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Villa illuminata con il tunnel solare

Fakro | L'innovativo tunnel solare di Villa Vergaio
Fakro | L’innovativo tunnel solare di Villa Vergaio

Grazie all’innovativo tunnel solare di Fakro, una nuova villa nel quartiere Vergaio di Prato è stata illuminata: è frutto di un progetto estremamente accurato dal punto di vista formale. Il principale tratto distintivo di questa architettura è il rapporto con la luce naturale, che esalta il disegno degli spazi costruiti, e artificiale, che ne sottolinea linee e volumi.

L’illuminazione dell’abitazione

L’abitazione è risultato dell’unione di due unità immobiliari sovrapposte: ambienti dall’immagine minimalista, rivestiti con materiali e colori sapientemente intonati, si sviluppano in una serrata sequenza, scanditi da superfici trasparenti e da elementi scultorei. Le nuove finestrature e il diradamento delle partizioni murarie interne hanno permesso di inondare gli interni con abbondante luce naturale.

In particolare, la valorizzazione del vano scala esistente, diventato parte integrante dell’attuale abitazione su quattro livelli, è stato un aspetto centrale del concept architettonico, in quanto sprovvisto di aperture verso l’esterno: proprio il lucernario tubolare Fakro ha permesso l’illuminazione naturale del vano scale interno.

La progettazione

Lo studio Bettazzi+Percoco architetti ha curato la progettazione: «Abbiamo voluto scardinare la rigida impostazione planimetrica, tipica di questa tipologia edilizia degli anni ’60, a favore di una maggiore fluidità e fruibilità degli ambienti».

L’ingresso, infatti, si apre su un ampio e luminoso living, in cui è la scala ad essere protagonista dello spazio abitato. Il primo gradino si estende a formare il basamento del mobile tv, mentre il parapetto scultoreo unisce e collega anche visivamente la zona giorno con tutti gli altri piani.

Grazie alla demolizione della parete divisoria e all’installazione di un’ampia apertura vetrata, anche la cucina è diventata un unico grande ambiente, moderno e dinamico.

Il primo piano, invece, è riservato alla zona notte, composta da camera principale con bagno e cabina armadio e da altre due camere, ampie e luminose, dove risalta il rivestimento parietale con carte da parati personalizzate.

Nella cantina, infine, situata al piano interrato, e nel sottotetto, trasformato in un’accogliente mansarda, è stata mantenuta un’immagine più domestica e tradizionale, lasciando a vista alcuni componenti strutturali.

Lo studio Bettazzi+Percoco prosegue: «Con l’intendo di valorizzare tali interventi, abbiamo deciso di inserire il lucernario tubolare Fakro per rendere più luminose le scale e i pianerottoli della zona notte e della mansarda, evitando di ricorrere esclusivamente a punti luce con alimentazione artificiale.

Dopo il confronto delle caratteristiche estetiche, tecniche, prestazionali ed economiche di diversi lucernari tubolari abbiamo scelto il modello Sfd di Fakro, quale miglior soluzione per massimizzare l’apporto di luce naturale».

Grazie al gradevole diffusore circolare che riceve la luce solare direttamente dalla copertura, anche i piani superiori dispongono di rampe e spazi connettivi ben illuminati durante i diversi momenti della giornata.

Fakro | L’innovativo tunnel solare di villa Vergaio installato nei piani dell’abitazione

Focus sul prodotto

La luce solare svolge un ruolo fondamentale, non solo per la definizione architettonica degli spazi, ma anche e soprattutto per il benessere delle persone indoor: negli ambienti che non dispongono di finestre, l’impiego dei lucernari tubolari è oggi sempre più diffuso.

Questi ultimi, detti anche light tunnel, catturano e trasportano i raggi solari attraverso un tunnel altamente riflettente, rappresentando la soluzione ideale sia per illuminare gli ambienti senza affaccio diretto verso l’esterno, sia per incrementare l’apporto di luce naturale negli altri ambienti, senza bisogno di impianti illuminotecnici e favorendo così un minore consumo energetico.

Fakro | La villa illuminata con i nuovi tunnel

La quantità di luce trasportata all’interno di un edificio, infatti, dipende dall’intensità dell’irraggiamento solare, in relazione all’alternanza giorno notte, e dalle condizioni meteorologiche, ma anche le caratteristiche tecniche del lucernario tubolare possono fare la differenza.

L’esposizione del cupolino superiore posto sulla copertura e le caratteristiche del tubo riflettente (ampiezza, lunghezza, conformazione, riflettanza del materiale interno) sono i principali parametri tecnici che influenzano la quantità di luce naturale trasportata fino al diffusore, situato normalmente sul soffitto.

La gamma di lucernari tubolari

Fakro ha sviluppato una gamma specifica di lucernari tubolari, nei modelli:

  • SR con cupolino piatto e tubo riflettente rigido;
  • SF con cupolino piatto e tubo riflettente flessibile;
  • SRD con cupolino sferico e tubo riflettente rigido;
  • SFD con cupolino sferico e tubo riflettente flessibile, utilizzato nella rinnovata abitazione a Vergaio di Prato.

Nello specifico, il cupolino è composto da un telaio in legno impregnato sottovuoto, dalla cupola trasparente in policarbonato (spessore 3 mm) resistente ai raggi UV e dal raccordo in lamiera d’alluminio (sp. 0,6mm), con finitura esterna “grigio ombra” (RAL 7022). Il raccordo di tenuta integrato elimina il rischio di infiltrazione e rende più rapida l’installazione.

Il tubo riflettente è realizzato in poliestere metallizzato, per garantire la massima riflessione della luce, rinforzato con il filo metallico. Il tunnel flessibile è la soluzione ottimale per adattare il percorso agli ostacoli costruttivi e facilitare l’installazione. La lunghezza massima è pari a 4 m (diametro 350 mm) e a 6 m (diametro 550 mm).

Il diffusore interno è formato da una cornice da vincolare al soffitto, da un elemento prismatico che riflette la luce e da un coperchio in materiale plastico di colore bianco. Nella parte interna del vano è possibile inserire una lampada SLO che funge da corpo illuminante notturno.

Un assaggio di Caseitaly Expo sul nuovo numero di Lattoneria

L’appuntamento è fissato per l’inizio del prossimo anno, che ormai si avvicina. Caseitaly Expo si svolgerà alla Fiera di Bergamo dal 12 al 14 febbraio 2025. La nuova manifestazione, che avrà un respiro internazionale, sarà riservata agli operatori del settore, e sarà focalizzata sia sulle nuove costruzioni sia su quelle da riqualificare. A questa iniziativa, che si prospetta come un’occasione unica per gli operatori dell’involucro, dedica ampio spazio il nuovo numero di Lattoneria, la rivista dell’associazione Pile realizzata da Virginia Gambino Editore. Gli organizzatori di Caseitaly Expo sono l’Associazione Caseitaly, già attiva nella promozione delle imprese del settore, e Promoberg (la società che gestisce Fiera Bergamo). Il format Caseitaly, che nel 2018 e 2019 (pre covid) ha agevolato la presenza di imprese italiane anche in fiere all’estero, diventa quindi strutturale. La rivista anticipa i temi dell’evento, che va segnato subito in agenda.

Il nuovo numero di Lattoneria pubblica anche altri articoli interessanti. A partire da un’altra anticipazione, quella che riguarda il primo Convegno Nazionale dei Lattonieri in programma a inizio dicembre a Villa Quaranta (Pescantina, Verona). Anche in questo caso, mentre la macchina organizzativa è già in moto, la rivista profila i contenuti che saranno al centro dell’evento.

Una novità che presenta il magazine è Warehouse, nuova rubrica dedicata alla gestione del magazzino: un aspetto centrale e in continua evoluzione per tutte le aziende. A firmarla è Andrea Payaro, docente ed esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice).

Accanto a tante case history che hanno al centro l’utilizzo innovativo della lattoneria, sul nuovo numero della rivista i lettori troveranno anche una sezione speciale dedicata alle facciate. Perché materiali, design e nuove soluzioni dei lattonieri sono sempre più al servizio dei progettisti anche per quanto riguarda la superficie verticale degli edifici. Non perdete il nuovo numero di Lattoneria!

 

 

SFOGLIA LA RIVISTA

 

 

Lattoneria giugno 2024

LATTONERIA N°34
IN COPERTINA
 
CaseItaly: ecco la fiera per la lattoneria
Speciale Facciate: materiali, soluzioni e case history
Eventi: il programma del primo Convegno dei Lattonieri
 
 

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Festa di compleanno per NürnbergMesse Italia

Evento a Milano della NürnbergMesse Italia
Evento a Milano della NürnbergMesse Italia

NürnbergMesse Italia ha festeggiato i suoi primi 15 anni con un evento a Milano che ha coinvolto dipendenti, clienti, stampa e partner. NürnbergMesse Italia registra una crescita notevole, che la vede al primo posto dal 1994 per numero di espositori a Norimberga e al primo posto dal 2014 per numero di visitatori. La società è fortemente legata al mercato nazionale: NürnbergMesse Italia ha investito costantemente nelle relazioni con i suoi clienti organizzando la fiera di grande successo Focus on PCB a Vicenza dal 2022.

Cena della Fiera di Norimberga
Cena della Fiera di Norimberga

SikaCeram è un adesivo per piastrelle di grandi formati a basso impatto ambientale

SikaCeram_255 Easy Flex S1

SikaCeram-255 Easy Flex S1 di Sika Italia è un adesivo in polvere migliorato, deformabile, a ridotta emssione di CO2 per piastrelle ceramiche di grandi formati. È adatto per la posa di piastrelle ceramiche all’interno e all’esterno, per aree residenziali e di carico medio. La possibilità di posa è fino a 10 mm di spessore.

SikaCeram_255 Easy Flex S1

La soluzione SikaCeram-255 Easy Flex S1 è adatta per incollare anche rivestimenti lapidei, purchè non sensibili all’acqua. Può essere utilizzato all’interno e all’esterno per applicazioni a pavimento o a parete, su supporti a base cemento, calce, cartongesso e gesso. Anche su pavimenti esistenti resilienti perfettamente aderenti (esclusi i rivestimenti in poliolefina).

Il prodotto è utilizzabile per applicazioni ad alte prestazioni e impegnative, come: piscine, pavimenti su massetti radianti, terrazze e balconi, per incollaggio a punti di pannelli in polistirolo, poliuretano espanso, lana di roccia e lana di vetro.

Fra i vantaggi, certamente la formulazione a ridotta emissione di CO2, adesivo migliorato, scivolamento verticale nullo, tempo aperto allungato, deformabilità, ottima applicabilità, cremosità e resistenza al gelo.

Fassi espande la propria posizione nel mercato tedesco acquisendo Bavaria Fahrzeugbau

I macchinari di Fassi Group

Il gruppo internazionale Fassi che opera in diversi ambiti del trasporto e del sollevamento con diverse aziende, in cui spicca nel ruolo di riferimento Fassi Gru Spa, ha acquistato recentemente Bavaria Fahrzeugbau. Durante una recente visita agl’impianti tedeschi, Giovanni Fassi, amministratore delegato dell’azienda italiana di gru articolate, sottolinea l’importanza del mantenimento di un solido rapporto con tutti i dipendenti.

Fassi acquisisce Bavaria Fahrzeugbau

Il Gruppo Fassi annuncia durante il mese di giugno 2024 l’acquisizione di Bavaria Fahrzeugbau. Il gruppo di aziende multinazionale guidato dall’omonimo costruttore italiano di gru articolate con sede ad Albino (Italia), ha confermato l’intenzione di voler proseguire l’attività dell’azienda situata in Franconia settentrionale nel settore della costruzione dei veicoli speciali.

Bavaria Fahrzeugbau nasce dalla fusione delle aziende Albert Fahrzeugbau, Zanner Fahrzeugbau e Nüsslein Michael Fahrzeugaufbauten. Con circa 130 dipendenti, questa realtà industriale rappresenta uno dei principali fornitori di soluzioni di carrozzeria personalizzate per veicoli commerciali e pesanti, pensate per diversi ambiti: dall’idraulica ai veicoli refrigerati, dai cassoni ribaltabili alle gru articolate per autocarro e non solo.

Giovanni Fassi insieme a Emilio Bertazzi, Fassi Sales Director di Fassi Gru Spa, Thomas Moucka, Amministratore Delegato di Fassi Deutschland, Bernhard Fischinger, il nuovo Amministratore Delegato di Bavaria e gli Amministratori Delegati operativi in loco Mario Borchert e Klaus Seifert, hanno voluto incontrare e salutare personalmente il personale di tutti gli impianti produttivi di Himmelkron, di Wirsberg, di Wendelstein e di Norimberga, ricevendo durante tutte le visite un caloroso benvenuto.

La crescita del marchio italiano nel gruppo tedesco

Giovanni Fassi, Amministratore Delegato di Fassi Gru Spa, sottolineando la crescita del marchio italiano nel mercato tedesco grazie alla propria rete distributiva, ha evidenziato le affinità che lega il suo gruppo con queste nuove realtà manifatturiere tedesche.

In tutte le aziende l’intero ciclo produttivo, dalla lamiera alla carrozzeria o alla gru finita, è realizzato completamente internamente ad ogni azienda per garantire la massima qualità del prodotto.

Ha inoltre aggiunto che Albert, Nüsslein e Zanner godono attualmente di un ottimo posizionamento per cui non prevede cambiamenti di orientamento aziendale. L’obiettivo di questo investimento è quello di ottenere una più solida posizione di leadership nel mercato tedesco.

Isolate e performanti, arrivano le case in terracotta

Villa a Pandino con materiale in terracotta
Pandino | Villa con terracotta Terreal

Il progetto guarda oltre l’immediato contesto urbanistico sul quale insiste, caratterizzato da una bassa densità edilizia, totalmente dedicata alla destinazione d’uso residenziale, interpretata dalla mono-tipologia unifamiliare, isolata o «a schiera», per un massimo di due piani d’elevazione.

Esiste infatti un contesto extra-urbanistico emblematico di questo territorio frutto di un intreccio costante tra le sue peculiarità geografiche, morfologiche e insediative.

La Cascina Cremasca di Pandino

La Cascina Cremasca ne rappresenta la sintesi tipologica: lo sviluppo planimetrico è lineare con affacci liberi verso la campagna, l’extro-versione contrapposta all’intro-verisone delle tipo a corte, le falde sono asimmetriche con la maggior estensione di quella rivolta a sud.

Le coperture non presentano sporti di gronda, il mattone faccia a vista in terracotta di SanMarco by Terreal Italia, prodotto con l’argilla estratta poco sotto il piano di campagna è l’elemento costruttivo principale: parete portante ma anche trama dell’apertura a «gelosia», prototipo delle schermature solari e motivo architettonico replicabile come un pattern riconoscibile.

Villa a Pandino con materiale in terracotta

Metabolizzare queste nozioni serve a sostenere l’approccio narrativo al progetto che non può prescindere dall’idea di «casa» plasmata sulle richiedeste dei committenti che consistevano nell’abitare gli spazi domestici al piano terreno, sia nelle ore diurne che in quelle notturne, privilegiando il  rapporto con gli spazi esterni, collegati da un circuito che inscrive l’edificio.

Il concept

Da qui il concept: scomponendo il paradigma tipologico della Cascina si divide il volume ma si moltiplicano gli affacci; nella dilatazione del costruito il patio rappresenta una pausa che genera punti di vista inattesi per traguardare i diversi locali interni attraverso l’esterno.

Il concept della costruzione vista dall’alto

L’estremità occidentale punta verso sud piegando il corpo di fabbrica, la piega esaspera la tensione stirando il lato nord e comprimendo quello rivolto a sud dove chiude, o meglio conclude la prospettiva ancorandosi alla morfologia del giardino.

La distribuzione spaziale interna scandisce il ritmo di questa manipolazione, la piega definisce l’ambito della zona giorno mentre il patio accompagna il passaggio alla zona notte. La porzione ricompresa, baricentrica rispetto all’estensione planimetrica, disimpegna la distribuzione verticale (scala ed ascensore) ed orizzontale (passaggio zona giorno – zona notte) con l’ingresso principale.

Una parte della villa in terracotta a Pandino

La sezione longitudinale è il riferimento più esplicito alla tipologia della Cascina: l’altezza generata dall’asimmetria delle falde diventa l’occasione per incastonare un soppalco destinato alla lettura ed al relax, posto in equilibrio tra il soggiorno, sul quale si affaccia ed il terrazzo, ricavato come fosse un’apertura a tasca nella copertura e schermato dalla gelosia di mattoni rivolta verso il patio; anche da qui è possibile traguardare i diversi locali interni attraverso l’esterno.

La differenza di quota tra gli ambienti

La differenza di quota tra gli ambienti diurni e quelli notturni è dovuta alla presenza di un piano interrato posto al di sotto della zona giorno, la cui quota di fondazione è stata determinata in base alla presenza ed escursione di acqua di falda.

Per questo, al fine di garantire l’impermeabilizzazione, le strutture interrate sono state realizzate con il sistema «vasca bianca».

Villa in terracotta a Pandino

Elevate prestazioni tecnologiche

La tecnologia impiegata, i nodi costruttivi e le stratigrafie sono propedeutici alla realizzazione di un edifico conforme al protocollo CasaClima classe A, dalle prestazioni energetiche elevate.

Il materiale coibente isola l’intero involucro edilizio senza soluzione di continuità ed è posizionato al di sotto delle platee di fondazione, sul lato esterno dei muri perimetrali come isolamento termico a cappotto ed in  copertura.

La struttura portante è in cemento armato, le murature di tamponamento sono realizzate con blocchi di calcestruzzo areato autoclavato, i solai interpiano sono in lastre prefabbricate con elementi di alleggerimento (in polistirolo espanso ed in laterocemento), le coperture a tetto sono in legno ad orditura unica.

  • Progetto e direzione Lavori: Tips Architects, seguito dagli architetti Marco Venturelli, Paolo Capuano e Andrea Sfogliarini di Crema (Cr).
  • Il progetto Termotecnica è stato seguito dall’architetto Giuseppe Cabini di Offanengo, (Cr), mentre strutture e cementi armati sono stati seguiti dall’ingegner Monia Malatesta, di Crema.
  • L’impresa che ha eseguito i lavori è stata l’Impresa Chizzoli Andrea, di Trescore Cremasco (CR).

Prodotti e strategie per l’edilizia nel nuovo incontro con Heidelberg Materials

Il gruppo di distributori in visita all'impianto di Rezzato (Brescia) di Heidelberg Materials
Il gruppo di distributori in visita all'impianto di Rezzato (Brescia) di Heidelberg Materials
Il gruppo di distributori in visita all'impianto di Rezzato (Brescia) di Heidelberg Materials
Il gruppo di distributori in visita all’impianto di Rezzato (Brescia) di Heidelberg Materials

Nuovi prodotti, sostenibilità, rebranding, congiuntura dell’edilizia, gestione 4.0 della rivendita: sono stati molti i temi affrontati nella nuova tappa del roadshow di Heidelberg Materials, che assieme a Virginia Gambino Editore ha deciso di far conoscere al mondo della distribuzione la realtà produttiva del gruppo cementiero.

Alcuni dei partecipanti
Rivenditori e partecipanti alla tavola rotonda

L’ultimo appuntamento è stato quello di Rezzato (Brescia), dove attorno a un tavolo, e successivamente con una visita all’attiguo impianto di produzione, si è ritrovata un gruppo di rivenditori: Andrea Regio Marassi, responsabile acquisti di Comarte – Gruppo Coesi, Davide Monari, presidente Dec assieme Enrico Adinolfi, direttore generale. E, poi, Daniele Marusi, presidente Edilgroup Gruppo Deus assieme a Genziana Carpena, responsabile acquisti, Stefano Sgarbi, responsabile acquisti di Mondoedile, e Michele Labellottini, titolare di Vida, Gruppo Edilcom.

La presentazione del nuovo Plastocem
La presentazione del nuovo Plastocem in anteprima

A fare gli onori di casa, ma soprattutto ad aggiungere contenuti all’incontro e a porre l’accento sui forti investimenti del produttore di cemento per la sostenibilità, il team di Heidelberg Materials con Antonio Finocchiaro, direttore dell’impianto bresciano, Giuseppe Matera sales area manager per il Nord Est insieme a Francesca Proietti, Pierluigi Marini e Maria Grazia Bettuzzi per la direzione commerciale.

Tavola rotonda con i rivenditori all’impianto di Rezzato

La vera novità dell’incontro è stata la presentazione in anteprima di un nuovo prodotto, il Plastocem++ un legante per applicazioni non strutturali, dove il doppio segno più indica la particolare facilità nella lavorazione, che rende anche più veloce la sua applicazione in cantiere.

Un momento dell'incontro di Rezzato
Un momento dell’incontro di Rezzato
L’incontro è stato anche l’occasione di seguire l’analisi sulla congiuntura del mercato dell’edilizia, focalizzata sul Nord Est, condotta dal coordinatore Centro Studi YouTrade Federico Della Puppa.
Un momento della tavola rotonda a Rezzato con i vertici di Heidelberg Materials e i rivenditori
Alberto Bubbio, professore associato di Economia aziendale e responsabile del corso di Programmazione e controllo presso l’Università Carlo Cattaneo – Liuc, si è invece concentrato sulle strategie necessarie alle imprese della distribuzione nella nuova era del dopo superbonus: le frecce nell’arco dei rivenditori non mancano, specialmente per chi si presenta sul mercato con una taglia maggiore, come gruppi e consorzi.
Una sintesi delle relazioni e degli interventi dei partecipanti sarà pubblicata sul prossimo numero di YouTrade.
Intervento di Alberto Bubbio
L’intervento di Alberto Bubbio

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Cemento a basso impatto ambientale, Heidelberg guida la transizione

Cemento a basso impatto ambientale

Il confronto su edilizia sostenibile, cemento e distribuzione si è spostato a Nord Est. Occasione: la nuova tavola rotonda di Heidelberg Materials organizzata da Virginia Gambino Editore, un roadshow che sta facendo il giro dell’Italia.

Gli incontri sono iniziati al Sud, si sono spostati al Centro fino ad arrivare a Nord: a luglio, nello stabilimento di Rezzato, in provincia di Brescia, dove si trova una delle cementerie del gruppo, si è svolto il quinto evento con rivenditori, esperti e manager dell’azienda.

La crisi climatica e ambientale e le direttive europee, che diventano stringenti e presto saranno obblighi, spingono imprese e settore delle costruzioni a ripensare la strategia che riguarda prima di tutto i materiali.

Heidelberg Materials, che in Italia ha raccolto l’eredità dello storico marchio Italcementi, ha intrapreso da tempo la strada della decarbonizzazione delle proprie attività produttive. L’evento di Rezzato è servito a spiegare la linea green adottata dall’azienda dopo l’operazione di rebranding.

La delegazione Heidelberg Materials guidata da Antonio Finocchiaro, direttore dell’impianto bresciano e da Giuseppe Matera, responsabile commerciale dell’area Nord Est si è confrontata coi rivenditori.

Presenti Andrea Regio Marassi, responsabile acquisti Comarte del Gruppo Coesi; Davide Monari, presidente di Dec, assieme a Enrico Adinolfi, direttore generale; Daniele Marusi, presidente Edilgroup e Genziana Carpena, responsabile acquisti. E, ancora, Stefano Sgarbi, responsabile acquisti di Mondoedile e Michele Labellottini, titolare di Vida, del Gruppo Edilcom.

La formazione continua per affrontare il cambiamento

Sostenibilità, decarbonizzazione, cambio di brand, comunicazione efficace, formazione e (anche) reputazione aziendale: sono stati gli argomenti principali affrontati durante la discussione.

Ad aprire i lavori Antonio Finocchiaro seguito da Giuseppe Matera.

«Rezzato è uno degli stabilimenti più importanti del nostro Gruppo in Italia. Ha una peculiarità: possiede due forni, uno per la produzione del classico cemento grigio e uno per la produzione del cemento bianco grazie alle caratteristiche di purezza delle materie prime del territorio.

Dopo la complessa operazione di ammodernamento completata del 2014, oggi l’impianto di Rezzato è uno dei più performanti dal punto di vista ambientale. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di dimezzare entro il 2030 le emissioni di Co2 dell’intera produzione continuando a “sfornare” cementi sostenibili.

Poi c’è l’ambizioso traguardo del 2050 dove Heidelberg Materials, in linea che gli obiettivi dell’Unione Europea dovrà essere Carbon Neutral. Già oggi il 40% dei cementi di Rezzato è classificabile come sostenibile», ha spiegato Finocchiaro.

Le sfide verso nuovi prodotti e nuove soluzioni

«Abbiamo scelto di invitare i responsabili dei più importanti gruppi della distribuzione per confrontarci», ha spiegato Matera.

Il cemento è sempre stato materia di forte interesse e il cambio da Italcementi a Heidelberg Materials significa che siamo orientanti verse le nuove sfide: decarbonizzazione e digitalizzazione, a cui aggiungere nuove soluzioni e nuovi prodotti per il mercato.

In questo periodo stiamo lavorando per rendere ancor più adeguato alle richieste del mercato, un prodotto tradizionale come il Plastocem, cercando di renderlo più malleabile e più lavorabile proprio per chi si occupa di riqualificazione e ristrutturazione.

Il cliente al centro

Pierluigi Marini, commerciale per l’area bresciana ha usato lo slogan “il cliente al centro” per spiegare le novità di prodotto sul fronte della sostenibilità.

Gli obiettivi di decarbonizzazione del gruppo Heidelberg Materials si traducono poi in prodotti. Il più importante è evoZero, presentato lo scorso maggio alla Triennale di Milano. È il primo cemento a bilancio di emissioni zero di Co2.

Sarà disponibile a metà 2025 ed è il frutto di un importante investimento in corso a Brevik in Norvegia dove l’anidride carbonica sarà catturata e sarà stoccata nei fondali del Mare del Nord evitando così l’immissione in atmosfera.

Per il mondo del sacco Heidelberg Materials propone la gamma Evobuild, una linea di prodotti ideata per contribuire alla sostenibilità ambientale grazie alla riduzione, in produzione, di almeno il 30% delle emissioni Co2.

L’aspetto finanziario

Secondo Alberto Bubbio, professore associato di Economia aziendale e responsabile del corso di Programmazione e controllo presso l’Università Carlo Cattaneo-Liuc, per i distributori si prospetta un cambiamento dei volumi del venduto: per questo è necessario aumentare gli sforzi per mantenere la redditività. 

«Ormai è chiaro, grazie a dati e statistiche, che i volumi non saranno più uniformi», ha spiegato Bubbio. «Si sta passando da prodotti di massa per larghe fasce a clienti sempre più specializzati, con caratteristiche particolari, che spingono a sforzarsi maggiormente. Anche il sacco deve avere diverse dimensioni, non sarà più standard. Questo significa che stabilimenti e trasporto dovranno essere diversi.

Il cambiamento non è quasi mai semplice, ma drammatico, e in questa circostanza è drastico. Sopravvive solo chi riesce a coglierlo in tempo.

Della ventata green, solamente dieci anni fa non fregava niente a nessuno, eppure qualcuno aveva iniziato a muoversi in quest’ottica, attuando investimenti e invertendo i processi. Certo, per l’abbattimento della Co2, i tempi sono lunghi, ma è interessante quello che si sta facendo».

Oggi, spiega l’economista, un prodotto ecosostenibile significa anche migliore. «Quindi, per aumentare la redditività è necessario aumentare la marginalità: avere prodotti con certe caratteristiche, non solo green.

Bisogna prevedere anche cosa emergerà dal futuro. Le nuove generazioni infatti, vogliono il benessere: quello che conta è lo stare bene, qualitativamente, fisicamente e psicologicamente. È in questa direzione che va il mercato».

«Bisogna implementare la tecnologia, sfruttando l’intelligenza artificiale, studiando i trend, investendo perché l’azienda possa durare nel tempo e, soprattutto, essere degli innovatori.

Si investe anche inserendo prodotti dei grandi brand, alcuni mainstream, altri di nicchia. Il green, per il fattore tendenza, e, per i gruppi, è fondamentale cercare a livello di fornitori, prodotti innovativi che hanno un potenziale interessante».

Quindi, quanto contano le economie di scala? «Ormai fanno parte del Giurassico, sono più importanti piuttosto le economie di scopo. Quelle dove conta di più l’affermazione di un brand, dove si comunica bene.

Le aziende devono capire quanto è effettivamente importante il green oggi e come valorizzarlo: in un momento di cambiamenti così drastici è necessario non solo essere ambidestri, ma anche innovativi e con competenze».

La discussione

Insomma, impegno e determinazione ci sono. Ma cosa ne pensano i rivenditori? Francesca Proietti, della direzione commerciale, ha dato il via al dibattito, accompagnata da Virginia Gambino, direttore editoriale di YouTrade, per studiare insieme ai propri partner una strategia condivisa e tracciare il percorso.

Si è discusso di come e se il mercato può riconoscere anche in termini di prezzo, l’impegno dei grandi gruppi verso cementi più sostenibili. Impegno che richiede investimenti e infrastrutture rilevanti. 

«Da parte nostra l’impegno c’è: è fondamentale diffondere la cultura dei prodotti sostenibili e divulgare il messaggio del fatto che ormai è un’esigenza, lavorando sul brand, anche se talvolta è difficile», ha ammesso Stefano Sgarbi di Mondoedile.Sicurezza e controllo

«Il discorso del prezzo è complesso, parlo come rivenditore. I clienti fanno le proprie scelte in base alla propria utilità personale. Oggi ad esempio vanno di moda “sostenibilità” e “benessere”, quindi ad esempio anche un intonaco a base di calce naturale, deve avere le finiture che respirano e i materiali non devono essere inquinanti. Forse è su questo che dobbiamo concentrarci, ponendolo sotto la luce non solo di un investimento sulla propria salute, ma anche di un’esigenza. Riconoscere i vantaggi a discapito del prezzo sarebbe la soluzione ottimale», ha fatto eco Davide Monari, presidente di Dec.

Secondo Proietti non si può aspettare il 2050 per cambiare il corso degli eventi ambientali. Ma non è possibile attendere nemmeno troppo per iniziare a invertire la rotta. «Bisogna uscire dall’ottica di prezzo ed entrare in quella dell’innovazione», ha sottolineato Virginia Gambino.

Anche il Pnrr darà una spinta in questo senso. «I lavori per il Piano nazionale resistenza e resilienza richiedono determinate certificazioni dei prodotti e questo, sicuramente, fa la differenza», hanno sottolineato Andrea Regio Marassi di Comarte e Michele Labellottini, di Vida. «Il cemento e la calce sono importanti e sicuramente emergeranno i prodotti legati al green».

I conti in tasca

«Non penso si possa parlare di innovazione e sostenibilità senza tener conto del portafoglio», ha ammonito Enrico Adinolfi, direttore generale di Dec. «Abbiamo dato il via a uno studio: il 60% dei clienti hanno affermato che i prodotti a impatto zero devono costare come gli altri, mentre il 40% sarebbe disposto a sopportare un piccolo aumento. Dovremmo fare un ragionamento su questo aspetto».

«Ma questo è un deja vu», ha ribattuto Genziana Carpena, responsabile acquisti di Edilgroup. «È già successo con i Cam. Inizialmente sembrava impossibile, ma poi è diventato un obbligo. Se l’Europa vuole l’abbattimento di due classi energetiche nelle abitazioni entro il 2030, alla fine diventerà un dovere e anche noi, in un certo senso, ci troveremo costretti ad accontentare la richiesta dei nostri clienti».

«Dobbiamo accantonare il discorso dei prezzi, la rivendita deve scavalcare il bancone. Bisogna rendersi protagonisti del cambiamento: il nostro non è solo uno slogan, ci crediamo e investiamo.  Il nuovo Plastocem è un prodotto molto richiesto e riconosciuto, ma siamo anche in grado di produrre cementi personalizzati. Dobbiamo guardare al futuro pensando che un domani tutti saremo sostenibili e pensare a cosa fare insieme ai clienti», è intervenuto Matera.

L’idea

«In un mercato come il nostro, che ha visto diversi mutamenti, bisogna cambiare mentalità e sta succedendo, i giovani ci danno una mano: non esiste più il rapporto fornitore-cliente, ma le partnership e la collaborazione, sfruttare mezzi e competenze. Come possiamo potenziare questo concetto?», ha chiesto Proietti.

La risposta di Monari e Adinolfi che è necessario lavorare per l’accettazione del prezzo e del concetto con il cliente. 

«Vero», hanno fatto eco Sgarbi e Monari«una comunicazione più incisiva, con momenti di formazione sarebbero ottimi trampolini di lancio per imprimere più a fondo il messaggio. Il problema è trasferire questi concetti al singolo cittadino, la cultura in questo senso è lacunosa. Bisognerebbe lavorare in tal senso, anche perché non è facile».

E Proietti ha chiuso con una controproposta: giornate di formazione in rivendita, chat dirette e incontri a tema. Un piano che si può, al più presto, attuare.

Impianto Sostenibile

La cementeria di Rezzato Mazzano (Brescia) grazie al profondo rinnovamento della sua struttura produttiva avvenuto con l’impiego delle migliori tecnologie disponibili è oggi uno degli impianti più moderni, sostenibili e competitivi in Europa. Un vanto per Heidelberg Materials, che ha mostrato in ogni suo aspetto alla delegazione di imprenditori venuti in visita.

Il revamping ha permesso il raggiungimento di prestazioni di eccellenza in termini di riduzione delle emissioni in atmosfera e di maggiore competitività, grazie all’efficienza nel consumo di risorse energetiche e materiali.

Sorta nel 1964, la cementeria di Rezzato Mazzano è fra le più importanti d’Italia per produttività e disponibilità di materie prime di elevata qualità.

Nella cementeria sono prodotti due tipi di cemento: quello tradizionale grigio e quello bianco, utilizzato soprattutto nel mondo dell’architettura e per le opere di pregio, in cui il colore rappresenta un valore aggiunto.

Nel corso degli anni, Heidelberg Materials ha sempre investito in interventi di ammodernamento e miglioramento tecnologico su entrambe le linee di cottura assicurandone il costante aggiornamento.

Il revamping della linea di cottura del grigio, iniziato nel 2012, completato nel 2014 e reso totalmente operativo nel corso del 2015, ha consentito il raggiungimento di prestazioni di eccellenza in termini di riduzione delle emissioni in atmosfera e di maggiore competitività, grazie all’efficienza nel consumo di risorse energetiche e materiali.

Per il controllo e la riduzione degli impatti ambientali sono state adottate le migliori soluzioni previste dalle linee guida europee ed è stata anticipata l’applicazione di tecniche all’avanguardia considerate ancora emergenti nel settore cemento.

Nel corso del 2015 e del 2016 anche la linea di cottura del bianco è stata oggetto di importanti interventi sotto l’aspetto produttivo e ambientale, consentendo una significativa riduzione dei consumi di risorse idriche e degli impatti ambientali.

I rivenditori: primi passi per l’edilizia green

Andrea Regio Marassi, responsabile acquisti Comarte, materiali e prodotti per l’edilizia

Andrea Regio Marassi
Andrea Regio Marassi

«Le sfide che dobbiamo affrontare oggi sono numerose e complesse, ma non ci siamo fatti trovare impreparati.

Abbiamo messo in campo diversi investimenti: abbiamo deciso di ampliare la logistica, rinnovare il nostro sistema gestionale, strutturando hardware e software, e abbiamo voluto dotarci della certificazione Pefc per essere presenti nella filiera controllata del commercio del legname, per essere più performanti.

L’obiettivo è essere più presenti sul mercato con più materiale a disposizione.

Serviamo le province di Mantova, Modena e Cremona: siamo molto fiduciosi in merito al futuro e ci aspettiamo anche diversi sviluppi con la partenza del Pnrr, i cantieri si prospettano interessanti.

Per quanto riguarda il cemento, il più richiesto rimane il Portland, anche se abbiamo ricevuto diverse richieste per il Pozzolanico, più green.

Apprezziamo profondamente Heidelberg Materials, la loro operazione di rebranding e lo schierarsi dalla parte della sostenibilità ci spinge a saldare ancora di più i rapporti con l’azienda e a migliorarci per quanto riguarda la vendita dei prodotti».

Davide Monari, presidente di Dec

Davide Monari
Davide Monari

«Dec è un consorzio molto eterogeneo: copriamo 18 regioni in tutta Italia e siamo in continua espansione, il nostro numero di associati è in aumento.

Cambiano le richieste, le necessità e noi ci adeguiamo, assieme ai nostri soci.

La strategia più efficace per continuare a competere sul mercato?  La formazione, indispensabile per rispondere con competenza alla clientela.

I prodotti green al momento contano ancora poco, molti magazzini non sono disposti a spendere di più: vince ancora lo logica di arrivare a un buon compromesso fra qualità e prezzo.

La sostenibilità, nel mondo nel cemento, oggi non è un traino. Abbiamo appena iniziato a parlarne».

Genziana Carpena, responsabile acquisti Edilgroup, Gruppo Deus

Genziana Carpena
Genziana Carpena

«Il 2024 è iniziato bene, ma ora stiamo registrando un piccolo calo, che comunque avevamo preventivato.

A fine anno ci aspettiamo di riuscire a mantenere lo stesso fatturato di oggi, anche perché non abbiamo indicatori di crescita.

Uno dei problemi che abbiamo analizzato sarà proprio il passaggio dai lavori dal privato, con il superbonus, al pubblico, con il Pnrr: stiamo lavorando per riuscire a inserirci in quei cantieri con lavori di nicchia, che passano attraverso la competenza delle rivendite, così da non perdere terreno.

Il nostro rapporto con Heidelberg Materials? È nato in fiera anni fa, ed è cresciuto grazie alla dedizione e alla tenacia: continuano a offrire alle rivendite un ottimo servizio e qualità dei prodotti, che aiuta il nostro business».

Daniele Marusi, presidente EdilGroup, Gruppo Deus

Daniele Marusi
Daniele Marusi

«Il 2024 è partito a rilento, ma adesso abbiamo ripreso il passo e siamo in perfetta linea con lo scorso anno.

Il problema che vediamo oggi è il calo di investimenti da parte del privato, le opere si stanno spostando nel pubblico, a causa del Pnrr, che sicuramente avrà un impatto limitato sulle rivendite.

Il nostro rapporto con Heidelberg Materials nasce quando era ancora Italcementi e abbiamo intenzione di farlo durare nel tempo. Professionali e sempre preparati, ci aiutano nelle scelte e a migliorare».

Stefano Sgarbi, responsabile acquisti di Mondoedile

Stefano Sgarbi
Stefano Sgarbi

«L’azienda conferma il fatturato in linea con lo scorso anno, speriamo di mantenerlo anche per questo 2024 nonostante le previsioni.

Il processo green è fondamentale, sarà il business del futuro. Anche se attualmente i clienti non sono ancora sensibilizzati a dovere, noi vogliamo fare più formazione in merito perché non possiamo rimanere indietro.

Il cemento che vendiamo di più è il 325, anche se iniziano a chiedere il 425».

Michele Labellottini, titolare di Vida, Gruppo Edilcom

Michele Labellottini
Michele Labellottini

«La nostra azienda, nata nel 2006, è un pilastro del territorio bresciano: abbiamo sei punti vendita e un centro sagomatura ferro per cemento armato, siamo in costante crescita.

I prodotti green per noi sono il futuro e anche all’interno delle nostre sedi abbiamo preso scelte ecosostenibili. I clienti non sono ancora sensibilizzati, marketing e formazione giocano però un ruolo fondamentale e quindi dobbiamo essere sul pezzo.

Il Pnrr? Sicuramente ci aiuterà, la mia visione per il futuro del mercato è positiva, anche se non tutti i magazzini sono attrezzati per soddisfare le richieste del Pnrr».

di Alice Fugazza

Spazio Colavene tra design e innovazione

Lo showroom Spazio Colavene a Civita Castellana (Viterbo)
Lo showroom Spazio Colavene a Civita Castellana (Viterbo)

Ceramica di design e un sistema di lavanderia made in Italy sono i tratti distintivi di Spazio Colavene, assieme a una completa gamma di arredo.

Può un luogo fisico disegnare una nuova strategia di comunicazione?  L’inaugurazione dello Spazio Colavene dell’omonimo gruppo di Civita Castellana (Viterbo), famoso per il sistema lavanderia, ha proprio questo obiettivo: presentare in maniera più omogenea l’intera gamma di arredo delle cinque realtà produttive con i marchi Colavene per i mobili e lavatoi, AXA per i sanitari in pregiata ceramica, Colacril per vasche in acrilico, Tamanaco per i box doccia multifunzione e LaBlù per le nuove rubinetterie.

Inaugurazione dello showroom Spazio Colavene a Civita Castellana (Viterbo)
Inaugurazione dello showroom Spazio Colavene a Civita Castellana (Viterbo)

Una nuova filosofia aziendale

«Spazio Colavene non è semplicemente uno showroom ma una nuova filosofia, un passaggio evolutivo per le nostre aziende» afferma Lauretta Colamedici, presidente Colavene. Che spiega: «Il futuro si costruisce partendo dalle radici, e se lo showroom in cui presentiamo l’intera proposta dei diversi marchi nasce accanto ai primi insediamenti produttivi creati nel 1968 da mio padre Giovanni, vogliamo che i primi passi della nuova strategia siano quelli dei nostri figli, impegnati a progettare lo sviluppo del gruppo».

Già, perché la presidente insieme ai fratelli Gianfranco e Adriana, ha pianificato da tempo l’ingresso in azienda dei nipoti, ossia la terza generazione di una famiglia molto unita e attaccata alle proprie origini. Infatti, “Il coraggio di costruire il futuro partendo dalle radici” non è un claim ad effetto, ma la cifra dell’impresa fondata da Giovanni Colamedici.

Inaugurazione dello showroom Spazio Colavene a Civita Castellana (Viterbo)
Tino, lavabo in ceramica

Dalle origini all’espansione

Emigrato in Venezuela a vent’anni tornò dopo 14 anni nel luogo di nascita con un’idea imprenditoriale visionaria: installare un’impresa specializzata nella produzione di elementi  per il bagno dal sottolavello agli stendini, dai lavatoi ai mobili contenitori proprio nel distretto della ceramica sanitaria, non concorrenti quindi, ma complementari. Da allora Colavene, fusione tra il cognome di famiglia e il paese sudamericano, ha continuato a espandersi fino a coprire l’intera gamma dell’arredo bagno. Risultato? Un gruppo costituito da cinque unità produttive che conta un centinaio di dipendenti e un fatturato 2023 pari a 19,3 milioni di euro. Presente soprattutto sul territorio nazionale attraverso distributori, grossisti e showroom ma anche rivendite termoidrauliche, catene di arredobagno e in misura minore nella Gdo e in alcuni canali online,  con una selezione di prodotti dedicati dei marchi AXA e Colavene, ha un posizionamento molto forte in tutta l’area lavanderia.

Da sinistra, Adriana, Gianfranco e Lauretta Colamedici
Da sinistra, Adriana, Gianfranco e Lauretta Colamedici

I punti di forza

Alle soluzioni consolidate si affiancano continuamente nuovi arredi modulari per bagni di ogni stile e dimensione ed è questa caratteristica di personalizzazione che rende unica, ma allo stesso tempo omogenea, l’offerta rispetto ai concorrenti: poter scegliere tra un’ampia varietà di forme declinate in tante dimensioni, con la garanzia di riuscire ad avere la stessa tonalità di colore per la ceramica sanitaria e la vasca in acrilico. Non è un dettaglio scontato, ma frutto di un lungo lavoro di ricerca e sviluppo, così come poter coordinare mobili, rubinetti e l’area benessere con saune, spa, vasche con cascata.

Da sinistra, Veronica, Claudia e Valeria Colamedici
Da sinistra, Veronica, Claudia e Valeria Colamedici

Obiettivi futuri

Con un portafoglio tanto variegato i prossimi obiettivi sono l’ampliamento dell’offerta di soluzioni wellness e la crescita sui mercati Nord Americano e Centro Europeo, mentre ora la quota attuale di esportazioni è distribuita equamente tra i Paesi del Nord Europa, Francia, Portogallo, UK, Est Europa, Serbia e Croazia, Emirati Arabi, Giappone, Australia, Brasile e aumentare. Per raggiungerli verranno messi in campo nuovi investimenti per ottimizzare la produzione e agire sulla digitalizzazione dei processi, anche sfruttando il credito d’imposta su Industria 5.0.

La famiglia Colamedici nello showroom
La famiglia Colamedici nello showroom

Primi, nel settore, ad ottenere la certificazione ISO90052/94 sull’intera filiera produttiva,  il prossimo passo è l’implementazione di un sistema di Gestione Energia certificato ISO 50001 entro il 2024, e la certificazione Environmental Product Declaration come ulteriore segnale di trasparenza verso i consumatori. Intanto, Spazio Colavene da un luogo di esposizione delle novità e di formazione, punta a diventare un riferimento per progettisti e professionisti del settore sul comprensorio ceramico di Civita Castellana.

Axa Mate, lavabo freestanding 40, finitura Sahara matt e mobile contenitore Moka matt
Axa Mate, lavabo freestanding 40, finitura Sahara matt e mobile contenitore Moka matt
Axa Delano, lavabo sospeso su madia ovale con cassetto finitura petrolio lucido
Axa Delano, lavabo sospeso su madia ovale con cassetto finitura petrolio lucido

La piastrella Rooftile di Ravago Building, multitasking e resistente al fuoco

La piastrella termoisolante Rooftile
La piastrella termoisolante Rooftile

L’innovativa piastrella termoisolante modulare Rooftile di Ravago Building Solutions ha recentemente ottenuto la massima classificazione per il comportamento al fuoco nei tetti piani e nelle terrazze.

Facile da posare, leggera, funzionale e prestazionale, perfetta in combinazione con l’installazione di pannelli solari: la piastrella termoisolante Rooftile di Ravago Building Solutions è una soluzione «multitasking» dalle eccezionali prestazioni, perfetta per l’isolamento di terrazzi e coperture piane.

Efficienza termica e isolamento

Rooftile abbina l’efficienza termica di Ravatherm XPS X, l’unico XPS in commercio additivato con particelle di Carbon Pure, all’efficacia massiva del cemento superficiale che attenua l’onda termica e protegge l’impermeabilizzazione.

Ideale per coperture che richiedono una copertura isolante leggera e una pedonabilità saltuaria, Rooftile conferma ulteriormente le sue prestazioni ottenendo la classificazione al fuoco Broof (t2), fondamentale per garantire massima sicurezza rispetto al comportamento al fuoco dei tetti e delle coperture dei tetti esposti a un fuoco esterno.

La piastrella termoisolante Rooftile

La classificazione Broof (t2) certifica il massimo livello di prestazione ottenuto per la sicurezza al fuoco: Rooftile ha, infatti, superato i test con la massima estensione del campo di applicazione del prodotto su diversi piani di posa.

Certificazione al fuoco ma non solo, la piastrella termoisolante di Ravago Building Solutions è il perfetto esempio della continua innovazione di prodotto dell’azienda belga.

Rooftile ha, infatti, ottenuto anche un indice di riflessione solare Sri, calcolato secondo la norma Astm E1980 – 11(2019), pari a 84.

«Una copertura piana, secondo il DM 26/06/2015, deve avere un SRI almeno di 65 e quindi un valore superiore significa limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e contenere la temperatura interna degli ambienti, nonché limitare il surriscaldamento a scala urbana, ovvero la famosa “isola di calore”. In breve, il tetto che riflette più energia solare possibile e disperde meno calore possibile, è un tetto molto prestante e Rooftile è un alleato perfetto per raggiungere questi risultati», spiega Nicola Cristiano, technical manager di Ravago Building Solutions Italia.

Le specifiche

Rooftile consente di ridurre i ponti termici, anche grazie all’incastro maschio e femmina, e contribuisce allo sfasamento termico della copertura.

È disponibile in formato 600×300 mm e in due spessori composti da 50 mm oppure 80 mm del pannello Ravatherm XPS X 300 (con ʎD 0,030 W/mK) a cui si aggiungono 20 mm di malta cementizia.

«La presenza dello strato di cemento superficiale, attenua l’onda termica e protegge l’impermeabilizzazione dagli agenti atmosferici riducendone l’invecchiamento» sottolinea l’ingegner Cristiano.

 Le dimensioni contenute della piastrella ne facilitano la movimentazione riducendo gli sfridi e altro vantaggio è sicuramente la possibilità di rimuovere facilmente e riutilizzare le piastrelle termoisolanti in caso di ampliamento o manutenzione.

Rooftile può essere utilizzata per nuove costruzioni e per ristrutturazione, in ogni zona geografica ma con particolare efficacia in quelle con temperature minime che occasionalmente scendono al di sotto dei 0 °C , «questo lo rende un prodotto ideale per l’applicazione in alcune aree del nostra Penisola dove la tradizione costruttiva e le condizioni meteorologiche consentono di realizzare coperture piane su cui applicare anche i pannelli solari per ottimizzare il bilancio energetico dell’edificio, per questo Rooftile è uno dei nostri best seller soprattutto nelle aree del Centro e Sud Italia», racconta Andrea Angeli, direttore commerciale di Ravago Building Solutions sottolineando la compatibilità della piastrella termica con la posa di impianti solari e fotovoltaici, scelta tecnologica sempre più ricorrente anche per adempiere alle normative e direttive europee come Case Green.

Massima sicurezza

La nuova classificazione al fuoco di Rooftile è il risultato della ricerca e dell’innovazione dei laboratori tedeschi di Rheinmünster e di un processo produttivo innovativo che combina i vantaggi del polistirene espanso estruso (XPS)Ravatherm XPS X alle proprietà della malata cementizia per offrire a progettisti e imprese una soluzione ad alte prestazioni grazie a un valore lambda ridotto.

La piastrella termoisolante Rooftile

Ravatherm XPS X è sempre alla ricerca di nuove soluzioni per soddisfare le esigenze del mercato e dei professionisti: « Rooftile è una delle nostre innovazioni di successo perché offre in un unico prodotto sia la protezione all’impermeabilizzazione della copertura sia elevate performance isolanti senza dimenticare la comodità e praticità di una piastrella modulare composita facile da posare ma anche da rimuovere senza la necessità di specifiche attrezzature – conclude Angeli –, e soprattutto che garantisce la massima sicurezza al fuoco, caratteristica che progettisti e imprese di costruzioni devono considerare prioritaria nella scelta dei materiali per i loro progetti».

Bruno Forzinetti presidente di Anie AssoAscensori

Bruno Forzinetti
Bruno Forzinetti

Bruno Forzinetti, rappresentante e socio della Forzinetti Ascensori di Bresso (Milano), è stato eletto dall’assemblea dei soci alla presidenza di Anie AssoAscensori, associazione che all’interno di Anie riunisce le aziende che operano nella progettazione, costruzione di impianti e componenti, installazione, riparazione e manutenzione di ascensori, montacarichi, scale e marciapiedi mobili, montascale e piattaforme elevatrici. Forzinetti prende il testimone da Angelo Fumagalli di Schindler, che ha presieduto l’Associazione negli ultimi cinque anni. Nel corso della carriera professionale Forzinetti ha maturato una vasta expertise nel settore: già membro di numerosi comitati e associazioni a livello nazionale, dal 2014 è nel Comitato Direttivo di AssoAscensori come presidente di Alma, Associazione imprese ascensori, membro di Anie AssoAscensori dal 2005.

Bruno Forzinetti
Bruno Forzinetti

Priorità dell’agenda di Forzinetti, annunciata in occasione della sua nomina, è proseguire il dialogo con i ministeri sui temi di interesse per Anie AssoAscensori, in primis la legislazione tecnica e fiscale legata all’abbattimento delle barriere architettoniche, con il duplice obiettivo di contribuire all’accessibilità diffusa e rispondere alla crescente necessità di svecchiare il parco edilizio ed impiantistico del Paese.

Ard Raccanello si schiera ancora con Gulìa Urbana, il progetto che valorizza le aree dismesse con l’arte

Gulìa Urbana, il progetto sostenuto da Ard Raccanello
I colori di Ard Raccanello che sostengono la street art

La sensibilità di Ard Raccanello nei confronti dell’arte, delle manifestazioni culturali e del valore dell’identità territoriale ha condotto l’azienda padovana a diventare partner di numerose iniziative artistiche e sociali volte a valorizzare aree urbane dismesse, attraverso la fornitura di alcuni dei suoi prodotti professionali di punta.

Con la partecipazione da protagonista a Gulìa Urbana, la rassegna internazionale itinerante tra Calabria e Puglia, che Ard Raccanello sostiene ormai per il quarto anno consecutivo, l’azienda dimostra, ancora una volta, la propria volontà di sostenere il recupero di zone urbane dismesse o poco valorizzate tramite l’arte, facendo riferimento soprattutto al mondo dei graffiti e della street art.

La Street Art

Dalla collaborazione con Tony Gallo, che ha realizzato il maxi murales sulla facciata principale dello storico stabilimento di Padova, passando per la Mostra internazionale di urban art In My Name, fino a Gulìa Urbana, Ard Raccanello ha identificato nella Street Art una forma artistica ad alto valore aggiunto per il suo apporto culturale e sociale e con i suoi prodotti ne ha enfatizzato i risultati.

In questi particolari contesti, ai prodotti professionali utilizzati sono richiesti da un lato un livello di prestazioni molto elevato, in quanto i colori e i disegni devono rimanere inalterati nel tempo, dall’altro caratteristiche in linea con una fortissima attenzione per l’ambiente e le persone, siano essi applicatori, artisti o semplici appassionati.

L’Idrosmalto Satinato

Per questo i consulenti tecnici dell’azienda e gli artisti hanno deciso di utilizzare l’Idrosmalto Satinato Ard Raccanello, un prodotto in grado di conservare nel tempo anche le nuances delle tinte più accese, tipiche della street art; questa pittura ha poi una satinatura che si presta ottimamente ad essere integrata con le bombolette spray spesso utilizzate dagli artisti per sfumare i colori.

Ard Raccanello | I colori che sostengono la street art

È un prodotto appositamente studiato per ambienti ad elevata frequentazione, a basso impatto ecologico grazie all’assenza di componenti tossiche volatili, che si distingue per le sue elevate prestazioni tecniche; la finitura satinata dona alle superfici un aspetto elegante e raffinato; è ideale per l’utilizzo in contesti artistici, in quanto garantisce un’ottima copertura e una facile applicazione, permettendo agli applicatori di esprimersi liberamente e di dare vita alle proprie creazioni.

Le sue proprietà antimuffa, inoltre, garantiscono elevate condizioni igieniche anche nelle zone in cui pulizia e disinfezione risultano difficili.

Ard Raccanello | I colori che sostengono la street art

Impegno per arte e cultura

La partecipazione di Ard Raccanello a Gulìa Urbana rappresenta un ulteriore passo avanti nell’impegno a sostegno dell’arte e della cultura.

L’azienda, da sempre attenta alle nuove tendenze e sensibile al valore del bello, crede fermamente nel potere dell’arte di arricchire la vita delle persone e di dare un nuovo impulso a luoghi abbandonati o dismessi, anche attraverso il colore.

Il mercato delle costruzioni tra alti e bassi

Le attese delle aziende sono fredde, ma il mercato delle costruzioni a maggio registra una ripresa della produttività dopo il calo di aprile.

Dopo i segnali di rallentamento di aprile, gli indicatori delle attese dei mercati mostrano ancora una volta un andamento altalenante, con rimbalzi di vario tipo che evidenziano sempre più l’andamento discontinuo dell’economia nel suo insieme e in particolare quella del settore delle costruzioni.

Le imprese rimangono in balìa degli eventi di breve e brevissimo periodo, che modificano il sentiment e che a maggio evidenzia una stabilizzazione verso il basso della fiducia delle imprese, sia a livello nazionale che dell’Area euro, mentre a livello europeo si nota un ulteriore calo della fiducia, dato dalla forte tendenza al ribasso dei paesi fuori dall’Area euro, a significare che i Paesi con moneta unica sono in questo momento di incertezza mondiale un po’ meno esposti, lato costruzioni, alle fluttuazioni dei mercati internazionali e locali.

In ogni caso, il livellamento al basso evidenzia un rallentamento che, in questa fase, potrebbe anche essere interpretato come un fattore positivo, se messo in relazione con gli altri indicatori.

Andamento mercato costruzioni maggio 2024
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat

Gli indicatori

A livello nazionale il confronto tra gli indicatori relativi alla fiducia dei vari settori economici presenta solo il settore industriale in leggera ripresa, con la fiducia che inverte la rotta negativa del mese precedente, riportandosi sui livelli di marzo, mentre per gli altri settori si rileva una frenata complessiva, con la fiducia dei consumatori ancora al palo, anche se si potrebbe notare un leggero incremento rispetto al dato molto negativo di aprile, ma con valori in linea con i punti più bassi degli ultimi 12 mesi, segno di una incertezza che influisce direttamente sui consumi e sugli investimenti.

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat

Per l’economia italiana, dunque, si evidenzia la prosecuzione di un attendismo e di una incertezza data dalla situazione politica internazionale, anche in ragione delle scadenze elettorali e delle notizie economiche sulle esigenze di restrizione delle manovre, a causa dei deficit sul bilancio dello Stato innescati dai bonus edilizi.

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat

Edilizia

Nonostante questi attendismi e questa riduzione del clima di fiducia generale, il mercato delle costruzioni mostra nel mese di maggio una ripresa significativa dei due indicatori previsionali, quello legato agli ordini e ai piani di costruzione delle imprese e quello legato alle aspettative occupazionali.

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat

Il rimbalzo di maggio è evidente, dopo il forte calo di aprile, e segue in qualche modo il nuovo indicatore che da questo mese presentiamo su queste pagine, ovvero quello legato alla produzione nelle costruzioni.

Questo indicatore che, per motivi statistici è legato alle rilevazioni Istat, che presentano un aggiornamento con un mese di scarto rispetto agli altri indici, evidenza una crescita nel mese di aprile, dopo il calo dei due mesi precedenti, con un livello produttivo superiore a 38 punti rispetto alla media del 2021, che costituisce la base 100 dell’indicatore.

La curva esprime a tutti gli effetti il livello produttivo del settore che, rispetto alla media del 2021, è cresciuto quasi del 40%, e che anche se si attestasse nei prossimi mesi a valori inferiori, comunque farebbe segnare un livello produttivo molto positivo per il settore, anche in uno scenario di progressivo calo per l’esaurirsi della spinta del superbonus.

Inflazione

In questo scenario le buone notizie sul fronte inflazionistico garantiscono una stabilità molto positiva per i mercati. A maggio rimane stabile allo 0,8% il tasso di inflazione, sia a livello nazionale per l’indice Ipca europeo.

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat

La stabilità dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano i prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +2,5% a +1,8%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,7% a +2,4%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,8% a +2,6%); per contro, si attenua la flessione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -13,9% a -13,5%) e si interrompe quella dei regolamentati (da -1,3% a +0,7%) e accelerano lievemente i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,8% a +4,3%).

Nel mese di maggio l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera, così come quella al netto dei soli beni energetici (entrambe da +2,1% a +2,0%). L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,8% per l’indice generale e a +1,8% per la componente di fondo.

A Cura del Centro Studi YouTrade

 

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