Cambiamenti climatici e drenaggio: meno danni con la prevenzione. Intervista a Roberto Torretti

Bombe d’acqua, frane, alluvioni, allagamenti sono ormai all’ordine del giorno nel nostro Paese. Con danni terribili, come nel caso avvenuto a Palermo a metà luglio, quando un diluvio ha riversato sulla città oltre 130 millimetri di acqua in poco meno di due ore, più del doppio della pioggia che solitamente cade in tre mesi.

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Drenaggio, contenimento, prevenzione dei danni da dissesto idrogeologico sono temi su cui sempre più si dovrà concentrare il mondo delle costruzioni, come spiega a YouTrade Roberto Torretti, titolare dell’omonima azienda, specializzata da più di 20 anni nella produzione e commercializzazione di soluzioni avanzate per la gestione delle acque, tra cui i prodotti a marchio Hauraton.

Domanda. Il cambiamento climatico provoca precipitazioni sempre più concentrate e violente con la conseguente necessità di migliorare il drenaggio delle piogge. C’è sufficiente consapevolezza di questo traguardo?
Risposta. Il nostro Paese è ormai diventato paragonabile a quello dei Paesi con clima tropicale. Abbiamo lunghi periodi di secca, senza piogge, e brevi periodi dell’anno con forti e improvvise precipitazioni. Tutto ciò non fa altro che devastare il terreno, reso arido da lunghi periodi di siccità, e impoverire sempre più il settore dell’agricoltura, con raccolti distrutti. Questa situazione necessita di un intervento immediato da parte delle istituzioni, che dovranno rivolgersi ai singoli Comuni per sensibilizzare i cittadini.

D. Quali soluzioni propone la Roberto Torretti per questo specifico settore?
R. L’azienda è sul mercato da molti anni, naturale seguito di quella fondata da mio padre Vittorio negli anni Cinquanta. Prima del mio ingresso in azienda, nel 1997, la società si occupava della produzione di manufatti in cemento. Oggi il 60% del nostro business è dedicato alla gestione delle acque. Commercializziamo canalette idrovore in calcestruzzo-fibra di vetro, canalette idrovore in materiale plastico, pozzetti/prolunghe sia in cemento che in materiale plastico, tubazioni in calcestruzzo e in materiale plastico, caditoie in calcestruzzo e in ghisa, mezzi tubi, depositi in calcestruzzo e in Pe per la raccolta acque. Grazie alla continua voglia di scoprire nuovi prodotti e spinti da un’irrefrenabile curiosità, cinque anni fa siamo approdati alle materie plastiche, implementando la nostra gamma con prodotti in Pvc, Pe liscio e corrugato, Ppe, e siamo ancora più specializzati nel discorso dell’acquedottistica. Oggi siamo riusciti a ricavarci la nostra nicchia di mercato, partecipando a gare importanti indette dagli enti e a forniture rilevanti nei lavori stradali.

D. Perché avete scelto Hauraton come fornitore privilegiato?
R. Lavoriamo con l’azienda da più di vent’anni e, forse, siamo stati uno dei primi distributori Hauraton in Italia. Principalmente li abbiamo scelti per la loro professionalità, una parola che racchiude tutto il mondo Hauraton che la mia azienda ha sposato in pieno. Progettazione e supporto tecnico, qualità, rispetto delle tempistiche di consegna, confronto continuo tra l’azienda e il cliente sono tutti elementi che fanno la differenza.

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L’esterno dell’azienda a Sant’Elpidio a Mare (Fermo)

D. Chi sono i vostri principali clienti?
R. I nostri principali clienti sono le imprese stradali, gli enti e le municipalizzate, le imprese edili, ma, soprattutto negli ultimi anni, stiamo lavorando molto anche con l’edilizia privata, dove abbiamo riscontrato una grande predisposizione e sensibilità alle novità proposte in materia di drenaggio.

D. Che cosa significa fare l’imprenditore in un settore così legato agli appalti pubblici?
R. Significa una sfida continua contro situazioni che a volte rimangono ancorate a vecchi modus operandi. A volte ci troviamo a partecipare a gare con dei capitolati vetusti di più di trent’anni, che hanno ben poco a che fare con le nuove normative e con i prodotti che noi proponiamo. La nostra sfida consiste proprio nel far cambiare atteggiamento a chi si occupa di stendere i capitolati, sensibilizzando gli enti che oltre al fatidico prezzo esiste un mondo fatto di ricerca e innovazione.

D. E le rivendite di materiali per edilizia sono sufficientemente sensibili a questa tipologia di prodotti?
R. Purtroppo non tutte le rivendite sono sensibili al problema del drenaggio, per lo meno quelle poco strutturate. Occorre da parte di tutti gli addetti ai lavori una maggiore disponibilità a formare e informare i nostri acquirenti, in maniera tale che anch’essi, prima di una vendita, possano esporre ai propri clienti o tecnici di riferimento prodotti customizzati alle esigente e situazioni riscontrate in cantiere.

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Dai manufatti in cemento alle soluzioni per il drenaggio e la gestione delle acque, Roberto Torretti propone una vasta gamma di soluzioni per l’edilizia civile e industriale

D. Perché il drenaggio è ancora una nicchia di mercato?
R. Principalmente per due motivi. In primis perché manca una cultura del drenaggio e la consapevolezza dell’importanza che oggi ricopre. Poi perché, questa mancanza di cultura, porta a una cattiva informazione e alla tendenza a realizzare lavori e interpretare i capitolati dando un’importanza marginale a questo settore. Si crede che sia troppo oneroso intervenire secondo i giusti parametri, ignorando le conseguenze catastrofiche e i danni economici derivanti da una cattiva opera di drenaggio. Per questo motivo da tanti anni Hauraton e alcuni distributori si stanno muovendo per sensibilizzare le reti commerciali e i clienti su queste problematiche, per arrivare ad una sistematica salvaguardia e prevenzione del territorio in materia di drenaggio.

D. Quali sono gli interventi più urgenti da affrontare sul territorio?
R. A mio avviso, gli interventi più urgenti riguardano la messa in sicurezza di infrastrutture e situazioni precarie susseguenti a frane e smottamenti. Vivo in una zona balneare a ridosso di un’area collinare, assisto a molte frane e situazioni instabili ancora irrisolte. Già dieci anni fa, in un meeting con tecnici autorevoli in materia di geologia e
ingegneria promosso da Hauraton nelle Marche, si parlava di 40 mila frane all’anno in Italia. Oggi penso che questo dato sia ancora maggiore. Quindi, la cosa più urgente da fare al momento è mettere in sicurezza queste situazioni tramite rafforzamento e

compattamento del terreno e interventi di canalizzazione lineare, indicando alla pioggia la via da seguire, come dice anche uno slogan dell’Hauraton, che ne rappresenta appieno la mission. Si può intervenire anche sui vecchi fossi di guardia, creati ormai più di cinquant’anni fa, quando c’erano ancora i cantonieri che pulivano e li ricreavano periodicamente, generando cosi un circuito virtuoso di operatività e salvaguardia di tutto il territorio nazionale, che oggi abbiamo completamente perso.

D. Nel corso degli anni è cambiata la tipologia di prodotti dedicata allo smaltimento delle acque?
R. Sostanzialmente il concetto è sempre quello. Dagli antichi romani, che ci hanno insegnato a fare acquedotti e canale idrovore, a oggi il concetto è sempre quello di accumulare acqua e indirizzarla dove fa più comodo all’uomo, per riutilizzarla nel modo più proficuo e sostenibile possibile. Grazie alla ricerca e alla tecnologia, si cerca di avere prodotti sempre più performanti, ecologici, e perché no anche belli da vedere.

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