Il profilo economico della filiera delle costruzioni rappresentata da Federcostruzioni, ossia quella porzione dell’economia che comprende sia il settore delle costruzioni in senso stretto, sia l’insieme dei settori ad esso collegati, si arricchisce dell’importante ingresso di Cortexa, associazione che riunisce le maggiori aziende del settore dell’Isolamento a Cappotto in Italia.
Credere nella forza di un percorso comune
Aziende che credono nella forza di un percorso comune e che condividono la stessa filosofia di attenzione e priorità per la qualità del costruire nel rispetto dell’ambiente. Dal 2007 Cortexa, con il suo “Manuale per l’Applicazione del Sistema a Cappotto” e numerosi progetti e iniziative di informazione e formazione, diffonde e condivide la cultura dell’isolamento a cappotto e dell’edilizia di qualità. Cortexa è socio fondatore di Eae, l’associazione Europea di Produttori di Sistemi a Cappotto e rappresenta il riferimento italiano per il Sistema di Isolamento a Cappotto.
Paola Marone, Presidente di Federcostruzioni ricorda che “la filiera ha realizzato nel 2022 un giro d’affari di circa 600 miliardi di euro e occupato 3 milioni di addetti, determinando nella produzione una crescita di circa 100 miliardi rispetto al 2021 pari al 19,6% e una crescita occupazionale del 9,3% rispetto al 2021. Negli anni 2021 e 2022 il Mef ha stimato che più della metà della crescita del Pil italiano è attribuibile all’edilizia e alla sua lunga filiera produttiva. Questo eccellente risultato discende da importanti relazioni di interdipendenza, diretta e indiretta. Basti pensare che il settore delle costruzioni acquista beni e servizi dall’88% dell’insieme dei settori economici, rivolgendosi quasi esclusivamente a produzione interna. Il 2023 ha sostanzialmente tenuto i livelli economici raggiunti nel 2022. Oggi affrontiamo l’incertezza acuita da crediti fiscali ancora incagliati, caro materiali ed energia, anche se nel 2023 constatiamo un allentamento dei costi, inflazione, alti tassi di interesse e una complessa instabilità geopolitica. La filiera confida quindi in una piena attuazione del PNRR, in una gestione oculata e concreta della transizione green, nella tutela del Made in Italy e nell’implementazione dei processi di digitalizzazione per garantire la competitività di tutto il sistema industriale. I dati di settore che fanno riferimento ai preconsuntivi 2023 e alle previsioni dell’anno in corso saranno annunciati nel corso della conferenza stampa di presentazione di Saie 2024 che si terrà il prossimo 28 marzo a Bologna“.
L’entrata in Federcostruzioni? Un passaggio fondamentale
Stefano Deri, presidente Cortexa, commenta così l’ingresso in Federcostruzioni: “L’entrata in Federcostruzioni, in qualità di socio aggregato, rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso avviato nel 2023 dall’associazione, con l’obiettivo di integrare la coibentazione dell’involucro nella più ampia filiera delle costruzioni rappresentata da Federcostruzioni. All’interno della Federazione, Cortexa svolge un ruolo attivo in qualità di esperto di coibentazione dell’involucro edilizio tramite Sistema a Cappotto, in ottica di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Cortexa si integra così alle realtà presenti, che riuniscono le categorie produttive più significative della filiera edile, rappresentando il Sistema a Cappotto realizzato secondo rigorosi criteri di qualità. Fornito come kit da un unico produttore, dotato di valutazione tecnica ETA e marcatura CE, ben progettato e posato a regola d’arte“.
Una finestra aperta sul 2025: Unicmi ha presentato il Rapporto sul mercato dell’involucro edilizio 2024, assieme alle previsioni per il prossimo anno. In sostanza, il 2024 si annuncia un anno di transizione, ma che arriva dopo una crescita consistente, perché nel 2023 il mercato dei serramenti e delle facciate continue è cresciuto del 3,6% a quota 7,8 miliardi di euro e le prospettive non sono per nulla negative. Unicmi, Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro dei serramenti, attraverso le sue 12 Divisioni rappresenta circa 22 mila aziende, con un fatturato di oltre 7 miliardi di euro.
Fonte: Unicmi
«Il 2023 è stato un anno di crescita che ha beneficiato dell’onda lunga degli incentivi fiscali. I costruttori di serramenti hanno visto, grazie soprattutto agli incentivi fiscali una crescita del fatturato che è stata accompagnata anche da una buona ripresa della redditività perché gli aumenti del costo delle materie prime e del costo dell’energia hanno penalizzato solo gli approvvigionamenti effettuati nella seconda parte dell’anno», è la sintesi del responsabile dell’Ufficio Studi Unicmi, Carmine Garzia. «Per il 2024 la crescita riguarderà soprattutto il mercato del nuovo nel residenziale. Nel non residenziale la domanda beneficerà delle costruzioni pubbliche finanziate con il Pnrr e risentirà degli investimenti da parte di privati stimolati dalle attese sulla discesa dei tassi d’interesse. Le aziende dei produttori di serramenti confermano ottime performance reddituali e un netto miglioramento dei valori patrimoniali».
Fonte: Unicmi
Serramenti e facciate
In dettaglio, i serramenti metallici nel 2023 hanno registrato un aumento del 6% rispetto all’anno precedente, a 2,630 miliardi di euro. E per il 2024 si prevedono prospettive di un’ulteriore crescita, anche se più modesta del 2,9%. Ma si tratta di una pausa, perché nel 2025, secondo il Centro studi dell’associazione, ci sarà un nuovo aumento più consistente: +3,8%. C’è, però, l’incognita dei bonus. Oltre il 50% del fatturato dei costruttori di serramenti metallici è generato da interventi incentivati, nota Unicmi. In ogni caso, il mercato dei serramenti continuerà a essere trainato principalmente dal settore del recupero residenziale, dove gli incentivi fiscali, seppur depotenziati con la cancellazione dello sconto in fattura, contribuiranno a sostenere la domanda. E, nonostante la pressione del governo per ridurre l’impatto dell’incentivo fiscale, il mercato italiano delle facciate continue continuerà ad aumentare, anche se con tassi contenuti, nel 2024 e nel 2025, con incrementi previsti rispettivamente del 2,4% e 2,9%. Che si aggiungono a quello dello scorso anno del 3% nel 2023 con un valore di 737 milioni di euro.
Fonte: Unicmi
I comparti
Secondo i dati di Unicmi, il mercato residenziale ha rappresentato nel 2023 circa il 67% del totale del business del settore, pari a 5,3 miliardi di euro, mentre il non residenziale ha pesato per 2,5 miliardi, di cui 1,8 miliardi di euro per i serramenti e 737 milioni di euro per le facciate continue. Il trend positivo proseguirà nel biennio 2023-2024 con tassi di crescita decisamente più contenuti, pari ad 1,7% nel 2024 e a 2,5% nel 2025. Il comparto residenziale registrerà una ulteriore crescita del 1,3% nel 2024 e del 2,3% nel 2025, e la domanda sarà alimentata prevalentemente dalle nuove costruzioni, dato il minore impatto dei bonus. Il comparto non residenziale (che include le facciate continue) crescerà di più: 2,4% nel 2024 e del 2,9% nel 2025. In totale, nel 2023 sono stati venduti 11 milioni di unità finestra, di cui 9,1 nel segmento delle ristrutturazioni residenziali. Gli incentivi fiscali per la sostituzione degli infissi hanno generato nel 2023 una domanda stimata di serramenti di oltre 3,5 miliardi di euro.
«I dati presentano un comparto solido che possiede tutti gli elementi per essere pronto a offrire i propri prodotti a tutte le segmentazioni più redditizie del mercato: dalla ristrutturazione di qualità, alle nuove costruzioni, dagli appalti pubblici ai grandi cantieri internazionali dell’involucro edilizio», riassume Mauro Durazzi, presidente Unicmi.
La rivista YouTrade e Heidelberg Materials hanno collaborato alla realizzazione di una tavola rotonda (prima di una serie di incontri itineranti), svoltasi ieri a Matera all’interno della cementeria locale, focalizzata su un aperto confronto tra l’azienda e i suoi più importanti rivenditori di Basilicata e Puglia.
I temi del confronto
Al centro del dibattito i dati del Centro Studi YouTrade sul buon andamento dell’edilizia al Sud e le ottime performance delle imprese della distribuzione;
la percezione che hanno i rivenditori clienti degli ingenti investimenti in sostenibilità del prodotto cemento da parte Heidelberg Materials e la loro capacità di trasferire questa importante tappa dell’azienda ai loro clienti (imprese edili artigiane, progettisti e privati);
la formazione nel punto vendita e la bontà delle scelte di marketing dell’azienda nel vissuto dei rivenditori;
infine, il sentiment locale rispetto al rebranding attuato di recente dall’azienda: dopo 160 anni, infatti, Italcementi ha cambiato il proprio nome ed è diventata a tutti gli effetti, per tutti, Heidelberg Materials, assumendo il brand del gruppo che è il secondo produttore di cemento al mondo e di cui Italcementi fa parte dal 2016.
A rappresentare i rivenditori di Basilicata e Puglia clienti di Heidelberg Materials sono intervenuti:
Cesare Castellana, titolare Rosso Argilla srl
Emanuele Loperfido, socio e amministratore Edil Loperfido srl
Giovanni Radicci, socio Edilcasa srl
Marco Crovace, titolare Crovace Marco srl
Natale Bartucci, responsabile tecnico commerciale Edil Mea srl
Rolando Negro, titolare Mic di Negro srl.
Alfredo Vitale | Plant manager del cementificio di Matera
I lavori sono stati aperti dai saluti di Alfredo Vitale, plant manager del cementificio di Matera, tra i più innovativi e sostenibili siti produttivi di Heidelberg Materials, e introdotti da Francesca Proietti, marketing analyst, e Daniele Giannetti, sales area manager sud Italia Heidelberg Materials, che poi si è soffermato, in particolare, sulle tappe aziendali che la porteranno verso la neutralità carbonica. Heidelberg Materials punta infatti a risparmiare 10 milioni di tonnellate di CO₂ cumulate entro il 2030.
La visita guidata alla cementeria, che ha fatto seguito alla tavola rotonda ha impreziosito l’evento e ha ulteriormente evidenziato l’alto grado di innovazione e sostenibilità del sito produttivo di Matera.
L’impianto già produce il 66% di prodotti sostenibili, utilizza combustibili alternativi in sostituzione dei combustibili fossili per il 52% e sarà alimentato da energie rinnovabili, a seguito dell’accordo sottoscritto con un importante player europeo per la fornitura di energia per la produzione del cemento.
Daniele Giannetti | Sales area manager sud Italia Heidelberg Materials
Il Sud corre più del Nord
I numeri della distribuzione al Sud sono stati illustrati da Federico Della Puppa, coordinatore Centro Studi YouTrade. Per Della Puppa uno dei punti deboli delle imprese del Sud è la dimensione d’impresa. «In questi anni – dice commentando i dati – abbiamo avuto ottime imprese che hanno saputo cavalcare molto bene gli incentivi fiscali ma che oggi devono imparare a gestire le “non linearità” del mercato e devono farlo a partire dal rafforzamento della propria dimensione. Le imprese del Sud devono seguire le imprese leader del Nord. La strada però è in discesa: la crescita del 30% delle imprese della distribuzione edile negli ultimi tre anni è segno che le aziende stanno investendo e stanno lavorando bene, ma è ora che si focalizzino anche sulla gestione aziendale e in specie sulla parte economico – finanziaria. Le imprese, oltre alla mera competitività, sono chiamate a essere responsabili dell’impatto ambientale e sociale delle loro attività sui territori che le ospitano, rispondendo alle sfide dei protocolli Sdgs e a costruire su questi elementi le proprie strategie».
Federico Della Puppa | Coordinatore Centro Studi YouTrade
A dimostrazione delle cosiddette “non linearità del mercato”, così ben indicate da Della Puppa, nella mattinata di ieri erano giunte in sala le ennesime dichiarazioni del ministro Giorgetti che mettevano la parola fine alla cessione del credito e allo sconto in fattura anche per i cantieri già avviati.
È di tutta evidenza che le imprese devono imparare a convivere con queste nuove modalità di gestire la normativa in edilizia e che sembra fare della retroattività la sua regola aurea. Una regola che è in netta contraddizione con le esigenze di programmazione industriale da parte degli operatori del mercato. (l.ra.)
Su YouTrade di Aprile i lettori troveranno un reportage completo della giornata.
Non c’è stato bisogno di un caffè a metà mattinata. Perché il Secondo Convegno YouTrade Sud, organizzato a Lamezia Terme da Virginia Gambino Editore, ha incollato alla sedia i partecipanti (oltre 370 gli iscritti all’evento), che hanno seguito uno dietro l’altro gli interventi dei relatori. Tante informazioni, tanti dati, tante analisi dedicate ai distributori che operano nelle regioni del Meridione e che si trovano oggi nel mezzo di una mutazione genetica della loro attività, sempre più ibridata con la digitalizzazione e i servizi ai clienti. Quale strategia adottare? Quali investimenti programmare? Quanta formazione è necessaria?
Una prima risposta è stata, implicitamente, descritta da due ospiti che operano nella distribuzione a 2.318 chilometri di distanza dalla Calabria, se si considera la capitale della Polonia, Varsavia. Dal grande Paese che si affaccia sul Mar Baltico sono arrivati Stanisław Gzik e Mirosław Gzik, proprietari di Transpal, multipoint europeo che in pochi anni è cresciuto tanto da aprire punti vendita anche in Gran Bretagna. Una storia che, grazie alla traduzione simultanea, è stata seguita con interesse e molta curiosità dal pubblico presente. Dopo la testimonianza dei distributori polacchi, il convegno ha seguito l’agenda in programma, con l’analisi sulla congiuntura economica e del settore costruzioni, il punto sul management della conoscenza e dell’innovazione, le opportunità offerte dalla Zona economica speciale e le strategie necessarie per navigare attraverso i mari della digitalizzazione e della transizione green. Senza dimenticare l’istant poll, che ha tastato il polso dei presenti sui temi caldi della giornata.
Nel pomeriggio, il Secondo Convegno YouTrade Sud si è concentrato, invece, sul rapporto dei distributori con i propri clienti. Prima con un focus sugli strumenti di marketing e customer relationship e poi con due talk centrati anche sulla relazione, non sempre ottimale, tra rivenditori e produttori. Infine, in anteprima, l’evento si è chiuso con un’analisi sulle classifiche dei distributori del Sud curato dal Centro Studi YouTrade. Insomma, un grande successo sia per la partecipazione, sia per la ricca offerta informativa. Senza dimenticare un momento più rilassante: la cena organizzata la sera precedente l’evento, con la consegna degli YouTrade Awards. Cronaca, relazioni, dati, grafici e tante immagini dell’evento saranno pubblicate sul prossimo numero di YouTrade.
Guarda le immagini della esclusiva serata di business alla Tenuta delle Grazie
Sembra incredibile, ma il superbonus è stato ritoccato per l’ennesima volta. Lo ha deciso il consiglio dei ministri su iniziativa del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Ennesimo decreto legge che ha l’obiettivo (sempre quello) di bloccare la cessione dei crediti d’imposta. Il decreto cancella sostanzialmente ogni tipo di sconto in fattura o cessione del credito per tutte le tipologie che ancora le prevedevano. Non solo: il governo ha colpito l’Ace, Aiuto alla crescita economica, che avvantaggiava con sconti fiscali il rafforzamento patrimoniale delle imprese. Era già stato cancellato dalla riforma fiscale, sostituito con la superdeduzione per le nuove assunzioni (che però non funziona, perché manca il decreto attuativo). Il governo ha deciso lo stop alle cessione successive alla prima dei crediti d’imposta perché, secondo il ministro, «anche qui abbiamo cominciato a registrare utilizzi fraudolenti». Sotto accusa ci sono aziende, ma anche banche e società che acquisiscono i crediti. Il decreto blocca tutte le tipologie ancora previste di cessione dei crediti e sconti in fattura. Compreso il 110% che è ancora valido per le aree terremotate (in effetti le elezioni in Abruzzo ci sono già state), le Onlus e le Residenze sanitarie e assistenziali. Addio anche ai tempi supplementari per le comunicazioni su sconti in fattura e cessioni dei crediti relative ai lavori del 2023: è stato eliminato il meccanismo della «remissione in bonis» che avrebbe consentito, con il pagamento di una minisanzione (250 euro), l’invio della comunicazione per accedere ai benefici fino al 15 ottobre, data di presentazione delle dichiarazione dei redditi. E chi ha aspettato, peggio per lui. Nel mirino i contribuenti che hanno un debito erariale accertato in via definitiva e che contavano sulle compensazioni: ora per utilizzare le agevolazioni occorrerà prima saldare le cartelle.
Sempre per le imprese, un nuovo colpo arriva anche per le cessioni di crediti prodotti dagli investimenti innovativi di Transizione 4.0, che saranno accompagnati dall’obbligo di comunicazione preventiva seguendo quindi il meccanismo già previsto per la nuova versione targata «5.0». Con una novità, però: perché la mancata trasmissione delle informazioni determinerà una sanzione da 10mila euro se relativa a interventi già avviati, mentre per gli investimenti che devono ancora partire porterà alla decadenza tout court dal beneficio fiscale.
Come limitare l’effetto eco e le riflessioni sonore con interventi mirati di correzione acustica e di gradevole resa estetica. La scienza dei sistemi fonoassorbenti aiuta a scegliere le soluzioni migliori per eliminare il riverbero in ristoranti, scuole, cinema.
Effetto eco
Sarà certamente capitato anche a voi di prendere posto all’interno di un locale ristorante e poco dopo accorgervi che la comunicazione verbale con le altre persone sedute al vostro tavolo risulta complicatissima a causa della presenza di altri avventori che, come voi, stanno faticando a comprendersi l’uno con l’altro.
Istintivamente, quando non riusciamo a farci comprendere con un tono di voce normale, alziamo il nostro nella speranza di prevaricare le altre voci e farci finalmente capire. Ma è la medesima tecnica sfruttata da tutti gli altri avventori: il risultato finale sarà di elevare il livello di tutte le voci e, quindi, il rumore prodotto all’interno del locale.
Siamo in presenza di un fenomeno acustico conosciuto come effetto eco, ma che sarebbe più preciso definire eccesso di riverbero o riflessione sonora. Accade che la voce umana a mano a mano che si allontana dalla sorgente (la nostra bocca, per esempio) incontra una serie di superfici su cui l’energia sonora viene più o meno riflessa in base alla tipologia di finitura.
Onde sonore
Quando l’onda sonora incontra superfici molto lisce e rigide, come pavimenti rivestiti di materiali lapidei (gres, ceramica, cotto, marmo), siamo in presenza di una forte riflessione di energia.
In questi casi, alzare la voce non è l’idea corretta e la soluzione non spetta a voi, ma solo ed esclusivamente al titolare dell’attività. A voi rimane la possibilità di alzarvi dal vostro posto il più presto possibile, pagare il conto e lasciare frettolosamente il locale per cercare di dare ristoro al vostro udito.
La condizione appena descritta è piuttosto frequente nei locali adibiti a ristorazione ed è relativa a una mancata valutazione della qualità acustica dei locali, tematica tra le più affascinanti della fisica, conosciuta e praticata da millenni in tutti gli edifici con una destinazione d’uso rivolta al pubblico, sia a livello ristorativo sia di intrattenimento, religioso o di pubblico spettacolo.
Onde sonore
I parametri
Ristoranti, cinema, sale conferenze, teatri, auditorium, ambienti scolastici, sale di registrazione, palestre, e palazzetti, solo per elencare le destinazioni d’uso più rappresentative, sono e dovrebbero sempre essere sottoposte preliminarmente a un approfondito studio della condizione acustica, necessario a governare la qualità della trasmissione sonora, sia essa vocale, strumentale o elettro-amplificata, in riferimento alla finalità del locale stesso.
Affinché sia possibile è necessario introdurre alcuni nuovi concetti che definiscono i parametri acustici che determinano lo studio ed il controllo della qualità acustica di un locale.
I tre parametri più significativi sono:
il tempo di riverberazione, misurato in secondi (s), rappresenta in buona sostanza l’effetto eco, cioè il protrarsi della coda sonora. È definito come il tempo in secondi che impiegherà un segnale sonoro di tipo impulsivo di forte entità (come lo scoppio di un palloncino) a decadere di 60 dB, per tale ragione è conosciuto come T60.
il coefficiente di assorbimento acustico è un parametro adimensionale (cioè, senza unità di misura) che rappresenta la percentuale dell’energia riflessa da una determinata superficie, è un valore compreso tra 0 e 1. Assorbimento zero significa che quella porzione di superficie riflette in pratica il 100% dell’energia sonora e, quindi, non assorbe nulla, mentre assorbimento 1 significa che la superficie è in grado di assorbire il 100% dell’energia sonora.
l’area di assorbimento equivalente, indicata con il simbolo Aeq e misurata in metri quadrati, è la sommatoria dei prodotti che si ottengono moltiplicando l’area di una determinata porzione di superficie per il coefficiente di assorbimento acustico della finitura di quella determinata porzione. Tale sommatoria dovrà comprendere tutte le superfici presenti all’interno di un locale, comprendendo sia quelle degli elementi che confinano l’ambiente sia quelle di tutti gli arredi presenti all’interno del locale stesso, persone comprese.
Una volta noti questi parametri, per poter effettuare un calcolo preventivo del tempo di riverberazione, avremo bisogno di un ultimo parametro geometrico del locale, il suo Volume, indicato con il simbolo V e misurato in metri cubi. Quando si valuta la qualità acustica di un locale, la discriminante che determina la valutazione del tempo di riverberazione più idoneo è legata alla destinazione d’uso del locale stesso.
Saranno da valutare eventuali correzioni in base a una serie di discriminanti che faranno pendere per l’una o per l’atra tecnica d’intervento. A grandi linee, comunque, alcune tecniche e materiali hanno già una specifica destinazione d’uso o una nicchia di mercato consolidata.
Fisicamente esistono tre grandi famiglie di tecniche d’intervento che funzionano secondo diversi fenomeni:
assorbimento acustico fornito dal tipo di finitura
assorbimento acustico per vibrazione di un pannello
assorbimento acustico per risonanza di cavità (che sfruttano la teoria del risuonatore di Helmotz).
Nella prima famiglia troveremo tutti i materiali a base di tessuti (sintetici e naturali) fissati su telai in legno o alluminio o incollati direttamente al supporto tramite collanti o altre metodologie (per esempio, con il velcro).
Pannelli di varie forme geometriche, tendaggi, imbottiture di sedie o poltrone, rivestimenti e carte da parati, arazzi e quant’altro abbia costituzione fibrosa o porosa.
Pannelli applicati a parete
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Pannelli fonoassorbenti
Pannelli fonoassorbenti
Interventi per la resa estetica
Interventi per la resa estetica
Pannelli fonoassorbenti applicati a parete
Pannelli fonoassorbenti applicati a parete
Come risolvere l'effetto eco
Come risolvere l'effetto eco
Controsoffitti
La seconda famiglia è composta dai controsoffitti e contro pareti in gesso rivestito, metallo o legno, montate su telai metallici o su listelli in legno, che riescono a fornire buoni valori di assorbimento grazie alla vibrazione indotta dall’onda sonora.
Un suono quando incontra una superficie cede una quota di energia per attraversarla, se l’elemento è flessibile ed elastico, tale energia metterà in movimento l’elemento stesso, sottraendola all’energia sonora e ottenendo, quindi, il risultato di limitare l’energia riflessa responsabile del fastidioso riverbero.
Pannelli fonoassorbenti a soffitto
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Esempi di pannelli assorbenti a soffitto
Esempi di pannelli assorbenti a soffitto
Pannelli fonoassorbenti a soffitto
Pannelli fonoassorbenti a soffitto
Esempi di pannelli fonoassorbenti a soffitto
Esempi di pannelli fonoassorbenti a soffitto
Pannelli forati
La terza e ultima famiglia è rappresentata da pannelli forati, sempre in gesso rivestito, metallo o legno.
I fori presenti verranno dimensionati in modo da colpire selettivamente le frequenze che interessano il riverbero, un po’ come se fossero dei colli di bottiglia in cui un suono, una volta entrato, non riesce a uscire a meno di un forte decremento di energia, in quanto intrappolato dalla geometria della cavità.
Se a ogni foro corrisponde un assorbimento ad una determinata frequenza, tali sistemi rischierebbero di risultare troppo selettivi e quindi confinati a destinazioni d’uso iper-specifiche.
Per risolvere tale questione i produttori hanno studiato versioni di pannelli con fori a diametro e forme variabili, capaci di intervenire su un ampio spettro di frequenze, ampliando di conseguenza l’effetto fonoassorbente del sistema.
Queste nuove conoscenze hanno portato il mercato a proporre sistemi fonoassorbenti che in pratica raggruppano tutte e tre le modalità di assorbimento in una sola soluzione: si tratta di pannelli vibranti dotati di forature a diametro e geometria variabile, con elementi fibrosi interposti nell’intercapedine, disponibili in lastre di gesso rivestito, metallo o legno delle migliori essenze, capaci di ottimi risultati ed eccellenti rese estetiche e sempre più presenti in locali quali auditorium e grandi sale conferenze, prestigiose sedi aziendali, uffici, hall di aeroporti e altro capaci di togliere l’effetto eco.
Esempi complimenti arredo fonoassorbenti
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Esempi di complementi di arredo a soffitto
Esempi di complementi di arredo a soffitto
Esempio di complimenti di arredo fonoassorbenti
Esempio di complimenti di arredo fonoassorbenti
Conclusioni
In conclusione, abbiamo visto che un problema di eccessivo riverbero, sia esso riferito a un cinema o teatro, a una mensa o agriturismo, a una sala conferenze o un grande ufficio, può essere affrontato e risolto nella maggioranza dei casi, con interventi di differenti tipologie, dalle più economiche alle più architettonicamente pregevoli, con materiali e sistemi diversi in base alle singole necessità del luogo. Le strade del fono assorbimento sono infinite.
Certificazioni Iso, investimenti in ricerca e sviluppo, riduzione delle emissioni Voc, attenzione alla bioedilzia. Così Cap Arreghini, specializzata nella produzione di prodotti vernicianti, è sempre più attenta all’impatto ambientale.
Cap Arreghini focalizza l’attenzione su nuovi modelli di business che fanno dell’efficienza nell’uso delle risorse (a livello economico, finanziario, umano, ambientale) una precisa strategia aziendale. Lo scopo è creare profitto e, al contempo, benessere per i propri collaboratori, per la società in cui operano in termini di inclusione e rispetto dell’ambiente.
In una parola: sviluppo sostenibile. Lo sviluppo di nuove tecnologie di formulazione dei prodotti, il loro costante aggiornamento e innovazione, l’attenzione nella selezione dei fornitori e delle materie prime sono gli obiettivi primari del reparto di Ricerca e Sviluppo di Cap Arreghini, dove un team di tecnici qualificati lavora quotidianamente nella ricerca di soluzioni innovative monitorando, attraverso un accurato sistema di controllo, tutte le fasi produttive.
Standard eccellenti
L’azienda vanta le certificazioni Iso 9001 e Iso 14001, che attestano il raggiungimento di standard eccellenti nell’organizzazione, nei processi e nelle tematiche ambientali.
Con la convinzione che l’attività lavorativa non debba gravare sull’ambiente che la circonda e che si debbano pertanto monitorare le situazioni pericolose o potenzialmente tali, al fine di migliorare costantemente il proprio impatto ambientale e puntare al miglioramento continuo di tale contesto.
Nell’ottica di riduzione dell’impatto ambientale, l’impegno dell’azienda si concentra sullo sviluppo di prodotti eco-compatibili, legati alla riduzione delle emissioni in atmosfera di Voc e alle recenti normative sulla bioedilizia.
Tutto questo testimonia il grande impegno nei confronti di una gestione e produzione attente e responsabili, per offrire sempre soluzioni affidabili, performanti e sicure.
Ciclo di vita
Cap Arreghini ha da tempo intrapreso un processo di valutazione del ciclo di vita (Lca) dei propri prodotti vernicianti, con l’obiettivo di definirne l’impatto ambientale.
L’analisi, che ha riguardato una selezione di prodotti per interno ed esterno, si è conclusa con il raggiungimento della certificazione Epd (dichiarazione ambientale di prodotto), che contiene informazioni accurate sulle prestazioni ambientali di un materiale, quantificate sulla base di una valutazione di impatto del ciclo di vita.
Ogni prodotto possiede i crediti necessari che definiscono il suo plus per essere consigliato nell’ambito della realizzazione di strutture ecologiche con materiali appartenenti allo standard Leed.
La visione aziendale punta al miglioramento continuo e all’ottimizzazione dei propri prodotti in un’ottica di sostenibilità ambientale, che permetta di orientare le scelte di mercato investendo su sistemi a minor consumo di risorse, controllando e mitigando gli impatti ambientali diretti e indiretti secondo i principi di Politica Integrata.
Già da diversi anni l’azienda ha implementato numerose procedure volte al continuo miglioramento delle performance ambientali:
Impegno della ricerca nella progressiva riduzione nelle formulazioni di sostanze nocive per l’ambiente e l’uomo, sia durante l’attività produttiva che nella successiva applicazione
Sviluppo di sistemi per l’edilizia che offrano alte prestazioni di coibentazione riducendo i consumi di energia per il riscaldamento e il condizionamento delle abitazioni
Sviluppo di prodotti sempre più performanti e duraturi nel tempo, per aumentare i tempi di intervento tra una manutenzione e l’altra
Ricerca di fornitori di materie prime certificati Uni En Iso 14001:2015 e che risiedano il più vicino possibile al sito produttivo Cap Arreghini per ridurre al minimo i trasporti su strada.
L’azienda è sempre più sensibile alle problematiche ambientali e investe con interesse crescente su tale area, spinta non solo da questioni economiche ma in misura maggiore da motivazioni di carattere valoriale legate agli aspetti di tutela e salvaguardia dell’ambiente e della salute dei lavoratori e dei cittadini, con l’intento di contribuire alla riduzione dell’inquinamento.
Si tratta di una sensibilità ambientale che interessa l’azienda e tutti i suoi lavoratori coinvolti e resi partecipi attorno a tale obiettivo.
Bergamo riaccende i riflettori sul mondo delle costruzioni con Edil 2024, un evento di risonanza nazionale. La Fiera dell’Edilizia 2024 si svolgerà dal 26 al 28 aprile nei padiglioni della Fiera di Bergamo e diventerà il palcoscenico privilegiato per l’innovazione e la sostenibilità nel mondo delle costruzioni. All’evento sarà presente anche Virginia Gambino Editore.
Bergamo rappresenta storicamente il più importante distretto economico italiano nel settore delle costruzioni, grazie alla presenza di numerose imprese edili e di una rete innovativa di professionisti. Questi fattori la rendono la provincia più attiva nel settore edile in Italia. Il settore dell’edilizia è uno dei principali motori economici del nostro paese, e nell’asse Brescia-Bergamo-Milano rappresenta uno dei principali distretti italiani, con un valore economico paragonabile a quello di un intero stato del centro Europa.
Materiali per edilizia a Fiera Bergamo
Il ritorno
La Fiera dell’Edilizia è stata per anni un evento di grande rilevanza nel settore delle costruzioni italiano e desidera tornare protagonista nell’era dell’Edilizia 5.0. In un’era in cui l’edilizia è chiamata a rinnovarsi per rispondere alle sfide poste dal cambiamento climatico e dalla digitalizzazione, l’evento si propone come un catalizzatore di idee e soluzioni, ponendo le basi per la costruzione di un futuro sostenibile e interconnesso.
Le presenze
Grazie alla collaborazione con tutti i rappresentanti della filiera delle costruzioni, a partire dall’Università degli Studi Bergamo, alle associazioni di categoria e agli ordini professionali, sino ai sindacati dei lavoratori e agli enti bilaterali, la community della fiera intende favorire il processo di innovazione del settore delle costruzioni, ponendo l’obiettivo di proiettare le imprese verso un Cantiere digitale e sostenibile, un modello che promette di ridefinire i canoni del settore. Saranno tre giorni di lavoro intensi, in cui i massimi esponenti della politica, della finanza e dell’economia incontreranno le imprese e i professionisti coinvolti nella filiera. Sessioni plenarie, workshop e incontri formativi offriranno un’occasione unica per essere protagonisti del futuro dell’edilizia.
Dove si trova
La Fiera di Bergamo, situata in una posizione strategica vicino all’Aeroporto di Milano Orio al Serio e alle principali reti viarie del nord Italia, presenterà incessanti innovazioni tecnologiche legate ai temi emergenti della green economy e delle smart city. Questo cambio di paradigma riflette una crescente sensibilità ambientale e la richiesta di nuovi modelli di sviluppo sostenibile.
Sotto i riflettori
1. Focus Innovazione: Promuovere un approccio manageriale innovativo nel mondo dell’impresa edilizia, integrando criteri di sostenibilità e efficienza energetica nei processi costruttivi e di ristrutturazione, sviluppare competenze mirate per la gestione del ciclo di vita degli edifici e valorizzare il ruolo dell’operatore edilizio e del capitale umano.
2. Focus Intelligenza Artificiale: Esplorare le opportunità offerte dall’applicazione dell’intelligenza artificiale nelle varie attività dell’impresa edile, dalla progettazione alla gestione delle commesse, miglioramento della sicurezza sul lavoro e automazione del cantiere moderno.
3. Focus Sostenibilità: Adottare un modello edilizio che rispetti i principi di efficienza e innovazione, con enfasi sulla qualità dei materiali, sull’ottimizzazione del consumo di CO2 e sulla completa riciclabilità dei componenti, in linea con i principi di economia circolare.
4. Focus Smart Building: Il Futuro dell’Edilizia Intelligente secondo Ambrosetti in confronto con le imprese. Il forum organizzato da The European House – Ambrosetti si propone come un evento di riferimento per delineare il futuro dell’edilizia intelligente in Italia. Con il contributo di esperti e leader del settore, si focalizzerà sulla promozione di strategie innovative per l’integrazione di tecnologie smart negli edifici, sottolineando l’importanza della sostenibilità, dell’efficienza energetica e del benessere abitativo. L’obiettivo sarà quello di definire azioni concrete per accelerare la trasformazione digitale e sostenibile dell’edilizia, valorizzando al contempo il capitale umano e l’eccellenza italiana nel settore.
5. Focus Condominio: Come noto, i condomini rappresentano circa il 61% delle abitazioni principali in Italia, secondo i dati dell’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) relativi al 2020. Questo dato sottolinea l’importanza di affrontare le sfide legate alla ristrutturazione e all’efficientamento energetico di tali edifici. Oltre l’85% dei condomini italiani è stato edificato prima dell’introduzione delle norme per la certificazione energetica, rendendoli energivori e necessitanti di interventi di ristrutturazione e efficientamento energetico, oltre che di digitalizzazione. Solo il 7% dei condomini italiani ha usufruito del Superbonus fiscale, il che indica un ampio potenziale di mercato per le imprese di costruzione e gli impiantisti in collaborazione con gli amministratori condominiali qualificati, le loro associazioni e gli enti locali, regionali e nazionali.
Il serramento in Pvc è sempre più leader, con un market share di oltre il 50%. I dati aggiornati allo scorso anno indicano +1,5% sull’anno precedente. Il 2023, quindi, registra in Italia il terzo anno consecutivo di crescita. I dati provengono dall’annuale ricerca di mercato effettuata dal Gruppo Serramenti e Avvolgibili di Pvc Forum Italia in collaborazione con le dieci aziende associate (Alphacan, Aluplast, Deceuninck, Finstral, QI Sistemi/Gealan, Profine, Rehau, Salamander, Schüco e QI Sistemi/Veka), che insieme rappresentano gran parte del mercato di riferimento. I metri lineari di Pvc per profili finestra immessi sul mercato dalle aziende associate nel 2023 sono stati oltre 16,8 milioni con un’incidenza maggiore dei profili bianchi (53,6%) rispetto ai pellicolati. Nel calcolo sono esclusi i profili persiana mentre sono compresi quelli per finestre scorrevoli.
Mercato del serramento
Traducendo il dato in unità finestra campione (1,23 x 1,48 metri), sono oltre 2,8 milioni i serramenti in Pvc prodotti che equivalgono a 50.544 tonnellate di telai. Aggiungendo a queste unità finestra anche quelle importate in Italia dall’estero, non facilmente quantificabili e ipotizzabili in circa 1,2 milioni, si arriva a 4 milioni totali di unità serramento in Pvc con il corrispettivo giro d’affari generato di circa 2,1 miliardi di euro. Considerando un mercato complessivo degli infissi in Italia di circa 7,8 milioni di unità, comprendente tutti i materiali alternativi utilizzati per i profili, si arriva alla sopra citata quota di oltre il 50% detenuta dal serramento in Pvc. Un risultato davvero impressionante se si considera che nel 2000 il Pvc non copriva neanche il 15% del mercato, sicuramente spinto negli ultimi anni dai bonus fiscali dei quali, però, hanno naturalmente giovato tutti i materiali.
La costante e duratura crescita del Pvc negli anni deriva soprattutto dalle sue eccellenti proprietà in termini di isolamento termo-acustico e dal proficuo rapporto costo/prestazione ma è anche legata ad aspetti ambientali. L’ultimo Bilancio di VinylPlus, l’Impegno europeo per la sostenibilità del Pvc, ha registrato nel 2022 un riciclo complessivo di 813.266 tonnellate di rifiuti in Pvc provenienti dalle diverse applicazioni d’uso. Di queste, 408.151 tra pre e post consumo (dunque il 50%) provengono da profili finestra e prodotti correlati. Dal 2000, nell’ambito di Vinyl 2010 prima e ora VinylPlus, sono state riciclate 3,7 milioni di tonnellate di Pvc derivanti da profili serramenti e correlati. A breve uscirà il Progress Report 2024 relativo alle attività e ai risultati del 2023.
Vacunanex Cappotto può essere applicato sia a pareti che a solai, sia interni che esterni e consente di raggiungere un’ottima coibentazione con una dimensione contenuta in pochi millimetri. Inoltre è di facile applicabilità e si adatta alle diverse superfici dell’edificio.
Risparmiare in costi per la corrente elettrica, il gasolio o il gas necessari per raffrescare o riscaldare la propria casa grazie a un isolamento termico efficace e duraturo nel tempo: un obiettivo non facile da ottenere.
Fasi di lavorazione con Vacunanex
Ma è il traguardo raggiunto da Vacunanex, pannello isolante prodotto da Bifire. Si tratta di un materiale innovativo, composto da polveri micronizzate a base di ossido di silice, pressate e poi imbustate sottovuoto. Sulle due facce principali il pannello è protetto da una lastra in cemento da 3 millimetri.
Insomma, uno strato sottile rispetto ad altre soluzioni, ma performante. Alla base c’è la tecnologia Nanex, che utilizza silice microporosa nanotecnologica. Le particelle sferiche microporose del materiale hanno punti di contatto nanometrici e, quindi, la conduttività termica per contatto di corpi solidi è ridotta al minimo possibile.
Inoltre, i micropori minimizzano anche la trasmissione termica per convezione. Attraverso degli speciali opacizzanti si riducono ulteriormente i processi delle radiazioni.
Il pannello Vacunanex a base di Silice Microporosa Nanotecnologia
Incollaggio
Il sistema Vacunanex Cappotto è prodotto interamente in Italia con questa tecnologia innovativa, che può essere applicata sia a pareti sia a solai, sia interni sia esterni.
Un altro vantaggio di Vacunanex Cappotto consiste nella facilità di applicazione e nella sua adattabilità alle diverse geometrie dell’edificio: il pannello Vacunanex non necessita di alcuna tassellatura, ma può essere direttamente incollato e rasato sulla superficie attraverso il collante rasante Aquafire.
Con lo stesso prodotto si provvede alla rasatura con rete Aquafire e successivamente alla finitura. Vacunanex Cappotto ha una resistenza di esercizio allo strappo certificata di ben 800 chilogrammi per metro quadrato e rispetta i requisiti Cam per poter accedere al superbonus 70%, nonché all’ecobonus 65% attraverso la certificazione Remade in Italy.
Bassa trasmittanza
La forte capacità isolante offre garanzie speciali nel settore del termoisolamento: il pannello è utilizzato in applicazioni da -70 a +80 gradi. È realizzato sottovuoto: una caratteristica che evita completamente qualsiasi trasmissione termica per convezione e, per questo, ottiene un’efficienza molto più alta rispetto ai materiali isolanti tradizionali.
Pannello Isolante Vacunex applicato
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Pannello isolante Vacunanex
Pannello isolante Vacunex
Pannello Isolante Vacunanex
Pannello Isolante Vacunex
Per esempio, mantenendo la stessa capacità isolante, Vacunanex consente la riduzione dello spessore fino a dieci volte mantenendo una una trasmittanza termica U di 0,26W/m²K con soli 15 millimetri.
Questo mini spessore consente applicazioni anche in edifici dove altri tipi di materiale non possono essere utilizzati. Per esempio, il pannello permette di non modificare pluviali, davanzali e soglie.
Chi applica questo materiale per isolare un edificio non deve ridurre il camminamento esterno, né la larghezza dei balconi.
Inoltre, aspetto non secondario in città, lo spessore non rappresenta un ingombro verso altre proprietà confinanti. Ultimo aspetto, ma non meno importante: il prodotto di Bifire è incombustibile.
Anche questo un vantaggio rispetto ad altre soluzioni che, in passato, sono state protagoniste (in negativo) di fatti di cronaca.
Grandine, urti, danneggiamenti accidentali: fattori che possono compromettere l’efficacia di un involucro isolante dell’edificio. Il rasanteBaumitPowerFlex elimina ogni problema: utilizza anche fibre di Kevlar per ottenere un’elevata resistenza.
Sempre più spesso si manifestano anche in Italia eventi atmosferici estremi, come forti tempeste e violente grandinate, che causano ingenti danni anche agli edifici. Le parti più esposte, oltre alle coperture, sono gli ombreggianti e gli elementi di schermatura: gli avvolgibili, le tende e tapparelle, e le facciate nel complesso.
Non è insolito, quindi, che anche i rivestimenti dei sistemi a cappotto possano riportare danni a seguito del violento impatto della grandine sulla superficie, dando luogo a cavillature, distaccamenti dell’intonaco e conseguenti infiltrazioni che vanno ad inficiare l’integrità del manufatto.
Rasante Baumit elastico e senza cemento
Baumit Powerflex
Baumit ha messo a punto un rasante specifico, altamente elastico e rinforzato, per ripristinare i sistemi a cappotto danneggiati dalla grandine o anche dall’impatto con oggetti impattanti e/o contundenti (per esempio, i manubri delle bici appoggiate al muro, le pallonate).
Nel caso di danneggiamento del rivestimento di facciata, con lesioni profonde fino allo strato isolante, è possibile provvedere alla riparazione superficiale eseguendo una nuova rasatura armata, utilizzando Baumit PowerFlex.
Eventi estremi
Baumit PowerFlex è stato messo a punto per ripristinare le facciate dai danni della grandine e svolge una funzione di protezione dagli urti: è un rasante organico, privo di cemento, altamente elastico e rinforzato con fibre di Kevlar per elevatissime resistenze agli urti di facciata.
La soluzione di Baumit, all’interno del sistema certificato Eta Baumit StarSystem Eps, appartiene alla categoria I di resistenza agli urti e raggiunge, inoltre, con uno spessore medio dello strato finito di 5 millimetri, la più alta classificazione per resistenza alla grandine (HW5) secondo il sistema di prova VKF n.08: nessun danno con impatti fino a 29 Joule.
Alta qualità
Baumit PowerFlex è un rasante di armatura di alta qualità, facilmente applicabile e di ottima adesività. Il prodotto si utilizza con reti portaintonaco Baumit StarTex in sistemi termoisolanti in Eps. Resiste agli agenti atmosferici e al gelo dopo l’essiccazione. Presenta ottimali proprietà idrofughe e una forte resistenza meccanica grazie alle fibre di Kevlar.
I componenti
Le fibre di Kevlar sono fibre sintetiche con grandissima resistenza meccanica alla trazione, tanto che, a parità di massa, il Kevlar è cinque volte più resistente dell’acciaio.
In virtù delle sue prestazioni di resistenza, il materiale è utilizzato come fibra di rinforzo per la costruzione di giubbotti antiproiettile, di attrezzature per gli sport estremi e per componenti usati in aeroplani, barche e vetture da competizione.
Le sue proprietà di resistenza sono state messe a punto e sfruttate per permettere di assorbire, tramite deformazione plastica, l’energia cinetica puntuale di corpi che impattano sulle superfici a forte velocità.
Efficaci nella protezione dai proiettili, così tali fibre risultano alleate preziosi nella protezione dagli urti puntuali come, appunto, l’azione della grandine.
I punti a favore
Baumit PowerFlex è pensato per il ripristino dei sistemi a cappotto danneggiati dalla grandine e, al tempo stesso, grazie all’elasticità della sua formula, protegge il cappotto restaurato da eventi atmosferici avversi che potranno verificarsi in futuro.
Una volta applicato in sistema, il materiale protegge efficacemente il cappotto da successive grandinate. Le fibre di Kevlar, contenute all’interno del rasante, sono molto elastiche e altamente resistenti agli urti.
10 volte più resistente agli urti (rispetto al sistema a cappotto tradizionale)
Andrea Payaro | Docente esperto del ministero dello sviluppo economico (Ice)
L’intelligenza artificiale (Ai), divenuta molto nota negli ultimi tempi, è un ramo della scienza informatica che si occupa della creazione di sistemi in grado di eseguire compiti che richiederebbero l’intelligenza umana.
Questi compiti includono l’apprendimento, il ragionamento, la risoluzione di problemi, l’elaborazione del linguaggio naturale (comprendere e generare linguaggi umani) e l’interazione uomo-computer.
L’Ai può essere suddivisa in due categorie principali: debole e forte. L’Ai debole è progettata e addestrata per un compito specifico, come la visione artificiale nelle automobili autonome o gli assistenti vocali come Siri e Alexa.
L’intelligenza artificiale forte, d’altra parte, possiede capacità di comprensione e coscienza simili a quelle umane, ma è ancora largamente teorica e non realizzata a pieno nella pratica. L’intelligenza artificiale può essere anche impiegata per migliorare l’efficienza e l’efficacia nella gestione di un magazzino. Ecco alcuni esempi:
Ottimizzazione dell’inventario: L’Ai può analizzare i dati di vendita e previsioni per ottimizzare i livelli di stock, riducendo così il sovra-stoccaggio o la mancanza di prodotti (out-of-stock)
Automazione dei processi di magazzino: implementata nei moderni Amr (Autonomous Mobile Robot) può realizzare diversi compiti come il picking, il packing e il trasporto di merci all’interno del magazzino, aumentando la velocità di esecuzione e riducendo gli errori.
Gestione della supply chain: Attraverso l’analisi predittiva, l’Ai può identificare potenziali problemi nella catena di fornitura e suggerire soluzioni in tempo reale, utile per valutare l’indice di rischio.
Manutenzione predittiva: L’ Ai può monitorare lo stato delle attrezzature del magazzino e prevedere quando potrebbero avere bisogno di manutenzione, riducendo così i tempi di inattività.
Miglioramento della sicurezza: Sistemi Ai possono monitorare il magazzino per garantire la sicurezza, identificando potenziali pericoli o comportamenti non sicuri.
Gestione degli spazi: L’ Ai può aiutare a organizzare il layout del magazzino per massimizzare l’efficienza dello spazio e la velocità di movimentazione delle merci.
Analisi dei dati: L’intelligenza artificiale può analizzare grandi quantità di dati per identificare tendenze, modelli e insight che possono aiutare a prendere decisioni di business più informate
Riduzione degli errori: L’ Ai può aiutare a ridurre gli errori in vari processi, come l’immissione di dati e la gestione degli ordini, aumentando l’accuratezza e l’efficienza.
Se l’obiettivo finale dell’Ai è quello di creare sistemi in grado non solo di imitare l’intelligenza umana, ma anche di poterla superare in determinati compiti, il suo uso può portare a un aumento della sicurezza, una riduzione dei costi e un miglioramento della soddisfazione del cliente.
Le figlie del fondatore, Antonella e Daniela, uniscono le forze e fondendo Eclisse e Defaveri danno vita a un grande gruppo con l’obiettivo di puntare a traguardi ancora più ambiziosi e consolidare la presenza negli infissi, assecondando le esigenze dei consumatori.
La storia di Eclisse è iniziata nel 1989 da un’idea del suo fondatore Luigi De Faveri, che rivoluzionò il concetto di porta a battente. L’intuizione fu quella di migliorare i primi prototipi esistenti di porta a scomparsa e produrre in serie una struttura metallica, che poi prenderà il nome di controtelaio, in grado di far scorrere e scomparire una porta all’interno del muro, senza alcun ingombro.
Il prodotto fu talmente apprezzato che in pochi anni il controtelaio per porte a scomparsa divenne conosciuto e venduto in tutto il mondo. Questo grazie all’affiatamento di persone profondamente coinvolte nel progetto e al lavoro svolto all’estero attraverso una capillare rete di consociate e distributori.
L’espansione dell’azienda trevigiana fuori dal territorio nazionale è iniziata con l’apertura di Eclisse in Francia nel 1996, e a cui presto hanno fatto seguito le aperture in Polonia nel 2000, in Repubblica Ceca, Inghilterra e Austria nel 2001, in Repubblica Slovacca nel 2004, in Spagna nel 2006, in Brasile e Germania nel 2008.
Sin dall’inizio l’attività dell’azienda è stata mossa dall’intraprendenza e dall’impegno costante nella ricerca e nell’innovazione. Il successivo ampliamento della gamma di modelli proposti, sempre guidato dalla meticolosa attenzione per i dettagli, ha determinato una rapida espansione.
Tanti sono i brevetti che hanno reso famosi i prodotti Eclisse: il binario estraibile e la rete debordante solo per citarne un paio, fino alle innovazioni più recenti come Eclisse 40, il primo e unico telaio per porta svasata a 40 gradi.
Monoblocchi De FaveriControtelai per porte a scomparsa Eclisse
Eclissi e Defaveri tutti insieme
Ora Eclisse e DeFaveri si fondono. YouTrade, per l’occasione, ha incontrato Daniela e Antonella De Faveri, ripercorrendo con loro la storia delle due aziende che è anche la storia della loro famiglia. A loro abbiamo chiesto di illustrarci la fusione e poi ci siamo soffermati con Antonella, soprattutto sullo sviluppo di DeFaveri per parlare di controtelaio e monoblocco.
Daniela, l’azienda quest’anno festeggia i suoi primi 35 anni di storia e comincia una nuova avventura.
Sì, dal primo gennaio di quest’anno le due aziende della famiglia, Eclisse e DeFaveri, sono diventate un’unica realtà sotto la guida mia e di Antonella. Ci guida da sempre un orientamento comune e uno sguardo condiviso sullo sviluppo aziendale, che prima che in azienda nasce in famiglia, sulla scorta dell’esempio paterno.
Un’unità di visione strategica che ci ha indotte in modo naturale a unire le forze per avviare una sinergia che senza dubbio ci porterà a occupare una posizione di mercato ancora più solida nel settore delle costruzioni. L’obiettivo è quello di puntare a traguardi ancora più ambiziosi e consolidare la presenza nel segmento degli infissi, assecondando le esigenze dei consumatori.
Antonella, come cominciano i 60 anni di storia del controtelaio De Faveri?
Mio padre, Luigi De Faveri, ha iniziato a Pieve di Soligo con una piccolissima azienda di riparazione di attrezzi agricoli, da cui tutto nasce, nel 1960. Nel 1971 ha costruito la prima officina di riparazione di carpenteria pesante, per assecondare le richieste che arrivavano dal territorio circostante. Nei primi anni Ottanta si è passati alla produzione del solo controtelaio in lamiera zincata.
Il mercato delle costruzioni però stava evolvendo e aveva bisogno di posizionare il serramento a squadra nelle murature. In seguito, i fenomeni di muffa portarono mio padre a creare il primissimo taglio termico aggiungendo al controtelaio in lamiera un listellino in legno.
La soluzione non trovò subito accoglimento nel mercato. Solo parecchio tempo dopo, infatti, si comincerà a parlare di coibentazione. Sarà la nascita dell’Agenzia CasaClima a spingere la richiesta di un prodotto performante che De Faveri produce passando dal controtelaio in lamiera a taglio termico alla spalla coibentata.
Nuovi uffici De Faveri
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Nuovi uffici De Faveri progettati per realizzare un luogo di lavoro confortevole e accogliente
Nuovi uffici De Faveri progettati per realizzare un luogo di lavoro confortevole e accogliente
Nuovi uffici De Faveri
Nuovi uffici De Faveri
Un’azienda fondata sull’innovazione continua come cambia nel tempo?
L’azienda si trasforma ampliando gli stabilimenti produttivi, che oggi sono tre. Si introducono materiali sostenibili, nuove attrezzature e si punta alla crescita del personale, che per una produzione su misura di qualità deve avere una manualità di precisione.
Altro motivo di orgoglio, e che fa la differenza, è l’ufficio tecnico che risponde a ogni necessità del cliente. La produzione è customizzata in base a svariati elementi: la profondità del muro, le caratteristiche del telo oscurante (avvolgibile, tenda tecnica…), proponiamo quindi una serie di prodotti da personalizzare.
In Italia, a seconda delle zone, il serramento viene montato a centro o a filomuro, di conseguenza cambia anche il monoblocco. Ora siamo arrivati a un prodotto che, per esempio, ha soddisfatto pienamente le richieste prestazionali del 110%, un monoblocco che viene montato sull’esterno in appoggio al serramento. Poi abbiamo una vasta gamma di prodotti per la riqualificazione.
Arnaldo Finazzi | Direttore commerciale De Faveri
Il canale di vendita è rimasto lo stesso nel tempo?
La nostra strategia di vendita non è mai cambiata, vendiamo attraverso il rivenditore di serramenti, di materiali edili e di ferramenta tecnica, che fungono da collegamento con l’impresa di posa.
Avete più prodotti customizzati o standard?
I prodotti sono tutti customizzati e appartengono a due famiglie: il monoblocco a misura (o spalla coibentata) e il controtelaio semplice, senza oscurante. I prodotti Expert a confezione sono quattro e passano soprattutto dalla rivendita edile e dalla ferramenta tecnica.
Antonella De Faveri nel reparto logistica
Qual è stata l’innovazione più apprezzata dal mercato?
Il monoblocco a rasare sicuramente, nel mercato attuale ci sta dando molta soddisfazione. Si tratta di una soluzione ideata dalla DeFaveri, circa dieci anni fa, che rispetto alla maggior parte dei sistemi si differenzia perché viene finita in cantiere per mezzo della rasatura. Con questo sistema si evitano crepe o cavillature che si possono presentare nelle spalle dotate di profili in alluminio o fibrocemento.
Il successo del monoblocco a rasare ci ha portato a studiare una soluzione adatta a tutte le murature prive di coibentazione a cappotto. Abbiamo brevettato lo scorso anno la soluzione “Monoblocco Intonaco”, sempre realizzata in Eps conforme ai Cam, dotata di zigrinature per garantire una perfetta aderenza e aggrappo all’intonaco, che unita alla presenza di un paraspigolo in Pvc semplifica le operazioni di finitura.
Quali sono i numeri di DeFaveri?
In quattro anni abbiamo triplicato il fatturato che oggi è di 8,5 milioni, 30 dipendenti e 15 agenti esterni. E quattro stabili per circa 10mila metri quadrati di produzione.
Stabilimento produzione Eclisse
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Stabilimento produzione Eclisse
Stabilimento produzione Eclisse
Dettagli stabilimento produzione Eclisse
Dettagli stabilimento produzione Eclisse
Dettaglio stabilimento produzione Eclisse
Dettaglio stabilimento produzione Eclisse
Dettaglio stabilimento produzione Eclisse
Dettaglio stabilimento produzione Eclisse
L’azienda si è dotata di un codice etico che ne rappresenta i valori fondanti ed è condiviso con Eclisse.
Il codice etico di Eclisse e Defaveri vuole premiare il talento e l’ingegno di chi opera nell’azienda nel tentativo di realizzare un ambiente di lavoro che valorizzi l’individuo, la solidarietà e il rispetto dell’ambiente. Gli sforzi dell’azienda sono protesi verso la realizzazione di un ambiente di lavoro sano e collaborativo.
Un ambiente sereno ed accogliente permette a ognuno di esprimere al meglio le proprie capacità. Come per i rapporti con i dipendenti, l’azienda persegue con i propri fornitori relazioni stabili e di lunga durata attraverso partnership e collaborazioni con l’obiettivo di migliorare costantemente i propri prodotti e la qualità dell’offerta.
Anche i fornitori fanno parte del team DeFaveri, nella reciproca consapevolezza che il gioco di squadra porta dei vantaggi a tutti i giocatori. Per quanto concerne i clienti DeFaveri si impegna a garantire sempre la massima qualità del prodotto e del servizio fornito a partire dall’offerta, alla posa in cantiere fino all’assistenza post-vendita stabilendo una relazione basata sulla fiducia.
Il codice Etico Eclisse e Defaveri riguarda anche ricerca e innovazione: DeFaveri investe da sempre gran parte delle proprie risorse in ricerca e sviluppo, formazione e qualificazione del personale, strumenti e tecnologia con l’obiettivo di offrire al cliente un prodotto duraturo, efficiente e performante.
C’è poi il tema ambientale: i prodotti vengono ideati, progettati e realizzati con materiali a basso impatto ambientale, in ottica di risparmio energetico e riduzione dei costi e degli sprechi. L’azienda ha inoltre un rapporto molto stretto con il suo territorio e ne promuove sviluppo e tradizione.
Infine, l’ambiente solidale e collaborativo interno all’azienda si rispecchia anche nel modo in cui essa si rivolge all’esterno attraverso il sostegno di associazioni che operano nell’inclusione sociale e le attività del tempo libero.
Vi aspettate una crescita di fatturato dopo la fusione delle due aziende nel Gruppo Eclisse?
La fusione con Eclisse è un viatico importante. È innegabile che Eclisse sia un’azienda leader in edilizia e sarà un grande traino nel magazzino edile in cui DeFaveri è meno presente.
Ricavi stabili e redditività in crescita sia per Ebitda sia di utile netto per Fervi, azienda specializzata nella Mro (Materials, Repair and Operations), attivo nel settore della fornitura di attrezzature professionali principalmente per l’officina meccanica, l’officina auto, la falegnameria, il cantiere. I ricavi netti del gruppo, consolidati al 31 dicembre 2023, sono stati 56,4 milioni, mentre l’indebitamento finanziario netto è in calo a 7,6 milioni, un dato migliorato rispetto ai -11,2 milioni del 31 dicembre 2022. In crescita (+2,8%) rispetto al 2022 anche l’Ebitda rettificato (8,7 milioni). L’azienda, quotata, registra un valore nominale delle azioni (+17,5%) con un dividendo proposto di 0,47 Euro per azione rispetto al valore di 0,40 Euro del 2022. Lo stacco della cedola è previsto per il 6 maggio 2024.
“I risultati del 2023 mostrano un miglioramento dei parametri di redditività sia a livello di Ebitda sia di utile netto, oltre a un significativo miglioramento della posizione finanziaria netta: questo dimostra che il Gruppo è in salute e che le aspettative definite nel programma di crescita del Gruppo potranno essere rispettate», ha commentato Guido Greco, amministratore delegato di Fervi Group.
Dopo quasi un anno di trattative tra Parlamento e i 27 governi della Ue si è arrivati a un accordo di massima. Via libera alle caldaie ibride, addio a quelle solo a gas. Gli edifici più inquinanti dovranno ridurre i consumi di energia del 16% entro il 2030 per arrivare a edifici green.
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Danesi punta a incrementare le vendite di Normablok, il prodotto di punta che vanta capacità di isolamento e sicurezza. Senza dimenticare l’impegno per promozione e formazione.
Dall’intervista a Roberto Danesi emerge una solida certezza: i sistemi costruttivi in laterizio ad alte prestazioni dell’azienda sono pronti a rispondere alle sfide della nuova edilizia e non temono la concorrenza di prodotti alternativi.
Dalla sostenibilità, all’isolamento, dall’antincendio alla sismica offrono performance d’eccellenza. L’impegno più grande? Promozione e formazione.
A differenza di quanto si potrebbe immaginare, nell’attuale panorama dell’industria delle costruzioni il laterizio resta uno dei materiali più amati dai maestri dell’architettura, dai costruttori e dalle maestranze.
A Milano, capitale italiana della rigenerazione urbana e dello sviluppo immobiliare, il mattone resta il materiale d’elezione. Ampiamente utilizzato nelle nuove costruzioni di Porta Nuova, il più grande progetto di riqualificazione europeo, cominciato nel 2005 e durato circa un decennio, il mattone è protagonista anche nei cantieri dei nuovi complessi residenziali in costruzione.
Di questa lunga tradizione italiana è protagonista d’eccellenza il produttore che abbiamo intervistato nella sede della sua azienda a Soncino (Cremona). Stiamo parlando di Roberto Danesi, imprenditore di lungo corso nel settore del laterizio con Fornaci Laterizi Danesi.
Con lui abbiamo fatto una lunga chiacchierata per commentare lo «strano» ciclo edilizio tra covid, superbonus, spinta alla riqualificazione e alla sostenibilità del costruito che ha caratterizzato l’ultimo lustro del settore.
Soprattutto, abbiamo cercato di capire che ruolo gioca l’industria del laterizio oggi e quali sono le sfide nell’ambito dell’innovazione, della formazione e della competitività industriale che si prospetta.
Schema del sistema costruttivo per facciavista in pietra
Siamo a fine 2023, proviamo a fare unbilancio qualitativo delle performance aziendali. Che cosa è stato premiante e cosa non lo è stato?
Possiamo archiviare il 2023 come un anno premiante, per usare le sue parole, nonostante le preoccupazioni iniziali su diversi fronti: dal rebus superbonus 110%, al rincaro delle materie prime, ai conflitti internazionali.
Credo che l’andamento, comunque positivo, sia stato trainato dalla misura del 110%, soprattutto nella riqualificazione mentre la demo ricostruzione, che ci avrebbe favorito, è stata utilizzata solo marginalmente.
In ogni caso, la crescita del volume di lavoro ha fatto da traino anche al settore del laterizio. Sia chiaro che il mattone ha chiuso l’anno con un calo abbastanza importante: fino a -15-18% di volumi in tonnellate rispetto al 2022 in alcune zone del Belpaese.
Proviamo a fare un’analisi più puntuale degli ultimi tre anni.
Il calo dei volumi venduti è in corso da tre-quattro anni e va consolidandosi intorno a una decrescita che si situa tra il meno 3-5% di quattro anni fa al meno 15-18% attuale.
Fa eccezione Milano, ancora in fase estremamente positiva, con progetti importanti previsti anche nei prossimi tre anni. Nel resto del Paese il mercato rallenta. Fra le cause sicuramente c’è l’aumento generalizzato dei costi di costruzione, anche in provincia.
Non ci sono più le marginalità per fare operazioni immobiliari importanti anche per il sopravvenuto costo del denaro. I privati oggi hanno difficoltà a comprare casa: fino a due anni fa si accendevano mutui a un punto e mezzo percentuale, ora i tassi sono schizzati al 4-5%, nel migliore dei casi, cosa che comporta quasi il raddoppio della rata.
La somma dell’aumento dei costi di costruzione e del costo del denaro ha portato sicuramente a un rallentamento importante nel nostro settore, tranne che nelle zone turistiche e nelle grandi città.
In questa effervescenza lombarda, che ruolo hagiocato il laterizio rispetto agli altri materiali?
Il laterizio è utilizzato prevalentemente per l’edilizia residenziale, a eccezione di Milano, dove si impiega anche in altre tipologie di edificio, per esempio nel terziario.
Pensiamo alla riqualificazione del quartiere Porta Nuova, al Bosco Verticale. La storia delle costruzioni testimonia ampiamente la bontà del laterizio in fatto di durabilità e bellezza degli esiti progettuali.
Produzione Normablok nel piazzale della sede di soncino pronti per la consegna
Fornaci Laterizi Danesi quali territori serve principalmente?
Certamente tutto il Nord Italia, ma arriviamo agevolmente in Toscana, in Emilia, Romagna, nelle Marche e con i nostri prodotti innovativi arriviamo al Sud, nelle isole e anche all’estero. Certamente la logistica nel nostro settore impatta molto sui costi.
A proposito di innovazione, in che modo ha inciso negli ultimi tre anni sul vostro business? Anni caratterizzati dai bonus edilizi e superbonus in particolare?
Anche prima dell’era dei bonus edilizi l’innovazione espressa nella linea Normablok (Normablok Più Cam, Normablok Più, Normablok Più Taglio Termico) ci ha sostenuto moltissimo.
Per procedere a questa produzione abbiamo provveduto a innovare gli impianti e ampliare la gamma, fornendo al mercato soluzioni antisismiche e ad altissimo isolamento. La linea Normablok è un sistema costruttivo completo che risponde alle richieste Cam e in cui abbiamo integrato Eps Neopor Bmb di Basf.
Un Eps derivato da materie prime rinnovabili e non fossili. Si tratta di blocchi isolanti adatti alle diverse zone sismiche per la realizzazione di murature monostrato portanti, armate o ordinarie, murature di tamponamento e per la correzione dei ponti termici di pilastri e travi, con caratteristiche antincendio, anche per la costruzione di edifici di grandi dimensioni.
Argilla pronta per essere messa in produzione
Le prestazioni antincendio stanno diventando sempre più rilevanti.
È vero, il tema della sicurezza antincendio delle facciate è di grande interesse e di particolare rilevanza, soprattutto nel caso di edifici pluripiano.
Lo abbiamo visto in alcuni fatti di cronaca negli ultimi anni. Un incendio che ha origine all’interno di un edificio può finire per interessare anche le facciate.
Le fiamme e i fumi caldi che si sviluppano negli ambienti confinati, dopo aver provocato la rottura delle aperture finestrate, fuoriescono e si possono propagare ai locali superiori o adiacenti a causa dei flussi termici indotti lungo le facciate.
Eventuali cavità verticali, per esempio facciate ventilate, possono essere vie preferenziali di propagazione degli incendi lungo le facciate. È inoltre fondamentale esaminare l’incidenza e le caratteristiche di eventuali rivestimenti esterni, come i cappotti termici.
È per questo che abbiamo testato, presso il laboratorio Csi, pareti realizzate con blocchi Normablok Più sottoponendole a test in grado di determinarne la classe di reazione al fuoco.
Tutte le pareti Normablok Più hanno ottenuto la certificazione di reazione al fuoco in classe B-s1,d0 dimostrandosi quindi la soluzione ideale per le facciate di tutti gli edifici, anche nel caso di facciate ventilate.
Qual è l’impatto degli eventi climatici estremi sulle pareti perimetrali in laterizio?
Il materiale isolante si trova all’interno di un guscio in cotto decisamente resistente, in grado di far fronte a eventi climatici estremi. Come hanno evidenziato le violente grandinate della scorsa estate, le pareti in Normablok Più con isolante integrato si sono dimostrate vincenti in termini di durata, manutenzione e resistenza agli agenti atmosferici. Abbiamo una forte resistenza agli urti e al fuoco.
In più, con le murature isolate in laterizio abbiamo accorciato i tempi di posa in cantiere e quindi i tempi di realizzazione dell’edificio, gestendo meglio anche il tema della sicurezza del cantiere, essendo necessaria solo la squadra di muratori tradizionali.
I blocchi possono essere tagliati in cantiere in qualunque direzione senza subire alcun danno sotto il profilo dell’isolamento, poiché il polistirene interno non si sbriciola grazie alla tecnica di produzione che lo rende omogeneo al blocco. Questa duttilità rende inutile l’utilizzo di costosi pezzi speciali.
Qual è la quota di fatturato che viene reinvestito in innovazione?
Soprattutto negli scorsi anni è stata molto importante, tra il 5 e il 10%. Prevediamo grossi investimenti anche per il rinnovo degli impianti, sia attraverso il loro ampliamento sia per la loro razionalizzazione.
Soluzione tecnologica sviluppata per la ricostruzione post-terremoto
Come state affrontando l’innovazione del processodi produzione sotto il profilo della sostenibilità?
Le normative in questo senso sono sempre più stringenti e anche sotto questo profilo stiamo apportando molta innovazione. In prospettiva, gli investimenti richiesti in fatto di sostenibilità totale richiederanno i nostri maggiori sforzi per passare dalle fonti energetiche a metano alle rinnovabili e stiamo pensando all’idrogeno e all’elettrico.
Il nostro settore nei prossimi 15 anni dovrà arrivare a decarbonizzare la produzione facendo ricorso solo a fonti energetiche rinnovabili.
Veniamo ora ai clienti, che sono rappresentati principalmente dai rivenditori, come li assistete?
Abbiamo un ufficio tecnico con cinque professionisti che si occupano dell’assistenza tecnica, dalla progettazione al cantiere: dalla prima fase di promozione tecnica dei nostri prodotti agli studi di fattibilità del progetto architettonico e strutturale (dalla muratura armata con prestazioni antisismiche alla realizzazione di edifici multipiano con prestazioni d’isolamento), fino all’assistenza in cantiere per spiegare alle maestranze come utilizzare il prodotto per ottenere il massimo risultato con il minor spreco di tempo e risorse da impiegare.
Le parti realizzate con Normablok più S40 MA oltre ad essere sicure raggiungono una trasmittanza termica di 0,21 W/M²K
L’innovazione richiede tanta formazione, comeviene gestita da Danesi?
Da molti anni accompagniamo le scuole edili nei percorsi di formazione, dalla produzione del mattone con visite nei nostri stabilimenti, alla corretta posa in opera in cantiere. Molto importante è anche l’aggiornamento professionale dei professionisti tecnici in edilizia: geometri, architetti e ingegneri.
Infine, la formazione universitaria con la collaborazione nell’attivazione di corsi sul laterizio, cercando di evidenziare le possibilità enormi che questo materiale offre sia dal punto di vista strutturale, sia da quello architettonico e prestazionale.
Forniamo formazione sia come azienda sia come Consorzio Poroton, a cui siamo associati. Cercheremo di attivare corsi in tutte le università italiane con l’obiettivo di mostrare come l’innovazione abbia reso il nostro ma teriale assolutamente adatto ai nuovi processi costruttivi.
Nell’attuale mercato delle costruzioni quali sono i prodotti in laterizio più richiesti, quelli tradizionali o quelli più innovativi?
Per quanto concerne i volumi, vendiamo più prodotti tradizionali, come il Poroton, prodotti con buone prestazioni e che sono sul mercato da parecchi anni. Si tratta sempre di prodotti che hanno un’elevata biocompatibilità, assieme a ottima capacità portante, isolamento termico, traspirabilità, isolamento acustico, resistenza al fuoco.
Da sempre il mattone Danesi è sinonimo di alto comfort abitativo, perché è un materiale che nasce dalla migliore tradizione costruttiva, ed è composto da una miscela di argille naturali. I nostri sforzi oggi sono concentrati sulla crescita della linea Normablok ad alte prestazioni.
La promozione di questa linea ad alta innovazione richiede sforzi notevoli in virtù del fatto che occorre far comprendere come, a fronte di un maggior costo del singolo blocco, ne consegua un costo della parete finita decisamente inferiore rispetto ad altre soluzioni.
I nostri prodotti innovativi sono assolutamente competitivi rispetto ai prodotti tradizionali e anche rispetto ad altri sistemi costruttivi concorrenti, ma occorre spiegarlo e soprattutto farlo comprendere all’intera filiera: distribuzione, professionisti e imprese di costruzione. Ad oggi nessuna soluzione alternativa può dare certezze in termini di prestazioni e durata come la nostra.
La parete in muratura armata Normablok rivestita in pietra a vista
Quale sarà la maggiore sfida 2024 per Danesi?
Come limitare i danni da cambiamenti climatici, quali soluzioni possono garantire sicurezza sismica e isolamento termico in modo duraturo senza impattare sull’ambiente sono alcune delle domande che l’edilizia moderna si pone.
Il nostro obiettivo è far comprendere che Normablok Più è la risposta a tutte le domande. A parità di costi, se non anche a oneri inferiori, le performance delle nostre soluzioni, rispetto a quelle alternative, ci daranno ragione anche nei prossimi anni. La nostra sfida 2024 sarà però quella di far entrare massicciamente la linea Normablok nei grandi cantieri italiani per raggiungere la definitiva consacrazione di un prodotto vincente.
Tutte le tappe dell’innovazione
Con Normablok Più non serve il cappotto termico
I vantaggi della muratura in laterizio, portante o di tamponamento, da sempre sono: solidità, semplicità di realizzazione e durata nel tempo, ma per garantire anche buoni valori di isolamento termico delle murature è spesso necessaria l’applicazione di un cappotto termico esterno o l’utilizzo di isolante termico in intercapedine.
Tutte lavorazioni che richiedono ulteriori interventi in cantiere. Con Normablok Più questi interventi non sono più necessari grazie all’integrazione del nuovo polistirene additivato di grafite direttamente all’interno del blocco e apposite fasce isolanti che eliminano il ponte termico dei giunti di malta.
Normablok Più Cam
I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono i requisiti ambientali ed ecologici definiti dal Ministero dell’Ambiente volti ad indirizzare le Pubbliche Amministrazioni e non solo, verso una razionalizzazione dei consumi e degli acquisti, fornendo indicazioni per l’individuazione di soluzioni progettuali, prodotti o servizi migliori sotto il profilo ambientale.
Per soddisfare i requisiti di legge Fornaci laterizi danesi produce l’intera linea Normablok più con certificazione Cam. Tutti i laterizi della linea Normablok più Cam contengono almeno il 15% di materiale riciclato sul peso del prodotto, rispondendo quindi, ai requisiti di conformità ai Criteri Ambientali Minimi Cam.
Normablok Più High Performance (HP)
è la nuova linea di blocchi ad alte prestazioni termiche con trasmittanza termica pari a 0,130 W/m²K con il nuovo blocco Normablok Più S45 Hp.
Normablok Più Muratura Armata (MA)
è una linea completa di blocchi in laterizio ad alte prestazioni termiche concepita da Fornaci Laterizi Danesi per realizzare murature armate in tutte le zone sismiche. Realizzato con laterizio Poroton P800, i blocchi della linea Normablok Più Muratura Armata coniugano ai ben noti vantaggi della muratura armata le prestazioni del polistirene espanso additivato.
Normablok Più Ponti Termici
è la linea di blocchi isolanti sviluppata da Fornaci Laterizi Danesi per realizzare, con una sola posa, la correzione dei ponti termici strutturali di travi, cordoli, pilastri e setti in calcestruzzo armato.
Oltre a garantire un corretto isolamento termico, i blocchi Normablok Più Ponti Termici consentono di realizzare una continuità di materiale (il laterizio) sulla facciata, a vantaggio delle successive fasi di intonacatura.
Pietra facciavista e Normablok Più S40 MA per ricostruire i borghi colpiti dal sisma e riportarli al loro caratteristico aspetto originario.
La parete in muratura armata Normablok Più S40 MA rivestita in pietra a vista, posata con malta di calce, opportunamente ancorata con un’apposita rete in fibra di vetro, è in grado di sostenere, senza mostrare segni di danneggiamento, eventi sismici di intensità doppia rispetto quelli registrati durante la sequenza sismica del terremoto dell’Italia Centrale del 2016.
I blocchi della linea Normablok Più sono la soluzione vincente per la realizzazione di pareti sicure anche in caso di incendio.
Presso il laboratorio CSI, sono state realizzate pareti con blocchi Normablok Più che sono state sottoposte a particolari test, al fine di determinarne la classe di reazione e la resistenza al fuoco.
Tutte le pareti Normablok Più hanno dimostrato eccellenti performance di resistenza al fuoco e hanno ottenuto la certificazione di reazione al fuoco in classe B-s1 d0, dimostrandosi quindi la soluzione ideale per le facciate di tutti gli edifici, anche nel caso di facciate ventilate, nel rispetto della Regola Tecnica Verticale.