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L’innovazione riempiamola di contenuti

Roberto Anghinoni, giornalista

Rivoluzione digitale, comunicazione social, commercio elettronico… Sembra che ormai al mondo non esista altro. Forse vale anche la pena ricordare a noi stessi che, per uscire dal mucchio, è indispensabile diventare promotori di avanguardia tecnica.

Un po’ in ogni dove tiene banco il tema dell’innovazione: digitale, di posizionamento, tecnologica, anche estetica.

Sono argomenti certamente non nuovi, se ne parla ormai da anni, ma nel nostro settore, dove per cambiare qualcosa di solito si devono aspettare le glaciazioni, questi temi sono sempre attuali.

Anche se sono personalmente convinto che l’eccessivo uso della tecnologia ci seppellirà, e sicuramente ci sta già impoverendo, almeno a livello di relazioni (ma che cosa ci volete fare se sono un orgoglioso e inguaribile spirito analogico?) è indubbio che l’innovazione in generale faccia parte dell’evoluzione degli esseri umani, e fra questi a buon diritto, anzi ottimo, ci sono anche gli imprenditori della distribuzione edile.

Quando si vuole indagare sulla diffusione e sugli aspetti positivi dell’innovazione applicata, si scelgono giustamente gli esempi più virtuosi: rivendite che si sono fortemente orientate alla digitalizzazione dei processi sia in ambito amministrativo che di gestione del magazzino, delle vendite, e così via; aziende che hanno aderito a piattaforme di commercio elettronico o che se ne sono fatto uno in casa e magari funziona anche bene (gli esempi non mancano); un uso sapiente e a volte anche un po’ ridondante e supponente (esempio: perché mai dovrei leggere una rivista sul telefonino, quando è così bello, la rivista, sfogliarla?) delle piattaforme social per comunicare, semplicemente perché, come diceva Mozart, così fan tutti.

Voglio allora essere generoso e possibilista, e dire che in Italia ci saranno circa 200 aziende (su 6/7 mila) strutturate per essere esempio di innovazione, intesa sulla base delle azioni che ho espresso più sopra.

Probabilmente la mia è una sterile provocazione (ci arriveremo a 200? oppure, non è che per caso sono addirittura già 2000?) anche perché in cuor mio mi auguro che il nostro settore, quello della distribuzione edile, possa presto diventare un esempio di modernità e di efficienza per tutti.

Ciò che banalmente mi chiedo, sempre parlando di innovazione (perché di per sé è una parola vuota se non definisci meglio) è se tutto questo desiderio di futurismo si deve esaurire nel disporre dei più sofisticati programmi e nei dispositivi elettronici più all’avanguardia, oppure se ci ricordiamo che dovremmo anche essere distributori di innovazione tecnologica e dedicare qualche sforzo a innovare (questo verbo mi ha preso la mano) anche la nostra offerta merceologica, anche perché, e qui l’innovazione nulla può, i prezzi continuano imperterriti a disturbare i sonni digitali degli amanti, e non, del progresso con la loro isterica invadenza, insieme agli incubi relativi al recupero dei crediti.

Come anche ci dirà il Cresme in occasione della prossima Congiunturale, nei prossimi due-tre anni il valore del patrimonio della ristrutturazione si dimezzerà e qui ci dovremo decidere: saremo paladini del ben costruire cercando di modificare le abitudini a volte malsane dei nostri clienti indirizzandoli verso scelte virtuose (che prima di tutto dobbiamo conoscere) per dare una mano all’ambiente e alla salute delle persone che nelle case ci vivono, oppure ci accontenteremo di essere a la page dal punto di vista informatico e digitale? La domanda mi è sorta spontanea perché, se in più di trent’anni ho capito qualcosa di questo mondo, fare queste due cose insieme (come potrebbe anche essere auspicabile, sia chiaro) non è impresa semplicissima.

Francamente, io temo che tutti i discorsi sull’innovazione tecnologica e la rivoluzione digitale ci possano distrarre da quello che, fino a prova contraria, è (o dovrebbe essere) il nostro mestiere. Temo, in sostanza, che l’idea di innovazione finirà per non coinvolgere l’aspetto più pragmatico del nostro lavoro quotidiano, in un momento davvero complesso della congiuntura di settore.

Non tutte le aziende della distribuzione edile (ricordiamo che il nanismo dalle nostre parti è più diffuso di Facebook) sono strutturate per programmare e realizzare grandi trasformazioni strutturali.

Ma tutte o quasi hanno nel loro Dna la capacità e la possibilità, e speriamo anche la volontà, di emergere dal punto di vista della qualificazione della loro offerta. Credo fermamente che sia questo il primo obiettivo da raggiungere.

Il progresso è sempre il benvenuto, ma sono convinto che il salto di qualità lo faremo solo se saremo innovatori anche nella nostra proposta commerciale.

Distinguerci nei momenti di flessione del mercato non è più una scelta rimandabile. E poi, ma solo poi, faremo mille post per comunicarlo al mondo…

Per vitare l’effetto greenwashing l’europa cambia le regole per l’etichette

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Paola Allegri

La Commissione ha pubblicato una proposta di direttiva che modifica, con alcuni emendamenti, le norme a tutela dei consumatori. Obiettivo: evitare il greenwashing. Se  passerà, saranno bandite espressioni come ecologico, eco, verde, biodegradabile.

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Chi conquista la champions della distribuzione

La champions della distribuzione
La champions della distribuzione

Un’esclusiva analisi mette a confronto i risultati dei big europei della rivendita di prodotti (e servizi) per l’edilizia. Risultato: stravincono i Paesi nordici. E c’è anche chi riesce a fatturare 950 mila euro per addetto.

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L’edilizia resiste ma l’economia rallenta

In Europa la frenata della fiducia delle imprese segnala un trend negativo. Costruzioni italiane in controtendenza.

Segnali contrastanti a ottobre per gli indicatori economici e tendenziali del mercato. A livello europeo si registra una stabilizzazione verso il basso della fiducia delle imprese, con valori pari a -6 punti percentuali per l’Area Euro e -8 punti percentuali per l’Europa a 27.

Mentre a livello nazionale l’indice di fiducia delle imprese di costruzioni è ancora in crescita, con 8,8 punti percentuali in positivo. Si allarga, dunque, il divario già evidenziatosi nei mesi precedenti, che sottolinea ancora una volta la differente dinamica che il nostro Paese sta vivendo nel settore delle costruzioni, con alcuni mesi di superbonus ancora a disposizione e con i primi, tangibili, effetti sul mercato dell’avvio dei cantieri relativi al Pnrr.

PROSEGUE IL RIMBALZO POSITIVO DELLA FIDUCIA DELLE IMPRESE DI COSTRUZIONI ITALIANE A SETTEMBRE, MENTRE SI STABILIZZA IN BASSO A LIVELLO EUROPEO

La stabilità dei tassi di interesse, ribadita dalla Bce nelle ultime settimane, è certamente un fattore positivo rispetto a paventati nuovi innalzamenti, e questa situazione, in una fase ancora espansiva, permette alle imprese italiane di guardare ai prossimi mesi con maggiore fiducia rispetto a quelle europee.

Gli indici

A livello nazionale il confronto tra gli indicatori di fiducia dei vari settori evidenzia come solo il settore delle costruzioni sia in crescita a ottobre, mentre tutti gli altri settori fanno segnare deboli o forti cali.

L’industria evidenzia di fatto un rallentamento pari quasi a una stabilizzazione, dopo mesi di calo costante e continuo, analogamente a quanto fa registrare il settore del commercio, mentre i servizi evidenziano un netto e forte calo dell’indice: è il terzo consecutivo, dunque presenta una fase potenzialmente critica.

COSTRUZIONI IN RIPRESA, INDUSTRIA E COMMERCIO STABILI, IN FLESSIONE SERVIZI. FORTE CALO DELLA FIDUCIA DEI CONSUMATORI

In forte calo l’indice di fiducia dei consumatori, che raggiunge un valore prossimo a -20: il valore più basso registrato negli ultimi 12 mesi, che indica una situazione di incertezza che andrà analizzata nella dinamica dei prossimi mesi per comprenderne a pieno la portata.

Rimangono positive le notizie relative agli ordini e ai piani di costruzione delle imprese a tre mesi, nonostante l’andamento altalenante dell’indicatore, che a settembre aveva fatto segnare un picco massimo e che a ottobre scende, rimanendo comunque sopra la soglia di 8 punti percentuali.

IN LEGGERA FLESSIONE GLI ORDINI MENTRE CRESCE L’OCCUPAZIONE

Buone notizie sul fronte dell’occupazione attesa dalle imprese nei prossimi tre mesi, con l’indice che risale a 10 punti percentuali, dopo due mesi diflessione. Un buon segnale, che vedremo nei prossimimesi quanto potrà consolidarsi.

I prezzi

Ottime notizie sul fronte dell’inflazione. Secondo le stime preliminari, nel mese di ottobre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento dell’1,8% su base annua, da +5,3% del mese precedente.

LA DISCESA DELL’INFLAZIONE FRENA E L’INDICE IPCA A LIVELLO EUROPEO MOSTRA UN LEGGERO AUMENTO

La consistente decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati (da +7,6% a -17,7%) sia regolamentati (da -27,9% a -32,7%), e in misura minore al calo degli alimentari non lavorati (da +7,7% a +5,0%) e lavorati (da +8,9% a +7,4%).

Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione (da +3,7% a +4,0%) e di quelli relativi ai trasporti (da +3,8% a +4,0%).

Un ulteriore dato positivo è il rallentamento dell’inflazione di fondo, che al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta anch’essa (da +4,6% a +4,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,8%, registrato a settembre, a +4,2%).

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,2% su base mensile e dell’1,9% su base annua (in netta decelerazione da +5,6% di settembre).

A cura del Centro Studi YouTrade

Per essere grandi ci vogliono green e Hi-Tech

A confronto le strategie su ambiente, tecnologia e aggregazioni di BigMat, Made e Tecnomat. Che seguono strade parallele, ma con un obiettivo in comune: un business più efficiente, attrattivo e che rispetti il concetto di sostenibilità.

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Youtrade Awards, il premio per chi ha vinto nella distribuzione

Premio, riconoscimento, attestazione: chiamatelo come volete, ma il contest in base all’analisi di bilancio e la valutazione del Centro Studi YouTrade serve non solo all’autostima, ma anche alla awareness aziendale.

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I Design Day del gruppo Made per i rivenditori

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Il format serve alle rivendite aderenti per farsi conoscere e crescere attraverso incontri dedicati ad architetti, designer e imprese edili all’avanguardia. A inaugurare l’esperienza Edilcomes a Pisa e Made Distribuzione Garavaglia a Casorezzo (Milano).

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Organizzati da Gruppo Made, i Design Day rappresentano un modo per le rivendite aderenti di farsi conoscere e crescere attraverso incontri dedicati ad architetti, designer e imprese edili all’avanguardia, condividendo esperienze e acquisendo nuove conoscenze nell’ambito dei materiali più innovativi e di tendenza, delle soluzioni per la riqualificazione e l’arredo della casa.

A inaugurare il format sono stati gli showroom Edilcomes a Pisa e Made Distribuzione Garavaglia a Casorezzo (Milano).

Entrambi gli eventi hanno visto la presenza di un nutrito pubblico di operatori qualificati, merito sicuramente del prestigio, della professionalità e della storicità riconosciuti alle due strutture commerciali, ma anche per una reale necessità di conoscenza e di aggiornamento da parte dei professionisti.

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Coinvolgere le aziende

Oltre a esprimere un’occasione per presentare in modo gradevole e coinvolgente le proprie aziende, i Design Day sono importanti momenti di confronto con i responsabili di selezionate aziende produttrici, partner del Gruppo, presenti con i loro stand all’interno degli showroom Made.

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A Pisa erano presenti le aziende Ponte Giulio, Glass 1989, Tap Lab, Mediterranea Ceramiche e Geberit; a Casorezzo Afro-Gruppo Geromin, Inchiostro Bianco, Mapei, Ponte Giulio e Spi Finestre.

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Beatrice Dolcetti, responsabile commerciale edilcomes ai design day del gruppo made

La possibilità di interagire direttamente con i rappresentati della produzione ha generato interessanti progetti per il futuro.

«L’esperienza è stata molto positiva, per i nostri clienti e anche per i nostri fornitori, un progetto living da duplicare anche in altri punti vendita. Abbiamo avuto 105 presenze esterne. Un esempio di co-marketing con il mondo della produzione che funziona, un meccanismo virtuoso che ha messo direttamente in contatto i produttori con i professionisti, tanto è vero che dopo l’evento sono già stati definiti alcuni progetti per i quali anche Edilcomes sarà protagonista», ha dichiarato Beatrice Dolcetti, responsabile commerciale della rivendita toscana.

Grande affluenza

«Un incontro più che positivo anche perché c’è stata una forte partecipazione degli studi di architettura, una ventina di nuovi contatti interessati, per una presenza totale di 110 professionisti», è il commento di Marina Vismara, responsabile dello showroom Made Distribuzione Garavaglia.

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Marina Vismara, responsabile dello showroom Made distribuzione Garavaglia

«Oltre agli architetti, abbiamo avuto modo di incontrare anche numerose imprese storiche della zona che ancora non erano nostre clienti e intrecciato con loro contatti interessanti. Con questo evento abbiamo ripreso una consuetudine forzatamente interrotta durante il periodo della pandemia, e anche i fornitori presenti ci hanno fatto i complimenti, perché hanno potuto incontrare persone realmente interessate alle loro proposte. Sicuramente una esperienza da ripetere».

L’esperienza dei Design Day verrà infatti presto replicata presso le altre rivendite aderenti a Gruppo Made: una comunicazione sul campo che diventa parte integrante del processo di affermazione dei punti vendita del network su tutto il territorio nazionale, come preciso riferimento per i clienti professionali e i privati, per le imprese e gli studi di architettura che hanno scelto interlocutori seri e preparati per dare forma e sostanza ai loro progetti.

di Sara Giusti

Il tour di Heidelberg Materials tra i rivenditori riscuote successo

Italcementi cambia la ragione sociale in Heidelberg Materials. E dalla Toscana e Valle d’Aosta inizia un tour tra i rivenditori di materiali per presentare il logo e la grafica dei sacchi del prodotto. Risultato? Sorpresa, ma anche fiducia nella qualità.

È partito da Grosseto e da Aosta il tour di Heidelberg Materials tra le rivendite edili italiane: lo scopo dell’iniziativa è quello di presentare ai distributori e ai loro clienti il rebranding Italcementi e i prodotti in sacco con packaging rinnovato.

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Prodotti nel nuovo packaging Heidelberg Materials

Un’iniziativa di comunicazione che vuole essere anche un momento di incontro conviviale con i partecipanti che, grazie alla presenza di un food truck, hanno modo di soddisfare anche il palato.

YouTrade ha partecipato all’evento di Grosseto presso Vibralcementi e ha incontrato Alvo Gentili, classe 1937, amministratore unico della rivendita toscana, affiancato dai figli Marco e Paolo.

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Al centro Aldo Gentili, a sinistra il figlio Paolo Gentili e a destra un cliente

Quando è nata Vibralcementi?

Nel 1959. Inizialmente eravamo quattro soci, poi sono rimasto solo io. Abbiamo iniziato con la produzione di manufatti in cemento, per poi implementarne anche la commercializzazione.

Negli anni Ottanta abbiamo ampliato l’attività inserendo il servizio di noleggio di macchine per il cantiere, dalle piattaforme aeree agli escavatori, fino alle attrezzature come carotatrici, elettroutensili e altro ancora.

Nel frattempo, l’azienda ha introdotto anche la commercializzazione di materiali per l’edilizia e ferramenta. Dismessa l’attività di produttore, oggi Vibralcementi è concentrata sull’attività di rivendita e, con la società Dimas, sul trasporto su strada di merci conto terzi.

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A sinistra Roberto Benella, a destra Mario Bertolucci

Quanti automezzi possiede l’azienda?

Vibralcementi una decina, mentre Dimas ha tre automezzi, due grandi e uno più piccolo.

Da quanto siete partner Italcementi?

Conosco da sempre Italcementi. Per il cemento bianco mi sono sempre rifornito da loro. In passato proponevamo anche i prodotti della ItalSacci, che dal 2018 fa parte della stessa Italcementi.

Porodtto-Heidelberg-Materials

L’ha sorpresa il rebranding di Italcementi e il cambio del logo? Avrà un impatto sulle vendite?

Sì, mi ha sorpreso e credo avrà un impatto, non tanto sulle vendite quanto sulla percezione dei clienti. Qui nella zona di Grosseto la clientela è composta prevalentemente da piccoli artigiani, che spesso sono un po’ ostici alle novità.

In ogni caso il prodotto è lo stesso, così come la qualità. Italcementi rimane un brand forte e probabilmente il passaggio avverrà in maniera naturale. Anche se il nuovo nome, Heidelberg Materials, è un po’ difficile da pronunciare.

L’evento Hedielberg Materials presso Vibralcementi

Quali sono i prodotti Italcementi più richiesti nel suo punto vendita?

Il cemento 32,5 e il 42,5. Vanno bene anche il Plastocem e il Paviforte. Tra i prodotti più innovativi c’è anche il calcestruzzo drenante i.idro Drain che sta riscontrando sempre maggiore interesse.

Con questo specifico prodotto abbiamo partecipato ai lavori di riqualificazione del Forte di San Rocco a Marina di Grosseto: i.idro Drain è disponibile sia in sacco sia sfuso e, per lavori di grandi dimensioni Italcementi offre, attraverso la divisione i.build della società Calcestruzzi, la possibilità di usufruire di un servizio chiavi in mano, dalla progettazione fino alla posa in opera in cantiere, per la realizzazione di ogni tipologia di pavimentazione.

Un valido supporto per tutti i rivenditori che si trovano a rifornire cantieri particolarmente importanti.

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Il food truck Heidelberg Materials

Il cuore del rebranding Italcementi punta sui concetti di decarbonizzazione e digitalizzazione. Il mercato è aperto a queste tematiche?

Personalmente sono pienamente d’accordo su questi concetti e li condivido. I clienti, almeno nella zona del grossetano, un po’ meno. Mi piacerebbe però organizzare un evento dedicato alla sostenibilità in collaborazione con Heidelberg Materials.

Quali sono i settori che le danno più soddisfazione dal punto di vista del fatturato?

Sicuramente le polveri. A seguire il noleggio e gli altri materiali per edilizia.

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Magliette e prodotti cemento all’evento presso Vibralcementi di Heidelberg Materials

Ha progetti in serbo per il futuro di Vibralcementi?

Dal punto di vista dei fatturati spero nel 2024 di mantenere gli stessi livelli di quest’anno, anche se sarà difficile, nonostante stiano partendo nuovi progetti legati a lavori non ancora conclusi e al Pnrr.

di Veronica Monaco

Erika Pegoraro, nuovo ad di Wavin Italia

Erika Pegoraro
Erika Pegoraro

Erika Pegoraro è il nuovo amministratore delegato di Wavin Italia, filiale del Gruppo Wavin (soluzioni innovative per l’industria globale dell’edilizia e delle infrastrutture). La manger vanta una lunga militanza in azienda: è entrata in Wavin Italia nel 2011 con la qualifica di HR Specialist, per poi assumere tre anni più tardi la guida delle risorse umane. In precedenza, ha maturato significative esperienze in primarie società di ricerca e selezione del personale, come Umana. Pegoraro continuerà a mantenere il suo ruolo di responsabile delle risorse umane di Wavin Italia. «Sono molto felice e orgogliosa di aver raggiunto questo traguardo e credo che questa mia nomina possa rappresentare un importante passo in avanti per contribuire a ridurre il divario di genere in ambito professionale, come sta avvenendo in tanti settori in cui sempre più donne ricoprono posizioni apicali», è il commento di Pegoraro.

In contemporanea alla nomina di Erika Pegoraro, che succede a Emilio Rigiroli, si rinnova anche il consiglio direttivo, con la conferma di Marco Basilico, direttore vendite dell’azienda: avrà la piena responsabilità dell’area commerciale. «Dopo aver trascorso 22 anni in azienda questo nuovo ruolo mi regalerà nuovi stimoli e soprattutto un’esperienza di più ampio respiro internazionale, che mi permetterà, riportando direttamente al Director BU Western Europe, di condividere anche con il team italiano le migliori pratiche commerciali già sperimentate in altri Paesi», ha detto il manager.

Il controletaio per porte a scomparsa di Eurocassonetto

Eurocassonetto è il controtelaio per porte e sistemi scorrevoli a scomparsa prodotto a Favara, in Sicilia, dalla Fratelli Marotta srl, azienda fondata nel 1973.

Dal 2007 in poi la società si è aperta all’estero facendo affermare il proprio marchio anche fuori Europa. Ultimo tassello è stato l’inserimento di nuove linee produttive secondo i protocolli dell’industria 4.0

La gamma prodotti è molto vasta sia per le partizioni interne che esterne, ma anche per le nuove tendenze minimal del design e dell’architettura.

Ad esempio il prodotto “Leonardo” è uno dei modelli più venduti ed è disponibile in varie misure sia per pareti in intonaco che in cartongesso.

Estetica e funzionalità sono tra le più difficili esigenze da conciliare, ma le porte a scomparsa e scorrevoli riescono a farlo, grazie al loro indiscutibile appeal e alla capacità di risparmiare spazio rispetto alle soluzioni classiche.

Caratteristiche e segni particolari dei prodotti

I pannelli non presentano le comuni pieghe verticali, ma bensì quelle orizzontali, idonee a rendere più rigida e robusta l’intera struttura, senza fastidiosi rigonfiamenti alla camera interna del controtelaio.

La rete elettrosaldata non è saldata e nemmeno aggraffata al pannello, ma spillata con una piccola tolleranza di movimento che consente (in caso di un naturale assestamento della parete in muratura) alla struttura centrale di non subire alcun danno. L’unico elemento a diretto contatto con la malta cementizia è, infatti, la rete elettrosaldata.

La rete è formata da fili longitudinali e trasversali dal diametro di 2 mm; inoltre la rete non ha fili perimetrali di chiusura: le estremità sono formate da “punte libere” in grado di muoversi e meglio uniformarsi nei punti nevralgici e di contatto con la parete.

Nel montante in legno la posa in opera è molto più agevole, è munito di zanche laterali da affogare all’interno della malta cementizia.

Le zanche estraibili inferiori sono poste sotto il controtelaio e sono ottime per l’ancoraggio e l’allineamento al pavimento. Possono essere affogate al cemento o avvitate al pavimento.

Il tappo posteriore presenta un incavo e delle alette laterali per consentire più facilmente l’inserimento del laterizio forato e della malta cementizia e conseguentemente un maggior ancoraggio del controtelaio alla parete in muratura in tutta la sua altezza.

La testata superiore presenta una bordatura liscia per effettuare più facilmente la rasatura dell’intonaco.

Le zanche laterali sono poste sul montante in legno e sul tappo posteriore del controtelaio utili da affogare nella malta cementizia per un ancoraggio più sicuro.

I distanziali vengono utilizzati al momento della posa in opera e servono a mantenere la stessa misura per tutta l’altezza del controtelaio.

Il montante porta spazzolino è parte integrante del controtelaio e si estende per tutta la sua altezza evitando così eventuali distaccamenti dello spazzolino rispetto alla porta.

Il binario in alluminio completamente estraibile in alluminio è una componente totalmente staccabile dal resto del controtelaio. Qualsiasi intervento post-muratura è così effettuabile dall’interno, senza rovinare le pareti.

Il kit carrello da 120 kg di serie presenta 4 cuscinetti a sfera (uno all’interno di ogni ruota) con l’asse in acciaio e le ruote in nylon. Grazie ai cuscinetti la porta scivola silenziosamente e senza alcun attrito.

La guida porta autocentrante si trova all’interno del kit di montaggio. Consente di montare e centrare in poche mosse la porta scorrevole. L’installatore, al tal fine, deve semplicemente preoccuparsi di incastrare l’asola della base della porta scorrevole all’interno del guida porta preventivamente fissato a filo pavimento. Lo stampo è unico per tutti gli spessori (125/105/100/90 mm), a seconda dei casi occorre semplicemente eliminare i bordi già prestampati.

Visita il sito Eurocassoetto

In Umbria le costruzioni puntano sul Pnrr

convegno promosso da Ance Perugia
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In Umbria c’è un comparto produttivo importante, quello delle costruzioni, che alla fine del 2022 in termini di investimenti ha rappresentato quasi il 9% del totale regionale. Un dato significativo, se a livello nazionale il rapporto resta al di sotto del 6%. Un settore che è cresciuto nell’ultimo triennio per numero di ore lavorate del 35,7%, con un mercato del lavoro che fa riferimento al sistema delle Casse edili che ha visto aumentare il suo valore economico di quasi il 42% nello stesso periodo. Un comparto che, se complessivamente è composto dal 95% da micro e piccole imprese e solo da un 4% di aziende con oltre 20 dipendenti, mentre tra le imprese associate ad Ance Umbria le imprese medie diventano il 26%. Un patrimonio prezioso che, alla luce dei possibili investimenti nel breve e medio periodo può costituire la carta vincente per affrontare la sfida di uno sviluppo sostenibile a livello regionale.

Sono questi alcuni dei dati contenuti nel rapporto Il mercato delle costruzioni in Umbria: tendenze e opportunità presentato in occasione del recente convegno promosso da Ance Perugia.

“Siamo consapevoli  del potenziale delle nostre imprese e siamo pronti a dare un contributo per vincere le sfide che abbiamo di fronte”, ha commentato il presidente di Ance Perugia Giacomo Calzoni. “Le risorse destinate alla nostra regione nell’ambito del Pnrr, così come quelle provenienti dal Piano Nazionale di Coesione, possono aiutarci a superare il lieve ritardo che registriamo rispetto ai dati medi nazionali relativi al Pil. Ma abbiamo bisogno di avere una visione comune con tutti gli stakeholder, a cominciare dalle istituzioni, per individuare le modalità giuste per puntare verso uno sviluppo sostenibile. Come Associazione abbiamo iniziato un percorso di ascolto e confronto con le nostre imprese e individuato potenzialità e criticità che non possiamo superare da soli. In primis la carenza di manodopera e di competenze che debbono essere nel segno dell’innovazione. La nostra proposta è chiara e urgente: creare un laboratorio di riflessione dove convogliare le migliori competenze regionali per condividere alcune linee guida strategiche per il nostro futuro e per uno sviluppo sostenibile”.

Sulla base dell’attuale quadro dei fondi Pnrr destinati all’Umbria, quelli di interesse del settore delle costruzioni ammontano a 887 milioni.  In questo ambito la Regione ha recentemente definito l’impiego di 210 milioni di euro per 22 interventi per opere di rigenerazione, riqualificazione ed infrastrutturali considerate fondamentali per lo sviluppo economico e sociale.  Un’attenzione particolare viene prestata alle infrastrutture e a nuove modalità di trasporto in una logica di sostenibilità, senza trascurare la rete stradale in una visione integrata e intermodale.

Da Cordivari le nuove pompe di calore Vestalis

Pompa di calore Vestalis
Pompa di calore Vestalis

Nuovi sistemi completi a pompa di calore firmati Vestalis sviluppati da Cordivari: puntano su comfort, sostenibilità e risparmio energetico. Vestalis è la nuova gamma di sistemi completi a pompa di calore in R290, basati sulla tecnologia del refrigerante a minor impatto ambientale oggi disponibile. Si tratta di impianti completi progettati per offrire le migliori prestazioni in ogni condizione d’impiego, con uno sguardo rivolto alla sostenibilità ambientale, al risparmio energetico, al comfort e all’efficienza.

La gamma proposta si articola in tre soluzioni principali per coprire ogni esigenza residenziale. La gamma base si chiama Vestalis, che comprende pompa di calore e volano termico caldo/freddo. La proposta si amplia con la serie Vestalis Combi, che integra oltre alla Pdc e al volano termico anche il bollitore o termoaccumulatore per la produzione di Acs. Infine, la soluzione più completa è rappresentata dalla serie Vestalis Solar, composta da pompa di calore, bollitore o termoaccumulatore Acs, volano termico caldo/freddo e pannelli solari termici completi di accessori e gruppo di circolazione. Per tutte le serie la pompa di calore viene proposta in tre taglie di potenza: 7 kW, 11 kW e 16 kW; la versione da 16 Kw è disponibile anche con alimentazione trifase.

Ambiente climatizzato con pompa di calore
Ambiente climatizzato con pompa di calore

R290: il refrigerante naturale

R290 gas è un refrigerante naturale, quindi non un prodotto di sintesi, con caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto per l’impiego in pompe di calore monoblocco residenziali, poiché caratterizzato da un bassissimo impatto ambientale. Questo refrigerante ha, infatti, valori di Ozone Depletion Potential e Global Warming Potential molto bassi, con un Odp pari a 0.m. ed un GWP pari a 3.

Oltre al suo basso impatto ambientale, R290 gas si contraddistingue per le sue eccellenti prestazioni termodinamiche anche in condizioni di esercizio severe. Nei sistemi Vestalis è possibile raggiungere temperature di mandata sul circuito primario fino a 75°C. Grazie a queste prestazioni, la pompa di calore Cordivari è adatta ad essere utilizzata anche in impianti di riscaldamento a radiatori, senza la necessità di installare un impianto radiante a pavimento, con bassi costi di gestione. Una caratteristica, quest’ultima, particolarmente apprezzata nelle ristrutturazioni, anche in caso di piccoli lavori di efficientamento che non prevedono lo smantellamento dell’impianto termico esistente.

Nelle pompe di calore monoblocco Vestalis l’impiego di refrigerante avviene con una bassa carica in un circuito sigillato che non entra all’interno dell’abitazione, all’insegna della sicurezza totale.

Silenziosa, performante e dal design raffinato, Vestalis Cordivari esprime una scelta attenta al domani, all’insegna del comfort sostenibile in tutti i giorni dell’anno e soddisfa i più alti standard di efficienza energetica.

Sistema sempre connesso

Con Vestalis, gestire e monitorare il funzionamento del sistema è facile e smart. Il modulo Wi-Fi è integrato nella centralina del sistema, collegabile alla rete Wi-Fi di casa senza la necessità di acquistare nessun accessorio integrativo.

Con la App Smart Life è possibile, in ogni momento, gestire da remoto la pompa di calore Vestalis, monitorare lo stato di funzionamento del sistema, controllare i dati di esercizio e valutare eventuali criticità per predisporre un rapido ripristino del funzionamento.

La casa 100% renewable

Con i prodotti Cordivari puoi realizzare impianti completi e al 100% rinnovabili. Dalla pompa di calore ai terminali per caldo e freddo, integrando la produzione di acqua calda sanitaria. I sistemi termici a pompa di calore Vestalis sono stati progettati, sviluppati e dimensionati affinché ciascun componente ottimizzi le proprie prestazioni per offrire la migliore esperienza di comfort. Grazie alla Funzione Photovoltaic, la pompa di calore Vestalis dialoga perfettamente con l’impianto fotovoltaico oltre che con il sistema solare termico, massimizzando sempre l’impiego di energia rinnovabile autoprodotta. La gestione dell’intero impianto è immediata ed efficace e può avvenire direttamente dallo smartphone.

Massimo comfort, basso impatto

  • Pompa di calore monoblocco R290 ad alta temperatura, ecologica, di nuova generazione
  • Una sola unità per riscaldare, raffrescare e produrre ACS
  • Design compatto
  • Massimo comfort in ogni condizione
  • Temperatura di mandata dell’acqua di 75°C
  • ACS fino a 65°C senza resistenza
  • Range funzionamento: -25°C/+45°C
  • Ciclo Antilegionella senza resistenze integrative
  • Gas R290, refrigerante naturale
  • Basso GWP: 3
  • Funzione fotovoltaica
  • Modulo Wi-Fi integrato
  • Gestione da App mobile
  • Classe A+++
  • Risparmio energetico
  • Ideale per ogni tipo di terminale: radiatori, ventilconvettori, impianto radiante
  • Ideale per le ristrutturazioni

Il 25% delle famiglie pronta a lavori per la casa nel 2024

Lavori di ristrutturazione
Lavori di ristrutturazione

La bolla si sgonfia, come prevedibile: la fine del superbonus porta a una riduzione dei lavori di ristrutturazione. Riduzione, però, non assenza. La radiografia di Nomisa presentata in occasione del recente convegno di Angaisa rende il quadro della situazione pregressa ma, soprattutto, si spinge a una previsione di quello che potrà accadere nel corso del 2024. In sintesi: il 25% delle famiglie progetta lavori di riqualificazione. Tutto da vedere se le intenzioni si potranno tradurre in realtà, ma rimane una cifra considerevole di cui tenere conto. Non solo: lo stesso rapporto del centro di ricerche bolognese, quantifica in 11% le famiglie che hanno già portato a termine lavori di ristrutturazione o riqualificazione negli ultimi 12 mesi. Rimangono, insomma, molte famiglie, circa il 50%, che potrebbe imitarle se i bonus continuassero a svolgere la loro funzione.

Lavori di ristrutturazione
Lavori di ristrutturazione

Lo studio di Nomisma

Lo studio di Nomisma prende le mosse da una radiografia delle unità abitative italiane, che conferma la loro vetustà: meno di un italiano su dieci vive in case costruite dopo il 2010. Si tratta di case vecchie, per lo più di metrature comprese fra i 70 e i 109 metri quadrati e, complessivamente, poco efficienti sotto il profilo energetico. Una situazione che scontenta chi ci abita: il 56% delle famiglie si dichiarano insoddisfatte, con punte del 65% per le province di Roma e Firenze, del 62% per quella di Bologna e del 61% per quella di Verona. Il dato della soddisfazione e adeguatezza dell’impianto risulta migliore per quanto riguarda il condizionamento (66%), a fronte di al 56% di valutazioni positive per l’impianto di riscaldamento in funzione.

Il grado di consapevolezza delle famiglie, rispetto all’efficienza energetica della propria abitazione appare approssimativo: il 54% degli intervistati non conosce la classe energetica dell’edificio in cui abita. E il 30% identifica una classe energetica collocata fra la D e la G. Il sistema di riscaldamento autonomo, emerge sempre dalla ricerca di Nomisma, è quello di gran lunga prevalente (71%), per lo più caratterizzato dalla presenza di radiatori/termosifoni (85%), con temperature regolate attraverso un termostato centralizzato (62%), valvole termostatiche (25%) e domotica (5%).

Gli impianti sono alimentati in gran parte da metano o gas di rete (73%). A seguire, energia elettrica (6%), biomasse (6%), energia solare (5%) e Gpl (5%).

Solamente il 36% delle famiglie italiane ha in casa una caldaia con meno di cinque anni di vita. Per il 28% degli intervistati l’anzianità dell’impianto è di almeno dieci anni, per il 4% oltre 20. La tipologia è equamente suddivisa fra caldaie a condensazione (42%) e caldaie di tipo convenzionale (41%).

Schema di funzionamento di una caldaia a condensazione

Climatizzazione

Il 62% ha in casa un condizionatore fisso, il 27% una pompa di calore e il 20% uno scaldabagno elettrico per la produzione di acqua calda. Fra coloro che non hanno né un condizionatore, né una pompa di calore, il 16% ha intenzione di acquistare entro il 2024 un condizionatore fisso e l’8% una pompa di calore.

Solo il 12% delle famiglie dichiara di avere un’abitazione munita di impianto fotovoltaico; le tre province in testa alla classifica sono Reggio Calabria (23%), Bari (15%) e Bologna (12%); dispongono di un impianto solare termico il 9% delle famiglie: sono il 17% nella provincia di Reggio Calabria e il 9% in quelle di Torino e Napoli.

Come accennato, negli ultimi 12 mesi solo l’11% delle famiglie ha effettuato interventi di miglioramento e/o ristrutturazione per migliorare la classe energetica della propria unità abitativa, mentre il 50% degli intervistati non ha mai effettuato questo tipo di interventi e non ha in programma di farlo.

Chi ha già portato a termine i lavori, ha indicato come motivazioni principali la riduzione dei consumi energetici, il miglioramento del comfort abitativo, l’utilizzo degli incentivi statali. Il costo medio degli interventi realizzati è stato nell’ordine dei 20.200 euro. Si è trattato soprattutto di interventi finalizzati al miglioramento termico dell’edificio (71%), all’installazione di impianti di condizionamento (64%), all’implementazione di dispositivi di domotica e gestione dei consumi (45%) e all’installazione di pannelli solari/impianti fotovoltaici (31%). Significativo anche il dato relativo alla messa in opera di sistemi per il recupero acque (27%).

Riqualificazione di condomini
Riqualificazione di condomini

Fra quelli che invece non hanno realizzato investimenti di questo tipo, le principali motivazioni frenanti sono state quelle relative ai costi (per il 46% gli interventi sono troppo onerosi), alla mancata necessità di efficientare gli impianti, alla complessità e al rischio percepiti nel percorso di accesso agli incentivi (bonus). Il 75% delle famiglie che ha effettuato interventi di questo tipo negli ultimi 12 mesi ha fatto richiesta di detrazioni fiscali e bonus: se non ci fossero stati gli incentivi, il 39% non si sarebbe attivato.

Per la realizzazione degli interventi le famiglie hanno fatto affidamento a professioni di comprovata esperienza, con i quali è stato possibile instaurare o mantenere un rapporto di fiducia e un contatto diretto. Pesano la conoscenza pregressa (29%), ma anche e soprattutto i suggerimenti e le esperienze di amici e conoscenti (47%). Il ruolo dei professionisti coinvolti è rilevante sia nella fase di reperimento delle informazioni necessarie per pianificare i lavori, sia naturalmente per la loro esecuzione. A questo proposito va sottolineato che i distributori specializzati mantengono una importante leadership nel grado di soddisfazione delle famiglie. Il 76%, tra coloro che vi hanno fatto ricorso, manifesta una soddisfazione molto elevata; a seguire i muratori (74% le famiglie estremamente soddisfatte), i negozi fai-da-te (73%), gli idraulici specializzati (70%) e le imprese edili (69%).

Le maggiori criticità riscontrate durante gli interventi hanno riguardato, di gran lunga, il problema legato al ritardo nella consegna dei materiali o alla difficoltà di reperirli (66%). Ma è significativo anche il dato di denuncia di mancanza di operai e artigiani (24% delle famiglie) per la realizzazione delle opere e il 21% che ha riscontrato una “formazione non eccellente” dei lavoratori nell’esecuzione dell’opera.

Lavori di riqualificazione a Milano
Lavori di riqualificazione a Milano

Le previsioni

Gli scenari futuri (prossimi 12 mesi) appaiono segnati da preoccupazioni, dubbi e incertezze per le famiglie italiane, condizionate, inevitabilmente, da una perdita del potere d’acquisto: per il 46% delle famiglie, il reddito disponibile appare appena sufficiente per far fronte alle necessità primarie, per il 14% è insufficiente e per il 3% è gravemente insufficiente. La causa fondamentale viene identificata in un costo della vita molto più elevato rispetto al passato e a spese complessive sempre più elevate.

Di fatto, il prossimo futuro viene percepito come incerto per oltre una famiglia su due. Non sorprende, quindi, che sia solamente poco più di una famiglia su quattro a dichiarare di voler realizzare nei prossimi 12 mesi interventi di miglioramento e/o ristrutturazione dell’abitazione volti a migliorare la classe energetica, prevedendo un costo medio pari a 16.200 euro. Anche in questo caso verrebbero privilegiati gli interventi finalizzati al miglioramento termico dell’edificio, all’installazione di impianti di condizionamento e di pannelli solari/impianti fotovoltaici.

Resta confermato il ruolo essenziale dei bonus: la maggioranza di chi investirà (stiamo parlando di otto famiglie su dieci), lo farà ancora una volta motivata dall’esistenza dei bonus edilizi, sia pure in versione light, a partire da ecobonus e bonus casa, a cui si aggiungono gli incentivi regionali, il superbonus e il conto termico. Il 66% di coloro che hanno intenzione di effettuare interventi di efficientamento energetico dichiara che probabilmente non si attiverebbe in assenza di questi incentivi.

Nuovo brand per Jacuzzi

L'evoluzione del marchio Jacuzzi
L'evoluzione del marchio Jacuzzi

Jacuzzi ha scelto una nuova brand identity. Il logo è completamente riprogettato, assieme a font, colori, immagini. Il nuovo brand sarà utilizzato su tutti i canali e gli strumenti istituzionali di comunicazione.

Jacuzzi, azienda specializzata in spa, vasche, docce e saune, con il nuovo logo, vuole comunicare relax e un’immagine accogliente, mai sopra le righe. Il logo dell’azienda è stato creato nel lontano 1956.

Al nome Jacuzzi è stato graficamente aggiunto molto presto l’iconico ovale, giunto fino ai giorni nostri, che fungeva da stilema del movimento circolare dell’acqua a formare un caldo abbraccio attorno al logo stesso.

Con gli anni, questo ha gradualmente attenuato il suo colore per presentarsi, da ultimo, in bianco e nero, che lo caratterizza anche in quest’ultima versione: una parola declinata in un font proprietario bold e leggermente corsivo, che richiama immediatamente lo scorrere dell’acqua, le bolle dell’idromassaggio, assieme a una sensazione di relax ed abbandono, tipica di una sessione in spa, in vasca, in doccia o in sauna.

È stato progettato da Jackson Showalter-Cavanaugh, designer statunitense di fama internazionale, e realizzato partendo dal font francese Didot Bold Italic.

Marco Falcone nuovo ad di Jcb Italia

Marco Falcone, amministratore delegato Jcb Italia
Marco Falcone, amministratore delegato Jcb Italia

Marco Falcone è il nuovo amministratore delegato della filiale italiana di Jcb, con l’obiettivo di rafforzare la presenza del marchio e creare nuove opportunità sul mercato italiano. Jcb è un player globale nella produzione di macchine per la cantieristica, l’industria e l’agricoltura.

Falcone nel corso della sua carriera professionale ha maturato diversificate esperienze apicali in aziende di primaria importanza e attive in settori industriali affini, come Still, Goodyear e, in ambito propriamente construction Doka, l’ultima in ordine cronologico dove ha ricoperto il ruolo di managing director per Italia, Spagna e Portogallo. Per Falcone quello in Jcb è anche un ritorno: circa 25 anni fa, infatti, ha svolto la sua prima esperienza nel settore proprio nella filiale italiana del gruppo, dove ha ricoperto ruoli nel marketing e nelle vendite.

“Assumo il nuovo incarico con determinazione e ottimismo. Questo cambio al vertice coincide con un momento favorevole per Jcb, caratterizzato dal lancio di nuovi prodotti che dimostrano il costante impegno del Gruppo nei confronti dell’innovazione tecnologica e dell’ampliamento della gamma”, ha commentato Falcone. “Dovremo lavorare sodo, tutti insieme in modo coeso e motivato, con l’obiettivo di far crescere ulteriormente l’azienda, aiutandola ad affrontare e realizzare gli sfidanti progetti che abbiamo in mente. L’obiettivo è quello di creare nuove opportunità di crescita e, con il prezioso contributo della rete distributiva, abbiamo tutti gli strumenti necessari per guadagnare quote di mercato e offrire ai nostri clienti soluzioni sempre efficienti, innovative, performanti e allo stesso tempo in grado di eccellere nel contenimento delle emissioni e nella riduzione dei consumi. Sono sicuro che il nostro impegno e la qualità del marchio Jcb ci permetteranno di raggiungere brillanti risultati”.

Tre nuovi punti vendita entrano nel gruppo Made

gruppo-made

Gruppo Made chiude il 2023 con tre nuovi ingressi nel network, che testimoniano il sempre crescente interesse da parte degli imprenditori della distribuzione edile verso questa organizzazione commerciale fortemente orientata al marketing e alla vendita.

La prima azienda che ha aderito al Gruppo, in ordine di tempo, è Edilnorma che ha la sua sede a Norma (Latina). Si tratta di un’impresa famigliare, storica nel territorio, che è giunta alla sua terza generazione di imprenditori. Fondata da Mario Tirocchi nel 1984, nel 2006 diventa una Srl, amministra dal figlio Alessio. L’ingresso in azienda della terza generazione con i figli Letizia e Mario Tirocchi per continuare la tradizione di famiglia hanno spinto Alessio Tirocchi a entrare a far parte di Gruppo Made per usufruire dei Corsi di formazione professionale e di tutti i servizi che il network riserva ai suoi aderenti. Edilnorma tratta i migliori marchi oggi presenti sul mercato sia in ambito edilizia che finiture e la sua offerta è completa: materiali edili, ferramenta, materiale elettrico e per la termoidraulica, fino all’arredocasa. Non solo prodotti ma anche servizi particolari, come per esempio il taglio a misura di materiali per realizzare gradini, battiscopa, mosaici e listelli, frutto dell’acquisto di un macchinario di ultima generazione, a dimostrazione che gli investimenti in tecnologia sono sempre sinonimo di crescita aziendale e di una visione lungimirante e vincente.

La seconda rivendita è Nuova Edilizia Immobiliare Buscemi, che ha la sua sede principale in Zona San benedetto a Favara (Agrigento), ma anche una sede a Lodi. Anch’essa è una azienda storica, presente sul mercato dal 1978 e giunta alla seconda generazione di imprenditori. Fra le caratteristiche di Nuova Edilizia Immobiliare, un importante servizio di noleggio professionale (che comprende gru, piattaforme aeree e mini escavatori, sia a freddo che a caldo), una profonda specializzazione nel settore dell’isolamento, sia termico che acustico. L’azienda tratta anche il legname, solai prefabbricati, e tutte le tipologie di materiali per l’edilizia.

La scelta di entrare in Gruppo Made, oltre che per poter usufruire dei suoi servizi esclusivi, è stata fatta per migliorare ulteriormente la presenza sul territorio nel settore delle finiture, con il Marchio Livingmade e tutti i suoi servizi accessori.