Squinzi pessimista: «L’edilizia è in stato comatoso»

    Giorgio Squinzi non lascia speranze nel giorno dell’inaugurazione del Saie a Bologna «Lo stato di salute dell’edilizia è comatoso» e nel 2015 non si vedrà ancora una ripresa decisa, ha detto il presidente di Confindustria. Però «dobbiamo crederci tutti. Abbiamo perso nelle ultime settimane il 60% di valori produttivi», ha aggiunto. «Onestamente credo che l’anno prossimo non vedremo una ripresa decisa, però dobbiamo crederci e renderci conto tutti che l’edilizia è fondamentale per la ripresa del Paese». Come se ne esce? Puntando sull’Europa. «La competitività delle imprese deve essere al centro della nostra politica. Anche se il problema più urgente da risolvere è quello della domanda interna, che deriva dall’incertezza sull’andamento dell’economia», ha aggiunto Squinzi. Di conseguenza, manca l’occupazione e i redditi sono in calo». Il presidente degli industriali ha riservato un commento anche alla legge di Stabilità. «Sembra non puntare a sufficienza sulla ricerca e innovazione. Ed è necessaria una maggiore attenzione alla competitività delle industrie. L’obiettivo è rendere compatibili gli obiettivi di ripresa economica con quelli di sostenibilità ambientale». saie777Infine, Squinzi non ha risparmiato parole di elogio per il Saie: «È una fiera straordinaria», ha commentato. «Dobbiamo ritrovare lo spirito e la via che ci ha portato fin qui in questi cinquant’anni». All’inagurazione del Saie era presente anche Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance. «La situazione è drammatica perché ormai l’Italia è in una fase di deindustrializzazione», ha scandito Buzzetti. «Stiamo andando lentamente verso il fermo totale». Forse un po’ a sorpresa, il presidente dell’Ance ha assolto il governo: «Non c’è nessuna politica che possa far ripartire questo settore, determinante per il rilancio dell’economia. Purtroppo è l’Europa intera che sta andando male. Bisogna ammettere che il governo ha tentato con due nuove iniziative, ma la massa di denaro è scarso. Il Patto di Stabilità è un freno, una norma assolutamente ingabbiante e ferma». Infine, Buzzetti ha aperto uno spiraglio: «Noi siamo convinti che c’è un futuro possibile. Ma c’è da fare un salto di qualità culturale. Due le cose che si possono fare: il primo è intervenire per sanare il dissesto del territorio. L’altro fronte è quello del risparmio energetico. Possiamo incominciare una vasto piano di riqualificazione delle città, cominciando dagli edifici pubblici». squinzi

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