Ci sono troppi eventi e fiere legati al mondo dell’edilizia? Molte imprese non sembrano soddisfatte delle manifestazioni (forse troppe) in giro per l’Italia. Ma una vera alternativa si scontra con la frammentazione delle società organizzatrici.
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Il logo di Virginia Gambino Editore con il camaleonte rappresenta la capacità dell'impresa di adattarsi alle diverse situazioni
La casa editrice Virginia Gambino Editore di YouTrade e di tante altre testate nella filiera delle costruzioni, ha mosso i primi passi quattro decenni fa conquistato la fiducia del mondo edile offrendo un ampio panorama di informazioni B2B finalizzate all’accrescimento della cultura tecnica e professionale degli operatori.
Giovedì 16 febbraio 1984, Santa Giuliana, vergine e martire. Quel giorno Bettino Craxi, a Vienna, assicurava che «non c’è problema per l’Alto Adige», mentre a Roma i terroristi uccidevano un diplomatico americano.
Altri tempi. Ma la vera notizia di quelle 24 ore, perlomeno per il mondo dell’edilizia, è stata un’altra: il primo passo nell’editoria di quella che sarebbe diventata nel tempo l’azienda leader dell’informazione nel settore della distribuzione di materiali per costruzioni: Virginia Gambino Editore.
Sono passati 40anni, volati alla velocità di una Ferrari guidata da Michael Schumacher e con la determinazione di una macchina per movimento terra: la casa editrice festeggia nel 2024 i quattro decenni di crescita, di cultura, di informazione, senza intenzione di fermarsi in un parcheggio. Anzi, con il proposito di pigiare ancora di più sul pedale dell’acceleratore.
Virginia Gambino, fondatrice del Gruppo editoriale VGE
L’idea di partenza di Virginia Gambino Editore
Tutto parte, appunto, da quanto avvenuto il 16 febbraio 1984. Le radici della casa editrice affondano nella sigla Bfb, nome della prima ragione sociale dietro cui c’era l’iniziativa di Benna-Fontana-Branchini.
Quest’ultimo, Bruno Branchini, in particolare, era titolare di Bkv, azienda leader nella distribuzione di martelli elettropneumatici Kango in Italia, mentre Paolo Benna era un agente di vendita nel mondo dell’edilizia.
L’idea di partenza del terzetto era quella di pubblicare un house organ dell’azienda, per comunicare con i clienti distributori di attrezzature.
Un proposito molto semplice che, però, è cambiato in fretta con il coinvolgimento di Virginia Gambino, che per buttarsi a capofitto nell’editoria ha lasciato alle spalle l’attività fieristica, sempre nel settore delle costruzioni, in cui aveva mosso i primi passi.
La formula
Entrata nell’ottica di occuparsi di tutto come coordinatrice per far crescere la nuova testata, Virginia Gambino è diventata in pochi anni prima redattrice e in seguito direttrice del periodico.
Non senza aver rivoluzionato il concept stesso della rivista, estesa a tutti i rivenditori di materiali edili.
Perché, un numero dopo l’altro, l’orizzonte editoriale del periodico si è allargato ad affrontare non solo gli aspetti legati al segmento di attività svolto dall’azienda, quello delle macchine e attrezzature da cantiere, ma anche più in generale a quello dei materiali per costruzioni.
Un proposito agevolato anche dall’ingresso in redazione di Paolo Corticelli e poi di Roberto Anghinoni, con Virginia Gambino concentrata maggiormente sulla raccolta pubblicitaria.
«Impaginazione, foto ritagliate con le forbici, impianti, pellicole, composizione, stampa: il mondo dei giornali era profondamente diverso in quegli anni. Più complicato tecnicamente, ma anche con spazi ancora da conquistare», racconta oggi Virginia Gambino. Spazi che la formula della rivista ha dimostrato di occupare.
Il simbolo di Virginia Gambino Editore è il camaleonte che rappresenta la capacità dell’impresa di sapersi adattare alle diverse situazioni
La svolta
Avanti veloce: dopo sette anni, la casa editrice, con sede a Milano in via Medardo Rosso, è passata attraverso la prima delle sliding doors. Con la pubblicità e contenuti più trasversali sulla rivista, per ragioni diverse si sono fatti da parte Benna e Branchini, seguiti da Nicola Fontana.
A quel punto con un po’ di fegato e (forse) l’azzardo della gioventù, le quote sono state rilevate da Virginia Gambino, con il 15% controllato da Anghinoni. Una scommessa non facile, ma che è stata affrontata con il consueto cipiglio da Frecciarossa da Virginia Gambino.
La parentesi
Seconda delle sliding doors: nel 1998 a dicembre, Giuseppe Nardella, fondatore di Tecniche Nuove, si è fatto avanti per acquistare il ramo della piccola, ma specializzatissima azienda editoriale.
«Il progetto prospettato era interessante: entrare a far parte di un gruppo più grande, con sinergie e opportunità in un’altra scala», ricorda Virginia Gambino.
Un paradiso terrestre editoriale che, con la cessione del ramo dell’impresa, si è concretizzato. Ma solo in teoria. Come accade spesso, tanto grande è la dimensione, quanto modeste si rivelano l’autonomia, gli stimoli, e perfino l’ambizione aziendale.
Eppure, dieci anni non sono pochi, e all’interno della nuova realtà il peso del settore legato all’edilizia è cresciuto esponenzialmente. Ma non abbastanza da soddisfare gli obiettivi di Virginia Gambino che, nel 2008, ha considerato chiusa quell’esperienza.
L’idea è stata quella di ricominciare da zero, ma con un’agenda piena zeppa di numeri di telefono, una riconosciuta competenza, la consapevolezza di poter fare meglio. E una nuova ragione sociale: Virginia Gambino Editore.
Con i primi numeri YouTrade ha debuttato come rivista di riferimento nel mondo della distribuzione dei materiali edili
Nuova vita
La terza sliding doors ha coinciso, però, con la crisi mondiale dell’economia, il crack della Lehman Brothers, il flop dei subprime, l’edilizia arenata su una spiaggia deserta.
Insomma, non proprio il momento ideale per dare vita a una rivista. Tempi duri. Per farsi largo, ci voleva non solo una formula editoriale stimolante, ricca, utile, ma anche una testata che si facesse ricordare.
«Prima di scegliere il nome della testata ho riunito un pool di addetti ai lavori e ho sottoposto all’esame una serie di nomi per individuare quello che sarebbe stato adatto per la nuova rivista. Nomi classici, con le parole più utilizzate, come distribuzione oppure edilizia. YouTrade, invece, sembrava a tutti troppo strano, inconsueto», rievoca Virginia Gambino.
«Una settimana dopo, però, nessuno ricordava più i nomi più semplici, ma tutti non avevano dimenticato YouTrade. Avevo fatto centro».
Il debutto
Se c’è una cosa che non si può certo rimproverare a Virginia Gambino è quella di perdersi d’animo. Nonostante l’aria pesante del periodo di crisi, l’azienda editoriale ha mosso i primi passi senza fermarsi.
Inizialmente con YouTrade bimestrale, poi con dieci numeri l’anno. La capacità di ascoltare il mercato, del contatto diretto con gli operatori e l’individuazione dei trend hanno messo le ruote alla macchina aziendale. Che, da subito, non è stata una semplice casa editrice.
Già nel 2008 ha esordito il primo Convegno YouTrade nell’ambito del Saie, con il contributo delle analisi del Cresme. «Era organizzato nella sala Minuetto», ricorda divertita Virginia Gambino.
Poi, a dispetto delle pessimistiche previsioni dei concorrenti, l’azienda ha resistito alla crisi del settore, per consolidarsi. «La paura di non farcela c’è stata», ammette oggi la fondatrice dell’azienda.
«Ma le imprese ci hanno dato fiducia e hanno continuato a pianificare. Alla fine, la scelta coraggiosa è stata premiata».
Espansione
Anche perché, invece di ritirarsi in una nicchia in attesa che passasse la tempesta, l’attività della casa editrice si è allargata. Dopo YouTrade, nel 2013 è arrivata la Guida del Condominio giusto in sintonia con la relativa legge di riforma, a cui è seguita la rivista Condominio Sostenibile e Certificato, periodico destinato alla filiera che ruota intorno alla gestione delle abitazioni residenziali.
Nel 2016 un altro debutto: YouBuild, questa volta targettizzato sul cantiere e la progettazione. Infine, Lattoneria, rivista realizzata da Virginia Gambino Editore per conto dell’associazione Pile. Tanto? Eppure, non è tutto.
C’è anche i Bilanci delle Costruzioni, una maxi pubblicazione che contiene l’analisi relativa a migliaia di aziende e che è diventata un must per chi lavora nel settore (spoiler: quest’anno sarà ancora più grande).
Convegno Youtrade
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XVI convegno nazionale Youtrade
XVI convegno nazionale Youtrade
Platea Convegno YouTrade
Platea Convegno YouTrade
Gli eventi
La piccola casa editrice è diventata una grande realtà del mondo nelle costruzioni anche grazie a un’altra attività: gli eventi-extension delle rispettive testate giornalistiche.
Il Convegno YouTrade, giunto alla XVII edizione, è riconosciuto come l’appuntamento principe del settore della distribuzione di materiali e anche della produzione, con gli YouTrade Awards consegnati nell’occasione e ambiti dalle aziende coinvolte.
Ci sono, poi, il Convegno YouBuild, che si svolge ora nel centrale centro congressi Cariplo, a Milano, e i vari road show dedicati al mondo del condominio.
Come se non bastasse, Virginia Gambino Editore ha premuto l’acceleratore sull’informazione web, con i siti figli delle testate cartacee, a cui si aggiungono servizi di databasing (spoiler: ce n’è uno interessante in arrivo) e relativi alla digitalizzazione dei processi aziendali.
E dopo 40 anni? Il covid non ha fermato l’attività, e nel frattempo la sede operativa dell’azienda si è spostata nel centro di Bergamo, lasciando quella legale a Milano. Ma il futuro è lungo.
E, racconta l’imprenditrice, una novità c’è già: «Il logo della casa editrice è stato fin dall’inizio il camaleonte, un animale che sa adattarsi alle più diverse situazioni. E oggi il camaleonte si è tinto con tanti colori, segno che oggi la realtà è fatta di tanti aspetti diversi. E sono tutti interessanti».
G&P Intec, azienda che opera principalmente nel settore dei consolidamenti strutturali, dell’adeguamento antisismico e della riabilitazione funzionale delle strutture, dà il via alla Campagna Rivendite dedicata a prodotti e sistemi per rinforzi strutturali e antisismica.
Al via alla Campagna Rivendite
La Campagna Rivendite è dedicata all’offerta completa di prodotti e sistemi per i rinforzi strutturali FRP-FRCM-CRM e l’antisismica che offre l’azienda, certificati con CVT ministeriali ai sensi della Normativa Tecnica delle Costruzioni NTC18 e delle Linee Guida del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Con questa campagna ci si rivolge alla rivendita edilespecializzata con una logica di prossimità territoriale al servizio dei tecnici e dei cantieri, supportando le varie necessità operative che il settore altamente specializzato richiede, per un’edilizia più sicura e sostenibile.
Oltre ai vantaggi commerciali dell’affiliazione, chi aderirà al progetto avrà a disposizione impattanti strumenti di marketing dedicati alla visibilità in-store e potrà usufruire di servizi di comunicazione on-line e off-line appositamente messi in atto per sostenere e dare visibilità all’attività della rivendita.
È previsto infatti un corner promozionale per il punto vendita, la distribuzione di documentazione tecnica sia in forma cartacea che in forma digitale, un piano mirato formativo.
Per maggiori informazioni contattare l’azienda via mail oppure scaricare la locandina con tutte le informazioni per la campagna dei rivenditori.
Giuseppe Dellavalle, presidente di Uni.Edil, spiega l’andamento del 2023 e le previsioni per il 2024.
Quali novità hanno interessato il vostro gruppo nel 2023?
Nel 2023 nel nostro gruppo non ci sono state sostanziali novità.
Quali iniziative avete già introdotto o volete intraprendere per il 2024?
E’ entrato in Uni.Edil un nuovo affiliato (Casaletto Ediliza di Volpiano) e il 20 febbraio abbiamo festeggiato il nostro ventennale con un importante evento che si è svolto presso il museo del Cinema di Torino (la Mole Antonelliana), con la partecipazione dei nostri consorziati, dei nostri principali fornitori partner e degli organi della stampa di settore.
Come è andato il fatturato 2023?
Tra alti e bassi, il fatturato 2023 si è chiuso più o meno come quello dell’anno precedente.
Quali sono le vostre aspettative per quest’anno?
Quest’anno prevediamo un calo importante dei fatturati e dei volumi, dovuto principalmente alla fine degli eco-incentivi e al drastico calo dei prezzi, soprattutto degli isolanti.
Come giudicate la redditività del vostro gruppo?
La nostra compagine è composta principalmente da rivendite presenti sul mercato da oltre 50 anni, molto attente alla competitività dei prezzi di acquisto e alla marginalità.
Questa grande esperienza unita alla gestione degli accordi e delle condizioni che Uni.Edil riesce ad ottenere, fanno del nostro gruppo un riferimento della distribuzione edile del nord-ovest.
Punti vendita Uni.EdilDettaglio punti vendita Uniedil
Nel corso del 2023 avete aggiunto nuovi prodotti o servizi?
No.
Avete progetti o investimenti in programma?
Uni.Edil è socio Deus ed insieme agli altri gruppi nazionali soci siamo in prima linea per la realizzazione e programmazione futura di diverse attività che vanno dal marketing alla formazione, dai servizi finanziari alla digitalizzazione dei processi.
Rilevate tensioni sui prezzi o su qualche materiale?
Il mercato drogato degli ultimi due anni ha fatto lievitare in modo incontrollato i prezzi dei materiali, soprattutto quelli legati al 110.
Quest’anno ci troviamo in una situazione di mercato pre-covid, con grande disponibilità di materiale e richiesta in forte calo. E i fornitori, per provare a mantenere in parte i volumi di vendita degli ultimi due anni, abbassano continuamente i prezzi.
Anche le rivendite si ritrovano ad affrontare un mercato più competitivo e concorrenziale, dove la battaglia del prezzo è la principale arma per vendere.
Come gestite i listini a livello di gruppo/consorzio?
I listini vengono gestiti a livello centralizzato. I consorziati accedono dal nostro portale ad un’area riservata dove possono scaricare i listini dei fornitori sempre aggiornati, condizioni di sconto, pagamento ed eventuali promozionali che Uni.Edil regolarmente contratta per migliorare la competitività delle rivendite del gruppo.
I bonus si sono ridotti drasticamente: quale impatto vi attendete?
Ci aspettiamo una flessione collegata alla riduzione dei bonus, anche solo legata al blocco psicologico che queste azioni potranno avere sulle intenzioni di spesa all’interno di una ristrutturazione, nella speranza che vi siano delle deroghe alla riduzione del bonus ristrutturazione dal 50% al 36% per gli anni 2025 e 2026.
Quanti dei vostri associati lavorano su progetti legati al Pnrr?
Lavori legati al Pnrr alle rivendite in genere ne stanno arrivando pochi e per lo più sono lavori di secondaria importanza e peso.
In realtà i lavori legati all’edilizia pubblica (come quella scolastica) comunque potrebbero aiutare le rivendite a ridurre il gap della riduzione degli ecobonus.
C’è qualche criticità che vi preoccupa?
Con i lavori del Pnrr ritorna preponderante il problema del credito alle imprese e, di contro, la maggiore attenzione delle rivendite sulle forniture.
Perché una rivendita dovrebbe scegliere di entrare nel vostro gruppo/consorzio?
Crediamo nell’aggregazione, non crediamo nell’accentramento. La nostra filosofia è di permettere ai magazzini consorziati di accedere ad importanti benefici senza perdita di identità, autonomia e potere decisionale.
Siamo un gruppo coeso, omogeneo ed unito, dove la trasparenza e l’unità di intenti sono valori fondamentali.
Quali sono i principali servizi che offrite ai vostri associati?
Fatturazione centralizzata per alcuni fornitori strategici, gestione centralizzata delle condizioni di acquisto e benefit di fine anno, gestione centralizzata di operazioni di marketing e promozionali, aggiornamento dei listini sul portale, interscambio materiali.
Come siete organizzati sul fronte logistico e dei trasporti?
Non gestiamo trasporti e logistica.
Avete una piattaforma e-commerce?
No, al momento non rientra nei piani del gruppo.
A che punto è la digitalizzazione del gruppo?
Come Uni.Edil e Deus stiamo ragionando in tal senso, anche se per centralizzare certi processi ci vogliono tempo e risorse.
Le rivendite del gruppo maggiormente organizzate stanno in autonomia implementando la digitalizzazione su alcuni reparti quali ad esempio la ferramenta e il noleggio.
Quante ore di formazione dedicate all’anno agli associati?
Da quest’anno per i nostri consorziati è stato redatto un calendario di formazione in collaborazione con i nostri principali partner e unitamente agli altri soci del gruppo Deus. Sono incontri bi-settimanali di circa un paio di ore.
Quali argomenti riscuotono più interesse?
Impermeabilizzazione, isolamento, costruzione a secco.
Identikit
Ragione sociale completa: UNI.EDIL S.c.r.l.
Sede centrale: Via Vernea 31 – 10042 Nichelino (Torino)
Sede legale: Via Filangieri 8 – 10138 Torino
Telefono: 011.4285296
Mail: info@consorziouniedil.com
Dipendenti (del gruppo/consorzio): 2
Fornitori partner: 180
Fatturato totale: 68.000.000 euro (dato di acquisto 2023)
Sito internet: www.consorziouniedil.com
Tipologia di aggregazione: società consortile
Anno di fondazione: 2004
Presidente: Giuseppe Dellavalle
Responsabile ufficio acquisti: Antonino Rizzo
Fatturazione centralizzata: sì (solo su fornitori strategici)
Aree geografiche servite: Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta
Giuseppe Freri | Presidente di Federcomated Milano
Un drastico calo delle ristrutturazioni e decollo delle opere pubbliche: le previsioni del centro di ricerca non sono esaltanti. E federcomated presenta l’iniziativa Edilizia nei territori.
Il mondo sta cambiando, e inevitabilmente si evolve anche il mercato e l’edilizia, che si afferma come «fattore imprevedibile».
Tempi difficili quelli che stiamo vivendo e tempi altrettanto difficili quelli che verranno, secondo il direttore del Cresme Lorenzo Bellicini, che assieme al presidente di Federcomated, Giuseppe Freri, ha partecipato a un convegno nell’ambito di Klimahouse, dedicato a congiuntura e previsioni (poco incoraggianti) per il mondo e il settore delle costruzioni.
Difficile vedere un futuro
Dopo gli incentivi statali e una curva in crescendo, è stata l’analisi, è difficile vedere un futuro ancora in crescita, inevitabile una contrazione.
«Siamo in una fase storica molto delicata dove i grossi cambiamenti sono papabili. Altri devono ancora avvenire e questo fa riflettere. Si teme la recessione, i tassi di crescita sono bassi, le tensioni globali si ripercuotono ovunque, gli scambi internazionali stanno subendo una brusca frenata. Cresce la preoccupazione», ha sostenuto Bellicini. «Dal 2019 a oggi non solo è cambiato il modo di pensare, ma anche il mondo, specialmente dopo la pandemia, che ha ribaltato le sorti».
Insomma, nel mondo delle costruzioni, poi, è cambiato proprio tutto. «Durante il lockdown il concetto di casa si è diversificato nell’immaginario di ognuno e si è sentita la necessità di rivedere il proprio spazio. Restaurarlo, ristrutturarlo, isolarlo e renderlo salubre. Anche per questo sono stati stanziati fondi: statali, europei, bonus. Miliardi che hanno drogato il mercato, denotando una forte crescita. Ma adesso che l’onda sta scendendo bisogna fare i conti con quanto è rimasto», ha ammonito dil direttore del Cresme.
La platea
Dopo il 2024
Eppure, l’indice di fiducia delle imprese rimane positivo. «Secondo le previsioni, il primo semestre del 2024 non andrà male, ma poi ci sarà– 8,5% da maggio: una frenata nella riqualificazione. Tuttavia, rimangono ancora diversi miliardi da spendere ed è per questo che il mondo delle opere entrerà in una nuova fase. Fino al 2026 la stagione sarà ricca di costruzioni di opere pubbliche. Poi, dall’edilizia residenziale degli ultimi anni, si passerà in maniera massiccia alle opere pubbliche, anche perché in questo biennio ci si aspetta una contrazione significativa. La stagione finirà nel 2026/2027: il quadro però non è ancora stato disegnato».
La partita cruciale, secondo Bellicini, si gioca nei territori. «Le città si devono rendere attrattive: posti di lavoro, qualità della vita. Milano, Bergamo e Bolzano primeggiano. In questo senso si può progettare un futuro e dimostrare, aumentando la reputazione, che si può scendere in campo nel grande mercato europeo con competitività».
Brigitte Schontaler | Presidente di Federcomated Bolzano
Formazione
Durante l’evento il presidente di Federcomated Giuseppe Freri ha introdotto un’importante novità: «Il 2024 sarà sicuramente un anno difficile e nel 2025 entreremo nella normalità. Non possiamo guardare solamente al domani, ma è necessario avere una visione a lungo raggio. Per questo come Confcommercio abbiamo presentato l’iniziativa Edilizia nei territori. Stiamo lavorando in tutta Italia per creare una forza nella filiera dell’edilizia all’interno del commercio, offrendo un tavolo di formazione e confronto su industria e distribuzione. Un progetto sistemico, che permette ai distributori di avere anche dei collaboratori e degli operatori preparati».
Le frattazzatrici e intonacatrici di Revelin hanno cambiato il modo di operare nella lavorazione delle superfici. Così, grazie all’innovazione tecnica, l’impresa ha conquistato il mercato. E non ha ancora finito di stupire.
Tra i produttori di macchine e le attrezzature per un cantiere più sicuro e più competitivo c’è Revelin di Isola Vicentina (Vicenza), un’azienda nata grazie alle idee del proprietario Diego Revelin, che ha stravolto il mercato delle intonacature nel lontano 1982.
L’imprenditore si è inventato sistemi totalmente differenti, macchine che eseguono il lavoro con più facilità e velocità, con prezzi sul mercato diversificati. Come con la Frattazzatrice Rev-2, poi Rev-3 ed infine Rev-4 Super.
Un’altra macchina di Revelin che ha cambiato gli standard di formato e voltaggio è stata l’intonacatrice Rev Dry 220 volt, prima a tramoggia inclinata dal 1987, racconta il fondatore dell’azienda.
Che cosa rappresenta Revelin oggi sul mercato?
È un’azienda super specializzata nel settore dell’intonacatura. Siamo stati pionieri per quanto riguarda la rifinitura dell’intonaco inventando la frattazzatrice, che ha fatto fare un salto di qualità per quanto riguarda il lavoro.
È una macchina che influisce positivamente sul rapporto fatica e produzione: la resa normale di un operatore era di circa 10-15 metri quadrati all’ora, noi li abbiamo portati a 50. E con risultati di finitura impareggiabili, perché ovviamente non c’era più a monte lo sforzo fisico, ma quello meccanico, che è costante e regolare.
Abbiamo anche lavorato su vari materiali per portarli ad avere una finitura quasi decorativa, sia a livello di parete, soffitto, sottofondi e pavimenti, sia per quanto riguarda la base cemento, base resine e molto altro.
Successivamente, abbiamo sviluppato delle macchine di grandezza media o piccole, delle intonacatrici 220 volt, per posare vari tipi di materiale, sia di finitura e non: un’altra novità assoluta per quanto riguarda il settore. E continuiamo su quest’onda.
Un plus insomma, rispetto alla concorrenza, poiché alcuni prodotti sono esclusivi…
Vero, ma è comunque una strada molto lunga, perché si rompono equilibri che molti non capiscono e non accettano. A volte ci sono risposte di orgoglio e rivalsa, per cui ci vuole molto tempo prima di affermarsi: un esempio lampante riguarda proprio l’applicatore.
Bisogna investire per molto tempo. Per uno dei miei prodotti, che ha fatto evolvere la posa dei cicli delle colle da cappotto, ci ho messo ben 16 anni. Forse i tempi all’epoca non erano maturi, poiché in questo settore c’è stata un’esplosione negli ultimi quattro o cinque anni.
Da dove nasce la capacità di innovare?
Le idee non hanno regole: o ci sono o non ci sono. Arrivano perché cerco di immaginarmi e capire quali possono essere i problemi, che cosa posso migliorare.
Sicurezza delle macchine: hanno delle certificazioni?
Sì, ma non solo. Oltre a rispettare tutte le normative, sono anche molto tutelate sotto profilo assicurativo: è un grosso investimento. Spesso le normative sono molto stringenti e non seguono la praticità del cantiere, bisogna stare attenti all’utenza, dove la vita fra le macchine è dura.
Come si instaura e com’è il rapporto con i rivenditori?
Offro sempre una continua consulenza e il rivenditore è supportato a 360 gradi. In cantiere cerchiamo di essere sempre presenti, soprattutto fisicamente. Riusciamo a prestare assistenza in giornata.
Fratazzatrice Rev super 48 volt
Quali sono le macchine più richieste e apprezzate dal rivenditore?
La frattazzartrice, che è il nostro core business. Poi, si seguono le esigenze del momento in base alle esigenze e alle richieste specifiche.
Mentre per quanto riguarda il noleggio?
Le macchine vengono noleggiate, ma non da noi. Tuttavia, spesso la pratica del noleggio viene vista come una comodità, sottovalutando la necessaria manutenzione: la macchina passa da molte mani ed è molto stressata, è sempre al limite poiché sempre in funzione. Bisogna quindi ricordarsi di farla rientrare alla casa madre per un check-up dopo un certo numero di noleggi.
Intonacatrice Rev Dry
Quali sono le macchine più noleggiate?
Le intonacatrici, le mescolatrici e quelle più piccole, anche se sono a rischio perché delicate.
Novità nel cassetto?
Sono in dirittura d’arrivo un paio nel settore dei sottofondi e degli intonaci, ma preferisco non svelare molto altro.
Nessun altro centro di ricerca offre una fotografia così ampia, esaustiva, approfondita del mondo dell’edilizia. I Bilanci delle Costruzioni, nella nuova edizione 2024, è il risultato di un lavoro che non ha paragoni. E proprio per questo è uno strumento indispensabile per chiunque operi in questo settore professionale. La pubblicazione realizzata quest’anno, poi, segna anche un record: nell’arco di tre anni gli sforzi del Centro Studi YouTrade hanno portato a raddoppiare il numero di imprese analizzate, passando dai 1.406 bilanci del 2019 fino a raggiungere i 2.975 di questa edizione, tra cui 1.011 relativi alla distribuzione.
I conti delle imprese al 2022, gli ultimi disponibili registrati alle Camere di commercio, inoltre, sono particolarmente significativi perché dipingono il quadro di un momento eccezionale, segnato dal boom del superbonus, ma anche dalle diverse strategie attuate per gestire l’abbondanza senza dimenticare il passato e progettare il futuro. In definitiva, l’analisi che accompagna le tabelle relative ai diversi comparti ha individuato una crescita del 23,2%, che nei fatti risulta ancora migliore rispetto al 25,1% registrata nel 2021, che era frutto del rimbalzo dopo i lockdown.
Ma, a parte le considerazioni di carattere generale sulla filiera, la maxi pubblicazione realizzata da Virginia Gambino Editore (oltre 400 pagine) è interessante proprio perché entra nel dettaglio delle diverse attività. Sono 24 le categorie produttive considerate, tra cui la new entry del servizi immobiliari per i condomini: acciaio e tondino, antisismica, arredo urbano e pavimentazioni esterne, ascensori, scale e tappeti mobili, attrezzature da cantiere, utensili, ferramenta e linee vita, cemento e calcestruzzo, chimica per l’edilizia, intonaci, climatizzazione, calore, accessori, drenaggio e trattamento acque, illuminotecnica, impiantistica elettrica, isolamento e impermeabilizzazione, laterizi, lattoneria, macchine da cantiere, piastrelle, pavimentazioni, rivestimenti, pitture e vernici, prefabbricati, presagomatori, sanitari e arredobagno, serramenti, porte, sistemi di chiusura, grigliati, sistema tetto e accessori, sistemi di fissaggio, altri materiali, della distribuzione di materiali edili, idrotermosanitari, elettrici, dei materiali per trattamento acque e drenaggio, dei gruppi e consorzi, della Gdo del settore brico, ferramenta, materiali edili e per la casa, gestione immobiliare.
Per tutte le categorie I Bilanci delle Costruzioni mette a disposizione tabelle con i risultati di bilancio passati ai raggi X: non solo fatturati, ma anche margini, liquidità e solidità finanziaria. Ne esce l’immagine di un settore in salute dove, tuttavia, non tutte le realtà presentano le stesse caratteristiche. Differenze che sono tutte da scoprire leggendo la nuova edizione dei Bilanci delle Costruzioni, non perdetelo!
Quest’anno, data la dimensione del lavoro, la pubblicazione sarà spedita a parte agli abbonati.
Consegna attestato partner da parte dell'agenzia Casaclima Boero
A Bolzano Boero ha presentato i sistemi di coibentazione termica a cappotto Boerotherm assieme al sistema di efficientamento termoacustico a secco con caratterizzazione antisismica Isolareflex.
A Klimahouse Boero ha presentato i sistemi di isolamento termico a cappotto Boerotherm e il sistema di isolamento termoacustico a secco con caratterizzazione antisismica Isolareflex.
Non solo: per l’occasione ha anche annunciato l’avvio della partnership con l’Agenzia per l’Energia Alto Adige–CasaClima, centro di competenza per l’efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia, sia per le nuove costruzioni che per la riqualificazione di quelli esistenti, riconosciuto non solo in Italia, ma sempre più anche a livello internazionale, con l’obiettivo di assicurare la qualità dei vari piani di lavoro e di accompagnare un progetto edile dalla A alla Z, per un alto livello di progettazione e di esecuzione.
Venerdì 2 febbraio, Boero ha infatti preso parte presso lo stand Casaclima al dibattito “Come mantenere l’efficienza. Focus: cappotto termico”, la tavola rotonda organizzata da Casaclima tra aziende esperte del settore per discutere e informare i visitatori su specifici aspetti di attualità relativi alla sostenibilità, all’efficienza energetica e al comfort degli edifici.
Lo stand Boero a Klimahouse
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Lo stand di Boero a Klimahouse
Lo stand di Boero a Klimahouse
Stand Boero
Soluzioni Boero
Per quanto riguarda i prodotti in mostra, i sistemi di isolamento termico a cappotto Boerotherm sono studiati per contenere, bilanciare e ottimizzare la dispersione del calore dagli edifici, una soluzione alle sempre più sentite necessità di risparmio energetico, efficienza termica e comfort abitativo del costruito.
Isolareflex è invece un sistema d’isolamento termico interamente a secco, in grado di garantire un complessivo miglioramento del comfort abitativo. È una soluzione con caratterizzazione antisismica per l’efficientamento energetico, che assicura vantaggi sia nella velocità e flessibilità della posa in opera, sia in termini tecnici e prestazionali.
Brevettato in Italia e in Europa e sottoposto a severi test, il sistema ha ottenuto la certificazione Eta, la marcatura Ce, risponde ai criteri ambientali minimi Cam ed è conforme ai requisiti di sicurezza antincendio.
Severi test
Isolareflex è stato testato presso il laboratorio dell’Itc del Cnr, che lo ha sottoposto alla prova di impatto del corpo molle e del corpo duro secondo l’Ead di riferimento 0901 19-00-0404.
Il sistema sottoposto a entrambe le prove non ha subito nessuna deformazione o fessurazione. Inoltre, ha eseguito la prova di resistenza per l’impatto da corpo duro, con sfera da 500g, 3000g, 1000g e 50g: categoria d’uso I.
Isolareflex può essere anche applicato per la riqualificazione energetica e la manutenzione di sistemi a cappotto esistenti, consentendo un rinnovo estetico dell’edificio senza dover affrontare gli oneri di rimozione, trasporto e smaltimento del cappotto preesistente.
Un altro aspetto riguarda la caratterizzazione antisismica: Isolareflex permette una riduzione del rischio tellurico, evitando il meccanismo di collasso legato al ribaltamento della tamponatura esterna attraverso una soluzione progettuale dotata di requisiti di rigidezza, resistenza e massa necessari a contribuire all’aumento delle capacità degli elementi costruttivi non strutturali di resistere alle azioni sismiche degli edifici esistenti in c.a., quali le tamponature esterne.
Massima resistenza
Tra gli altri aspetti tecnici, va ricordata l’elevata resistenza a carichi distribuiti: il dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi del Sannio (Benevento), ha esaminato le prestazioni statiche del sistema Isolareflex per definire il massimo carico statico uniforme sopportabile dalla doppia orditura di sostegno in acciaio del sistema prima del collasso.
Il test ha evidenziato che la massima resistenza a carico statico verticale è pari a: 0,625 kN/m² (con montante C15) e 0,375 kN/ m² (con montante C27).
La location del convegno Youtrade Sud a Lamezia Terme
L’impatto del Pnrr. Il declino del superbonus. Le grandi opere. E le previsioni positive per l’economia del Mezzogiorno. In più, previsioni congiunturali, digitalizzazione, talk show… Ecco che cosa ha offerto la giornata del convegno YouTrade sud a Lamezia Terme.
Non ci sono dubbi: con il ridimensionamento del superbonus, l’inizio della fase operativa del Pnrr e con i nuovi regolamenti europei in arrivo, per l’edilizia si apre una nuova fase.
È il momento di un check-up, seguito da una revisione degli obiettivi che sia supportato dalla scelta degli strumenti giusti per affrontare il mutato scenario. Naturalmente, il problema è come farlo.
Anche perché la risposta non può che essere una soluzione standard uguale per tutti. Al contrario, sono proprio le unicità nella filiera delle costruzioni a suggerire un approccio ragionato per una strategia tagliata su misura.
Ed è proprio questo l’obiettivo del II Convego YouTrade Sud, l’evento organizzato da Virginia Gambino Editore tenutosi il 21 marzo (con una cena di gala alla Tenuta delle Grazie) e venerdì 22 al T Hotel Lamezia (SS 280 dei Due Mari, 88040 Lamezia Terme, Catanzaro).
La location del convegno Youtrade Sud a Lamezia Terme
Relatori doc
Una giornata di lavoro proficua per chi lavora nel mondo della distribuzione edile, perché mai come in questo momento la conoscenza, le informazioni e le analisi offrono un vantaggio competitivo sul mercato.
Sapere muoversi per tempo è un binario obbligato per chiunque voglia conservare il proprio business e, a maggior ragione, abbia come legittimo programma un incremento dei margini.
Non a caso l’evento prevede l’intervento di un relatore d’eccezione come Lorenzo Tavazzi, Senior Partner at The European House Ambrosetti, che centrerà il suo contributo sullo scenario strategico in cui si troveranno a operare le aziende nei prossimi mesi e anni.
Oppure le testimonianze di Stanisław Gzik, owner e Mirosław Gzik, co-owner di Trans-Pal, un multipoint europeo che opera in Polonia.
Convegno Youtrade Sud
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Il pubblico al convegno Youtrade sud
Il pubblico al convegno Youtrade sud
La sala durante il convegno
La sala durante il convegno
Il contesto
D’altra parte, il contesto economico suggerisce di cogliere l’occasione. Tra i fattori che possono impattare positivamente sull’economia del Sud, per esempio, c’è il maxi progetto per il Ponte sullo Stretto che, quando sarà avviato, potrà mettere in moto investimenti non solo legati alla realizzazione dell’opera, ma anche la riqualificazione e ristrutturazione di ampie aree limitrofe.
Non a caso, secondo le analisi di Confindustria e Srm, centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, l’Indice sintetico dell’economia meridionale per il 2023, elaborato tenendo conto delle principali variabili macroeconomiche, è risultato in crescita per il terzo anno consecutivo, dopo il crollo registrato nel 2020 pandemico.
Il valore stimato per il 2023 è pari a 534,9, ossia 8,8 punti in più rispetto al dato dell’anno precedente. Le previsioni di crescita del Pil nel Mezzogiorno per il 2024, secondo questa analisi, sono di un ulteriore aumento dello 0,6%. E nel corso del convegno anche la congiuntura, con le previsioni per il 2024, sarà oggetto di una relazione curata dal Centro Studi YouTrade.
Soluzioni pratiche
Senza contare un’altra faccia del cambiamento: lo sviluppo delle tecnologie legate alla digitalizzazione. Non si tratta solo di teoria: durante l’evento sarà approfondito anche l’aspetto pratico legato all’utilizzo delle soluzioni più avanzate per ridurre i costi, migliorare la produttività e aumentare i margini.
A proposito di ricavi e di utili: la fase di cambiamento riguarda anche il modo di gestire le finanze aziendali. E anche di questo si parlerà nel corso del II Convegno YouTrade Sud.
Infine, vale la pena di sottolineare l’ampio spazio dedicato dal programma ai veri protagonisti della filiera dell’edilizia: distributori e produttori. A loro è riservata la voce durante talk show dedicati, in cui faranno valere le proprie ragioni e proposte. Sul prossimo numero di YouTrade saranno pubblicati i materiali emersi durante la giornata a Lamezia Terme.
Planitop Rasa&Ripara Zero e Planitop Rasa&Ripara R4 Zero sono soluzioni sostenibili, perché le emissioni di CO2
Innovazione e sostenibilità: le parole chiave per descrivere la malta Mapei, presentata con la nuova formula per Planitop Rasa&Ripara Zero.
Planitop Rasa&Ripara Zero e Planitop Rasa&Ripara R4 Zero sono soluzioni sostenibili, perché le emissioni di CO2
Planitop Rasa&Ripara Zero si rinnova
Planitop Rasa&Ripara Zero si rinnova con una nuova formulazione ideata per rispondere alle esigenze dei professionisti del settore. La malta tissotropica a presa rapida di Mapei è adatta per il ripristino e la rasatura di superfici in calcestruzzo, come travi, pilastri, solette, balconi, facciate e cornicioni ed è disponibile anche nella versione strutturale di classe R4.
Grazie al lavoro dei Laboratori di Ricerca Mapei, Planitop Rasa&Ripara Zero presenta oggi una formula innovativa che migliora la consistenza e l’adesione del prodotto durante l’applicazione, oltre a facilitarne l’applicazione ad alto spessore.
«Siamo partiti ascoltando le richieste del mercato e mettendo al centro gli applicatori per offrirgli un Planitop Rasa&Ripara Zero ancora più efficiente e capace di facilitare il loro lavoro, anche nella versione strutturale di classe R4. Volevamo che il prodotto fosse più lavorabile, in grado di aderire perfettamente al supporto e assicurare rapidità dando però il tempo necessario all’applicazione», così ha dichiarato Giulio Morandini, direttore linea edilizia Mapei.
Planitop Rasa&Ripara Zero e Planitop Rasa&Ripara R4 Zero sono soluzioni sostenibili
Soluzioni sostenibili
Planitop Rasa&Ripara Zero e Planitop Rasa&Ripara R4 Zero sono soluzioni sostenibili, perché le emissioni di CO2 sono compensate per l’intero ciclo di vita dei prodotti, e durevoli: le malte sono in grado di assicurare una elevata resistenza alla fessurazione, anche in presenza di sollecitazioni dinamiche indotte dalle normali condizioni di esercizio, così come evidenziato durante i test a fatica effettuati.
Le emissioni di CO2 misurate lungo il ciclo di vita di Planitop Rasa&Ripara e Planitop Rasa&Ripara R4 Zero della linea Zero per l’anno 2024 tramite la metodologia Lca, verificate e certificate con le Epd, sono state compensate con l’acquisto di crediti di carbonio certificati per supportare progetti di energia rinnovabile e protezione delle foreste. Un impegno per il pianeta, le persone e la biodiversità.
Visitatori a presa rapida per Gic, Giornate Italiane del Calcestruzzo e degli Inerti da Costruzione e Demolizione – Italian Concrete Days, ospitato da Piacenza Expo. Sono stati oltre 6 mila i visitatori che dal 18 al 20 aprile sono affluiti alla principale mostra-convegno a livello europeo dedicata alle macchine, alle attrezzature e alle tecnologie per la filiera del calcestruzzo, alla prefabbricazione, alla demolizione delle strutture in cemento armato, al trasporto e al riciclaggio degli inerti, alle pavimentazioni continue e ai massetti. Un’edizione record quella appena conclusa, che ha visto 263 espositori accreditati provenienti dall’Italia e dall’estero, 16 convegni e oltre 15 mila metri quadri di superficie espositiva.
“Il Gic è un appuntamento importante e di riferimento, dove si incontrano produttori di calcestruzzo, di macchinari, fruitori, clienti e progettisti”, commenta Alberto Truzzi, presidente di Assobeton. “Va quindi fatto un plauso al direttore Fabio Potestà, che ha messo in piedi una kermesse importante. Siamo felici di far parte di questo entourage e di avere ottime relazioni con il Gic, che è un’occasione per fare business e per fare cultura”.
“Questa quinta edizione è andata molto bene sia come numero di espositori italiani ed esteri, sia come numero di visitatori, che quest’anno è stato molto elevato. Tanto che supereremo ampiamente le 6 mila unità”, aggiunge soddisfatto Fabio Potestà, direttore di Mediapoint & Exhibitions, società organizzatrice del Gic. “La cosa importante è, poi, la qualità del visitatore: abbiamo fatto in modo di incoraggiare e stimolare la visita di operatori qualificati e questo c’è stato riconosciuto da tutti gli espositori”.
Zanutta | L'amministratore delegato Gianluca Zanutta all'inaugurazione del nuovo showroom di Milano
Zanutta | L’amministratore delegato Gianluca Zanutta all’inaugurazione del nuovo showroom di Milano
Zanutta continua a espandersi in Lombardia e apre un nuovo flagship store nel cuore di Milano, in piazza Sant’Ambrogio: uno spazio dedicato ai professionisti del settore e ai designer, dove è possibile trovare e scegliere con cura materiali di alta qualità e sempre più innovativi. Ma non finisce qua: si punta ad aprire altre 12 filiali.
Zanutta arriva al cuore di Milano
Zanutta | Il nuovo shop in piazza Sant’Ambrogio a Milano
In pieno centro a Milano, un nuovo flagship store, punto di riferimento per professionisti e architetti, in Galleria Borella 1, a due passi da piazza Sant’Ambrogio e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore
Zanutta | I materiali esposti nel flagship store
La nuova filiale nel capoluogo meneghino offre una vasta scelta di ceramiche, sanitari, rubinetterie, mobili per bagni e cucine, prodotti per la pavimentazione e rivestimento murale sia di interni che esterni e articoli di arredamento in genere. Ed è stata inaugurata proprio ieri, giovedì 18 aprile alle 18, nel cuore del Salone del Mobile. Il momento giusto, nel posto giusto: proprio in questi giorni Zanutta si è apprestato ad ospitare una serie di eventi a tema con fornitori d’eccellenza come Ceramica Fondovalle, Mafi e Bulbo legati a doppio filo con la settimana del Salone.
Un luogo dove i professionisti possono tornare
Presente all’inaugurazione del nuovo showroom Gianluca Zanutta, amministratore delegato del gruppo, che si è detto soddisfatto del nuovo ed esclusivo spazio.
Zanutta | Il nuovo flagship store nel cuore di Milano
«La sala mostra di piazza Sant’Ambrogio trova un punto di esposizione al piano terra e la materioteca al primo piano, ed è dedicato esclusivamente alle finiture. Abbiamo deciso di intervenire proprio in questo periodo poiché il Salone del Mobile raggruppa i maggiori professionisti dei settori interessati in questa città. Ero desideroso far conoscere questo punto vendita per far tornare i professionisti dove sono già stati. E’ a loro che lo spazio è dedicato: architetti, progettisti, designer. Possono trovare tutto quello di cui hanno bisogno, di diversi marchi, sempre di alta qualità. Un mix fra materiale nuovo e già conosciuto, presentando prodotti diversificati per dare un’alternativa valida. Questo spazio, inoltre, dà risalto a green e finiture, un connubio oggi indispensabile: il cliente ci chiede un ambiente confortevole, sostenibile, emozionale. Siamo qui per esaudire questi desideri».
Zanutta | L’inaugurazione del nuovo flagship store
L’espansione, inoltre, continua.
«L’obiettivo è continuare a dare una forte specializzazione del settore ampliando la scelta per tutta la filiera dell’edilizia. Il mercato di Milano è affollato, ma noi siamo riusciti a ritagliarci il nostro spazio perché tutti sanno che Zanutta non è solo un nome, ma anche una garanzia. Il cliente è consapevole che con noi può trovare un feeling, un dialogo e un rapporto che è destinato a durare nel tempo, dove la qualità non è secondaria. Ci stiamo sviluppando in Lombardia e in Piemonte, la A4 è il nostro filo conduttore. Le novità e le aperture intervenute nell’ultimo periodo non si fermano, siamo in trattativa per aprire altri 12 punti vendita».
Zanutta | L’inaugurazione del nuovo flagship store in piazza Sant’Ambrogio, da sinistra Gianluca Zanutta e Federico Nessi, amministratore di Eternedile
Opere di design, ci pensa Bulbo
Creare un progetto unico ed esclusivo è la missione. Per questo ci pensa Matteo Coppelli, designer e titolare di Bulbo, che ha iniziato la collaborazione con Zanutta proprio in questi giorni e ha esposto le sue lastre nell’esclusiva location.
Matteo Coppelli, designer e titolare di Bulbo
«Sono entrato nel novero dei fornitori Zanutta all’interno di questa prestigiosa vetrina con l’idea di creare un progetto che si differenziasse. Decoro lastre come terzista per i top player ceramici da molto tempo, due anni fa ho voluto fare qualcosa di diverso poiché ho percepito un limite forte nel mondo della decorazione. Così è nato Bulbo, dove interpretiamo il progetto lastra-ceramica come se fosse carta da parati, ma sul gres. Con la misura della parete che riceviamo, riproponiamo il disegno sulla lastra. Grazie a questa intuizione operiamo in diversi settori, permettendo ai professionisti di rivestire gli ambienti in maniera completa e innovativa, con un concetto di mondo della ceramica che guarda lontano, sempre più vicino al design, al lusso e alla modernizzazione».
Quali sono le strade della lattoneria per il 2024? Per scoprirlo, basta leggere il nuovo numero di Lattoneria, la rivista realizzata da Virginia Gambino Editore per l’associazione Pile. E proprio il resoconto dell’ultima assise dei Produttori e Installatori di Lattoneria Edile svela le strategie che intendono seguire i soci, ma che sono anche le direttrici su cui si muove l’intero settore. Accanto al resoconto dell’attività portata a termine nella scorsa stagione, Pile ha annunciato stimolanti novità, che passano attraverso il percorso formativo, con la definizione normativa dell’attività perseguita negli scorsi anni e ora giunta al traguardo. Ma non solo. Per la lattoneria si profila anche una fiera interamente dedicata al mondo dell’involucro edilizio, i cui contorni sono già definiti e descritti in un altro articolo del periodico. Ed infine, il primo Convegno Nazionale dei Lattonieri (Villa Quaranta, 5-6 dicembre 2024), che si preannuncia come un momento importante per definire le strategie delle imprese.
Ancora: il nuovo numero di Lattoneria esamina uno scenario macro in cui è analizzato un aspetto che riguarda da vicino la materia prima, in particolare la speculazione sul nichel, metallo essenziale per realizzare la lega di acciaio. Inoltre, il magazine pubblica un’approfondita analisi sulle aziende del settore realizzata dal Centro Studi YouTrade: comprende i dati di bilancio delle imprese, comprensivi di indicatori finanziari tra le maggiori 48 aziende della lattoneria.
Infine, accanto alle case history sui migliori lavori realizzati dalle imprese, il nuovo numero del periodico pubblica anche uno speciale dedicato a uno dei prodotti di punta: le lamiere grecate. Un motivo in più per non perdersi il nuovo numero di Lattoneria.