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La sostenibilità che passa dalle strutture ricettive

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Quanto sono sostenibili gli alberghi? Dipende. In media, se si considera l’insieme dei servizi di pulizia, climatizzazione e utilizzo delle camere non sembra che gli hotel, con le dovute eccezioni, siano particolarmente votati alla sostenibilità. La sensibilità degli utenti, però, sta cambiando.

Secondo il Sustainable Travel Study di Expedia, che ha interrogato 11mila viaggiatori in 11 mercati di riferimento, le persone sono sempre più orientate verso un turismo sostenibile.

Tra gli intervistati disposti a pagare cifre più alte pur di rendere green i propri viaggi, il 51% sceglierebbe soluzioni di alloggio sostenibili e attività ed esperienze eco-friendly.

Così aumenta il numero di strutture di accoglienza che cercano di venire incontro alle esigenze dei clienti, seppure spesso si tratti di green washing.

Perché un vero hotel sostenibile è una struttura che prevede soluzioni nel rispetto dell’ecosistema ambientale, basato su scelte ecologiche, ed è costruito con materiali naturali o ecosostenibili, riscaldato con soluzioni di climatizzazione passiva e in cui tutto, dagli arredi ai servizi offerti agli ospiti, dal cibo alla gestione dei rifiuti, è a ridotto impatto ambientale.

In ogni caso, anche i piccoli segnali non sono da sottovalutare: a volte è il primo passo per comprendere che l’edilizia green e, più in generale, una maggiore sensibilità per l’ambiente può essere implementata senza drammi.

È il caso, per esempio, dell’adozione di key card in legno. D’accordo, è solo un piccolo passo, ma è importante. Tutti gli hotel che non siano vecchie strutture a conduzione familiare utilizzano da tempo le chiavi elettroniche, tessere di plastica con le dimensioni di una carta di credito che servono per l’accesso alle camere e, quasi sempre, per consentire l’accensione delle luci, un ottimo modo per evitare che l’utilizzatore della camera lasci le luci accese in sua assenza.

Le tessere sono, appunto, di plastica. E, visto che i clienti spesso si dimenticano di restituirle oppure le perdono e, comunque, sono oggetto di una veloce obsolescenza, le key card costituiscono anche un rifiuto non riciclabile. E non si tratta di poco: nel 2022 il numero di tessere di plastica utilizzate dagli hotel come chiavi magnetiche è stato di circa 3 miliardi.

Da questa considerazione una sempre più numerosa serie di hotel hanno iniziato a utilizzare chiavi diverse, in legno. L’idea si è diffusa ed è stata adottata anche da grandi catene come Peninsula Hotels, Ritz-Carlton, Four Seasons, Mandarin Oriental, St. Regis Resort, Oberoi. Alberghi di lusso che hanno deciso di cambiare sistema per sostituire la tradizionale key card in plastica, come segno dell’attenzione all’ambiente.

Il cambiamento, da un punto di vista tecnologico, è abbastanza semplice. Le key card in plastica funzionano grazie all’utilizzo di un microchip Rfid, che dialoga con il meccanismo di apertura della porta e il sistema di illuminazione.

Questo microchip può essere facilmente installato anche su un rettangolo di legno, per essere riprogrammato ogni volta che arriva un nuovo cliente. La tessera di legno funziona esattamente come quelle in plastica, quindi non ci sono controindicazioni.

L’unica differenza è che le tessere in legno devono essere utilizzate in modalità contactless, cioè a sfioramento, invece di essere inserite in una feritoia dove spesso è installato il lettore del chip Rfid.

Di Paolo Caliari

Ediltec X-foam e Poliiso: gli isolanti termici per interni ed esterni

Ediltec
Isolanti termici Ediltec

Il sistema di isolamento termico di un edificio dall’esterno, noto come isolamento “a cappotto”, si è notevolmente diffuso negli ultimi anni e oggi è la soluzione più utilizzata in caso di rifacimento di facciate verticali. Questo sistema consiste nell’isolamento esterno delle facciate con lastre o pannelli isolanti, protetto da intonaco opportunamente armato con rete.

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Ediltec | Applicazione di isolanti termici

Il polistirene estruso e il poliuretano espanso sono particolarmente indicati per questa applicazione poiché sono leggeri, hanno ottime proprietà isolanti, non assorbono acqua e aggrappano facilmente alle malte e agli intonaci comunemente impiegate. Per questa specifica applicazione sono indicate le lastre Ediltec: X-Foam Wafer (sp. 20-300mm) e Poliiso Ed, pannello in schiuma Polyiso (sp. 30-160mm).

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Ediltec | Lastra X-Foam Wafer

Sistemi di isolamenti termici Ediltec X-foam e Poliiso

I pannelli X-Foam e Poliiso, rispetto a materiali isolanti alternativi, permettono di migliorare le prestazioni e l’economicità dell’intero sistema grazie a vantaggi negli ambiti di performance isolante, leggerezza, stabilità dimensionale, minor impiego di risorse e durata nel tempo.

I pannelli si fissano con una normale malta adesiva e meccanicamente alla muratura tramite classici tasselli da cappotto. Si stende poi il primo strato di rasatura e la rete rinforzante. Si procede quindi alla stesura dei successivi strati protettivi, fino alla finitura esterna generalmente costituita da pittura a base minerale. L’isolamento dall’interno rappresenta la migliore soluzione per coniugare costo dell’intervento, efficienza energetica e comfort degli ambienti interni.

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Tra gli esempi più significativi troviamo gli edifici in centri storici o di pregio architettonico, migliorare l’efficienza energetica di singole unità immobiliari in condomini, o ancora tutti gli ambienti occupati in modo discontinuo come uffici, locali commerciali o seconde case, ove esiste la necessità di portare rapidamente gli ambienti alla temperatura desiderata.

Studiati per questo tipo di applicazione sono i pannelli prefabbricati Gibitec Es e Gibitec Plus, costituiti da una lastra di cartongesso accoppiata, rispettivamente, ad una lastra di polistirene estruso X-Foam o ad un pannello di Poliiso Plus.

A parità di prestazioni, con le attuali schiume dei pannelli Poliiso si può guadagnare importante spazio utile negli ambienti; un grande vantaggio se si pensa al valore al metro quadro di un’abitazione.

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Ediltec | Lastra Gibiltec Plus

Si avvicina l’appuntamento veronese con Progetto Fuoco

La Legge di Bilancio conferma la riduzione dell’Iva al 10% sulle compravendite di pellet per i primi due mesi del 2024. Si tratta di una misura chiesta dal settore e che risponde alle esigenze delle famiglie che utilizzano il pellet ma anche a quelle della filiera del riscaldamento a biomassa, che grazie al contenimento dei prezzi può guardare con fiducia ai prossimi mesi.

L’appuntamento con Progetto Fuoco 2024

La filiera intanto si prepara all’appuntamento con Progetto Fuoco, in programma a Veronafiere dal 28 febbraio al 2 marzo 2024. Focus della manifestazione: le fonti energetiche rinnovabili e carbon-neutral e l’innovazione, con 5 startup che presenteranno, nell’ambito dell’Innovation Village, le migliori soluzioni tecnologiche per portare il settore del riscaldamento nel futuro.

Una forte spinta a intervenire sulle aliquote legate alla compravendita del pellet è giunta nelle scorse settimane in particolare da Aiel – Associazione Italiana Energie Agroforestali. L’associazione, partner tecnico di Progetto Fuoco, auspica che la misura diventi ora strutturale, in modo da garantire maggior trasparenza al mercato e certezza agli operatori del settore, oltre a contribuire al processo di decarbonizzazione e di transizione dai combustibili fossili verso fonti di energia rinnovabili.

Progetto Fuoco Innovation Village

Dal pellet composto da fondi di caffè riciclati a nuove soluzioni per produrre syngas a partire da biomasse residuali. Sono 5 le startup, alle quali si aggiunge un progetto speciale, selezionate per l’Innovation Village di Progetto Fuoco, un’area in cui le più significative aziende innovative racconteranno le loro idee e presenteranno i loro prodotti a potenziali partner e investitori.

Le 5 startup presenti all’Innovation Village parteciperanno a «Give Me Fire – Progetto Fuoco Startup Award», il premio – promosso da Progetto Fuoco e Blum, in collaborazione con Aiel – assegnato alla soluzione tecnologica reputata di maggiore impatto da una giuria di esperti.

Lo scopo del premio è aiutare le piccole realtà imprenditoriali innovative a entrare velocemente nel mercato, mettendole in contatto con le grandi aziende del settore del riscaldamento a biomassa. Le startup si sfideranno a colpi di pitch, cioè brevi presentazioni in cui dovranno dimostrare la validità del loro prodotto e rispondere alle domande della giuria e del pubblico in modo rapido e brillante.

Raul Barbieri | Direttore commerciale Veronafiere

«Quello lanciato dalla politica è un segnale positivo di attenzione per il comparto dell’energia dal legno e dalle biomasse, che in Italia vale 4 miliardi di euro e coinvolge 14 mila imprese. L’intera filiera, che va dal bosco al camino, è pronta a ritrovarsi in questa nuova edizione di Progetto Fuoco, che sarà ricca di spunti e contenuti, e che intercetterà tutte le spinte innovative del settore, mettendo al centro le ultime tecnologie e la transizione ecologica del settore».

Annalisa Paniz | Direttrice generale Aiel

«Siamo soddisfatti per la conferma dell’Iva sul pellet al 10% per i primi due mesi del 2024, specialmente perché vanno considerati i ridotti margini finanziari con cui questa Legge di Bilancio ha dovuto fare i conti. Il mantenimento dell’aliquota eviterà di gravare ulteriormente sulla spesa energetica delle famiglie italiane. Inoltre, secondo quanto risulta dalle nostre interlocuzioni con la Guardia di Finanza, con cui manteniamo un’intensa collaborazione nella lotta a evasione, elusione fiscale e frodi carosello, la misura è fondamentale per promuovere l’emersione del mercato sommerso».

Le startup selezionate

BiStems | Startup che sviluppa tecnologia di gassificazione ad ossigeno-vapore che produce syngas di alta qualità a partire da biomasse residuali. Il gas prodotto ha un’elevata concentrazione di idrogeno e una bassissima concentrazione di azoto, che lo rendono ideale per una conversione a biocarburanti o basi chimiche rinnovabili senza processi intensivi di downstream upgrading.

Goojob | Portale che permette all’utente, dopo essersi registrato, di trovare un artigiano o un professionista, tramite il sistema evoluto di filtri e il sistema di geolocalizzazione del proprio immobile, di sceglierlo grazie alle pagine vetrina delle aziende, ai listini e alle recensioni degli altri utenti, e di prenotarlo grazie al calendario.

Iridenergy | Impianto innovativo di poligenerazione: permette di eseguire una decomposizione termochimica di biomasse anche molto umide (sfalci, ramaglie, digestati, fanghi, scarti agroalimentari) superando le tecnologie attualmente più diffuse sul mercato. Supera il concetto di cogenerazione allargandola a poligenerazione (biochar, energia elettrica, calore, idrogeno green).

Rcoffee | Il pellet composto da fondi di caffè riciclati da capsule di plastica e alluminio mescolati con una piccola percentuale di legno riciclato. Il processo di estrazione dei fondi di caffè dalle capsule è brevettato dall’azienda partner WhiteStar, che garantisce il corretto riciclo di tutti gli elementi che compongono la capsula. Il prodotto avrà un potere calorifico superiore a quello dei tradizionali pellet di legno.

Firewell | Realizzato dall’azienda tedesca SiO2 Ventures, è un additivo da aggiungere al processo di combustione che riduce l’inquinamento da particolato, e un’app che, grazie all’integrazione dell’intelligenza artificiale, guida l’utente durante l’intero processo di combustione.

iNEST | Progetto speciale selezionato per l’Innovation Village di Progetto Fuoco: iNEST mira a definire un nuovo paradigma di Ecosistema dell’Innovazione del Nord-Est, basato su: multi-vocazionalità; capacità di generare valore aggiunto tramite un approccio integrato e interconnesso, superando i rischi di frammentazione; creazione di reti, con un approccio basato sulla partnership.

YouBuild Gennaio 2024

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YouBuild 30 - gennaio 2024

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YouBuild 30 - gennaio 2024

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Un 2024 positivo per chi commercia in metallo

Coils
Coils

Assofermet vede rosa per il 2024. L’Associazione nazionale degli imprenditori che esercitano l’attività del commercio e della prelavorazione nei settori ferro e acciai, metalli non ferrosi, rottami ferrosi, ferramenta e affini, prevede un anno positivo, dopo un 2023 in bianco e nero. Fra riduzione del fatturato, instabilità e scarsità di domanda, l’anno passato è stato caratterizzato da importanti sfide per i settori rappresentati da Assofermet. Oltre ai fattori strettamente relativi ad andamenti di mercato, come la riduzione di marginalità, negli ultimi 12 mesi fenomeni globali e scelte di natura macroeconomica hanno influenzato l’intero sistema italiano e internazionale. Per il 2024, però, l’associazione si aspetta un miglioramento in termini di fatturato e di risultati economici. La riduzione dei prezzi è stata la tendenza principale del 2023 per chi si occupa di commercio e distribuzione di acciaio. Complessivamente, i cali maggiori si sono verificati a partire dal secondo trimestre, mentre durante gli ultimi tre mesi si è tornati a una stabilizzazione dei prezzi. E, sempre secondo Assofermet, le tendenze indicano da un lato la diminuzione dei consumi nei mercati a valle, che ha favorito il calo dei prezzi, dall’altro i divieti di importazione sul mercato russo e l’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce hanno contribuito a generare un eccesso di offerta nell’intera Unione Europea.

È proprio il contesto politico-economico generale, che le previsioni dell’associazione prospettano un progressivo miglioramento e le previsioni ottimistiche per il 2024. Il miglioramento delle condizioni economiche globali e la fine della politica dell’aumento dei tassi di interesse sono solo alcuni degli elementi che spingono a formulare ipotesi positive per l’evoluzione del mercato.

Discorso leggermente diverso per l’acciaio inox, su cui è più difficile essere ottimisti. Tendenze simili si sono riscontrate nel mercato a monte della filiera, quello dei rottami ferrosi: instabilità, riduzione dei volumi e scarsità di domanda a valle hanno caratterizzato un 2023 non particolarmente brillante. Anche in questo caso elementi macroeconomici e trend internazionali hanno influenzato negativamente il comparto. Tra gli altri aspetti va considerata l’importante crisi dell’industria manifatturiera in Germania, uno dei principali mercati di sbocco per le aziende italiane. Anche le restrizioni alla circolazione determinate dalla visione strategica e dalle politiche ambientali dell’Unione Europea sono state determinanti. Se è vero che il 2023 è stato peggiore del 2022, è però altrettanto vero che i risultati hanno superato le previsioni pessimistiche di 12 mesi prima. Per l’inizio del 2024, quindi, Assofermet prospetta evoluzioni non particolarmente brillanti, in linea con quanto visto negli ultimi mesi.

Passando al comparto dei metalli non ferrosi, anche in questo caso il 2023 è stato un anno difficile. Per molte aziende che si occupano di commercio di alluminio gli ultimi 12 mesi sono stati un periodo estremamente sfidante. Sul fronte dei volumi vanno segnalate le forti riduzioni rispetto al 2022 e al 2021: un ritorno alla normalità pre-pandemica, con valori molto simili a quanto si era assistito nel 2019. Calo anche per la marginalità, nettamente in diminuzione nel 2023 rispetto agli anni precedenti. L’anno era iniziato con un importante aumento di stoccaggio a valori di carico elevatissimi e prezzi di vendita in caduta per via della brusca frenata di alluminio. La discesa è poi proseguita per tutto il 2023, determinando perdite significative. Le prospettive del 2024 sono di una domanda piuttosto debole, in linea con quanto registrato negli ultimi mesi: al momento i segnali che arrivano dai clienti non sono incoraggianti. Una panoramica simile si è verificata per i distributori di rame: il 2023 è stato in calo continuo e ci sono aspettative di un primo trimestre in linea con quanto accaduto negli ultimi 12 mesi.

Per quanto riguarda le ferramenta, infine, nell’ultimo anno il settore ha registrato timidi aumenti rispetto al 2022, soprattutto per quanto riguarda il comparto dei grossisti. Nonostante non si siano verificati i grandi successi registrati in periodo pandemico l’andamento complessivo continua a essere positivo. Per il 2024 ci si aspetta ritmi analoghi a quelli a cui si è assistito l’anno scorso e anche per questo settore le tendenze internazionali continueranno a influenzare i ritmi di mercato. Proprio di trend globali e di andamenti economici si parlerà nel corso del Global Diy Summit, l’appuntamento internazionale per chi si occupa di ferramenta e fai da te, che quest’anno si terrà a Roma i prossimi 11, 12 e 13 giugno.

Tre nuovi punti vendita entrano nel gruppo Made

Made

MadeIl Gruppo Made ha chiuso il 2023 con nuovi ingressi nel network. La prima azienda che ha aderito in ordine di tempo è Edilnorma, con sede a Norma (Latina).

Si tratta di un’impresa famigliare, storica nel territorio, che è giunta alla sua terza generazione di imprenditori.

Fondata da Mario Tirocchi nel 1984, nel 2006 diventa una Srl, amministra dal figlio Alessio. L’ingresso in azienda della terza generazione con i figli Letizia e Mario Tirocchi per continuare la tradizione di famiglia hanno spinto Alessio Tirocchi a entrare a far parte di Gruppo Made per usufruire dei Corsi di formazione professionale e di tutti i servizi che il network riserva ai suoi aderenti.

La seconda rivendita è Nuova Edilizia Immobiliare Buscemi, con sede principale in Zona San benedetto a Favara (Agrigento), ma anche una sede a Lodi. Anch’essa è una azienda storica, presente sul mercato dal 1978 e giunta alla seconda generazione di imprenditori.

Fra le caratteristiche di Nuova Edilizia Immobiliare, un importante servizio di noleggio professionale. L’azienda tratta anche il legname, solai prefabbricati, e tutte le tipologie di materiali per l’edilizia. Anche la Centro Edile di Laterza (Taranto) fa ingresso nel Gruppo Made.

Il punto vendita ha un ottimo posizionamento sul territorio, grazie anche alla varietà dell’offerta e alla professionalità dei collaboratori.

L’offerta è composta da materiali edili tradizionali, materiali per pavimentazioni, rivestimenti termoisolanti, oltre a una sezione dedicata alle pitture e ai materiali e sistemi decorativi che è stata completata con un nuovo reparto specializzato in prodotti di colorimetria, un vero e proprio laboratorio del colore che rende il Centro Edile un preciso punto di riferimento per i professionisti del settore.

Eclisse e DeFaveri compiono 35 anni e diventano una sola azienda

Daniela e Antonella De Faveri
Daniela e Antonella De Faveri

La storia di Eclisse inizia nel 1989 da un’idea brillante del suo fondatore, Luigi De Faveri, che volle rivoluzionare il tradizionale concetto di porta a battente. L’intuizione fu quella di migliorare i primi prototipi esistenti di porta a scomparsa e produrre in serie una struttura metallica, che poi prenderà il nome di controtelaio, in grado di far scorrere e scomparire una porta all’interno del muro, senza alcun ingombro.

Il prodotto fu talmente apprezzato che in pochi anni il controtelaio per porte a scomparsa divenne conosciuto e venduto in tutto il mondo. Questo grazie all’affiatamento di persone profondamente coinvolte nel progetto e al lavoro svolto all’estero attraverso una capillare rete di consociate e distributori.

L’espansione fuori dal territorio nazionale è iniziata con l’apertura di Eclisse in Francia nel 1996, e a cui presto hanno fatto seguito le aperture in Polonia nel 2000, in Repubblica Ceca, Inghilterra e Austria nel 2001, in Repubblica Slovacca nel 2004, in Spagna nel 2006, in Brasile e Germania nel 2008.

Sin dall’inizio l’attività dell’azienda è stata mossa dall’intraprendenza e dall’impegno costante nella ricerca e nell’innovazione. Il successivo ampliamento della gamma di modelli proposti, sempre guidato dalla meticolosa attenzione per i dettagli, ha determinato una rapida espansione.

Tanti sono i brevetti che hanno reso famosi i prodotti Eclisse, il binario estraibile e la rete debordante solo per citarne un paio, fino alle innovazioni più recenti come Eclisse 40, il primo ed unico telaio per porta svasata a 40 gradi.

Oggi, l’azienda festeggia i suoi primi 35 anni di storia e successi, ma questo è solo l’inizio di una nuova avventura.

Unione in famiglia

Dal 1° gennaio 2024 le due aziende della famiglia, Eclisse e DeFaveri, sono diventate un’unica realtà sotto la guida delle figlie Daniela ed Antonella De Faveri. Per raccontare la storia di queste due aziende e i prossimi passi di un nuovo percorso è stato lanciato un nuovo sito istituzionale eclissegroup.com.

Daniela e Antonella De Faveri
Daniela e Antonella De Faveri | Insieme guideranno il gruppo di famiglia

Un orientamento comune e uno sguardo condiviso sono la base per un’opportunità di sinergia unica al fine di occupare una posizione di mercato ancora più solida nel settore delle costruzioni.

L’obiettivo è quello di puntare a traguardi ancora più ambiziosi e consolidare la presenza nel segmento degli infissi, assecondando le esigenze dei consumatori anche in questo comparto.

I festeggiamenti del 35° anniversario e di questo importante risultato continueranno a Milano, dove il 1° febbraio sarà presentata la nuova veste dello showroom di via Molino delle Armi. Un luogo concepito per essere in continua evoluzione, per questa occasione completamente rivoluzionato in un nuovo progetto di restyling.

Saint Gobain: tante novità a bassa emissione di CO2

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Wallboard eco 13

L’azienda punta a incrementare il tasso di sostenibilità senza rinunciare al lancio di materiali più performanti. Come Gyproc Wallboard Eco 13: una nuova generazione di lastre progettate per l’ambiente e a vantaggio dell’applicatore.

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Antonio Radaelli, Marketing director Saint-Gobain Italia

È stato un anno ricco di lanci e  innovazioni per Saint-Gobain Italia, leader dell’edilizia sostenibile, che culmina con la presenza al Made Expo con due grandi stand (vedi box) e una proficua collaborazione con l’importante studio di architettura Marco Piva.

Con l’ambizioso obiettivo della carbon neutrality entro il 2050, Saint-Gobain offre il più ampio portafoglio di soluzioni multi materiali per la costruzione moderna, prodotte per il 90% in Italia.

Le parole d’ordine sono, quindi, innovazione e sostenibilità, aspetti che hanno caratterizzato anche le nuove soluzioni presentate quest’anno.

«L’innovazione dei prodotti per costruzioni e la sostenibilità sono la nostra sfida quotidiana. Quando sviluppiamo nuove soluzioni, oltre alle performance e alla facilità di lavorazione, poniamo la massima attenzione alla possibilità di integrare materiali di recupero per contenere le emissioni di CO2 e supportare un’economia circolare», spiega Antonio Radaelli, Marketing Director di Saint-Gobain Italia.

Riciclo

Lo scorso maggio l’azienda ha lanciato il prodotto Gyproc Wallboard Eco 13: una nuova generazione di lastre progettate per l’ambiente e a vantaggio dell’applicatore.

La tecnologia utilizzata per produrre la nuova lastra Gyproc Wallboard Eco 13 consiste in un nuovo processo produttivo, che tiene conto dell’intero ciclo di vita della lastra, con l’obiettivo di limitare il consumo di risorse naturali, favorire l’utilizzo di materie seconde, estendere la loro durata e promuoverne il riciclo.

Il nucleo in gesso ottimizzato è stato studiato per ottenere uguali performance a più basso consumo per l’ambiente e a vantaggio dell’applicatore, tra cui efficienza energetica del processo produttivo (-12%), ridotte emissioni di CO2 in fase di produzione e trasporto (-11%), ridotto utilizzo di risorse non rinnovabili (-15%), ridotto consumo di acqua (-12%) e minor peso, nello specifico 3 tonnellate in meno per carico completo, che si traducono in una riduzione dell’11% di emissioni di CO2.

Oltre 130 chilogrammi in meno sollevati dall’applicatore per ogni pallet di lastre installato.

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Le prestazioni

Le prestazioni tecniche della Gyproc Wallboard Eco 13 garantiscono un eccellente isolamento acustico e resistenza al fuoco, e ancora un’ottima lavorabilità in termini di facilità di taglio, adesione della carta e flessibilità.

Grazie alla sua conformazione, aiuta a ridurre i tempi di lavoro e a risparmiare nei costi di trasporto. La lastra è conforme ai protocolli ambientali Cam e ha ottenuto la certificazione Eurofins Indoor Air Comfort Gold.

La nuova lastra Gyproc Wallboard Eco 13, insieme a Gyproc DuraGyp Eco Activ’Air con il 35% di contenuto di riciclato, il valore più alto sul mercato, si inserisce all’interno di un più ampio progetto di Saint-Gobain, con l’obiettivo di sviluppare un’economia a bassa emissione di carbonio per preservare il bene comune, contribuendo allo sviluppo responsabile e sostenibile.

Nuovo impianto

A settembre è stato inaugurato il nuovo impianto per la produzione di colorati per interni e rivestimenti per esterni a Fiorano Modenese, su cui l’azienda ha scelto di puntare con un investimento che rientra nella volontà di integrare sempre di più all’interno della propria offerta materiali e soluzioni tecnologicamente avanzati e in ottica di risparmio energetico.

Il sito di Fiorano Modenese, quindi, è tornato a essere uno stabilimento produttivo proprio per realizzare le due nuove linee di finiture targate Saint-Gobain: weberpaint, la gamma di idropitture per interni studiata per incontrare le necessità di professionisti e privati, e le finiture per esterno webercote, in grado di adattarsi ai diversi materiali costruttivi e utilizzi.

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Nuovo impianto Saint-Gobain a Fiorano Modenese destinato alla produzione di colorati per interni e rivestimenti per esterni

Circolarità

In termini di sostenibilità, il progetto relativo all’impianto di Fiorano Modenese vede un sistema di recupero delle acque di lavaggio durante il processo produttivo per essere successivamente riutilizzate nel ciclo successivo, che genera un risparmio idrico che si attesta a più del 50% dell’acqua impiegata.

I trasporti generano una riduzione del 30% di emissioni di CO2, grazie alla ridistribuzione dei volumi di produzione tra i siti del Sud Italia e del Centronord. Inoltre, sono utilizzati imballi in plastica realizzati con una percentuale di materiale riciclato che può raggiungere il 30%.

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Nuove linee colorati Weber resistente a muffe e funghi

Nuove linee di colorati

La linea weberpaint si compone di idropitture versatili e sostenibili per interni che, attraverso il sistema tintometrico webercolorlook, consente di tinteggiare gli ambienti in 1950 diverse colorazioni.

Dalle tinte per cartongesso, alle pitture traspiranti che prevengono muffe e funghi fino a quelle ad alta copertura, i colori weberpaint sono progettati e concepiti per incontrare le esigenze relative alle differenti soluzioni di applicazione.

Progetto piemonte realizzato con gamma Webercote
Progetto piemonte realizzato con gamma Webercote

La linea webercote è invece composta da rivestimenti per esterni pensati per ottenere texture omogenee in linea con le tendenze dell’architettura contemporanea grazie a una granulometria fino a 1,2 millimetri o 1,5 millimetri, in base al diverso prodotto scelto (Trama 1.2 o Trama 1.5).

Particolarmente indicate per la copertura di sistemi a cappotto e nuove facciate ad alta efficienza energetica, le nuove soluzioni webercote sono caratterizzate da consumi ridotti ed eccellente scorrevolezza e lavorabilità.

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Progetto Toscana realizzato con gamma Webercote

Disponibili sia per soluzioni a base organiche, sia a base silossanici e acrilsilossanici, i nuovi rivestimenti sono traspiranti e idrorepellenti e favoriscono la fuoriuscita dell’umidità verso l’esterno dell’edificio, impedendo al tempo stesso la formazione di alghe, muffe e altri microrganismi che nel tempo deteriorano l’aspetto della facciata.

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Progetto in veneto realizzato con gamma Webercote

Questi prodotti sono disponibili in 242 colori e garantiscono di mantenere a lungo l’intensità delle tinte della facciata, contribuendo, in tal modo, a ridurre le spese di manutenzione dell’immobile.

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Gaetano Terrasini, Ceo di Saint-Gobain Italia

«Sappiamo che il settore delle costruzioni rappresenta quasi il 40% delle emissioni annue di CO2 a livello mondiale, di cui il 27% legate alla gestione annuale degli edifici e il 13% legato alla produzione, al trasporto e all’installazione dei materiali per la costruzione, ciò che viene definito embodied carbon degli edifici.

Per questo abbiamo studiato nuove soluzioni sempre più a basso impatto ambientale, che contribuiscono a un profondo cambiamento del settore, verso la strada che conduce a una neutralità delle emissioni di carbonio», sottolinea Gaetano Terrasini, Ceo di Saint-Gobain Italia.

Alternative green

I prodotti della neonata gamma newlife puntano proprio a questo: webercol Ultragres newlife e weberplan MR81 newlife utilizzano leganti alternativi al cemento portland e contribuiscono attivamente alla riduzione di emissioni di CO2 a parità di prestazioni.

I leganti sono ottenuti da materiali riciclati o sottoprodotti di altre produzioni industriali (nel caso di webercol Ultragres newlife composti dal 99% di materiale riciclato) e opportunamente bilanciati tra loro con l’innovativa tecnologia newlife binder technology per ottenere caratteristiche equiparabili al cemento.

Massetto weber a basso impatto ambientale

«I prodotti della gamma newlife sono altamente performanti e sostenibili: weberplan MR81 newlife è un massetto a consistenza terra umida a presa normale e asciugamento rapido, a lavorabilità migliorata per applicazioni in interno, e la colla webercol Ultragres newlife è un adesivo a deformabilità migliorata ed alta capacità bagnante per la posa di ceramica, marmo, pietre naturali in interno ed esterno», aggiunge Radaelli.

L’innovazione, però, non si ferma, e i laboratori Saint-Gobain continuano nella ricerca di nuovi leganti e di un bilanciamento in grado di ottenere performance sempre migliori, concretizzando il proprio impegno per un futuro sostenibile in linea con la ragione d’essere del Gruppo: «Making the world a better home».

Il vetro sostenibile

Un altro passo in questa direzione è stato l’avvio della produzione a Pisa del vetro Oraè, il primo vetro al mondo a basse emissioni di carbonio.

Tutto il team di Ricerca e Sviluppo e della produzione di Saint-Gobain ha lavorato molto per sviluppare una matrice di composizione del vetro che garantisca un basso contenuto di CO2, mantenendo inalterate le prestazioni tecniche, la qualità e l’aspetto estetico del vetro Planiclear standard.

Impianto Saint-Gobain-glass-a-Pisa
Impianto Saint-Gobain glass a Pisa

«Gli elementi che ci permettono di ridurre le emissioni di CO2 durante la produzione è senza dubbio l’incremento dell’utilizzo del cullet (rottame di vetro) fino al 64%, con un contributo significativo del rottame di recupero dei nostri clienti. Creare una sinergia con i nostri clienti per il recupero del vetro garantisce un circolo virtuoso, primo passo verso una vera economia circolare alla base dell’edilizia sostenibile del futuro», commenta Radaelli.

Impianto Saint-Gobain glass a Pisa 2
Impianto Saint-Gobain glass a Pisa

Tutta l’energia elettrica utilizzata durante la produzione di Oraè, sia in fase di produzione sia in fase di trasformazione, è certificata verde o autoprodotta dal nuovo impianto Orc del sito di Pisa, che recupera il calore dei fumi del forno.

di Paolo Caliari

È battaglia in europa sull’edilizia green

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Nel braccio di ferro tra governi e Parlamento di Strasburgo sulla prossima applicazione della direttiva che riguarda edilizia green e riqualificazione degli edifici si profila un compromesso per la data da rispettare. Ma ci sono divergenze su pannelli fotovoltaici, colonnine.

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In aumento liquidazioni e fallimenti

Giacomo Fava
Giacomo Fava

Secondo Cherry Sea, Osservatorio realizzato da Cherry, società fondata nel 2019, che offre servizi a supporto del credito, nel 2023 sono aumentate del 26% liquidazioni giudiziali e fallimenti. La ricerca si basa sui dati dei tribunali fallimentari nazionali delle prime 20 sezioni per volume di attività (Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Roma, Torino, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza).

I risultati dello studio indicano come nel 2023 a livello nazionale il numero complessivo di nuove procedure aperte (sommando le liquidazioni giudiziali ai fallimenti ante riforma del Codice della Crisi e dell’Insolvenza-CCII) sia aumentato del 26% a fronte di 7.737 pratiche sopravvenute suddivise in 7.305 liquidazioni giudiziali e 432 fallimenti, rispetto ai 6.159 fallimenti del 2022, tornando così sui volumi del 2020 e 2021. Considerando quindi sia fallimenti che liquidazioni giudiziali, e prendendo in analisi i singoli tribunali allo studio, nel corso del 2023 Milano si conferma primo per complessivi procedimenti aperti (638, +39% sul 2022), seguito da Roma (629, -2%) e Torino (265, +49%), mentre in coda si trovano Cagliari (100, +85%), Vicenza (101, -22%) e Bologna (104, +21%).

L’aumento percentuale maggiore si registra però nei tribunali di Busto Arsizio (+152% a fronte di 126 procedure totali, di cui 1 solo fallimento e 125 liquidazioni giudiziali) e Modena (+103% con nessun fallimento, ma 130 liquidazioni giudiziali).

All’inverso, il Tribunale di Catania annovera un importante calo del 9%, unico tribunale insieme a quello di Roma a registrare una diminuzione percentuale tra il 2023 ed il 2022.

A livello regionale, in valore assoluto si contano poi 7.737 nuove pratiche, di cui 1.595 provengono dalla Lombardia, 993 dal Lazio e 673 dal Veneto, mentre in coda si trovano Molise (43), Basilicata (52) e Trentino-Alto Adige (64). In variazione percentuale, invece, il Friuli- Venezia Giulia risulta essere la prima regione in relazione all’apertura complessiva sia di fallimenti che liquidazioni giudiziali (+85% sul 2022), mentre la Calabria quella con il calo più importante (-6%).

In relazione allo stock di fallimenti e liquidazioni giudiziali pendenti, invece, nel 2023 questo si assesta ad un complessivo di 55.907 (-8% sul 2022). In particolare, le liquidazioni giudiziali pendenti a fine 2023 risultano essere 8.232, mentre i fallimenti 47.675 (-21% sul 2022). Nel contesto delle sole procedure “fallimentari”, il Tribunale di Firenze registra un +42% di procedimenti chiusi nel 2023, seguito da Napoli (+34%) e Bari (+30%), mentre Cagliari con un -33% è il Tribunale con il calo maggiore seguito da quelli di Treviso e Venezia (entrambi -29%).

Liquidazioni giudiziali

Per le sole liquidazioni giudiziali aperte quello di Milano risulta al primo posto con 627 pratiche sopravvenute, seguita da Roma (502), Torino (258) e Brescia (235), mentre in coda troviamo Cagliari (94), Vicenza (99) e Bologna (102). A livello regionale, nel 2023 si segnalano 7.305 liquidazioni giudiziali: la Lombardia è prima con 1.565 nuove pratiche aperte, seguita dal Lazio (843), dal Veneto (650) e dalla Campania (649), mentre i dati più bassi raccolti si confermano essere in Molise (38), Basilicata (48) e Trentino-Alto Adige (63).

Analisi fallimenti

In relazione ai soli fallimenti aperti nel 2023 (pratiche ancora non soggette alla riforma CCII) delle 432 procedure risultanti in tutta Italia più di un terzo, ovvero 150, si sono registrate nei tribunali fallimentari della regione Lazio. Seguono la Sicilia con 38, la Puglia con 31 e la Lombardia con 30. Diversamente, a livello locale il Tribunale di Roma guida la classifica con 127 nuove procedure aperte quali strascichi dell’anno 2022, seguito a distanza da Milano con 11 e poi Bari, Padova e Torino con 7. Al contrario, Genova, Modena e Napoli si distinguono per essere gli unici Tribunali a non aver aperto alcun fallimento nel corso dell’anno.

«Il 2023 è stato il primo anno completo che ha visto all’opera le varie dinamiche giuridiche legate al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza che, di fatto, sta portando al progressivo abbandono delle vecchie procedure fallimentari in favore delle liquidazioni giudiziali pendenti», sottolinea Giacomo Fava, Lead AI Engineer di Cherry. «Questo senza mostrare particolari segni di miglioramento, rispetto agli anni precedenti, nei volumi di procedure aperte in relazione ad aziende in crisi o comunque in gravi difficoltà, anche se il numero di fallimenti definiti è migliore rispetto al passato tanto da aver comportato una diffusa diminuzione delle procedure fallimentari. Guardando al 2024, invece, l’obiettivo del nostro Osservatorio è ora quello di analizzare le prime tempistiche di chiusura delle liquidazioni giudiziali per comprendere finalmente nel profondo l’impatto complessivo della riforma CCII sulla giustizia».

Molti cantieri e pochi operai, mettono in difficoltà l’edilizia

Tanti cantieri pochi operai
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Secondo i dati Ance, il settore è cresciuto del +21,1% nel 2021 e del +12% nel 2022. Ma le imprese hanno difficoltà a individuare chi può ricoprire ruoli come muratore specializzato, carpentiere, cappottista, saldatore, idraulico o pavimentista.

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FederlegnoArredo e Unicmi contro la riduzione del bonus barriere

Barriere architettoniche
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FederlegnoArredo e Unicmi criticano la legge di Bilancio, che ha segnato la fine del superbonus. Ma non solo: sono arrivate modifiche anche al bonus barriere architettoniche 75%. Secondo le associazioni, «si è finito con il buttare il bambino con l’acqua sporca».

Il bonus ora è stato limitato gli interventi ammissibili a scale, rampe, ascensori, servoscale e piattaforme elevatrici escludendo tutti gli interventi di accessibilità all’interno dell’abitazione (i bagni, le porte, i serramenti e le schermature solari) che saranno interamente a carico del privato. «Qualora si fosse voluto restringere il campo di applicazione della norma si sarebbe potuto e dovuto escludere i singoli interventi riconducendoli nel quadro di un progetto complessivo di accessibilità delle abitazioni così come suggerito dalle nostre organizzazioni nell’ultima nota congiunta inviata al Mef», recita una nota delle due organizzazioni. «Interventi che, va ricordato, sono stati resi possibili da una circolare interpretativa dell’Agenzia delle Entrate e confermati da numerose Faq sempre dell’Agenzia delle Entrate nonostante le perplessità evidenziate anche al Governo dalle nostre associazioni.

Auspichiamo che questa scelta si possa correggere in fase di conversione del recente decreto di modifica». FederlegnoArredo e Unicmi aggiungono che è urgente una stabilizzazione dei bonus edilizi in essere, in modo da non ingenerare nel consumatore quel clima di diffidenza verso operatori e istituzioni che ha caratterizzato il 2023, oltre che programmare nuovi incentivi per gli interventi di efficientamento energetico che la Comunità Europea ha stabilito per i prossimi anni.

Come tagliare il costo di bolle e fatture

Al convegno Youtrade Idrolab e Sefin
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Si chiama Edi: è un sistema che consente alle aziende di ridurre drasticamente gli oneri
legati alla gestione di acquisti e vendite. Una tecnologia che era utilizzata solo da grandi aziende, ma oggi è per tutti, hanno spiegato Sefin e IdroLab.

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Aziende veloci e innovatrici con l’anima hybrid

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L’economista prevede tre anni positivi. Ma ammonisce anche che proprio per questo le imprese devono farsi trovare pronte. Come? Spalancando le porte alla tecnologia, senza abbandonare le proprie prerogative. E senza perdere di vista la gestione finanziaria.

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