Virgola No-Drop Touch rappresenta un’ulteriore evoluzione della cappa interno pensile Virgola, da sempre uno dei modelli Falmec più apprezzati sia dal mercato italiano sia a livello internazionale.
Controllo Touch
La cappa è stata migliorata integrando un controllo touch direttamente nella veletta apribile consentendo, così, l’accesso alle varie funzioni senza aprire l’anta del pensile.
La cappa è dotata di 4 velocità di aspirazione (3 + Boost) e dell’illuminazione Led dinamica e dimmerabile, per una luce modulabile sia nella tonalità sia nell’intensità.
Inoltre, può contare su un potente motore da 800 m3/h e – nella sua versione filtrante – sugli speciali filtri rigenerabili, di lunga durata Carbon.Zeo, che grazie alla loro composizione e struttura, migliorano la performance di filtrazione, consentendo una manutenzione davvero semplice. La profondità della veletta è stata inoltre maggiorata, per consentire un’ottimale protezione dell’anta e la cattura dei fumi anche in corrispondenza di mobili con basi più profonde, in linea con le attuali tendenze.
Cattura tutti i vapori
Virgola No-Drop Touch, così come gli altri modelli dotati della tecnologia No-Drop, è dotata di una batteria di filtri in tecnopolimero a lame incrociate, studiate per catturare i vapori, che scivolano lungo un canale inclinato, per poi essere raccolti in seguito in un collettore svuotabile ed estraibile.
Quest’ultimo può essere pulito facilmente utilizzando un panno morbido, mentre i filtri sono sganciabili per effettuare il lavaggio anche in lavastoviglie.
Questa tecnologia risolve definitivamente il fenomeno del gocciolamento di liquidi di condensa durante la cottura, intensificato con l’utilizzo di piani a induzione. Dispongono della stessa tecnologia – molto apprezzata anche nei mercati stranieri –- i modelli Gruppo Incasso e Plane con il suo moderno design “T-shape”.
Per soddisfare le diverse esigenze di stile e dimensione, Virgola No-Drop Touch può essere richiesta nelle versioni acciaio inox finitura scotch brite o verniciato nero, e nelle misure 60, 75, 90 e 120 cm.
Gruppi e consorzi: un pilastro della distribuzione per l’edilizia in Italia. Ma anche una realtà in movimento, con processi di aggregazione e di evoluzione tecnologica, oltre che di gestione. Una esaustiva fotografia del panorama di questa ampia fetta del sistema rivendite è al centro del nuovo numero di YouTrade.
La rivista leader nella distribuzione di materiali per edilizia realizzata da Virginia Gambino Editore propone un grande dossier con schede, interviste e analisi sul mondo di gruppi e consorzi. Un’occasione unica per comprendere che cosa fanno e che cosa progettano le aziende coinvolte nelle costellazioni distributive sempre più importanti per l’edilizia.
Il nuovo numero di YouTrade luglio e agosto è particolarmente corposo, ma è una lettura, anche piacevole, che può accompagnare chi si prepara a qualche giorno di riposo. Per esempio, il periodico pubblica una interessante inchiesta sull’emergenza abitativa. Non si costruisce abbastanza? Quali sono i progetti e le tecniche per arrivare a un affordable housing, cioè edifici residenziali a prezzo accessibile, ma allo stesso tempo di qualità? Rispondono, in una serie di interviste, operatori di imprese di costruzione e progettazione.
Ancora: un tema di attualità pervasivo è quello dell’intelligenza artificiale che, forse sorprendentemente, negli Usa inizia a essere utilizzata nel mondo dell’edilizia. Un articolo spiega in che modo.
Questo numero del magazine conta più di 300 pagine e contiene tanti articoli interessanti. Ma non si può tralasciare una citazione allo speciale dedicato ai laterizi, un settore che sta vivendo un periodo di riscossa dopo qualche anno di stop, anche grazie alle nuove soluzioni individuate dai produttori per rivitalizzare un materiale così tradizionale.
Infine, il nuovo numero di YouTrade si presenta in versione doppia: assieme alla rivista propone un supplemento dedicato al drenaggio, un settore che (anche grazie al cambiamento climatico) è diventato sempre più centrale per il territorio, oltre che per il business.
Dossier: Gruppi e Consorzi sotto la lente Inchiesta: il mercato chiede più Social Housing Tecnologia: Intelligenza Artificiale in rivendita Speciale: laterizi prestazionali Speciale: trend favorevole per le porte Supplemento: speciale drenaggio
Geoplast: design e prestazioni con Acquabox Emergenza territorio: strategie per gestire l’acqua Il mercato: pioggia di utili per le imprese Europa: i programmi per l’idrogeologico
Qualche tappo di champagne ha solcato l’aria a fine luglio, quando Istat e Eurostat hanno pubblicato i dati relativi allo stato di salute dell’economia italiana ed europea. In effetti, una crescita del Pil dello 0,7% sull’intero 2024 è meglio rispetto a molte previsioni pessimistiche di inizio anno. Ma se il governo (come tutti i governi) è ottimista per obbligo istituzionale, non bisogna nascondere che il bicchiere mezzo pieno è allo stesso tempo mezzo vuoto.
Lavori in cantiere
La buona notizia è che nel secondo trimestre dell’anno l’attività economica ha rallentato, ma senza fermarsi. Anche se non bisogna nascondere che l’Italia cresce molto meno della Spagna e comunque meno della Francia. Ma, con una certa soddisfazione, c’è chi a Roma ha sottolineato come la Germania sia messa peggio, con un misero +0,2% rispetto al primo trimestre. Eppure, la notizia dovrebbe preoccupare: la Germania è il primo partner italiano per le esportazioni, che lo scorso anno hanno raggiunto i 77,5 miliardi. Dunque, se i tedeschi spendono e producono meno, riducono anche gli acquisti e per l’Italia sono guai. Lo sottolinea Confindustria: il Centro studi dell’associazione delle imprese ha lanciato un allarme per il netto calo del fatturato: -1,6% a giugno, in base al Real Time Turnover Index. Diminuzione che segue quella di maggio anche se, considerando i primi sei mesi, la dinamica nel complesso è positiva. Il Centro Studi di Confindustria sottolinea anche che la flessione di giugno è diffusa in tutte le aree, ma più contenuta nel Nordest e al Sud.
A questi dati si devono aggiungere due considerazioni. La prima è che lo 0,7% è stato ottenuto anche grazie alla spesa pubblica, cioè ai cascami del superbonus, che ha fatto sentire ancora il suo effetto nei primi mesi dell’anno, visto che ha attivato nuovi lavori per oltre 20 miliardi di euro. Grazie all’edilizia, insomma, il governo potrebbe alla fine centrare a fine anno l’obiettivo della crescita dell’1%, anche se allo stesso tempo ha provveduto a smontare il meccanismo degli incentivi fiscali. La seconda considerazione, meno esaltante, riguarda l’ossatura dell’economia italiana, che è e resta manifatturiera. Ma proprio le imprese produttrici scontano oggi un forte gap nel costo dell’energia. È un problema che riguarda da vicino anche la filiera dell’edilizia: chimica, materiali edili, ceramica, lavorazioni dei metalli, packaging, cemento, laterizi sono tutte attività energivore. Queste imprese non solo hanno a che fare con l’inevitabile rallentamento dell’edilizia dovuto allo stop dei bonus, ma devono anche fare i conti con un costo dell’elettricità che a giugno era del 42% più alto rispetto alla Germania, del 174% maggiore che in Francia e dell’84% più che in Spagna. Secondo un’analisi, le circa mille fonderie che forniscono metalli industriali, rispetto a un anno fa hanno perso un decimo del fatturato. In compenso, il Pil è spinto dal turismo e dai servizi. Ma i turisti, come insegna la storia, vanno e vengono secondo mode, disponibilità e congiunture, senza contare le tensioni internazionali. Insomma, le buona notizie squillate sui giornali non devono far dimenticare le zone d’ombra dell’economia: l’ottimismo cieco può essere più pericoloso dell’endemico pessimismo.
Non ci sono solo i produttori di isolanti a registrare un rallentamento del business provocato dallo stop al superbonus. Anche la domanda di ponteggi fa i conti con l’addio all’incentivo.
Secondo i dati di Unicmi, il settore aveva un valore stimato di 200 milioni in termini di produzione nel 2019, cifra arrivata a triplicare oltre quota 600 milioni nel 2022.
Il settore vive un pesante downgrade: se non è l’inferno, è almeno un amaro purgatorio. I produttori lamentano una precipitosa discesa degli ordini di circa un terzo rispetto agli anni passati. Il noleggio di ponteggi soffre meno rispetto alla domanda di acquisto, ma la previsione riduce le aspettative per l’anno in corso al livello del 2019, prima del boom dettato dal superbonus.
Non è crisi, ma un pesante stop sì. Per venditori e noleggiatori di ponteggi la speranza sono adesso le opere legate al Pnrr, ma solo in parte, perché i lavori (quelli che non sono stati cancellati dalla revisione del governo) non prevedono molte opere di riqualificazione, anche se abbondano quelli legati alle infrastrutture.
Certo, all’orizzonte c’è la direttiva europea Case green, che potrebbe ridare impulso ai lavori sulle facciate legate alla coibentazione degli edifici.
Il nuovo Parlamento europeo e la rinnovata Commissione Ue possono però ripudiare quanto già deciso, semplicemente spostando in avanti i termini entro cui rendere meno energivori gli edifici in classe G.
In aggiunta, c’è un altro problema che interessa la categoria: l’evoluzione degli aspetti normativi che, secondo gli operatori, lasciano le aziende nell’incertezza.
Il problema è la gestione delle autorizzazioni ministeriali per i ponteggi, che è gestita dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Il dicastero è da anni condizionato da carenze organizzative e da una confusione tecnico normativa.
Ci vuole una nuova edizione della norma tecnica, ma i tempi si allungano e la revisione del testo non arriva.
Secondo Unicmi, è necessaria una modifica del decreto in vigore per introdurre un sistema di enti terzi accreditati che possano rendere i percorsi delle imprese più certi e rapidi. Ed è anche da migliorare il numero di laboratori di prova, oggi inadeguato.
Un nuovo e importante passo in avanti lungo la strada tracciata dai binari della sostenibilità e del risparmio energetico per RDZ, colonna portante in Italia nei sistemi radianti di riscaldamento e raffrescamento, in continuità con il solco tracciato da importanti scelte normative, politiche ed economiche promosse dall’Unione Europea per la lotta al cambiamento climatico.
In un momento storico in cui il riscaldamento globale si configura come una realtà di fatto, il comfort estivo all’interno delle abitazioni diventa sempre più un elemento imprescindibile.
RDZ, da anni, propone l’utilizzo degli impianti di raffrescamento radiante per i noti vantaggi in termini di comfort, silenziosità, salubrità degli spazi e risparmio energetico.
La novità di RDZ
Proprio in questo contesto si inserisce una delle ultime novità di RDZ: l’abbinamento di un collaudato deumidificatore a parete, il modello RNW, conosciuto per le sue eccellenti prestazioni, con un nuovo gas ecologico che ha un impatto ambientale nullo.
L’R290 è un refrigerante naturale negli ultimi tempi al centro dell’interesse dei player del settore, anche in risposta alle nuove sfide imposte dall’accelerato phase-down degli HFC e sulle sostanze dannose per l’ozono (ODS). Il gas R290 ha un GWP (Global Warming Potential) pari a 0, confermandosi come reale scelta ecologica.
I deumidificatori della serie RNW sono unità per la deumidificazione estiva pensati per l’abbinamento con gli impianti radianti di raffrescamento a pavimento o a soffitto, progettati per offrire un funzionamento corretto e ottimale dell’intero impianto. Previsti per l’installazione verticale a parete o canalizzabile orizzontale a controsoffitto, sono specifici per il settore residenziale e disponibili in diverse taglie per soddisfare le necessità di ambienti di molteplici dimensioni.
RNW 200P
RNW 200 P è un’unità di deumidificazione per installazione a parete, a incasso o da esterno in base agli accessori, composta da circuito frigo, ventilatore centrifugo e batterie di pre e post trattamento da alimentare con acqua refrigerata.
Caratterizzato da una portata d’aria pari a 200 m³/h e una portata acqua a 15 °C di 240 l/h, ha una capacità di deumidificazione di 24 l/g (26 °C UR 65%). Gemellare in termini di dimensioni, prestazioni e accessori è RNW 200 PI, l’unità di deumidificazione a parete con una integrazione estiva pari a 860 W.
L’impiego del nuovo gas R290 in sostituzione del R134a, per questi due modelli della gamma RDZ, rappresenta un ulteriore passo avanti nel combinare efficienza energetica e sostenibilità ambientale, fornendo soluzioni avanzate che rispondono alle sfide climatiche attuali e future.
Con l’introduzione di questa innovazione, RDZ continua a porsi all’avanguardia nel settore, offrendo prodotti che non solo migliorano il comfort abitativo ma contribuiscono anche a un futuro più sostenibile.
LG Electronics (LG) annuncia l’arrivo sul mercato italiano dei nuovi modelli di LG ArtCool Gallery, il climatizzatore con design personalizzabile che combina perfettamente stile e prestazioni.
Disponibile su LG Online Shop e presso l’ampia rete di installatori e distributori partner di LG, il nuovo climatizzatore LG debutta in Italia dopo la sua presentazione in anteprima in occasione di Mostra Convegno Expocomfort (Mce) di marzo 2024.
Concept personalizzato
Il nuovo LG ArtCool Gallery rinnova il concept di personalizzazione su cui si basava anche il suo predecessore: come il modello precedente, può essere utilizzato come elemento di arredo grazie al pannello frontale in cui è possibile inserire la propria immagine o fotografia preferita; quest’anno LG ha portato ancora oltre questo concetto, introducendo anche un modello dotato di schermo Lcd da 27 pollici.
Schermo Full Hd
Il luminoso schermo Full HD, racchiuso da una cornice semplice e raffinata, trasforma il climatizzatore in una vera e propria opera d’arte.
Grazie all’integrazione con l’app LG ThinQ, l’utente può personalizzare il contenuto visualizzato sullo schermo, scegliendo da una galleria di 55 immagini, sfondi e opere d’arte rinomate, oppure può selezionare fino a 20 foto sul proprio smartphone per vederle comparire sullo schermo Lcd. Quando non utilizzato per la riproduzione di foto o video, il display offre una comoda dashboard con informazioni utili come il meteo, l’orario e la gestione delle impostazioni del dispositivo come la modalità operativa, la temperatura e livello di umidità in ambiente e il monitoraggio dei consumi energetici.
Inoltre la funzione Screen Mirroring permette di condividere lo schermo dello smartphone sul display del condizionatore per vedere i propri contenuti preferiti. Il climatizzatore integra inoltre due altoparlanti da 5W che, attraverso l’app LG ThinQ, possono riprodurre i propri brani preferiti trasformando il mood di ogni stanza della casa con un semplice tap.
Prestazioni eccellenti
Oltre a integrarsi perfettamente con l’arredo di tutta la casa, LG Articolo Gallery offre le prestazioni eccellenti che hanno rese celebre LG nel campo della climatizzazione. Il nuovo climatizzatore è infatti dotato dell’avanzato compressore DUAL Inverter, garantito 10 anni, che garantisce silenziosità ed efficienza energetica, tanto che può ridurre il consumo di energia rispetto ai condizionatori residenziali convenzionali.
La sua forma quadrata permette a LG ArtCool Gallery di distribuire il flusso d’aria in 3 direzioni – ai lati e nella parte inferiore – per offrire una brezza uniforme e rinfrescante in ogni angolo della stanza; i deflettori nascosti sui lati evitano inoltre sgradevoli getti d’aria indiretti.
Auto Clean+
La funzione Auto Clean+ asciuga automaticamente l’umidità all’interno del condizionatore, dopo il suo funzionamento, per verificare che sia sempre pulito mentre la funzione Freeze Cleaning permette di ridurre i contaminanti ripetendo il processo di congelamento, scongelamento e asciugatura dello scambiatore di calore all’interno dell’elettrodomestico per rimuovere batteri, polvere e detriti che possono causare odori sgradevoli.
«LG ARTCOOL Gallery è una vera novità nel mondo della climatizzazione grazie alla sua capacità di coniugare innovazione e stile: da un lato integra le nostre tecnologie più evolute per il comfort climatico; dall’altro trasforma gli ambienti in spazi accoglienti e personalizzabili», ha dichiarato Gianluca Figini, Air Solution Sales Director di LG Electronics Italia.
È un bilancio positivo quello dei primi sei mesi del 2024 per il Gruppo BigMat, come emerso dall’assemblea annuale che a giugno ha riunito i suoi 157 soci. Tra di loro anche quattro nuove aziende entrate nella prima metà del 2024 all’interno della compagine BigMat che oggi conta 242 rivendite in 19 regioni.
Ad accumunare questi imprenditori, la scelta di entrare in BigMat aderendo a un progetto imprenditoriale che sostiene e sollecita tutte le corde strategiche di un’azienda: politica commerciale, comunicazione e marketing, formazione, realizzazione di nuovi format, strategia di sviluppo del mercato, sempre mantenendo la propria indipendenza imprenditoriale e beneficiando della forza del Gruppo a livello nazionale ma anche internazionale.
Perché l’imprenditore sceglie BigMat
«L’imprenditore sceglie BigMat e BigMat sceglie imprenditori lungimiranti e dall’approccio consortile, che sanno stare in Gruppo e che fondano la loro attività su serietà aziendale e commerciale potendo contare su un fatturato e un contesto aziendale sano – sottolinea Matteo Camillini, direttore BigMat Italia e International – Aziende che sono punti di riferimento per il territorio o hanno le potenzialità per esserlo grazie anche al nostro supporto. Non conta la dimensione del network, che è fine a sé stessa, ma piuttosto la qualità della rete».
Le new entry
Condivisione, spirito di Gruppo e imprenditorialità innovativa sono le caratteristiche delle quattro new entry nel Gruppo: Lana Edilizia in Piemonte, Ecos e Amore Legnami nel Lazio e Lapis in Umbria.
BigMat Lana Edilizia
In Piemonte si trova BigMat Lana Edilizia di Piedimulera (VB): azienda storica ma dallo spirito giovane che nel 2024 è entrata a far parte di BigMat. Sono, infatti, trascorsi oltre 60 anni da quando Armando Lana avviò una produzione di piastrelle e poi negli anni ‘70 la rivendita di materiale edile.
Guidata fino al 2012 da Marco Lana, figlio di Armando, e oggi interamente gestita dal nipote Emanuele, l’attività è giunta alla terza generazione ed è un punto di riferimento per la provincia Verbano Cusio Ossola.
Con un fatturato di 2,2 milioni di euro nel 2023, BigMat Lana Edilizia è cresciuta nel tempo: «Il nostro target è composto per il 90% da professionisti e imprese, il core business è l’edilizia pesante ma per il futuro pensiamo a un ulteriore sviluppo dell’offerta» spiega Emanuele Lana.
BigMat Lana Edilizia
Il punto vendita si estende su 5mila mq di piazzale, 800 mq di capannone e altri 120 mq di esposizione e uffici; dove si trovano materiali per l’edilizia, in particolare per le coperture, utensileria, attrezzature da cantiere, ferramenta e idraulica ma anche pavimenti per esterni, rivestimenti e arredi da giardino.Lo staff è composto da sette persone che si occupano di consulenza tecnica pre e post-vendita e consegna.
L’anima consortile di BigMat e il confronto con gli altri soci sono stati per Lana Edilizia una piacevole conferma: «Il rapporto con gli altri soci è uno dei plus che sto più apprezzando, è un piacere poter dialogare con altre realtà imprenditoriali, anche più grandi, e scambiarsi opinioni e consigli. Dal confronto nascono progettualità interessanti, un legame sano e costruttivo tra imprese che scelgono di condividere obiettivi e strategie».
BigMat Ecos
Si trova a Formello, accanto al Parco Naturale di Veio, zona Roma Nord, il punto vendita di BigMat Ecos: un’azienda ad alta percentuale di giovani e piena di entusiasmo che ha scelto BigMat per consolidare la posizione nella distribuzione edile e continuare a crescere.
Guidata da Manuel Fabrizi, Domenico Disabato e Andrea Tedeschi BigMat Ecos oggi raggiunge i 4,5 milioni di fatturato ed è uno dei punti di riferimento per la zona di Roma Nord e limitrofe.
BigMat Ecos
Nel negozio di 800 mq coperti e 12mila mq esterni, si trovano oltre 10mila prodotti tra materiali edili, termoidraulici, elettrici, ferramenta e colore. «I nostri clienti sono per il 70% imprese e per il 5% professionisti e artigiani a cui si aggiunge anche un 25% di privati», spiega Fabrizi.
Sono 12 i dipendenti che si occupano di consulenza tecnica pre e post-vendita e consegna dei materiali. Tra i servizi aggiuntivi anche lo smaltimento dei rifiuti da cantiere in sinergia con la società ecologica di loro proprietà, attiva dal 1998. L’obiettivo è strutturare l’attività e specializzarsi, per farlo ha scelto il supporto del Gruppo: «Ci è piaciuta subito la struttura consortile di alto livello, i servizi, la proattività, le iniziative e il confronto con altri soci ma anche la notorietà dell’insegna e la possibilità di accedere a convenzioni con nuovi partner per specializzarci nel ramo dell’edilizia».
Nell’immediato futuro BigMat Ecos vede proseguire la sua crescita grazie anche a nuove risorse da inserire nello staff e all’implementazione di nuovi format come BigRent per il noleggio professionale.
BigMat Amore Legnami
A circa 50 km di distanza e vicino alla costa, si trova BigMat Amore Legnami, realtà specializzata nel legno che ha scelto BigMat per sviluppare il business dell’edilizia.
«I tuoi progetti… la nostra passione!» è il motto dell’azienda che da 40 anni è un punto di riferimento nella zona di Acilia – Dragona (RM).
Oggi guidato dai fratelli Anna e Roberto Amore, il punto vendita comprende la falegnameria, la zona di vendita coperta da 3mila mq e lo showroom di 2mila mq dove si trovano prodotti per costruire e ristrutturare. Il core business di BigMat Amore Legnami è il settore del legno e dell’arredo, da interno ed esterno e su misura, ma nel tempo ha sviluppato anche altri comparti: edilizia pesante, ferramenta, idraulica ed elettricità, porte e finestre, scale da interno, parquet e laminati, finiture, arredobagno, pavimenti, rivestimenti e termoarredi.
BigMat Amore Legnami
Sono circa 50 i membri dello staff che si occupano di supportare i clienti: l’assistenza pre e post-vendita è affiancata da un servizio di progettazione grazie alla presenza nel team di un architetto, un ingegnere e un geometra.
«Vogliamo ampliare ulteriormente il ramo edile dell’azienda e per farlo ci siamo affidati a BigMat che può offrirci una struttura centrale e un’organizzazione solida per essere ancora più competitivi nel mercato dell’edilizia e intercettare nuovi clienti, restando fedeli alla nostra essenza», spiega la titolare Anna Amore.
BigMat Lapis
Infine, nel territorio eugubino-gualdese opera BigMat Lapis: realtà giovane della fascia appenninica ma con alle spalle una consolidata expertise. Nata nel 2020 dall’intraprendenza di quattro fondatori (Gianluca Ranghiasci, Andrea Cappannelli, Mirko Marchi e Matteo Casagrande) e con un fatturato in crescita (+15%), l’azienda sceglie di fare un passo avanti per aumentare visibilità e specializzazione. Nei 5.000 mq totali del punto vendita a Fossato di Vico (PG), a pochi minuti da Gubbio e da Gualdo Tadino, imprese edili, artigiani, professionisti dell’edilizia ma anche architetti, interior designer e privati trovano tutto il necessario per i loro progetti.
BigMat Lapis
Nella rivendita edile è disponibile un’ampia selezione di materiali edili, ferramenta e colore, mentre nell’adiacente showroom si trovano le finiture per gli interni.
«Il nostro obiettivo è confermarci nel mercato dell’edilizia, dell’arredamento e dell’arredobagno. Associarci a BigMat va in questa direzione, vogliamo sostenere lo sviluppo del nostro business grazie ai servizi offerti dal Gruppo, alla formazione, alla forza del brand, alla selezione di partner e marchi e agli interessanti accordi commerciali», raccontano i fondatori.
Il team di otto persone si occupa di consulenza pre e post-vendita, sopralluogo e progettazione, posa e montaggio.
Tecnomat si propone come partner ideale per la realizzazione di un ambiente bagno completo, offrendo una vasta gamma di soluzioni che coniugano estetica, funzionalità e innovazione. Oltre 4mila prodotti tecnici certificati e di design, delle migliori marche a prezzi meno cari, per trasformare il bagno in un’oasi di benessere.
Dai pavimenti e dai rivestimenti in gres porcellanato fino alla fornitura di sanitari, vasche, chiusure e piatti doccia e accessori, Tecnomat è il partner ideale e il punto di riferimento nel mondo dei materiali tecnici per piccoli e grandi cantieri.
L’azienda vanta un’ampia selezione di soluzioni dal design ricercato e moderno, in grado di adattarsi a qualsiasi stile e metratura.
Dai mobili sospesi alle vasche freestanding, dai sanitari di design e con sistemi di scarico idrici efficienti, ai box doccia eleganti con riduttori di flusso, che permettono di ridurre significativamente i consumi di acqua ed energia, ogni punto vendita offre, in un unico luogo, un’ampia gamma di soluzioni complete e in pronta consegna, per creare un bagno che sia allo stesso tempo esteticamente appagante, altamente funzionale e rispettoso dell’ambiente.
Tecnomat mette a disposizione dei propri clienti un team di esperti qualificati in grado di fornire una consulenza personalizzata per la scelta dei prodotti più adatti. L’azienda offre inoltre un servizio di progettazione e assistenza post-vendita per garantire un’esperienza unica.
Pavimenti e rivestimenti:
Squere: una collezione di pavimenti in gres porcellanato in quattro tonalità – Greige, Grey, Dark e White – che si distingue per il suo design elegante e moderno, perfetto per ambienti sia classici che contemporanei.
Wolf: una serie di pavimenti in gres porcellanato effetto legno, disponibile nelle varianti Grey e White, che dona calore e naturalezza all’ambiente bagno.
Elite: una linea di pavimenti in gres porcellanato di grande formato, disponibile nei colori Cold e Black, che si caratterizza per la sua resistenza e raffinatezza.
Tecnomat | Pavimenti in gres
Sanitari:
Giulietta: una linea di sanitari sospesi dal design essenziale e moderno, che comprende vaso, bidet e copriwater.
Lara: una serie di sanitari filo muro, dotati di tecnologia senza brida per un maggiore igiene, che include vaso, bidet e copriwater.
Tecnomat | La vasta gamma di sanitari
Docce e vasche:
Nature: un piatto doccia in ceramica rettangolare dalle linee semplici e moderne, disponibile in diverse misure.
Venus: una cabina doccia completa di porta e pannello fisso, realizzata in cristallo temperato da 6 mm, che garantisce sicurezza e comfort.
Vittoria: una vasca da bagno freestanding in acrilico dalle forme morbide e avvolgenti, perfetta per creare un’atmosfera rilassante.
Visita all'impianto Heidelberg Materials di Castrovillari (Cosenza)
Le dinamiche dell’edilizia al Sud, un percorso verso la decarbonizzazione dell’industria del cemento, le opportunità per la distribuzione edile: Heidelberg Materials, con la collaborazione di YouTrade, ha deciso di affrontare questi temi in un roadshow che tocca i siti produttivi italiani del gruppo. Un’occasione per comprendere e migliorare il rapporto tra produttore e distributore, ma anche un’opportunità per aggiornare le competenze e la propria crescita professionale. Ed è quanto avvenuto a Castrovillari, vicino a Cosenza, dove sorge un impianto del gruppo (che in Italia ha rilevato lo storico brand Italcementi). Attorno a un tavolo si sono trovati, Massimo De Tomaso, Plant production coordinator dell’impianto Heidelberg Materials a Castrovillari con i colleghi Francesca Proietti, Michele Vassallo, Luigi Esposito e Vincenzo Gallo della direzione commerciale assieme a un panel di distributori locali composto da Massimo D’Ingianna, titolare Edilgarden di Castrovillari; Massimo Fontana, titolare di Fontana – Gruppo Made a Cetrara (Cosenza); Rocco Alfano, ad di BigMat Alfano ad Amantea (Cosenza); Massimiliano Margiotta, presidente Consorzio Rivass di Catanzaro; Paolo Coschignano, titolare di Crt di Corigliano (Cosenza), Virginia Gambino, editore di YouTrade, e Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi della rivista leader per la distribuzione edile.
Visita all’impianto Heidelberg Materials di Castrovillari (Cosenza)
Numeri e proposte
L’evento è stato denso di numeri, prospettive, previsioni dell’edilizia, ma anche un’opportunità per un aggiornamento sulla politica di investimenti di Heidelberg Materials, che sta spingendo verso la sostenibilità dei propri impianti produttivi e dei propri prodotti. Il confronto è risultato utile e il roadshow di Heidelberg Materials con i distributori proseguirà con altre tappe in Sicilia, Lombardia, Sardegna e Lazio. Obiettivo: dare voce alle rivendite insomma, cercare strategie comuni, capire come trasmettere al cliente il valore aggiunto di Heidelberg Materials, presentando i prodotti sempre più sostenibili. Ma questo traguardo convince i rivenditori e, soprattutto, il cliente finale? Secondo i presenti alla tavola rotonda, ci sarebbero azioni da mettere in atto e la prima è proprio iniziare a fare una formazione diffusa. Guidati dalla moderazione di Virginia Gambino, i rivenditori presenti a Castrovillari hanno parlato con chiarezza e sincerità ai rappresentanti del colosso della produzione di cemento: il valore aggiunto viene percepito, ma bisogna insistere a livello di conoscenza e di formazione culturale.
La relazione di Federico Della Puppa
Investimenti e impegno
La sostenibilità non è solo di uno slogan, ma di un impegno concreto che si è tradotto con investimenti miliardari, studi e ricerche di ore, giorni, settimane e anni, per cambiare rotta, per essere diversi e compatibili con l’ambiente. Un’esigenza sociale che il colosso del cemento ha ben compreso. L’obiettivo di Heidelberg Materials è ambizioso: dopo il rebranding, il traguardo è diventare carbon neutral entro il 2050. La gamma dei prodotti e dei servizi di Heidelberg Materials si sta evolvendo per guidare la trasformazione del settore. Il nuovo marchio, rappresentativo, incisivo e globale, vuole dare un volto e un punto di riferimento a questo cambiamento radicale.
La struttura industriale dell’azienda in Italia è formata da dieci impianti per la produzione del cemento. Quattro, invece, sono i centri di macinazione (tra cui Castrovillari) e oltre 120 gli impianti di produzione di calcestruzzo in grado di servire i clienti sull’intero territorio nazionale.
Il management di Heidelberg Materials presente all’incontro
Le tappe
Questo, però, è solo l’inizio. «L’industria del cemento è chiamata a investimenti enormi per raggiungere nei prossimi anni la neutralità carbonica dei propri processi produttivi. Un obiettivo che richiede di sviluppare e adottare tecnologie pionieristiche come la Carbon Capture and Storage (Ccs) o Carbon Capture and Utilization (Ccus), che catturano la Co2 prodotta negli impianti per stoccarla a grandi profondità, oppure per riutilizzarla mettendola a disposizione di altri processi industriali», spiega Michele Vassallo, Sales Area Manager Sicily and Calabria. «Tali soluzioni richiedono capacità e investimenti importanti che l’azienda ha già messo in campo: Heidelberg Materials ha annunciato target chiari e ambiziosi in merito, come il dimezzamento delle proprie emissioni di Co2 entro il 2030 e il raggiungimento dell’obiettivo net-zero entro il 2050. Questa rivoluzione riguarda i processi, ma anche gli stessi prodotti e servizi: saranno sviluppati e realizzati sempre più materiali che innoveranno radicalmente il cemento, imprimendo a questa risorsa il più grande cambiamento dell’ultimo secolo e mezzo. Grazie all’utilizzo di risorse provenienti dall’economia circolare e alle innovazioni di processo si avranno infatti prodotti carbon neutral: di qui la scelta di andare oltre la parola cemento. Oggi l’impronta carbonica dell’azienda è di 750 chili ogni tonnellata, entro il 2030 dobbiamo arrivare alla metà. E farlo solo con prodotti sostenibili. Il sito produttivo di Castrovillari è uno dei siti più all’avanguardia in materia: il 30% del prodotto è consegnato in sacco, nonostante non abbia al suo interno un ciclo di produzione completo è una base solida dove si svolgono incontri e riunioni strategiche, rifornisce rivendite di tutto il Sud, con particolare attenzione ai prodotti speciali per Campania e Sicilia. I cementi sono in sacchi, speciali e alla loppa, dove riusciamo ad arrivare sotto al 50% del clinker emesso in atmosfera. E anche qua si promuove, ovviamente, il nostro ultimo nato: evo0. Non solo parole, soprattutto fatti».
Tavola rotonda a Castrovillari
Il sostegno ai rivenditori e l’innovazione sono palpabili. Lo ha testimoniato Luigi Esposito, Eco.Build Sales Manager Aree Sud e Sicilia Calabria, che ha illustrato il prodotto i.idro Drain e i.build, business unit per pavimentazioni n calcestruzzo. «Una gamma di soluzioni per ogni tipologia di pavimentazione a cui si aggiunge un nuovo approccio: dalla collaborazione nella fase progettuale alla scelta dei materiali, dalla finitura superficiale sino alla posa in opera in cantiere. Il calcestruzzo rappresenta il materiale ideale per realizzare una vastissima gamma di pavimentazioni. Resistenza alla compressione, resistenza all’usura, lavorabilità, durabilità, possibilità di lavorazioni superficiali sono solo alcune delle proprietà che ne consentono l’impiego in pavimentazioni con differente destinazione d’uso: industriali, estetiche, architettoniche e molto altro. Pavimentazioni ben progettate e realizzate hanno una lunga vita utile e con bassi costi di gestione. Le pavimentazioni in calcestruzzo, inoltre, essendo per loro natura chiare, hanno una maggiore luminanza rispetto all’asfalto dunque, soprattutto in ambiente urbano, consentono di ridurre le spese di illuminazione sia per i costi di installazione (meni punti luce) sia per i costi di gestione (lampade meno potenti). Soprattutto nelle grandi città questa scelta comporterebbe in poco tempo significativi risparmi”. Fra questi anche i.idro Drain, un’innovativa formulazione di calcestruzzo per pavimentazioni continue con un’altissima capacità drenante. Un’accurata selezione degli aggregati e l’azione del legante cementizio gli permettono di raggiungere una capacità drenante 100 volte superiore a quella di un normale terreno», specifica Esposito.
Interventi dei distributori alla tavola rotonda di Heidelberg Materials
L’opinione dei rivenditori
«Vogliamo dare voce al cliente, la sua opinione è fondamentale e influente: la tavola rotonda itinerante è il posto giusto per avere un momento di confronto in questa fase, di rebranding e investimenti in materia di sostenibilità», ha aggiunto Francesca Proietti. «La visita in questo stabilimento, la spiegazione sul ciclo produttivo e il dialogo ci hanno resi ancora più consapevoli dell’impregno di Heidelberg Materials nell’investire sulla sostenibilità e sulla sicurezza del prodotto. Un enorme valore aggiunto che permette di distinguersi nella filiera, e che noi dobbiamo trasferire ai nostri clienti: abbiamo bisogno di far conoscere loro il funzionamento della catena produttiva, far toccare con mano una realtà che sul territorio nazionale è un fiore all’occhiello», è stata, in sintesi, l’opinione di Margiotta, Fontana, Alfano e D’Ingianna. «Siamo influenti sulla scelta d’acquisto dei nostri clienti: spieghiamo loro che cementi e calce Heidelberg Materials sono una garanzia, esaltiamo la qualità, la resistenza, la durabilità del prodotto, sottolineiamo le caratteristiche eccezionali di quello che vendiamo loro. Ma si può fare di più, per questo chiediamo aiuto per arrivare dove non riusciamo. Abbiamo percepito la necessità di dover essere più performanti nell’imprimere a fondo il messaggio: per esempio, facendo conoscere l’impianto di Castrovillari anche fuori dai confini. È vero che il sito è molto all’avanguardia, e tutti lo conoscono in Calabria, ma è necessario sottolineare anche fuori dai confini l’importanza di avere questo presidio, per diffondere le potenzialità», è il messaggio arrivato dai rivenditori.
L’impianto cementiero di Castrovillari (Cosenza)
Ci vuole supporto
«Abbiamo bisogno di corsi di formazione, non solo con i clienti, ma anche con i diretti operatori, concentrati sulla pratica: come trattare i prodotti nel concreto e quali vantaggi trarne. Per esempio, sarebbe utile per il Plastocem: chi già utilizza questo prodotto non lo cambia, ma chi non lo conosce dovrebbe provare nel concreto l’applicazione. Anche gli open day negli impianti possono essere d’appeal: nei luoghi dedicati alla produzione si spiega la sicurezza e la valenza di ciò che si acquista La nostra funzione è quella di spingere i prodotti, ma avremmo bisogno di più supporto», hanno sottolineato all’unisono Margiotta, Fontana, Alfano e D’Ingianna. «Tuttavia, spiegare perché conviene acquistare questi prodotti al posto di altri è difficile, la questione della sostenibilità e delle linee dedicate è stata presa in considerazione, ma bisogna ancora lavorare per rendere il concetto affermato, bisogna insistere molto di più». Esigenze che sono state recepite dai rappresentanti Heidelberg Materials, in prima persona da Francesca Proietti: «Sensibilizzazione, digital marketing e formule che trasmettano il valore: si può fare», ha commentato la manager.
La nuova edizione de I Bilanci delle Costruzioni supera un nuovo limite e offre uno sguardo senza veli sull’attività delle imprese che operano nella filiera dell’edilizia (1.011 nella distribuzione).
La filiera delle costruzioni, ma anche della gestione degli immobili, della progettazione e, soprattutto, il mondo della distribuzione di materiali edili: quest’anno l’annuale pubblicazione I Bilanci delle Costruzioni realizzata da Virginia Gambino Editore ha superato ogni limite.
Non esiste sul mercato una analisi così approfondita, ampia, rigorosa. Basti dire che l’edizione di quest’anno tocca il record di 2.975 bilanci analizzati.
Non solo: il Centro Stuti YouTrade ha deciso di mettere a confronto i risultati nell’arco di tre anni. Uno sforzo titanico: il numero di imprese analizzate è passato dai 1.406 bilanci del 2019 ai quasi 3 mila della nuova edizione.
Ovviamente l’aumento delle imprese passate ai raggi X comporta anche un incremento del giro d’affari complessivo. Questa edizione, relativa ai bilanci del 2022, gli ultimi disponibili, presenta un insieme di aziende che sommano 139,1 miliardi di euro.
Più fatturato
Se si considera la crescita del campo di osservazione rispetto all’edizione dello scorso anno, l’incremento in termini di fatturato e di imprese è rispettivamente del 34,3% per le aziende e del 36,8% del giro d’affari. Complessivamente sono state aggiunte 761 società.
Il settore che ha avuto il maggiore incremento in termini numerici è quello della progettazione, con 394 aziende in più rispetto all’edizione precedente (con questa edizione salite a 657, mentre erano 190 nel 2020), per un giro d’affari complessivo di oltre 20,3 miliardi di euro.
Sotto la voce società di progettazione sono riuniti general contractor, studi di architettura e ingegneria. Segue, poi, l’ambito della gestione immobiliare, con 170 nuove aziende analizzate, oltre a quelle già presenti lo scorso anno, per un totale di 262 imprese con un giro d’affari di quasi 2,3 miliardi di euro. Ma la parte del leone la fa il mondo della distribuzione, con 1.011 bilanci analizzati.
I settori monitorati
Si è ampliato anche il campo delle aziende monitorate nei settori delle costruzioni e, per la prima volta, ci sono anche le società che operano nei servizi per i condomini, oltre a quelli dell’ingegneria e dell’architettura, della produzione, con riferimento a 24 categorie produttive (una in più rispetto allo scorso anno). Ogni settore presenta tabelle precedute da un’analisi ragionata dell’andamento del comparto.
Conti senza segreti
Il quadro che scaturisce da questa maxi pubblicazione di 450 pagine, da tenere sulla scrivania come utile strumento di lavoro, è un settore che ha vissuto tre anni forse irripetibili.
Ma questa considerazione, nota, è resa più interessante dall’approfondimento sulle singole aziende coinvolte nell’indagine. Perché il grande banchetto dei superbonus non ha soddisfatto tutti allo stesso modo.
L’analisi non solo dei fatturati, ma anche degli aspetti finanziari delle imprese, come la redditività e il rapporto con la liquidità, offrono uno sguardo senza veli a quelle che sono le realtà sociali. I Bilanci delle Costruzioni è disponibile per gli abbonati e, data la mole della pubblicazione, è spedito separatamente dalla rivista YouTrade.
A incasso o a vista, compatti o extra-large, essenziali o accessoriati: l’universo dei sistemi doccia è vasto e variegato e per scegliere quello che più si addice alle proprie esigenze bisogna stabilire delle priorità. Secondo una recente indagine condotta da Opinion in cinque paesi europei per conto di Grohe, brand leader globale nel settore idrotermosanitario, la qualità mette tutti d’accordo, attestandosi come primo criterio di scelta.
In linea con la media europea, dallo studio emerge infatti che il 73% degli italiani la mette al primo posto,seguitadal prezzo (60%) e dalle funzioni(55%). Le differenze rispetto al resto degli altri paesi arrivano scendendo dal podio. Se nella classifica europea design e sostenibilità conquistano ex equo il quarto posto con il 31% delle preferenze, per gli italiani l’estetica vince sulla sostenibilità, rispettivamente con il 34% e il 28% delle scelte.
Comunque sia, la ricerca del sistema doccia perfetto può essere impegnativa. Per orientarsi nell’ampia gamma di design e caratteristiche disponibili, Grohe offre tre semplici consigli per la scelta del sistema doccia ideale.
I consigli
Stabilire un budget
Prima di iniziare qualsiasi progetto di rinnovamento della zona doccia, è fondamentale stabilire un budget realistico. Da considerare ci sono non solo il costo del sistema doccia stesso ma anche le spese accessorie come l’installazione, la manodopera e gli eventuali lavori di preparazione necessari.
Tutti vogliamo una soluzione duratura a un prezzo accettabile. Per farlo è necessario valutare il rapporto qualità-prezzo considerando la durabilità, la facilità di manutenzione e la garanzia del prodotto.
Stile
Il sistema doccia deve essere coerente con il resto del bagno per ottenere un look uniforme e coordinato.
Contemporaneo o classico, minimal o glamour, cromo o colorato: per non sbagliare e semplificare la scelta, sono da preferire soluzioni all-in-one già perfettamente abbinate nella forma e nelle funzioni.
Funzioni
Che si voglia creare un’oasi di benessere, un’area pratica ed efficiente o un angolo sostenibile, la scelta delle funzioni è fondamentale per dare forma all’esperienza doccia ideale.
Si può pensare a soffioni e manopole doccia multi-getto per il massimo del comfort, o funzioni smart che rendano il momento sotto la doccia più semplice e pratico o a tecnologie a risparmio idrico per ridurre l’impatto ambientale e ottimizzare le spese.
Oltre a scegliere il sistema doccia giusto con questi tre consigli, è importante considerare le dimensioni e la disposizione del bagno.
Paolo D'Agostino, Direttore vendite di Martoni Spa
Paolo D’agostino | Direttore vendite di Martoni Spa
«Investire nello sviluppo delle competenze è un elemento fondamentale per la crescita dei giovani talenti in azienda: chi ricopre ruoli dirigenziali ha la responsabilità, ma anche il privilegio, di guidare questo processo. Anche perché non farlo significa privarsi della possibilità di costruire un futuro solido per l’impresa e le conseguenze di questa scelta si manifestano chiaramente quando arriva il momento del ricambio generazionale, sia a livello di proprietà che di gestione», spiega convinto Paolo D’Agostino, direttore vendite di Martoni Spa, azienda specializzata nella produzione di tubi e raccordi in plastica per l’edilizia. «Recentemente a un convegno è stato chiesto ai presenti di indicare un’attività particolarmente positiva e gratificante e solo in due non abbiamo avuto dubbi: la formazione».
L’aggiornamento professionale nella vostra realtà in quali ambiti viene svolto? Le tecniche di vendita sono al primo posto?
Certamente, anche se come azienda produttrice la vera sfida è a un livello superiore e abbraccia quella della sostenibilità. Che significa comprendere quali nuovi articoli progettare e quali invece modificare per soddisfare le esigenze del mercato, ma sempre in armonia con l’ambiente.
Il tema fondamentale è limitare l’uso di materie prime a favore di quelle rigenerate e per farlo la tecnica è indispensabile. Questo si riflette in tutto il processo, dalla produzione, appunto, dall’impiego d’energia, fino alla gestione del territorio, inteso come suolo e aria, per lo smaltimento.
L’Europa è povera di materie prime, ma ricca di prodotti trasformati, basta recuperare tutto quello che è stato introdotto nel settore delle costruzioni e rigenerarlo. Quindi, anche spiegare questi concetti all’esterno significa fare formazione.
A che cosa si riferisce?
Nel nostro caso l’aggiornamento professionale viene svolto in primo luogo con i progettisti e gli enti predisposti per la manutenzione e la realizzazione di infrastrutture, che sono coloro che definiscono e decidono l’utilizzo di determinati materiali per scopi specifici.
In questo campo, c’è molta attenzione alle normative relative alle varie applicazioni. Naturalmente, diamo per scontato che la qualità dei prodotti sia eccellente, poiché qualcosa senza qualità non dura sul mercato.
Lo sottolineo, perché esistono alcune produzioni che potrebbero non avere le stesse prestazioni, ma in Italia ormai si considera standard una certa qualità minima richiesta.
Come coinvolgete i distributori nel vostro programma di apprendimento?
Svolgiamo attività di aggiornamento mirate. Questo processo informativo è diventato particolarmente rilevante in seguito alla crescente richiesta di certificazioni Cam.
Nel caso specifico di Martoni, una parte significativa dei nostri sistemi, in particolare quelli realizzati a tre strati con materiale rigenerato, ha ottenuto la certificazione Psv (Plastica seconda vita), che è riconosciuta dai Cam. Siamo stati tra i primi a ottenere questa certificazione verificata, e al momento siamo ancora in pochi ad averla.
Questo ci permette di rispondere efficacemente alle richieste dei distributori, che sempre più spesso necessitano di prodotti con queste caratteristiche per soddisfare le richieste dei clienti, in quanto l’attenzione all’ambiente è una sensibilità ampiamente condivisa e in alcuni casi un adempimento.
Come si può migliorare la collaborazione tra produttori e distribuzione? E qual è l’importanza della formazione in questo contesto?
Considerato che la maggior parte dei rivenditori, circa l’80%, fa parte di aggregazioni come consorzi o gruppi d’acquisto, l’approccio migliore sarebbe dire: abbiamo un mercato da affrontare insieme, quali opportunità possiamo cogliere? Oltre il focus sui prodotti far seguire un approfondimento sulla relazione con i clienti, un tipo d’istruzione che riguarda aspetti comportamentali, non digitalizzati, ma analogici, che coinvolgono la parte emozionale e non solo razionale del business, senza escludere la comprensione di ciò che sta accadendo nel settore.
Come si comporta l’edilizia rispetto ad altri comparti in termini di adattamento al mercato?
A mio parere la termoidraulica e l’elettrico hanno sfruttato meglio le opportunità offerte dai prodotti e dai sistemi per il mercato in evoluzione negli ultimi 20 anni, mentre l’edilizia, pur essendo più ampia come gamma merceologica, non ha avuto la stessa crescita.
Tuttavia, c’è la possibilità di recuperare, non più attraverso una politica di prezzo, quanto aumentando la capacità strategica, il che richiede un ulteriore salto culturale, ossia formazione, formazione, formazione.
Edilizia ed economia, luci e ombre
Qualche tappo di champagne ha solcato l’aria a fine luglio, quando Istat e Eurostat hanno pubblicato i dati relativi allo stato di salute dell’economia italiana ed europea. In effetti, una crescita del Pil dello 0,7% sull’intero 2024 è meglio rispetto a molte previsioni pessimistiche di inizio anno. Ma se il governo (come tutti i governi) è ottimista per obbligo istituzionale, non bisogna nascondere che il bicchiere mezzo pieno è allo stesso tempo mezzo vuoto.
La buona notizia è che nel secondo trimestre dell’anno l’attività economica ha rallentato, ma senza fermarsi. Anche se non bisogna nascondere che l’Italia cresce molto meno della Spagna e comunque meno della Francia. Ma, con una certa soddisfazione, c’è chi a Roma ha sottolineato come la Germania sia messa peggio, con un misero +0,2% rispetto al primo trimestre. Eppure, la notizia dovrebbe preoccupare: la Germania è il primo partner italiano per le esportazioni, che lo scorso anno hanno raggiunto i 77,5 miliardi. Dunque, se i tedeschi spendono e producono meno, riducono anche gli acquisti e per l’Italia sono guai. Lo sottolinea Confindustria: il Centro studi dell’associazione delle imprese ha lanciato un allarme per il netto calo del fatturato: -1,6% a giugno, in base al Real Time Turnover Index. Diminuzione che segue quella di maggio anche se, considerando i primi sei mesi, la dinamica nel complesso è positiva. Il Centro Studi di Confindustria sottolinea anche che la flessione di giugno è diffusa in tutte le aree, ma più contenuta nel Nordest e al Sud.
A questi dati si devono aggiungere due considerazioni. La prima è che lo 0,7% è stato ottenuto anche grazie alla spesa pubblica, cioè ai cascami del superbonus, che ha fatto sentire ancora il suo effetto nei primi mesi dell’anno, visto che ha attivato nuovi lavori per oltre 20 miliardi di euro. Grazie all’edilizia, insomma, il governo potrebbe alla fine centrare a fine anno l’obiettivo della crescita dell’1%, anche se allo stesso tempo ha provveduto a smontare il meccanismo degli incentivi fiscali. La seconda considerazione, meno esaltante, riguarda l’ossatura dell’economia italiana, che è e resta manifatturiera. Ma proprio le imprese produttrici scontano oggi un forte gap nel costo dell’energia. È un problema che riguarda da vicino anche la filiera dell’edilizia: chimica, materiali edili, ceramica, lavorazioni dei metalli, packaging, cemento, laterizi sono tutte attività energivore. Queste imprese non solo hanno a che fare con l’inevitabile rallentamento dell’edilizia dovuto allo stop dei bonus, ma devono anche fare i conti con un costo dell’elettricità che a giugno era del 42% più alto rispetto alla Germania, del 174% maggiore che in Francia e dell’84% più che in Spagna. Secondo un’analisi, le circa mille fonderie che forniscono metalli industriali, rispetto a un anno fa hanno perso un decimo del fatturato. In compenso, il Pil è spinto dal turismo e dai servizi. Ma i turisti, come insegna la storia, vanno e vengono secondo mode, disponibilità e congiunture, senza contare le tensioni internazionali. Insomma, le buona notizie squillate sui giornali non devono far dimenticare le zone d’ombra dell’economia: l’ottimismo cieco può essere più pericoloso dell’endemico pessimismo.