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Inchiesta YouTrade: la lotta dell’antitrust contro la fissazione dei prezzi nell’edilizia

Fissazione dei prezzi

Anche nella filiera delle costruzioni si registrano casi di cartelli di fissazione dei prezzi considerati illegittimi dall’Authority, un cattivo modo di fare business che penalizza i clienti.

Imprese che possono operare liberamente in un mercato vivace, per competere lealmente e poter offrire prodotti e servizi di qualità a prezzi stabiliti dalle dinamiche di mercato. È questo l’obiettivo dell’antitrust: assicurare che ogni attore abbia la possibilità di operare evitando distorsioni che possano danneggiare l’ecosistema commerciale.

E negli ultimi anni la Commissione Europea ha intensificato gli sforzi per accertare gli illeciti, circa 1.700 quelli individuati dal 2010 al 2020: un numero piuttosto alto, tenuto conto di quanto sia lungo e complicato acquisire le prove.

Anche in Italia, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) è molto attiva e ha preso misure significative per individuare distorsioni. È avvenuto in tanti settori, per esempio nel settore della telefonia, ma anche per la filiera delle costruzioni.

L’Authority ha portato significativi vantaggi per i consumatori e scoraggiato (a suon di multe) pratiche commerciali considerate lesive della concorrenza o informazioni poco chiare al consumatore.

Anche a livello europeo è stata introdotta una normativa per il risarcimento dei danni derivanti da pratiche anticoncorrenziali, rendendo più chiaro il percorso per le aziende danneggiate.

Ma le competenze delle due autorità, europea e italiana, sono diverse e complementari: se entrambe hanno poteri ispettivi, la prima ha un ruolo più ampio nella regolamentazione della concorrenza e nelle violazioni a livello dell’intera Unione, ma non può entrare nel merito degli accordi illeciti all’interno dei singoli Paesi dove, invece, operano le autorità nazionali con cui collabora.

Anomalie e accertamenti

Le azioni illecite avvengono, per esempio, quando ci si accorda per limitare la concorrenza.

«I cartelli non si limitano a fissare dei prezzi, ma stringono patti interni tra fornitori per scoraggiare i clienti dal cercare alternative. Per esempio, se il cliente A è assegnato al fornitore X, potrebbero esserci intese che stabiliscono che, qualora il cliente si rivolga al fornitore Y, quest’ultimo deve applicargli un prezzo non competitivo, mantenendo così il cliente legato al fornitore X», spiega l’avvocato Giovanni Scoccini, dello studio legale Scoccini & Associati, specializzato in diritto civile, amministrativo, commerciale e comunitario, attivamente coinvolto in azioni legali contro cartelli e in cause risarcitorie in diverse giurisdizioni italiane.

Oppure, tra le pratiche vietate vi è la ripartizione geografica del mercato, che prevede che alcune imprese operino esclusivamente in determinate aree.

«Listini simili tra produttori e collegamenti societari diretti o indiretti sono un elemento indiziario per scoprire l’azione, oppure negli appalti pubblici, prezzi nettamente inferiori rispetto alla base d’asta possono sollevare sospetti sulla sostenibilità economica del contratto», aggiunge Francesco Dal Piaz, avvocato cassazionista e titolare dell’omonimo studio specializzato in diritto amministrativo, civile e penale nel settore della Pubblica Amministrazione e privato.

Avvocato Giovanni Scoccini
Avvocato Giovanni Scoccini

Gli esposti

Il processo di accertamento inizia spesso quando qualcuno presenta un esposto all’autorità competente, dando avvio a indagini che possono essere invasive, con la Guardia di Finanza che effettua ispezioni a sorpresa e interroga i dipendenti per raccogliere prove, raccoglie documenti, e-mail e contratti, controlla l’andamento dei prezzi. Sono gli elementi indiziari.

Certo, non è facile trovare le prove, eppure a sorpresa, c’è una pratica piuttosto comune di rilevamento delle irregolarità ed è l’autodenuncia: «Se un’impresa percepisce che ci sono indagini in corso, può affrettarsi ad auto denunciarsi per ottenere clemenza: il primo soggetto di un cartello che dichiara l’illecito ottiene l’immunità totale, mentre il secondo e il terzo possono ricevere sanzioni rispettivamente ridotte fino al 50% e al 30%», continua Dal Piaz.

Si potrebbe pensare che, essendo difficile rilevare dei comportamenti fraudolenti, l’autodenuncia sia l’ultima ratio. E, invece, c’è una normativa comunitaria le cui implicazioni la rendono plausibile nonché piuttosto praticata, per evitare rischi che sono elevati.

Avvocato Francesco Dal Piaz
Avvocato Francesco Dal Piaz

Sanzioni e risarcimenti

«Nel 2014, la Commissione Europea ha introdotto una normativa per facilitare le azioni di risarcimento come deterrente per preservare la libera concorrenza in quanto espongono le aziende a responsabilità civili potenzialmente molto onerose», sottolinea Scoccini.

Infatti, se l’Agcm e l’Autorità europea hanno ciascuna il potere di aprire attività istruttorie per accertare gli illeciti ed erogare sanzioni economiche fino al 10% del fatturato dell’impresa coinvolta, in una successiva causa civile di risarcimento la multa, stabilita dal giudice del tribunale di competenza, non ha limiti d’importo.

Per capirsi mentre le sanzioni possono essere previste in anticipo dalle imprese, i risarcimenti possono superare ampiamente queste cifre e colpire duramente la stabilità finanziaria di un’azienda: se un gruppo di operatori calcola che un aumento del listino possa fargli guadagnare in 30% in più una possibile sanzione di 10 punti sul fatturato non li ferma, perché rimane un 20% di guadagno nell’eventualità che l’illecito venga scoperto.

Insomma, comunque c’è un ritorno economico. Per scoraggiare comportamenti così spregiudicati è stato deciso a livello comunitario che il termine di prescrizione decorre un anno dopo che la decisione di accertamento dell’illecito diventa definitiva.

«Questo meccanismo aiuta a coordinare le azioni tra le autorità e le imprese danneggiate, mantenendo il termine di prescrizione sospeso durante l’accertamento», continua Dal Piaz.

Non a caso, sempre più aziende stanno implementando sistemi di compliance antitrust per analizzare e prevedere possibili violazioni, magari attuate senza la complicità del management, per garantire il rispetto delle leggi. O, male che vada, decidere se autodenunciarsi per ottenere l’immunità.

Quantificare i danni

Qualora un’azienda sia stata danneggiata e l’Autorità nazionale o europea abbia emesso la sentenza definitiva, prerequisito essenziale almeno in Italia, può decidere di intentare una causa civile di risarcimento.

Ai tempi lunghi si aggiunge però la complessità nel quantificare il torto subito: per esempio, si possono utilizzare dati di mercato di prima, durante e dopo l’implementazione del cartello per osservare eventuali incrementi dei prezzi, oppure confrontare l’andamento dei prezzi del prodotto coinvolto con quello di prodotti simili non soggetti a intese illecite. E se i dati non fossero sufficienti?

«La Cassazione e la direttiva europea prevedono che l’impossibilità di provare il danno non preclude il diritto al risarcimento: il giudice, accertata l’esistenza del danno, può deliberare il quantum in via equitativa, ossia attraverso una valutazione ragionevole piuttosto che su dati precisi e documentabili», rileva Scoccini.

In pratica, chi commette degli illeciti è potenzialmente esposto a sanzioni a responsabilità civili non prevedibili.

Fissazione dei prezzi Ue

Il caso Zecca

Anche il settore delle costruzioni è influenzato da dinamiche di mercato e comportamenti che possono compromettere la concorrenza e aumentare i costi per le imprese.

Un esempio è rappresentato dal caso affrontato anni fa da Zecca Prefabbricati e Zecca Sud Immobiliare, in merito all’aumento giudicato ingiustificato dei prezzi dei trefoli, i cavi d’acciaio, che nel loro caso avrebbe inciso negativamente sui costi di costruzione di una serie di capannoni.

La tesi è stata la conferma nel 2010 da parte della Commissione Europea, che ha stabilito l’esistenza di un cartello nel settore dei trefoli, che ha coinvolto circa il 90% dei produttori, comprese molte aziende italiane e gruppi internazionali, con un impatto significativo sui listini commerciali.

In pratica, la decisione definitiva dell’organo comunitario ha stabilito che l’incremento dei costi fosse attribuibile a un accordo tra diverse aziende, in violazione dell’articolo 101 del Tfue.

Dichiarazione che ha convinto le società Zecca, assistite dallo Studio Legale Scoccini ad avviare una causa civile di risarcimento, come previsto dalla direttiva europea, al Tribunale di Milano.

La XIV sezione del foro milanese nel valutare i danni, tra i vari elementi ha considerato anche la differenza del prezzo che le imprese avrebbero pagato in assenza del cartello rispetto all’acquisto effettuato del prodotto sottoposto a tale intesa.E il risarcimento complessivo è stato stabilito in oltre 3 milioni di euro, oltre alle spese legali.

Ma il caso dei cavi d’acciaio non è l’unico: altre contestazioni hanno coinvolto e coinvolgono ancora l’intero arco della filiera, dalla produzione alla distribuzione. E, probabilmente, in futuro ce ne saranno ancora.

Fissazione dei prezzi: che cosa prevede la Ue

Il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (Tfue) è uno dei principali strumenti che regolano l’Unione Europea e ne stabilisce le competenze e le politiche disciplinando il mercato interno, la concorrenza e le relazioni esterne.

In questo contesto gli articoli 101 e 102 trattano le pratiche anticoncorrenziali delle imprese, ma in due ambiti diversi.

L’articolo 101 vieta gli accordi tra imprese che possano danneggiare la concorrenza nel mercato, come la fissazione dei prezzi o la ripartizione dei mercati, l’applicazione di condizioni dissimili nei rapporti commerciali e prevede che tali accordi siano considerati nulli di diritto.

Esistono però eccezioni e si applicano se queste intese contribuiscono a migliorare la produzione o la distribuzione dei prodotti o, ancora, promuovono il progresso tecnico ed economico favorendo i consumatori.

L’articolo 102, invece, si occupa dell’abuso di posizione dominante da parte di un’impresa. In pratica, non si concentra sui patti tra più imprese, ma piuttosto sulle azioni di un singolo operatore economico che ha un potere significativo nel mercato.

L’obiettivo è lo stesso: impedire comportamenti lesivi come l’imposizione di prezzi iniqui o condizioni commerciali svantaggiose.

di Monica Battistoni

Cresce il peso di Amazon sui territori

Centro di Amazon
Centro di logistica di Amazon

Quanto conta Amazon nel tessuto della distribuzione? Risponde alla domanda uno studio realizzato da Nomisma con l’obiettivo di ricostruire le ricadute sui territori determinate dalle attività di sei centri di distribuzione Amazon in Italia: Vercelli, Torrazza Piemonte (Torino), Novara, Castelguglielmo-San Bellino (Rovigo), Castel San Giovanni (Piacenza), Passo Corese (Rieti). Lo studio ha analizzato l’impatto generato, in modo diretto o indiretto, dagli investimenti Amazon prendendo in esame tre ambiti di analisi: il mercato del lavoro, il rafforzamento del tessuto economico locale e il mercato immobiliare. Il risultato non è scontato.

Secondo Nomisma, le aziende insediate nei comuni limitrofi ai centri di distribuzione Amazon evidenziano una crescita di addetti alle unità locali, dal 2021 al 2023, pari al 4,3%, mentre le imprese nei comuni più distanti segnano un aumento pari al 3,8%. Se nelle aree limitrofe l’aumento è certamente trainato dal comparto dei Trasporti e Magazzinaggio (+17,0%), si registra un incremento nel numero di addetti anche al netto di quest’ultimo comparto (+2,6%), evidente anche nel settore della Manifattura (+5,0%).

Per quanto riguarda l’impatto sul tessuto economico locale, tramite l’analisi dei bilanci aggregati delle imprese, si è osservato che nei comuni immediatamente limitrofi ai poli Amazon, dal 2021 al 2023 si è registrata una crescita del fatturato del 23,5%, a fronte del 19,2% fatto segnare dalle imprese più distanti. Questo differenziale si amplia se si considerano le sole imprese del comparto del Commercio, che, nel medesimo periodo di osservazione, hanno mostrato un incremento del giro d’affari del 21,5%, in prossimità dei poli Amazon, rispetto alla crescita del 14,4% delle imprese più lontane dai centri di distribuzione.

Infine, il mercato immobiliare residenziale risulta in generale più dinamico nelle aree vicine ai poli Amazon rispetto a quelle più distanti, con un valore dell’indice Imi (intensità del mercato immobiliare) che risulta più elevato. Tale dinamica risulta più accentuata in particolar modo nelle zone di Castelguglielmo-San Bellino, Vercelli, Novara e Torrazza Piemonte. Inoltre, il trend delle compravendite residenziali nelle aree vicine ai siti Amazon ha risentito meno della sfavorevole congiuntura che ha interessato il mercato nazionale ed europeo negli anni in esame, contenendo il calo nell’ordine del 3,2% tra il 2021 e il 2023, contro una flessione complessiva del 5,8% delle aree più distanti.

Al via Restructura 2024 a Torino, con tanti eventi con crediti formativi

Oggi, 21 novembre, si aprono le porte di Restructura 2024, l’evento di riferimento per professionisti, aziende e appassionati del settore dell’edilizia e della riqualificazione.

Presso Oval Lingotto Fiere di Torino fino al 23 novembre sarà possibile scoprire nuovi prodotti e tendenze di un settore sempre più rilevante all’interno del panorama delle costruzioni.

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Oltre agli stand delle aziende espositrici, i visitatori potranno partecipare a un ricco calendario di incontri sui temi più attuali del mondo della ristrutturazione, riqualificazione e recupero edilizio. 

La partecipazione agli eventi è valida per l’ottenimento di crediti formativi professionali per Architetti, Ingegneri, Geometri, Geologi, Periti Industriali e Amministratori di Condominio. La visita alla fiera consente il rilascio di 1CFP per Architetti.

INFORMAZIONI PRATICHE

orari: 9.00-19.00 | Oval Lingotto Fiere Torino
INGRESSO PEDONALE: fermata metro ITALIA61
INGRESSO AUTO: Via G. Mattè Trucco, 70, Torino
ingresso gratuito online o sul posto

Condominio S&C ottobre/novembre 2024

Condominio sostenibile & certificato

n° 58 | ottobre/novembre 2024


CSDM: allarme legionella? la soluzione c’è ed è la prevenzione
Fisco:
tasse in più per chi vende
Consumi energetici: energia rinnovabile
Condominio sicuro: privacy e videosorveglianza

 
 
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Tecnologia e design: le stufe a biomassa a 5 stelle

Stufe tecnologiche e di design

 

Unical Bioenergy, la divisione che raggruppa i marchi del gruppo dedicati alla progettazione e produzione di sistemi a biomassa, rappresenta il meglio dell’innovazione tecnologica e delle macchine riscaldanti che utilizzano l’energia del legno e delle biomasse.

Unical, pioniere di questo settore dagli anni ’80, con la prima caldaia a legna, a fiamma rovesciata, Gasogen, prosegue nella ricerca con nuovi progetti a 5 stelle, super efficienti, a basso impatto ambientale e dal design accattivante.

Nua Au, stufa a pellet di design

Nua AU

Nua Au è una Stufa a pellet ventilata con struttura in acciaio dal design innovativo.

Si presenta come un vero e proprio elemento di arredo in grado di inserirsi in qualsiasi contesto abitativo e stile valorizzando lo spazio in cui viene collocata, distribuendo, quando in funzione, il suo calore avvolgente. Grazie all’esclusivo sistema brevettato “AU”, la pulizia del braciere avviene automaticamente e durante il funzionamento della stufa senza doverla spegnere, permettendo così all’utente di risparmiare tempo e assicurando continuità, per il massimo comfort. 

Il focolare, progettato senza elementi tecnici a vista, rende Nua elegante anche quando non è in funzione. La porta in vetro ceramico “Night View”, con maniglia a scomparsa, permette la visibilità della fiamma accesa, mentre, a stufa spenta, diventa una superficie di vetro uniforme. Il top superiore, privo di comandi, cela un capiente serbatoio pellet, a cui si accede con semplicità per il rabbocco del combustibile. Il pannello superiore scorrevole permette di nascondere alla vista il vano di carico del pellet e diventa diffusore direzionale dell’aria calda celando le parti tecniche e le griglie allo sguardo, preservando così le linee pulite della stufa. 

Il controllo di Nua è garantito dalla presenza dell’esclusivo radiocomando palmare mobile con sonda ambiente, “PAm” e con comandi a sfioro. Può essere gestita anche tramite App e Wi-Fi di serie U-in Plus. Nua è stata concepita dai laboratori di Unical con l’obiettivo di coniugare alta tecnologia e design. Potenza termica da 3,3 a 11,9 kW.

Fata Au, stufa a pellet ventilata 

Fata AU

Stufa a pellet ventilata con struttura in acciaio ed estetica pulita e moderna.

Grazie all’esclusivo sistema brevettato Au, la pulizia del braciere avviene automaticamente e durante il funzionamento della stufa senza doverla spegnere, evitando così perdite di tempo all’utente ed assicurando la continuità del comfort in ambiente. Fata Au garantisce una risposta immediata alle esigenze, grazie all’innovativo accenditore pellet al quarzo, ad alta efficienza e bassi consumi.

Fata Au è comandata tramite il palmare intelligente “PAm” con sonda ambiente incorporata, per una distribuzione di calore e comfort omogeneo nel locale. Può essere gestita anche da smartphone, grazie alla tecnologia evoluta del device di connessione “U-in Plus” fornito di serie, ed alla app gratuita dedicata “App-O Bioen”. Un calore sano e sicuro, grazie all’esclusivo ionizzatore (opzionale) che può sanificare l’aria nell’ambiente fino al 99% da microparticelle in sospensione, acari, batteri polline ecc. Fata Au, nelle versioni 10C e 12C (canalizzata), è dotata di ventilazione indipendente e regolabile e consente di diffondere il calore in più ambienti domestici. Potenza termica da 3,3 a 11,9 kW 

Fata Mix, stufa a legna-pellet ventilata

Fata Mix è la combinazione perfetta per una stufa ibrida che, grazie al sistema brevettato “Mix”, consente la comodità di utilizzare, con la stessa stufa, due combustibili ecologici quali, il pratico pellet e l’apprezzata legna.

Questa stufa ibrida è composta da una struttura in acciaio e si caratterizza per le sue linee sobrie e gli angoli arrotondati. Un flusso d’aria dedicato effettua la pulizia automatica del vetro. È dotata il palmare “PAm” con sonda ambiente incorporata ed è semplice da gestire anche da smartphone, grazie al device di connessione “U-in Plus” fornito di serie, e alla app gratuita dedicata “App-O Bioen”. Potenza termica da 3,7 a 12,4 kW (funzionamento a Pellet); 9,8 kW (funzionamento a Legna).

UP, stufa a legna

UP

Up è la nuova stufa a legna dalle linee moderne e dal design che non passa inosservato, dotata di camera focolare di ampia superficie in vetro ceramico e generoso cassetto raccogli cenere. Realizzata con l’innovativa camera di combustione rialzata su pianale in acciaio, assicura ampia visione del focolare e della fiamma. 

La porta si arricchisce di una cornice in acciaio, con apertura a battente e pratica maniglia antiscottatura. Il doppio vetro ceramico con finitura “NightView”, permette la visibilità della fiamma quando la stufa è in funzione, mentre a stufa spenta, diventa una superficie di vetro uniforme. Il pianale, interamente in acciaio, è stato pensato per custodire una generosa carica di legna pronta all’occorrenza. Le fiancate sono in acciaio nero o in versione “Corten”, quest’ultima finitura realizzata con mescola di vernici di ultima generazione. Il risultato è una texture dalle calde sfumature di color marrone scuro. Potenza termica 9,8 kW. 

 

Roadshow Heidelberg Materials: ultimo appuntamento a Calusco d’Adda

Roadshow Heidelberg Materials

L’ottava e ultima tappa del roadshow di Heidelberg Materials, in collaborazione con Virginia Gambino Editore, si è svolta dove è iniziata la storia dell’azienda in Italia: nella Bergamasca.

Stefano Roncan, direttore commerciale di Heidelberg Materials Italia.
Stefano Roncan, direttore commerciale di Heidelberg Materials Italia.

Sono stati mesi di incontri intensi, con tavole rotonde che hanno coinvolto la distribuzione di materiali per l’edilizia in diverse zone d’Italia.

Heidelberg Materials ha voluto realizzare sessioni di discussione con i rivenditori nelle proprie cementerie, con l’obiettivo di fare il punto della situazione dopo il rebranding.

Nell’ultima tappa del roadshow, dunque, un gruppo composto da alcuni manager dell’azienda e rivenditori del Nord Ovest si è incontrato a Calusco d’Adda, in provincia di Bergamo, per confrontarsi su diversi temi, tra cui il rapporto tra cemento e sostenibilità.

E anche per discutere l’impatto che il cambio di ragione sociale, da Italcementi ad Heidelberg Materials, ha avuto sul mercato.

 

Chi c’era

Al tavolo, dalla parte di Heidelberg Materials, erano presenti Ignazio La Barbera (Calusco Plant Manager), Francesca Proietti, (marketing analyst) e Oscar Barchi (sales area manager Italia Nord Ovest).

I rivenditori intervenuti sono stati Miriam Busnelli, titolare di Busnelli, Francesco Freri, amministratore delegato di 4Bild, Cristian Locatelli, titolare di Forniture Edili, Giorgio Ferrari, titolare di Gmg Centro Edile (Gruppo Made), Denis Doria, area manager Lombardia di Orsolini e Pietro Sazzani, titolare di Sari (Gruppo Made).

Ad approfondire l’aspetto gestionale e finanziario è stato invece Alberto Bubbio, professore associato di Economia aziendale e responsabile del corso di Programmazione e controllo presso l’Università Carlo Cattaneo-Liuc, mentre a moderare l’incontro è stata Virginia Gambino, direttore responsabile ed editore della rivista YouTrade.

Virginia Gambino, Direttore YouTrade e moderatrice dell'evento
Virginia Gambino, Direttore YouTrade e moderatrice dell’evento.
Al centro, Alberto Bubbio, professore di economia aziendale e responsabile del corso di programmazione
Al centro, Alberto Bubbio, professore di economia aziendale e responsabile del corso di programmazione e controllo presso l’Università Carlo Cattaneo-Liuc

Lo stabilimento

Uno dei fattori determinanti per Heidelberg Materials è la passione, ha spiegato La Barbera, direttore dello stabilimento di Calusco d’Adda dal 2020.

Il manager è soddisfatto di quella che chiamano la cittadella del cemento: un sito di produzione all’avanguardia, soggetto a operazioni di revamping che lo hanno reso uno degli impianti più avanzati dell’intero sistema produttivo di Heidelberg Materials.

Al suo interno vi lavorano circa 150 addetti impegnati nella produzione di nove tipi di cemento.

«La cementeria di Calusco è stata fondata nel 1907 ed è entrata a far parte della rete produttiva di Italcementi nel primo Dopoguerra, diventando uno degli impianti più importanti per quanto riguarda la produzione.

Nel 2004 il centro produttivo è stato completamente rinnovato, diventando uno degli impianti più performanti e sostenibili in Europa: grazie al revamping le performance ambientali sono elevate, con livelli di emissione molto bassi e un ridotto consumo di materie prime, combustibili e risorse idriche.

Nel 2006 è stato attivato un nastro sotterraneo lungo 10 chilometri, uno dei pochi in Europa, che collega la cava Colle Pedrino al deposito delle materie prime di calcare e marna di Monte Giglio. Questo consente di evitare la circolazione su strada di oltre 10 mila autotreni all’anno.

Strategica anche la scelta di ammodernare il forno, rendendolo potente e tecnologicamente superiore, meno impattante sull’ambiente. Così si sono abbassate notevolmente le emissioni di C02 nell’aria», ha raccontato La Barbera.

«I nostri pilastri di sviluppo sono il rispetto delle comunità locali, delle persone e, quindi, anche dei lavori. La sicurezza di tutte le persone coinvolte è un aspetto per noi fondamentale.

 La cementeria di Calusco opera secondo un’ottica di miglioramento continuo, specialmente delle performance ambientali: concentra gli sforzi sulla minimizzazione degli impatti sull’ecosistema, la riduzione delle emissioni e l’ottimizzazione dell’uso delle risorse.

In questi anni l’utilizzo di combustibili alternativi ha permesso di risparmiare circa 15 mila tonnellate di C02 all’anno.

Altri investimenti sono stati disposti per un miglior utilizzo dell’acqua, limitandone l’impiego. La sostenibilità non è solo uno slogan, lo chiede il mondo», ha aggiunto La Barbera.

Transizione ecologica

Oscar Barchi, Sales Area Manager Italia Nord Ovest di Heidelberg Materials, ha spiegato qual è effettivamente l’impegno dell’azienda nei confronti della transizione ecologica

«La nostra società si è affacciata sul mondo industriale a metà Ottocento. Da allora sono passati tanti anni, la popolazione mondiale è cresciuta, il pianeta si è evoluto. Heidelberg Materials è fra i player mondiali del cemento, in diversi campi. Come aggregati siamo i primi, presenti in sei continenti, con oltre 50 mila dipendenti.

Ci siamo adeguati ai tempi e ai cambiamenti, con consapevolezza. Specialmente oggi che la legislazione è molto chiara: l’Europa deve confrontarsi con la Carbon Neutrality e arrivare al 2030 (praticamente domani) con le emissioni di C02 dimezzate. L’obiettivo è la neutralità nel 2050», ha spiegato il manager. 

«Intendiamo ridurre la nostra impronta di C02 anche tramite l’utilizzo di combustibili sostenibili. Prestiamo un’attenzione puntuale alla logistica, i nostri cementi sono prodotti con materie prime seconde e meno clinker, pur mantenendo la qualità di sempre.

La decarbonizzazione è un processo complesso, ma i temi che si prospettano davanti a noi sono un’occasione da cogliere e una sfida da intraprendere. I passi avanti di Heidelberg Materials sono stati numerosi e importanti».

Obiettivi

Gli obiettivi dell’azienda sono arrivare al 2030 con le emissioni di C02 ridotte del 55%, raddoppiare il fatturato con prodotti sostenibili e offrire al mercato almeno il 50% di cemento ottenuto tramite l’utilizzo di materie prime seconde, in un’ottica di un’economia circolare.

Nel 2025, per esempio, sono in programma diversi progetti, tra cui l’applicazione della nuova tecnologia NetZero per l’impianto di Brevik, in Norvegia, dove la C02 prodotta verrà catturata, stoccata nei mari del Nord. 

«Una grande prova che abbiamo intrapreso con entusiasmo. Lo stabilimento di Calusco è sostenibile oggi al 47% con una produzione di prodotti sostenibili: basti pensare al Duracem, Tecnocem, all’i.idro Drain, al Termocem, accompagnati da tutti i completamenti di gamma. Voi rivenditori siete protagonisti assieme a noi, in questo processo che cambierà il nostro futuro, in meglio», ha aggiunto il manager.

di Alice Fugazza

A novembre 2025 Made expo e i suoi fratelli

made-expo
Una passata edizione di Made expo

La twin-transition (ecologica e digitale) è l’aspetto che caratterizza questi anni, anche per il mercato dell’edilizia. E all’orizzonte si profila la direttiva europea Case green. La mission, insomma,  rimane quella di riqualificare gli edifici, a partire da involucro e impianti. Obiettivo che è anche il focus di Miba-Milan International Building Alliance 2025, hub internazionale di riferimento per la progettazione, la costruzione e la riqualificazione di edifici sarà ospitato tra un anno, dal 19 al 21 novembre 2025, a Fiera Milano (Rho). L’evento comprende Gee – Global Elevator Exhibition, progetto dedicato alla mobilità orizzontale e verticale, nonché Made Expo, dedicato a soluzioni innovative e sostenibili per le costruzioni e l’involucro (fino al 22 novembre). Sempre negli stessi giorni Sbe – Smart Building Expo sarà la manifestazione di riferimento per l’home and building automation e l’integrazione tecnologica, e sicurezza, manifestazione leader in Italia e tra le più importanti in Europa per security&fire.

La presentazione di Miba-Milan International Building Alliance
La presentazione di Miba-Milan International Building Alliance

Rapporto Cresme

L’appuntamento è accompagnato dalle anticipazioni del Rapporto Congiunturale e Previsionale di Cresme, istituto di ricerca che affiancherà Fiera Milano nell’evidenziare le tendenze del mercato. Secondo le previsioni di Cresme il 2024 si chiuderà con un calo degli investimenti del 4,2%, più contenuto rispetto alle attese, ma la flessione continuerà nel 2025 (-6,2%). Il mercato delle costruzioni registra, dopo gli anni boom 2021-2023 una contrazione dovuta all’esaurimento della del superbonus, ma in compenso è sostenuto dalla spesa per le opere pubbliche che è attesa in crescita nel 2024 del 13,7%. Nonostante la contrazione il mercato delle costruzioni sembra avere operato un salto di scala rispetto alle dimensioni pre-pandemiche, tanto che il valore della produzione nel 2025 a valori costanti, sarà superiore del 20% rispetto ai livelli toccati nel 2019.

La congiuntura secondo Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme
La congiuntura secondo Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme

L’Osservatorio Miba

Per dare un supporto concreto al mercato e ai professionisti del settore Fiera Milano ha incaricato il Politecnico di Milano, che a partire da questa edizione è partner scientifico di Miba, di realizzare un Osservatorio, per analizzare scenari e trend, con l’obiettivo di focalizzare i temi chiave di sviluppo. Il primo studio dell’Osservatorio si focalizza sulla direttiva case green e la ricaduta potenziale sui vari comparti rappresentati da Miba: l’involucro i materiali, l’impiantistica, l’energia e le tecnologie.

In particolare, considerando che sono proprio le riqualificazioni energetiche insieme alle ristrutturazioni e manutenzioni edilizie a rappresentare il fattore trainante del settore delle costruzioni, risulta evidente come l’immediato futuro del comparto sia legato alle misure tecniche, economiche e normative che verranno applicate per garantirne non solo la stabilizzazione, ma soprattutto la crescita.

Niccolò Aste, docente al Politecnico di Milano - Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente
Niccolò Aste, docente al Politecnico di Milano – Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente

La strategia della Commissione Europea che punta all’efficientamento del patrimonio edilizio (oggi responsabile complessivamente del 40% delle emissioni e di quasi il 50% dei consumi energetici), può rappresentare lo stimolo principale per la riqualificazione degli edifici, allo scopo di ridurne l’impatto energetico-ambientale e ad aumentarne la resilienza ai cambiamenti climatici (sempre che l’Italia non la ostacoli). Insomma, è un momento sfidante per i professionisti del costruito: oggi il 75% del patrimonio edilizio è inefficiente dal punto di vista energetico e più dell’85% degli edifici esistenti nel 2050 sarà probabilmente ancora in uso.

In attesa che siano definiti i decreti attuativi a livello nazionale della cosiddetta direttiva Case green (quarto aggiornamento della Energy Performance of Buildings Directive, ovvero Epbd IV), l’Osservatorio Miba, curato dal Dipartimento di Architettura e Ingegneria delle Costruzioni dell’Ambiente Costruito del Politecnico di Milano, ha costruito tre ipotetici scenari che prevedono per il periodo 2025-2035 diversi livelli di investimento e risparmio ottenibile.

Il primo scenario eè conservativo (Business As Usual – BAU), il secondo conforme agli obiettivi imposti dall’Epbd (Policy Driven) ed il terzo ambizioso (Ambitious). Gli scenari ipotizzano diversi livelli di spesa in interventi di riqualificazione energetica, aggiuntivi rispetto alla quota fissa di investimenti annui destinati alle ristrutturazioni-manutenzioni, che si suppone vengano effettuati indipendentemente dal recepimento della direttiva e restino stabili ai livelli pre-superbonus.

Nello scenario Business-As-Usual si prospetta un’applicazione blanda dei principi dell’Ebpd, che consentirà semplicemente di contrastare la contrazione del mercato che si avrebbe nei prossimi anni in assenza di precisi requisiti normativi a livello Comunitario. Si prevede quindi un trend degli investimenti in riqualificazione energetica similare a quello ottenuto in passato mediante l’ecobonus, ottenendo un risparmio energetico addizionale (rispetto alla quota raggiunta al 2024) pari approssimativamente a 15.500 GWh/anno al 2035. Tale quota, sommata ai 30.000 GWh/anno raggiunti a fine 2024 rispetto al 2020, consentirà di ottenere un risparmio al 2035 pari al 65% di quanto richiesto dall’Epbd.

Considerati inoltre gli investimenti previsti per la riqualificazione energetica delle costruzioni non residenziali, pari a 700 milioni di euro anno (che comporteranno un risparmio di 2.800 GWh/anno al 2035) e quelli mediamente attesi per le opere di ristrutturazione/manutenzione convenzionali (cioè non specificamente finalizzate all’efficientamento energetico), si stima un giro di affari totale di circa 84 miliardi di euro anno.

Simona-Greco, direttore delle manifestazioni Fiera Milano
Simona-Greco, direttore delle manifestazioni Fiera Milano

Nello scenario Policy-Driven si ipotizza invece che l’evoluzione del mercato sia di fatto guidata da una pronta ed efficace applicazione della Epbd. Per il settore residenziale è possibile stimare che la quota addizionale (sempre rispetto al 2024) di risparmio energetico raggiunga almeno i 40.000 GWh/anno al 2035. Ciò a fronte di un investimento medio sul periodo 2025-2035 in interventi di riqualificazione energetica all’incirca di 10.000 M€/anno. A questa quota si aggiungono gli investimenti richiesti per raggiungere l’obiettivo di risparmio nel settore non residenziale (stimato pari a circa 22.000 GWh/anno al 2035), che ammontano ad approssimativamente 5.500 M€/anno. Il totale sull’intero patrimonio edilizio esistente, incluse ristrutturazioni/manutenzioni convenzionali, sarà dunque pari a 95.500 M€/anno, ovvero il 13% superiore rispetto allo scenario Bau.

Nel terzo scenario, Ambitious, che rappresenta quello più sfidante tra i tre ipotizzati, si assume che, sfruttando appieno le opportunità offerte dalla Direttiva, sia possibile raggiungere un tasso di riqualificazione più ambizioso rispetto a quello minimo richiesto dall’Epbd. Tale risultato sarà verosimilmente possibile mediante la compresenza di diversi fattori, quali un’elevata consapevolezza del mercato riguardo ai temi energetico-ambientali (ed anche alle relative ricadute economiche), una maggiore incentivazione statale, un quadro normativo chiaro e semplificato, nonché l’assenza di fenomeni speculativi che possano far accrescere i costi. In questo scenario si prevede la mobilitazione di investimenti mediamente pari a circa 14.500 M€/anno sul residenziale (che genereranno un risparmio di 58.000 GWh/anno al 2035) e di ulteriori 8.000 M€/anno per il non residenziale (per un risparmio di 33.000 GWh/anno al 2035). Includendo infine le ristrutturazioni/manutenzioni convenzionali è dunque possibile stimare un giro di affari totale sul patrimonio edilizio esistente pari a 102.500 M€/anno, corrispondente ad un incremento di circa il 22% rispetto allo scenario BAU.

Presentazione di Miba-Milan International Building Alliance
Presentazione di Miba-Milan International Building Alliance

Progetto Miba

In questo contesto in evoluzione si colloca Miba-Milan International Building Alliance, che con la sua offerta trasversale su materiali, prodotti, tecnologie, processi e soluzioni coinvolti nella realizzazione di edifici e città a basso impatto ambientale, smart, sicuri ed accessibili.

Proprio quando le norme europee e nazionali si orientano alla riqualificazione urbana come premessa necessaria al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità e comfort utili per far evolvere i centri abitati, Miba guarderà all’edificio come al fulcro di diverse dimensioni:

– la Progettazione, intesa come parte essenziale della rinascita di un edificio e come momento fondamentale di incontro tra professionalità differenti, unite dall’unico obiettivo di concepire, pianificare e sviluppare l’idea architettonica e funzionale di una struttura, traducendo esigenze e visioni in un progetto concreto e realizzabile.

– la Sostenibilità, vista nelle sue tre accezioni (sociale, economica e ambientale) che costituisce il requisito cardine per la riqualificazione di un edificio e si esplicita nella sua accessibilità, nell’uso di materiali ecocompatibili, nella progettazione bioclimatica e nell’attivazione di tecnologie smart per il monitoraggio e la gestione dell’energia consumata.

– la Sicurezza, che comprende tutte quelle tecnologie e quegli accorgimenti che consentono agli abitanti cui è destinato l’edificio di vivere quotidianamente nel comfort. Ma anche la sicurezza e la gestione del dato, fondamentale per la continuità operativa di un edificio smart e connesso

– la Digitalizzazione, strumento imprescindibile sia nel momento della progettazione, sia in quello della gestione dell’edificio in tutte le sue funzioni. È attraverso essa che comfort, sicurezza e sostenibilità trovano concreta applicazione.

Questi quattro pillar saranno i punti di riferimento per le manifestazioni che animano Miba e costituiranno un punto di contatto tra gli eventi.

Ad arricchire l’offerta dell’evento ci sarà una variegata proposta di convegni, seminari e workshop declinati secondo le tre direttrici già identificate la scorsa edizione: sostenibilità, innovazione e normative. Accanto ad eventi trasversali, infatti, ogni manifestazione metterà a disposizione appuntamenti verticali per i tecnici e i professionisti del comparto, garantendo una copertura completa di tutti i temi più caldi del mercato della progettazione, costruzione e gestione degli edifici.

Miba Levante

Con l’obiettivo di andare incontro al mercato e di incontrare gli operatori direttamente sul loro territorio, Fiera Milano sta lavorando anche alla realizzazione di spin off di Miba che si terrà a Bari nel novembre 2026. Miba Levante si alternerà dunque all’evento milanese, che si svolge negli anni dispari. Si tratta di un appuntamento pensato per creare un trait-d’union tra le due edizioni di Miba, ma anche per offrire una occasione di aggiornamento e confronto ai professionisti del Sud Italia.

Due nuovi gel-adesivi Kerakoll per la posa di ceramica e pietre naturali

Kerakoll_Gel-Adesivi_H40

La crescente complessità dei cantieri, dove sottofondi sempre più tecnici e rivestimenti sempre più evoluti comportano sollecitazioni particolarmente critiche, rende necessaria la formulazione di adesivi per la posa di ceramica e pietre naturali ancora più performanti.

Per questo motivo Kerakoll ha messo a punto la linea di gel-adesivi H40, che si arricchisce con due nuovi prodotti: H40 Gel e H40 Tech.

Gamma gel-adesivi H40

La gamma di gel-adesivi H40 di Kerakoll si compone oggi di cinque prodotti.

Kerakoll_PackGammaH40

H40 No Limits: il primo gel-adesivo strutturale, flessibile multiuso, tixotropico e fluido. Adatto per la posa su qualsiasi sottofondo, ad alti e bassi spessori, anche in condizioni particolarmente difficili.

H40 Gel: la nuova generazione di gel-adesivi altamente flessibile. Ideale per ogni tipo di formato, specialmente per grandi lastre, offre una soluzione ottimale anche in condizioni di posa sfavorevoli o che richiedono tempistiche elevate.

H40 Tech: ultra flessibile, ad adesione superiore, è ideale in cantieri tecnologicamente avanzati per lavorare in totale sicurezza sui fondi più flessibili e in condizioni di esercizio che prevedono sollecitazioni complesse.

H40 Extreme: ibrido, strutturale, multiuso, extraflessibile ed extra-lavorabile. Particolarmente indicato in condizioni che richiedono adesione e flessibilità estrema.

H40 Revolution: ad adesione accelerata e lungo tempo di lavorabilità, è ideale per lavori che necessitano di una rapida pedonabilità e messa in servizio, anche a basse temperature, e per la posa di pietre naturali sensibili all’acqua.

Gel-Technology

Tutti i prodotti della linea H40 di Kerakoll utilizzano la Gel-Technology, frontiera innovativa nella ricerca tecnico-scientifica dell’azienda, che ottimizza le caratteristiche di lavorabilità e le prestazioni degli adesivi.

L’introduzione di nuovi additivi ad alte prestazioni permette di offrire adesione, flessibilità e durabilità superiori.

L’ampliamento della gamma permette di individuare soluzioni adatte per ogni contesto, garantendo facilità di applicazione, riducendo i tempi di lavoro e migliorando l’efficienza complessiva del processo di posa.

Metodo GT

La gamma di gel-adesivi H40 è testata con Metodo GT (Gel Technology), un insieme di prove strumentali sviluppate da Kerakoll per simulare le sollecitazioni reali a cui sono sottoposti i prodotti.

Il Metodo Gt permette di verificare in maniera concreta le tensioni che agiscono su un sistema incollato, così da misurarne il grado di flessibilità e garantirne la durabilità.

H40 Supports my Ideas

Per contribuire a far conoscere i prodotti Kerakoll per la posa e ispirare altri professionisti, l’azienda ha inoltre lanciato “H40 Supports my Ideas“, una serie di editoriali che racconta le esperienze dei protagonisti della progettazione con i Gel-Adesivi H40. Patrimonio storico e innovazione, visione e valorizzazione dei materiali sono solo alcuni dei temi affrontati in H40 Supports my Ideas. Tutti gli architetti, professionisti, designer che utilizzano comunemente H40 possono candidarsi per prendere parte al progetto, descrivendo le proprie esperienze, i progetti migliori e il supporto che Kerakoll ha offerto per realizzarli.

PARTECIPA AL PROGETTO

Sicurezza e design con la nuova porta blindata Dierre

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Il nuovo modello D180 Dierre, azienda specializzata in porte blindate, vanta nuove cerniere, serrature a prova di ladro e uno speciale sistema di controllo digitale, attivabile anche attraverso lo smartphone.

Porta blindata con apertura a 180 gradi

Frutto della ricerca Dierre, D180 è la nuova porta blindata filotelaio che unisce sicurezza con serrature a prova di scasso, elevate prestazioni di isolamento termo-acustico e un design minimal, ideale in ogni contesto architettonico.

La porta D180 è equipaggiata con cerniere a scomparsa di nuova concezione per un’apertura a 180 gradi e una doppia battuta di chiusura che, in combinazione con il kit soglia mobile, impedisce l’ingresso a spifferi e rumori.

Anche molti anni dopo la posa, le cerniere possono essere regolate sui tre assi per far aderire perfettamente porta e telaio. La scocca è a doppia lamiera in acciaio zincato a freddo.

Unita allo speciale sandwich isolante forma un monoblocco che, in soli 7,7 centimetri di spessore, raggiunge una trasmittanza termica di serie di 1,3 W/(m2x K), che può scendere a 1,0 W/(m 2 x K.

L’abbattimento acustico è di 38 dB, che diventano 42 dB grazie a un kit dedicato.

I rinforzi omega sono invece sostituiti da una nuova miscela di materiali super resistenti. Di serie il pannello di rivestimento è disponibile nei colori bianco o grigio 7040 e la maniglieria in colore argento New Creta.

Antieffrazione

Anche la serratura a tre catenacci, nata dal reparto ricerca&sviluppo Dierre, monta un cilindro della linea New Power, con piastra antitrapano e sistema Lock Blocking System, che blocca irreversibilmente la serratura quando si tenta di forzarla con la cosiddetta «tecnica del tubo» (chiamata così perché il ladro utilizza, appunto, un tubo per staccare il defender della serratura e aprire la porta).

Al posto dei classici pistoncini, il cilindro New Power utilizza un sistema di lamelle laterali che lo rendono particolarmente resistente a ogni tipo di effrazione, anche a quelle di tipo distruttivo.

D180 può montare un solo cilindro, ma è anche disponibile nella versione a doppio cilindro (New Power e cilindro di servizio) e nella speciale configurazione con serratura motorizzata Hibry 4.0.

Completano le dotazioni di sicurezza rostri dedicati e un deviatore di tipo Hook in acciaio, oltre a un’asta superiore per ancorare l’anta al telaio.

La porta blindata D180 raggiunge di serie la Classe 3 antieffrazione ma può arrivare fino alla Classe 4.

Spioncino smart

Alla porta blindata D180 è possibile abbinare lo spioncino digitale D-Eye sviluppato in collaborazione con Ezviz.

In questo modo è possibile aprire la porta dall’esterno con chiavi elettroniche e dall’interno semplicemente premendo un display touch screen.

Quando qualcuno suona il campanello o si presenta davanti alla porta le notifiche arrivano direttamente sullo smartphone, ed è possibile dialogare a distanza con i visitatori o dissuadere i malintenzionati.

Su richiesta è disponibile il limitatore Open View, evoluzione della vecchia catenella, completamente riprogettata dai tecnici Dierre per essere ancora più resistente e lasciare libera la visuale anche quando è in funzione.

di Sara Giusti

La distribuzione ha scommesso sul fotovoltaico

Fotovoltaico

Aumenta il numero dei rivenditori che offrono pannelli solari e fotovoltaico. E i dati ufficiali confermano l’aumento di installato nel residenziale. Un trend che coinvolge anche i produttori di laterizi e lattoneria.

«Poiché la crescita della produzione da fonti rinnovabili è per lo più imputabile a impianti fotovoltaici, in tutte le zone di mercato del Paese aumenta la porzione di carico soddisfatta dalle fonti rinnovabili non programmabili; inoltre, continua a essere evidente la pendenza del profilo di carico residuo nelle ore preserali.

In alcune zone di mercato (in particolare le zone del Sud Italia e le isole), in parecchie ore, la produzione da impianti fotovoltaici ed eolici è superiore rispetto al carico totale (soprattutto nei giorni festivi)». Parola dell’Authority per energia e reti, cioè Arera. Che nella sua relazione del 30 luglio ha fatto il punto sulla pannellificazione, per usare un neologismo, dell’Italia.

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Il potere evocativo del colore: Fap Ceramiche presenta la novità True Color

I colori di Fap Ceramics
Fap True Color

Immersione totale nel colore, senza paura di esagerare è il leit motiv del Color Drench, il nuovo trend che suggerisce di circondarci della nuance che amiamo, abbandonandoci al suo magico potere evocativo.

Nel segno di questa nuova tendenza, Fap Ceramiche presenta True Color, una collezione in cui l’eclettismo cromatico e materico diventa l’espediente perfetto per donare luminosità e respiro agli ambienti.

La nuova collezione di Fap Ceramiche

Delicate nuance, dalla sofisticata allure vintage, compongono una palette che sa incantare con semplicità. Dalle note più calde di Fossil e Caramel a quelle più fredde di Cloud e Matcha, fino alle sfumature neutre di Talc.

Questi splendidi colori, morbidi e pastosi, trovano la massima esaltazione in abbinamento a una selezione di piastrelle decorate che sono il chiaro esito di una ricerca profonda e di una lavorazione all’avanguardia della materia.

Fap True Color

Così, le delicate cannettature di Groove – nelle varianti Oak, Blue e Jade – possono accostarsi in modo armonico ai fondi della collezione, o incontrare con grazia le preziose incisioni floreali di Wind: un motivo pittorico capace di adagiarsi come un velo sulla parete. Nella versione Flower, i fiori incisi di Wind sono decorati a mano dagli artigiani Fap, regalando alle superfici un’eleganza eterea.

Forme sinuose, cesellate con sapienza sono il cuore di Wave: un decoro in cui morbide onde evocano sensazioni ed estetiche diverse a seconda dello schema di posa. Lo sviluppo verticale mima una prorompente cascata naturale, donando slancio alla superficie ed esaltandone il carattere.

Fap True Color

All’anima delicatamente colorata della collezione fa eco uno spirito contemporaneo, che dispiega il suo potenziale decorativo in Drop White, un pattern di vivaci frammenti di colore che si intonano a ogni stile e mood. Gocce variopinte riflettono la luce facendo scintillare il candore quasi evanescente del fondo. Soluzione perfetta per realizzare ambienti di grande impatto scenico, soprattutto se in combinazione a un pavimento coordinato, come nel caso di Milano Mood Gocce Ghiaccio, per un total look di grande freschezza e modernità.

Per la realizzazione di nicchie e pareti capaci di catalizzare l’attenzione, donando personalità all’ambiente, si può ricorrere alle note lucenti del mosaico Vintage. Si tratta di un pattern esagonale, piacevolmente materico, pastoso e brillante nel colore, che emana un inconfondibile fascino retrò. Un formato facile e versatile, 50×120, accomuna tutte le referenze della collezione.

 True Color è il risultato di un meticoloso lavoro artigianale che plasma la ceramica con maestria, per dar vita a spazi capaci di accogliere e rinfrancare, nel segno di una profonda connessione con la natura. Dal carattere estremamente duttile, la serie si presta alla combinazione con diversi effetti della famiglia Fap, per accostamenti inediti dal sapore contemporaneo adatti a diverse destinazioni d’uso.

Edileco arriva a Milano con il primo ufficio certificato Biophilic Design d’Italia: “The Forest”

Open space Milano Hub Edileco
Albero centrale Milano Hub Edileco

La cooperativa valdostana Edileco inaugura Milano Hub, un nuovo ufficio che ne racconta i valori e l’esperienza: è infatti realizzato secondo i principi della biofilia attraverso un concept chiamato The Forest, che porta la natura all’interno dell’ambiente di lavoro aiutando a migliorare la qualità dell’aria, prevenire l’affaticamento cognitivo e ridurre lo stress. 

Lo spazio si trova a ridosso del quartiere delle Cinque Vie e occupa 500 mq distribuiti su tre livelli. Un ambiente che condensa arte e metodo scientifico e che si distingue anche in termini di efficienza: gli interventi di Edileco hanno portato al miglioramento della classe energetica.

The Forest è il primo ambiente certificato in Italia con il Biophilic Quality Index (BQI), l’indice quantitativo che consente di valutare l’aderenza ai principi della biofilia, ovvero l’orientamento dell’essere umano a trovare benessere nel contatto con la natura.

Trasformare lo spazio di lavoro in un luogo funzionale, esteticamente appagante e incentrato sul benessere è l’obiettivo del Biophilic Design, l’approccio all’architettura e all’interior design che integra elementi naturali nella progettazione degli spazi interni, per migliorare la condizione psico-fisica delle persone, aumentando i livelli percepiti di energia (+76%) e felicità (+78%).

Edileco, società cooperativa italiana specializzata in costruzioni e riqualificazioni ecocompatibili nata in Valle d’Aosta, porta questa visione nel capoluogo lombardo inaugurando Milano Hub, una nuova sede aziendale realizzata secondo i principi della biofilia. Il nuovo Hub milanese è stata l’occasione per sperimentare un moderno modello di progettazione attraverso un concept, pensato da Edileco e chiamato The Forest, che ha permesso all’azienda di realizzare il primo ufficio d’Italia certificato in Biophilic Design, anche grazie alla collaborazione con l’Università della Valle d’Aosta e in particolare con il gruppo di Ricerca GREEN – LEAF diretto dal prof. Giuseppe Barbiero, massimo esperto di Biofilia in Italia e tra i più riconosciuti a livello internazionale. 

Milano Hub, la nuova sede di Edileco

In vista dei 20 anni di attività che festeggerà nel 2025, Edileco ha scelto quindi il nuovo Milano Hub per ampliarsi e condividere la propria esperienza concretizzando il suo approccio innovativo, che coniuga progettazione, design e sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Valori che sono sintetizzati dal concept The Forest: un unicum nel modo in cui applica i principi della biofilia e del design artistico, con focus sulle persone e sul rapporto con la natura. 

La nuova sede di Edileco, che andrà ad affiancarsi all’headquarter di Nus (Aosta), è situata nel distretto milanese delle Cinque Vie, crocevia dinamico di scambi commerciali già in antichità. Si sviluppa su 500 mq distribuiti su tre livelli di un condominio e rappresenta il punto di partenza per la creazione di un ambiente rigenerativo, che stimola benessere e creatività.

Protagonista assoluto è il verde, con le piante che giocano un ruolo strutturale e funzionale: creano pareti verdi, schermature solari, strutture per arredi e divisori. Posizionate in modo da essere accessibili, favoriscono l’interazione diretta, migliorando la qualità dell’aria e contribuendo all’atmosfera rigenerativa.

Concepito come uno spazio accessibile, multifunzionale e dinamico dedicato alla progettazione integrata, al design avanzato e all’innovazione, Milano Hub sarà utilizzato non solo come luogo di lavoro quotidiano, ma anche come spazio di esposizione, eventi e presentazione di nuovi progetti. L’obiettivo è rendere la nuova sede un laboratorio di idee, dove professionisti di diversi settori possano confrontarsi e ispirarsi a vicenda. 

«L’arrivo a Milano, un grande passo»

«Per Edileco, l’arrivo a Milano segna un grande passo. Abbiamo deciso di farlo portando vent’anni di esperienza nel settore edile e progettuale e presentandoci con una visione innovativa. Siamo orgogliosi di aver realizzato il primo ufficio in Italia certificato in Biophilic Design, per restituire a tutti i nostri collaboratori uno spazio in cui possano godere del massimo benessere lavorativo. L’attenzione alle persone è per noi il cuore pulsante che muove ogni decisione aziendale: dopo aver regalato un mese di ferie extra nel corso del 2024, questo nuovo ufficio vuole essere un ulteriore segnale verso tutte le persone che ogni giorno permettono a Edileco di crescere. Con questa nuova sede, non solo rafforziamo la nostra presenza in Italia, ma ci impegniamo nel promuovere scelte progettuali che integrano elementi funzionali, efficienza energetica e soluzioni artistiche, per restituire un ambiente di lavoro stimolante, sostenibile, produttivo e anche bello», così Davide Trapani, Presidente di Edileco.

Davide Trapani, Presidente Edileco

Il Professor Giuseppe Barbiero, Direttore del Green Leaf, il laboratorio di ecologia affettiva dell’Università della Valle d’Aosta, ha sottolineato: «Il nostro laboratorio ha sviluppato il Biophilic Quality Index (BQI), un sistema di valutazione del potere rigenerativo degli ambienti costruiti. Il BQI si basa su una serie di costrutti selezionati in base all’efficacia della prova che favoriscono la rigenerazione dalla fatica mentale e il recupero dallo stress. Ciò che differenzia il BQI dagli altri sistemi di certificazione del biophilic design è il suo carattere quantitativo, anziché qualitativo. Ciò permette di prevedere con buona accuratezza gli effetti sul benessere cognitivo ed emotivo, a breve e a medio termine, del contatto continuativo con la Natura garantito dal biophilic design».

Andrea Nembro, Responsabile Sviluppo Business & progetti speciali di Edileco, ha spiegato: «The Forest nasce dall’idea di integrare il verde negli spazi urbani, creando un’isola all’interno della città, dove poter respirare aria pulita e riscoprire il contatto con l’ambiente naturale. Abbiamo realizzato uno spazio di lavoro che è anche uno showroom, in cui ingegneria, architettura e design si fondono per offrire un contesto unico ai nostri collaboratori e clienti. The Forest è il risultato dell’impegno di un team di professionisti che ha lavorato per realizzare un luogo innovativo, dove natura e uomo convivono in armonia. Ci auguriamo possa diventare un punto di riferimento e un caso studio per altre realtà che intendano replicare questo approccio». 

The Forest, il primo ufficio certificato Biophilic Design d’Italia

Ad oggi, l’approccio alla biofilia è, in molti casi, ancora poco metodologico: stabilire con certezza se un ambiente rispetta i principi del Biophilic Design può essere complesso, per via della soggettività degli elementi che contribuiscono a definire uno spazio in linea con il Biophilic Design. Edileco ha invece scelto un approccio scientifico e ha ottenuto, per la prima volta in Italia, la certificazione dell’ufficio attraverso l’uso del Biophilic Quality Index (BQI), strumento di valutazione – sviluppato dai professori Giuseppe Barbiero e Rita Berto – che misura e quantifica in maniera oggettiva e standardizzata il livello di Biophilic Design e di rigenerazione di un ambiente. 

Open space Milano Hub Edileco

 

Per realizzare l’ufficio milanese, l’azienda valdostana si è basata non solo sulla propria esperienza ventennale nella progettazione e realizzazione di edifici ecosostenibili, ma anche sull’aderenza ai 15 pattern del Biophilic Design sviluppati da Terrapin Bright Green (società di consulenza sulla sostenibilità) incentrati sulla relazione con la natura, sulla biologia umana e sulla progettazione dell’ambiente. Edileco si è avvalsa anche della consulenza della dott.ssa Alice Venturella, che ha verificato i dati delle misurazioni della qualità dell’aria pre e post intervento e ha supportato il team di progettazione di Edileco nel rispettare i 15 pattern di Biophilic Design.

Il risultato è un ambiente che condensa arte e metodo scientifico, dimostrando come la biofilia possa essere integrata nel design architettonico, creando spazi di lavoro efficienti e orientati al benessere delle persone. Inoltre, il Milano Hub si distingue per la riqualificazione energetica della porzione di fabbricato interessata dai lavori: Edileco ha curato gli interventi dell’involucro esistente, delle superfici vetrate, delle partizioni interne e degli orizzontamenti e – pur intervenendo su una porzione limitata di un edificio esistente localizzato in centro città – ha ottenuto il miglioramento di due classi energetiche. Un’attenzione particolare è stata riservata alla selezione dei materiali: tradizionali elementi edilizi come legno e pietra sono stati accostati a materiali moderni come acciaio e vetro. L’arredamento è stato realizzato completamente su misura, per adattarsi al meglio allo spazio anche in fase di lavori. 

All’interno di The Forest

Rispetto a luoghi di lavoro che non prevedono contatto con la natura, negli ambienti in cui la natura è protagonista si registra un aumento del 76% nei livelli percepiti di energia e del 78% di felicità da parte dei dipendenti. Introdurre suoni della natura, che vadano a sostituire quelli di un ambiente urbano, può invece migliorare le prestazioni cognitive, in media del 13,9%.

Edileco, con la sua visione innovativa, proponendo per il suo Milano Hub il concept The Forest sta quindi non solo rispettando l’ambiente ma anche valorizzando il suo capitale umano, dimostrando che il benessere dei dipendenti e la produttività aziendale possono andare di pari passo grazie al Biophilic Design.

Nel nuovo ufficio milanese natura, architettura e bellezza si fondono armoniosamente, a partire dal logo di The Forest posizionato all’entrata, dove gli anelli degli alberi si integrano nella stilizzazione di una mappa di Milano. 

Lo spazio si sviluppa su tre livelli.

Al piano terra, la reception accoglie i visitatori in un ambiente particolarmente verde, con la sala d’attesa che ospita una fontana, che simula il movimento dell’acqua di montagna, e un albero centrale. Realizzata a mano da maestranze di Edileco, la struttura è un elemento artistico ma anche ingegneristico: al suo interno si trova infatti un sistema di purificazione dell’aria. L’aria calda che sale viene raccolta nei tubi interni e filtrata, mentre l’aria inquinata viene riportata verso il basso per essere trattata, simulando il processo naturale di fotosintesi clorofilliana.

Salendo al primo piano, si scopre l’open space, che richiama l’idea delle storiche e simboliche terrazze di Milano grazie alle balconate presenti. Qui la luce naturale, le forme organiche e i materiali naturali si uniscono a un attento isolamento energetico e acustico: tutto è progettato per favorire il rilassamento e la concentrazione grazie alla presenza di elementi naturali che innescano una “soft fascination” e riducono lo stress. 

Al piano interrato, infine, si trovano le sale meeting flessibili con pareti vetrate e fonoassorbenti, una materioteca e un locale stampa, oltre a aree dedicate ai dipendenti, come la zona break, la cucina e spazi per il relax e la socializzazione. Il pavimento sopraelevato preesistente è stato recuperato per motivi di sostenibilità, offrendo accesso ai cablaggi e mantenendo un’estetica pulita, mentre un avanzato impianto di trattamento dell’aria garantisce ventilazione e controllo della temperatura. 

250 ragazzi in visita allo stabilimento di T2D di Todi alla scoperta del laterizio

T2D

T2D è protagonista di un’iniziativa didattica con un l’istituto umbro Cocchi-Aosta di Todi (Perugia). Ragazzi in visita nello stabilimento hanno partecipato anche a un laboratorio per insegnare attività e tecnologie dell’industria.

«Guarda le cose come se le vedessi per la prima volta, con gli occhi di un bambino, fresco di meraviglia», raccomandava l’artista statunitense Joseph Cornell. E di meraviglia sono stati colmi gli occhi dei 250 ragazzi della scuola secondaria di primo grado Cocchi-Aosta di Todi (Perugia), varcando le porte dello stabilimento umbro di T2D, principale produttore di laterizi in Italia, per l’iniziativa di formazione del percorso «Argilla e movimento», ideato dall’azienda in collaborazione con l’Ecomuseo dell’Argilla Munlab di Cambiano (Torino).

Visita nello stabilimento T2D di Perugia
Visita nello stabilimento T2D di Perugia

Porte aperte

L’iniziativa didattica si è sviluppata nell’arco di quattro mattinate, dal 22 al 25 ottobre, e ha coinvolto ragazzi tra i dieci e gli undici anni di nove classi diverse dell’istituto tudertino.

«Questo evento non vuole essere un’iniziativa una tantum, ma desideriamo protrarla nel tempo. Siamo abituati ad aprire le porte dei nostri stabilimenti a figure legate al mondo professionale, come rivendite, progettisti, imprese, università e scuole di geometri. Adesso vogliamo coinvolgere anche i ragazzi più giovani», afferma Alessandro Andreucci, responsabile marketing dell’azienda.

«Vogliamo mostrare ai più giovani come un’azienda moderna possa essere un luogo sicuro, accogliente, pulito e vivibile, e avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro. In questa società, dove tutto è digitale, dove si è persa la manualità nel fare le cose, gli studenti possono contemplare mestieri che possiamo definire tradizionali.

Intendiamo inoltre favorire una maggiore conoscenza sulla produzione dei laterizi e mostrare il know how, le tecnologie dell’industria 4.0 e soprattutto la sostenibilità, sia dei prodotti che relativa alla gestione degli stabilimenti», spiega il manager.

Manufatti di argilla

Alla riscoperta della manualità è legato anche il laboratorio che ha concluso la visita allo stabilimento produttivo, in cui i ragazzi sono stati chiamati a realizzare dei manufatti con l’argilla.

Con la manipolazione dell’argilla gli studenti hanno interagito con terra, acqua e fuoco, i tre elementi naturali alla base della produzione del laterizio. Liberando la propria fantasia, ogni ragazzo ha creato la sua piccola opera d’arte.

I manufatti, realizzati in argilla cruda, verranno successivamente cotti nei forni dell’azienda, per poi essere trasferiti presso l’istituto scolastico e mostrati all’interno di una installazione.

L’installazione, chiamata Biomuro, trae spunto dalla ricerca dell’architetto Cesario Carena, che ha declinato l’idea dei gabbioni di contenimento fatti con reti elettrosaldate e riempiti di pietre in un’opera di design in cui la struttura di rete elettrosaldata ingloba manufatti di terracotta, laterizi di scarto riciclati dalla produzione industriale, piccole piante resistenti che colonizzano la struttura, uova nido di terracotta che accolgono uccelli.

Installazione Biomuro
Installazione Biomuro

In questo caso il Biomuro , progettato ad hoc per lo stabilimento T2D di Todi, accoglierà tutte le opere dei ragazzi senza soluzione di continuità, ampliandosi nel tempo grazie dal contributo delle classi che si susseguiranno nell’esperienza creativa con l’argilla.

Un mattone speciale

Ma l’iniziativa Argilla e movimento non si esaurisce qui. Oltre al percorso intitolato «Un altro mattone», che ha coinvolto i ragazzi delle prime classi delle scuole secondarie di primo grado, T2D e Munlab hanno previsto altri due progetti che saranno programmati nella prossima primavera: «Un altro paesaggio» e «Un altro materiale».

Il percorso «Un altro paesaggio», dedicato alle seconde classi, si concentrerà sulla zona della cava e il suo rapporto con il territorio circostante.

«Questo percorso vuole portare gli studenti a riflettere su come l’industria può contribuire alla trasformazione positiva del territorio», spiega Andreucci.

La zona di estrazione della materia prima del sito produttivo T2D di Todi è infatti inglobata all’interno di un’oasi naturale che si estende per oltre 60 ettari. All’interno di quest’area, tra boschi e colline, è possibile incontrare anche diverse specie animali al libero pascolo.

«Nella cava di Todi c’è una gestione rispettosa nei confronti della natura circostante, con attività di ripristino ambientale periodico della zona di escavo della materia prima. In più, dietro questa cava, sono stati installati anche impianti fotovoltaici per un incrementare l’utilizzo di energie rinnovabili».

Il terzo format, «Un altro materiale», è invece dedicato alle classi terze delle scuole primarie di secondo grado e prevede un percorso più tecnico, con visite più approfondite sui materiali e i processi produttivi.

«Per noi è molto importante far conoscere da vicino la nostra realtà, i principi che guidano le nostre attività quotidiane e il senso di appartenenza nei confronti del territorio, inteso sia come natura sia come comunità locale, nel segno di una sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale», dichiara Andreucci.

Feedback positivo

«Abbiamo ricevuto feedback assolutamente positivi da parte dei docenti dell’istituto scolastico Cocchi-Aosta e proprio sulla base di questo riscontro vogliamo allargare questa iniziativa alle altre scuole dell’Umbria e delle regioni in cui siamo presenti con i nostri stabilimenti», racconta il responsabile marketing di T2D.

«In Piemonte, dove siamo già attivi da anni con questa attività di formazione insieme all’Ecomuseo Munlab, vorremmo crescere ancora di più. Il loro supporto è stato fondamentale per esportare il progetto didattico Argilla in movimento da Cambiano (Torino) a Todi, fino a toccare in futuro anche Gabbro (Livorno) e Masserano (Biella)».

Con questa attività T2D continua a coltivare il suo impegno verso la formazione, finora rivolta in particolar modo al target professionale.

Nel 2024 l’azienda ha realizzato oltre 30 eventi con crediti formativi per i progettisti e oltre 120 eventi con le imprese, sia in azienda che direttamente in cantiere, e con i rivenditori.

T2D collabora da sempre con il mondo accademico e con il consorzio Poroton, veicolando anche le competenze dei maggiori esponenti ed esperti del settore del mondo dei laterizi.

Così Munlab racconta T2D

«Ringrazio T2D per averci coinvolto in questo bel progetto di didattica incentrata sull’esperienza diretta dell’argilla. È stimolante esportare le nostre competenze ormai ventennali in un nuovo contesto e un’opportunità preziosa per avviare nuove progettazioni: l’entusiasmo mostrato dai ragazzi e dai docenti ci incoraggia.

Lo stabilimento T2D di Todi è una realtà dinamica e innovativa, accogliente e disponibile a sperimentare il coinvolgimento di studenti e abitanti nell’esplorazione creativa di un materiale e del suo ciclo produttivo», commenta Elena Carena, direttrice del Munlab Ecomuseo dell’Argilla, aderente alla Rete degli Ecomusei del Piemonte e alla Rete degli Ecomusei Italiani.

Nato nel 2001 per volontà dell’Associazione La Fornace Spazio Permanente, attiva dal 1993 negli spazi dismessi della Fornace Carena di Cambiano (Torino), Munlab – Ecomuseo dell’Argilla prende il suo nome da mun, parola che in piemontese indica il mattone.

Fin dalla sua fondazione l’obiettivo dell’ecomuseo è stato quello di raccontare la comunità di Cambiano e dei lavoratori di fornace, gli edifici dismessi e l’ex cava di argilla della Fornace Carena, e la realtà di un materiale come l’argilla, attraverso l’arte e il design.

Così gli spazi della produzione della fornace sono diventati fucine creative di idee e sperimentazioni.

Inoltre, Munlab organizza numerose attività didattiche pensate per diverse età, dai più piccoli che frequentano l’ultimo anno del nido fino agli studenti dell’università.

Dal 2023 il Munlab ha il supporto di T2D, in sintonia con l’obiettivo aziendale di proporre formazione e informazione per diffondere la cultura dell’argilla e del costruire di qualità.

di Veronica Monaco

Friulsider incorpora Si.Cop Etanco e consolida la presenza in Europa

Lo stabilimento Friulsider di San Giovanni al Natisone

Aria di novità in Friulsider, che all’inizio di novembre ha incorporato Si.Cop Etanco, filiale italiana del gruppo francese Etanco.

Specializzato nel settore dei fissaggi e degli accessori per le coperture e le facciate ventilate, Etanco serve oltre 18 mila clienti distribuiti in più di 50 Paesi in tutto il mondo, generando un fatturato di 260 milioni di euro all’anno.

Nel 2022 il Gruppo francese è stato acquisito dalla multinazionale americana Simpson Strong-Tie. La fusione Si.Cop Etanco-Friulsider si inserisce dunque all’interno di questa operazione e rientra in una serie di sinergie messe in atto da Simpson Strong-Tie al fine di consolidare la presenza del gruppo in Europa.

Gli spazi produttivi e logistici di Friulsider presso lo stabilimento di San Giovanni al Natisone (Udine) sono stati recentemente potenziati, anche per sostenere la crescita e accogliere la business unit Etanco, ottimizzando flussi e gestione, mentre gli uffici commerciali e la sede operativa restano a Milano per garantire continuità di servizio ai clienti.

Ne parliamo con Fabrizio Tofoni, già direttore vendite e marketing di Friulsider, nominato da novembre amministratore delegato di Friulsider e nuovo direttore regionale della branch Europa del Sud di Simpson Strong-Tie.

Fabrizio Tofani
Fabrizio Tofoni nominato da novembre nuovo amministratore delegato Friulsider e nuovo direttore regionale della Branchi Europa del Sud di Simpson Strong-Tie

Quali saranno le responsabilità del suo incarico e quali obiettivi intende raggiungere?

I prossimi mesi si presentano molto sfidanti, perché il mercato si annuncia stabile, ma grazie alla recente fusione saremo in grado di diversificare e aprire a nuovi mercati.

Gli obiettivi rientrano in un piano strategico che guarda fino al 2030. Volendo riassumere in poche righe le priorità, punteremo a valorizzare le persone, aumentare l’efficienza, sfruttando le sinergie di gruppo e sostenere le vendite.

Il Piano prevede crescite importanti e stiamo valutando ulteriori investimenti necessari.

Quali sono state le principali tappe dello sviluppo di Friulsider dalla sua fondazione a oggi?

Friulsider nasce nel 1966 come azienda per la produzione di viti, ma presto è diventata un’importante realtà del territorio sviluppando il suo portfolio con la produzione di tasselli in nylon (1978) e metallici (1981).

Tra gli anni Novanta e Duemila lo stabilimento si è ampliato con l’introduzione del primo impianto di assemblaggio automatico, il reparto dedicato alla produzione plastica e il laboratorio interno.

Inoltre, durante questo periodo Friulsider ha cominciato a espandersi oltre i confini nazionali con l’acquisizione della filiale nel Regno Unito.

Nel 2008 Friulsider è entrata a far parte del Gruppo francese Etanco, realtà internazionale specializzata nel settore dei sistemi di fissaggio per l’involucro edilizio.

Negli anni successivi il focus è stato sulla qualità di prodotto, puntando all’ottenimento di certificazioni e allo sviluppo di soluzioni riconosciute per l’edilizia sismica.

Nell’aprile 2022 il gruppo Etanco, e quindi anche Friulsider, è stato acquisito dalla multinazionale americana Simpson Strong-Tie, leader mondiale nelle soluzioni strutturali.

Che cos’è cambiato per voi con l’acquisizione?

L’acquisizione da parte di Simpson è stata sicuramente una svolta positiva per l’azienda. Siamo entrati a far parte di una multinazionale forte e riconosciuta in tutto il mondo.

Sin da subito gli investimenti del gruppo americano sulla sede friulana sono stati notevoli, portando a un ampliamento di circa 10 mila metri quadrati dello stabilimento.

Abbiamo ingrandito il magazzino e ricollocato i dipartimenti di confezionamento e assemblaggio, aumentando l’efficienza anche grazie all’introduzione di veicoli automatizzati.

Inoltre, l’arrivo di Simpson ci ha permesso di ampliare il nostro portafoglio prodotti, introducendo numerose soluzioni progettate per l’edilizia legno, settore in cui Simpson è leader mondiale.

A seguito dell’acquisizione abbiamo lanciato infatti sul mercato italiano la gamma di connessioni per legno e durante il 2024 abbiamo rafforzato l’offerta con l’aggiunta di più di cento nuovi prodotti.

Dal 2022 Friulsider è anche responsabile per il Sud Europa all’interno del gruppo multinazionale: che cosa ha comportato questo per l’azienda?

Con l’acquisizione Friulsider è diventata headquarters della branch dell’Europa del Sud, che comprende Italia, Spagna e Portogallo.

Questo sicuramente è dovuto alla posizione strategica, un polo logistico e distributivo chiave per tutto il continente.

In quanto sede della filiale, molti reparti saranno centralizzati e coordinati direttamente da San Giovanni al Natisone (Udine).

Da novembre Si.Cop Etanco è stata incorporata in Friulsider: che cosa cambierà per voi? E per i vostri clienti?

La fusione segna un passo strategico all’interno di un processo di espansione e consolidamento della presenza in Europa da parte di Simpson e punta a ottimizzare i processi aziendali e i flussi operativi.

Questa operazione ci permetterà di sfruttare le sinergie tra le due realtà e sviluppare nuove opportunità soprattutto guardando all’ambito della sostenibilità e dell’efficienza energetica.

Dal punto di vista organizzativo, Si.Cop Etanco è diventata una business unit della società Friulsider e il magazzino lombardo è stato spostato a San Giovanni al Natisone, anche in forza del recente ampliamento.

Ci saranno ripercussioni sui clienti e sulla rete vendita?

Per i clienti nel concreto non cambierà nulla, l’offerta a marchio Etanco non subirà alcuna modifica e i contatti commerciali rimarranno gli stessi, garantendo continuità e lo stesso livello di servizio.

Non ci saranno ripercussioni neanche sulla rete vendita, perché le due realtà hanno canali distributivi differenti: Friulsider si appoggia a un team di agenzie presenti su tutto il territorio nazionale, mentre Etanco mantiene una strategia di distribuzione diretta.

Friulsider si distingue per l’innovazione, la qualità e la vasta gamma di soluzioni tecniche offerte a livello internazionale. Quali prodotti offrite in Italia?

La gamma Friulsider è vasta e completa. Comprende sei linee di prodotto: fissaggi metallici, fissaggi chimici, fissaggi plastici, viti autofilettanti e autoperforanti, fissaggi per legno e bulloneria.

I nostri fissaggi metallici includono ancoranti come gli storici FM 753 e ATS evo, anche nelle versioni con certificazione sismica.

Tra i fissaggi in nylon invece spiccano sicuramente i tasselli prolungati ad alte prestazioni, b e FM-X5 sviluppati per l’involucro edilizio, e la gamma universale dell’X1 ideale per tutti i supporti.

Con l’acquisizione di Simpson abbiamo poi ampliato notevolmente la nostra linea di fissaggi per legno, dedicando un catalogo esclusivamente a queste soluzioni.

Quali sono i vostri prodotti di punta?

Il nuovo ancorante pesante passante FM 753 EVO
Il nuovo ancorante pesante passante FM 753 EVO

Sicuramente tra i nostri fissaggi metallici spicca il nuovo FM 753 evo, lanciato proprio all’inizio del 2024.

La nuova gamma dell’ancorante pesante passante è stata un grande progetto di innovazione portato avanti dall’azienda, in quanto ha visto la riprogettazione di un tassello storico del nostro portafoglio prodotti.

Il 753 evo è in media il 30% più performante rispetto ai precedenti e comprende una gamma certificata molto più estesa.

Nella prima parte del 2025 verrà installato un nuovo macchinario dedicato proprio alla produzione di questo tassello, a dimostrazione di quanto crediamo in questa innovazione.

Quali sono i vostri canali di distribuzione?

Friulsider opera principalmente tramite una solida rete vendita nazionale: abbiamo più di 20 agenzie in tutta Italia che si occupano del canale della rivendita e corrispondono a più del 50% del fatturato totale.

Serviamo anche numerosi grossisti attraverso un canale dedicato. Inoltre, sempre con personale interno gestiamo diversi clienti del mondo dell’industria ai quali prepariamo kit personalizzati e diversi esponenti del mondo del fai-da-te.

Anche l’export è gestito direttamente dal nostro commerciale interno raggiungendo circa 60 Paesi in tutto il mondo in sinergia con il Gruppo.

Negli ultimi anni, soprattutto grazie all’acquisizione americana, il nostro target si è ampliato e diversificato. Stiamo puntando sempre più al target di progettisti e architetti.

I nostri prodotti sono progettati per l’edilizia strutturale e quindi diventa di fondamentale importanza per noi che siano direttamente inseriti nei progetti.

Come si articola il vostro rapporto con i rivenditori di materiali edili?

Il nostro target principale negli ultimi 50 anni è sempre stata la rivendita. Supportiamo le agenzie con la nostra presenza in occasione di eventi open house, tramite progetti di formazione e il servizio di merchandising con scaffalature brandizzate.

di Veronica Monaco

Nuova finitura per esterni: colori saturi resistenti alle intemperie

Finitura per esterni

L’ultima novità del Sistema fassaColour di Fassa Bortolo è Fassadvance Protection, una finitura per esterni sviluppata per proteggere senza rischi quei colori saturi e di particolare impatto che tendono a subire un degrado più rapido a causa delle intemperie.

Non solo per toni neutri come grigio e marrone: la soluzione è pensata anche per il nero, il giallo e il rosso, colori intensi e accesi.

Fassadvance Protection capannone

Grazie a una innovativa formulazione, Fassadvance Protection salvaguarda le facciate e garantisce una maggiore resistenza all’invecchiamento causato dagli agenti atmosferici, come l’esposizione al sole, il caldo eccessivo, freddo, pioggia, gelo e umidità.

L’elevato grado di idrorepellenza consente alle gocce d’acqua di defluire più facilmente dalla superficie, permettendo quindi alla parete di asciugarsi più velocemente, riducendo il rischio di deterioramento e lo sviluppo di alghe e muffe.

Conforme alla norma En 1504-2, Fassadvace Protection è studiata anche per la protezione di superfici in calcestruzzo.

Il prodotto è stato inoltre sottoposto a severi test in grado di accelerare l’invecchiamento della colorazione, attraverso ripetuti cicli di esposizione alle radiazioni e all’acqua, secondo la norma En Iso 16474-2, con ottimi risultati per quanto concerne la resistenza.

FASSADVANCE_PROTECTION

Fassadvance Protection è disponibile in una vasta gamma di tinte con una nuova palette composta da oltre 50 colorazioni, tra cui un’ampia scelta di toni saturi e molto profondi, dal marrone al rosso, dall’ocra al grigio, per soluzioni dal forte impatto visivo ed emozionale.

La proposta è dedicata all’edilizia civile, ma al mondo industriale che può rafforzare l’identità aziendale con una scelta forte dal punto di vista cromatico.

di Alice Fugazza