Sostenibilità, design, tecnologia, e domotica. Queste le parole chiave al centro di Cersaie 2024, che alla sua 41esima edizione si è confermato come vetrina internazionale per il mondo della ceramica per l’architettura e l’arredobagno.
A Bologna sono giunti per scoprire le ultime novità del settore più di 47 mila visitatori stranieri, che aggiunti agli oltre 48 mila operatori nazionali hanno composto una platea di circa 95 mila presenze, in leggera flessione rispetto allo scorso anno (-4%).
«Pur in un contesto internazionale caratterizzato da situazioni di forte criticità, la grande capacità di attrazione di Cersaie ha consentito alle aziende espositrici di valorizzare al meglio gli investimenti fatti», ha commentato Augusto Ciarrocchi, presidente di Confindustria Ceramica.
«La qualità dei visitatori che abbiamo incontrato a Bologna quali distributori, architetti, operatori del real estate, è stata ben percepita dalle nostre aziende nei loro stand.
La ceramica italiana continua a essere leader sui mercati mondiali grazie al valore assoluto del proprio design e a caratteristiche distintive quali sostenibilità e rispetto dei diritti delle persone, anche se dobbiamo confrontarci con un dumping sempre più aggressivo di alcuni Paesi e con la perdita di competitività per le nostre imprese che deriva dall’applicazione ideologica di normative, come l’Ets, che pure mirano a obiettivi ambientali Ue condivisibili».
Intanto, sono già state annunciate le date della prossima edizione che si terrà a Bologna dal 22 al 26 settembre 2025.
I numeri al Cersaie 2024
Quindici padiglioni per un totale di 145 mila metri quadrati di superficie complessiva e 606 aziende espositrici, di cui 332 del comparto piastrelle di ceramica, 91 dell’arredobagno, 183 appartenenti ai settori della posa, delle materie prime, delle nuove superfici, delle attività di servizio.
Delle aziende presenti 230 espositori, pari al 38% del totale, erano estere, con 25 Paesi rappresentati.
Questi i numeri di Cersaie 2024, che ha chiuso la sua cinque giorni con un totale di 95.321 presenze, con una sostanziale tenuta degli operatori internazionali (47.095 rispetto a 47.634 nel 2023, -1%) e una diminuzione del 6,7% degli operatori italiani (48.226 rispetto a 51.685).
Folto anche il pubblico che ha partecipato agli eventi collaterali della fiera, come sintetizza Emilio Mussini, alla guida delle Attività Promozionali di Confindustria Ceramica: «1200 partecipanti alla Lectio Magistralis di Riken Yamamoto, tredicesimo premio Pritzker presente a Cersaie, centinaia di architetti hanno partecipato agli altri eventi del programma «Costruire, Abitare, Pensare», 150 giornalisti hanno preso parte alla Conferenza Stampa Internazionale, 18 i Caffè della stampa tenutisi in presenza e trasmessi in streaming nei cinque giorni di fiera. Grande interesse e afflusso è stato registrato alla Città della Posa.
Oltre 240 operatori provenienti da Europa, Nord America, area del Golfo e Africa hanno poi composto la delegazione del Cersaie Business, con una forte presenza di giornalisti da tutto il mondo resa possibile grazie alla preziosa collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Ice Agenzia».
Confindustria Ceramica Distributor Awards 2024
Anche quest’anno la manifestazione fieristica dedicata alla ceramica e all’arredobagno ha avuto tra i suoi protagonisti i distributori: i migliori rappresentati della categoria a livello internazionale sono stati insigniti del Confindustria Ceramica Distributor Awards, che premia le aziende di Italia, Francia, Germania e Austria che si sono particolarmente distinte nel costruire rapporti di partnership con il settore ceramico nazionale.
Per l’Italia si è aggiudicato il premio Fratelli Baiano, di Baiano Casa di Quarto (Napoli), azienda fondata nel 1965, attiva con uno showroom di oltre 3 mila metri quadrati e 35 dipendenti e con vendite di piastrelle per il 95% derivate da ceramiche italiane.
Per la Francia premiate ex aequo la Bob Carrelage di Hyères, con sette punti vendita, 50 collaboratori e un fatturato complessivo annuo di 20 milioni di euro, con il 70% di vendite di piastrelle dato da ceramiche italiane, e la Forgiarini di Kogenheim, con quattro showroom, 70 dipendenti e un fatturato complessivo annuo di oltre 14 milioni di euro, con vendite di piastrelle composte per il 78% da ceramiche italiane.
Per la Germania è stata premiata la Unternehmensgruppe Aug. Hohne Sohne Harry’s Fliesenmaerkte di Amburgo, 118 anni di attività, un fatturato di 24 milioni di euro, che opera con 105 dipendenti in dieci punti vendita e che il 43% delle vendite deriva da piastrelle prodotte in Italia.
Infine, per l’Austria il migliore distributore è stato nominato Beinkofer GesmbH & Co. KG di Linz, che celebra proprio nel 2024 i suoi cento anni di attività. Con 105 dipendenti presenti in nove punti vendita e un fatturato totale di 37 milioni di euro, per la Beinkofer GesmbH il 62,5% delle vendite di piastrelle di ceramica è dato da collezioni italiane.
La grande architettura a Cersaie
A Cersaie anche la grande architettura ha avuto un palcoscenico di eccezione con la lectio magistralis del Premio Pritzker 2024 Riken Yamamoto.
«La mia architettura cerca di realizzare quanti più luoghi possibili in cui le persone possano entrare liberamente, cercando di creare una continuità con lo spazio esterno, la dimensione pubblica», ha affermato l’architetto durante l’evento all’Europauditorium.
«Quando si riesce a creare uno spazio realmente aperto, le persone possono utilizzare questi luoghi proprio come ambiente pubblico. Creando architetture proiettate verso l’esterno, realizzandone sempre di più, io credo sia possibile cambiare il mondo».
Tra i nomi del programma culturale Costruire, abitare, pensare del Salone della ceramica e arredobagno si sono distinti anche quello dell’architetto belga David Van Severen e del francese Rudy Ricciotti.
A sottolineare il rapporto tra architettura, progettazione e mondo della ceramica è intervenuta anche la premiazione della prima edizione del concorso Ceramics of Italy Tile Competition dedicato alle migliori opere architettoniche realizzate con superfici ceramiche italiane.
Tra gli oltre 90 progetti pervenuti, nella categoria «residenziale» ha vinto il progetto Barn Regeneration, residenza privata a Pompiano (Brescia) realizzato dallo studio Andrea Benedetti Architetto, che vede l’utilizzo di rivestimenti in gres porcellanato in grado di instaurare un naturale dialogo tra passato e presente.
Per la categoria «non residenziale» ha vinto il premio il progetto Spiga 26a Milano di Studio Alessandro Scandurra, che vede l’utilizzo di piastrelle provenienti dal territorio circostante per rispettare i più alti standard di sostenibilità.
Nella categoria «design e nuove applicazioni» ha vinto Metropolitan Waves a Chiari (Brescia) dello studio Alepreda Architecture, basato sulla modularità delle piastrelle tridimensionali.
Transizione energetica e competitività internazionale
La transizione energetica e la competitività internazionale per la ceramica italiana sono stati gli argomenti al centro del dibattito inaugurale che ha aperto Cersaie 2024.
«L’industria ceramica italiana continua a risentire delle gravi crisi che perdurano a livello internazionale e della mancanza di certezze nel settore dell’edilizia nazionale», è stato il commento di Augusto Ciarrocchi, presidente di Confindustria Ceramica.
Mentre i volumi si confermano in linea con il primo semestre dello scorso anno, per le piastrelle ceramiche il fatturato estero complessivo è calato del 40% circa e il mercato italiano mostra una riduzione ancora più marcata, con un calo del 6%.
«Siamo un sistema industriale preso a modello nel mondo, che però oggi corre seri rischi di delocalizzazione (…) Ci chiamano hard to abate, ma sarebbe meglio dire hard to decarbonize, perché in realtà è molto facile abbattere un settore con politiche che sono corrette nell’obiettivo, ma sbagliate nel merito».
E ha proseguito: «Il sistema Ets dopo 20 anni avrebbe bisogno di una seria verifica di efficacia che consideri più i fatti che non le opinioni.
Siamo a favore di una transizione energetica che tenga assieme lo sviluppo sostenibile, gli equilibri di bilancio e la salvaguardia dell’occupazione di qualità tipica dei nostri territori.
È davvero urgente che la politica mantenga obiettivi alti, ma superi approcci ideologici e scelte fatte a priori, senza verificare se una soluzione è razionale e adatta a tutti i settori e senza considerare gli effetti delle decisioni prese sulla possibilità delle imprese di stare con mercati sempre più concorrenziali».
Altro tema toccato da Ciarrocchi ha riguardato la regolamentazione per individuare l‘origine dei prodotti: «l’Europa lascia entrare prodotti senza che sia individuata l’origine della merce ed il consumatore non è in grado di fare una scelta a ragion veduta.
Io credo che questo sia un fattore estremamente importante per tutelare la competitività delle ceramiche italiane e, più in generale, della manifattura italiana», è stata la stoccata del presidente di Confindustria Ceramica.
Secondo i dati riportati dall’economista Marco Fortis, direttore della Fondazione Edison, «l’Italia è oggi il quarto Paese esportatore al mondo, ha realizzato una specializzazione multiforme nonostante il rallentamento economico mondiale».
La manifattura nazionale non è mai stata così competitiva, ma il piano di transizione energetica messo in campo dell’Europa rischia di intaccare settori gioiello, come quello delle piastrelle italiane, che invece andrebbero assolutamente tenuti in considerazione, anche per il contributo che danno dal punto di vista della bilancia commerciale.
«L’Unione Europea a 27 ha un surplus commerciale col resto del mondo di circa 38 miliardi miliardi di euro, con la sola industria delle piastrelle di ceramica che vale il 5% di questo surplus: un valore minacciato dagli obiettivi di transizione energetica, ma soprattutto dai tempi e dai modi secondo cui si dovrebbe realizzare la transizione energetica», è l’opinione dell’economista.
«L’industria ceramica è una eccellenza», ha dichiarato Emanuele Orsini, presidente di Confindustria durante l’evento «(…) è fondamentale supportare questa industria così importante per il Paese, leader del nostro made in Italy. (…)
È indispensabile avere come obiettivo la neutralità tecnologica, avendo cura di salvaguardare la manifattura e le filiere italiane della subfornitura.
Abbiamo bisogno che anche la ceramica sia competitiva rispetto ad altri Paesi e, perché lo sia, serve che l’Europa prenda decisioni».
Award per i prodotti
Per il concorso ADI Ceramic&Bathroom Design Award di Cersaie, giunto alla decima edizione, sono stati premiati Bertocci per la gamma Officina 3.16; Artesi per il sistema da bagno Shaker; Disenia per la vasca da idromassaggio Aretusa; Disegna per la collezione Nagomi; Decoratori Bassanesi per la soluzione progettuale WĀ; Ceramiche Sichenia per il progetto Stucco Facile.
Una menzione speciale è stata conferita a Ceramiche Francesco De Maio per aver saputo trovare nel design una chiave per rinnovare la tradizione artigianale del prodotto ceramico.
Per l’ADI Booth Design Award, destinato a individuare i migliori stand allestiti alla manifestazione bolognese, sono stati invece premiati Fondovalle, Artceram, Argenta, con una menzione speciale a Simas.
A Savorani il premio Aldo Villa
The Square è lo spazio centrale dove si sono tenute le conferenze e le premiazioni di Cersaie 2024, come quella del Premio internazionale Aldo Villa di Confindustria Ceramica, destinata alla figura manageriale che ha saputo portare innovazione all’industria ceramica.
Il premio, una medaglia realizzata dal ceramista Carlo Zauli, è andato quest’anno a Giovanni Savorani, presidente e fondatore di Gigacer e past president di Confindustria Ceramica.
«Giovanni Savorani è stato scelto per il suo impegno e dedizione nel promuovere l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale e sociale dell’industria ceramica, in un periodo particolarmente difficile caratterizzato dalla pandemia, dall’invasione russa all’Ucraina, dal blocco delle esportazioni di argille ucraine, dalla crisi energetica determinata da quotazioni fuori mercato nei prezzi del gas metano, dal rallentamento della congiuntura su molti mercati del mondo».
Salito sul palco per ricevere il riconoscimento, Savorani ha rivissuto la sua esperienza a Ceramica di Imola, Sacmi e Ceramica La Faenza, campi di prova per esercitare le sue attitudini e confrontarsi con figure di livello come l’imprenditore Vittoriano Vitossi, patron del Gruppo Colorobbia, insignito del premio Aldo Villa nel 2001.
Organizzato dalla Società Ceramica Italiana e istituito nel 1988, il premio è intitolato all’ingegnere Aldo Villa, primo presidente di Società Ceramica Italiana fautore della trasformazione di Sacmi da piccola realtà imolese a leader mondiale della produzione di tecnologie e servizi per l’industria ceramica.
Citando solo alcuni nomi, negli anni precedenti il premio è stato vinto nel 1993 da Romano Minozzi, nel 2007 da Ibrahim Bodur e nel 2018 da Giorgio Squinzi. (Diletta Evangelisti).
di Veronica Monaco