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Chi conquista la champions della distribuzione

La champions della distribuzione
La champions della distribuzione

Un’esclusiva analisi mette a confronto i risultati dei big europei della rivendita di prodotti (e servizi) per l’edilizia. Risultato: stravincono i Paesi nordici. E c’è anche chi riesce a fatturare 950 mila euro per addetto.

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L’edilizia resiste ma l’economia rallenta

In Europa la frenata della fiducia delle imprese segnala un trend negativo. Costruzioni italiane in controtendenza.

Segnali contrastanti a ottobre per gli indicatori economici e tendenziali del mercato. A livello europeo si registra una stabilizzazione verso il basso della fiducia delle imprese, con valori pari a -6 punti percentuali per l’Area Euro e -8 punti percentuali per l’Europa a 27.

Mentre a livello nazionale l’indice di fiducia delle imprese di costruzioni è ancora in crescita, con 8,8 punti percentuali in positivo. Si allarga, dunque, il divario già evidenziatosi nei mesi precedenti, che sottolinea ancora una volta la differente dinamica che il nostro Paese sta vivendo nel settore delle costruzioni, con alcuni mesi di superbonus ancora a disposizione e con i primi, tangibili, effetti sul mercato dell’avvio dei cantieri relativi al Pnrr.

PROSEGUE IL RIMBALZO POSITIVO DELLA FIDUCIA DELLE IMPRESE DI COSTRUZIONI ITALIANE A SETTEMBRE, MENTRE SI STABILIZZA IN BASSO A LIVELLO EUROPEO

La stabilità dei tassi di interesse, ribadita dalla Bce nelle ultime settimane, è certamente un fattore positivo rispetto a paventati nuovi innalzamenti, e questa situazione, in una fase ancora espansiva, permette alle imprese italiane di guardare ai prossimi mesi con maggiore fiducia rispetto a quelle europee.

Gli indici

A livello nazionale il confronto tra gli indicatori di fiducia dei vari settori evidenzia come solo il settore delle costruzioni sia in crescita a ottobre, mentre tutti gli altri settori fanno segnare deboli o forti cali.

L’industria evidenzia di fatto un rallentamento pari quasi a una stabilizzazione, dopo mesi di calo costante e continuo, analogamente a quanto fa registrare il settore del commercio, mentre i servizi evidenziano un netto e forte calo dell’indice: è il terzo consecutivo, dunque presenta una fase potenzialmente critica.

COSTRUZIONI IN RIPRESA, INDUSTRIA E COMMERCIO STABILI, IN FLESSIONE SERVIZI. FORTE CALO DELLA FIDUCIA DEI CONSUMATORI

In forte calo l’indice di fiducia dei consumatori, che raggiunge un valore prossimo a -20: il valore più basso registrato negli ultimi 12 mesi, che indica una situazione di incertezza che andrà analizzata nella dinamica dei prossimi mesi per comprenderne a pieno la portata.

Rimangono positive le notizie relative agli ordini e ai piani di costruzione delle imprese a tre mesi, nonostante l’andamento altalenante dell’indicatore, che a settembre aveva fatto segnare un picco massimo e che a ottobre scende, rimanendo comunque sopra la soglia di 8 punti percentuali.

IN LEGGERA FLESSIONE GLI ORDINI MENTRE CRESCE L’OCCUPAZIONE

Buone notizie sul fronte dell’occupazione attesa dalle imprese nei prossimi tre mesi, con l’indice che risale a 10 punti percentuali, dopo due mesi diflessione. Un buon segnale, che vedremo nei prossimimesi quanto potrà consolidarsi.

I prezzi

Ottime notizie sul fronte dell’inflazione. Secondo le stime preliminari, nel mese di ottobre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento dell’1,8% su base annua, da +5,3% del mese precedente.

LA DISCESA DELL’INFLAZIONE FRENA E L’INDICE IPCA A LIVELLO EUROPEO MOSTRA UN LEGGERO AUMENTO

La consistente decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati (da +7,6% a -17,7%) sia regolamentati (da -27,9% a -32,7%), e in misura minore al calo degli alimentari non lavorati (da +7,7% a +5,0%) e lavorati (da +8,9% a +7,4%).

Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione (da +3,7% a +4,0%) e di quelli relativi ai trasporti (da +3,8% a +4,0%).

Un ulteriore dato positivo è il rallentamento dell’inflazione di fondo, che al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta anch’essa (da +4,6% a +4,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,8%, registrato a settembre, a +4,2%).

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,2% su base mensile e dell’1,9% su base annua (in netta decelerazione da +5,6% di settembre).

A cura del Centro Studi YouTrade

Per essere grandi ci vogliono green e Hi-Tech

A confronto le strategie su ambiente, tecnologia e aggregazioni di BigMat, Made e Tecnomat. Che seguono strade parallele, ma con un obiettivo in comune: un business più efficiente, attrattivo e che rispetti il concetto di sostenibilità.

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Youtrade Awards, il premio per chi ha vinto nella distribuzione

Premio, riconoscimento, attestazione: chiamatelo come volete, ma il contest in base all’analisi di bilancio e la valutazione del Centro Studi YouTrade serve non solo all’autostima, ma anche alla awareness aziendale.

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I Design Day del gruppo Made per i rivenditori

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Il format serve alle rivendite aderenti per farsi conoscere e crescere attraverso incontri dedicati ad architetti, designer e imprese edili all’avanguardia. A inaugurare l’esperienza Edilcomes a Pisa e Made Distribuzione Garavaglia a Casorezzo (Milano).

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Organizzati da Gruppo Made, i Design Day rappresentano un modo per le rivendite aderenti di farsi conoscere e crescere attraverso incontri dedicati ad architetti, designer e imprese edili all’avanguardia, condividendo esperienze e acquisendo nuove conoscenze nell’ambito dei materiali più innovativi e di tendenza, delle soluzioni per la riqualificazione e l’arredo della casa.

A inaugurare il format sono stati gli showroom Edilcomes a Pisa e Made Distribuzione Garavaglia a Casorezzo (Milano).

Entrambi gli eventi hanno visto la presenza di un nutrito pubblico di operatori qualificati, merito sicuramente del prestigio, della professionalità e della storicità riconosciuti alle due strutture commerciali, ma anche per una reale necessità di conoscenza e di aggiornamento da parte dei professionisti.

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Coinvolgere le aziende

Oltre a esprimere un’occasione per presentare in modo gradevole e coinvolgente le proprie aziende, i Design Day sono importanti momenti di confronto con i responsabili di selezionate aziende produttrici, partner del Gruppo, presenti con i loro stand all’interno degli showroom Made.

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A Pisa erano presenti le aziende Ponte Giulio, Glass 1989, Tap Lab, Mediterranea Ceramiche e Geberit; a Casorezzo Afro-Gruppo Geromin, Inchiostro Bianco, Mapei, Ponte Giulio e Spi Finestre.

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Beatrice Dolcetti, responsabile commerciale edilcomes ai design day del gruppo made

La possibilità di interagire direttamente con i rappresentati della produzione ha generato interessanti progetti per il futuro.

«L’esperienza è stata molto positiva, per i nostri clienti e anche per i nostri fornitori, un progetto living da duplicare anche in altri punti vendita. Abbiamo avuto 105 presenze esterne. Un esempio di co-marketing con il mondo della produzione che funziona, un meccanismo virtuoso che ha messo direttamente in contatto i produttori con i professionisti, tanto è vero che dopo l’evento sono già stati definiti alcuni progetti per i quali anche Edilcomes sarà protagonista», ha dichiarato Beatrice Dolcetti, responsabile commerciale della rivendita toscana.

Grande affluenza

«Un incontro più che positivo anche perché c’è stata una forte partecipazione degli studi di architettura, una ventina di nuovi contatti interessati, per una presenza totale di 110 professionisti», è il commento di Marina Vismara, responsabile dello showroom Made Distribuzione Garavaglia.

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Marina Vismara, responsabile dello showroom Made distribuzione Garavaglia

«Oltre agli architetti, abbiamo avuto modo di incontrare anche numerose imprese storiche della zona che ancora non erano nostre clienti e intrecciato con loro contatti interessanti. Con questo evento abbiamo ripreso una consuetudine forzatamente interrotta durante il periodo della pandemia, e anche i fornitori presenti ci hanno fatto i complimenti, perché hanno potuto incontrare persone realmente interessate alle loro proposte. Sicuramente una esperienza da ripetere».

L’esperienza dei Design Day verrà infatti presto replicata presso le altre rivendite aderenti a Gruppo Made: una comunicazione sul campo che diventa parte integrante del processo di affermazione dei punti vendita del network su tutto il territorio nazionale, come preciso riferimento per i clienti professionali e i privati, per le imprese e gli studi di architettura che hanno scelto interlocutori seri e preparati per dare forma e sostanza ai loro progetti.

di Sara Giusti

Il tour di Heidelberg Materials tra i rivenditori riscuote successo

Italcementi cambia la ragione sociale in Heidelberg Materials. E dalla Toscana e Valle d’Aosta inizia un tour tra i rivenditori di materiali per presentare il logo e la grafica dei sacchi del prodotto. Risultato? Sorpresa, ma anche fiducia nella qualità.

È partito da Grosseto e da Aosta il tour di Heidelberg Materials tra le rivendite edili italiane: lo scopo dell’iniziativa è quello di presentare ai distributori e ai loro clienti il rebranding Italcementi e i prodotti in sacco con packaging rinnovato.

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Prodotti nel nuovo packaging Heidelberg Materials

Un’iniziativa di comunicazione che vuole essere anche un momento di incontro conviviale con i partecipanti che, grazie alla presenza di un food truck, hanno modo di soddisfare anche il palato.

YouTrade ha partecipato all’evento di Grosseto presso Vibralcementi e ha incontrato Alvo Gentili, classe 1937, amministratore unico della rivendita toscana, affiancato dai figli Marco e Paolo.

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Al centro Aldo Gentili, a sinistra il figlio Paolo Gentili e a destra un cliente

Quando è nata Vibralcementi?

Nel 1959. Inizialmente eravamo quattro soci, poi sono rimasto solo io. Abbiamo iniziato con la produzione di manufatti in cemento, per poi implementarne anche la commercializzazione.

Negli anni Ottanta abbiamo ampliato l’attività inserendo il servizio di noleggio di macchine per il cantiere, dalle piattaforme aeree agli escavatori, fino alle attrezzature come carotatrici, elettroutensili e altro ancora.

Nel frattempo, l’azienda ha introdotto anche la commercializzazione di materiali per l’edilizia e ferramenta. Dismessa l’attività di produttore, oggi Vibralcementi è concentrata sull’attività di rivendita e, con la società Dimas, sul trasporto su strada di merci conto terzi.

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A sinistra Roberto Benella, a destra Mario Bertolucci

Quanti automezzi possiede l’azienda?

Vibralcementi una decina, mentre Dimas ha tre automezzi, due grandi e uno più piccolo.

Da quanto siete partner Italcementi?

Conosco da sempre Italcementi. Per il cemento bianco mi sono sempre rifornito da loro. In passato proponevamo anche i prodotti della ItalSacci, che dal 2018 fa parte della stessa Italcementi.

Porodtto-Heidelberg-Materials

L’ha sorpresa il rebranding di Italcementi e il cambio del logo? Avrà un impatto sulle vendite?

Sì, mi ha sorpreso e credo avrà un impatto, non tanto sulle vendite quanto sulla percezione dei clienti. Qui nella zona di Grosseto la clientela è composta prevalentemente da piccoli artigiani, che spesso sono un po’ ostici alle novità.

In ogni caso il prodotto è lo stesso, così come la qualità. Italcementi rimane un brand forte e probabilmente il passaggio avverrà in maniera naturale. Anche se il nuovo nome, Heidelberg Materials, è un po’ difficile da pronunciare.

L’evento Hedielberg Materials presso Vibralcementi

Quali sono i prodotti Italcementi più richiesti nel suo punto vendita?

Il cemento 32,5 e il 42,5. Vanno bene anche il Plastocem e il Paviforte. Tra i prodotti più innovativi c’è anche il calcestruzzo drenante i.idro Drain che sta riscontrando sempre maggiore interesse.

Con questo specifico prodotto abbiamo partecipato ai lavori di riqualificazione del Forte di San Rocco a Marina di Grosseto: i.idro Drain è disponibile sia in sacco sia sfuso e, per lavori di grandi dimensioni Italcementi offre, attraverso la divisione i.build della società Calcestruzzi, la possibilità di usufruire di un servizio chiavi in mano, dalla progettazione fino alla posa in opera in cantiere, per la realizzazione di ogni tipologia di pavimentazione.

Un valido supporto per tutti i rivenditori che si trovano a rifornire cantieri particolarmente importanti.

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Il food truck Heidelberg Materials

Il cuore del rebranding Italcementi punta sui concetti di decarbonizzazione e digitalizzazione. Il mercato è aperto a queste tematiche?

Personalmente sono pienamente d’accordo su questi concetti e li condivido. I clienti, almeno nella zona del grossetano, un po’ meno. Mi piacerebbe però organizzare un evento dedicato alla sostenibilità in collaborazione con Heidelberg Materials.

Quali sono i settori che le danno più soddisfazione dal punto di vista del fatturato?

Sicuramente le polveri. A seguire il noleggio e gli altri materiali per edilizia.

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Magliette e prodotti cemento all’evento presso Vibralcementi di Heidelberg Materials

Ha progetti in serbo per il futuro di Vibralcementi?

Dal punto di vista dei fatturati spero nel 2024 di mantenere gli stessi livelli di quest’anno, anche se sarà difficile, nonostante stiano partendo nuovi progetti legati a lavori non ancora conclusi e al Pnrr.

di Veronica Monaco

Erika Pegoraro, nuovo ad di Wavin Italia

Erika Pegoraro
Erika Pegoraro

Erika Pegoraro è il nuovo amministratore delegato di Wavin Italia, filiale del Gruppo Wavin (soluzioni innovative per l’industria globale dell’edilizia e delle infrastrutture). La manger vanta una lunga militanza in azienda: è entrata in Wavin Italia nel 2011 con la qualifica di HR Specialist, per poi assumere tre anni più tardi la guida delle risorse umane. In precedenza, ha maturato significative esperienze in primarie società di ricerca e selezione del personale, come Umana. Pegoraro continuerà a mantenere il suo ruolo di responsabile delle risorse umane di Wavin Italia. «Sono molto felice e orgogliosa di aver raggiunto questo traguardo e credo che questa mia nomina possa rappresentare un importante passo in avanti per contribuire a ridurre il divario di genere in ambito professionale, come sta avvenendo in tanti settori in cui sempre più donne ricoprono posizioni apicali», è il commento di Pegoraro.

In contemporanea alla nomina di Erika Pegoraro, che succede a Emilio Rigiroli, si rinnova anche il consiglio direttivo, con la conferma di Marco Basilico, direttore vendite dell’azienda: avrà la piena responsabilità dell’area commerciale. «Dopo aver trascorso 22 anni in azienda questo nuovo ruolo mi regalerà nuovi stimoli e soprattutto un’esperienza di più ampio respiro internazionale, che mi permetterà, riportando direttamente al Director BU Western Europe, di condividere anche con il team italiano le migliori pratiche commerciali già sperimentate in altri Paesi», ha detto il manager.

Il controletaio per porte a scomparsa di Eurocassonetto

Eurocassonetto è il controtelaio per porte e sistemi scorrevoli a scomparsa prodotto a Favara, in Sicilia, dalla Fratelli Marotta srl, azienda fondata nel 1973.

Dal 2007 in poi la società si è aperta all’estero facendo affermare il proprio marchio anche fuori Europa. Ultimo tassello è stato l’inserimento di nuove linee produttive secondo i protocolli dell’industria 4.0

La gamma prodotti è molto vasta sia per le partizioni interne che esterne, ma anche per le nuove tendenze minimal del design e dell’architettura.

Ad esempio il prodotto “Leonardo” è uno dei modelli più venduti ed è disponibile in varie misure sia per pareti in intonaco che in cartongesso.

Estetica e funzionalità sono tra le più difficili esigenze da conciliare, ma le porte a scomparsa e scorrevoli riescono a farlo, grazie al loro indiscutibile appeal e alla capacità di risparmiare spazio rispetto alle soluzioni classiche.

Caratteristiche e segni particolari dei prodotti

I pannelli non presentano le comuni pieghe verticali, ma bensì quelle orizzontali, idonee a rendere più rigida e robusta l’intera struttura, senza fastidiosi rigonfiamenti alla camera interna del controtelaio.

La rete elettrosaldata non è saldata e nemmeno aggraffata al pannello, ma spillata con una piccola tolleranza di movimento che consente (in caso di un naturale assestamento della parete in muratura) alla struttura centrale di non subire alcun danno. L’unico elemento a diretto contatto con la malta cementizia è, infatti, la rete elettrosaldata.

La rete è formata da fili longitudinali e trasversali dal diametro di 2 mm; inoltre la rete non ha fili perimetrali di chiusura: le estremità sono formate da “punte libere” in grado di muoversi e meglio uniformarsi nei punti nevralgici e di contatto con la parete.

Nel montante in legno la posa in opera è molto più agevole, è munito di zanche laterali da affogare all’interno della malta cementizia.

Le zanche estraibili inferiori sono poste sotto il controtelaio e sono ottime per l’ancoraggio e l’allineamento al pavimento. Possono essere affogate al cemento o avvitate al pavimento.

Il tappo posteriore presenta un incavo e delle alette laterali per consentire più facilmente l’inserimento del laterizio forato e della malta cementizia e conseguentemente un maggior ancoraggio del controtelaio alla parete in muratura in tutta la sua altezza.

La testata superiore presenta una bordatura liscia per effettuare più facilmente la rasatura dell’intonaco.

Le zanche laterali sono poste sul montante in legno e sul tappo posteriore del controtelaio utili da affogare nella malta cementizia per un ancoraggio più sicuro.

I distanziali vengono utilizzati al momento della posa in opera e servono a mantenere la stessa misura per tutta l’altezza del controtelaio.

Il montante porta spazzolino è parte integrante del controtelaio e si estende per tutta la sua altezza evitando così eventuali distaccamenti dello spazzolino rispetto alla porta.

Il binario in alluminio completamente estraibile in alluminio è una componente totalmente staccabile dal resto del controtelaio. Qualsiasi intervento post-muratura è così effettuabile dall’interno, senza rovinare le pareti.

Il kit carrello da 120 kg di serie presenta 4 cuscinetti a sfera (uno all’interno di ogni ruota) con l’asse in acciaio e le ruote in nylon. Grazie ai cuscinetti la porta scivola silenziosamente e senza alcun attrito.

La guida porta autocentrante si trova all’interno del kit di montaggio. Consente di montare e centrare in poche mosse la porta scorrevole. L’installatore, al tal fine, deve semplicemente preoccuparsi di incastrare l’asola della base della porta scorrevole all’interno del guida porta preventivamente fissato a filo pavimento. Lo stampo è unico per tutti gli spessori (125/105/100/90 mm), a seconda dei casi occorre semplicemente eliminare i bordi già prestampati.

Visita il sito Eurocassoetto

In Umbria le costruzioni puntano sul Pnrr

convegno promosso da Ance Perugia
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In Umbria c’è un comparto produttivo importante, quello delle costruzioni, che alla fine del 2022 in termini di investimenti ha rappresentato quasi il 9% del totale regionale. Un dato significativo, se a livello nazionale il rapporto resta al di sotto del 6%. Un settore che è cresciuto nell’ultimo triennio per numero di ore lavorate del 35,7%, con un mercato del lavoro che fa riferimento al sistema delle Casse edili che ha visto aumentare il suo valore economico di quasi il 42% nello stesso periodo. Un comparto che, se complessivamente è composto dal 95% da micro e piccole imprese e solo da un 4% di aziende con oltre 20 dipendenti, mentre tra le imprese associate ad Ance Umbria le imprese medie diventano il 26%. Un patrimonio prezioso che, alla luce dei possibili investimenti nel breve e medio periodo può costituire la carta vincente per affrontare la sfida di uno sviluppo sostenibile a livello regionale.

Sono questi alcuni dei dati contenuti nel rapporto Il mercato delle costruzioni in Umbria: tendenze e opportunità presentato in occasione del recente convegno promosso da Ance Perugia.

“Siamo consapevoli  del potenziale delle nostre imprese e siamo pronti a dare un contributo per vincere le sfide che abbiamo di fronte”, ha commentato il presidente di Ance Perugia Giacomo Calzoni. “Le risorse destinate alla nostra regione nell’ambito del Pnrr, così come quelle provenienti dal Piano Nazionale di Coesione, possono aiutarci a superare il lieve ritardo che registriamo rispetto ai dati medi nazionali relativi al Pil. Ma abbiamo bisogno di avere una visione comune con tutti gli stakeholder, a cominciare dalle istituzioni, per individuare le modalità giuste per puntare verso uno sviluppo sostenibile. Come Associazione abbiamo iniziato un percorso di ascolto e confronto con le nostre imprese e individuato potenzialità e criticità che non possiamo superare da soli. In primis la carenza di manodopera e di competenze che debbono essere nel segno dell’innovazione. La nostra proposta è chiara e urgente: creare un laboratorio di riflessione dove convogliare le migliori competenze regionali per condividere alcune linee guida strategiche per il nostro futuro e per uno sviluppo sostenibile”.

Sulla base dell’attuale quadro dei fondi Pnrr destinati all’Umbria, quelli di interesse del settore delle costruzioni ammontano a 887 milioni.  In questo ambito la Regione ha recentemente definito l’impiego di 210 milioni di euro per 22 interventi per opere di rigenerazione, riqualificazione ed infrastrutturali considerate fondamentali per lo sviluppo economico e sociale.  Un’attenzione particolare viene prestata alle infrastrutture e a nuove modalità di trasporto in una logica di sostenibilità, senza trascurare la rete stradale in una visione integrata e intermodale.

Da Cordivari le nuove pompe di calore Vestalis

Pompa di calore Vestalis
Pompa di calore Vestalis

Nuovi sistemi completi a pompa di calore firmati Vestalis sviluppati da Cordivari: puntano su comfort, sostenibilità e risparmio energetico. Vestalis è la nuova gamma di sistemi completi a pompa di calore in R290, basati sulla tecnologia del refrigerante a minor impatto ambientale oggi disponibile. Si tratta di impianti completi progettati per offrire le migliori prestazioni in ogni condizione d’impiego, con uno sguardo rivolto alla sostenibilità ambientale, al risparmio energetico, al comfort e all’efficienza.

La gamma proposta si articola in tre soluzioni principali per coprire ogni esigenza residenziale. La gamma base si chiama Vestalis, che comprende pompa di calore e volano termico caldo/freddo. La proposta si amplia con la serie Vestalis Combi, che integra oltre alla Pdc e al volano termico anche il bollitore o termoaccumulatore per la produzione di Acs. Infine, la soluzione più completa è rappresentata dalla serie Vestalis Solar, composta da pompa di calore, bollitore o termoaccumulatore Acs, volano termico caldo/freddo e pannelli solari termici completi di accessori e gruppo di circolazione. Per tutte le serie la pompa di calore viene proposta in tre taglie di potenza: 7 kW, 11 kW e 16 kW; la versione da 16 Kw è disponibile anche con alimentazione trifase.

Ambiente climatizzato con pompa di calore
Ambiente climatizzato con pompa di calore

R290: il refrigerante naturale

R290 gas è un refrigerante naturale, quindi non un prodotto di sintesi, con caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto per l’impiego in pompe di calore monoblocco residenziali, poiché caratterizzato da un bassissimo impatto ambientale. Questo refrigerante ha, infatti, valori di Ozone Depletion Potential e Global Warming Potential molto bassi, con un Odp pari a 0.m. ed un GWP pari a 3.

Oltre al suo basso impatto ambientale, R290 gas si contraddistingue per le sue eccellenti prestazioni termodinamiche anche in condizioni di esercizio severe. Nei sistemi Vestalis è possibile raggiungere temperature di mandata sul circuito primario fino a 75°C. Grazie a queste prestazioni, la pompa di calore Cordivari è adatta ad essere utilizzata anche in impianti di riscaldamento a radiatori, senza la necessità di installare un impianto radiante a pavimento, con bassi costi di gestione. Una caratteristica, quest’ultima, particolarmente apprezzata nelle ristrutturazioni, anche in caso di piccoli lavori di efficientamento che non prevedono lo smantellamento dell’impianto termico esistente.

Nelle pompe di calore monoblocco Vestalis l’impiego di refrigerante avviene con una bassa carica in un circuito sigillato che non entra all’interno dell’abitazione, all’insegna della sicurezza totale.

Silenziosa, performante e dal design raffinato, Vestalis Cordivari esprime una scelta attenta al domani, all’insegna del comfort sostenibile in tutti i giorni dell’anno e soddisfa i più alti standard di efficienza energetica.

Sistema sempre connesso

Con Vestalis, gestire e monitorare il funzionamento del sistema è facile e smart. Il modulo Wi-Fi è integrato nella centralina del sistema, collegabile alla rete Wi-Fi di casa senza la necessità di acquistare nessun accessorio integrativo.

Con la App Smart Life è possibile, in ogni momento, gestire da remoto la pompa di calore Vestalis, monitorare lo stato di funzionamento del sistema, controllare i dati di esercizio e valutare eventuali criticità per predisporre un rapido ripristino del funzionamento.

La casa 100% renewable

Con i prodotti Cordivari puoi realizzare impianti completi e al 100% rinnovabili. Dalla pompa di calore ai terminali per caldo e freddo, integrando la produzione di acqua calda sanitaria. I sistemi termici a pompa di calore Vestalis sono stati progettati, sviluppati e dimensionati affinché ciascun componente ottimizzi le proprie prestazioni per offrire la migliore esperienza di comfort. Grazie alla Funzione Photovoltaic, la pompa di calore Vestalis dialoga perfettamente con l’impianto fotovoltaico oltre che con il sistema solare termico, massimizzando sempre l’impiego di energia rinnovabile autoprodotta. La gestione dell’intero impianto è immediata ed efficace e può avvenire direttamente dallo smartphone.

Massimo comfort, basso impatto

  • Pompa di calore monoblocco R290 ad alta temperatura, ecologica, di nuova generazione
  • Una sola unità per riscaldare, raffrescare e produrre ACS
  • Design compatto
  • Massimo comfort in ogni condizione
  • Temperatura di mandata dell’acqua di 75°C
  • ACS fino a 65°C senza resistenza
  • Range funzionamento: -25°C/+45°C
  • Ciclo Antilegionella senza resistenze integrative
  • Gas R290, refrigerante naturale
  • Basso GWP: 3
  • Funzione fotovoltaica
  • Modulo Wi-Fi integrato
  • Gestione da App mobile
  • Classe A+++
  • Risparmio energetico
  • Ideale per ogni tipo di terminale: radiatori, ventilconvettori, impianto radiante
  • Ideale per le ristrutturazioni

Il 25% delle famiglie pronta a lavori per la casa nel 2024

Lavori di ristrutturazione
Lavori di ristrutturazione

La bolla si sgonfia, come prevedibile: la fine del superbonus porta a una riduzione dei lavori di ristrutturazione. Riduzione, però, non assenza. La radiografia di Nomisa presentata in occasione del recente convegno di Angaisa rende il quadro della situazione pregressa ma, soprattutto, si spinge a una previsione di quello che potrà accadere nel corso del 2024. In sintesi: il 25% delle famiglie progetta lavori di riqualificazione. Tutto da vedere se le intenzioni si potranno tradurre in realtà, ma rimane una cifra considerevole di cui tenere conto. Non solo: lo stesso rapporto del centro di ricerche bolognese, quantifica in 11% le famiglie che hanno già portato a termine lavori di ristrutturazione o riqualificazione negli ultimi 12 mesi. Rimangono, insomma, molte famiglie, circa il 50%, che potrebbe imitarle se i bonus continuassero a svolgere la loro funzione.

Lavori di ristrutturazione
Lavori di ristrutturazione

Lo studio di Nomisma

Lo studio di Nomisma prende le mosse da una radiografia delle unità abitative italiane, che conferma la loro vetustà: meno di un italiano su dieci vive in case costruite dopo il 2010. Si tratta di case vecchie, per lo più di metrature comprese fra i 70 e i 109 metri quadrati e, complessivamente, poco efficienti sotto il profilo energetico. Una situazione che scontenta chi ci abita: il 56% delle famiglie si dichiarano insoddisfatte, con punte del 65% per le province di Roma e Firenze, del 62% per quella di Bologna e del 61% per quella di Verona. Il dato della soddisfazione e adeguatezza dell’impianto risulta migliore per quanto riguarda il condizionamento (66%), a fronte di al 56% di valutazioni positive per l’impianto di riscaldamento in funzione.

Il grado di consapevolezza delle famiglie, rispetto all’efficienza energetica della propria abitazione appare approssimativo: il 54% degli intervistati non conosce la classe energetica dell’edificio in cui abita. E il 30% identifica una classe energetica collocata fra la D e la G. Il sistema di riscaldamento autonomo, emerge sempre dalla ricerca di Nomisma, è quello di gran lunga prevalente (71%), per lo più caratterizzato dalla presenza di radiatori/termosifoni (85%), con temperature regolate attraverso un termostato centralizzato (62%), valvole termostatiche (25%) e domotica (5%).

Gli impianti sono alimentati in gran parte da metano o gas di rete (73%). A seguire, energia elettrica (6%), biomasse (6%), energia solare (5%) e Gpl (5%).

Solamente il 36% delle famiglie italiane ha in casa una caldaia con meno di cinque anni di vita. Per il 28% degli intervistati l’anzianità dell’impianto è di almeno dieci anni, per il 4% oltre 20. La tipologia è equamente suddivisa fra caldaie a condensazione (42%) e caldaie di tipo convenzionale (41%).

Schema di funzionamento di una caldaia a condensazione

Climatizzazione

Il 62% ha in casa un condizionatore fisso, il 27% una pompa di calore e il 20% uno scaldabagno elettrico per la produzione di acqua calda. Fra coloro che non hanno né un condizionatore, né una pompa di calore, il 16% ha intenzione di acquistare entro il 2024 un condizionatore fisso e l’8% una pompa di calore.

Solo il 12% delle famiglie dichiara di avere un’abitazione munita di impianto fotovoltaico; le tre province in testa alla classifica sono Reggio Calabria (23%), Bari (15%) e Bologna (12%); dispongono di un impianto solare termico il 9% delle famiglie: sono il 17% nella provincia di Reggio Calabria e il 9% in quelle di Torino e Napoli.

Come accennato, negli ultimi 12 mesi solo l’11% delle famiglie ha effettuato interventi di miglioramento e/o ristrutturazione per migliorare la classe energetica della propria unità abitativa, mentre il 50% degli intervistati non ha mai effettuato questo tipo di interventi e non ha in programma di farlo.

Chi ha già portato a termine i lavori, ha indicato come motivazioni principali la riduzione dei consumi energetici, il miglioramento del comfort abitativo, l’utilizzo degli incentivi statali. Il costo medio degli interventi realizzati è stato nell’ordine dei 20.200 euro. Si è trattato soprattutto di interventi finalizzati al miglioramento termico dell’edificio (71%), all’installazione di impianti di condizionamento (64%), all’implementazione di dispositivi di domotica e gestione dei consumi (45%) e all’installazione di pannelli solari/impianti fotovoltaici (31%). Significativo anche il dato relativo alla messa in opera di sistemi per il recupero acque (27%).

Riqualificazione di condomini
Riqualificazione di condomini

Fra quelli che invece non hanno realizzato investimenti di questo tipo, le principali motivazioni frenanti sono state quelle relative ai costi (per il 46% gli interventi sono troppo onerosi), alla mancata necessità di efficientare gli impianti, alla complessità e al rischio percepiti nel percorso di accesso agli incentivi (bonus). Il 75% delle famiglie che ha effettuato interventi di questo tipo negli ultimi 12 mesi ha fatto richiesta di detrazioni fiscali e bonus: se non ci fossero stati gli incentivi, il 39% non si sarebbe attivato.

Per la realizzazione degli interventi le famiglie hanno fatto affidamento a professioni di comprovata esperienza, con i quali è stato possibile instaurare o mantenere un rapporto di fiducia e un contatto diretto. Pesano la conoscenza pregressa (29%), ma anche e soprattutto i suggerimenti e le esperienze di amici e conoscenti (47%). Il ruolo dei professionisti coinvolti è rilevante sia nella fase di reperimento delle informazioni necessarie per pianificare i lavori, sia naturalmente per la loro esecuzione. A questo proposito va sottolineato che i distributori specializzati mantengono una importante leadership nel grado di soddisfazione delle famiglie. Il 76%, tra coloro che vi hanno fatto ricorso, manifesta una soddisfazione molto elevata; a seguire i muratori (74% le famiglie estremamente soddisfatte), i negozi fai-da-te (73%), gli idraulici specializzati (70%) e le imprese edili (69%).

Le maggiori criticità riscontrate durante gli interventi hanno riguardato, di gran lunga, il problema legato al ritardo nella consegna dei materiali o alla difficoltà di reperirli (66%). Ma è significativo anche il dato di denuncia di mancanza di operai e artigiani (24% delle famiglie) per la realizzazione delle opere e il 21% che ha riscontrato una “formazione non eccellente” dei lavoratori nell’esecuzione dell’opera.

Lavori di riqualificazione a Milano
Lavori di riqualificazione a Milano

Le previsioni

Gli scenari futuri (prossimi 12 mesi) appaiono segnati da preoccupazioni, dubbi e incertezze per le famiglie italiane, condizionate, inevitabilmente, da una perdita del potere d’acquisto: per il 46% delle famiglie, il reddito disponibile appare appena sufficiente per far fronte alle necessità primarie, per il 14% è insufficiente e per il 3% è gravemente insufficiente. La causa fondamentale viene identificata in un costo della vita molto più elevato rispetto al passato e a spese complessive sempre più elevate.

Di fatto, il prossimo futuro viene percepito come incerto per oltre una famiglia su due. Non sorprende, quindi, che sia solamente poco più di una famiglia su quattro a dichiarare di voler realizzare nei prossimi 12 mesi interventi di miglioramento e/o ristrutturazione dell’abitazione volti a migliorare la classe energetica, prevedendo un costo medio pari a 16.200 euro. Anche in questo caso verrebbero privilegiati gli interventi finalizzati al miglioramento termico dell’edificio, all’installazione di impianti di condizionamento e di pannelli solari/impianti fotovoltaici.

Resta confermato il ruolo essenziale dei bonus: la maggioranza di chi investirà (stiamo parlando di otto famiglie su dieci), lo farà ancora una volta motivata dall’esistenza dei bonus edilizi, sia pure in versione light, a partire da ecobonus e bonus casa, a cui si aggiungono gli incentivi regionali, il superbonus e il conto termico. Il 66% di coloro che hanno intenzione di effettuare interventi di efficientamento energetico dichiara che probabilmente non si attiverebbe in assenza di questi incentivi.

Nuovo brand per Jacuzzi

L'evoluzione del marchio Jacuzzi
L'evoluzione del marchio Jacuzzi

Jacuzzi ha scelto una nuova brand identity. Il logo è completamente riprogettato, assieme a font, colori, immagini. Il nuovo brand sarà utilizzato su tutti i canali e gli strumenti istituzionali di comunicazione.

Jacuzzi, azienda specializzata in spa, vasche, docce e saune, con il nuovo logo, vuole comunicare relax e un’immagine accogliente, mai sopra le righe. Il logo dell’azienda è stato creato nel lontano 1956.

Al nome Jacuzzi è stato graficamente aggiunto molto presto l’iconico ovale, giunto fino ai giorni nostri, che fungeva da stilema del movimento circolare dell’acqua a formare un caldo abbraccio attorno al logo stesso.

Con gli anni, questo ha gradualmente attenuato il suo colore per presentarsi, da ultimo, in bianco e nero, che lo caratterizza anche in quest’ultima versione: una parola declinata in un font proprietario bold e leggermente corsivo, che richiama immediatamente lo scorrere dell’acqua, le bolle dell’idromassaggio, assieme a una sensazione di relax ed abbandono, tipica di una sessione in spa, in vasca, in doccia o in sauna.

È stato progettato da Jackson Showalter-Cavanaugh, designer statunitense di fama internazionale, e realizzato partendo dal font francese Didot Bold Italic.

Marco Falcone nuovo ad di Jcb Italia

Marco Falcone, amministratore delegato Jcb Italia
Marco Falcone, amministratore delegato Jcb Italia

Marco Falcone è il nuovo amministratore delegato della filiale italiana di Jcb, con l’obiettivo di rafforzare la presenza del marchio e creare nuove opportunità sul mercato italiano. Jcb è un player globale nella produzione di macchine per la cantieristica, l’industria e l’agricoltura.

Falcone nel corso della sua carriera professionale ha maturato diversificate esperienze apicali in aziende di primaria importanza e attive in settori industriali affini, come Still, Goodyear e, in ambito propriamente construction Doka, l’ultima in ordine cronologico dove ha ricoperto il ruolo di managing director per Italia, Spagna e Portogallo. Per Falcone quello in Jcb è anche un ritorno: circa 25 anni fa, infatti, ha svolto la sua prima esperienza nel settore proprio nella filiale italiana del gruppo, dove ha ricoperto ruoli nel marketing e nelle vendite.

“Assumo il nuovo incarico con determinazione e ottimismo. Questo cambio al vertice coincide con un momento favorevole per Jcb, caratterizzato dal lancio di nuovi prodotti che dimostrano il costante impegno del Gruppo nei confronti dell’innovazione tecnologica e dell’ampliamento della gamma”, ha commentato Falcone. “Dovremo lavorare sodo, tutti insieme in modo coeso e motivato, con l’obiettivo di far crescere ulteriormente l’azienda, aiutandola ad affrontare e realizzare gli sfidanti progetti che abbiamo in mente. L’obiettivo è quello di creare nuove opportunità di crescita e, con il prezioso contributo della rete distributiva, abbiamo tutti gli strumenti necessari per guadagnare quote di mercato e offrire ai nostri clienti soluzioni sempre efficienti, innovative, performanti e allo stesso tempo in grado di eccellere nel contenimento delle emissioni e nella riduzione dei consumi. Sono sicuro che il nostro impegno e la qualità del marchio Jcb ci permetteranno di raggiungere brillanti risultati”.

Tre nuovi punti vendita entrano nel gruppo Made

gruppo-made

Gruppo Made chiude il 2023 con tre nuovi ingressi nel network, che testimoniano il sempre crescente interesse da parte degli imprenditori della distribuzione edile verso questa organizzazione commerciale fortemente orientata al marketing e alla vendita.

La prima azienda che ha aderito al Gruppo, in ordine di tempo, è Edilnorma che ha la sua sede a Norma (Latina). Si tratta di un’impresa famigliare, storica nel territorio, che è giunta alla sua terza generazione di imprenditori. Fondata da Mario Tirocchi nel 1984, nel 2006 diventa una Srl, amministra dal figlio Alessio. L’ingresso in azienda della terza generazione con i figli Letizia e Mario Tirocchi per continuare la tradizione di famiglia hanno spinto Alessio Tirocchi a entrare a far parte di Gruppo Made per usufruire dei Corsi di formazione professionale e di tutti i servizi che il network riserva ai suoi aderenti. Edilnorma tratta i migliori marchi oggi presenti sul mercato sia in ambito edilizia che finiture e la sua offerta è completa: materiali edili, ferramenta, materiale elettrico e per la termoidraulica, fino all’arredocasa. Non solo prodotti ma anche servizi particolari, come per esempio il taglio a misura di materiali per realizzare gradini, battiscopa, mosaici e listelli, frutto dell’acquisto di un macchinario di ultima generazione, a dimostrazione che gli investimenti in tecnologia sono sempre sinonimo di crescita aziendale e di una visione lungimirante e vincente.

La seconda rivendita è Nuova Edilizia Immobiliare Buscemi, che ha la sua sede principale in Zona San benedetto a Favara (Agrigento), ma anche una sede a Lodi. Anch’essa è una azienda storica, presente sul mercato dal 1978 e giunta alla seconda generazione di imprenditori. Fra le caratteristiche di Nuova Edilizia Immobiliare, un importante servizio di noleggio professionale (che comprende gru, piattaforme aeree e mini escavatori, sia a freddo che a caldo), una profonda specializzazione nel settore dell’isolamento, sia termico che acustico. L’azienda tratta anche il legname, solai prefabbricati, e tutte le tipologie di materiali per l’edilizia.

La scelta di entrare in Gruppo Made, oltre che per poter usufruire dei suoi servizi esclusivi, è stata fatta per migliorare ulteriormente la presenza sul territorio nel settore delle finiture, con il Marchio Livingmade e tutti i suoi servizi accessori.

Pnrr: una sfida complicata per le costruzioni ma possibile

Un bel po’ di soldi sono arrivati: 85,4 miliardi. Un altro centinaio dovrebbe essere versato dall’Europa. A patto di rispettare i tempi. Un obiettivo che ha indotto il governo una revisione del numero di opere. Come quelle destinate al dissesto idrogeologico.

Pnrr, sigla che sta per Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, oppure per Piano Nascosto Ritardi Riprovevoli? Ma in realtà c’è poco da scherzare su un affare di quasi 200 miliardi che, tra l’altro, in parte l’Italia dovrà restituire, seppure a rate e a un ultra favorevole tasso d’interesse.

Vale la pena di ricordare che il Piano è scaturito nel clima dall’emergenza covid, che ha spinto i Paesi europei a emettere il primo debito pubblico comune pur di incentivare la modernizzazione dei Paesi aderenti (e non far precipitare il Pil).

I fondi sono stati destinati a opere capaci di trasformare il Paese, di renderlo più efficiente, con strutture adeguate. Tutto bellissimo. Fino a quando non si è scoperto che tra il dire il fare c’è di mezzo il diavolo, con obiettivi non raggiunti e un discreto caos tra i tanti progetti pensati e presentati in Europa.

Quindi, a che punto sta davvero il Pnrr? E, soprattutto, quanto sta beneficiando l’edilizia dei fondi entrati nelle casse dello Stato?

Le verifiche

Cominciamo da un dato positivo: quanti soldi hanno riempito le casse dello Stato. Al momento l’Italia ha incassato le prime tre rate da Bruxelles. L’ultima per la verità, di 18,5 miliardi, è stata ridotta rispetto al preventivo a causa del mancato raggiungimento di uno degli obiettivi. E questo è un problema che riguarda proprio la filiera dell’edilizia.

Nel caso specifico, i tecnici della Ue incaricati di verificare se i soldi europei sono stati davvero stati spesi come assicurava il governo, hanno scoperto che le residenze per studenti a cui era destinata parte degli eurosoldi sono state realizzate solo nel mondo dei sogni.

Per questo, dopo un lungo tiramolla, la Ue ha erogato ugualmente la rata, ma ridotta dei fondi non  impiegati. Obiettivo che poi il governo ha segnato come conseguito. In ogni caso, finora in totale la Ue ha erogato all’Italia 85,4 miliardi su un finanziamento di 191,6 miliardi.

In attesa della quarta rata

Gli occhi sono ora puntati sulla quarta (18,9 miliardi, già richiesta) e quinta rata. Anche in questo caso, i fondi saranno erogati a patto che gli obiettivi previsti dal Piano, e decisi dall’Italia, siano raggiunti. E qui arrivano i punti dolenti.

Il Piano così come era stato concepito inizialmente, secondo il governo non è realizzabile. Per questo l’esecutivo ha proposto già a inizio anno una rimodulazione generale del Pnrr.

Purtroppo, questa revisione ha effetto su alcuni degli obiettivi. Tradotto: investimenti cancellati. Un esempio che tocca da vicino il mondo delle costruzioni: sono stati eliminati 1,2 miliardi destinati alla gestione del rischio alluvione e la lotta al dissesto idrogeologico, che avrebbero dovuto essere destinati alle Regioni.

È un peccato, visto quello che si legge sulle pagine di cronaca dopo gli eventi meteo estremi che flagellano l’Italia. Anche i presidenti delle Regioni sembra non abbiano gradito.

Inoltre, hanno spiegato sindaci e governatori, c’è il rischio di un blocco dei cantieri se, come il governo ha ipotizzato, sia utilizzata la quota regionale del Fondo Sviluppo e Coesione per rifinanziare i progetti del Pnrr rimasti al palo.

Rimodulazione

La quinta rata, legata alle proposte di rimodulazione del Pnrr inviate a Bruxelles, vede gli obiettivi da raggiungere entro fine anno scendere da 69, a cui era collegata una tranche da 18 miliardi, a 51, divisi in 30 target (erano 46) e 21 milestone (erano 23).

In 13 casi il governo ha chiesto un rinvio, mentre per sei la cancellazione e basta. Di che si tratta? Di opere di carattere locale, come impianti per il biometano, i citati interventi contro il dissesto idrogeologico, investimenti nell’eolico, ma anche digitalizzazione del traffico aereo.

Il rinvio della scadenza riguarda invece gli otto obiettivi che vanno dalla banda ultralarga nelle isole minori, allo sviluppo delle piste ciclabili urbane, fino alla semplificazione della governance dei parchi e delle aree marine protette, oltre a servizio civile universale e telemedicina. E c’è uno slittamento anche per due misure relative al settore idrico.

Sfumano anche altri 6 miliardi destinati ai Comuni: erano destinati alla sicurezza del territorio e all’efficientamento energetico degli edifici pubblici.

Per sintetizzare: il governo sostiene che i Comuni non sono in grado di portare a termine i progetti. I Comuni ribattono che senza quattrini non si va da nessuna parte.

Investimenti

Naturalmente non bisogna fare l’errore di considerare i tagli il punto centrale della questione. Anche se il governo ha cassato opere pubbliche utili, restano comunque tanti i lavori in corso e progetti che saranno realizzati.

L’ultima cabina di regia a metà ottobre, per esempio, ha stabilito un finanziamento complessivo di 1,2 miliardi per interventi di ripristino di strutture e infrastrutture pubbliche danneggiate e di riduzione del rischio residuo per incrementare la resilienza delle comunità locali.

L’investimento per i progetti in essere ammonta a 400 milioni di euro, mentre per i nuovi cantieri sono stati destinati 800 milioni. La misura prevede la pubblicazione di tutti i bandi di gara entro il 30 novembre 2023.

Allo stesso tempo, però, la stessa cabina di regia ha stabilito di avviare un monitoraggio rafforzato, con tutte le Regioni, per verificare il rigoroso rispetto del termine previsto. Insomma, diamo fiducia alle amministrazioni locali, ma non troppo.

Scuole bocciate

Un altro scricchiolio, che tocca da vicino il mondo dell’edilizia, è quello che riguarda le scuole innovative: 212 progetti per nuovi edifici altamente sostenibili.

Il 50% degli interventi gestiti e coordinati da Invitalia (Agenzia per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del ministero dell’Economia) non rispetterebbero i canoni della progettazione esecutiva. Bisogna, quindi, rimetterci mano.

Obiettivo è ottenere un’altra proroga. L’obiettivo era stato portato avanti con un concorso di progettazione per reclutare gli architetti chiamati a disegnare le opere poi affidate alle Province, soggetti attuatori.

Risultato: gli enti locali hanno visto arrivare le carte in ritardo rispetto al programma, oppure i lavori si sono bloccati durante la realizzazione dei progetti. Di chi è la colpa? Del governo centrale o delle amministrazioni locali? Difficile stabilirlo.

«Questa caccia alle colpe degli enti locali, l’unico comparto dello Stato che sta facendo il suo dovere come mostrano i numeri, non mi sembra l’atteggiamento migliore», ha accusato il presidente dell’Anci (l’associazione dei Comuni), Antonio Decaro.

Il superbonus

Un altro punto dolente riguarda il RepowerEu pacchetto di crediti d’imposta destinati a finanziare anche i bonus edilizi, limitati però a giovani e famiglie meno abbienti. La Ue ha acceso un faro su questo aspetto, che considera controverso nella sua impostazione.

Tra i punti che risultano come obiettivi raggiunti nel file Excel che si può liberamente scaricare dal sito governativo Italia Domani, che è quello specificatamente destinato a informare sul Pnrr, si scopre, per esempio che uno degli obiettivi considerati raggiunti è «Entrata in vigore della proroga del superbonus agganciati alla quinta rata, che scadono il 31 dicembre». Il che suggerisce una certa ironia, visto che poi l’incentivo è stato cancellato.

superbonus

Il balletto

Il Pnrr si è rivelato talmente complicato da monitorare, che si assiste quasi quotidianamente a un balletto di dichiarazioni che il comune cittadino o l’impresa non sono in grado di valutare.

Per esempio, secondo il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, va tutto bene: «Stiamo lavorando per la quarta rata. Stiamo lavorando bene, qualcuno pensava che avremmo sconvolto il Pnrr, invece lo abbiamo semplicemente aggiornato per quegli obiettivi che non erano più raggiungibili, lo abbiamo attualizzato. Abbiamo rivisto il piano profondamente ed è stato essenziale il ruolo del Parlamento», ha scandito il 18 ottobre.

Lo stesso giorno, Antonella De Gregorio, titolare dell’hotel Urban Garden a Tiburtina (Roma), ha lamentato che i fondi del Pnrr sono in ritardo. «Se non arriva il finanziamento, devo chiudere i cantieri», ha lamentato l’impreditrice.

Norme e dettagli

Infine, oltre alle revisioni del governo, c’è il problema della burocrazia. Basta leggere la recente dichiarazione del sindaco di Firenze, Dario Nardella: «Ho un elenco di 43 adempimenti per realizzare un’opera pubblica finanziata con il Pnrr. La prima riforma da
fare è la semplificazione se vogliamo che il piano vada in porto. Occorre fare riforme vere per avere modelli sostenibili altrimenti perderemo questa grande occasione per il Paese. Serve una riforma della burocrazia e dell’amministrazione. Città ed enti locali sono l’ultimo anello di una catena troppo pesante che non reggiamo».

A proposito di burocrazia, che di per sé non è una parolaccia, ma indica le procedure da seguire (più o meno semplici, qui sta il problema). Dal prossimo gennaio, cioè dopodomani, tutte le 5-6 mila stazioni appaltanti qualificate, che hanno a che fare con opere pubbliche, dovranno utilizzare le piattaforme digitali certificate in grado di dialogare con la Banca dati nazionale dei contratti pubblici governata da Anac, l’ente anti-corruzione.

La prassi è stata introdotta lo scorso luglio. Il problema è che al momento le stazioni appaltanti che rispettano questa regola sono pochissime: solo dieci ne ha contate il Sole24Ore. Un problema in più sulla strada del Pnrr.

di Giuseppe Rossi

Heidelberg Materials lancia evoZero, il primo cemento completamente sostenibile

L'impianto Heidelberg Materials di Brevik
L'impianto Heidelberg Materials di Brevik

Heidelberg Materials lancia evoZero, definito come il primo cemento al mondo con emissioni nette di carbonio azzerate. Obiettivo raggiunto grazie all’impiego della tecnologia di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica presso l’impianto di Heidelberg Materials di Brevik, in Norvegia, senza compensazioni da crediti generati all’esterno della filiera aziendale.

“Il lancio di un prodotto unico come evoZero rappresenta un cambio di paradigma nella decarbonizzazione del settore,” ha dichiarato Dominik von Achten, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Heidelberg Materials. “La tecnologia di cattura e stoccaggio del carbonio rappresenta una rivoluzione nel settore dei materiali da costruzione e noi siamo in prima fila nella sua applicazione su vasta scala. Con evoZero, abbiamo creato il prodotto più innovativo del settore, unico al mondo, che mettiamo a disposizione dei nostri clienti e che permette loro di portare avanti progetti di costruzione all’avanguardia e rispettosi dell’ambiente. Sono estremamente orgoglioso dell’impegno e della passione di tutte le persone che hanno contribuito al nostro progetto d’avanguardia di Brevik” .

“Il sistema di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio è fondamentale affinché il nostro settore raggiunga un livello di emissioni Net Zero ed è vitale per costruire la società del futuro”, ha aggiunto Nicola Kimm, Chief Sustainability Officer. “evoZero contribuisce ai nostri ambiziosi obiettivi di riduzione della CO2 e a quelli dei nostri clienti.”

Il cemento evoZero sarà disponibile in due varianti, in base alla localizzazione del cliente. evoZero Carbon Captured Brevik viene consegnato direttamente dalla cementeria Brevik in Norvegia, e raggiunge l’impronta net-zero nel corso dell’intero ciclo di vita. I clienti degli altri Paesi europei possono scegliere evoZero Carbon Captured, che sarà consegnato dalle cementerie più vicine, sfruttando i risparmi di CO2 realizzati a Brevik. evoZero Carbon Captured si caratterizza per l’impronta net-zero alla consegna.

Le caratteristiche di cattura della CO2 di entrambi i prodotti sono trasparenti e tracciabili utilizzando la tecnologia blockchain, grazie alla quale i clienti riceveranno una prova verificabile dei risparmi di anidride carbonica collegati al loro acquisto di evoZero. I meccanismi di contabilizzazione della cattura e delle emissioni di CO2 sono principi diffusi come il bilancio di massa e il book-and-claim, già esaminati in modo indipendente da un ente di verifica terzo.

“Con evoZero, offriamo ora ai nostri clienti di tutta Europa una soluzione innovativa e unica per rafforzare la loro posizione di mercato. evoZero permette loro di realizzare progetti di costruzione innovativi, di contribuire attivamente alla Trasformazione Ecologica e di risultare maggiormente competitivi nei confronti dei loro stakeholder attenti alla sostenibilità”, commenta Jon Morrish, Membro del Consiglio di Amministrazione di Heidelberg Materials e responsabile dell’area Europa.

I clienti potranno sfruttare la massima flessibilità e le prestazioni affidabili del prodotto. La tecnologia CCS non modifica la composizione chimica e le proprietà del cemento, per cui evoZero è una gamma completa di cementi adatte per tutte le performance. Pertanto si può utilizzare evoZero per tutti i tipi di applicazioni. I prodotti evoZero saranno disponibili in tutta Europa.

Quella di Brevik è la prima struttura per la cattura e lo stoccaggio del carbonio in una cementeria su vasta scala. Il completamento meccanico dell’impianto è programmato per la fine del 2024. A regime, saranno catturate e stoccate 400 mila tonnellate di CO₂ all’anno, pari al 50% delle emissioni dell’impianto. Heidelberg Materials segue un approccio chiaro e scientifico per ridurre la propria impronta di carbonio con le leve dell’innovazione di prodotto e di processo e l’uso su scala industriale dei sistemi Ccus per la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio. Grazie ai progetti già lanciati, la società punta a risparmiare 10 milioni di tonnellate di CO₂ cumulate entro il 2030.