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Dall’Europa arriva la direttiva Epbd, un business da 150 miliardi

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Il Parlamento di Strasburgo ha approvato definitivamente l’accordo sulla direttiva Epbd, che prevede la riqualificazione energetica di circa 5 milioni di edifici in Italia. Un affare d’oro per le imprese. Ma dovrebbe essere il governo a modulare il provvedimento.

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Lavori per 385 milioni all’Università di Bologna

Rendering della Torre Biomedica
Rendering della Torre Biomedica

L’Università di Bologna si rinnova con un investimento di circa 385 milioni di euro. Il programma comprende 104 opere e durerà tre anni. Lo delinea il Piano Edilizio dell’ateneo, che delinea le direttrici di sviluppo sul territorio per il triennio 2024-2026. Tra le principali linee di intervento c’è il completamento del piano di trasferimento in nuove sedi dei Dipartimenti di area Stem (Scienze, Tecnologie, Ingegneria e Matematica) e quelli medici ora presenti in Cittadella universitaria, che hanno l’esigenza di poter utilizzare laboratori e spazi all’avanguardia per la ricerca e la formazione di studentesse e studenti.

Rendering della Torre Biomedica
Rendering della Torre Biomedica

Altro tema centrale è il consolidamento della struttura Multicampus dell’Alma Mater: a Forlì sono previsti interventi per il completamento del campus e per il potenziamento dell’area di Ingegneria nei pressi dell’aeroporto. A Cesena sarà realizzata la nuova sede del Dipartimento di Psicologia, a Ravenna e a Rimini sono previsti interventi che ottimizzeranno l’utilizzo degli spazi per la didattica e per la ricerca, creando nuove sale studio.

Sul fronte degli studentati sono in arrivo quasi 800 nuovi posti letto, con sei progetti inseriti nel Piano Edilizio: a Bologna, il nuovo insediamento del Lazzaretto, lo studentato Battiferro, lo studentato Nuovo Baricentro e il recupero del Santuario San Giuseppe Sposo, a cui si aggiungono lo studentato nel complesso dell’Osservanza a Imola e, in buona parte già attivato, lo studentato negli spazi ex Enav a Forlì.

Il Piano nasce dalla necessità di rinnovare e ampliare gli spazi dell’ateneo, secondo una nota stampa, è messo in campo in un contesto di diffuse difficoltà nel settore dell’edilizia, legato al forte aumento dei prezzi delle materie prime e della componentistica, all’aumento dei costi energetici e alla concorrenza di meccanismi incentivanti dedicati al settore privato che hanno ridotto l’interesse delle imprese per i cantieri gestiti dalle pubbliche amministrazioni.

Rendering della Facoltà di Psicologia a Cesena
Rendering della Facoltà di Psicologia a Cesena

In questo scenario che ha visto negli scorsi anni un forte aumento dei quadri economici di tutti gli interventi in programmazione e una gestione difficoltosa dei cantieri con un aumento delle gare andate deserte, l’Alma Mater ha lavorato per rifinanziare gli interventi edilizi sfruttando tutte le opportunità di finanziamento nazionali, regionali e del Pnrr, anche in sinergia con amministrazioni, fondazioni, enti di sostegno e soggetti privati.

Questo sforzo permetterà di portare a compimento opere importanti e attese da anni, come la Torre Biomedica al Policlinico di Sant’Orsola, gli spazi nel complesso del Navile destinati al Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie, il nuovo insediamento del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali al Lazzaretto, fino alla nuova sede del Dipartimento di Psicologia a Cesena.

Si punterà inoltre alla riqualificazione e all’efficientamento energetico del patrimonio esistente: dal restauro delle facciate e dei portici di via Zamboni alla ristrutturazione e recupero delle sedi storiche dei dipartimenti di Chimica, che verrà messa nella disponibilità dell’Amministrazione centrale dell’Ateneo, e di Chimica industriale in Viale Risorgimento, dove si insedierà il Dipartimento di Informatica – Scienza e Ingegneria.

Proviamo a cambiare le regole della distribuzione edile

Roberto-Anghinoni
Roberto Anghinoni | Giornalista

L’ipotesi che il settore della distribuzione edile nazionale si trovi a dover alzare l’asticella della qualità globale della sua offerta è molto più realistica di quanto si possa immaginare. Muta anche il significato di competitività che oggi, più di ieri, ha il suo fondamento nella cultura tecnica e d’impresa.

Roberto-Anghinoni
Roberto Anghinoni | Giornalista

Potrebbe anche essere che nei prossimi anni la competizione si giocherà sulla capacità di rendere facile la vita del cliente. La distribuzione edile dovrebbe quindi abbandonare l’idea di esporre la merce e lasciar scegliere ciò che più aggrada, per offrire una consulenza avanzata e far diventare davvero competitivo – nel senso della qualità dell’offerta e del servizio a essa collegata – un mercato che, fino a oggi, più che altro è stato comparativo – nel senso che è il cliente che sceglie in base ai suoi parametri di conoscenza e di presunta utilità, molte volte non eccelsi.

Se ciò davvero avvenisse, cambierebbero i termini, ma anche le regole, della distribuzione edile nazionale. Per fare ulteriore chiarezza, il mercato competitivo riguarda la sfera dei servizi e della competenza tecnica, non certo del prezzo, che potrebbe anche diventare una semplice variabile commisurata al grado del servizio che la rivendita è in grado di mettere a disposizione.

Come spesso accade disquisendo di distribuzione edile, questo cambiamento non sarebbe proprio una novità assoluta. Oggi però i tempi dovrebbero essere maturi per una diffusione del concetto su larga scala, perché in Italia rivendite che operano a un livello di alta competitività (come qui sopra definita) ne esistono già. Ciò che dovrebbe cambiare, in maniera sostanziale, è la qualità dell’approccio al cliente.

Non basta cercare di capire quale tipologia di intervento si appresti a fare, l’indagine deve diventare qualitativa e ad ampio spettro: sarebbe infatti utile capire se ha un qualche grado di specializzazione, se fa i suoi acquisti in modo organizzato, se ha scelto il nostro punto vendita per comodità, abitudine o perché soddisfatto del servizio e dei prodotti, e così via. Soprattutto, se è un professionista aperto alle soluzioni più nuove e performanti, perché per lavorare in un mercato competitivo moderno la propensione all’innovazione è una condizione essenziale.

Non è, come è facile intuire, sulle commodity che si costruisce una competizione di livello, per quelle basta il mercato comparativo che conduce invariabilmente a litigare per il prezzo.
Per poter accedere al mercato competitivo sono necessarie tre vere e proprie qualità: capacità di ascolto, cultura d’impresa e cultura tecnica.

Anche in questi ambiti certa distribuzione edile nazionale ha fatto passi da gigante, anche perché pensare di risolvere tutto con l’esperienza, per quanto utile e valida possa essere, sarebbe una pia illusione. L’esperienza esprime capacità, ma è anche un limite, infatti ognuno ha la sua, non è un valore assoluto.

Credo che ciò che oggi chiede il mercato sia un aiuto, molto più che in passato. Mettere il cliente nella condizione di lavorare al meglio grazie a un adeguato supporto tecnico ritengo sia un importante vantaggio competitivo e, come vedete, l’aggettivo ritorna.

La morale di tutti questi discorsi è che oggi la formazione è un requisito determinante, a dir poco essenziale. Una strategia che le grandi organizzazioni commerciali stanno mettendo in atto e non da oggi. Non è un caso se le più recenti analisi delle dinamiche economiche e finanziarie della distribuzione edile indicano che sono “i grandi” a crescere nel modo più convincente, mentre le piccole strutture faticano molto, anche se la congiuntura degli ultimi anni ha permesso al 96,8% dei magazzini edili di chiudere in utile.

Ma il settore della distribuzione edile attinge quasi esclusivamente dalla ristrutturazione, e il Cresme ci ha detto che quest’anno il mercato della manutenzione, soprattutto nel residenziale, avrà una decrescita in doppia cifra. Fino al 2027 la congiuntura del settore delle costruzioni sarà sorretta soprattutto dalle opere pubbliche.

È vero che un po’ di fatturato ricadrà anche sull’edilizia, ma proprio per questo scegliere di schierarsi nell’ambito della competitività sarà certamente meglio che rimanere in ambito comparativo, dove l’unica strategia pare sia quella di incrociare le dita, per essere fini…

SmartControl, per monitorare da remoto, è su tutta la linea di portoni industriali Hörmann

Hormann | Il sistema SmartControl
Hormann | Il sistema SmartControl

Introdotto alcuni anni addietro sulla linea di porte rapide Hörmann, SmartControl è un avanzato sistema per il monitoraggio da remoto che, da oggi, aggiunge ulteriore valore anche alla gamma dei portoni industriali dell’azienda, rendendo possibile la manutenzione preventiva, nonché l’ottimizzazione del servizio di assistenza, e incrementando così il business di magazzini, aziende e industrie.

Tecnologie di monitoraggio

L’introduzione delle tecnologie di monitoraggio e analisi tecnica da remoto sta offrendo un importante valore aggiunto all’efficienza operativa di magazzini, aziende e industrie.

Nel caso delle chiusure industriali, queste tecnologie permettono un controllo costante e preciso del prodotto, identificando preventivamente eventuali malfunzionamenti, riducendo il rischio di fermi macchina a tutto vantaggio della continuità operativa, diminuendo i costi legati a interventi d’emergenza e garantendo in generale una maggiore affidabilità e una più elevata sicurezza.

Questa nuova frontiera nella gestione delle manutenzioni delle chiusure industriali è incarnata perfettamente dal sistema SmartControl proposto da Hörmann, leader europeo di settore e partner globale in grado di proporre dei veri e propri sistemi integrati, completi e personalizzati per i più svariati punti di carico-scarico.

Avanzata soluzione tecnologica, progettata per una manutenzione sempre più efficace, SmartControl, sfrutta le potenzialità dell’Internet of Things e permette l’interazione tra le chiusure Hörmann e il «Cloud of Things», la piattaforma IoT di Deutsche Telekom. Ideato alcuni anni addietro miratamente per i portoni a scorrimento rapido, SmartControl è ora disponibile anche sulla linea di portoni sezionali industriali di nuova generazione commercializzati dall’azienda.

Monitorare le chiusure, prevenire guasti

Questo sistema consente di monitorare costantemente le chiusure per prevenire guasti e rilevare tempestivamente la necessità di sostituzione dei componenti soggetti a usura, evitando così che il portone abbia problemi e sia soggetto a dannose tempistiche di inutilizzo.

Questo sistema non sostituisce l’imprescindibile manutenzione periodica dei portoni, peraltro richiesta per legge, ma riduce ulteriormente al minimo l’incidenza di eventuali danni, semplificando inoltre la risoluzione di quest’ultimi, in caso di malfunzionamenti. I codici relativi alle anomalie di funzionamento vengono infatti inviati automaticamente dal portone alla piattaforma web e analizzati subito dopo mediante diagnostica remota.

Grazie alle informazioni ottenute, la riparazione in loco può essere non solo velocizzata ma anche resa più efficace e mirata: il tecnico può raggiungere il cliente già equipaggiato degli strumenti giusti e dei ricambi necessari, evitando così ulteriori spostamenti, nonché garantendo un servizio di assistenza più rapido e meno costoso.

Dopo la sbornia del 110% occorre più qualità

Centro-studi-Youtrade
Centro studi Youtrade

L’industria rallenta, ma secondo i dati del centro studi Youtrade l’edilizia resiste in territorio positivo grazie ai lavori residui dei bonus e al Pnrr.

Se vi siete mai chiesti che cosa diavolo è la stroppia, la risposta la fornisce l’Accademia della Crusca, massimo custode della lingua italiana.

Stroppia è semplicemente una deformazione popolare del verbo storpiare. Dunque, il proverbio «Il troppo stroppia», significa che un’eccessiva abbondanza storpia, distorce, menoma.

Il saggio motto può essere applicato a quello che l’edilizia ha vissuto negli ultimi anni, passata dai fatturati a dieta dimagrante all’obesità di ricavi conditi dal superbonus.

Sarebbe bastato il proverbio, però, a ricordare che l’eccesso è nemico del bene. E, se vogliamo rimanere in tema di saggezza tradizionale, la fretta è cattiva consigliera. Passata la sbornia, c’è il mal di testa.

Le imprese che hanno saputo digerire la manna statale in quantità modica, senza indigestioni, ora possono affrontare lo sboom senza patemi.

Un atterraggio morbido, insomma. Quelle che hanno cavalcato il 110% puntando sulla quantità, spesso fuori dalle regole per quanto riguarda il lavoro nei cantieri, oggi si trovano spiazzati. O, nel migliore dei casi, spiaggiati a godersi la merenda accumulata.

Il lieto fine è abbastanza raro, però. L’analisi di InfoCamere è piuttosto esemplare. Da metà del 2020, anno di nascita del superbonus, migliaia di aziende si sono iscritte per esercitare un’attività nei codici Ateco dell’edilizia, dalle costruzioni e dell’impiantistica, in tutte le sue forme.

Ma in gran parte si è trattato di «esperti inesperti». Risultato: 10.924 aziende tra quelle iscritte dopo la metà dell’anno pandemico hanno chiuso i battenti.

Possibile che un business che supera i 107 miliardi di euro, quello della riqualificazione con beneficio al 110% sia stato affidato in quasi 11 mila casi a imprese nate dal nulla per  gestire anche lavori da milioni di euro?

Non sarebbe stato intelligente porre dei paletti di affidabilità a chi applica cappotti e cambia caldaie visto che, oltretutto, a pagare è il contribuente? È così, tanto che nel 2022 il governo Draghi nel tentativo di limitare il fenomeno delle imprese usa e getta ha introdotto un freno con la selezione ai soli titolari di una qualificazione Soa l’accesso a lavori di importo superiore a 516 mila euro per i bonus edilizi. Che, peraltro, è diventata operativo solo nel 2023. Ma ormai il danno era fatto.

Se fosse stata introdotta subito, magari anche per soglie più basse la qualificazione Soa, che è un’attestazione utilizzata negli appalti pubblici e serve a misurare la storicità delle imprese, centinaia di cappotti sarebbero stati applicati a regola d’arte invece che chissà come.

Perché un’impresa senza dipendenti, senza attrezzature e senza commesse alle Spalle non avrebbe potuto ottenere l’attestazione. Forse in consiglio dei ministri andrebbero affisse targhe con incisi i proverbi più popolari, come si trovano ogni tanto in bar e panettieri.

Segnali di rallentamento a febbraio per gli indicatori economici e tendenziali del mercato, che confermano i dati contrastanti del mese precedente e peggiorano le attese del mercato dopo i dati positivi di dicembre.

A livello europeo, ma anche nazionale, si registra un rallentamento della fiducia delle imprese, un’inversione di rotta ormai delineatasi in modo  abbastanza chiaro, con valori pari a -5,4 punti percentuali per l’Area Euro (erano -4,6 a gennaio) e -7,7 per l’Europa a 27 (erano -7,1 il mese precedente), mentre a livello nazionale l’indice di fiducia delle imprese di costruzioni a livello nazionale scende a 2,0 punti percentuali, dai 5,3 del mese precedente e dal picco di 8,7 di dicembre, mantenendo comunque uno scarto ancora ampio con i valori europei, pari a oltre 7 punti rispetto all’Area Euro.

Lo scarto tuttavia si va riducendo ed è un segnale anticipatorio di una probabile uniformazione al basso, che nel nostro Paese continua comunque a rimanere sopra lo zero, grazie anche al proseguire, anche se in forma minore, degli in incentivi fiscali per le ristrutturazioni e per l’avvio della spesa per il Pnrr.

Un po’ meno fiducia

A livello nazionale il confronto tra gli indicatori relativi alla fiducia dei vari settori economici presenta tutti i settori, eccetto la fiducia dei consumatori, in flessione, chi con percentuali maggiori, come per il settore delle costruzioni, per quello del commercio e quello dei servizi, mentre l’industria, dopo un tentativo di debole rimbalzo nel mese di gennaio, a febbraio fa segnare un leggero rallentamento.

Rimane sostanzialmente stabile l’indice di fiducia dei consumatori, pareggiando il valore di -16 relativo al mese precedente: evidenzia un attendismo dovuto anche alla verifica dell’andamento dell’inflazione che, come vedremo, a febbraio è rimasta stabile a valori molto contenuti.

Il segnale potenzialmente preoccupante è quello degli ordini e dell’occupazione a tre mesi, ovvero per i due indicatori previsionali del mercato di breve periodo.

A febbraio 2024 la previsione dell’occupazione nei prossimi tre mesi è in calo, dopo il rimbalzo positivo di dicembre e gennaio, mentre gli ordini a tre mesi proseguono nel trend negativo degli ultimi due mesi.

Unico dato positivo è che in entrambi i casi gli indicatori rimangono positivi, ovvero sopra la soglia dello zero, facendo intravvedere comunque una parziale e seppure minima positività in uno scenario comunque in rallentamento.

Ma l’inflazione frena

Proseguono anche a febbraio le buone notizie sul fronte dell’inflazione, con le stime preliminari che vedono l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registrare un aumento dello 0,8% su base annua, esattamente come nel mese precedente.

Questa stabilizzazione è dovuta ad andamenti contrapposti nei diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano i prezzi degli alimentari non lavorati (da +7,5% a +4,5%) e lavorati (da +4,5% a+3,8%), degli altri beni (da +1,7% a +1,3%), dei servizi relativi ai trasporti (da +4,2% a +3,8%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +3,2%) e di quelli relativi all’abitazione (da+2,8% a +2,6%); per contro, si attenua la flessione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -20,4% a -17,2%) e regolamentati (da -20,6% a -18,6%) e accelerano quelli dei tabacchi (da +2,2% a +2,6%) e dei servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2% a +0,7%).

L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,5% per l’indice generale e a +1,1% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta di 0,1% su base mensile e dello 0,9% su base annua (stabile rispetto al mese precedente).

a Cura del Centro Studi YouTrade

La 38esima edizione di Meci è pronta ad aprire i battenti e riparte da Holcim

Meci | La conferenza stampa nella cementeria Holcim per annunciare il ritorno della manifestazione

 

Meci | La conferenza stampa nella cementeria Holcim per annunciare il ritorno della manifestazione

La 38° edizione di Meci (Mostra Edilizia Civile Industriale) è pronta a partire: un grande ritorno dopo qualche anno di stop per raccontare le novità del settore edile. La conferenza stampa, svoltasi ieri, giovedì 9 maggio, è stata ospitata da Holcim Italia, grande protagonista dell’evento.

L’azienda, infatti, ha accettato l’invito di Lariofiere ad ospitare, presso una sala della sua unità produttiva di Merone, la conferenza stampa di apertura di Meci in una sorta di piano di continuità con il percorso intrapreso fino ad ora nella promozione del progetto Make Como e in particolare del Museo del Cemento, inaugurato a novembre, aperto al pubblico in Marzo e oggetto di visita alla fine dell’incontro.

Dopo i saluti e i ringraziamenti il direttore di Lariofiere Oldani ha ceduto la parola ai padroni di casa invitando Lucio Greco Ad di Holcim Italia, ad aprire la conferenza.

La cultura come driver di sostenibilità sociale, ambientale ed economica

Greco ha reso partecipi gli ospiti delle attuali strategie di Holcim Italia spiegando quanto l’approccio alla sostenibilità sia centrale per l’azienda e come coinvolga tutti gli aspetti del business abbracciando la dimensione sociale, ambientale ed economica.

Holcim | I progressi della cementeria

L’Ad della multinazionale ha inoltre sottolineato fortemente quanto la cultura della sostenibilità sia essenziale per realizzare concretamente progressi per il persone e il pianeta:

«In particolare la cultura della sicurezza. Per noi questo è un aspetto fondamentale: il benessere e la salute delle persone sono essenziali per parlare di sostenibilità. Crediamo infatti che solo attraverso la cultura si possa evolvere, crescere, apprezzando e rispettando l’ambiente e le persone che lo abitano.

Il Museo di Merone, parte del progetto Make Como e fonte di una collaborazione con il Comune di Merone è proprio un bellissimo esempio del fare cultura e di collaborazione fattiva fra pubblico e privato per un obiettivo comune.

Siamo convinti, a tal proposito, che sia giusto mantenere viva la memoria di un grande imprenditore che ha contribuito allo sviluppo del territorio in cui operiamo non soltanto dal punto di vista economico ma anche sociale e culturale.

Certo il presente non può prescindere dal passato, per cui al Museo si racconta la storia della cementeria ma si spiega anche come avviene la produzione del materiale fino a capirne gli utilizzi. Utilizzi che oggi toccano anche il settore del design.

E sempre per gli stessi motivi sosteniamo progetti di studenti, cooperiamo con gli istituti di formazione e abbiamo deciso di aderire al progetto di Cometa per la realizzazione di un nuovo Its per la formazione dei tecnici delle costruzioni, destinando un’area della nostra unità produttiva a tale scopo.

Perchè il settore dell’edilizia sta davvero cambiando: noi ad esempio stiamo lavorando sempre più nell’ottica della riduzione della CO2 e a tal proposito abbiamo lanciato prodotti quali ECOPlanet ed ECOPact a minori emissioni rispetto ai prodotti attualmente presenti sul mercato. 

Abbiamo anche iniziato a utilizzare materie prime alternative quali gli scarti da demolizione degli edifici per preservare risorse naturali e attuare un ciclo di riutilizzo dei materiali di scarto del cemento degli edifici. E abbiamo anche lanciato la gamma Tector per il ripristino e la ristrutturazione, nell’ottica di allungare la vita utile degli edifici e quindi sempre l’utilizzo di materie prime».

La cementeria di Merone produce cementi sempre più sostenibili

Il direttore di stabilimento Riccardo Bianchi ha continuato spiegando nel dettaglio come opera l’unità produttiva di Merone oggi.

La conferenza stampa dove Holcim ha esposto i progressi sostenibili della cementeria

«Partendo dall’obiettivo spiegato da Lucio Greco e nell’ottica di decarbonizzare sempre più il settore e i nostri impianti abbiamo l’intenzione  di rendere Merone un centro di macinazione sempre più innovativo e sostenibile dove produrremo sempre più  materiali a basso emissioni di Co2.

Oggi, infatti, la cementeria di Merone è uno stabilimento di macinazione del semilavorato prodotto nel nostro stabilimento di Ternate. Qui produciamo circa 400.000 tonnellate di cinque diverse tipologie di cemento, sia sfuso che in sacco.

Abbiamo tre molini attivi, 35 addetti alla produzione, otto sili per lo stoccaggio di cemento, tre insaccatrici, due pallettizzatori e abbiamo pianificato un processo di ammodernamento ed efficientemente dell’impianto per andare sempre più nella direzione di prodotti sostenibili per il mercato delle costruzioni».

Prodotti innovativi per città e infrastrutture sempre più sostenibili

«E tutta la sostenibilità dei nostri cementi ci consente di traslare lo stesso concetto di riduzione di emissioni anche al prodotto finale, il calcestruzzo», conclude Calogero Santamaria, Ad di Holcim Aggregati Calcestruzzi.

Ad esempio la gamma ECOPact identifica i nostri calcestruzzi a ridotte emissioni mentre la gamma Dynamax è studiata per raggiungere alte resistenze, caratteristica essenziale per lo sviluppo in altezza degli edifici e quindi per la crescita verticale delle città  che si rende necessaria per ridurre il consumo di suolo e garantire spazi verdi.

Il cemento e il calcestruzzo stanno difatti contribuendo a riqualificare e ridisegnare città come Milano. Ne sono esempio le aree di CityLife e Porta Nuova che mostrano come le nostre città stanno diventando sempre più vivibili, sostenibili e belle. Inoltre il calcestruzzo è oggi un prodotto di cui forniamo la certificazione ambientale, l’Epd, che consente di certificare l’impatto ambientale del prodotto garantendo ai clienti, di poter produrre l’Epd del singolo edificio o struttura, ed il rispetto dei parametri loro necessari ad ottenere le certificazioni di sostenibilità quali ad esempio Leed e similari per gli edifici».

Ricordiamo che Holcim Italia sarà presente al Meci con diversi talk dedicati.

La Mostra Edilizia Civile Industriale

Meci | Il ritorno della fiera

Gli obiettivi, come raccontato dai presenti, sono favorire gli scambi b2b nella filiera delle costruzioni, promuovere le competenze delle imprese di settore e creare occasioni di formazione per gli operatori.

Dopo qualche anno di stop dovuto alla pandemia, Meci riparte: da giovedì 16 a sabato 18 maggio, dalle 9 alle 18, a Lariofiere, Erba. Il programma è fitto e le opportunità per i professionisti sono tantissime. Costruzioni, ristrutturazione, bonus, finiture interne ed esterne, sicurezza, videosorveglianza, movimento terra, macchinari, ordini professionali, progetti, novità di settore, mostre e workshop innovativi, e un ricco programma di seminari e convegni tecnici.

Fabio Galati di Lariofiere ha espresso tutta la sua soddisfazione.

«Torna Meci, una delle manifestazioni più importanti di Lariofiere, per coprire e rappresentare un settore economico importante. Dobbiamo ringraziare i main partner per l’importante lavoro che è stato svolto, avremo 130 aziende rappresentate, oltre 23 convegni che accompagneranno queste giornate e che forniranno importanti crediti legati alla professione. La parte espositiva e congressuale si riuniscono per lo sviluppo e l’innovazione. È un momento importante».

Alessandro Valsecchi, vice presidente di Ance, ha fatto eco.

«Meci è arrivata alla 38esima edizione, abbiamo voluto fortemente rinnovarla e impostarla sul b2b, per questo abbiamo eliminato la giornata di domenica e concentrato in quattro giorni un parterre di tecnici ed esperti del settore, oltre al comparto legato alla costruzione e alla digitalizzazione, con un focus sull’intelligenza artificiale. Importanti anche i momenti dedicati alla sicurezza sul lavoro e all’edilizia sostenibile».

Da Makita una linea di carriole a batteria per carichi fino a 300 kg

Makita | La linea di carriole elettriche versatili e sicure
Makita | La linea di carriole elettriche versatili e sicure

Dai cantieri alle aziende agricole e agli allevamenti, fino ai parchi, ai camping e ad altre strutture ricettive: le carriole a batteria Makita rappresentano la soluzione ideale per movimentare senza fatica qualsiasi carico in forma solida, granulare o liquida, fino a 300 kg.

Una gamma resistente, versatile e sicura

Dotata di un resistente telaio provvisto di quattro ruote, questa serie offre diverse possibilità di configurazione: con telaio sollevabile elettricamente, fino a un’altezza di 1,02 metri (DCU601Z); con vasca ribaltabile elettricamente (DCU602Z); con vasca ribaltabile per la movimentazione di sabbia, ghiaia, mangimi (DCU603Z); con telaio tubolare per il trasporto di prodotti voluminosi come sacchi, blocchi, legname (DCU604Z); con vasca in abs per materiali liquidi o semiliquidi (DCU605Z).

Makita | Carriola con telaio sollevabile elettricamente con vasca ribaltabile

Versatili e funzionali, le carriole a batteria Makita sono dotate di motore brushless esente da manutenzione, trasmissione anteriore a due ruote più due ruote posteriori con funzione direzionale e di stabilità sia su terreni pianeggianti che su pendii fino a circa 12 gradi, dove queste macchine rimangono sempre perfettamente stabili e sicure. Tutte le versioni sono alimentate da due batterie LXT da 18V in serie, con possibilità di installarne altre due per una maggiore autonomia di lavoro.

Makita | Carriola con sollevatore elettrico e vasca ribaltabile

La sicurezza d’uso è affidata ad un freno magnetico che blocca il movimento in salita, in piano ed in discesa, al doppio freno a disco sulle ruote motrici, alla doppia illuminazione led frontale, al segnalatore acustico ed al segnalatore led rosso posteriore.

Makita | La linea di carriole sicure, versatili e a emissioni zero

Zero emissioni

Questa serie di carriole fa parte della gamma «Zero Emission» di Makita, progetto che ha permesso di sostituire le tradizionali attrezzature dotate di motore endotermico con soluzioni a batteria estremamente performanti e sicure, in grado di rispettare la salute dell’uomo e l’ambiente.

Makita | Le carriole a batteria per una movimentazione più semplice

Al via l’evento top per l’edilizia del mezzogiorno

Convegno-Youtrade-Sud
Convegno Youtrade Sud

Analisi della congiuntura, strategie da seguire, talk show, marketing, tutto questo si è trattato al convegno Youtrade Sud. E un’inedita testimonianza di un big estero della distribuzione: a Lamezia Terme gli stati generali delle rivendite.

 II Convegno YouTrade Sud è un appuntamento che offre un inedito sguardo sul business della distribuzione di materiali per edilizia nel Mezzogiorno, che in parte anticipiamo nelle pagine seguenti con l’analisi dei bilanci di una buona fetta di imprese del settore.

Ma serve soprattutto come momento formativo e informativo per i protagonisti della filiera dell’edilizia.

L’evento si preannuncia come un momento esclusivo anche grazie alla fitta agenda dei lavori che offre una prospettiva di ampio respiro e non solo legata al territorio. Si potrebbe definire un evento glocal, cioè che unisce un’analisi globale a quella locale.

Convegno-Youtrade-sud
Roberto Di Lellis

Dalla polonia

Un esempio su tutti è quello della prevista testimonianza di carattere internazionale. L’evento organizzato da Virginia Gambino Editore si aprirà con gli interventi Stanisław Gzik, owner e Mirosław Gzik, co-owner di Trans-Pal, un multipoint europeo che opera in Polonia.

L’esperienza dell’azienda, che impiega 230 dipendenti, può essere interessante per chi opera in Italia, e in particolare al Sud, un’area che ha ancora un’ampia possibilità di sviluppo.

Trans-Pal aderisce al colosso Psb Handel, un gruppo composto da 423 aziende commerciali per 293 magazzini di materiali edili, oltre 400 negozi e 13 supermercati, per oltre 2 miliardi di euro di fatturato.

L’ espansione dell’azienda polacca e la sinergia tra le diverse componenti del gruppo in cui opera assumono quindi uno stimolante spunto di riflessione, in particolare per un territorio come quello del Mezzogiorno, che ha ampi margini di crescita.

Convegno-Youtrade-Sud
Convegno Youtrade Sud

Cena e premiazione

Ma ci sono anche molti altri motivi di interesse per l’evento, tenutosi e iniziato con una cena di gala organizzata alla Tenuta delle Grazie giovedì 21 marzo, seguita dalla giornata di lavoro venerdì 22 al T Hotel Lamezia (SS 280 dei Due Mari, 88040 Lamezia Terme, Catanzaro).

Il momento attuale per l’edilizia e per la distribuzione di materiali è quello che si può definire un game changing, qualcosa che fa la differenza tra prima e dopo.

Due fattori si sovrappongono: i residui lavori legati ai vari bonus e l’avvio delle opere del Pnrr a cui, per il Mezzogiorno, si aggiunge in prospettiva la realizzazione del Ponte sullo Stretto.

E tutto questo avviene mentre la distribuzione è alle prese con la rivoluzione digitale, che assume sempre più importanza nella gestione delle imprese e nel rapporto con l’utente finale.

Convegno-Youtrade-sud
Cena di gala alla tenuta delle grazie

Autorevoli relatori

Insomma, per i rivenditori di materiali edili, però, non so tratta solo di gestire un mercato, ma di adattarsi a una evoluzione che è appena iniziata. È il momento di mettere a punto le strategie giuste per crescere.

Per questo l’evento di Lamezia Terme prevede l’intervento di un relatore d’eccezione come Lorenzo Tavazzi, Senior Partner at The European House Ambrosetti, che centrerà il suo contributo.

di Paolo Caliari

 

Sistemi High Tech e home automation, una mela tech per la domotica

Apple

Il colosso tecnologico americano Apple ha studiato un sistema operativo dedicato alla home automation, cioè all’automazione dei dispositivi di casa. E, dopo l’adesione allo standard Matter, Cupertino diventa ancora più competitiva.

Gli amanti della tecnologia e la vasta schiera di utenti di iPhone, iPad e Mac saranno soddisfatti: Apple ha pronto un nuovo sistema operativo dedicato alla home automation. Il nome del software è facile da ricordare: homeOs.

La mossa tende ad allargare l’ambito di applicazione dei dispositivi della Mela, ma anche a contrastare lo spazio occupato dai competitor Amazon e Google. Apple tempo fa aveva pubblicato un annuncio per la ricerca di tecnici specializzati in domotica e ora si capisce perché.

Il sistema homeOs è stato associato anche a un nuovo prodotto di Apple, come uno speaker dotato di schermo touch. Ma, a prescindere dall’aspetto hardware, un sistema operativo dedicato, che fa seguito alla decisione di aderire allo standard Matter che consente ai dispositivi di marche diverse di poter interagire tra loro, è il segno di un rinnovato interesse specifico di Cupertino per l’ambito tecnologico domestico.

Apple mette già a disposizione dei suoi utenti una serie di soluzioni dedicate
alla casa, come gli speaker HomePod, che al momento utilizzano il software tvOs, anche se non hanno una funzione affine ad Apple Tv.

D’altra parte, Apple mette già a disposizione degli utenti soluzioni software per rendere i propri iPhone o iPad dei controller domestici, a partire da HomeKit un protocollo di comunicazione che consente agli utenti di configurare, comunicare e controllare gli elettrodomestici intelligenti utilizzando i dispositivi della Mela.

Apple
homeOs. Sistema operativo Apple per la home automation.

Home Kit fornisce agli utenti un modo per rilevare automaticamente tali dispositivi e configurarli: si possono abilitare le automazioni in casa tramite un comando vocale a Siri o tramite l’app. E la data di introduzione del software, il settembre di dieci anni fa, indica un forte interesse del colosso tecnologico americano per la domotica.

Già ora HomeKit gestisce gli elettrodomestici connessi e i messaggi del sistema sono continuamente inviati ai dispositivi alimentati, che incorporano campi che riconoscono l’accessorio specifico e la categoria in cui si trova.

Ogni categoria ha un codice che serve per identificare di che cosa si tratta, grazie anche al Global State Number, un numero che è incrementato ogni volta che viene modificato lo stato dell’accessorio.

Ciononostante, Apple fino all’introduzione di Matter (circa un anno fa) era rimasta indietro: nel 2019 contava su circa 450 dispositivi compatibili con HomeKit, rispetto ai 10 mila di Google e agli 85 mila di Amazon.

Ecco il wi-fi 7 superveloce

Arriva il wi-fi 7. La notizia interessa tutti: l’International Wi-Fi Alliance, organizzazione che si occupa dello standard senza fili, ha dato l’ok al nuovo upgrade del sistema.

I dispositivi che saranno certificati wi-fi 7 avranno una trasmissione di dati ad alte prestazioni e supporteranno la connessione a più bande contemporaneamente (6GHz, 5GHz e 2,4GHz).

Inoltre lo standard raddoppia la larghezza di banda del canale delle generazioni precedenti arrivando a velocità di picco fino a 46 Gbps.

Trasmissione senza fili più efficiente, quindi, per esempio per visori, gaming, lavoro ibrido, training 3D immersivo, IoT industriale, automotive.

Smartphone, computer e tablet con chip wi-fi 7 potranno raggiungere velocità fino a 5Gbps. La diffusione del nuovo standard includerà 233 milioni di dispositivi entro il 2024, per arrivare a 2,1 miliardi entro il 2028.

Ford sperimenta auto con le olive

Non solo gli edifici, ma anche le auto possono diventare più green. Ford sta sperimentando l’utilizzo dei noccioli delle olive per la creazione di materiali biocompositi al posto della plastica.

Il progetto si chiama CompOlive: Ford ha creato con gli scarti delle olive poggiapiedi e parti del bagagliaio e sta valutando l’applicabilità del prone cesso su scala industriale: il sistema potrebbe essere implementato per la realizzazione delle nuove generazioni di veicoli elettrici.

Il materiale è realizzato per il 40% da fibre e per il 60% da polipropilene riciclato e riscaldato, poi stampato a iniezione nella forma del componente selezionato.

Ford
Ford auto

In Usa ombre sulle auto elettriche

Hertz in contro tendenza: la società di noleggio auto ha deciso di vendere circa 20 mila veicoli elettrici usati, inclusi modelli Tesla, della sua flotta in Usa.

La decisione è arrivata circa due anni dopo un accordo con l’azienda di Elon Musk, e dopo aver pianificato di convertire il 25% della sua flotta in veicoli elettrici entro la fine del 2024.

Hertz ha deciso di tornare ai modelli con motori a benzina. Uno dei motivi sono i costi più elevati legati a collisioni e danni dei veicoli elettrici, dopo che alcuni utenti avevano registrato collisioni frontali.

E anche General Motors e Ford hanno ridimensionato i piani di produzione di veicoli elettrici.

Negli Usa i prezzi all’ingrosso dei veicoli elettrici usati sono diminuiti per la maggior parte del 2023 e, allo stesso tempo, i prezzi di e-auto nuove sono scesi e le scorte di invenduto sono aumentate.

Auto-elettrica
Auto elettrica Tesla

Smart home sui televisori samsung

La casa smart va in onda sui televisori di Samsung. L’azienda coreana ha presentato un nuovo servizio chiamato Now+, che integra i controlli di servizi digitali per l’abitazione nell’interfaccia dei televisori.

L’utente potrà vedere sullo schermo e controllare gli interruttori della luce o i condizionatori dal telecomando, che potrà essere lo smartphoprone, ovviamente Samsung.

L’azienda ha anche presentato una funzione chiamata Daily+, personalizzabile, che utilizzerà tutte le informazioni che Samsung e Bixby hanno sugli utenti, tratte dai tuoi dispositivi SmartThings, per facilitare l’accesso alle app rilevanti.

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Televisori Smart Home

Ikea utilizza l’intelligenza artificiale

Ikea torna a utilizzare l’intelligenza artificiale come strumento di marketing. Questa volta si tratta di Ikea Kreativ, che rappresenta la mossa del gigante svedese dell’arredamento nel campo degli strumenti interattivi di progettazione che aiutano gli utenti a valorizzare il proprio spazio per arredare stanze e casa.

Ikea Kreativ è pensato per aiutare gli utenti a pianificare il restyling di casa, sia dal punto di vista dello stile, che dello spazio.

Dal punto di vista dello stile, infatti, permette di visualizzare come appariranno in realtà i prodotti da acquistare e come si adatteranno agli altri arredi presenti in casa.

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Intelligenza artificiale Ikea

Per esempio, si potrà capire quanto pratico sarà un divano per una particolare stanza: l’app può aiutare a pianificare in modo più realistico l’ambiente in base allo spazio a disposizione.

In questo modo si saprà se le dimensioni della stanza consentono di inserire un determinato arredo, così da evitare di tirar fuori il metro.

di Stefano Lavori

Casa green per il metaverso

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Casa green per il metaverso

Anche i più accesi sostenitori dell’ambiente, anche chi progetta edifici green, anche chi seleziona materiali certificati con un timbro di sostenibilità accende un computer e fa una ricerca su Google, oppure scrolla con Instagram o, per necessità spedisce e riceve mail.

Tutte attività per nulla green. Anzi, sono azioni che contribuiscono al peggioramento dello stato di salute del pianeta. Secondo una stima del gruppo americano Utilities One, i data center consumano enormi quantità di energia e contribuiscono alle emissioni di gas serra.

Un singolo data center può utilizzare la stessa quantità di elettricità di una piccola città. E, tutti insieme, i data center consumano circa il 3% dell’elettricità globale.

Un consumo in crescita: si prevede che entro il 2030 i data center saranno responsabili del 10% del consumo globale di elettricità, mentre nel 2021 erano già responsabili dell’1% delle emissioni globali di Co2, equivalenti all’intera industria aeronautica.

Insomma, la tecnologia ha due facce: un collegamento Zoom fa risparmiare un viaggio in auto, ma allo stesso tempo ha alle spalle un consumo di energia notevole.

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Casa green per il metaverso

Per questo i big della tecnologia ci tengono a far conoscere i loro sforzi per ridurre questo spreco di elettricità. L’ultimo big tech che si impegna in attività green è Meta (Facebook, Instagram, Whatsapp).

La creatura fondata da Mark Zuckerberg ha appena firmato un contratto da 800 milioni di dollari all gruppo Turner per la costruzione di un campus di 6.500 metri quadrati e una struttura di quasi 700 mila metri quadrati presso il River Ridge Commerce Center di Jeffersonville, nello Stato dell’Indiana.

Il complesso di edifici, che sarà il 18esimo dell’azienda negli Stati Uniti e il 22esimo nel mondo, sarà una parte importante dell’infrastruttura globale che porta le tecnologie e i servizi Meta a miliardi di persone in tutto il mondo.

Il campus comprende diversi edifici con data center e Turner utilizzerà un assemblaggio modulare prefabbricato per costruirli.

Ma, aspetto più importante, Meta effettuerà investimenti in nuovi progetti di energia rinnovabile, che consentono alla società di affermare che il data center sarà completamente alimentato da energia rinnovabile una volta operativo.

Il campus sarà certificato Leed Gold dal Green Building Council degli Stati Uniti. La costruzione del campus coinvolgerà oltre 1.250 lavoratori edili, con l’obiettivo di rendere il data center sostenibile. Nel 2020, Meta dichiara di aver raggiunto lo zero netto di emissioni operative di gas serra riducendo le emissioni del 94% rispetto al 2017, nonché sostenendo progetti di rimozione del carbonio.

L’azienda si è posta l’obiettivo di raggiungere emissioni nette pari a zero lungo tutta la sua catena del valore entro il 2030.

di Paolo Caliari

Addestramento all’utilizzo delle macchine per cantiere per migliorare la sicurezza

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Centro formazione e ricerca Merlo

Il Centro formazione e ricerca Merlo è una delle migliori realtà specializzate nell’addestramento all’utilizzo delle macchine per cantiere, sia con lezioni teoriche sia pratiche. Obiettivo: maggiore produttività e meno pericoli sul campo.

Il Centro Formazione e Ricerca Merlo di Cuneo, organizzazione tra le meglio strutturate per la formazione e l’addestramento all’uso di macchine operatrici e attrezzature per l’edilizia e le costruzioni più in generale, è la prima scuola gestita da un costruttore a erogare formazione qualificata agli utilizzatori di macchine di qualunque tipo e marca.

L’obiettivo dei programmi didattici del Cfrm è insegnare a gestire in modo consapevole macchine spesso semplici da usare, ma potenzialmente pericolose se affidate a mani non adeguatamente preparate. Per questo l’addestramento, realizzato attraverso simulazioni ed esercitazioni pratiche, svolge un ruolo fondamentale.

Sollevamento

Guardando al comparto dei mezzi di sollevamento, formazione significa aiutare le persone a imparare, istruendole su che cosa devono o (spesso più importante) non devono fare oppure, nei casi più elementari, semplicemente offrendo loro le informazioni utili per affrontare consapevolmente le prevedibili situazioni lavorative.

In questo ambito la formazione qualificata del Cfrm può certamente contribuire con il suo grande valore aggiunto. La formazione, quella seria, non è fatta solo di corsi formali in aula e timbri su un certificato: la maggior parte delle imprese continua a organizzare e gestire i corsi in modo efficace sia con sessioni frontali di informazione sia fasi di affiancamento addestrativo.

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E’ necessario conoscere a fondo le modalità d’impiego delle macchine ma è sopratutto indispensabile saperle usare in sicurezza

La sfida

«Oggi la sfida per l’imprenditore è attrarre, reclutare e trattenere le migliori professionalità», afferma Paolo Peretti, direttore del Cfrm. «Perché i collaboratori capaci sono fondamentali per qualsiasi azienda, soprattutto per quelle di successo.

Largo, dunque, alla formazione professionale, quella giusta che fa la differenza. È chiaro a tutti che si deve investire in questa direzione e che è indispensabile una guida imprenditoriale che capisca, condivida e soprattutto faccia suo questo percorso, con una grande sfida per tutti: trovare il formatore giusto».

di Paolo Caliari

Mercato delle macchine e attrezzature, meno vendite ma più noleggi

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Macchine in cantiere

Il 2023 è stato un anno di riflessione per il mercato delle macchine e attrezzature, seguito a due anni di forte crescita. La ripresa economica 2021-2022 aveva beneficiato il settore con incrementi del numero di macchine vendute molto rilevante, passate dalle quasi 17 mila del 2019 e del 2020, alle 22 mila, e poi alle 26 mila del 2021 e del 2022. Il 2023 fa segnare un ribasso del 5,1%, riportando il numero di macchine a quota 24.704.

La dinamica nell’ultimo anno è stata negativa soprattutto per le macchine movimento terra, che rappresentano il 96% del mercato, mentre rimane positivo, con una crescita dell’1,5%, il mercato delle macchine stradali, che rappresenta il 4% del compravenduto.

Nel 2023 sono state immesse sul mercato italiano 24.704 macchine per costruzioni, delle quali 23.779 macchine movimento terra e 925 macchine stradali. I dati elaborati e diffusi da Unacea (Unione italiana macchine per costruzioni) sulla base delle vendite dei produttori e degli importatori del settore, evidenziano dunque un decremento consistente, ma non allarmante, che porta la crescita del settore dal 2019 a +45,9%, con +45,8% per le macchine movimento terra e un più positivo +50,2% per le macchine stradali.

Ma c’è anche chi cresce

Sempre interessanti le dinamiche per singolo comparto. Rispetto allo scorso anno, quando erano solo due, sono sette le categorie in rallentamento nel 2023 rispetto all’anno precedente, con escavatori cingolati in calo del 9,0%, le pale gommate del 12,2%, le terne quattro ruote sterzanti a -12,7% e le terne rigide in forte flessione, con un calo del 28,2%.

In flessione anche i miniescavatori a -7,1%, le frese stradali (-8,3%), e le vibrofinitrici (-21,2%), mentre gli escavatori gommati fanno registrare anch’essi una flessione, ma molto contenuta, nell’ordine di -0,8%. Ottime notizie, invece, per le minipale compatte: +10,8%, e le minipale compatte cingolate (+20,3%).

Buoni numeri anche per i rulli (+15,3%), mentre la variazione percentuale maggiore si rileva negli apripista, che hanno avuto un incremento del 53,2%, passando da 47 a 72 macchine vendute.

In termini assoluti il principale segmento di mercato rimane quello dei miniescavatori, cresciuti del 42,4% tra il 2019 e il 2023, e che rappresentano il 55,9% delle macchine vendute.

Seguono gli escavatori cingolati, che pesano il 18,3% e che sono cresciuti negli ultimi quattro anni del 58%. Con percentuali minori troviamo poi le pale gommate (+6,7%), le minipale compatte cingolate (+6,5%), e le minipale cingolate (+5,8%).

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Mercato delle macchine e attrezzature, il boom

La crescita del mercato in questi ultimi anni è stata molto rilevante, e se il 2022 si configura come un anno UNACEAeccezionale per la dimensione complessiva delle macchine vendute, oltre 26 mila, con le esportazioni che tra gennaio e ottobre 2022 hanno infatti raggiunto i 2,5 miliardi di euro, con una crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2021, va detto che la straordinarietà del mercato legato alla crescita del settore delle costruzioni prodotta nel dopo pandemia ha prodotto per le macchine e attrezzature un aumento esponenziale della domanda, così come evidenziato dal grafico, dell’andamento delle macchine nel mercato italiano negli ultimi 11 anni, quadruplicato dalle 6.117 macchine del 2013 alle 24.704 del 2023.

Certamente il sistema di incentivi pubblici ha fortemente sostenuto questa crescita, che di fatto ha avviato anche un notevole ricambio del parco macchine, con effetti molto positivi non solo per la produttività, ma anche per il contributo sostanziale che macchine nuove e aggiornate danno alla sicurezza dei lavoratori e alla sostenibilità ambientale dei cantieri, risultati non secondari nel miglioramento del sistema produttivo delle costruzioni, al quale le macchine danno un apporto fondamentale.

Ma va anche ricordato che questa crescita così rilevante si deve agli incentivi fiscali legati a Industria 4.0, e dunque legati a fattori straordinari di carattere fiscale che si sommano a quelli direttamente connessi con la crescita del settore delle costruzioni.

Le previsioni del mercato delle macchine e attrezzature

Questa performance molto positiva di lungo periodo va anche messa in relazione con la crescita del mercato del noleggio, che negli ultimi anni ha fatto segnare performance molto più positive di qualsiasi altro settore produttivo legato al settore delle costruzioni esplicitando dinamiche proprie e opportunità di crescita legate al fatto che in Italia il mercato del noleggio è ancora lontano dall’essere maturo e, dunque, ha ancora ampi spazi di sviluppo.

Secondo le previsioni dell’Osservatorio Assodimi/Assonolo, nel 2023 il mercato del noleggio in Italia ha raggiunto la cifra d’affari di 3 miliardi di euro, con una crescita del 15,2% nel 2023 rispetto al 2022, che seguiva altri due rilevanti incrementi registrati negli anni precedenti, rispettivamente +20,9% nel 2021 e +18,3% nel 2022.

In sostanza, se tra il 2019 e il 2023 il mercato delle macchine in termini di numero di modelli venduti è cresciuto del 45,9%, il mercato del noleggio, in termini di giro d’affari, è lievitato del 66,5%, una percentuale molto più rilevante di quella relativa alla crescita del settore delle costruzioni, segno che il noleggio ha propri driver di crescita.

Non va dimenticato che le aziende di noleggio sono tra le prime acquirenti delle macchine prodotte e vendute. Secondo le stime elaborate sulla base dei dati macroeconomici e di bilancio e delle proiezioni riferite alle indagini di settore dell’Osservatorio Assodimi/Assonolo, il mercato del noleggio di macchine e attrezzature in Italia non solo conferma la crescita rilevante del 2022 e farà segnare a conti fatti +15,2% nel 2023, ma si incrementerà ulteriormente del 7,2% nel 2024 per effetto degli investimenti nel Pnrr e negli altri investimenti pubblici: un valore più basso di quelli degli anni precedenti, perché risente ovviamente in parte delle proiezioni di riduzione degli investimenti e interventi relativi al superbonus 110%, che dal 2024 non è più operativo se non con aliquote più contenute e senza l’opportunità della cessione del credito.

A cura del Centro Studi YouTrade

Un dossier sui distributori da uno a tre punti vendita sul nuovo numero di YouTrade

Un faro acceso su quella che è una porzione notevole della distribuzione di materiali per edilizia, relativa alle aziende che gestiscono da uno a tre punti vendita. A loro il nuovo numero di YouTrade dedica un nuovo dossier. Obiettivo: comprendere che cosa significa per i distributori il ritorno alla normalità del dopo superbonus. Per questo la rivista realizzata da Virginia Gambino Editore ha interrogato 31 distributori che gestiscono da uno a tre punti vendita. È un panel rappresentativo della categoria: assieme i rivenditori sommano oltre 350 milioni di euro di fatturato, contano 55 punti vendita diretti e 45 showroom, con una superficie coperta di quasi 163 mila metri quadrati e superfici scoperte per oltre 546 mila metri quadrati.

Il dossier contiene le schede dettagliate di ogni azienda, assieme a un’intervista che mette in luce bilanci e prospettive dell’insegna, con le strategie che intende seguire l’imprenditore. In sintesi, tutte le aziende, con pochissime eccezioni, hanno fatto segnare negli anni del superbonus ottime performance in termini di crescita del giro d’affari, ma risultano diverse le aspettative per il 2024, con solo un quarto degli intervistati che si attendono un giro d’affari ancora in crescita.

Le schede sono precedute da un’analisi del Centro Studi YouTrade, che riassume i dati raccolti e offre una lettura di questa notevole fetta di business. Un motivo in più per non perdere il nuovo numero di YouTrade!

SFOGLIA LA RIVISTA

 

YouTrade aprile 2024

I BILANCI DELLE COSTRUZIONI: edizione record su 2.975 imprese
EDILIZIA: inchiesta sull’EPS
CONVEGNO YOUTRADE SUD: analisi e immagini
DOSSIER: distributori da 1 a 3 punti vendita
SPECIALI: sistemi a secco, fissaggi
 
Per vedere la versione integrale del numero
 

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A Eternoo il Premio Di Padre in Figlio

Federico Nessi, amministratore delegato Eternedile
Federico Nessi, amministratore delegato Eternedile

Eternoo, nuovo brand della società di distribuzione della famiglia Nessi, ha ricevuto il Premio Di padre in figlio – il gusto di fare impresa, nel corso della 23esima edizione del riconoscimento. L’iniziativa è nata nel 2008 per analizzare e valorizzare le esperienze di aziende familiari che hanno affrontato e risolto con successo il passaggio generazionale. Il Premio è realizzato con il supporto scientifico di Liuc Business School. Inoltre, il Family Business Lab (Fabula) della Liuc, Università Cattaneo, diretto da Salvatore Sciascia e Valentina Lazzarotti, che anche quest’anno ha messo a disposizione gli strumenti di raccolta e interpretazione dei dati, fondamentali per analizzare profondamente e secondo modalità quanto più possibile oggettive le aziende partecipanti. Eternoo è risultata vincitrice nella categoria Giovani Imprenditori.

Federico Nessi, amministratore delegato Eternedile
Federico Nessi, amministratore delegato Eternedile

Questa la motivazione: «Vince nella categoria Giovani Imprenditori Eternoo, guidata dalla passione di Caterina e Federico Nessi. Questa azienda incarna una gestione familiare dinamica con una visione moderna e protesa alla crescita grazie anche alla digitalizzazione».

Eternoo è leader in Italia nel settore della distribuzione edile multi-specialistica. L’azienda sta attuando proprio in questo momento un processo di rebranding da Eternedile a Eternoo, nome con cui ha già lanciato dieci anni fa una propria linea di prodotti per l’edilizia. Con oltre 70 anni di esperienza e più di 600 collaboratori, l’azienda fornisce prodotti e soluzioni per l’edilizia di alta qualità a imprese, artigiani e privati grazie alla sua rete capillare di 67 punti vendita e 23 showroom a marchio Aqva Ceramiche, il brand dedicato alla divisione finiture.

Caterina Nessi
Caterina Nessi

Sotto la proprietà e la guida della Famiglia Nessi, Eternoo si è evoluta passando dal piccolo magazzino in uno scantinato del centro storico di Bologna nel 1949 ai magazzini di grandi dimensioni dei giorni nostri, frazionati in reparti autonomi specializzati, con oltre 15 mila articoli sempre pronti per la vendita. La sede direzionale e amministrativa è a Modena.

L’ampiezza della gamma prodotti è un tratto distintivo di Eternoo, che lavora da sempre per proporre i migliori materiali alle oltre 20 mila piccole, medie e grandi imprese clienti, collaborando regolarmente con più di 600 fornitori selezionati.

Punto di forza dell’azienda è la consulenza tecnica e commerciale dedicata grazie a uno staff preparato che gestisce la relazione con il cliente in un rapporto one-to-one. Nel corso degli anni Eternoo ha ampliato le categorie merceologiche e i reparti specializzati per presidiare sempre più settori e riuscire ad accontentare tutti gli attori che gravitano attorno al mondo dell’edilizia. Il numero di prodotti disponibili a magazzino in pronta consegna è sempre in costante crescita. Le divisioni specializzate riguardano il cartongesso e i sistemi a secco con i punti Etgyps, le vernici con i colorifici Etecolor, le coperture in legno lamellare con Etelegno, i reparti di termoidraulica, i centri di lavorazione del ferro e la produzione solai.