Living Product Challenge: una sfida per i prodotti circolari

«Esiste un solo pianeta Terra, eppure da qui al 2050 il mondo consumerà risorse pari a tre pianeti. Si prevede che nei prossimi quarant’anni il consumo complessivo dei materiali come la biomassa, i combustibili fossili, i metalli e i minerali raddoppierà, e parallelamente la produzione annuale di rifiuti aumenterà del 70 % entro il 2050».

Inizia così il documento della Commissione Europea Un nuovo piano d’azione per l’economia circolare. Per un’Europa più pulita e più competitiva pubblicato due anni fa, che descrive il piano UE per l’economia circolare, uno dei pilastri dello European Green Deal.

Il piano poggia su varie azioni: l’adozione di un quadro strategico per i prodotti sostenibili, l’ottimizzazione ambientale delle catene di valore dei prodotti, la riduzione dei rifiuti e la loro trasformazione in risorsa da valorizzare, il sostegno all’economia circolare come servizio per le persone, le regioni, le città, includendo azioni trasversali e il supporto al processo di implementazione, così come il suo monitoraggio.

All’interno di questo scenario, l’impatto del comparto delle costruzioni, includendo tutta la filiera, dalla produzione dei materiali, alla realizzazione degli edifici, alla loro gestione, manutenzione, dismissione, ristrutturazione e demolizione è notoriamente rilevante.

L’industria delle costruzioni contribuisce per l’11% alle emissioni globali di gas serra e la produzione di materiali e prodotti è responsabile per più del 30% del consumo globale di risorse. Un edificio è di fatto un assemblaggio di materiali e prodotti; quindi, un’efficace riduzione o azzeramento del suo impatto ambientale non può che passare da una totale revisione dei processi produttivi.

È possibile immaginare prodotti progettati e realizzati in modo elegante ed efficiente così come ci insegna la natura? Tramite processi industriali che generino più energia di quella che consumano, da fonti totalmente rinnovabili, così come capaci di realizzare un ciclo chiuso della gestione dell’acqua? In aziende che promuovono il benessere, la salute e la felicità dei propri collaboratori? 

È questa la visione dietro il protocollo Living Product Challenge (LPC) che declina per le aziende produttive la filosofia Living Building Challenge (LBC) applicata per la progettazione e realizzazione degli edifici. Anche in questo caso il framework è suddiviso in sette petali e 20 imperativi che, quindi, sono tutti obbligatori se l’azienda vuole conseguire la certificazione LPC per il proprio prodotto.

Come per LBC, l’ambizione è di trasformare l’industria delle costruzioni con un vero e proprio cambio di paradigma, che sposta l’asticella dal realizzare semplicemente prodotti conformi alle norme minime vigenti, verso uno scenario dove i prodotti sono progettati e costruiti con criteri di trasparenza delle informazioni sugli ingredienti e sul processo, e un ciclo di vita con un impatto ambientale almeno nullo se non positivo anche tramite la valutazione dell’impronta positiva del prodotto, positive handprinting.

In particolare, questi due ultimi concetti combinati sono davvero innovativi. La necessità di ridurre il più possibile l’impatto ambientale di un processo produttivo è nota ma, per quanti sforzi facciamo nel rendere una fabbrica efficiente, non possiamo raggiungere un’impronta zero.

Ma se estendiamo il perimetro della valutazione del ciclo di vita del prodotto al di là della sola carbon footprint, comprendendo e calcolando, con gli stessi strumenti di Lca (life cycle assessment), l’impatto positivo (sulla produzione, i clienti, la comunità, l’ambiente) delle attività dell’azienda, l’orizzonte cambia radicalmente, e nei casi più virtuosi, l’azienda è davvero in grado di dimostrare come l’impronta complessiva risultante possa essere addirittura positiva.

Oltre a costituire un potente stimolo all’innovazione, Living Product Challenge consente di realizzare prodotti ispirati dalla natura secondo principi di biomimetica e biofilia, processi alimentati da sola energia rinnovabile, che restituiscono all’ambiente e alla società più di quanto prelevano, in grado di migliorare la qualità della vita per tutti, dai lavoratori ai clienti, e in definitiva belli e funzionali. In un’espressione, living products.

Con una cinquantina di prodotti già certificati LPC su un totale di novanta registrati, le aziende del settore costruzioni e arredi leader nella sostenibilità rigenerativa stanno dimostrando che un nuovo scenario non solo è necessario, ma è possibile.

Che cos’è il Living Product Challenge

Living Product Challenge (LPC) è il framework adottato dalle aziende per ripensare il modo in cui i prodotti vengono realizzati. La certificazione LPC rappresenta la misura più avanzata di sostenibilità per i prodotti da costruzione e arredi. Invece di accontentarsi di avere un impatto un po’ meno negativo, il programma ispira prodotti che abbiano un impatto positivo misurabile, e che sono:

salubri e liberi da sostanze tossiche
socialmente responsabili e nel rispetto dei diritti dei lavoratori
con un impatto nullo o ancora meglio positivo sulle persone e l’ambiente

Living Product Challenge è strutturato secondo sette petali, o sfere di influenza: Luogo, Acqua, Energia, Salute + Felicità, Materiali, Equità e Bellezza. Ciascun petalo contiene degli imperativi, in totale 20, che definiscono i requisiti specifici che devono essere raggiunti dal produttore.

Il programma chiede alle aziende di impegnarsi in ogni aspetto del prodotto e del suo processo di produzione, dalle pratiche di lavoro eque nelle filiere di approvvigionamento, all’ottimizzazione della salubrità dei materiali, alla qualità dell’aria interna per i lavoratori, alla riduzione del consumo di energia con copertura da fonti rinnovabili e oltre.

Teknoflor® (HMTX) Bio-Polyurethane Flooring, certificato LPC

di Carlo Battisti da YouTrade n. 131

Laurea in Ingegneria Civile al Politecnico di Milano ed esperienza di circa vent’anni in imprese di costruzioni. Master di secondo livello in Gestione aziendale e sviluppo organizzativo presso Mip, Business School del Politecnico di Milano. Professionista accreditato Leed e Well, Project manager certificato Ipma. Professionista accreditato Living Future, Reset e Gbc Italia. Usgbc Faculty e Well Faculty. Dal 2019 è presidente di Living Future Europe. www.living-future.eu

 

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