L’Enea: gli ecobonus valgono 42 miliardi

    Gli ecobonus valgono più di 42 miliardi. E si parla dell’incentivo del 65%, in vigore prima dell’introduzione del superbonus del 110%. La cifra si riferisce agli investimenti per interventi di riqualificazione energetica negli ultimi 13 anni, di cui 3,5 miliardi sono ascrivibili al 2019. Lo ha calcolato l’Enea nel nono Rapporto annuale sull’efficienza energetica. Altri dati emergono dall’undicesimo Rapporto annuale sulle detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili negli edifici esistenti, sempre dell’Enea. Gli interventi di riqualificazione hanno fruttato un risparmio complessivo di circa 17.700 GWh/anno, di cui poco più di 1.250 GWh/anno nel 2019.

    Federico Testa, presidente Enea
    Federico Testa, presidente Enea

    Grazie alle detrazioni fiscali, inoltre, nel 2019 sono stati ottenuti risparmi per 250 milioni di euro sulla bolletta energetica nazionale e una riduzione delle emissioni di CO2 di oltre 2,9 milioni di tonnellate.

    Secondo l’analisi dell’istituto per le energie rinnovabili, il conto termico, destinato principalmente a iniziative per l’efficienza e per le rinnovabili nella Pa, ha registrato un balzo in avanti del 68% rispetto al periodo 2013-2018, con 114 mila richieste totali e un incremento del 29% rispetto al 2018 delle incentivazioni ottenute con un totale pari a 433 milioni di euro. I certificati bianchi, che servono a incentivare l’efficienza nelle imprese, hanno consentito di risparmiare oltre 3,1 Mtep/anno dal 2011. Al 2019 l’obiettivo di risparmio energetico, indicato dal Piano d’Azione Nazionale per l’Efficienza Energetica e dalla Strategia Energetica Nazionale, è stato centrato al 77,2%: a livello settoriale, il residenziale ha già superato il target indicato, l’industria è ben oltre la metà del percorso (61,9%), i trasporti hanno superato la metà dell’obiettivo (50,4%), mentre il terziario, Pa compresa, è a meno di un terzo dal target (29,4%).

    Edificio da riqualificare
    Edificio da riqualificare

    Tra gli strumenti che hanno consentito il raggiungimento di questi risultati figurano anche le diagnosi energetiche, fondamentali per ottimizzare gli interventi di efficienza energetica nelle imprese. A dicembre 2019 sono state presentate circa 11.200 diagnosi: se fossero realizzati gli interventi individuati, si otterrebbe un risparmio totale di 3,7 Mtep/anno, ripartiti soprattutto in minori consumi elettrici (29%), termici (7%) e di carburante (30%).

    “I risultati che presentiamo oggi evidenziano che l’efficienza energetica è una leva efficace per risparmiare energia, ridurre le bollette, contrastare le emissioni inquinanti, ma anche per la crescita e l’occupazione. In questa fase di ripartenza post-Covid dobbiamo saper cogliere al meglio queste opportunità e iniziative come il superbonus che vanno nella giusta direzione”, ha spiegato il presidente dell’Enea Federico Testa. “Ampliare il raggio di azione degli interventi consentirà di amplificare le ricadute dell’efficienza e creare una filiera nazionale della white economy, rilanciando comparti strategici come l’edilizia e la produzione di beni e servizi”, ha aggiunto Testa, “Enea, anche come Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, è impegnata a 360 gradi in questa sfida che comprende la rigenerazione urbana, la riqualificazione degli immobili più degradati e il contrasto alla povertà energetica, una nuova forma di povertà e rischio sociale che, purtroppo, riguarda un numero sempre maggiore di famiglie”, ha concluso il presidente dell’Enea.

    Per stimare il fenomeno della povertà energetica in Italia, Enea ha adottato uno strumento ispirato alla misura LIHC (Low Income – High Costs), impiegata dal Governo britannico, che ha consentito di evidenziare il legame significativo tra la povertà energetica e la situazione economica delle famiglie: anche le politiche per l’efficienza energetica possono rappresentare una risposta concreta al problema, soprattutto per quanto riguarda l’efficientamento energetico degli immobili, strumento chiave per il contrasto a lungo termine del fenomeno e leva strategica con forti ricadute sociali, economiche, ambientali e occupazionali.

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