Materie prime ed edilizia: le opinioni di rivenditori e produttori

Rincaro materie prime e carenza di approvvigionamento: come sta affrontando il settore delle costruzioni l’attuale congiuntura economica? YouTrade lo ha chiesto ad alcuni rivenditori e produttori di materiali per l’edilizia: ecco cosa ci hanno risposto.

L’opinione della distribuzione

MERCATO GELIDO PER IL CAPPOTTO
DOMENICO AMORE, RESPONSABILE COMMERCIALE ADICEM

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Domenico Amore, Adicem

Domanda. Quali sono i materiali che in questo momento sono più difficili da reperire?
Risposta. Sono soprattutto gli isolanti per i sistemi a cappotto. Non si trovano i pannelli, né in Eps né in poliuretano, e ci sono difficoltà anche nel reperire i tasselli in plastica certificati e le reti. I fornitori hanno allungato le date di consegna a ottobre.
D. Come state fronteggiando questa situazione?
R. Attualmente stiamo lavorando più sulle prenotazioni che sulle conferme d’ordine. Quando c’è la disponibilità e i fornitori ci possono confermare i prezzi, allora prenotiamo i materiali. Dopodiché si procede al preventivo, all’ordine effettivo e alla consegna presso i nostri magazzini. In questo momento non c’è possibilità di lavorare in altro modo.
D. Le tempistiche di consegna si sono dilatate tantissimo: di quanto mediamente?
R. Prima si parlava di un paio di settimane fra ordine e consegna, massimo 11 giorni lavorativi. Ora si parla di mesi.
D. E nei confronti dei vostri clienti come state agendo?
R. Cerchiamo tra i vari fornitori chi ci dà disponibilità di materiale nella maniera più celere possibile. Oppure prediligiamo chi riesce a offrirci il pacchetto completo in modo da evitare al cliente di impazzire con la ricerca dei certificati. Stiamo cercando di ottimizzare il tutto facendo più ricerche per i singoli ordini.
D. La vostra attività quotidiana di rivendita è in difficoltà?
R. Sia noi che i nostri clienti siamo abituati a lavorare con tempistiche differenti. Gli ordini erano quasi gestiti “oggi per ieri. Andare a gestire un ordine con due o tre mesi in anticipo è molto difficile.
D. Questa situazione sta mettendo in difficoltà la partenza dei lavori per il superbonus?
R. Credo proprio che il superbonus sia in parte la causa di questi aumenti e della scarsa reperibilità del materiale isolante. A mio avviso qualche produttore sta speculando su questi materiali legati al bonus. Diversa invece la questione relativa al ferro e al legname, che effettivamente si trova con difficoltà, e quindi sta subendo aumenti in qualche modo giustificati.
D. Dunque la scarsa reperibilità del materiale isolante è una peculiarità tutta italiana?
R. Sono in contatto con un broker che opera fuori dall’Italia e non mi segnala problemi di reperibilità con l’isolante. Resta però il problema dei costi di trasporto che farebbero lievitare il prezzo in maniera esponenziale.
D. Sul fronte del rincaro dei prezzi a che punto siamo?
R. Ci sono articoli su cui non stiamo neanche facendo delle offerte. Da un mese, ad esempio, abbiamo smesso di fare quotazioni per i ponteggi. La società che ci fornisce da diversi anni è in grosse difficoltà nel recuperare la materia prima e non garantisce i prezzi da un giorno con l’altro. Gli aumenti sono veramente pesanti, tanto da essere raddoppiati nel giro di un paio di mesi. Addirittura oggi, se dovessi acquistare un ponteggio, dovrei anticipare almeno il 50% dell’importo per poter bloccare il prezzo. Dopodiché quando c’è la disponibilità e si va avanti con la produzione, passerebbero poi dei mesi per avere il materiale ordinato. Insomma non si riesce a lavorare bene sulla prevendita.
D. E per il legname e i metalli, a quanto sono arrivati i rincari?
R. Da gennaio a oggi i prezzi si sono triplicati raggiungendo cifre assurde. I tempi di consegna non si sono allungati di molto, più che altro sono i prezzi a essere lievitati parecchio.
D. Quanto durerà questa dinamica?
R. Credo che fino a dicembre questa situazione continuerà sicuramente. Le prenotazioni di isolanti sono arrivate fino a novembre. Poi speriamo in un intervento dello Stato o in qualche soluzione, perché se si continua così non si andrà molto lontano.

I PREZZI? PUNTIAMO SU UNA STABILIZZAZIONE
FEDERICO NESSI, DIRETTORE COMMERCIALE DI ETERNEDILE

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Federico Nessi, Eternedile

Domanda. Alcune materie prime al momento sono quasi introvabili: quali sono i materiali che reperite con maggiore difficoltà?
Risposta. Indubbiamente i materiali più difficili da reperire sono gli isolanti, anche se effettivamente si stanno riscontrando problemi anche su legnami e prodotti metallici.
D. Come si stanno comportando i produttori nei confronti dei distributori?
R. Purtroppo i fornitori subiscono a loro volta, a causa dei produttori di materie prime che lavorano in regimi di oligopolio. È innegabile che si siano verificate anche situazioni speculative. Rimane il fatto però che, finita questa situazione, privilegeremo i fornitori che hanno avuto comportamenti collaborativi, cercando di venirci incontro, a differenza di chi si sta approfittando della situazione, dimenticandosi che non sarà sempre così.
D. Inevitabilmente, anche i tempi di consegna si sono dilatati in maniera spropositata: quali sono al momento le maggiori problematicità?
R. I tempi di consegna più lunghi riguardano gli isolanti.
D. Come state agendo per arginare la situazione?
R. Grazie ai nostri volumi, cerchiamo di fare valere la nostra posizione sul mercato.
D. Sul fronte dei rincari dei prezzi, invece, com’è la situazione e come la state affrontando?
R. Privilegiamo i fornitori che cercano di mediare con raziocinio gli aumenti di prezzi e a nostra volta mediamo in sell-out tali aumenti.
D. A vostro avviso, quali sono le cause di questa dinamica e quali sono le vostre previsioni per il futuro?
R. Si tratta di una serie di elementi, tra cui l’aumento della domanda cinese e di quella americana, l’uscita dalla pandemia, il superbonus, senza dimenticare pressioni speculative di chi vuole approfittarsi della situazione congiunturale macroeconomica. Questa situazione non terminerà a breve, ma non è nemmeno sostenibile nel lungo periodo, quindi confidiamo in una stabilizzazione nel medio periodo.

MA C’È LUCE IN FONDO AL TUNNEL
RINO ORSOLINI, TITOLARE ORSOLINI

Rino-orsolini
Rino Orsolini, Orsolini

Domanda. Come state gestendo l’attuale situazione della mancanza e del rincaro delle materie prime?
R. Tutto sta nella parola gestire. Erano tantissimi anni che non si assisteva a questo bailamme sul mercato. Stiamo facendo ordini programmati, specialmente quelli per il materiale professionale cioè ferramenta, termoidraulica e materiale da costruzione. Abbiamo un colloquio costante e giornaliero con i nostri fornitori, con cui lavoriamo da moltissimi anni, per tenere sotto controllo questi aumenti e la disponibilità dei prodotti.
D. Quali sono i materiali che avete più difficoltà a reperire?
R. Gli isolanti. Abbiamo ordinato il materiale, qualche centinaio di autotreni, che andremo a scaricare da qui a ottobre. Sono ordini programmati, ma con la variante del prezzo che ci viene comunicato qualche settimana prima della consegna. Scarseggiano anche l’alluminio, l’acciaio, il legname, le caldaie perché non arriva la componentistica dalla Cina. I costi dei container sono passati da 3 mila dollari a 9 mila dollari.
D. Questa problematica degli isolanti è legata o trascende il superbonus?
R. La problematica degli isolanti è legata solo in minima parte all’incentivo superbonus. La causa principale del forte rialzo dei prezzi e della scarsa disponibilità dei materiali isolanti è la difficoltà nel reperimento nel mercato internazionale della materia prima indispensabile per la produzione.
D. Quali sono dunque le cause?
R. Prima di tutto la legge della domanda e offerta. Se la domanda è molto superiore all’offerta, i prezzi inevitabilmente aumentano. Poi sicuramente molti ne stanno approfittando, rincarando ancora di più la dose. Questa situazione, inoltre, è legata anche alla Cina che, uscita prima dalla pandemia da covid, ha accumulato molto materiale. Questo ci dovrebbe far riflettere sugli effetti della delocalizzazione. Dobbiamo riportare alcune produzioni in Europa, non possiamo più essere legati mani e piedi alla Cina come adesso.
D. I prezzi sono aumentati esponenzialmente: di che cifre stiamo parlando?
R. L’acciaio è triplicato, il legname è aumentato tra il 50 e il 70%, la plastica del 30-40%. Al momento non stanno aumentando pavimenti, rivestimenti e sanitari, anche se ci sono problemi di consegna anche su questi prodotti, con ritardi stimati tra le due e le quattro settimane.
D. Come state gestendo i ritardi nelle consegne?
R. Ci siamo organizzati per avere materiale costante a prescindere dagli ordini. Abbiamo programmato tutti gli ordinativi dei materiali, da scaricare man mano nei punti vendita.
D. Quanto terminerà questa dinamica?
R. Per parlare di sgonfiamento dei prezzi, credo dovremmo aspettare settembre e ottobre. Spero che nella seconda parte dell’anno la situazione migliori e si fermi questa rincorsa all’aumento. Anche perché è difficilissimo gestire questa incertezza con i clienti, oltre che per le stesse imprese che devono fornire poi i materiali per gli appalti.
D. Nella sua esperienza lavorativa, le era mai capitata una situazione del genere?
R. Mai. Non c’è mai stata un’impennata così repentina e con questa dinamica. Prima sono cominciati ad aumentare i prezzi, nel periodo tra dicembre e gennaio, poi verso marzo è cominciata a venire meno la disponibilità del materiale.
D. La situazione è uguale in tutta Europa o l’Italia mostra una congiuntura particolare?
R. Credo che la situazione sia generalizzata. Se manca il materiale, scarseggia un po’ ovunque. C’è però da dire che, rispetto ad altri, il settore dell’edilizia in Italia è stato meno danneggiato dalla pandemia e tutti stiamo lavorando, chi più chi meno. Tutta l’Italia si sta muovendo, i dati sono confortanti e si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. Certo, si dovrà iniziare a ripensare alla delocalizzazione delle produzioni in Oriente e prendere seri impegni verso la sostenibilità. Restiamo comunque sempre positivi.

L’opinione della produzione

SIAMO IN UN MOMENTO CRUCIALE
GIANDOMENICO GIOVANNINI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI LATERLITE

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Giandomenico Giovannini, Laterlite

Domanda. Qual è la situazione sul fronte del rincaro dei prezzi delle materie prime?
Risposta. I motivi alla base di questa indisponibilità di materiali sono legati a dinamiche post-covid, che hanno creato una bolla speculativa internazionale. Il nostro prodotto base, l’argilla espansa, è prodotta in Italia e non risente di queste dinamiche. Invece alcuni prodotti, legati all’approvvigionamento internazionale di alcune materie prime, in particolare chimiche, stanno subendo problemi. Il nostro gruppo risente moltissimo del rincaro della plastica, aumentata del 50% nel giro di sei mesi, che è alla base degli imballi di una serie di prodotti, come sacchi predosati o Leca. Eravamo molto attenti alla Plastic Tax, che sarebbe dovuta entrare in vigore a giugno dell’anno scorso, e che poi è stata posticipata a inizio 2022. Abbiamo subìto anche un forte rincaro del legno e iniziamo a vedere dei potenziali aumenti rilevanti anche sul fronte dell’energia e del gas alla base della produzione dell’argilla espansa.
D. Ci sono altri materiali su cui state avendo difficoltà?
R. Abbiamo registrato ritardi, anche di un mese e più, sulle resine epossidiche che servono per i sistemi di rinforzo strutturale Frp e altre soluzioni della gamma Laterlite. Ritardi, di certo non paragonabili a quelli dei materiali isolanti e legati soprattutto al mercato internazionale, che non sono da noi controllabili. Infine, anche i tempi di consegna dei coils e altre materie prime metalliche, come l’acciaio, che utilizziamo per i connettori antisismici perimetrali per il rinforzo dei solai, stanno subendo ritardi di tre-sei mesi, con rincari anche del 250%. Per fortuna abbiamo in passato fatto scorte molto lungimiranti.
D. Come state affrontando questa situazione sul fronte commerciale?
R. Siamo in un momento di decisione cruciale. Finora non abbiamo ancora riversato sul mercato della distribuzione questi aumenti, facendo da ammortizzatore tra gli aumenti delle materie prime e il mercato finale. A breve, però, dovremmo stilare nuovi listini e riportare necessariamente sul mercato questa dinamica di prezzi, che non sappiamo quanto durerà.
D. Quali sono le sue previsioni?
R. Credo che nella seconda parte dell’anno si vedrà un lieve raffreddamento, o perlomeno un arresto, nella crescita dei prezzi per la maggior parte delle materie prime. Probabilmente saranno mantenute queste quotazioni molto elevate, e nei prossimi 12-24 mesi si dovrebbe rientrare verso prezzi più ragionevoli, in linea con il passato. Anche se sul mercato italiano la situazione è ulteriormente surriscaldata dalla questione degli incentivi, sia per il superbonus 110% che per gli altri bonus casa, che hanno creato un contesto veramente congestionato.
D. State mettendo in atto delle strategie particolari per gestire questa situazione?
R. È stata veramente una fiammata repentina e in qualche caso, sia a livello di risorse umane sia di impianti, si fa molta fatica a stare dietro alla domanda per alcune categorie merceologiche. Laterlite ha perfezionato a fine 2020 l’acquisto del 100% di Grascalce e del sito produttivo di Trezzo. Il gruppo aveva pianificato per tempo degli importanti investimenti industriali per aumentare la propria capacità produttiva, ma purtroppo la burocrazia ha accumulato alcuni mesi di ritardo. Auspichiamo che il piano di investimenti programmati sarà operativo nella seconda parte del 2021.
D. Come si riflette questa condizione del mercato nel rapporto con i rivenditori?
R. Laterlite ha sempre offerto un servizio puntuale, garantendo la disponibilità di tutti i materiali. C’è stato qualche imbarazzo quando, a causa di fenomeni internazionali, abbiamo dovuto ritardare le consegne di alcuni materiali. Non è il nostro modo di lavorare, ma il rapporto di collaborazione storico con i rivenditori e l’analoga situazione in cui versano altre aziende, che si trovano a gestire situazioni anche peggiori, ha permesso di continuare a lavorare per cercare di non rallentare i cantieri. Faccio l’esempio di Ruregold, azienda del gruppo che si occupa di rinforzi strutturali e sta crescendo molto anche grazie al sismabonus, specialmente in Centro Italia. Iniziamo ad avere i primi ordini fermi, non per indisponibilità dei materiali, ma perché mancano gli isolanti per i prossimi due-tre mesi per i cappotti. Normalmente, infatti, si combina il rinforzo antisismico con il cappotto, ma nell’attesa che arrivino i materiali isolanti, non si affittano i ponteggi, visto anche il loro costo elevato. Quindi i ritardi di consegna di altri materiali stanno creando blocchi e rallentando anche alcuni nostri lavori, nonostante il 95% degli articoli Laterlite siano in pronta consegna.
D. Il blocco dei cantieri rischia di far perdere l’opportunità dei superbonus?
R. Le aziende, i progettisti e tutta la filiera delle costruzioni ci hanno messo un po’ di tempo a prendere le misure del superbonus. Credo che i lavori legati ai bonus si faranno ancora per un paio di anni. Poi staremo a vedere se sarà stata una crescita drogata o l’inizio di una ripresa strutturale per il mercato delle costruzioni.

UNA TEMPESTA PERFETTA, CHE NON FINIRÀ TANTO PRESTO
PAOLO CERÙ, DIRETTORE COMMERCIALE GRUPPO PORON

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Paolo Cerusiche, Gruppo Poron

Domanda. Alla luce della vostra esperienza come azienda leader nel settore degli isolanti, a che punto è la situazione in questo momento?
Risposta. Dal punto di vista dei prezzi, come produttori stiamo subendo un rincaro notevole del granulo di stirene, la materia prima che compriamo e poi trasformiamo in prodotto isolante. Sono dinamiche da multinazionali, poco comprensibili sia dal mercato finale sia dai trasformatori. Non c’è un atteggiamento speculativo da parte dei produttori di Eps: subiamo questa evoluzione dei prezzi in prima persona e la trasliamo sul mercato.
D. Quali sono secondo Lei le cause di questo aumento della materia prima?
R. Lo stirene è una commodity venduta in tutto il mondo. Dai produttori di stirene non arrivano informazioni di speculazioni, perché sarebbe quasi un reato in regime di oligopolio, ma giungono notizie di problemi relativi alla produzione. Ci sono state delle interruzioni nella produzione sia in Europa che negli Stati Uniti, a cui si è aggiunta la Cina che sta spingendo tantissimo sul fronte del mercato interno. Tutto questo ha generato un aumento dei prezzi dello stirene, che è più che raddoppiato. C’è poi la situazione particolare del cosiddetto grigio.
D. Cioè?
R. Diversi produttori di materiale additivato hanno avuto problemi o comunque hanno assunto delle strategie particolari. Queste situazioni hanno generato una riduzione dell’offerta in Europa, a cui è corrisposta un’amplificazione degenerata della domanda per questo materiale specifico. Si è innescato quindi un corto circuito, che non ha responsabili particolari, ma ha tutte le caratteristiche della tipica tempesta perfetta. Meno offerta della materia prima, più domanda del prodotto finito, e i trasformatori nel mezzo, con tutti i loro vincoli tecnologici e produttivi.
D. Era mai successa una situazione del genere in passato?
R. Siamo il gruppo più longevo in Italia, il prossimo anno compiremo 60 anni. In tutto questo tempo nel mondo del polistirolo non era mai avvenuta una cosa del genere. Tuttavia, c’è anche da aggiungere che non è l’offerta ad avere un problema, ma è la domanda a essere schizzata alle stelle a casa del bonus facciate e del superbonus. Le richieste sono aumentate vertiginosamente, la produzione non può essere portata all’infinito, ovvio che ci sono problemi di reperibilità del materiale.
D. A fronte della scarsa reperibilità del materiale, come state gestendo i rapporti commerciali con i rivenditori?
R. Cerchiamo di mantenere i rapporti commerciali costruiti negli anni dalla nostra rete vendita, che conta circa 80 agenti. Vogliamo tutelare tutti, ma per fare questo siamo costretti a scontentare leggermente tutti. Ci arrivano richieste per centinaia di migliaia di metri cubi di materiale isolante, ma la velocità di adeguamento dell’offerta non può andare di pari passo con questa impennata di richieste. Molti produttori si stanno adeguando a questa impennata della domanda con investimenti e riorganizzazioni sul fronte della produzione, ma credo che vivremo questa situazione ancora per due-tre anni.

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