’idea di innovazione dei magazzini edili a marchio Made.

Made Distribuzione, oltre a svolgere la sua attività commerciale con i punti vendita diretti di Gruppo Made, ha anche il compito di ideare e realizzare nuovi servizi che, dopo un adeguato periodo di prova, vengono messi a disposizione di tutte le rivendite aderenti.

Un esempio è il nuovo format dedicato alla ferramenta professionale e al libero servizio che concorre a delineare una precisa identità del punto vendita, attraverso la declinazione del marchio Made nella definizione e immediata identificazione delle aree e nella comunicazione al cliente.

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Nuovo format dedicato alla ferramenta professionale

Oltre alle attrezzature del settore ferramenta da cantiere, il punto vendita Made Distribuzione Pennati comprende oggi anche una selezione dei marchi più prestigiosi di materiali e attrezzature per gli operatori professionali del settore del cartongesso.

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Lo showroom

Un’area dedicata è riservata inoltre ai pittori edili, affiancando e completando l’offerta per il comparto già altamente specializzata. A fianco del settore dell’edilizia è stato realizzato anche un accogliente showroom, strutturato per l’accoglienza sia dei clienti privati, sia di progettisti e architetti.

Laterizio: un materiale green che assicura sicurezza e salubrità degli edifici

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Coperture in laterizio con integrazioni del fotovoltaico presso il lago di Scanno in Abruzzo

Il laterizio assolve insieme a più funzioni tecniche: il materiale principe della tradizione edilizia è competitivo per le elevate prestazioni termiche, acustiche, antincendio, antisismiche e ambientali. Inoltre, assicura benessere abitativo e favorisce la salubrità degli edifici

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di Alfonsina di Fusco (da YouTrade 142)

alfonsina-di-fuscoLaureata nel 2000 in Ingegneria Civile alla II Universita di Napoli, Alfonsina Angela Di Fusco ha conseguito il Master di II livello alla Master School F.lli Pesenti del Politecnico di Milano. Ha svolto attività tecnico-scientifica nel settore dell’ingegneria sismica. In Andil (Associazione Nazionale degli Industriali dei Laterizi) dal 2005, si è occupata della gestione di progetti di Ricerca&Sviluppo e della promozione/comunicazione relativa ai prodotti/sistemi costruttivi. È membro di tavoli istituzionali di normazione nazionale (Uni, Cti) ed internazionale (Cen) che trattano i requisiti tecnici delle costruzioni. Autrice di numerosi articoli tecnico/scientifici, è direttore editoriale della rivista Costruire in Laterizio. Dal 2019 con la fusione per incorporazione di Andil in Confindustria Ceramica, ricopre funzioni di sviluppo-presidio normativo, di supervisione di progetti di ricerca/innovazione e attività di divulgazione tecnica. Dal 2021 è membro del Consiglio di Indirizzo del Green Building Council Gbc Italia.

BIBLIOGRAFIA

[1] Alfonsina Di Fusco. Il contributo dei laterizi nei nuovi CAM Edilizia, 70-77, CiL192 Riqualificare (2023)
[2] Elisa Di Giuseppe, Giuliana Bonvicini, Maria Chiara Bignozzi, Marco D’Orazio, Il progetto LIFE SUPERHERO sulle coperture in laterizio ventilate e traspiranti, 64-69, CiL184 Ospitare (2020)
[3] Adolfo F. L. Baratta, Laura Calcagnini, Antonio Magarò, Claudio Piferi. L’evoluzione dei prodotti in laterizio. I blocchi a isolamento diffuso per murature armate, 82-87, CiL176 Musei (2018)
[4] Gianluca Maracchini, Elisa Di Giuseppe, Proprietà termiche della muratura e dei suoi componenti: l’aggiornamento della Uni En 1745, 68-72, CiL185 Al femminile (2021)

Faraone Expert 2023 da Mission (Im)possible tra formazione e networking

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Si è concluso a Tortoreto il decimo meeting Faraone Expert, tenutosi presso il Salinello Village a Tortoreto dal 12 al 14 ottobre 2023. L’incontro di tre giorni ha offerto formazione di alto livello, networking e intrattenimento. Il leitmotiv di tutto l’evento è stato Mission (Im)possible, ossia quello di essere pronti e preparati alle innovazioni del mercato. Il focus dell’evento non si è limitato solo alla crescita professionale, ma anche all’impatto positivo che la cultura di prodotto può riflettere sulle vendite.

La formazione continua ha rivestito un ruolo fondamentale per l’intera squadra di lavoro, preparandola per le sfide del mercato attuale e offrendo strumenti e conoscenze per rendere unica la propria azienda. Durante l’evento, i partecipanti hanno avuto anche l’opportunità di immergersi in workshop, sessioni di formazione e momenti di networking. Non sono mancati momenti di puro intrattenimento, come i balletti del corpo di ballo di Paola e Claudio Ladisa e gli interventi d’azione a sorpresa degli stuntman professionisti di Simone Belli Stunt che hanno creato ambientazioni pulp.

«Anche quest’anno abbiamo avuto la possibilità di incontrare i nostri clienti per fare rete e crescere insieme nell’ottica di una buona progettazione, di una corretta posa in opera con tecniche costruttive all’avanguardia e di far crescere le realtà a livello locale grazie ad assunzioni mirate», ha dichiarato Sabatino Faraone. «Siamo stati pronti per questo singolare appuntamento con un format Faraone studiato esclusivamente per la platea ospite. Quest’anno è stata la nostra intenzione elevare gli standard formativi e battere il record di presenze», ha dichiarato Flavio Faraone.

L’apertura delle giornate, presentate da Luisa Ferretti, è stata affidata Sabatino Faraone, fondatore della Faraone, azienda specializzata in soluzioni architettoniche in vetro, che ha parlato delle innovazioni tecniche a disposizione del mercato. Si è proseguito con Flavio Faraone che ha offerto un focus sugli strumenti di Faraone a disposizione dei clienti. In seguito la parola è andata ad alcuni dei partner dell’azienda, come Hilti per cui sono intervenuti l’Ingegnere Marina Canestrini, Sebastiano Franco e Giovanni Seghetti parlando della teoria e dimostrazione pratica e Arredil per cui è intervenuto Riccardo Lonardi. Ha proseguito poi Lucia Zazzetta, esperta in organizzazione aziendale.

In seguito è stata la volta Federico Della Puppa, professore a contratto di Economia e Gestione di Imprese presso l’Università IUAV di Venezia che ha parlato del panorama del mercato delle costruzioni nel 2024. È stata poi la volta di Giuliano Noci, Prorettore del Politecnico di Milano e docente di Strategy e Marketing che ha parlato delle sfide del futuro. Il contributo interno è stato affidato agli Area Manager (William Barni, Vincenzo Giocondo, Davide Santomo), al reparto R&D con Matteo Paolini e Fabio Levante, al reparto Marketing con il CMO Roberto Volpe. La chiusura della terza giornata di studi è stata affidata a Massimiliano Di Silvestre, Presidente e CEO BMW Itali, che ha discusso sull’innovazione e visione nel settore automobilistico e i parallelismi con imprese virtuose tramite collegamento via web. La cena di Gala a base di piatti tipici teramani è stata ideata da Federico Vallese, COO. Il trofeo Faraone Expert è realizzato dal Mastro Orafo Luigi Valentini.

«Il Faraone Expert 2023 è stata un’opportunità straordinaria per rafforzare la nostra connessione con i clienti e i partner. L’evento ha superato le aspettative, offrendo una formazione di alto livello e una visione di crescita. Siamo orgogliosi di aver contribuito a rendere unica questa esperienza», ha commentato Roberto Volpe, Responsabile Marketing Faraone.

Fassi Gru F1750R-HXP Techno, così il braccio più forte è smontabile

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Italia-Germania: non è un match calcistico, e neanche l’itinerario di un futuro viaggio, ma il connubio che si è creato tra la Fassi Gru, ai vertici mondiali tra i produttori di gru idrauliche, e l’azienda tedesca W. Mayer Schwertransport und Kranarbeiten, specializzata da cento anni nel settore dei trasporti con sede a Zweibrücken, in Renania-Palatinato, non lontano dal confine con la Francia. Con l’acquisto di una gru Fassi F1750R-HXP della serie TECHNO, la società ha recentemente scelto un allestimento gru molto particolare, realizzato grazie al know-how del costruttore di veicoli ISM Industrieservice Müller. 

L’azienda di Zweibrücken utilizza normalmente l’autocarro senza gru come veicolo di traino o di spinta per i trasporti pesanti o come unità motrice a quattro assi. L’amministratore delegato Arno Alt, invece, ha avuto un’idea innovativa: far sì che la gru possa operare indipendentemente dal veicolo portante attraverso una centralina che può essere azionata da un motore diesel o elettrico.

La F1750R-HXP TECHNO, compreso il gruppo elettrogeno, è stata così montata su un telaio di supporto e imbullonata idraulicamente all’autocarro, in modo che l’unità gru possa essere rimossa se necessario. In questo modo è possibile l’utilizzo della gru sia scarrata a terra, sia installata su veicoli SPMT (Self-Propelled Modular Transporter) o su telai cingolati.

Il nuovo allestimento è stato messo alla prova questa estate, durante il trasporto di una caldaia da 340 tonnellate attraverso la Francia.

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La gru F1750R-HXP TECHNO è stata utilizzata al posto della zavorra altrimenti necessaria sull’autocarro. Le 22 linee di assi del rimorchio modulare potevano in realtà essere sufficienti, ma le autorità francesi hanno richiesto un’estensione dei moduli del rimorchio di trasporto a 28 linee d’asse per l’attraversamento di un ponte su una linea ferroviaria a due corsie vicino a Mehoncourt, a sud di Nancy. La gru Fassi ha così movimentato i due moduli aggiuntivi a tre assi presenti su un rimorchio di un veicolo di scorta del convoglio e ha aiutato ad assemblare l’unità di trasporto in modo da configurare tutto senza problemi. Dopo aver attraversato il ponte, i due moduli sono stati rimossi per conferire nuovamente all’unità di trasporto la compattezza necessaria per affrontare le curve del resto del percorso.

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«Utilizziamo questa gru anche per i lavori di sollevamento indoor. In futuro, la gru funzionerà anche a emissioni zero per poter lavorare in ambienti chiusi», spiega l’amministratore delegato Arno Alt.

La serie TECHNO di Fassi Gru è una nuova generazione di gru articolate con braccio secondario e sfili telescopici a profilo decagonale che consentono migliori prestazioni. Il braccio secondario e gli sfili telescopici X-design forniscono un sistema di estensione resistente alla torsione. 

In combinazione con la riprogettazione del sistema delle articolazioni con doppi cilindri sulla colonna e sul braccio principale e con la nuova elettronica installata, la generazione di gru TECHNO garantisce un aumento significativo delle prestazioni di sollevamento soprattutto verticali. 

Il sistema di controllo elettronico FX990 offre una serie di importanti innovazioni hardware e software: una nuova unità di controllo, un nuovo display touchscreen FX901, un nuovo software del limitatore del momento di sollevamento e della dinamica, un nuovo sistema di controllo della stabilità Fsc/Techno e un nuovo software FassiLim.

Altri punti di forza sono l’impianto idraulico ad alte prestazioni, il distributore idraulico compensato multifunzionale digitale D900, i radiatori dell’olio e i serbatoi dell’olio con una capacità di 250 litri ciascuno, nonché stabilizzatori idraulici standard estensibili extra-larghi con allungabilità fino a 9,96 metri. La ralla, composta da due motori di rotazione e da un sistema con doppio cuscinetto a sfere, fornisce un elevato momento di rotazione. I bracci telescopici sono montati con spessori sotto pressione per limitare il gioco verticale e laterale e garantire una maggiore durata.

LE CARATTERISTICHE

Fassi Gru F1750R-Hxp.2.28 L826 Techno
• Capacità di sollevamento: 132 tm / 1295 kNm
• Massimo sbraccio idraulico: 31,65 m con jib
• Ingombro: w 2,54 m, l 2,69 m, h 2,60 m

Dotazione elettronica/idraulica
• sistema di controllo integrale IMC
• unità di controllo FX990
• distributore idraulico digitale D900
• unità di comando radio V7 RRC
• controllo della dinamica ADC
• FX991 touchscreen display
• electronic flow sharing
• XF system

Caratteristiche
• doppia biella
• dispositivo XP
• sistema ProLink
• rotazione continua su ralla

Edilizia in ritardo sulla decarbonizzazione

Cantiere al lavoro
Cantiere al lavoro

La decarbonizzazione va a rilento. Troppo se si considerano i traguardi stabiliti dall’Europa. Lo constata un’analisi dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano. In sintesi, le emissioni di CO2 in Italia nel corso del 2022 sono calate di un solo punto percentuale se confrontate con il 2019, ossia escludendo la parentesi pandemica, portando le riduzioni totali ad appena il 30% dal 2005. Con questo ritmo, l’obiettivo del 55% europeo di emissioni in meno entro il 2030 è irraggiungibile, visto che bisognerebbe ridurre le emissioni di quasi il 4% l’anno, otto volte ciò che è stato fatto nell’ultimo trentennio.

Inoltre i settori che dovrebbero contribuire maggiormente sono proprio quelli più in difficoltà: i trasporti e l’edilizia residenziale, commerciale e dei servizi pubblici sono infatti i comparti più lontani in termini assoluti dai target al 2030, data entro cui dovrebbero calare rispettivamente del 33% e del 23%, al ritmo del 4% e del 3% l’anno, mentre quelli più vicini al raggiungimento degli obiettivi sono l’industria e la gestione dei rifiuti, dove il nostro Paese eccelle. Le cause? Le tensioni geo-politiche (leggi: guerra in Ucraina), la situazione economica non incoraggiante e lo scetticismo circa l’efficacia delle azioni messe in campo per accelerare il passo della decarbonizzazione. A partire dalle misure per l’efficientamento energetico nell’edilizia, ora accusate di avere distratto fondi da problemi economici e sociali ritenuti più pressanti. L’Italia, insomma, ha decisamente frenato su queste politiche, con la revisione al ribasso del Pnrr e i ritardi nell’implementazione di quanto previsto, per ora ancora contenuti ma destinati ad aumentare.

Micheletto: pavimentazioni drenanti e filtranti per esterni e giardini

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Grigliato Dune

Con l’insorgere di precipitazioni più intense, è sempre più richiesta la posa di pavimenti che non influiscano sul ciclo dell’acqua. Micheletto, azienda veneta specializzata da 60 anni nella produzione di pavimentazioni per esterni, propone due sistemi in grado di rispondere a questa esigenza: i pavimenti filtranti e drenanti.

Grazie a distanziatori più grandi o vuoti nel prodotto, le pavimentazioni drenanti aumentano la superficie delle fughe, facilitando così la dispersione delle acque. L’impasto dalla granulometria spessa delle pavimentazioni filtranti fa invece sì che l’acqua permei attraverso il prodotto stesso.

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Borgo Veneto Filter

Tra le soluzioni filtranti di Micheletto, la pavimentazione in masselli di calcestruzzo Borgo Veneto Filter unisce funzionalità, eleganza e versatilità. Con una capacità drenante di 80 litri al minuto per metro quadrato, è adatta per viali, cortili, pavimentazioni in ambienti pubblici e strade urbane, il prodotto è studiato per garantire la composizione di geometrie di grande impatto visivo. È disponibile nei colori ghiaccio e trachite, con masselli di forma quadrata e rettangolare nello spessore di 8 centimetri. I masselli presentano uno strato di finitura, composto da una miscela di sabbie e pietrisco realizzati con una curva granulometrica non costante, che consente di ottenere una pavimentazione drenante con un aspetto omogeneo della superficie a vista.

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Grigliato Dune

Per chi vuole avere una gestione sostenibile ed efficace di raccolta, di recupero e di riutilizzo dell’acqua piovana, Micheletto propone Grigliato Dune, pavimentazione drenante in calcestruzzo per giardini e per esterni che unisce la performance all’estetica. Disponibile nei colori grigio, bianco e granito white, le lastre Grigliato Dune (9,5 centimetri di spessore) presentano dei fori passanti nella direzione dello spessore che permettono la realizzazione di una superficie erbosa e/o drenante a seconda della destinazione d’uso. I fori potranno essere riempiti di humus per permettere di ottenere una pavimentazione erbosa, oppure potranno essere riempiti con pietrisco o di granulometria priva di parti fini per ottenere una pavimentazione drenante.

Fibrotubi: tre soluzioni per coperture a prova di clima

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Per proteggere le abitazioni dagli sbalzi termici, e consentire di raggiungere una maggiore efficienza energetica, Fibrotubi propone un’ampia gamma di lastre e pannelli coibentati da copertura e sottocopertura per tutte le soluzioni abitative. I prodotti sono conformi ai Criteri Ambientali Minimi (Cam) e permettono di accedere agli sgravi fiscali previsti dal superbonus

Tra le soluzioni proposte dall’azienda di Bagnolo in Piano (Reggio Emilia) il sistema Fibrotek permette di realizzare un sistema termoisolante e ventilato, per un elevato comfort abitativo. È efficace sia per nuovi edifici ad alte prestazioni di isolamento, sia per interventi di ristrutturazione e riefficientamento energetico: Fibrotek consente di creare in tempi rapidi una coibentazione continua e omogenea, con una posa completamente a secco e adattandosi a qualsiasi tipo di copertura primaria, dai coppi alle tegole,dalle coperture metalliche a quelle in fibrocemento. I pannelli termoisolanti da sottocopertura Fibrotek sono disponibili nella versione a un correntino o a doppio correntino d’appoggio (Fibrotek Plus).

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Sottocoppo Metallico Coibentato, invece, è l’evoluzione del Sottocoppo Metallico Fibrotubi, la lastra grecata preverniciata completa di profili/correntini brevettati per lo stabile ancoraggio dei coppi. In questa prodotto alla lastra è applicato uno strato di poliuretano da 13 millimetri, che permette di limitare la trasmissione di calore e ridurre l’effetto condensa e il rumore, oltre a migliorare la trasmittanza termica. La sottocopertura strutturata con Sottocoppo Metallico Coibentato resta leggera, impermeabile, pedonabile (con un aumento dei carichi ammissibili) e utilizzabile anche a pendenze inferiori rispetto agli standard previsti con i prodotti in laterizio.

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Utilizzabile anche in zone a vincolo paesaggistico, Isocoppo Piano è il pannello metallico a forma coppo tradizionale italiano, disponibile con diversi spessori isolanti in poliuretano espanso, che vanno da 30 fino a 100 millimetri. Il supporto inferiore piano è realizzato per essere visibile nel sottotetto, in due versioni: standard grecata bianco/grigio dallo stile industrial oppure nella finitura più classica con tinta legno ciliegio. Isocoppo Piano permette di risparmiare energia riducendo i costi del riscaldamento, fungendo da protezione sia in ambito domestico che per l’inquinamento acustico.

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Isocoppo è disponibile anche nella versione Isocoppo Tek: la lastra metallica a forma di coppo collabora all’isolamento con uno spessore medio di poliuretano da 15 millimetri, chiuso nella parte inferiore da una pellicola in alluminio centesimale. Utilizzabile sempre in zone a vincolo paesaggistico, perché visivamente similare nella forma al coppo tradizionale, è applicabile in tutte le coperture civili e per il risanamento di vecchi tetti. Isocoppo Tek è in grado di ridurre il rumore e l’effetto condensa, eliminare i ponti termici e garantire un’ottima pedonabilità.

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La top 120 dei distributori, tetto e clima, il post Cersaie: è super denso il nuovo YouTrade

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È un numero scoppiettante: YouTrade torna ai suoi lettori con una raffica di nuovi contenuti dal sapore forte. A partire dall’atteso dossier sui maggiori distributori di materiali per edilizia. Quest’anno il Centro Studi YouTrade si è superato con l’esame dei bilanci di 120 protagonisti del settore.

Non solo: la classifica e le tabelle abbracciano tre anni di attività. Un’analisi che entra nel profondo del business e degli aspetti finanziari delle aziende esaminate. Con un dato interessante, che si aggiunge a quelli abituali: i risultati raggiunti dai distributori sono lo specchio degli anni di euforia del mondo dell’edilizia, con effetti sorprendenti sulla classifica. 

L’edilizia e la distribuzione, d’altra parte, saranno le regine del XVI Convegno YouTrade in programma il 25 e 26 ottobre, Villa Quaranta, Ospedaletto di Pescantina, Verona. E il nuovo numero della rivista realizzata da Virginia Gambino Editore presenta in anteprima i temi che saranno affrontati nel corso dell’evento. 

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Sfoglia la rivista

Ma il periodico leader nel mondo della distribuzione sul nuovo numero pubblica tanti altri articoli legati all’attualità. A partire dagli effetti del mutamento climatico sul sistema tetto dove si registra una sensibile crescita del business. Gli eventi estremi meteo mettono a dura prova le coperture e, quindi, tutto il mondo dell’edilizia, dalla progettazione ai produttori, è al lavoro per rettificare il tiro, con soluzioni adatte ai nostri tempi. Un tema che su YouTrade è affrontato con un’inchiesta densa di testimonianze.

Un altro argomento caldo è quello legato alla transizione green. Che, come ben sanno imprese e utenti, è auspicabile, ma non semplice da attuare. Quali sono gli ostacoli? Si possono superare? Quesiti a cui risponde un altro articolo della rivista.

Ma è difficile elencare i numerosi spunti di interesse presenti in questo ricco numero del periodico. Basti ricordare, tra i tanti altri, una folta rassegna delle novità viste nel corso di due fiere Cersaie e Bricoday. Insomma, sono molte le ragioni per non perdersi assolutamente il nuovo numero di YouTradeAbbonati ora!

Fornaci Calce Grigolin: non solo calce, una corsa lunga 60 anni

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Da sinistra, Patrizia, Maurizio, Francesca, Roberto, Camilla, Renato, Benedetta, Paola e Giambattista Grigolin

Compie 60 anni. Con una storia tutta italiana, immersa nel boom del dopoguerra. Fornaci Calce Grigolin di Ponte della Priula (Treviso) è una di quelle aziende che sono lo specchio dell’intera economia del Paese, come testimonia il racconto a YouTrade di Roberto, Maurizio e Renato Grigolin.

Domanda. La prima fornace per la calce Grigolin è entrata in funzione nel 1963. Da allora che cosa è cambiato?
Maurizio Grigolin. Quando è entrato in funzione il primo forno avevo sette anni. Mi ricordo come se fosse oggi quando è stato fatto lo scavo della fondazione: i lavori li ha seguiti l’azienda Corazzin di Spresiano e utilizzava un Caterpillar 22. A quell’epoca, quando il lavoro edile era praticamente solo manuale, era un sogno vedere una macchina del genere. Poi, sono stati costruiti altri due forni nel 1964 e nel 1966. L’ultimo forno è entrato in funzione l’anno in cui nella zona del Piave ci fu una fortissima alluvione. Mi ricordo che quel giorno io e mio padre abbiamo tolto l’acqua dalle gallerie per tutta la notte. Rispondere in poche parole alla domanda su cosa sia cambiato è molto difficile. Mi ricordo che nel 1976 mio padre acquistò la ditta Calcebianca di Cadola (Belluno). Aveva un forno moderno costruito con i fondi per il Vajont. Due anni dopo, nel 1978, mio padre è morto e io avevo appena 22 anni. Dopo questo evento, sarebbe stato difficile concentrami su due fronti, quindi ho deciso di smontare il forno e rimontarlo a Ponte della Priula (Treviso). Con questo aumento di produzione, siamo entrati nel mercato delle acciaierie che tutt’ora costituisce il principale destinatario della nostra produzione di calce. Dopo l’acquisizione di Italcalce, nel 2018, siamo tra i primi tre produttori di calce in Italia. Si può dire che in 60 anni è cambiato tutto: la tecnologia produttiva, la progettazione dei forni e degli impianti, la tipologia di combustibile, l’impatto che ha questo tipo di industrializzazione sull’ambiente e sul territorio. Anche l’ultimo forno, avviato nel 2012, utilizza come combustibile la biomassa (segatura).

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Maurizio Grigolin

D. Come è avvenuta la nascita dell’azienda?
Roberto Grigolin. Giobatta Grigolin, nostro padre, ha fondato l’azienda Fornaci Calce Conte Irma nel 1963 dopo aver gestito per anni una ditta di trasporti. Il materiale che trasportava era proprio la legna per alimentare tutte le piccole fornaci sorte nei dintorni durante il dopoguerra.
Maurizio Grigolin. Prima del 1963, mio padre aveva cominciato a lavorare come autotrasportatore dopo la ritirata dalla campagna di Russia. Trasportava principalmente segatura e calcare. Prima ancora di questa esperienza, aveva lavorato nella fornace Zandonadi di San Michele di Piave, è stato proprio lì che ha imparato a fare la calce. Forte di quell’esperienza e delle materie prime in suo possesso, ha deciso di costruire il primo forno con l’aiuto di mio nonno materno, che lavorava come impiegato in una miniera in Sardegna. Quando ho iniziato a lavorare nella nuova azienda avevo 15 anni, in Italia c’erano 67 produttori di calce. Oggi l’80% del mercato è concentrato nelle mani di tre produttori.

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Roberto Grigolin

D. Le aziende camminano sulle gambe di chi le fa e gestisce. Quali sono state le figure più significative nella storia aziendale?
Renato Grigolin. Papà Giobatta è mancato prematuramente nel 1978, ma l’energia e la forza per continuare l’attività ci sono state trasmesse da nostra madre Irma, sempre presente per guidarci, fino a pochi mesi fa, quando è venuta a mancare. Ha saputo consolidare e rendere grande il nostro legame e ricordarci l’importanza della famiglia e dei suoi valori.
Maurizio Grigolin. Le persone che hanno lasciato un’impronta significativa oltre a mio padre e a mia madre, sono i miei fratelli, che sono stati e sono ancora sempre attivi nel lavoro con la passione che ci hanno trasmesso i nostri genitori. Tra i dipendenti che ci hanno creduto anche nei momenti bui della storia aziendale si possono citare Icles Fadel, la prima segretaria, entrata in azienda quando aveva 16 anni. È rimasta 45 anni al nostro fianco e come lei tanti altri. Lei è stata il pilastro dell’amministrazione a quell’epoca. Un’altra figura importante è stata Giuseppe Caronelli, il tecnico con cui abbiamo sviluppato il primo forno moderno a biomassa, brevettato per la prima volta in Europa nel 1994.

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Renato Grigolin

D. Quali sono stati i passi più importanti?
Maurizio Grigolin. Sicuramente gli investimenti nel corso degli anni: acquisizione di cave per l’estrazione di materie prime, in modo tale da garantire un controllo completo sulla qualità della filiera produttiva, costruzione di nuove unità su tutto il territorio italiano, per poter accogliere e fare propria l’innovazione tecnologica con macchinari più efficienti e a basso consumo energetico, che ci hanno permesso di avere una gamma prodotti tra le più ampie disponibili sul mercato, ma con standard qualitativi sempre elevati. La qualità nei prodotti e la facilità del loro utilizzo hanno sempre contraddistinto il nostro slogan «Evoluzioni Costruttive».

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Estrazione della roccia in cava

D. Qual è ora la fotografia dell’azienda?
Maurizio Grigolin. Sei siti produttivi in Italia, un sito già realizzato in Germania a cui se ne aggiungerà presto un altro, 330 dipendenti in Italia e 33 in Germania, 13 depositi logistici in Italia, una filiale commerciale in Svizzera, cinque filiali in Germania.

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La sede a Nervesa Della Battaglia (Treviso)

D. Con l’azienda è aumentato anche il numero di prodotti. Che cosa comprende la gamma?
Francesca Grigolin. Oggi la gamma conta oltre 500 diversi prodotti per rispondere alle diverse esigenze dei cantieri. Abbiamo sviluppato soluzioni per sottofondi e per la posa di pavimenti e rivestimenti, oltre che per il ripristino, il risanamento e il restauro delle murature. Per l’isolamento termico abbiamo vari prodotti con cicli certificati; disponiamo di una gamma di pitture e rivestimenti colorati della linea arteMuri. I prodotti «storici» sono tante tipologie di malte e intonaci disponibili anche nelle versioni per la bioedilizia. Infine, per il consolidamento e le fondazioni abbiamo sviluppato varie soluzioni per le diverse speciali condizioni di posa e prestazione richiesta.

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Francesca Grigolin

D. Quali sono i prodotti di punta oggi?
Francesca Grigolin. Prodotti e soluzioni per il rinforzo strutturale e la messa in sicurezza, sistemi di isolamento termico a cappotto, finiture colorate.

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Sistema a cappotto certificato

D. Avete deciso nuovi investimenti, come il nuovo impianto di Brandeburgo. Qual è il suo ruolo?
Francesca Grigolin. Sono sempre stata il riferimento per l’azienda in Germania e adesso mi faccio aiutare da mia sorella Patrizia. L’impianto di Brandeburgo serve per aumentare la copertura e la nostra presenza nel mercato tedesco.

D. In quali altri ambiti avete investito?
Maurizio Grigolin. Sostenibilità e sicurezza per i nostri siti produttivi. A Bosco Marengo (Alessandria) è entrato in funzione a inizio 2023 un impianto fotovoltaico di 15 mila metri quadrati con una potenza di 1,2 MWp, che alimenta totalmente il sito produttivo. Questo è solo il primo, seguiranno presto tutte le altre sedi. Qui, a Ponte Priula (Treviso), stanno per terminare i lavori per un nuovo silo di contenimento della segatura che alimenta i vicini forni per la produzione della calce, con nuovi processi di estrazione e carico automatizzati e con un efficientissimo sistema antincendio. Ricordiamoci che la segatura che utilizziamo è in realtà uno scarto della lavorazione del legno, un rifiuto, che noi giornalmente ritiriamo da molteplici aziende in tutto il Triveneto. I nostri ultimi camion sono stati acquistati con alimentazione a metano, cioè con energia pulita per una logistica green, cosa che ci ha creato alcune difficoltà nel corso del 2022 per via dei continui aumenti dei costi dei combustibili, ma che con tenacia siamo riusciti a superare. Tutti questi investimenti servono sempre a migliorare e ottimizzare i processi produttivi riducendo l’impatto che gli stessi hanno sull’ambiente. In realtà, si può dire che uno degli ambiti in cui abbiamo investito è proprio la salvaguardia dell’ambiente.

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L’impianto fotovoltaico a Bosco Marengo (Alessandria) entrato in funzione a inizio 2023

D. L’edilizia vive un momento di boom. Com’è andata nel 2022?
Maurizio Grigolin. Il 2022 è stato un anno positivo, che ha soddisfatto le nostre aspettative. Rimangono comunque delle importanti quote di mercato da approfondire, sia in termini di prodotti particolari che di investimenti.

D. Che cosa prevede per quest’anno?
Maurizio Grigolin. Risulta difficile descrivere una situazione facendo riferimento a un 2022 in cui gli incentivi hanno permesso di incrementare enormemente i volumi, ma con risultati comunque altalenanti. Attualmente siamo in leggera crescita rispetto all’anno scorso, ma l’obiettivo primario sarà quello di centrare il budget.

D. Quali sono le richieste del mercato dell’edilizia?
Francesca Grigolin. Qualità dei prodotti unita a facilità di utilizzo. Gestione precisa e tempestiva della logistica e delle consegne, unita a un efficace customer care per agevolare e semplificare le attività dei clienti.

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Parco mezzi

D. Avete come clienti anche utilizzatori non professionali?
Francesca Grigolin. Il nostro brand è presente anche in alcune delle maggiori catene che sono solitamente orientate al settore del trade e del privato.

D. L’edilizia è sempre più sostenibile: qual è la vostra opinione?
Maurizio Grigolin. La sostenibilità è una caratteristica che hanno tutti i nostri ultimi investimenti, è per noi fondamentale che i prodotti rispettino questa regola. Sono sfide che questo settore deve affrontare e deve vincere, per rendere migliore con le nostre opere l’ambiente in cui viviamo.

D. Nelle aziende con una lunga storia c’è sempre un momento di passaggio generazionale. Come lo avete gestito o lo state gestendo?
Roberto Grigolin. I nostri figli lavorano nell’azienda, ognuno specializzato in ambiti diversi, ma tutti sono partiti dalle basi e dalla gavetta, per poter meglio comprendere quali sono le reali dinamiche lavorative che si sviluppano nella gestione di attività così numerose e variegate, ma che devono funzionare in sincrono.

D. Quali sono i ruoli all’interno del gruppo?
Roberto Grigolin. Ogni persona ha caratteristiche diverse, e questo vale per tutti. Abbiamo avuto la fortuna di poterci dedicare ognuno al settore in cui si può esprimere al meglio. In particolare, le mie figlie Camilla e Benedetta sono da anni impegnate nella gestione e sviluppo delle aziende Brussi, TesiSystem e Magnetti Building
Camilla Grigolin. Seguo la parte amministrativa di Brussi Costruzioni, azienda del gruppo specializzata nella posa in opera: realizziamo vari interventi di sta-bilizzazione, infrastrutture, opere edili, asfaltature e pavimentazioni.
Benedetta Grigolin. Mi occupo delle aziende TesiSystem e Magnetti Building, entrambe producono elementi e strutture prefabbricate, ma operano in territori diversi e con differenti specificità.

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Camilla Grigolin
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Benedetta Grigolin

D. Oggi come è organizzata l’azienda sotto il profilo gestionale?
Maurizio Grigolin. Fornaci Calce Grigolin ha un’organizzazione in continua evoluzione, in base alle evoluzioni del mercato.

D. Quanto è necessaria la formazione del personale?
Renato Grigolin. Ogni anno vengono investite tantissime ore per la formazione del personale, sia interno (uffici, produzione) che esterno (tecnici, autisti, forza vendita). Riteniamo sia un investimento fondamentale e strategico per la nostra azienda far crescere le competenze di tutti i collaboratori, per migliorare l’ambiente e la soddisfazione lavorativa, ma anche per entusiasmare le persone con iniziative nuove, che risultano sempre coinvolgenti e apprezzate.

NUOVI INVESTIMENTI IN GERMANIA

Patrizia Grigolin, anche lei figlia di Maurizio, fa parte della nuova generazione impegnata nell’impresa di famiglia. In seguito alla laurea e dopo un’esperienza esterna, è entrata in Fornaci Calce Grigolin e si occupa delle risorse umane e del mercato tedesco.

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Patrizia Grigolin

Domanda. L’azienda è presente anche all’estero. Quali sono le differenze fra i diversi mercati?
Risposta. L’azienda è presente con partecipazione diretta in Germania meridionale con due società. Fornaci Calce Grigolin Edelputzwerk, società che produce materiali premiscelati, principalmente adesivi per piastrelle, sistemi di isolamento a cappotto e intonaci speciali (per esempio, intonaci termici con materie prime leggere come il polistirolo). arteMuri, invece, è una società commerciale organizzata con cinque punti vendita dove vendiamo sia i nostri prodotti, sia quelli dei nostri competitor. Siamo inoltre presenti in Svizzera con una filiale commerciale e, infine, forniamo direttamente dall’Italia molti Paesi europei, fra cui principalmente Croazia, Slovenia, Ungheria, Malta, Cipro e Francia e anche extra-europei, localizzati principalmente in Nord Africa e nei Paesi Arabi. Per quel che mi riguarda sento di esprimermi principalmente per il mercato tedesco, che seguo sotto il coordinamento di mio padre Maurizio e di mia sorella Francesca da alcuni mesi. Il mercato delle costruzioni tedesco è visto come un faro dal mercato europeo. In generale, si può dire che a livello empirico ho potuto riscontrare che i consumatori tedeschi sono molto attenti alla qualità del prodotto e al suo impatto ambientale. Questo, secondo me, ha due risvolti pratici: in primis, la presenza di azioni politiche volte a ridurre l’impatto ambientale tramite efficienza e riqualificazione energetica che hanno cominciato a essere presenti in Germania da oltre un decennio; secondo, un alto tasso di innovazione sia di processo che di prodotto.

D. Ci sono sinergie tra l’attività in Italia e in Germania?
R. Ricollegandomi a quanto detto prima, la sinergia più evidente riguarda la condivisione di informazioni. I più importanti player del nostro settore sono tedeschi, con standard qualitativi molto elevati, e poter affrontare il mercato italiano con la conoscenza delle loro logiche di approccio tecnico e commerciale ci ha più volte portato vantaggi competitivi.

D. È più difficile lavorare in Italia o è un luogo comune?
R. Premesso che non mi piace parlare per luoghi comuni, posso dire che lavorare in Italia e lavorare in Germania sono due cose diverse. In Germania a livello generale c’è una forte attenzione alla qualità della vita, alla precisione e al benessere non solo individuale, ma anche della collettività. C’è, secondo me, poca flessibilità a fattori di shock, crisi o problematiche improvvise. In Germania, per esempio, hanno avuto una stabilità dei prezzi che è durata per molti anni e che ha subito una forte scossa nell’era post covid in maniera drastica. Si è percepito molto di più che in Italia lo shock, con la conseguente grande incertezza nell’affrontare la situazione. In Italia, invece, dove per natura, siamo un po’ più abituati agli scossoni, si è molto più veloci a cambiare direzione o a prendere una decisione sotto stress.

D. Pensate di crescere ancora all’estero?
R. Per quanto riguarda lo sviluppo produttivo, è prevista la costruzione di un secondo stabilimento nella zona Nord est della Germania e l’apertura di una nuova filiale commerciale nella zona periferica di Mannheim. È previsto, inoltre, un miglioramento dell’impianto di produzione per portarlo alla produzione target. Mentre stiamo continuando a promuovere lo sviluppo della presenza commerciale all’estero.

I VANTAGGI DELLE SINERGIE

Paola Grigolin, figlia di Maurizio Grigolin, è appena entrata in azienda per occuparsi dell’ufficio acquisti.

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Paola Grigolin

Domanda. Che cosa significa gestire gli acquisti di un’azienda come Grigolin?
Risposta. L’azienda Fornaci Calce Grigolin, come detto da mia sorella Francesca, è come se a sua volta fosse composta da tante piccole aziende: opera in molti settori che devono essere sempre in sinergia tra loro. Approvvigionamento di materie prime, logistica, produzione, assistenza, sono aspetti diversi che necessitano di una buona comunicazione per combinarsi perfettamente tra loro e raggiungere un livello di efficienza ottimale. Nel mondo Fornaci, gli acquisti da gestire sono diversificati tra materie prime, ricambistica per tutti i mezzi, combustibili, componenti per la manutenzione degli impianti, una parte di prodotti commercializzati e acquisti per materiale promozionale.

D. Quali sono le difficoltà maggiori?
R. Le difficoltà che si riscontrano non sono molte, a dire il vero. Tendenzialmente usiamo sempre gli stessi fornitori. L’azienda con il passare degli anni ha continuato a strutturarsi in modo tale da poter rendere efficiente l’approvvigionamento di additivi, quali resine, cellulose, fibre. Fornaci ha investito molto sull’organizzazione interna e sulla programmazione degli acquisti, facendosi supportare anche da una società esterna per monitorare i consumi e gestire le scorte minime. Questo ci aiuta molto per avere delle time-sheet definite, anche se siamo ancora in fase di assestamento.

D. E dal punto di vista della logistica?
R. Coordinarsi con i colleghi della logistica è un aspetto fondamentale per l’ufficio acquisti, valutare e stabilire tempi di ritiro congrui e i quantitativi necessari alle necessità di ogni stabilimento, in modo da rendere quasi nullo il rischio di fermo produttivo per mancanza di materie prime e imballi. Fortunatamente, Fornaci ha 54 camion di proprietà con i quali soddisfa le consegne ai clienti e ammortizza i costi con i ritiri di materie prime. Ci sono, inoltre, altre tre società di logistica, sempre gestite dal gruppo Grigolin, che collaborano per rendere efficiente questo processo.

D. Il prezzo dei materiali è aumentato?
R. L’anno 2022 è stato anomalo per chiunque, prezzi con crescite esponenziali dovute sia alla crisi energetica, sia alla guerra Russia-Ucraina che alla crisi post pandemia. Oggi, invece, i prezzi sono tutti in calo in qualsiasi settore ci si addentri: il costo energetico è diminuito molto e la reperibilità di materiali non è più un problema. Anzi, si ha disponibilità di quantitativi come due anni fa.

CAVE E RISPETTO PER L’AMBIENTE

Giambattista Grigolin, secondogenito di Maurizio Grigolin, è responsabile delle attività estrattive del gruppo veneto.

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Giambattista Grigolin

Domanda. Qual è la provenienza dei materiali?
Risposta. Le cave di estrazione del calcare sono tutte di proprietà della famiglia Grigolin, organizzate tramite varie società. In totale i siti estrattivi sono oltre 20, dislocati nel Nord Italia.

D. La gamma di prodotti di Fornaci Calce Grigolin è molto varia. Questo che cosa comporta dal punto di vista produttivo?
R. La roccia viene estratta e macinata direttamente in cava, per poi essere portata negli stabilimenti produttivi. Per realizzare la nostra gamma prodotti abbiamo varie tipologie di materie prime con differenti caratteristiche tecniche e di granulometria. In questo momento, uno dei focus su cui siamo impegnati riguarda l’impatto ambientale.

D. Come vi regolate?
R. Sia in passato sia attualmente abbiamo attivato dei programmi di ri-forestazione delle aree scavate, sempre in accordo con tutti gli enti del territorio, per restituire il più possibile l’ambientazione originaria. Non è nostra intenzione lasciare dei vuoti sul territorio, anzi ci siamo sempre prodigati per far in modo che le nostre attività abbiano il minor impatto possibile, collaborando attivamente con le autorità e gli enti locali. Alcuni esempi di interventi realizzati sono l’Oasi Campagnola di Mareno di Piave (Treviso) e la cava di Sarone (Pordenone).

D. Riscontrate problemi con le materie prime?
R. Da parecchi anni abbiamo acquisito le cave per l’estrazione delle materie prime e pertanto ci siamo resi autonomi per quanto riguarda questa fase strategica. Inoltre, forniamo le materie prime anche a vari interlocutori per utilizzi differenti.

NUOVI COLORI CON FOCUS SUL CANTIERE

Stefano Bianchetto, ufficio marketing di Fornaci Calce Grigolin.

Domanda. Avete una nuova mazzetta colori. Con quali caratteristiche?
Risposta. 502 Atelier è la nuova moderna e ricercata mazzetta di arteMuri: 502 colori, con esclusive tonalità e sfumature, per donare alla casa uno stile raffinato e un tocco di calore personalizzato. 502 Atelier è una selezione di tinte classiche e di tendenza, pensata per soddisfare qualsiasi desiderio ed esigenza di progettazione che esprime un valore sartoriale. Per ciascun colore è stato scelto un nome originale e identificativo, che richiama la natura, la storia o l’architettura a cui è ispirato.

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D. Con i bonus i sistemi a cappotto hanno conosciuto un boom. Quali sono le caratteristiche della vostra proposta?
R. Sistemi completi con produzione in Italia e certificati in Germania, dove gli standard qualitativi e prestazionali sono misurati con il famoso rigore tedesco. Gli accessori da noi commercializzati sono prodotti dalle più rilevanti ditte europee del settore. La nostra logistica e la distribuzione sul territorio ci permettono di evadere le richieste in maniera efficace e tempestiva, con un team di lavoro dedicato esclusivamente a questo ambito.

D. Producete anche materiali per realizzare i micropali. Per quali funzioni?
R. I micropali sono una tipologia di fondazione speciale profonda, utilizzati come elemento strutturale finalizzato al trasferimento di rilevanti carichi in terreni con scarse caratteristiche meccaniche e utilizzato quale fondazione indiretta. L’evoluzione delle fondazioni in era moderna si articola in due categorie, piccolo e grande diametro, e su più fronti: sistemi per la perforazione, tipologie strutturali e per il consolidamento dei terreni, sistemi per il getto e l’iniezione. Fornaci Calce Grigolin ha sviluppato, oltre ai betoncini base, una vasta gamma di prodotti, suddivisi in betoncini colabili, proiettabili e malte speciali, che consentono di sopperire a tutte le necessità dei cantieri: progettuali, geologiche, logistiche. Dai riempimenti di cavità al getto di micropali tradizionali, si diversificano in funzione della resistenza a compressione, della classe di esposizione e del particolare contesto geologico. Prodotti particolari sono caratterizzati dalla consistenza mielosa e dalle proprietà antidilavamento, fondamentali in taluni contesti geologici, possono essere utilizzati in falda e riducono drasticamente l’assorbimento in terreni alluvionali a matrice aperta, terreni carsici e marne fratturate: l’ultima possibilità prima di intervenire con la calza. Fanno parte dei betoncini colabili anche i premiscelati per inghisaggio, utilizzabili per il getto di chiodi sub-orizzontali.

D. Siete sul mercato anche con colle per piastrelle. È un mercato molto competitivo? Come lo affrontate?
R. Sì, anche per via della peculiarità degli interlocutori: piastrellisti, rivenditori edili, showroom, centri posa, grande distribuzione. La strategia deve essere quindi diversificata, ma con una particolare attenzione al posatore, fornendo assistenza tecnica soprattutto in pre-vendita e garantendo elevatissimi standard qualitativi dei nostri prodotti.

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D. Il rapporto con i distributori ha bisogno di essere incentivato?
R. Negli ultimi anni abbiamo incentivato il rapporto con i più grandi rivenditori. È di fondamentale importanza che il canale distributivo e la realtà produttiva lavorino in sinergia, con l’obiettivo comune di massimizzare il servizio al cliente, agevolare l’esecuzione dei lavori in termini tempistica e qualità. Tutto questo offrendo supporto tecnico, logistico ed economico al massimo delle potenzialità.

D. Come si evolve il rapporto tra voi, produttori, e distributori?
R. I distributori sono per noi partner amici, ci danno costantemente il termometro del mercato, inteso anche come richiesta di specializzazione dei prodotti e di servizio. Il rapporto con i titolari è diretto ed è un rapporto tra persone prima che tra aziende. Stiamo implementando anche la gestione di sistemi informatici degli ordini di acquisto, parimente ai grandi nomi della distribuzione, per arrivare nel prossimo futuro a una gestione integrata del rapporto cliente-fornitore.

Leggi anche: Grigolin acquisisce Opera, specializzata in prodotti chimici per l’edilizia

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Carlo Zuozo, piastrellista a regola d’arte con le attrezzature Brevetti Montolit

Artigiano, professionista della posa, ma anche un po’ artista. Il lavoro di piastrellista è un mestiere fondamentale in un cantiere edile, che richiede una grande dose di professionalità, attenzione, cura del dettaglio e gusto estetico. Senza dimenticare le giuste attrezzature, come racconta a YouTrade Carlo Zuozo, titolare dell’omonima azienda con sede a Lucca e specializzato da 25 anni nella progettazione, assistenza e realizzazione di pavimenti e rivestimenti in ceramica, resina, mosaico, materiali lapidei e decorazioni materiche.

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Carlo Zuozo

Domanda. Che tipo di lavori svolge la sua azienda?
Risposta. Mi occupo prevalentemente di posa pavimenti e rivestimenti, mosaici e restyling completo di bagni con servizio chiavi in mano, dalla demolizione alla consegna del lavoro.

D. Da quando si occupa di questa attività?
R. La passione per questo mestiere è nata fin dall’infanzia. Mi sono innamorato di questo lavoro vedendo all’opera mio zio, che è stato poi anche il mio maestro. Ho frequentato gli studi con l’intenzione di diventare architetto, ma poi è prevalsa in me la voglia di dedicarmi al lavoro manuale. Ho così lasciato gli studi per dedicarmi al lavoro artigiano del posatore, un’arte che mi appassiona da sempre. Per un periodo ho avuto anche dei dipendenti, ma oggi preferisco non impiegare personale diretto, ma collaborare con artigiani.

D. Quante collaborazioni esterne ha attualmente?
R. Non c’è un numero definito, dipende dai periodi. Le collaborazioni non durano comunque mai più di 15 giorni e non coinvolgono sempre gli stessi professionisti.

D. In che anno ha iniziato il mestiere del posatore?
R. Nel 2004 insieme a mio zio. Nel 2008 mi sono messo in proprio.

D. C’è un lavoro che ha realizzato e che le è rimasto particolarmente a cuore?
R. Sì. Era il 2011 e lavoravo ancora a Napoli, poco prima di trasferirmi a Lucca dove risiedo e opero tuttora. Tramite conoscenti, sono stato contattato da un cliente che doveva mettere in opera un mosaico artistico fatto a mano, che riproduceva il giardino dell’Eden, molto difficile da posare considerando anche le sue dimensioni: 13 metri di larghezza per 3 di altezza. Molti altri artigiani si erano rifiutati di prendere in carico il lavoro, per me è stata una sfida, così ho accettato la commessa. Ho collaborato con i ceramisti che lo avevano realizzato occupandomi principalmente della stesura del refrattario, della posa, della stuccatura e del riempimento. È stato un progetto lungo, durato in tutto due anni, anche se non continuativi: la sfida che mi ha maggiormente impegnato e soddisfatto, in cui ho avuto modo di essere più artista che posatore.

D. Quali sono i lavori che le danno maggiore soddisfazione?
R. Trovo soddisfazione in tutti i lavori che consegno. Cerco sempre di migliorarmi e cercare la soddisfazione piena del cliente, al di là dell’aspetto economico.

D. Per fare questo tipo di lavoro sono importanti anche le attrezzature. Quali sono gli strumenti di cui non può fare a meno?
R. Sicuramente i foretti. Attualmente con i grandi formati, che sono delicati e anche particolari sul fronte degli impasti, esercitare tagli e forature con i semplici dischi può risultare rischioso, con il pericolo che la piastrella si rompa non solo in fase di lavorazione, ma anche una volta posata a causa del ritiro igrometrico del collante. I foretti, invece, oltre a bucare le piastrelle, evitano anche le tensioni dove è opportuno eliminarle. Consiglio agli artigiani di sperimentare le varie attrezzature perché non tutte operano allo stesso modo. Per l’esperienza che ho avuto fino a oggi reputo le attrezzature Montolit le migliori in assoluto.

D. Che cosa le piace delle attrezzature Montolit?
R. Innanzitutto, sono realizzate sulle esigenze dei posatori. Montolit cerca di capire l’evoluzione delle ceramiche e ideare strumenti specifici per la loro lavorazione: per il gres piroplastico ha creato l’apposito foretto, allo stesso modo per il gres feldspatico ha progettato un apposito attrezzo. Prima di mettere un prodotto sul mercato, ascolta i posatori, ne chiede il parere, fa sperimentare e provare le sue attrezzature. Un altro grande requisito dell’azienda Montolit è l’attenzione che pongono nella progettazione dei loro prodotti: tagliapiastrelle, foretti, dischi, utensili diamantati, sono curati nei minimi dettagli.

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D. Quando ha deciso di utilizzare gli attrezzi Montolit?
R. È già un decennio che utilizzo Montolit, più o meno da quando mi sono messo in proprio. Ho conosciuto il brand tramite mio zio, anche se presso la sua azienda si utilizzavano anche macchinari di altri marchi.

D. Dove acquista le attrezzature Montolit?
R. Presso i rivenditori di materiali edili. Mi rifornisco dalla rivendita Pieroni di Lucca, che vanta un personale molto preparato. Conoscono molto bene i prodotti Montolit e ogni volta che mi serve un macchinario o una attrezzatura li ordine da loro: non do nemmeno il codice articolo, mi basta dire il nome. Su Lucca collaboro anche con altre realtà molto efficienti, come la rivendita Ricci.

D. Qual è il servizio del rivenditore che apprezza di più?
R. La possibilità di ordinare via mail, telefono o Whatsapp. Sono molto efficienti e disponibili.

D. Com’è cambiato il mestiere del posatore?
R. Ho la fortuna di avere rapporti con tanti colleghi, sparsi su tutto il territorio nazionale: questo mi dà la possibilità di confrontarmi molto con loro e discutere di molteplici temi, tra cui i cambiamenti repentini che negli ultimi anni hanno interessato il mondo della posa, e più nello specifico attrezzature, prodotti per la installazione delle ceramiche e ceramiche stesse. Il mestiere del posatore è molto cambiato e formazione e informazione sono diventati indispensabili per stare al passo con l’evoluzione sempre crescente di questo mondo lavorativo. Mai nessun corso potrà sostituire l’esperienza fatta in anni di esercizio, ma di fronte a quelli che sono oggi i sistemi di lavorazione e i semilavorati da posare, in molti casi la sola scuola «cantieristica» può non bastare.

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D. Quindi a che cosa dovrebbe affidarsi il committente nella scelta dell’artigiano?
R. Il vero risparmio non è scegliere il preventivo più basso, ma affidarsi a chi ci farà investire una sola volta e bene i risparmi. Affidare gli spazi abitativi ad artigiani che riescono a trasmettere professionalità e preparazione, e che faranno di tutto pur di soddisfare le aspettative e le richieste dei clienti con cura tecnica ed estetica, è il primissimo aspetto da tenere in conto. Valutare un artigiano posatore esclusivamente in base alla sua offerta economica, invece, può dare risultati non soddisfacenti. Ascoltarlo nelle proposte tecniche, esprimergli le proprie curiosità, prendere atto del suo modo di soddisfare o meno le domande, potrebbe aiutare a capire se sti stanno spendendo bene i propri soldi o meno.

Speciale Gdo: i bilanci di 5 insegne del settore edilizia, brico e fai da te

tecnomat

Sotto la lente i bilanci di cinque grandi gruppi della grande distribuzione organizzata (Gdo) attivi nel settore di edilizia, brico e fai-da-te. Risultato: un abisso separa le insegne di Adeo (Leroy Merlin e Tecnomat) dai competitor attivi sul mercato italiano

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Lattonieri “Sul campo” nell’open house Evomach dedicata a macchine e attrezzature

Evomach distribuisce per il mercato italiano di macchine e attrezzature per la lattoneria. La formazione molto tecnica porta l’azienda ad avere un rapporto con la clientela basato sulla consulenza, sull’analisi del prodotto per identificare la macchina ideale, sullo scambio di opinioni tra utilizzatori.

logo-Evomach

Per questo anche quest’anno propone l’open house itinerante “Sul Campo”. L’evento si terrà nel pomeriggio di venerdì 27 ottobre e tutta la giornata di sabato 28 ottobre 2023 presso F.lli Marini Lattonieri (Via del Commercio 53 – 36040 Minerbe, Verona)

L’iniziativa prevede una serie di eventi presso aziende di lattoneria che hanno scelto Evomach per condividere l’esperienza tra colleghi lattonieri, fornitori e clienti e per vedere sul campo applicate le sue tecnologie:

Piegatrice doppia bandiera Jorns da 8 metri installata dal cliente
Pannellatrice tangenziale Schroder da 3 metri
Linea di taglio compatta Jouanel
Profilatrice per tetto aggraffato Jouanel
Piegatrici manuali

Inoltre è possibile avere una consulenza per attrezzature e materiali in collaborazione con Tecnogroup Fissaggi: un ampio confronto su materiali standard e speciali e attrezzature manuale per completare il lavoro in cantiere.

Per avere invece una consulenza per sistemi di fissaggio tetto aggraffato, Evomach propone aggiornamenti sui sistemi di fissaggio brevettati per tetto aggraffato in collaborazione con Schatzer Dachtechnik

Per iscriversi: Mail: info@evomach.it – Whatsapp: 3440717102 – Cellulare commerciale: 3381155634

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