Allarme: gli edifici consumano di più

    Gli edifici consumano sempre più energia, nonostante gli incentivi alla riduzione della dispersione di elettricità e calore. Il dato emerge dall’analisi del Cresme sulla riqualificazione edilizia. Nel 2012, spiega l’istituto di analisi del settore costruzioni, «il patrimonio edilizio italiano a uso civile (residenziale, uffici e negozi) ha consumato circa 47 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti, una crescita dello 0,8% rispetto al dato 2011. Il settore residenziale è quello che ha registrato il maggior incremento dei consumi (+2,3%), mentre i consumi degli edifici ad uso terziario sono diminuiti dell’1,3%». Insomma, gli uffici sembrano essere più parchi nei consumi. Ma in realtà la diminuzione nasconde il minor utilizzo degli spazi a causa della crisi economica. Sulla  dinamica dei consumi, in ogni caso, ha influito l’andamento climatico. Temperature invernali decisamente superiori alla media hanno determinato il consistente calo del biennio 2006-2007 (-8%), mentre un successivo decremento delle temperature invernali ha generato gli aumenti del periodo seguente. Il Cresme individua anche il trend di fondo, che vede «un incremento costante e sostenuto dei consumi degli edifici». La causa sono fenomeni concomitanti di direzioni opposte: «verso l’incremento dei consumi (l’ampliamento dello stock edilizio, l’incremento della quantità di beni durevoli energivori detenuti dalle famiglie) e verso il contenimento degli stessi (maggiore efficienza degli impianti con ciclo di vita medio-breve, normativa tecnica più restrittiva in termini di efficienza degli involucri edilizi)». In ogni caso, nel periodo 1990-2012, il settore degli usi civili è quello che ha aumentato maggiormente i propri consumi energetici (+35 per cento, contro il +27 per cento dei trasporti e la diminuzione dei consumi industriali). Schematizzando: tendenza di fondo all’incremento, oscillazioni di breve termine intorno a questo trend determinate dai fattori climatici. 

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