La nuova Image Brochure Röfix si propone in una veste inaspettata che permette di veicolare l’essenza dell’anima aziendale Röfix Italia.
In un’unica brochure viene raccolto tutto quello che è Röfix: leader sul mercato nell’ambito della fornitura di sistemi e soluzioni per l’edilizia, azienda che fa parte di un gruppo internazionale, realtà propulsiva di innovazioni tecniche studiate dal dipartimento ricerca e sviluppo, ma soprattutto una azienda che pone al centro la responsabilità sociale verso le persone e verso l’ambiente, la sostenibilità a tutto tondo.
Il Dna Röfix, inteso come different natural attitude permette di mettere al centro la sostenibilità intanto che l’azienda cresce e investe in nuove strutture moderne, innovative e con tecnologia migliorata.
In una alternanza armonica tra immagini concrete e evocative, ogni pagina racchiude una testimonianza, una piccola storia inaspettata raccontata direttamente con il contributo delle persone che realmente vivono l’azienda. È così che i responsabili e i dipendenti diventano testimonial e narratori, con i loro vissuti virgolettati raccontati in prima persona, accorciando la distanza con il proprio interlocutore.
La Image Brochure sarà accompagnata da un nuovo video aziendale, focalizzato sui principi che ispirano l’azienda. Inoltre, a breve sarà possibile aprire le porte ed entrare della sede centrale di Parcines (Bolzano) con il tool Tour virtuale pieno di curiosità e informazioni da scoprire.
Lo scopo è chiaro: «(…) contenere gli impatti ambientali connessi alle forniture di prodotti per l’arredo esterno, per l’arredo urbano e all’affidamento del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria di tali prodotti». Questo il fine del decreto del 7 febbraio scorso del ministero dell’Ambiente, che stabilisce i Criteri ambientali minimi (Cam) per le categorie di appalti pubblici.
Se storicamente l’arredo delle piazze e dei luoghi pubblici era demandato a elementi monumentali (colonne, lapidi) o funzionali (fontane, sedute), finalizzati soprattutto a rappresentare e comunicare il potere, la cultura e la storia del sito, oggi queste strutture tendono a perdere questa narrazione e la loro realizzazione viene demandata all’industria che adotta spesso e volentieri soluzioni e materiali innovativi.
Di certo devono dimostrare di essere durevoli, esprimere una determinata qualità ambientale, favorire il loro recupero ed essere facilmente riciclabili. Dovranno essere scelti e collocati anche tenendo conto di un corretto inserimento paesaggistico, sia urbano che extraurbano.
Così facendo, le attrezzature/gli elementi di arredo urbano e gli arredi per esterni divengono un vero strumento capace di condizionare la fruizione dello spazio pubblico e dunque indirizzare la socialità negli spazi collettivi, e di influire sulla sostenibilità ambientale dei luoghi quando la loro installazione partecipa a soluzioni progettuali integrate di inserimento paesaggistico-ambientale e di controllo microclimatico dei siti (pavimentazioni drenanti, alberature, fasce arbustive di protezione).
Scelta dei prodotti da commercializzare e capacità di orientare il cliente verso soluzioni idonee sono le due azioni fondamentali attese dal distributore di materiali per l’edilizia.
Per «prodotti per l’arredo urbano» e «arredi esterni», sono intesi a titolo esemplificativo gli elementi e i complementi di arredo per parchi gioco, parchi, giardini pubblici o a uso pubblico, stadi, marciapiedi, piazze, fermate di autobus, di metropolitane. Sono da includere le panchine, i tavoli, le sedute, i sedili, le panche, le attrezzature per il gioco, le strutture ludiche, le fioriere, le rastrelliere porta biciclette, le pavimentazioni antitrauma, le transenne, le staccionate, i bagni chimici, gli accessori per le piste ciclabili, la segnaletica verticale per le aree verdi, i dissuasori di sosta, i rallentatori di traffico, la segnaletica su strade, la segnaletica in spazi pubblici, gli articoli per aree cani, percorsi salute e allenamenti sportivi, le pensiline, le tettoie per banchine, le pavimentazioni, le superfici e i substrati dei campi sportivi e da gioco.
Focalizzandoci sulla sola fornitura, i presenti Cam mirano essenzialmente a favorire l’uso efficiente della materia e l’allungamento della vita utile di queste categorie di prodotti, ciò attraverso requisiti che consentono la scelta di prodotti: realizzati con un minor impiego di materie prime (materiali derivanti dalla raccolta dei rifiuti e/o con sottoprodotti); fabbricati tenuto conto delle disposizioni riguardanti i limiti relativi alla presenza di sostanze pericolose; progettati per durare più a lungo e per essere facilmente disassemblati e recuperati al termine della loro vita utile.
Saranno da privilegiare i prodotti, per quanto concerne gli spazi ricreativi anche ad uso ludico/sportivo e aree di sosta/transito, realizzati con materiali naturali rinnovabili (legno), eventualmente anche derivanti da operazioni di recupero (per esempio, realizzate con granuli di legno). Mentre gli arredi inseriti in aree verdi (tavoli, panchine, cestini, eventuali pavimentazioni per sentieri/ percorsi pedonali, staccionate ecc.) dovranno puntare a materiali rinnovabili, nei limiti di quanto tecnicamente possibile.
di Roberto Bolici – Professore associato in Tecnologia dell’Architettura, Politecnico di Milano (da YouTrade n. 138)
Quattro moduli in configurazione B2B a cascata con separatore idraulico
Riello presenta la nuova gamma di caldaie murali modulari a condensazione Condexa HPR, sviluppata per consentire compattezza dimensionale e flessibilità installativa a
fronte di elevati rendimenti.
La gamma si compone di quattro modelli da 35 a 70 Kw, tutti dotati di circolatore
modulante, in grado di variare la portata, in funzione delle temperature di mandata e ritorno, per permettere il funzionamento nella condizione di massima condensazione.
La configurabilità stand-alone o in cascata (lineare o back-to back), e l’elevato rapporto di modulazione della potenza (1:8 come stand-alone; 1:32 in cascata) consentono a di adattarsi a grandi variazioni di richiesta di calore dall’impianto, rendendola idonea per un’ampia varietà di applicazioni, dalle unità residenziali fino a data center, scuole, edifici commerciali o impianti industriali, sia nelle nuove costruzioni che nella sostituzione di vecchie centrali termiche.
L’impianto in cascata, fino a quattro moduli, che può raggiungere una potenza totale di 280 Kw, è gestito attraverso un dispositivo accessorio, il Controllore di Cascata, in grado di regolare l’accensione e la modulazione di potenza di tutti i moduli del sistema. Grazie alla ridondanza dei moduli termici della cascata, Condexa HPR può permettere
la continuità di servizio del sistema anche durante le operazioni di manutenzione.
Quattro moduli in configurazione B2B a cascata con separatore idraulico
I nuovi moduli di combustione, alloggiati all’interno di Condexa HPR, sono dotati di scambiatore di calore in acciaio inox e bruciatori premiscelati, equipaggiati di testa di combustione in maglia metallica e miscelatore aria-gas, e consentono un elevato range di modulazione, silenziosità e ridotte emissioni inquinanti.
Il controllo elettronico, grazie alla velocità di calcolo e agli avanzati algoritmi di gestione, consente una sofisticata regolazione della temperatura ambiente e un funzionamento ottimale.
Completa l’offerta l’ampia gamma di accessori opzionali, che consentono molteplici configurazioni del prodotto. Tra questi la possibilità di interfacciare i circuiti primario e secondario sia con separatore idraulico. che con scambiatore a piastre, i moduli elettronici per telecontrollo, la gestione di zone termiche supplementari, la produzione di acqua calda sanitaria, anche con integrazione solare, i kit idraulici per installazione in cascata e il set di componenti per la gestione della canna fumaria.
L’inventario è una pratica diffusa in tutte le aziende, necessaria per riuscire ad avere un controllo puntuale sullo stato delle giacenze nel magazzino. Con questa attività si riscontrano i disallineamenti tra la giacenza fisica e quella contabile al fine di non generare errori come lo stock-out (mancanza di materiale a scorta), alti valori delle giacenze, ordini ripetuti o solleciti al fornitore non dovuti.
La teoria direbbe che l’inventario è un’attività a non valore aggiunto, in quanto corregge o a controlla gli errori. In un magazzino perfetto gli errori non dovrebbero verificarsi e di conseguenza l’inventario potrebbe essere non fatto. Purtroppo, la realtà dei fatti è lontana da quanto afferma la teoria, per cui è necessario periodicamente fare un controllo sullo stato delle giacenze.
Esistono alcune procedure per realizzare l’inventario. La prima, e quella più conosciuta, è il rilievo e il conteggio di tutto il materiale presente a magazzino. Tale pratica è molto impattante e costosa: richiede molto tempo, molte persone da dedicare al rilievo e, soprattutto, deve essere fatta con il magazzino fermo, quindi in periodi di chiusura. La frequenza di questi conteggi può variare da un minimo di una volta fino a più volte all’anno.
Un’ulteriore procedura, migliorativa rispetto al primo metodo, è la realizzazione di un inventario perpetuo: si riferisce al conteggio di solo una piccola parte di articoli presenti nel magazzino, ma tale controllo è fatto quotidianamente. Gli articoli sono diversi di volta in volta e si dà priorità a quegli articoli che hanno una rotazione maggiore.
Tale metodo ha un costo molto inferiore al primo, può essere fatto da poche persone, impiega poco tempo, anche se è ripetuto frequentemente. Un ulteriore vantaggio è la possibilità di intercettare errori ed essere in grado di identificare e correggere la causa che li ha generati.
Nel caso di un controllo l’anno, diviene praticamente impossibile risalire al motivo per cui la giacenza fisica di un articolo è differente dalla giacenza contabile. Con riferimento all’inventario perpetuo, la pratica suggerisce di contare più spesso:
• gli articoli che hanno un valore maggiore,
• gli articoli prelevati più frequentemente
• gli articoli che nel passato hanno avuto maggiori rettifiche inventariali
La statistica afferma che il numero di articoli che posseggono queste caratteristiche sono limitati, infatti la regola di Pareto stabilisce che l’80% dei movimenti è fatto sul 20% degli articoli a magazzino.
Come ultimo suggerimento operativo è opportuno non dire mai a chi deve contare quale dovrebbe essere la quantità da trovare. Si tratta di fare dei conteggi alla cieca (blind counts) per non innescare un comportamento polarizzato, dove colui che conta potrebbe essere portato a convincersi che il numero dichiarato nel database è quello corretto, mettendo in discussione la sua qualità di conteggio.
di Andrea Payaro, docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico – Ice (da YouTrade n. 138)
Niente finiture, non è necessario uno stipite e nemmeno cornici o coprifili. C’è il telaio per porte filomuro che punta su razionalità e minimalismo: Eclisse Syntesis Line battente.
Grazie a una totale integrazione con la parete, il telaio permette di realizzare progetti personalizzati, con risultati di forte impatto estetico. Particolari costruttivi innovativi assicurano la perfetta omogeneità della finitura e prestazioni ottimali nel tempo. Si tratta di una soluzione moderna per ambienti minimali e per chi ama arredare per sottrazione.
Grazie al telaio di Eclisse, la parete è uniforme fino all’interno del foro di passaggio, senza che sia visibile alcun bordo in alluminio del telaio. Sono notevoli le prestazioni anche sul piano della robustezza: il telaio della porta a battente si presenta rinforzato, per offrire elevata resistenza agli urti.
L’insieme di soluzioni tecniche particolari consentono l’installazione anche in misure fuori standard senza incorrere in deformazioni o crepe lungo la linea del foro porta. Sul telaio Eclisse Syntesis Line battente, inoltre, si possono installare pannelli porta in vetro e legno nei campioni colore Ral. Nella versione grezza con primer la porta può essere laccata o decorata con carta da parati.
Il telaio si abbina al profilo, che permette l’installazione del battiscopa filomuro. È disponibile con larghezze a partire da 600 millimetri e altezze fino a 2.700 millimetri, nella variante a spingere o tirare.
Le caratteristiche del telaio mettono in primo piano la robustezza: il profilo pesa circa 2 chilogrammi per metro lineare. I pannelli distanziatori in Obs3 di spessore 25 millimetri sono fissati con squadrette che garantiscono la stabilità e la squadratura del telaio, mentre le zanche regolabili in altezza permettono un comodo fissaggio alla parete in muratura.
Inoltre, il telaio è universale e si adatta sia alle pareti in muratura sia a quelle in cartongesso. È fornito con una protezione in plastica per evitare che si sporchi o si graffi in cantiere ed è provvisto di pannelli distanziatori per garantire la perfetta quadratura del telaio.
Per facilitare l’installazione è indicata la quota 100 per agevolare l’individuazione della quota 0. Infine, il telaio in alluminio è sottoposto a un trattamento di anodizzazione contro l’ossidazione e poi rivestito con primer per favorire l’adesione delle pitture e la perfetta finitura. Il profilo del telaio è disegnato in modo da evitare il formarsi di crepe. Le guarnizioni di battuta, morbide ed esteticamente discrete, sono applicabili direttamente sul telaio anziché sulla porta.
Punto di riferimento per la produzione di membrane sintetiche per l’impermeabilizzazione di tetti e coperture Renolit Alkorplan amplia il panorama delle destinazioni d’uso dei suoi prodotti con Renolit Alkopro, un nuovo sistema in Pvc specifico per le fondazioni, scantinati, tunnel, parcheggi sotterranei e tutte le altre costruzioni in calcestruzzo sotto il livello del suolo.
Renolit Alkopro utilizza una nuova generazione di membrane a totale aderenza che forniscono prestazioni di tenuta eccezionali, consigliate dove le strutture in calcestruzzo devono essere protette da acque sotterranee, contaminanti o gas come il radon.
Quando questa membrana viene a contatto con il cemento armato, il tessuto si imbeve nel cemento stesso e diventa un tutt’uno. Inoltre, la presenza del cosiddetto SAP (Super Absorbent Polymer), uno speciale gel che si gonfia a contatto con l’acqua, rappresenta un’ulteriore barriera al passaggio dell’acqua nel caso improbabile si verificasse una rottura in corrispondenza di una fessurazione del cemento stesso. Questo crea un sistema di tenuta ridondante estremamente efficiente che fa sì che, in caso di perforazione della membrana stessa, l’acqua non si diffonda.
Renolit Alkopro permette una tenuta idraulica assolutamente sicura, con resistenza alla pressione dell’acqua testata fino a 5 bar. Può essere installata in ogni condizione atmosferica (da -5ºC to +60ºC), non necessita di uno strato di protezione e può essere posata direttamente sul terreno.
Può essere preapplicata sotto la soletta di fondazione o postapplicato sui muri di contenimento perimetrale. A differenza di altre membrane, non necessita di geotessili protettivi, giunti di compartimentazione e di pipette a iniezione, garantendo un minor utilizzo di materiale, maggiore rapidità di applicazione e sicurezza di tenuta al 100%.
Il sistema offre quattro differenti tipi di membrane, con o senza la tecnologia SAP e nei colori trasparente, per un migliore controllo di qualità anche visuale, o verde, che prevede una grande quantità di materia prima riciclata, garantendo una migliore sostenibilità. Tutte le versioni sono disponibili nello spessore da 1,2 a 2 millimetri a seconda che l’applicazione venga fatta pre o post.
Anche l’esecuzione delle giunte è versatile e sicura: oltre alla abituale termosaldadura, esistono anche uno speciale adesivo e una striscia adesiva. Altri accessori completano la gamma, facilitando l’esecuzione dei dettagli.
Il nuovo sistema è stato accuratamente testato da laboratori esterni in diversi paesi europei. Il prodotto ha ottenuto certificazioni prestigiose e rigorose, dalle norme tedesche Din 18195, Din 18533, Din Spec 20000-202 e standard PG-Übb / abP fino alla certificazione britannica Bda secondo BS 8102: 2009 e Nhbc Technical Data.
L’impegno per la sostenibilità non si limita al prodotto. Lo stabilimento di produzione Renolit è infatti certificato Iso 14001 ed Emas, attestando l’impegno dell’azienda a ridurre l’impatto ambientale. Renolit Alkorplan partecipa inoltre attivamente a Operation Clean Sweep Europe, un programma internazionale per prevenire la perdita di particelle di plastica nell’acqua e nell’ambiente.
Da sinistra, Stefano Grandicelli, titolare Starplast, Giuseppina Ielapi, Ufficio Logistica E Customer Care Sud Italia, e Fabio Dominici, ResponsabileVendite Estero, Gruppi E Area Sud
Con l’obiettivo di sviluppare la gestione sostenibile delle risorse idriche, la marchigiana Starplast è diventata in pochi anni un punto di riferimento in Europa con soluzioni innovative in polietilene per la depurazione, il trattamento e il recupero dell’acqua in ambito civile e industriale, realizzate con la tecnica dello stampaggio rotazionale. Oltre allo stabilimento di Mercatale di Sassocorvaro Auditore (Pesaro Urbino), dal 2021 l’azienda opera anche con Ro.Me, nome di una seconda unità produttiva con sede a Lamezia Terme (Catanzaro), nata con l’obiettivo di servire in maniera più efficiente il mercato del Sud Italia e non solo. Ne parliamo con il titolare Stefano Grandicelli.
Da sinistra, Stefano Grandicelli, titolare Starplast, Giuseppina Ielapi, Ufficio Logistica E Customer Care Sud Italia, e Fabio Dominici, ResponsabileVendite Estero, Gruppi E Area Sud
Domanda. Per quale motivo avete deciso di aprire una seconda unità produttiva a Lamezia Terme? Per servire meglio il Sud Italia e l’area del Mediterraneo a Lamezia Terme operiamo con il nome di Ro.Me, acronimo che sta per Rotazionale Mediterraneo. L’azienda era già presente sul territorio e si occupava di stampaggio rotazionale, ma il suo business non è mai decollato del tutto. Con i soci della Ro.Me abbiamo accettato la sfida di rilanciare questa iniziativa imprenditoriale, coniugando i nostri reciproci interessi.
Qual è l’obbiettivo di Ro.Me? Ro.Me produce per Starplast come terzista. Nel settore dello stampaggio rotazionale in Italia ci sono tante aziende che operano in conto terzi, molte delle quali posizionate al Centro Nord. Al Sud non c’è quasi nessuno, quindi Ro.Me potrebbe avere uno spazio molto competitivo sul mercato.
Quindi quali sono i mercati su cui vi concentrerete? Il Sud è caratterizzato da una forte domanda di serbatoi dell’acqua. Anche se a partire dall’anno scorso la crisi idrica sta iniziando a farsi sentire anche al Nord, nel Sud Italia quello dello stoccaggio dell’acqua è un tema che è sempre esistito. Lo scopo di Starplast non è quello di conquistare questo mercato, comunque interessante, ma concentrarsi sul tema della depurazione delle acque. Ci sono realtà, come il Comune di Ragusa, dove il tema è molto sentito e si sta spingendo tantissimo per l’installazione di impianti per il recupero delle acque grigie.
Chi sono i clienti che commissionano questi impianti?
Sono strutture pubbliche stimolate dalle istituzioni locali. Poi il Sud, che vive di turismo, dovrebbe avere un interesse particolare nella preservazione del suo territorio e del suo mare. Come cita anche la Carta Europea dell’Acqua, documento redatto già nel 1968 dal Consiglio Europeo, e che in pochi conoscono, «l’acqua è un patrimonio comune il cui valore deve essere riconosciuto da tutti. Ciascuno ha il dovere di economizzarla e di utilizzarla con cura».
Quando ha preso il via l’iniziativa Starplast Ro.Me? Circa due anni fa, siamo partiti con i soci della precedente gestione e con Stefano Cancellieri attuale amministratore unico che si occupa della gestione e dello sviluppo
dell’azienda. Successivamente si è aggiunta Giuseppina Ielapi, che si occupa della gestione, della logistica e delle vendite della sede di Lamezia Terme. Una ragazza giovane, che abbiamo scelto per le sue capacità, e che ha lavorato per un paio di anni nella sede Starplast di Mercatale di Sassocorvaro Auditore, così da ricevere una formazione adeguata per le sue attuali mansioni, in particolare, quello del supporto della clientela. L’attenzione ai giovani e la loro formazione è infatti da sempre un fattore di successo della Starplast.
Com’è avvenuto l’incontro con la Ro.Me?
Non è stato casuale. Sapevo dell’esistenza di questa azienda e l’ho contattata direttamente. Ho incontrato i soci e un po’ alla volta abbiamo messo insieme tutti i tasselli affinché si potesse realizzare questo progetto.
Quali prodotti sono realizzati nello stabilimento di Lamezia Terme?
L’azienda disponeva già di un impianto rotazionale, chiamato comunemente giostra, con una buona capacità media di produzione. Grazie a questo impianto riusciamo a realizzare gran parte dei prodotti della gamma Starplast. Ciò che non riusciamo a realizzare a Lamezia lo integriamo con lo stabilimento in provincia di Pesaro Urbino.
Dettaglio centro di produzione Ro.Me
Quali regioni servite da Lamezia Terme?
Lamezia Terme è un punto strategico per il Sud Italia. Tracciando un cerchio ipotetico con un raggio di 300 chilometri, riusciamo a servire tranquillamente da Salerno fino a Lecce e quasi tutta la Sicilia.
Quali sono i prodotti più richiesti?
Al di là dei serbatoi, i prodotti più richiesti sono gli impianti per la depurazione, gli accumuli, i sistemi per il trattamento delle acque meteoriche, gli impianti di prima pioggia. Proprio per questi ultimi abbiamo completato una grossa fornitura presso l’aeroporto di Palermo di uno dei nostri fiori all’occhiello, cioè l’impianto deoliatore con Bypass integrato.
Serbatoi in polietilene Starplast
Quanto personale occupa l’azienda e qual è il suo trend di fatturato? Il fatturato dell’azienda è in continua e costante crescita. Attualmente come organico abbiamo sei persone in produzione, un responsabile di produzione, un responsabile gestione clienti, alle quali si aggiungono le risorse che Starplast mette a disposizione dal punto di vista tecnico, produttivo e commerciale per continuare a garantire la puntualità delle consegne e il supporto alla progettazione.
Che obiettivo vi siete dati per Ro.Me? Aumentare in maniera importante la presenza di Starplast al Sud, raddoppiando l’incidenza sul fatturato totale che ora è di circa il 25%. Fino all’anno scorso non abbiamo spinto più di tanto le vendite nel Sud Italia perché l’incidenza del trasporto per dei manufatti di così grandi dimensioni era troppo onerosa. Oggi, grazie allo stabilimento di Lamezia Terme, le prospettive cambiano in maniera significativa e quindi dobbiamo impegnarci per incrementare la nostra presenza e i rapporti con i rivenditori.
Macchina per lo stampaggio rotazionale
Quale consiglio darebbe ai rivenditori per trattare in modo adeguato la risorsa idrica?
La formazione è fondamentale. Bisogna sempre capire qual è la necessità del singolo utente e proporre la soluzione giusta per risparmiare in termini di efficacia e durabilità, anche se potrebbe costare di più in termini economici.
Sempre più spesso si parla del problema dell’acqua: che cosa prova di fronte a questa situazione?
In passato il problema non era tanto sentito, oggi ci stimola a insistere e migliorare. Da una parte mi sento orgoglioso: dobbiamo perseverare nella nostra mission e trovare nuove soluzioni, risolvendo anche situazioni difficili.
Estrazione di un serbatoio dal suo stampo
Che cosa apprezza dell’operatività al Sud?
C’è una grande spontaneità e accoglienza che si percepisce immediatamente. Se le persone sono rese partecipi e coinvolte nei progetti, possono dare veramente tanto.
Avete nuovi progetti nel cassetto?
Il nostro obiettivo e la nostra mission è rivolta al risparmio e recupero della risorsa idrica. Tutti i giorni cerchiamo di fare la nostra parte per infondere questa attenzione nel preservare un bene così prezioso, anche attraverso progetti importanti sul territorio e iniziative di formazione. Tra queste «l’Ape itinerante», uno showroom mobile per offrire al nostro partner la visione reale della gamma completa di produzione Starplast.
Ape Itinerante
PRESENZA SUL TERRITORIO
Entrata nel 2021 in Starplast, Giuseppina Ielapi si occupa della logistica e del supporto/sviluppo dalla clientela del sud Italia. «Dopo un periodo di formazione di circa due anni, in cui mi sono occupata di logistica per il Centro Sud, isole comprese, da gennaio 2023 sono operativa nella sede di Lamezia Terme, per la quale sto iniziando a seguire anche l’aspetto commerciale. Essendo sul territorio, ho modo di avere maggiore contatto con i clienti e gestire al meglio anche le loro urgenze, per essere sempre i più efficienti e tempestivi possibile. Ricordo una volta che un cliente ci ha chiesto del materiale urgente e cinque minuti dopo il camion era pronto per essere caricato e consegnare pochissimo tempo dopo. Le numerose richieste arrivano prevalentemente da rivenditori, studi di progettazione e imprese installatrici: spesso riguardano informazioni tecniche, che noi diamo puntualmente con il supporto del nostro ufficio tecnico, altre volte riguardano la disponibilità del materiale. A Lamezia Terme abbiamo attualmente un’ampia gamma di serbatoi da esterno e materiale per edilizia ma ci stiamo attrezzando anche per allargare lo stock e arrivare a una integrazione totale».
SERBATOI SENZA CONFINI
Oltre a incrementare la sua presenza sul territorio nazionale, Starplast è presente in più di dieci Paesi europei, con un servizio celere e professionale e la garanzia di certificazioni sempre in linea con tutte le normative nazionali e internazionali. «Abbiamo iniziato con i Paesi dell’ex Jugoslavia, Grecia, Spagna e Canarie, e ora ci stiamo aprendo a nuovi mercati. Stiamo cominciando a lavorare con continuità con la Francia, dove abbiamo realizzato una fornitura di serbatoi da interro per i Giochi Olimpici 2024 di Parigi, e stiamo partecipando a tender internazionali molto importanti», racconta Fabio Dominici, responsabile vendite estero, gruppi e area Sud. «Abbiamo richieste da molti paesi tra cui Germania, Inghilterra, Norvegia, dove non sempre la tecnologia italiana riesce a riscuotere il successo che merita».
Quali sono i Paesi più importanti a livello di fatturato?
In questa fase Serbia, Slovenia, Croazia restano i più significativi. Molto importante è anche il lavoro che stiamo svolgendo in Portogallo e in Spagna, grazie al nostro partner portoghese. Gli altri paesi vengono seguiti dalla sede di Mercatale, anche se il potenziamento della gamma tramite Ro.Me e la sede di Lamezia Terme ci consentirà di seguire meglio i Paesi del bacino mediterraneo. Abbiamo iniziato una collaborazione importante anche in Marocco, e avere a disposizione a pochi chilometri il porto di Gioia Tauro è sicuramente un vantaggio.
Quali obiettivi vi siete dati per le attività di export?
L’obiettivo è far crescere l’estero nell’arco di due anni fino a raggiungere almeno il 30% del fatturato complessivo di Starplast. Quest’anno siamo partiti molto bene e si stanno cominciando a vedere risultati importanti. L’anno scorso eravamo attorno al 7%, a marzo 2023 siamo già oltre l’11%.
Quali sono le principali tipologie di prodotto oggetto di esportazione?
Lavoriamo bene sia con i serbatoi da interro sia da esterno, anche se il trasporto all’apparenza potrebbe penalizzare. Sono molto richiesti anche i sollevamenti e stiamo riscuotendo molta attenzione nei Paesi nordici con il trattamento delle acque, sia pluviali che grigie. È un tema molto sentito e la nostra tecnologia permette di rispondere a un mercato già pienamente vivace.
Serbatoi in polietilene Starplast
Quali sono i principali prodotti richiesti dai mercati esteri? I grandi serbatoi classici e stiamo cominciando a lavorare bene anche con la depurazione dove ci sono da tenere in considerazione le varie normative internazionali. È vero che lavoriamo prevalentemente all’interno della comunità europea, per cui le linee guida sono abbastanza similari, ma ci sono delle eccezioni nazionali che siamo pronti a recepire e adattare al prodotto finito. E poi ci dà grosse soddisfazioni il settore dei sollevamenti, sia per le nostre produzioni sia per i progetti realizzati in collaborazione con importanti produttori di pompe a livello internazionale.
Quali sono le caratteristiche che vengono apprezzate di più dai vostri clienti esteri?
Sicuramente la qualità del prodotto e la sua architettura. Per i prodotti in polietilene la vera differenza la fa la struttura geometrica del manufatto. La resistenza dei prodotti Starplast è molto apprezzata. In più, per il settore dei sollevamenti, abbiamo sviluppato un sistema a doppia camera e accorgimenti particolari che rendono le nostre stazioni di sollevamento preferibili rispetto alla maggior parte della concorrenza.
Deposito degli stampi
Oltre al mercato estero, Lei si occupa anche dei rapporti con i gruppi della distribuzione italiani: per questo specifico canale, quali obiettivi vi siete dati?
Come Starplast stiamo crescendo moltissimo all’interno dei gruppi perché è importante per noi veicolare il marchio anche in questi cluster di grande rilevanza per il mercato. A livello di depurazione ci conoscono tutti, ma possiamo fare molto di più.
Inaugurato lo scorso anno, il nuovo logo del Gruppo Made campeggia sempre più sulle insegne delle rivendite aderenti di tutta Italia. Oltre a rendere immediatamente riconoscibile l’appartenenza al network, Made ha deciso di utilizzare un marchio condiviso per aprirsi al grande pubblico e convogliarlo all’interno dei magazzini edili e delle show-room.
La svolta verso un’insegna comune sta coinvolgendo tutti i distributori di Made Italia e il programma di rebranding dei punti vendita sta proseguendo celermente.
Il nuovo logo Made Italia è sempre posizionato accanto al nome della rivendita aderente, mantenuto come simbolo di storicità e presenza sul territorio, che incarna i valori di professionalità, tradizione e innovazione su cui il network continua a puntare.
Il programma di rinnovamento delle insegne dei punti vendita risponde a una precisa strategia di marketing volta a favorire la notorietà di tutte le rivendite Made sul territorio nazionale e rendere i punti vendita aderenti immediatamente riconoscibili ai clienti. Si tratta ovviamente di un rebranding personalizzato, perché ogni rivendita ha la sua struttura e suoi spazi.
L’attività sta anche contribuendo a favorire il senso di appartenenza al network. «Questo impulso che ci accomuna ancora di più, questa volta sotto il profilo dell’immagine coordinata, sta generando entusiasmo fra i colleghi e ci sentiamo ancora più uniti per raggiungere gli obiettivi del Gruppo», afferma Giordano Azzini, della rivendita Bizzo di Azzate (Varese).
Della stessa opinione è anche Alberto Cerutti, titolare dell’omonimo punto vendita di Borgomanero (Novara): «Per me il nuovo logo e tutta l’azione di rebranding è l’evoluzione naturale del nostro percorso di Gruppo. I clienti girano, hanno cantieri distanti fra loro, a volte anche molto distanti. Mi piace pensare che per i loro acquisti, anche semplicemente per ricevere una consulenza professionale, cerchino il punto vendita Made più vicino a loro».
Per i rivenditori che vogliono massimizzare la redditività di ogni comparto merceologico all’interno del punto vendita, valorizzando e migliorando la visibilità e la comunicazione al cliente finale dei prodotti proposti, Unifix mette a disposizione Uniformat, servizio che si basa sul concetto di shop-in-shop.
Si tratta di un pacchetto studiato sulle specifiche esigenze del rivenditore e che consente la massima libertà di scelta sulle gamme prodotto, con un’attenzione particolare rivolta alla redditività e alla rotazione degli articoli sugli scaffali, senza costi di struttura.
Scegliendo questa soluzione, il cliente ha subito diversi vantaggi competitivi, a partire dalla resa altamente performante per metro quadrato, grazie alla selezione dei prodotti migliori per ottenere una forte rotazione e quindi la massima redditività.
La logistica centralizzata a Terlano (Bolzano), che consegna su tutto il territorio nazionale 24-36 ore con un grado di evasione del 98,5%, consente al cliente di evitare di immobilizzare capitale con scorte di prodotto.
La proposta di shop-in-shop Uniformat prevede una gestione completa dell’assortimento dei riordini da parte del consulente di vendita Unifix in zona, e la comunicazione dedicata permette ai clienti finali di orientarsi facilmente sull’espositore fino all’acquisto del prodotto desiderato.
Il progetto Uniformat è già stato adottato in Italia da numerosi punti vendita, che hanno potuto constatarne la forte modularità e il reale impatto economico sulla propria attività commerciale. Oltre a garantire il supporto degli 80 consulenti di vendita costantemente presenti sull’intero territorio nazionale, la forte modularità del progetto Uniformat permette una gestione dell’assortimento estremamente semplificata, grazie a Unishop, il software per gli ordini creato da Unifix e utilizzabile con scanner.
Inoltre, per poter vedere dal vivo Uniformat, l’azienda ha creato ConsuLive, una sala predisposta che consente ai partner di vivere un’esperienza immersiva all’interno di un ideale showroom, senza muoversi dalla propria azienda.
Un modo efficace per amplificare e integrare il supporto diretto offerto dai propri consulenti di vendita, per far comprendere al meglio le potenzialità legate ai concetti di rotazione delle merci, di visual merchandising e di tutto quanto è indispensabile per assicurare la massima redditività per metro quadro, a partire dalle specifiche esigenze di ogni punto vendita.
L’Italia si conferma il secondo mercato in Europa per fatturato per Basf generando nel 2022 vendite per 2,672 miliardi di euro, con un incremento del +16,8% rispetto all’anno precedente.
Nonostante le conseguenze del conflitto in Ucraina e del conseguente rincaro di energia e materie prime, tutti i segmenti risultano in crescita, con performance di rilevo per Nutrition & Care, Materials e Chemicals.
Lorenzo Bottinelli, Amministratore Delegato Basf Italia
«Dopo un 2021 caratterizzato da una netta ripresa rispetto al periodo pandemico il 2022 è stato un anno di luci ed ombre. In particolare, dopo il primo trimestre risultato il migliore di sempre nel nostro paese, il conflitto in Ucraina e i costi di energia e materie prime hanno appesantito in modo importante la seconda parte dell’anno. L’incertezza legata al conflitto e gli alti tassi di inflazione hanno influito anche sul primo trimestre del 2023 che, seppur non particolarmente brillante, ha registrato risultati migliori delle attese sia globalmente che nel nostro paese», ha affermato l’amministratore delegato e vice presidente di Basf Italia Lorenzo Bottinelli.
Nel 2022 Basf Italia ha portato a termine importanti acquisizioni nei settori automotive e digital farming. In particolare, ha concluso l’acquisizione di due distributori di vernici per auto presenti in Lombardia e Liguria potenziando in questo modo la presenza nel mercato delle riparazioni. Sul fronte digital farming ha acquisito Horta, innovativa società specializzata in soluzioni digitali per l’agricoltura e riconosciuta anche sul mercato internazionale per lo sviluppo di Sistemi di Supporto alle decisioni agronomiche, denominate DSS – Decision Support Systems.
«Le crisi che si susseguono, prima il Covid e oggi la guerra in Ucraina non ci hanno rallentato nel consolidamento del nostro percorso verso un’economia concretamente circolare, con la progressiva introduzione sul mercato di prodotti certificati ottenuti da fonti non fossili. I nostri clienti accolgono con entusiasmo queste soluzioni perché condividono con noi il desiderio di disaccoppiare lo sviluppo economico dalle emissioni di gas serra e ritengo che questa visione comune sia il vero cuore del nostro successo», ha concluso Bottinelli.
Oltre al settore Nutrition & Care, cresciuto del +29.5%, il segmento Materials ha fatto registrare un +22% legato alle vendite di sistemi poliuretanici per cui l’Italia rappresenta un mercato particolarmente ricco, grazie alla vitale industria calzaturiera e del legno arredo. In crescita anche il segmento Chemicals, che fornisce i prodotti chimici di base, che è ha chiuso a +19,7% rispetto al 2021 trainato in modo importante dai bonus edilizi.
Con i suoi tre punti vendita di Belpasso, Mascalucia e Trecastagni, in provincia di Catania, BigMat Cubex è un punto di riferimento per la distribuzione di prodotti per costruzioni, edilizia leggera, termoidraulica, lavorazioni in ferro e noleggio di attrezzature. Azienda storica del territorio, la rivendita ha saputo sfruttare le opportunità offerte dall’evoluzione del mercato, aprendosi a nuovi settori ed espandendosi a sud dell’Etna, oltre a cogliere i vantaggi derivati dall’associazionismo, evento più unico che raro in Sicilia, entrando a far parte di BigMat.
Fondata negli anni Sessanta come società di commercializzazione di concimi chimici e carbone, nel decennio successivo l’azienda ha virato sull’edilizia per non abbandonarla più, coltivando il gusto per l’innovazione e la qualità. Una filosofia che si traduce anche nella scelta di fornitori di comprovata esperienza, come Italcementi (che da novembre 2023 prenderà il nome di Heidelberg Materials) che ha fatto dell’impegno verso la sostenibilità uno dei suoi cavalli di battaglia.
YouTrade ha incontrato Giovanni Cuscunà, terza generazione alla guida di BigMat Cubex, insieme al fratello Gaetano e alla sorella Chiara.
Da destra, Chiara Cuscunà (Cubex) con il padre Alfio, Ottavio Munafò. (Italcementi) e Michele Vassallo (Italcementi). In alto da sinistra, Gaetano e Giovanni Cuscunà (Cubex)
Domanda. In termini di business come si è chiuso il 2022 per l’azienda? Risposta. Il 2022 è stato un anno molto positivo. L’azienda ha diverse società: la rivendita Cubex che si occupa della commercializzazione di materiale edile, che ha chiuso sui 25 milioni e mezzo di euro di fatturato. Poi, abbiamo altre società complementari che si occupano rispettivamente di trasporti, smaltimento rifiuti, e lavorazione del ferro, che hanno chiuso in totale sui 32 milioni e mezzo di fatturato.
D. Qual è stato l’incremento rispetto al 2021? R. Di circa il 38-39%.
D. Quanto ha influito il superbonus? R. Penso che il superbonus abbia influito più o meno sul 30% del fatturato globale.
D. Voi operate in Sicilia: c’è un aspetto particolare del business legato a questo territorio? R. L’aspetto fondamentale su cui abbiamo focalizzato la nostra attenzione è la logistica e la distribuzione all’interno della Sicilia orientale, un territorio molto esteso che, quindi, richiede una logistica forte, preparata e ben organizzata.
D. Quando è nata l’azienda e come si è sviluppata? R. L’azienda è stata fondata nel 1962 da mia nonna paterna come società di commercializzazione di concimi chimici e carbone. Negli anni successivi l’urbanizzazione spinta del territorio e l’enorme richiesta del mercato hanno incentivato a concentrare il business sulle costruzioni, così tra il 1972 e il 1973 è stato abbandonato il business originario per sviluppare la commercializzazione di materiale edile. Dopo il grande boom degli anni Ottanta, negli anni Novanta i miei genitori hanno affiancato all’edilizia pura anche la termoidraulica e lo showroom di finiture. Da quel momento in poi abbiamo cercato di ampliare sempre più la gamma: nel 2005-2006 abbiamo inserito la presagomatura del ferro, poi ci siamo spostati in una nuova sede a Mascalucia. Nel 2019 abbiamo acquisito un secondo punto vendita nel territorio di Belpasso e nel 2021 abbiamo portato a termine un’altra acquisizione e aperto il terzo punto vendita di Trecastagni. Ora abbiamo tre negozi aperti alla vendita e un capannone nella zona industriale di Piano Tavola per la presagomatura del ferro e che usiamo come deposito per i materiali pesanti.
L’esterno di BigMat Cubex a Mascalucia (Catania)
D. Quindi il contributo dei suoi genitori allo sviluppo dell’azienda è stato fondamentale? R. Sì, i miei genitori hanno avuto una visione del futuro decisiva per la crescita dell’azienda. Con l’aiuto di mio padre, ma è stata soprattutto mia madre che ha rivoluzionato l’azienda con molte idee innovative.
D. Com’è organizzata ora l’azienda? R.Ogni magazzino ha un responsabile. Io mi occupo di quello di Mascalucia, mentre mio fratello Gaetano di quello di Trecastagni. A Belpasso c’è un altro ragazzo che si occupa del negozio in toto. L’amministrazione dell’azienda è invece tutta demandata a mia sorella Chiara, affiancata da un direttore amministrativo che gestisce tutte le società. Inoltre abbiamo un ufficio acquisti per ogni settore: termoidraulica, edilizia, showroom. Gli acquisti vengono centralizzati nel negozio di Mascalucia da cui partono gli ordini che vengono diramati poi nei vari depositi.
D. Che vantaggi offre un’organizzazione di questo genere? R. Abbiamo sempre sott’occhio le conferme d’ordine del materiale in arrivo. Soprattutto l’anno scorso, caratterizzato da continui aumenti, siamo riusciti a stare al passo e gestire listini senza andare sottocosto. In più l’ufficio acquisti fa anche da filtro per qualsiasi nuovo fornitore che volesse collaborare con noi.
D. Che caratteristiche deve rispettare un’azienda per diventare vostro fornitore? R. Valutiamo la rete vendita presente sul territorio, se i prezzi sono concorrenziali, se i suoi prodotti sono di qualità. Lavoriamo già con i migliori brand che ci siano in Italia, come Samsung per il condizionamento, Immergas per le caldaie, Italcementi, Mapei, Kerakoll nell’edilizia.
D. Quali sono le caratteristiche del nuovo punto vendita di Trecastagni? R. Il punto vendita propone edilizia pesante, edilizia leggera e termoidraulica. Ogni magazzino che vorremmo sviluppare deve avere almeno l’edilizia leggera e la termoidraulica, mentre l’edilizia pesante, come ferro e legno lamellare, vorremmo demandarla solo ad alcuni punti vendita che poi fornirebbero anche gli altri.
D. Pensate a nuove aperture ex novo o acquisizioni? R. Abbiamo valutato sempre acquisizioni, però siamo anche aperti ad aperture ex novo.
D. L’adesione a BigMat vi ha portato dei vantaggi? R. Certo, ha portato visibilità, motivazione, aggiornamenti continui, oltre a premialità significative con molte aziende e la possibilità di fare acquisti di gruppo. L’anno scorso, ad esempio, c’è stato un momento in cui scarseggiava l’Eps sul mercato: il consorzio è riuscito a siglare un accordo quadro con un’azienda francese che ci ha permesso di sopperire al problema e reperire materiale che altri non avevano. L’ingresso in BigMat ci ha consentito anche di instaurare un rapporto con gli altri colleghi rivenditori di varie zone d’Italia. Solo un gruppo può darti questa forza, dandoci quindi la possibilità di un confronto continuo. In Sicilia l’associazionismo non esiste, quindi siamo un po’ un eccezione.
D. Com’è composta la vostra clientela? R. La clientela è composta all’80% da imprese, e il restante 20% da privati. Tra le imprese il 20% è rappresentato da grosse società che lavorano per gli appalti pubblici, mentre la maggior parte sono piccole e medie imprese di 5-10 operai. Il nostro è quindi un fatturato molto vasto e molto frazionato fra vari settori.
D. Qual è la tipologia di cliente che vi dà maggiori soddisfazioni? R. Le vere soddisfazioni derivano dalle imprese più grandi che muovono veramente i volumi e permettono di avere un peso nei confronti dei fornitori. Le vendite in showroom sono gratificanti dal punto di vista della marginalità, ma sono transazioni singole, mentre nella termoidraulica abbiamo marginalità e vendite costanti anche con i privati e i piccoli installatori. In questo modo il nostro rischio è molto contenuto: abbiamo tante imprese, ma nessuna incide più del 10% del fatturato.
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D. Com’è cambiato il mix dei clienti nel corso degli anni? R.I clienti si sono specializzati sempre di più. Oggi ci sono squadre di posa specializzate nel cartongesso, altri applicatori per la posa di parquet o pavimenti, idraulici che fanno solo il termico.
D. Sul vostro business quanto conta lo showroom? R. All’interno del business lo showroom oggi incide per il 10%. Va tenuto conto però che è presente solo in uno dei nostri tre punti vendita.
D. Proponete anche un servizio di consulenza progettuale? R.Abbiamo una squadra di progettisti esterni che non lavora direttamente per noi ma ci offre un primo supporto per capire e riferire al cliente se un lavoro si può fare oppure no. Per esempio, per il superbonus 110% molte volte i lavori non rientravano nell’incentivo, e quindi non presentavamo neanche l’impresa al cliente. Quello della consulenza progettuale è un settore che vorremmo approfondire creando una squadra di progettisti da affiancare al negozio.
D. Com’è organizzata la logistica? R. Solitamente gestisco personalmente quasi tutto ciò che riguarda i trasporti.
D. Avete un parco mezzi di proprietà? R. Sì, abbiamo 14 mezzi di proprietà: due bilici, sei camion con gru e il restante sono camioncini che fanno il trasporto scarrabile, oltre a due furgoni brandizzati BigMat.
D. Avete considerato di organizzare un e-commerce? R. Sì, stiamo sviluppando un progetto di e-commerce e abbiamo ricevuto anche un contributo europeo da 300 mila euro.
D. Quali sono i principali prodotti che andrete a promuovere sull’e-commerce? R. Stiamo valutando i prodotti di edilizia leggera, come gli elettroutensili, l’abbigliamento da lavoro, alcune finiture, mentre l’edilizia pesante è ancora in secondo piano. Stiamo inserendo online tutto: dai prodotti a rotazione più elevata a quelli che cerchiamo di movimentare in magazzino, oltre a prodotti più tecnici e specifici, difficili da trovare presso altri rivenditori.
D. Quali sono i prodotti più richiesti dai vostri clienti? R.La domanda è trasversale. L’anno scorso, complice il superbonus, i prodotti più richiesti sono stati gli isolanti, le termocoperture, le schiume fenoliche e il poliuretano. Già da quest’anno la richiesta è più variegata e va dal condizionatore al sacco di cemento. Vendiamo di tutto.
D. I prodotti più sostenibili sono apprezzati? R. Oggi c’è una particolare attenzione alla sostenibilità dei prodotti. La clientela inizia ad apprezzare se un prodotto presenta imballi in plastica riciclabile o se produce meno emissioni di CO2. Diciamo che, se la differenza economica non è eccessiva, il cliente preferisce orientarsi su un prodotto sostenibile.
D. Che previsioni avete per il 2023? R. Per il 2023 prevediamo di non scendere in termini di fatturato, migliorare la qualità dei prodotti venduti e la marginalità. Quindi l’obiettivo è quello di mantenere lo stesso fatturato con una crescita più strutturata.
D. Crede che la corsa dei prezzi continuerà? R. No, secondo me la corsa ai prezzi si è fermata. Qualora il Pnrr partisse con opere importanti tutte in una volta, è possibile che il settore del ferro, del cemento e dei materiali edili pesanti subisca leggeri rialzi per l’aumento delle richieste.
D. Ci sono dei materiali che ancora scarseggiano? R. No, ora in 15 giorni si riesce ad avere quasi tutto. Anche le schiume fenoliche arrivano in pochi giorni, mentre prima si parlava addirittura di un anno. Abbiamo avuto anche problemi con le piastrelle, perché non arrivava il gres porcellanato, e i laterizi che per un periodo sono stati introvabili. Ora tutto si è normalizzato.
D. Il cemento sostenibile è un prodotto interessante? R. È un prodotto molto interessante se accompagnato dal giusto mix del prezzo alla vendita.
D. Sul totale delle vendite di cemento, quanto è cemento sostenibile? R. Oggi sarà sul 10%, però è in crescita.
D. Voi lo proponete al cliente? R. Sì, negli ultimi mesi lo proponiamo a chi chiede il cemento pozzolanico. Quando vedono il marchio Italcementi sul sacco, non ci sono obiezioni.
D. Tra i vostri partner c’è Italcementi: come e quando è avvenuta la scelta? R. Siamo clienti dagli anni Settanta, quindi quello con Italcementi è un rapporto storico e consolidato. È stata una scelta naturale perché la qualità Italcementi è sempre stata elevata.
Una bolla risalente al 1980 testimonia il rapporto storico con Italcementi
D. Quali sono gli aspetti più interessanti della loro proposta? R. Oltre alla qualità dei prodotti, anche la disponibilità della rete vendita e la riconoscibilità del marchio. La struttura commerciale e aziendale Italcementi è ormai pari a quella di una multinazionale a tutti gli effetti, quindi siamo sicuri di avere un colosso alle spalle che è in grado di intervenire e risolvere qualsiasi problema.
D. Quali sono i prodotti Italcementi più richiesti in questo momento? R. Il classico cemento 32,5, il Paviforte, il Muracem, e il cemento 42,5. Questi sono i prodotti richiesti quotidianamente.
D. Che cosa ne pensa del rebranding Italcementi? R. È un passaggio che non causerà grossi traumi al mercato. Sono anni che la scritta Heidelberg è presente sui sacchi, quindi i clienti in automatico sanno che dietro c’è Italcementi.
Una holding per BigMat
Chiara Cuscunà, Responsabile amministrativa Cubex
Domanda. Da quanto tempo occupa la funzione di responsabile amministrativa dell’azienda? Risposta. Dopo aver lavorato al di fuori della società, nel 2017 ho deciso di lavorare nell’azienda di famiglia, anche se ne ho sempre seguito le attività di Cubex.
D. Che cosa ha trovato e che cosa ha cambiato? R. Ho trovato un negozio che aveva bisogno di una rivitalizzazione. I miei genitori avevano lavorato molto ma la loro visione non era più attuale. Insieme ai miei fratelli siamo riusciti a rilanciare l’azienda sul mercato e abbiamo preso la decisione di puntare sulla crescita, uscendo dalla dimensione di negozio di paese. Da qui sono nate le varie iniziative di espansione, dall’acquisto del primo capannone nel 2017 all’acquisizione della rivendita di Belpasso nel 2019 e nel 2020 di quella di Trecastagni. La nostra idea è quella di consolidarci e crescere proprio perché qui c’è in gioco il nostro futuro.
D. Quali sono gli elementi su cui avete puntato per dare questo impulso? R. Abbiamo puntato molto sul personale. Oltre ad alcuni collaboratori storici, che lavorano in azienda da prima ancora che nascessimo, abbiamo inserito nuove risorse che avessero già esperienza, provenienti da altri negozi e grossisti. Ci siamo guardati intorno: una cosa strana per la mentalità della provincia di Catania. Con l’aiuto di queste nuove risorse abbiamo formato il nostro personale interno e questo ci ha dato l’opportunità di crescere. Avere a disposizione del personale formato, capace e soprattutto di fiducia, ci ha dato una spinta importante.
D. Lei ricopre anche il ruolo di consigliera nel CdA di BigMat dal 2020: come sta andando questa esperienza? R. Ogni volta che torno da una riunione del CdA BigMat, sono entusiasta. C’è veramente fervore in tutti i partecipanti, sia in consiglio sia nella centrale: tutti i soci credono al progetto e questo è strano per noi che operiamo in Sicilia, dove non esiste l’associazionismo e dove i colleghi pensano ognuno alla propria realtà. Entrando nel mondo BigMat abbiamo scoperto che le problematiche dei rivenditori sono le stesse in tutta Italia: cercare di mettere a fattor comune i problemi e cercare di risolverli insieme, ci sta aiutando tantissimo. Abbiamo molte idee interessanti: ad esempio, recentemente siamo riusciti a costituire la holding del Gruppo, un progetto che mi sta particolarmente a cuore, che permetterà di far fronte ad eventuali fuoriuscite o se si dovessero presentare delle opportunità di acquisizione di nuove rivendite. Se uno dei soci non dovesse avere una continuità generazionale, e volesse vendere la propria attività, la holding sarà lo strumento societario che permetterà di intervenire. La holding avrà un capitale sociale formato da un capitale BigMat e una parte derivante dai conferimenti dei soci, a dimostrazione che tutti credono nel progetto di miglioramento e sviluppo della rete commerciale.
D. Cosa ha trasferito dalla sua partecipazione al consiglio di BigMat in azienda? R.Tutti i consigli dei colleghi BigMat sono stati importanti. Come gestiscono la rete commerciale, come gestiscono i punti vendita, come incentivano i dipendenti… si prende spunto da quello che fanno gli altri per vedere se può funzionare nella propria realtà così da continuare a migliorarsi.
D. Qual è il prossimo progetto nel cassetto che vorrebbe realizzare? R. Vorremmo realizzare nel punto vendita di Mascalucia un’area a libero servizio modificando la struttura interna del negozio. Abbiamo già preventivato di prendere in affitto un altro capannone di fronte al punto vendita dove spostare l’idraulica e una parte del materiale pesante. Ci piacerebbe creare un piccolo brico vicino alla clientela e ai privati della zona. Intorno a questo punto vendita abbiamo più di 200.000 abitanti, quindi avere un brico a portata di mano può essere un importante elemento di sviluppo per la nostra azienda.
Così il tetto si è allargato
Gaetano Cuscunà, responsabile sistemi tetto e responsabile della nuova rivendita Cubex a Trecastagni (Catania)
Domanda. Quanto tempo passa in rivendita? Risposta. 12-13 ore tutti i giorni.
D. Quali sono le principali caratteristiche del punto vendita di Trecastagni? R. È una rivendita che mi sta dando molte soddisfazioni. Abbiamo acquisito questo negozio che era ormai un po’ in declino e gli abbiamo dato nuova linfa. Ogni giorno che passa la clientela aumenta. Un ottimo sprone anche per proporre sistemi alternativi e prodotti nuovi.
D. Da quando ha iniziato a gestire questa rivendita, che incremento ha riscontrato a livello di business? R. Penso almeno del 300%. Era una rivendita che stava per chiudere, noi le abbiamo dato una nuova vita.
D. Ha cambiato qualcosa nel mix della proposta? R. Prima la rivendita era basata solo sull’edilizia pesante. Da quando siamo subentrati, abbiamo aggiunto l’idraulica, dagli scarichi alla termoidraulica, abbiamo inserito un tintometro Weber e abbiamo introdotto tutti i comparti che trattiamo negli altri magazzini.
D. Il sistema tetto era legato alla rivendita precedente? R. Sì, nella zona etnea c’è una lunga tradizione di artigiani che lavorano il legno di castagno. Chi vuole fare un tetto in legno solitamente si rivolge a squadre che provengono da questo territorio. Quindi, quello del sistema tetto è stato un settore che abbiamo mantenuto.
D. Qual è stato il trend negli ultimi anni del sistema tetto? R. Se parliamo di tetto in legno gli ultimi anni sono stati duri. Il legno ha avuto rialzi esagerati e il mercato ha subito un fermo, anche se ultimamente si sta riprendendo molto. Nella nostra zona il tetto è legato più al legno che al cemento, quindi sta andando bene.
D. Qual è il principale problema logistico che si trova ad affrontare? R. Non parlerei di problemi, ma di sfide. Bisogna sempre cercare di offrire il miglior servizio, essere puntuali e organizzare tutto al meglio. L’anno scorso il principale problema è stato la mancanza di materiale, ora più che altro organizzare il trasporto, anche dai magazzini interni.
D. Qual è il suo obiettivo per il 2023? R. Riuscire a mantenere lo stesso fatturato e cercare di essere sempre più organizzati.
Il cemento sostenibile? È sempre più richiesto
In Italcementi da quasi 30 anni, Michele Vassallo è capoarea in Sicilia e Calabria. «Una vita spesa con l’azienda e con i clienti», racconta il manager, che nota una maggiore richiesta da parte delle rivendite di servizio e prodotti sostenibili.
Domanda. Quali sono le linee di prodotto più richieste in questa zona della Sicilia? Risposta. Sicuramente il sacco di cemento 32,5 è il più richiesto. Poi sta crescendo la richiesta di cemento pozzolanico 42,5, che rappresenta il prodotto di punta della nostra linea sostenibile.
D. Quali sono le principali richieste che vi sono rivolte dai distributori? R. I distributori vogliono avere sempre più servizi. Grazie alla nostra capillarità, resa possibile dalla presenza di una cementeria e ulteriori tre depositi in Sicilia, permettiamo alle rivendite di mettere a reddito il magazzino in maniera più profittevole. Siamo noi a far loro da magazzino: in questo modo riescono ad avere una rotazione più veloce e dedicare meno spazio nei piazzali ai nostri prodotti.
D. Quanto conta offrire informazione ai distributori? R. È sempre più importante. Mentre prima le rivendite si sentivano delle monadi, delle isole in cui ognuno badava a sé, adesso chiedono continuamente informazioni su quello che succede intorno a loro. Dare informazioni sta diventando una percentuale sempre maggiore del nostro lavoro. Questo possiamo farlo perché abbiamo una rete di vendita capillare, presente su tutto il territorio, e attraverso le nostre attività di comunicazione sui social e sul blog.
D. E per quanto riguarda le informazioni sui prodotti? R. I rivenditori non danno più niente per scontato e anche sui prodotti hanno sempre richieste. Anche sui prodotti sostenibili c’è una richiesta continua su cosa facciamo e quali sono i nostri obiettivi futuri.
D. Qual è il senso del rebranding? R.Dare un’identità multinazionale all’azienda. Ma non è solo questo: al rebranding è legato anche un maggiore impegno verso la sostenibilità e la digitalizzazione. Ci chiameremo Heidelberg Materials proprio per far capire che si sta andando verso qualcosa legato alla sostenibilità e non al cemento puro e semplice.
D. Sui sacchi di cemento avete aggiunto anche i loghi dei social network: funzionano? R. I social network sono sempre più importanti e sempre più visitati. Non so se le visite provengono dal sacco o dal successo dei social in sé, comunque restano uno strumento valido per diffondere ancora di più il nostro brand.
D. Avete in programma promozioni? R.In genere le nostre promozioni sono legate ai grandi gruppi di acquisto. Con BigMat facciamo costantemente promozioni e di recente, in occasione del BigMarket a Firenze, abbiamo lanciato una iniziativa di co-marketing sul nostro prodotto drenante i.idro Drain.
D. Che impatto ha la sostenibilità sul mercato locale? R. Non è solo un fenomeno sociale, ma anche una necessità. Cerchiamo di dare risposta a questa domanda di sostenibilità. Inoltre i prodotti ecocompatibili offrono anche dei vantaggi al consumatore finale poiché, oltre a essere più sostenibili per l’ambiente, hanno una formulazione che li rende maggiormente resistenti alle aggressioni solfatiche, grazie alla presenza di prodotti secondari quali loppe o pozzolaniche, e quindi più durevoli nel tempo.
Innovazione e prodotti alternativi
Ottavio Munafò, rivenditore Sicilia orientale – Segmento rivendite – Italcementi
Domanda. Di che aree si occupa? Risposta. Della provincia di Messina, Catania e Siracusa.
D. Da quanto tempo ha iniziato a seguire Cubex? R. Dall’inizio del 2020. Dopo l’acquisizione di Belpasso, abbiamo sviluppato un piano di lavoro che ha portato oggi a 450 mila euro di fatturato. La collaborazione è stata andata in crescendo. In Cubex hanno una mentalità molto aperta anche sui prodotti speciali con un margine più elevato, come le calci idrauliche e i leganti specifici per massetti e muratura. Ci credono e i numeri ci confermano che l’investimento è reciproco.
D. Quindi che rapporto si è creato con l’azienda? R. C’è una costante comunicazione e anche con BigMat il rapporto si è consolidato ancora di più. È una collaborazione proficua.
D. Quali sono le principali richieste che vi rivolgono? R. Oltre a prodotti di qualità, tutto ciò che è incentrato sull’innovazione e sui prodotti a basso impatto ambientale.
D. Avete anche un rapporto per la formazione? R. Sì, soprattutto per il punto vendita di Belpasso. Ora stiamo pensando di attivare un programma di formazione dedicato al nuovo i.idro drain.
D. Quali sono i principali problemi che si trova ad affrontare con le rivendite di questa zona? R. Molte rivendite sono chiuse in se stesse e lavorano con una clientela di artigiani locali e aziende di piccole dimensioni, per cui c’è poca apertura ai nuovi prodotti. Le richieste sono sempre legate al classico cemento 32,5. Le difficoltà principali sono legate al prezzo, ma la nostra qualità è tale che non possiamo soddisfare richieste al ribasso.
D. Se dovesse dare un consiglio ai rivenditori, quale sarebbe? R. Comprate la qualità, comprate Italcementi!
A due anni dal lancio dell’Impegno VinylPlus 2030, l’industria europea del PVC si è riunita a Firenze per discutere i progressi in termini di sostenibilità ed economia circolare e di come mettere in atto azioni concrete per realizzare il Green Deal europeo.
Karl Martin Schellerer, chairman VinylPlus
Durante il VinylPlus Sustainability Forum “Making the EU Green Deal Happen”, che si è tenuto l’11 maggio 2023 alla presenza di 160 delegati provenienti da 21 Paesi, il presidente di VinylPlus Karl-Martin Schellerer ha evidenziato i principali progressi e risultati dell’industria europea del PVC nel 2022, riassunti nel Progress Report 2023 di VinylPlus.
In termini di circolarità, nell’ambito di VinylPlus nel 2022 sono state riciclate 813.266 tonnellate di rifiuti in PVC, pari a circa il 27% del totale dei rifiuti in PVC generati durante l’anno nell’UE-27, Norvegia, Svizzera e UK. Dal 2000 sono state riciclate 8,1 milioni di tonnellate di PVC, evitando il rilascio di 16,2 milioni di tonnellate di CO2 nell’atmosfera.
Sono stati effettuati ingenti investimenti in progetti di ricerca e sviluppo finalizzati alla rimozione dei legacy additives dai rifiuti e a incrementare il riciclo chimico dei rifiuti in PVC che non possono essere riciclati meccanicamente in modo eco-efficiente. L’industria sta anche cercando di rendere gli additivi utilizzati oggi in grado di anticipare le esigenze future attraverso la metodologia Additive Sustainability Footprint che consente alle aziende di valutare e promuovere in modo proattivo la produzione e l’uso sostenibile degli additivi per PVC durante l’intero ciclo di vita del prodotto.
Nel corso del 2022, VinylPlus ha anche lanciato una serie di iniziative volte a sostenere gli sforzi delle aziende partner nel ridurre il consumo di acqua ed energia, aumentare l’uso di fonti energetiche e materie prime rinnovabili e ridurre al minimo qualsiasi perdita accidentale di PVC in acqua e nell’ambiente.
Il VinylPlus Product Label, la certificazione di sostenibilità dei prodotti in PVC per il settore Edilizia e Costruzioni, è stato aggiornato e inserito nei CAM (criteri ambientali minimi) del GPP italiano. I criteri del Label sono attualmente in fase di valutazione da parte dell’organizzazione svizzera Ecobau. Inoltre, le prime cinque aziende hanno ottenuto i VinylPlus Supplier Certificates, le certificazioni di sostenibilità per fornitori di additivi e compoundatori.
Moderata da Frédéric Simon, Senior Editor di EurActiv, la prima parte delVinylPlus Sustainability Forumsi è concentrata sulle prossime iniziative politiche europee in materia di plastica e PVC e sulle sfide normative del quadro legislativo dell’UE. «L’obiettivo dell’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche è di implementare la legislazione per garantire la protezione della salute umana e dell’ambiente. Guardiamo alle sostanze chimiche in modo più olistico, attraverso i cicli di vita in modo meno frammentato, considerando anche la sostenibilità», ha osservato Simone Doyle, capo dell’Unità di Gestione del Rischio presso l’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA). «L’attuale attività di indagine sul PVC e sugli additivi per PVC, richiesta all’ECHA dalla Commissione Europea, ci offre l’opportunità di sviluppare un quadro di riferimento per confrontare aspetti di economia circolare del PVC e delle alternative e i loro impatti ambientali più ampi lungo l’intero il ciclo di vita. Ci auguriamo che questo approccio per il PVC possa essere utilizzato in futuro per altre valutazioni d’impatto».
La recente pubblicazione della restrizione REACH sul piombo nel PVC, ad esempio, limiterà l’importazione di prodotti in PVC contenenti piombo da paesi terzi dove il piombo è ancora utilizzato come stabilizzante e consentirà all’industria del PVC di raggiungere obiettivi di riciclo ambiziosi in modo sicuro per la salute umana e l’ambiente.
La seconda sessione dell’evento si è concentrata sull’accelerazione della circolarità in edilizia e costruzioni. Le discussioni hanno riguardato il Regolamento sui Prodotti da Costruzione, attualmente in fase di revisione, e l’implementazione del Regolamento sulla Progettazione ecocompatibile dei Prodotti Sostenibili, nonché le prospettive degli architetti e dell’industria su come sia possibile raggiungere la circolarità in edilizia.
Nell’ultima parte del Forum, i relatori hanno analizzato il percorso verso lo sviluppo sostenibile attraverso prodotti certificati e tracciabili e il futuro dei Green Public Procurement in Europa. Una cerimonia di premiazione, è stata dedicata alle aziende certificate VinylPlus nel 2022: Akdeniz Chemson, Baerlocher, IKA, Polymer-Chemie, Reagens, Salamander e Sattler.
Con il sistema scorrevole Synego Slide di Rehau è possibile collegare l’ambiente interno con l’esterno in modo elegante e confortevole.
Synego Slide è un profilo da 80 millimetri che permette di realizzare aperture di dimensioni fino a 4×2,6 metri che si aprono e si richiudono con un movimento semplice: un innovativo meccanismo di chiusura consente infatti all’anta scorrevole di essere guidata in modo fluido lungo il telaio, con il minimo sforzo, per un utilizzo pratico e una movimentazione leggera.
Ideale sia in caso di nuova costruzione che di ristrutturazione è disponibile nella versione per portefinestre e per finestra. In questo ultimo caso l’apertura parallela alla parete elimina l’ingombro dell’anta aperta verso l’interno della stanza, consentendo di realizzare ambienti più accessibili e luminosi, senza vincoli di disposizione di mobili, piante o piccoli oggetti di arredamento.
Gli scorrevoli Synego Slide raggiungono un valore di isolamento termico Uf di 1,3 W/(m2K), preservando il caldo o il fresco all’interno degli ambienti, a seconda della stagione, e isolano dai rumori fino 20 volte, abbattendo la rumorosità fino a 44 dB. Inoltre rientrano in classe di resistenza all’effrazione fino a RC2, offrendo anche un’elevata tenuta alla pioggia battente mediante la guarnizione perimetrale perfettamente aderente all’elemento scorrevole.
Sotto il profilo del design, il programma Kaleido Color mette a disposizione molteplici colori e finiture per personalizzare gli infissi secondo il proprio stile, con un’attenzione ai minimi dettagli che si estende fino all’opzione cava interna completamente rivestita, per un aspetto omogeneo di porte e finestre.
Come tutti i profili Rehau, anche i profili Synego Slide realizzati con un’importante quota di materiale riciclato, a garanzia di un’impronta ecologica positiva.
Ediltec e X-Foam, presenti in Italia fin dal 1994, hanno recentemente esportato il know-how anche in Germania e in Croazia, realizzando negli ultimi anni uno stabilimento produttivo in Baviera e uno in prossimità di Zagabria. Da più di 30 anni rappresentano quindi un marchio conosciuto e sinonimo di qualità.
Dove si necessiti di un isolamento termico, anche su strutture particolarmente sollecitate, X-Foam è adatto, grazie alla sua elevata resistenza meccanica, con oltre 700 kPa di resistenza alla compressione.
Il polistirene estruso, noto anche come XPS, per essere definito tale deve possedere una percentuale di celle chiuse, la sua particolare struttura isolante, almeno del 95%. Questo conferisce al materiale un assorbimento d’acqua inferiore allo 0,7% e quindi permette di mantenere inalterate le performance nel tempo.
Nel processo produttivo è possibile utilizzare polistirene riciclato in parti importanti, contribuendo alla sostenibilità del materiale. La gamma X-Foam grazie alle sue proprietà rispetta i Criteri Ambientali Minimi (Cam).
Il materiale isolante in commercio combina tutte le seguenti caratteristiche: elevato isolamento termico, eccezionale resistenza meccanica, tenuta delle prestazioni nel tempo, traspirabilità, scarsissimo assorbimento d’acqua.
L’insieme delle sue qualità consente l’applicazione in: coperture piane, a falde, tetti parcheggio, terrazzi, isolamento perimetrale, sotto platea di fondazione, parete intercapedine, parete a cappotto esterno, isolamento dall’interno accoppiato con cartongesso, piani pilotis, solai interpiano, isolamento di pilastri e soglie per l’eliminazione dei ponti termici, ristrutturazione di ambienti umidi.
Dove vengono richieste elevate performance di resistenza meccanica, il polistirene estruso è praticamente insostituibile. Fra i vari vantaggi troviamo anche la leggerezza nella movimentazione, l’alta lavorabilità con semplici attrezzi da cantiere e la possibilità di esser stoccato all’aperto: caratteristiche che rendono il polistirene estruso X-Foam uno dei più diffusi e apprezzati isolanti termici.
A Parcines (Bolzano) Röfix Italia ha terminato i lavori di ripristino della copertura della torre dedicata alla produzione. Posizionata accanto alla sede centrale e al nuovo grande magazzino, necessitava un intervento attento di riqualificazione a livello della copertura, per assicurare e migliorare la protezione dalle intemperie e dagli agenti atmosferici, incentivando così anche l’impatto estetico.
L’operazione è frutto di un progetto di investimento complesso che ha coinvolto la sede centrale dell’azienda, partito dalla costruzione della nuova sede amministrativa secondo le strategie più moderne e di grande impatto visivo quale catalogo real life delle diverse finiture. A questa, è seguita la realizzazione del nuovo magazzino e delle aree dedicate alla Röfix Academy.
I progetti di sviluppo non si sono limitati alla sede centrale a Parcines ma hanno coinvolto anche le sedi di Oricola (L’Aquila), acquisita ufficialmente nel 2021 e, l’anno successivo, la sede di Prevalle (Brescia), secondo centro produttivo in Italia, che è stato oggetto di un intervento migliorativo per il servizio di deposito e distribuzione.
Realizzate seguendo moderne tecnologie, le nuove strutture ribadiscono in concreto assicurano nel breve e nel lungo periodo prestazioni ottimali, sia nel campo gestionale sia in quello produttivo, logistico e distributivo, con la qualità sempre al primo posto.
Pioniere nell’edilizia a secco e player di riferimento sul mercato internazionale per le soluzioni e i sistemi di edilizia leggera, Knauf fa dell’impegno nella sostenibilità uno dei suoi capisaldi. Un percorso iniziato già da diversi anni, che ha portato l’azienda anche ad aderire recentemente al Green Building Council Italia, l’associazione che promuove il sistema di certificazione indipendente Leed, i cui parametri stabiliscono precisi criteri di progettazione e realizzazione di edifici salubri, energeticamente efficienti e a impatto ambientale contenuto.
A sostenere questa sfida quotidiana verso un’edilizia sempre più green e moderna c’è una squadra dinamica e affiatata, guidata da Marco Solari, entrato come general manager in Knauf Italia nel 2021 e diventato da subito sodale al progetto.
Marco Solari, general manager Knauf Italia
Domanda. Ha assunto da poco la guida di Knauf Italia: quali sono i suoi obiettivi? Risposta. Dopo un’esperienza nel mondo dell’automotive ho deciso di cambiare settore. Casualmente ho avuto modo di conoscere il mondo Knauf e mi sono subito innamorato del progetto. Sto vivendo una seconda giovinezza e mi ritengo molto fortunato ad aver avuto questa opportunità. Il mio obiettivo è assolutamente in linea con quello dell’azienda, cioè creare un business fortemente sostenibile, insieme a una squadra di colleghi appassionati e competenti. Desidero mettere a frutto quello che ho imparato lavorando in altri settori per dare un valore aggiunto e fare la differenza in un momento di mercato unico, che vede uno sviluppo esponenziale dell’edilizia a secco in Italia, che ha ancora con tassi di crescita potenzialmente molto alti rispetto al resto d’Europa.
D. Quali sono state le esperienze più utili della sua vita professionale precedente? R. Certamente l’esperienza all’estero, in Ungheria e Cina, mi ha dato la possibilità di confrontarmi con i miei limiti. Ho vissuto anche una piccola esperienza lavorativa nel largo consumo, che mi ha permesso di sperimentare il collegamento tra la fabbrica e il mercato. Pirelli è stata un’esperienza che mi porto dietro più di altre, oltre a una grande attenzione al training, cioè a investire sulle persone per farle crescere.
D. Che cosa significa gestire un’azienda così importante nel contesto italiano? R. Professionalmente è un punto di vanto, il coronamento di una serie di esperienze degne di essere vissute. Vuol dire inoltre nutrire un rispetto molto forte per l’azienda che gestisco.
Stabilimento Knauf Italia a Castellina Marittima (Pisa)
D. Qual è il feedback con la casa madre? R. L’allineamento sui principi fondamentali della gestione è talmente forte che oramai c’è un naturale scambio di vedute. Lavorare con questo livello di sintesi rispetto a contenuti etici e di gestione significa avere il tempo per fare innovazione. Mi sento nel posto giusto anche grazie a una squadra eccezionale, capace di superare sempre le mie aspettative.
D. L’edilizia a secco è un trend: quali sono gli indicatori di mercato che lo confermano? R. C’è ormai un tasso di sostituzione tra l’edilizia tradizionale e l’edilizia a secco. Fortunatamente riusciamo a essere performanti anche in mercati che hanno fluttuazioni evidenti, perché abbiamo una parte di organico che non dipende da situazioni esogene, quindi possiede una grande solidità in termini di crescita e prospettive. Per di più, la decarbonizzazione e gli apparati normativi vanno proprio nella direzione di aumentare questo tasso di sostituzione. Quindi, l’edilizia a secco è il settore giusto e Knauf è l’azienda giusta.
D. Perché il cartongesso è sempre più richiesto? R. Sarebbe divertente rovesciare la domanda. Non c’è oggi un motivo razionale per non utilizzare il cartongesso, perché possiede prestazioni acustiche, antisismiche, di protezione al calore e al freddo assolutamente più performanti rispetto a qualsiasi altro materiale. Il compito che l’industria dei sistemi a secco ha oggi è quello di far capire tutto questo al settore delle costruzioni.
Sede Knauf ItaliaCava
D. È anche una questione di prezzo? R. Non penso che il prezzo sia determinante, anche se oggettivamente è vantaggioso dal punto di vista economico. Tuttavia, mentre l’edilizia tradizionale vive di tecnologie consolidate, noi siamo ancora in una fase di investimento, sia da un punto di vista di processo di produzione, sia di prodotto. In futuro si andrà sempre di più verso una specializzazione, il prodotto richiederà investimenti e il successo non sarà direttamente dipendente dall’economicità della soluzione, ma dalle sue caratteristiche prestazionali e dalla capacità di rispondere alle novità legislative.
D. Quali sono le caratteristiche più interessanti dell’edilizia a secco? R. Innanzitutto, le prestazioni antisismiche. Considerando per di più che l’Italia è una zona sismica, oggi non è più pensabile costruire senza tenere conto della sicurezza degli edifici. In Giappone, dove questo è un fatto consolidato, si costruisce a secco da prima che queste soluzioni diventassero sistemi industriali. In secondo luogo, l’edilizia a secco consente di raggiungere il massimo comfort abitativo con soluzioni altamente customizzabili. Le prestazioni isolanti a livello acustico e termico sono decisamente superiori a qualsiasi altro tipo di edilizia. Il vero punto di svolta è pensare all’edilizia a secco come a una soluzione ai problemi costruttivi. Sempre più le grandi aziende di costruzioni ci chiedono supporto tecnico per spiegare i vantaggi delle nostre soluzioni e questa è veramente una grande soddisfazione.
D. Il concetto di sostenibilità è sempre più presente in edilizia: qual è la strategia Knauf? R. Il cartongesso nasce già come prodotto sostenibile, perché ha bisogno di meno acqua per essere prodotto e smaltito rispetto ad altri materiali. Nel suo ciclo di vita produce meno CO2 rispetto ad altri sistemi, è più facile da trasportare ed è più semplice da posare. Per Knauf la sostenibilità consiste nel fornire materiale sostenibile per le costruzioni, rendendo sostenibile anche il modo in cui lo si produce. Ma non solo: l’azienda è molto attenta alla sostenibilità anche dal punto di vista sociale. Quindi, per noi è un asse molto importante e gratificante.
D. Il green è anche un costo: è sostenibile? R. Sul lungo periodo il green non è un costo in più, ma rappresenta un’efficienza enorme perché permette di riutilizzare risorse che altrimenti andrebbero sprecate. Nel breve il green può rappresentare un costo, ma è assolutamente proporzionato ai vantaggi che ne derivano. Oggi il mondo è pronto a sostenere il costo del green. Se prima era un accessorio, adesso è imprescindibile. Se si pensa ai prodotti del futuro, non possono non avere caratteristiche di sostenibilità. Sarebbe come progettare una macchina diesel, invece che a idrogeno.
D. I vostri prodotti hanno anche caratteristiche di compatibilità ambientale? R. Non ci piace parlare di prodotti, ma di soluzioni. Siamo stati i primi a certificare un intero sistema. Abbiamo avuto la forza di investire nelle più importanti certificazioni come Epd, Cam, Eurofins Gold e molte altre.
D. La sostenibilità è un aspetto valutato dai vostri clienti? R. Più i clienti sono integrati verticalmente nel business delle costruzioni, più sono sensibili a questo tema. Meno sono integrati, più la loro sensibilità è sfumata e la sostenibilità diventa solo un modo per fare business. Devo dire che tanti clienti che utilizzano i nostri materiali stanno mostrando molta sensibilità al green e alla sostenibilità proprio come elemento etico del loro lavoro.
D. Anche i rivenditori? R. Sì, anche i rivenditori, perché il mercato è sempre più integrato in un sistema verticale delle costruzioni. Il mondo dei rivenditori sta cambiando e così anche la loro sensibilità agli input che arrivano dall’industria.
D. Quale sarà l’evoluzione dei sistemi a secco? R. L’edilizia a secco sarà sempre più omnicomprensiva. Il futuro delle costruzioni va verso sistemi leggeri e performanti, più efficaci e più efficienti.
Knauf Advanced
D. Com’è cambiato il mercato in questi anni? C’è stata un’accelerazione tra prima e dopo la pandemia? R. Sono arrivato in Knauf nel 2021, appena dopo il postcovid, e vedo già dei cambiamenti. L’industria dei sistemi a secco è giovane e dinamica, ma in questi ultimi anni sta conoscendo una spinta eccezionale. Agli specialisti che hanno aperto il mercato si sono affiancati sempre più i generalisti multi-specializzati.
D. Giovani, ma pionieri: Knauf è da sempre in questo tipo di mercato? R. Siamo nati e cresciuti nei sistemi a secco. I primi passi di Knauf in Germania risalgono alla prima metà del Novecento, quindi abbiamo la fortuna di essere giovani, ma con un’esperienza molto consolidata. Questo è il nostro punto di forza. Grazie a questo know-how siamo visti più come progettisti che come produttori, un’innovazione anche dal punto di vista concettuale.
D. Avete in cantiere nuovi prodotti? R. Abbiamo sempre in cantiere nuovi prodotti. La nostra capacità di innovazione costituisce il nostro vantaggio competitivo. Le nuove soluzioni si inseriscono sempre di più nell’area delle specialty per l’integrazione tra esterno e interno e in materiali che danno prestazioni superiori.
D. Quali sono le soluzioni più innovative che proponete? R. In generale, tutto ciò che va verso una maggiore sostenibilità e leggerezza. Le nostre soluzioni più avanzate mirano a sostenere un’edilizia che inquina meno in tutti i suoi processi, dalla produzione del materiale fino alla posa e al successivo smaltimento.
D. Ci sono caratteristiche tecniche più richieste rispetto ad altre? R. Dipende dal tipo di soluzione richiesta dal committente. Oggi l’efficienza energetica è un argomento molto importante, quindi è uno degli elementi fondamentali dell’edilizia a secco. Assieme all’antisismica e l’acustica.
D. Le vostre soluzioni sono sufficientemente recepite dai distributori? R. Sì, i distributori fanno parte della famiglia Knauf. Siamo parte della stessa filiera e il ruolo della distribuzione è fondamentale perché riesce a rendere ancora più efficiente il mercato, a maggior ragione nel settore dell’edilizia a secco.
D. I bonus sono ancora una spinta al mercato? R. I bonus sono stati e sono ancora una forte spinta al mercato. A mio avviso sono un’ottima maniera per rendere efficiente il parco immobiliare. Inoltre, possiamo usufruire di un costante trend di crescita supportato dai lavori trainati, e non trainanti soggetti a saliscendi legislativi. Un vantaggio che stiamo spendendo in maniera regolare, con delle crescite sostenibili che ci permettono di fare programmazione.
D. L’aumento dei prezzi dei materiali si è fermato? R. Il legame tra prezzi dei materiali e l’ecosistema energetico è molto forte. Credo che il fenomeno inflattivo andrà a calmarsi, quindi vedo un futuro meno rischioso e più sicurezza per la nostra distribuzione. Poi, prevedere i rimbalzi è difficilissimo a causa di innumerevoli fattori esogeni.
D. Come avete gestito il difficile momento degli aumenti? R. Oggettivamente ci sono stati mesi in cui abbiamo assorbito dei differenziali molto alti. Per non dare al mercato segnali di crescita improvvisa e poi di decrescita, abbiamo diluito nel tempo gli aumenti, arrivando a condizioni di acquisto per noi eque. Abbiamo la responsabilità di essere un player rappresentativo, producendo soluzioni migliori e non meno care.
D. Riscontrate problemi di approvvigionamento? R. Non particolarmente.
D. Il cartongesso richiede anche un’attività di consulenza per i clienti? R. Sì, paradossalmente ci occupiamo molto più consulenza che di vendita. Proponiamo soluzioni e i materiali vengono comprati di conseguenza. La componente di sell out è molto più alta della componente di sell-in. Il nostro obiettivo è dare prima consulenza ai clienti e poi essere fornitori di materiali, non il contrario. Questo è il ruolo che deve avere un produttore avanzato di materiali per edilizia.
D. È un prodotto che ha bisogno di formazione da parte degli addetti alla vendita? R. Sì, tecnicamente se vuoi vendere edilizia a secco Knauf devi essere molto preparato.
D. Quante ore di formazione dedicate ai vostri clienti più importanti? R. Proponiamo diverse attività di formazione. Ci sono corsi di formazione tecnica sia per applicatori che per progettisti, per applicare i nostri sistemi e per progettarli. Il successo dei sistemi Knauf sta anche nella loro facilità di applicazione, ma per arrivare a un lavoro eccellente c’è di mezzo l’arte. Poi, abbiamo corsi di formazione sull’edilizia a secco che organizziamo con cadenza trimestrale e sono rivolti ai clienti più importanti, senza alcun fine commerciale.
D. Quale tipologia di prodotto al momento è più richiesta? R.Tutto ciò che è facile da applicare, leggero e performante. La nostra attività di ricerca e sviluppo è costantemente rivolta a studiare sistemi in grado di offrire prestazioni superiori o pari ai materiali più pesanti. Non vogliamo compromessi.
D. Il mercato ha bisogno di essere guidato o sono i produttori a doversi sintonizzare sul mercato? R.Il mercato da solo non può guidare. Come produttori abbiamo il dovere di essere presenti con soluzioni in grado di rispondere alle esigenze del mercato e investire in professionisti in grado di fare consulenza ai clienti.
D. La vostra azienda ricopre un ruolo di leadership: in che modo? R. Come leader tecnologico abbiamo la responsabilità di far capire al mondo delle costruzioni la valenza dell’edilizia a secco. Ci interessa far capire che ci sono doti organiche di crescita che dobbiamo continuare a nutrire con serietà e trasparenza.
D. Com’è andato il primo trimestre 2023 e quali sono le vostre previsioni? R. Il primo trimestre è andato bene, più o meno in linea con il 2022. Abbiamo registrato tassi di crescita meno evidenti, ma credo che il 2023 sarà ancora un anno positivo, e la prima parte dell’anno ce l’ha dimostrato. Dobbiamo continuare a guardare con attenzione come si evolve l’ecosistema generale ed essere capaci di rispondere ai cambiamenti, anche sul tema finanziario. Resto comunque ottimista.
D. Come si sta evolvendo l’edilizia in Italia? R. Nella direzione giusta, cioè nel rendere la parte di progetto sempre più vicina ai bisogni delle persone e dell’ambiente. Di questo sono molto contento.
D. L’edilizia può diventare un’attività con maggiore valore aggiunto? R. Sì, nel momento in cui è capace di mettere al centro la persona. Se significa invece costruire per ricapitalizzare, senza avere a cuore le esigenze delle persone, non ha futuro. Non siamo più negli anni Settanta, il mondo è cambiato.