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In video l’incontro a Cagnano Amiterno tra distributori e Heidelberg Materials

L’edilizia vista dal Centro Italia, tra qualità dei materiali e sostenibilità, un aspetto che coinvolge anche un settore energivoro come il cemento. Due argomenti che sono stati il focus dell’incontro tra un pool di distributori e il management di Heidelberg Materials, organizzato da Virginia Gambino Editore a Cagnano Amiterno, nel cuore dell’Abruzzo, dove si trova uno dei centri produttivi del colosso cementiero.

Attorno a un tavolo, a raccontare le loro esperienze, si sono ritrovati Ugo ed Emanuele Rossetti (Ediltutto), Diego Bonanni e Gianfranco Graziani (Bad), Luca Pellegrini e Luca Trafficante (Ciesse Intermediazioni), Domenico Menna (Menna Camillo), Dante Cianciosi (Cianciosi), Alessandro e Federica Angelozzi (Edil ’83).

Mentre le strategie dell’azienda sono state affrontate da Rabih Moukhtar El Omeiri, direttore dell’impianto, Francesca Proietti, Marketing analyst Heidelberg Materials e da Fabio Di Fabio, Sales area manager Adriatico. Un confronto che è stato arricchito dall’analisi del coordinatore del Centro Studi YouTrade Federico Della Puppa, che ha focalizzato tabelle e grafici sui risultati e sulle prospettive del mercato nel dopo-superbonus.

La cronaca dell’evento, pubblicata su YouTrade, la rivista leader nel mondo della distribuzione di materiali e soluzioni per l’edilizia, è ora sintetizzata anche in video con l’intervento di alcuni dei protagonisti dell’incontro.

 

Materially: innovazione e sostenibilità a partire dai materiali

Materially Milano
Sede Materially Milano

Materially è focalizzata sulla ricerca dei materiali innovativi e sostenibili per la realizzazione dei più svariati oggetti, anche nel settore dell’edilizia. Dove il focus ora è l’economia circolare.

Conoscenza, consulenza, capacità di ispirare e di fare rete sono, oggi più che mai, qualità indispensabili per chi si occupa di innovazione.

Anna Pellizzari Head of Advisor di Materially
Anna Pellizzari | Head of Advisor di Materially

Lo sa bene Materially, azienda partner della statunitense Material ConneXion, che dal 2002 nella sua sede di Milano è un punto di riferimento per chi, come i tanti lettori di YouTrade, opera nel business dei materiali ed è attento alle tecnologie che ne hanno reso possibile la creazione e alle loro possibili evoluzioni.

Grazie a una molteplicità di iniziative e servizi, oltre alla Material Library Mcx, la materioteca di Material ConneXion, che include 10 mila materiali da 7.500 produttori internazionali: dai rivestimenti alle materie plastiche, dai metalli ai tessuti, dalla manifattura additiva agli smart material.

Anna Pellizzari, Head of Advisory di Materially, approfondisce l’attività dell’azienda e svela quali sono i trend previsti per l’edilizia del futuro.

Quando nasce Materially e di che cosa si occupa?

Materially nasce nel 2020, ma affonda le sue radici in un passato più lontano avendo ereditato competenze e conoscenza da Material ConneXion Italia, licenziataria dello storico brand statunitense Material ConneXion (MCX) e attiva a Milano dal 2002.

Material ConneXion è stata tra le prime a realizzare una materioteca, fisica e digitale, in un momento storico in cui questo tipo di supporto era ancora ben lontano dall’essere uno strumento conosciuto e diffuso come oggi.

La partnership tra Materially e Material ConneXion è tuttora attiva, per questo presso i nostri uffici di Milano ospitiamo la Material Library Mcx. Accanto alla materioteca, il core business di Materially è la consulenza, volta a supportare imprese nella loro ricerca di innovazione e sostenibilità a partire dai materiali.

I driver più importanti che guidano le nostre attività sono innovazione, sostenibilità e rispetto dei principi di circolarità.

Rispetto ai suoi inizi, come si è evoluta negli ultimi anni l’attività di Materially?

Inizialmente gli abbonamenti alla materioteca Material ConneXion costituivano il principale servizio offerto. Alle attività di consulenza rivolte ad aziende in cerca di soluzioni materiali innovative si sono presto affiancate l’organizzazione e la curatela di mostre dedicate al design e ai materiali.

Nella consulenza verso utilizzatori di materiali, l’evoluzione più significativa riguarda il tipo di esigenze che ci viene chiesto di soddisfare. Se nei primi anni Duemila la ricerca di nuovi materiali era finalizzata a rendere il prodotto unicamente più innovativo, ora il materiale è una leva per costruire una strategia di prodotto che miri al raggiungimento concreto di obiettivi di circolarità e sostenibilità.

Abbiamo poi iniziato a notare esigenze che accomunano le aziende produttrici di materiali innovativi. Per questo abbiamo ampliato i nostri servizi rivolgendoci anche a questo target.

Alle aziende che producono materiali dedichiamo servizi di networking finalizzati a dare o espandere la visibilità a un pubblico in target: organizziamo eventi di disseminazione tecnologica rivolti ad aziende utilizzatrici di materiali e curiamo una vetrina virtuale non commerciale che si chiama M Selection, dove segnaliamo aziende particolarmente innovative.

L’evento più importante di disseminazione e networking che curiamo annualmente si svolge nel contesto del Fuorisalone durante la Milano Design Week.

Queste mostre collettive, spesso arricchite da occasioni di confronto con gli attori del settore, sono diventate un punto di riferimento autorevole e globale per progettisti e aziende interessate a materiali innovativi.

Quali sono i vostri clienti tipo e quali le richieste principali di chi si rivolge a voi?

Difficile delineare con precisione un profilo di cliente tipo. Collaboriamo potenzialmente con tutte le aziende che hanno a che fare con materiali. I nostri clienti spaziano in tutti i settori: dall’automotive, al beauty, al fashion e, in generale, al mondo garment (abbigliamento), fino all’arredamento, del retail, del product design e delle finiture.

Le figure aziendali con cui abbiamo più a che fare provengono dai reparti R&D, design, sustainability, innovation, Csr e marketing. Le richieste più frequenti riguardano la ricerca di un materiale alternativo che riduca a vario titolo l’impatto ambientale o renda il prodotto o un business più circolare.

È difficile che le aziende abbiano competenze in house così specifiche e verticali nel mondo dei materiali, dunque si rivolgono a noi. Notiamo, inoltre, che c’è una richiesta crescente di formazione e aggiornamento interno rispetto alle tematiche legate alla sostenibilità, circolarità e innovazione.

Ecco perché tra i nostri servizi offriamo percorsi di formazione più o meno customizzabili e workshop aziendali che mirano a gettare le basi o a espandere le conoscenze su queste tematiche.

Materially
Uno scorcio della materioteca Mcx ospitata da Materially

Parlando di costruzioni, quali sono le ultime tendenze che avete evidenziato in questo ambito?

Nel settore delle costruzioni le ultime tendenze riguardano materiali sempre più leggeri e performanti, a spessore ridotto, dal contenuto almeno parzialmente riciclato e caratterizzati da una semplice manutenzione e riparabilità.

Dal punto di vista dei sistemi costruttivi, nuove soluzioni si presentano sul mercato nel tentativo di offrire un’alternativa ai metodi basati sull’impiego di calcestruzzo che siano meno impattanti dal punto di vista ambientale: si tratta di sistemi modulari, replicabili e facilmente trasportabili, in grado di ridurre i costi e i tempi di gestione e di cantiere, le cui strutture portanti, che possono anche essere in legno, ospitano materiali di riempimento idonei alla coibentazione dell’edificio.

Tali sistemi sono naturalmente pensati per essere rivestiti in interno tramite pannellature e in esterno, eventualmente, tramite ulteriori sistemi per cappotto termico.

Il ritorno all’impiego di materiali tradizionali e naturali, come intonaci a calce, all’argilla e similari, contenenti vari tipi di inclusioni di diversa granulometria, compresi scarti vegetali e minerali di origine del territorio, è sostenuto da una maggior attenzione nei confronti della salubrità degli ambienti interni e nei confronti del benessere percepito in termini di vivibilità e comfort termico degli spazi.

Le tendenze più recenti includono inoltre continue sperimentazioni con materiali di nuova generazione ottenuti grazie agli avanzamenti nel settore biotech, tra cui i materiali accresciuti come il micelio. Ne esistono esempi già disponibili a livello commerciale, per esempio, in forma di sistemi fonoassorbenti o di pavimentazioni resilienti.

Quali sono le principali esigenze richieste in ottica del raggiungimento di una maggiore sostenibilità?

Senza dubbio l’accessibilità a materiali e soluzioni pensate per l’efficientamento e l’alleggerimento degli edifici.

Non si tratta solo di avere rapidamente accesso a dettagli relativi alle singole performance tecniche o alla composizione del materiale, ma anche e soprattutto a informazioni che siano verificate e indicazioni puntuali circa la compatibilità di ciascuna soluzione con i diversi sistemi disponibili e/o già in essere.

La facilità di manutenzione e l’elevata durabilità possono rappresentare elementi premianti soprattutto se legati alla possibilità di re-impiego o riutilizzo.

L’impiego di materiali naturali come legno, bambù e derivati, sempre apprezzati per le loro caratteristiche intrinseche, rispondono ancora meglio a queste esigenze, soprattutto se applicati tramite sistemi di posa a secco.

Materiali di rivestimento come intonaci e pitture privi di composti organici volatili contribuiscono a una migliorata sostenibilità complessiva, che ricordiamo essere un concetto ampio che include anche la salute di chi produce o opera con il materiale.

Oltre ai materiali, qual è il ruolo del design e in che modo è possibile creare una migliore sinergia tra questi aspetti?

Il ruolo del design è essenziale nell’unire tutti i concetti sopracitati attraverso lo studio ponderato di estetica e funzionalità. Il design diventa ancora più fondamentale nel momento in cui la progettazione stessa avvenga a partire dal materiale.

Ciò permette di realizzare progetti finiti in cui ogni elemento lavora in sinergia con il resto, rapportandosi in termini di potenzialità o eventualmente limiti con ciascun altro componente.

Ogni elemento, ovvero ogni materiale, dovrebbe essere selezionato e impiegato non solo per le sue proprietà e la sua specifica funzione, ma anche in base al suo funzionamento in relazione al resto degli elementi progettuali.

Parlando invece di packaging, qual è il suo impatto e quali soluzioni si stanno affacciando per ridurne l’impronta ecologica, considerando anche l’aspetto dei costi di produzione e smaltimento?

Il tema del packaging rappresenta un argomento sempre più rilevante per diverse realtà industriali, dal tessile all’alimentare, dall’arredo ai beni di consumo.

Nel settore delle costruzioni, la sfida principale, nonché strategia più efficace, consiste nell’accertare che ogni componente sia conferita nel corretto ciclo di smaltimento.

Sappiamo che, dal punto di vista della quotidianità del cantiere, questo rischia di non avvenire e materiali che potrebbero essere facilmente riciclati grazie all’esistenza di filiere consolidate, molto spesso finiscono in discarica o, al massimo, alla termovalorizzazione.

Miglioramenti da questo punto di vista possono essere implementati direttamente dalle aziende manifatturiere. Per esempio, riducendo o recuperando il materiale utilizzato per il trasporto all’interno del sito produttivo stesso.

Un’altra strategia efficace può essere quella di preferire materiali il cui formato preveda la miscelazione con una fase liquida direttamente disponibile in cantiere, evitando durante il trasporto l’aggiunta del peso corrispondente a quella stessa componente e massimizzando la capacità di carico di materiale per ciascun trasporto.

Materiali sostenibili e innovativi
Materiali sostenibili e innovativi

Perché è così difficile coinvolgere gli operatori del settore edile verso un modo di costruire più attento all’ambiente? È solo questione di costi o è semplicemente un problema culturale?

Sono diversi i fattori che limitano l’accesso a metodi costruttivi più attenti all’ambiente, e quello economico poteva essere uno dei principali fino a qualche anno fa.

In realtà attualmente si tratta più di una semplice questione di approccio e conoscenza dei materiali, e soprattutto della prevedibilità del loro comportamento.

Con materiali tradizionali tutti questi aspetti sono dati per assodati. Un altro argomento che è necessario approfondire è il tema della compatibilità tra i diversi materiali: un fattore essenziale che, come nel passato, per le nuove soluzioni necessita di una collaborazione e una comunicazione efficace lungo tutta la catena di approvvigionamento.

Inoltre, fornire formazione e informazioni sulle pratiche sostenibili permette agli operatori in prima linea di conoscere le opzioni disponibili e i benefici associati non solo a favore del progetto, ma anche in termini dell’impatto sull’attività lavorativa.

Come immaginate i materiali da costruzione nel futuro, considerando il traguardo della decarbonizzazione del settore?

Immaginiamo i materiali del futuro sempre più leggeri, con importanti quantità di contenuto di recupero all’interno o con una modularità tale da poter essere facilmente reimpiegati, prodotti per mezzo di processi produttivi meno impattanti, efficienti dal punto di vista meccanico e resistenti a eventi naturali estremi.

Immaginiamo inoltre evoluzioni nelle formulazioni proprietarie di materiali pensati per la stampa 3D in larga scala e in sinergia con le tecniche di progettazione computazionale, nonché sviluppati per sfruttare sempre di più elementi quali radiazioni luminose, vento, umidità relativa per funzioni specifiche di adattamento ed efficientamento rispetto al contesto territoriale.

di Valentina Anghinoni

Per il trattamento delle superfici di lusso in hotel ci pensa Fila Solutions

Hotel San Pietro
Camera dell'hotel San Pietro Positano

Fila solutions, esperta nel trattamento delle superfici, ha lavorato al prestigioso San Pietro nella cittadina campana con un completo servizio di ripristino, che comprende anche la formazione del personale della struttura.

Vista dall'alto dell'hotel San Pietro Positano
Vista dall’alto dell’hotel San Pietro Positano

L’hotel a cinque stelle San Pietro di Positano (Salerno) e Fila Service, due sinonimi di qualità italiana, accomunati dalla ricerca dell’eccellenza e della bellezza.

Il San Pietro non è una struttura ricettiva in senso classico, ma un luogo molto speciale che ispira incanto e suggestione. È uno degli alberghi più amati e desiderati al mondo, una delle icone dell’ospitalità italiana.

Anche la bellezza della Costiera Amalfitana fa la sua parte, con l’eccezionalità della posizione che l’albergo occupa, su uno sperone meravigliosamente proteso sul mare. Sono tanti gli hotel che godono di una posizione privilegiata e con viste altrettanto spettacolari, eppure non tutti riescono a esercitare un’attrazione così potente in chi li visita.

La struttura di lusso, prima dell’apertura primaverile, ha deciso di rifarsi il look per soddisfare al meglio le esigenze dei suoi ospiti.

Formazione

E qui è entrata in gioco Fila Service, che con la propria ha affiancato e formato le maestranze dell’hotel. La società sviluppa sia in Italia sia all’estero l’attività di fornitura di servizi di trattamento, pulizia, posa in opera, levigatura e lucidatura delle superfici.

Propone anche il servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria in ambito pubblico e privato per i rivestimenti, interni o esterni: dal residenziale al commerciale, dal turistico all’alberghiero, dal sanitario al nautico e ai centri sportivi, per arrivare ai beni di interesse storico e artistico. Ma il trait d’union con Il San Pietro è soprattutto nel servizio e nella formazione che Fila Service ha proposto.

Il ristorante dell'hotel San Pietro Positano
Il ristorante dell’hotel San Pietro Positano

Chiavi in mano

Uno dei plus aggiuntivi che contraddistingue la società è poter offrire un servizio chiavi in mano, con la sicurezza di una gestione consolidata nel tempo, che attinge le proprie risorse da un team di professionisti, di cui Fila ha seguito personalmente la formazione.

Il San Pietro e Fila sono accomunati anche dalla storia delle due famiglie che hanno creato e portato avanti le due realtà sin dall’origine: da oltre 50 anni il San Pietro e da oltre 80 anni Fila. Due eccellenze che si sono incontrate per presentare insieme il meglio del Paese, anche se con sfaccettature differenti.

La manutenzione ordinaria e straordinaria delle superfici (cotto, pietra, marmo, cemento) grazie a Fila è stata accelerata e semplificata, creando insieme al team dell’hotel degli standard in una modalità learning by doing, ovvero formando il personale e lavorando insieme.

Oltre a ciò, Fila Service ha rinvigorito le già cortissime procedure di manutenzione ordinaria dell’albergo, attuate nei mesi di apertura, che richiedono soluzioni snelle e veloci, ma sempre dai risultati impeccabili.

di Alice Fugazza

L’arredo perde colpi e si appella al governo

Il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin
Il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin

Indietro tutta, ma senza allarmismi: il settore legno-arredo registra una contrazione delle vendite del primo semestre (-5,2%) sia sul mercato interno (-6%), sia su quelli esteri (-4,1%). Tuttavia, le previsioni per il resto del 2024 indicano un possibile recupero. Le aziende del settore continuano a lavorare con fiducia, nella speranza di chiudere l’anno in linea con i risultati del 2023, soprattutto grazie alle esportazioni (+3,7%), secondo i dati del Monitor gennaio-giugno a cura del Centro Studi FederlegnoArredo, realizzato su un campione rappresentativo di aziende.

Complessivamente, le imprese del settore hanno registrato nel semestre vendite per un totale di 4,65 miliardi di euro, di cui oltre il 40% derivante dalle esportazioni. Tuttavia, l’andamento generale è risultato mediamente negativo, con una contrazione del 5,2%. Se il primo trimestre del 2024 aveva mostrato segni di debolezza, con una contrazione significativa delle vendite (-7,6%), il semestre mostra ancora un rallentamento, seppur più contenuto.

Mobili in esposizione
Mobili in esposizione

«Questo dato, pur rimanendo negativo, lascia intravedere una potenziale inversione di tendenza per la seconda metà dell’anno, come suggeriscono le previsioni», spiega Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. «Nonostante il rallentamento del primo semestre, molte imprese guardano alla seconda metà dell’anno, mantenendo un certo, seppur cauto, ottimismo. Le previsioni per il 2024 espresse a luglio indicano una crescita dello 0,8% per la filiera, con un dato positivo per le esportazioni (+3,7%) e una debole stabilità per il mercato italiano (-1,3%). Dati che certificano come il settore stia, sulla base degli ordini effettivi, rivedendo le previsioni espresse a inizio anno. Dal +1,5% della filiera indicato a gennaio si è passati all’attuale 0,8%. L’export continua a essere determinante per il settore con +4,3% che diventa +3,7% e l’Italia che arretra ancora un po’, dallo 0,4% al -1,3%».
Feltrin aggiunge che stiamo parlando di un settore che, nonostante le turbolenze dei mercati e dell’economia globale, vanta una produzione 2023 in linea con quella del 2019 e al contempo aumenti di fatturato, seppur in gran parte dovuti all’inflazione e al rincaro delle materie prime.
«È notizia di oggi che secondo i dati Istat, la produzione mobili di luglio 2024 su luglio 2023 registra -1,2%, mentre il cumulato gennaio-luglio -4,4%», continua il presidente di FederlegnoArredo. «Per il legno, luglio su luglio registra un pesante -10,9%, mentre il cumulato gennaio-luglio è a -4,1%. Adesso, consapevoli che sarà l’autunno a fare la differenza, attendiamo anche di capire quali misure il governo intenda adottare con la prossima legge di Bilancio, in tema di sostegno agli investimenti e all’internazionalizzazione, alle politiche green destinate al patrimonio immobiliare e alla transizione energetica in senso più ampio, per capire che 2025 ci aspetta».

Cersaie 2024 tra tecnologia, trend ed ecosostenibilità: intervista ad Augusto Ciarrocchi

Cersaie
Augusto Ciarrocchi Presidente associazione dei produttori
Augusto Ciarrocchi | Presidente associazione dei produttori

L’appuntamento con il Cersaie, Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e l’Arredobagno comprende novità di prodotto, eventi a tema, prodotti innovativi, talk, convegni e moltissime occasioni di fare rete fra i professionisti della filiera, come da più di 40 anni a questa parte.

Una cinque giorni, dal 23 al 27 settembre, dove le aziende leader provenienti da tutto il globo rendono la città di Bologna il centro del mondo per il settore.

Il presidente di Confindustria Ceramica Augusto Ciarrocchi, eletto lo scorso giugno e in carica fino al 2026, dopo aver assunto la guida del settore, accende i riflettori sulla fiera.

Compleanno 40+1 per questa edizione. Dopo i festeggiamenti dell’anno scorso, che cosa prevede per mantenere gli standard della fiera, già elevati di per sé?

La fiera è un evento che, per la qualità e la novità dei prodotti presentati, per gli appuntamenti culturali e informativi, per la straordinaria efficacia delle relazioni tra i professionisti di rilievo su scala globale, rimane irrinunciabile per gli operatori dell’intero panorama mondiale.

Cersaie 2024 si costruisce intorno al concetto di spazio architettonico, letto nella sua complessità, che va dalla dimensione dell’abitare alla prospettiva su larga scala del contract, che parte dall’edilizia privata per arrivare fino alle grandi superfici dello spazio pubblico che caratterizzano la città.

Ancora una volta il tutto esaurito degli spazi espositivi disposti su 15 padiglioni, con la riapertura quest’anno del Padiglione 18 dedicato al settore ceramica, conferma la grande attrattività che l’evento ricopre a livello mondiale.

C’è poi il Cersaie Business, l’incoming internazionale che quest’anno interessa oltre 230 operatori, reso possibile dal supporto al ministero degli Affari Esteri e Ice Agenzia, che consente al Salone della ceramica e dell’arredobagno di attirare decine di migliaia di visitatori italiani ed esteri.

Una attenzione alla innovazione che si ritrova anche nel nuovo allestimento del Centro Servizi, The Square, uno spazio di 1.000 metri quadrati comprendente anche un auditorium per convegni, una libreria dedicata al design, una postazione per una primaria emittente radiofonica e lounge.

Spazio che diventa il fulcro della manifestazione, in cui si svolgono gli incontri della XV edizione del programma culturale «costruire, abitare, pensare», assieme a molti altri eventi.

Nell’ultimo anno le fiere stanno conoscendo una seconda giovinezza e sono sempre più partecipate, con un boom di presenze: che cosa vi aspettate per questa edizione?

Di migliorare, che è il mantra che utilizziamo continuamente. Dal punto di vista della partecipazione speriamo di superare le 100 mila presenze del 2023. Importante è che visitatori ed espositori possano ottimizzare la loro esperienza all’interno della fiera.

Parliamo delle iniziative. Ci sono highlights sui quali vi state concentrando e quali, invece, le novità?

Esiste un filo conduttore che è il concetto di spazio architettonico. Temi quali: la progettazione del singolo oggetto, della stanza, della casa, per poi passare al palazzo ed arrivare alla città.

Sono tematiche che verranno approfondite nelle conferenze in programma. Le ceramiche e l’arredo bagno saranno sempre protagonisti di questi incontri nelle diverse giornate.

Quali eventi particolari sono in programma? Quali ospiti di spicco sono previsti?

È un’unica fiera dove coesistono e convivono interlocutori del mondo dell’intera filiera. Sotto l’unico cappello, che è il Cersaie, convivono specifici luoghi fisici: penso a The Square, dove ci sono le conferenze di architettura, la Città della Posa, dove sono concentrate dimostrazioni pratiche di lavorazione, l’Agorà dei Media, dove i direttori di testate tengono i talk. Sottolineando i convegni, vorrei citare il premio Pritzker Yamamoto. Importanti anche altri appuntamenti: van Severen, Rudy Ricciotti.

Quanti sono gli espositori e di quali categorie?

Sono 606, dei quali il 38% stranieri, appartenenti a 25 Paesi e coprono 145 mila metri quadrati di superficie, in 15 padiglioni.

La ceramica è la categoria più numerosa, per il 55%, il restante è arredobagno, materiali di posa, espositori e altro riguardante le superficiÈ una visitazione internazionale: lo scorso anno sono arrivati 100 mila visitatori da 163 Paesi.

Quali sono i settori che stanno crescendo di più e quali invece sono in sofferenza?

Tutto il settore è allineato e stabile rispetto allo scorso anno.

Dopo la flessione registrata lo scorso anno qual è oggi la situazione del mercato? E quali sono le principali sfide che le aziende devono affrontare nella competizione internazionale?

A livello internazionale c’è una concorrenza spietata, spesso sleale, da parte dei produttori di Cina e India che vendono in dumping. E che, abbassando notevolmente i prezzi rispetto a quelli di vendita sul loro mercato interno, creano grosse problematiche.

Ci aspettiamo dalle autorità che i dazi sulle importazioni indiane in Europa possano essere alzati, perché con i livelli attuali, la situazione delle importazioni rimane critica.

L’Italia si piazza comunque sul podio mondiale grazie a una qualità che ci conferma come leader indiscussi.

Internamente, invece, dopo la fiammata del 110% e dopo la pandemia, stiamo vivendo un momento di stasi.

Le sfide sono quelle di mantenere il placement, in attesa di una misura a supporto del mercato immobiliare, quale il piano casa di cui il Governo sta approfondendo contenuti e operatività.

A livello di fatturato lo scorso anno eravamo terzi nel panorama internazionale: in questo momento com’è posizionato il settore della ceramica italiana?

La ceramica italiana è un insieme di comparti industriali che trasformano l’argilla in un prodotto finito: piastrelle, ceramica sanitaria, laterizi.

Per quanto riguarda, per esempio, le piastrelle nel commercio internazionale, l’Italia detiene una leadership del 29% espresso in valore.

Abbiamo prezzi medi elevati, ma grazie ai nostri standard riusciamo a fatturare ancor più della Cina, che in volumi è prima.

Per quanto riguarda la ceramica sanitaria, oltre il 40% del prodotto è esportato, e siamo ai vertici mondiali fra i diversi competitor.

Quali sono i plus della produzione italiana?

Innovazione dei prodotti e produzione di qualità su livelli superiori a quelli del resto del mondo, a questo va aggiunto la cura e l’attenzione al design e la capacità di cogliere le tendenze in essere.

Per non dimenticare che, grazie a costanti flussi di investimento, abbiamo fabbriche con i massimi livelli interni di sostenibilità ambientale e rispetto dei lavoratori.

Quali sono le principali ombre del business di questo settore?

Accanto alla concorrenza sleale, che disturba il mercato, sono le norme europee sulla sostenibilità, meglio conosciuto come sistema Ets, l’aspetto a cui la concreta applicazione sta comportando pesanti oneri al nostro settore senza creare alcun beneficio.

Mi riferisco al prezzo di acquisto delle quote sulla Co2: non avendo attualmente il nostro settore alcuna alternativa all’uso del gas metano, si configura come una tassa che drena risorse agli investimenti.

Momenti della fiera degli anni passati
Momenti della fiera degli anni passati

L’innovazione tecnologica che ruolo gioca nel mondo della ceramica?

È fondamentale. È con la tecnologia che riusciamo a dare un valore aggiunto ai prodotti, rendendoli sempre più peculiari, alzando l’asticella nella competizione.

Siamo riusciti a fare cose che fino a poco tempo fa erano inimmaginabili: l’accelerazione degli strumenti tecnologici avanzati è forte, speriamo di tenere il passo.

In che modo il design sta modificando tendenze, arredo e complementi d’arredo?

Per mantenere il nostro primato sul mercato dobbiamo ostentare il bello, il particolare, il diverso e si gioca tutto con il design. Ho esperienza diretta nel settore dei sanitari: in 30 anni l’estetica è cambiata, elevandosi, stravolgendo significato e valore del prodotto.

Prima si prediligevano forme ottenibili con risultati produttivi migliori e facili da realizzare, adesso il paradigma è contrario: l’estetica è un fattore determinanteÈ cambiato l’approccio.

Parliamo di trend: quali sono quelli del settore, tra innovazione, design, colori e nuance?

Il ritorno del colore negli ultimi anni fa da padrone, non solo a livello di palette, ma anche di finitura. Si ricercano piastrelle lucide, opache, tridimensionali, a mosaico, ed anche nell’ambito dei sanitari si stanno sperimentando nuovi percorsi.

I produttori rendono disponibili una varietà di colori e soluzioni estetiche che fino a qualche anno fa non era nemmeno immaginabile. I grandi formati ancora hanno un forte fascino sul mercato e, infatti, vendono molto bene. Per i sanitari si predilige il sospeso, che ormai è affermato.

C’è una certa tendenza a piastrellare anche il muro della doccia, del lavandino e della stanza da bagno in generale, non tanto per la funzionalità quanto per la decoratività e la praticità.

Il materiale ceramico, inoltre, non è inquinante ed è durevole, quindi risponde in modo ottimale alle esigenze di salubrità e di facilità di pulizia.

Molte aziende di ceramica stanno digitalizzando il processo produttivo, tra tecnologia e intelligenza artificiale: in che modo?

Ogni azienda, in qualsiasi settore e ambito, ormai è digitalizzata e il processo ha apportato diversi benefici, questo è innegabile. Accade anche nel mondo delle piastrelle, che sta vivendo un’era 4.0.

Anche l’Intelligenza artificiale sta dando i suoi frutti: conosco casi dove delle collezioni sono state realizzate proprio con questo strumento. Ed è ancora tutto in via di sviluppo.

Tuttavia, è chiara una cosa: che non si potrà mai fare a meno della creatività, del dialogo e dell’intuizione umana.

Ecologia e riciclo: qual è il trend in merito a queste importanti tematiche e come si colloca oggi la richiesta dei prodotti ecosostenibili?

Sostenibilità è un vocabolo che è comparso da qualche anno, ma le aziende ceramiche già da alcune decine di anni si preoccupano di ottimizzare e riciclare le risorse.

Il prodotto ceramico si presta a questo tipo di attività, tutte le materie prime sono naturali e non ci sono altre problematiche se non il fatto che il settore è energivoro.

L’impegno ecosostenibile adesso deve concentrarsi sulla prosecuzione di questo cammino di ottimizzazione: teniamo presente che già da adesso i limiti di consumo sono i più bassi a livello mondiale.

Parliamo delle principali destinazioni d’uso del prodotto ceramico (residenziale, industriale, commerciale).

La produzione italiana si concentra tantissimo sul residenziale, soprattutto le ristrutturazioni che giocano un ruolo focale.

Negli ultimi anni, grazie anche allo sviluppo delle lastre e di apposite collezioni di ceramica sanitaria, i nostri prodotti sono entrati in modo importante anche negli alberghi, strutture turistiche e recettive, nei luoghi di lavoro, di cultura e delle università.

Cersaie attrae sempre un folto pubblico: quali sono le categorie dei visitatori?

Ci sono architetti, distributori, posatori, in generale la filiera delle costruzioni della ceramica e dell’arredo bagno sia italiana, che europea, che mondiale.

Cersaie è un unicum nel panorama delle fiere mondiali, grazie alla sua capacità di attrarre visitatori dai cinque continenti. Lo scorso anno abbiamo avuto 100 mila presenze, di cui il 48% dall’estero e quest’anno puntiamo a migliorare ulteriormente.

di Alice Fugazza

Grohe Cubeo, design squadrato per un abbinamento perfetto

Tendenze Edilizia 2025
Grohe Cubeo | La nuova collezione di rubinetteria dal design soft square

 

Creare uno stile coordinato nel bagno può essere una sfida, soprattutto quando si tratta di ristrutturazioni o di budget limitati. Per soddisfare i desideri dei consumatori, installatori e progettisti devono considerare non solo la planimetria, ma anche i colori e le forme esistenti per garantire una combinazione armoniosa tra i singoli elementi.

La nuova collezione di rubinetteria

Per esempio, se il lavabo è rotondo, il rubinetto deve avere i bordi arrotondati o meglio adottare uno stile di design più contemporaneo con linee squadrate? Grohe, brand leader a livello mondiale per le soluzioni complete per il bagno e gli accessori per la cucina, risponde con Grohe Cubeo, la nuova collezione di rubinetteria dal design soft square, minimale e con angoli smussati, rappresenta un complemento d’arredo versatile che si adatta a diversi stili di bagno. La sua geometria minimalista e le sue linee decise e pulite lo rendono un elemento di design senza tempo, oltre ad essere alla portata di tutti.

Grohe Cubeo | La nuova collezione di rubinetteria dal design soft square

 «Ampliamo costantemente la nostra gamma di design per aiutare i nostri partner professionali a soddisfare le esigenze dei loro clienti», afferma Patrick Speck, Leader Lixil Global Design, Emena. «Crediamo che il design e la qualità premium debbano essere alla portata di tutti. Grohe Cubeo aggiunge un tocco di raffinatezza contemporanea a qualsiasi bagno, assicurando un perfetto connubio tra stile e funzionalità».

Un connubio di stile e funzionalità

Grazie alla presenza della cartuccia a doppi dischi ceramici Grohe SilkMove,  la cui superficie perfettamente liscia è rivestita con uno speciale lubrificante che garantisce un funzionamento senza attrito, Grohe Cubeo assicura un controllo preciso e inalterato nel tempo, anche dopo anni di utilizzo. Dotato della funzione a risparmio idrico Grohe EcoJoy, Grohe Cubeo ottimizza il consumo d’acqua riducendo i costi e contribuendo a un futuro sostenibile.

Grohe Cubeo | La nuova collezione di rubinetteria dal design soft square

La collezione Grohe Cubeo è disponibile nelle misure S, M e XL e nei colori Chrome o Matt Black nero opaco e include rubinetto per bidet, miscelatori per doccia e vasca da bagno sia a vista che ad incasso. Abbinato alla linea Grohe Euro Ceramics o al sistema doccia GroheTempesta, crea un ambiente bagno armonioso e contemporaneo.

Corsi di formazione Gruppo Made: focus su cliente e sostenibilità

Le iniziative per la formazione gruppo made
Le iniziative per la formazione gruppo made

Gruppo Made amplia e completa i suoi percorsi formativi, sempre nella prospettiva di offrire nuove informazioni e opportunità alle rivendite aderenti.

Dopo la pausa estiva sono quindi ripartiti i corsi di formazione dedicati alla cultura d’impresa, con particolare attenzione alla conquista e alla gestione del cliente, sia quello tradizionale che entra in rivendita, sia coloro i quali si approcciano a Gruppo Made attraverso i canali social e il sito internet, sempre più numerosi, che devono essere accolti e seguiti utilizzando tecniche di contatto differenti.

Il titolo del corso «Il Cliente: intercettarlo, capirlo, soddisfarlo», rende perfettamente l’idea dei contenuti di queste giornate formative.

Marco Zanon Docente di Made Academy
Marco Zanon | Docente di Made Academy

Progettazione per un futuro sostenibile

Gruppo Made ha deciso da quest’anno di diversificare ulteriormente l’offerta formativa con iniziative tematiche programmate in collaborazione con alcuni fornitori selezionati, che andranno a coinvolgere sia le rivendite, sia i loro clienti più significativi e tecnicamente preparati.

C’è, quindi, materiale per soddisfare le esigenze di conoscenza più attuali e di prospettiva, un concetto che trova subito riscontro nelle tematiche che saranno sviscerate già nel primo incontro tecnico che si svolgerà presso la sede di Gruppo Made di Casorezzo (Milano) e che sarà dedicato alla Progettazione per un futuro sostenibile: verso le emissioni zero, un evento che ha l’obiettivo di analizzare il processo della decarbonizzazione e della progettazione sostenibile nell’edilizia, analizzando le nuove tecnologie in linea con le normative vigenti, volte a ridurre le emissioni di carbonio nei progetti di costruzione e design.

Verranno esaminati i temi legati alla sostenibilità nella progettazione, all’impatto delle politiche e delle normative ambientali, incoraggiando l’innovazione progettuale per l’efficientamento energetico degli edifici.

Teoria, ma anche riferimenti diretti attraverso la presentazione di case-history che tradurranno in pratica i concetti essenziali per affrontare con competenza quello che possiamo a buon diritto considerare il mercato dei prossimi anni.

Gruppo Made ha anche provveduto alla richiesta dei crediti formativi presso il Consiglio Nazionale degli Architetti Ppc e il Consiglio Nazionale degli Ingegneri.

Con queste iniziative Gruppo Made si pone come ulteriore punto di riferimento per il settore dell’edilizia italiana.

di Franco Saro

Stile e funzionalità, il living si trasforma con WallPepper

WallPepper | Carta da parati per il living
WallPepper | Carta da parati per il living

Dalla costante ricerca stilistica, qualità dei materiali utilizzati, innovazione tecnologica e attenzione alla sostenibilità, prendono “forma” le carte da parati WallPepper/Group, rivestimenti che uniscono al potere evocativo ed emozionale delle immagini proprietà altamente performanti, così da permettere l’applicazione in qualsiasi ambiente, diventandone un armonioso leitmotiv o un punto focale capace di aggiungere vivacità e interesse visivo al contesto.

Unicità del disegno

Decorare le pareti di un ambiente living o lounge con le proposte WallPepper/Group è, quindi, un modo originale e versatile per definire e rendere distintivo il design d’interni, suggerire un’atmosfera e assolvere a specifiche esigenze del progetto.

Unicità del disegno, frutto dell’estro creativo e delle ispirazioni del Creative Team aziendale insieme ad artisti internazionali, eccezionale varietà stilistica, possibilità di customizzazione e di scelta dei materiali (tutti certificati) su cui realizzare la grafica desiderata consentono di trovare la proposta perfetta per qualsiasi estetica si voglia creare nel proprio living: dai look più coesi e bilanciati con l’arredamento e le stanze circostanti ai contrasti più suggestivi o abbinamenti inaspettati.

WP/Smooth

I supporti ideali su cui realizzare le carte da parati destinate alle sale di qualsiasi dimensione sono WP/Smooth e, per un maggior senso di benessere, WP/Acoustic.

WP/Smooth TNT 100% ecologico, esente te da Pvc, è il materiale per eccellenza della gamma WallPepper/Group, perfetto per la decorazione d’interni. La combinazione di fibre tessili, derivate soprattutto dalle foglie di agave, e cellulosa conferisce alla carta da parati un tocco straordinariamente morbido e naturale, la finitura liscia rende la superficie uniforme e levigata. In un perfetto bilanciamento tra resistenza, durevolezza e morbidezza, WP/Smooth è un’opzione versatile e di qualità per decorare lo spazio living, anche di ambienti ‘galleggianti’ come yacht o navi da crociera, grazie alla certificazione IMO/MED che attesta l’applicazione della carta da parati nella nautica e cantieristica navale.

WP/Acoustic

Per conferire, invece, un maggiore comfort ai ‘luoghi’ di relax è possibile realizzare la grafica preferita con WP/Acoustic, il materiale realmente fonoassorbente che unisce all’aspetto emozionale e decorativo della carta da parati una concreta funzionalità. Progettato per migliorare il benessere acustico degli ambienti, riducendo il riverbero del suono e attenuando i rumori indesiderati, WP/Acoustic è composto da fibra di vetro abbinata a un materassino fonoassorbente e dal protettivo antibatterico WallSilk Antibacterial.

Ottima resistenza meccanica, allo sfregamento, alla luce, al fuoco e studiata per migliorare l’isolamento termico, WP/Acoustic rappresenta una soluzione efficace per chi desidera un ambiente più silenzioso e acusticamente confortevole, senza rinunciare alla personalizzazione creativa dello spazio.

Showrooms: 10 tendenze dell’arredo casa, dalle ceramiche ai materiali riciclati

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Direttamente dagli showrooms dell’arredo casa le ultime tendenze selezionate da YouTrade.

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10. Ceramiche Keope

Trevi, la novità di Ceramiche Keope, s’ispira al fascino del travertino, pietra che intreccia le origini con quelle dell’architettura classica. Il travertino è una pietra caratterizzata da delicate sfumature, che le conferiscono un aspetto elegante e distintivo.

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In Brasile edilizia e domanda di macchine in ripresa

Lo skyline di San Paolo
Lo skyline di San Paolo

Il mercato brasiliano dei macchinari edili nel 2024 è caratterizzato da un mix di sfide e opportunità. Lo sostiene un report di Interact Analysis, una piattaforma automatizzata di ricerca che sfrutta l’intelligenza artificiale.

Secondo il report, le pressioni economiche, tra cui alti tassi di interesse e inflazione, stanno creando venti contrari per il settore delle costruzioni in Brasile. Nonostante queste difficoltà, diverse iniziative governative, unite a una forte domanda nei settori dell’edilizia e dell’industria, stanno generando promettenti segnali di crescita. Sebbene la strada da percorrere possa essere difficile, il mercato è pronto a concludere l’anno in una posizione più forte di quanto molti potrebbero aspettarsi, grazi all’intervento governativo e un settore edile resiliente.

Il PIL delle costruzioni è in calo del 2,6% nel primo trimestre del 2024 rispetto al trimestre precedente, ma in aumento del 5% su base annua
Il PIL delle costruzioni è in calo del 2,6% nel primo trimestre del 2024 rispetto al trimestre precedente, ma in aumento del 5% su base annua

Segnali contrastanti

Il settore delle costruzioni in Brasile mostra sia resilienza sia vulnerabilità. Nel primo trimestre del 2024, la produzione nelle costruzioni è scesa del 2,6% rispetto al trimestre precedente, eppure ha registrato una su base annua del 5%, che indica un settore in di ripresa.

I programmi governativi sono cruciali. Il National Logistics Plan (Pnl), che include proposte per espandere l’infrastruttura di trasporto del Brasile, è un fattore chiave. L’ambizioso obiettivo del piano di aumentare la rete ferroviaria del 91% entro il 2035 dovrebbe alimentare la domanda di macchinari edili, in particolare attrezzature pesanti per progetti infrastrutturali su larga scala.

Il New Growth Acceleration Program (Pac) è un’altra importante iniziativa, con 1,7 trilioni di Brl (300 miliardi di dollari) stanziati per progetti infrastrutturali. Sebbene questo programma abbia un potenziale enorme, il suo successo dipende dalla garanzia dei finanziamenti e dal superamento delle sfide di implementazione.

Ripresa, ma costi elevati

L’economia brasiliana, come molte altre, si trova in una delicata fase di ripresa a seguito della pandemia di covid. Il Pil ha registrato un aumento dello 0,8% nel primo trimestre del 2024 rispetto al trimestre precedente, riflettendo un certo slancio positivo. Tuttavia, la crescita annua dell’1,7% evidenzia il ritmo lento della ripresa, mentre il Brasile è alle prese con gli effetti persistenti dell’instabilità politica passata e delle crisi economiche.

Un fattore chiave che influenza questa crescita lenta è l’elevato tasso di interesse deciso dalla banca centrale, al 10,5%, anche se in calo rispetto al picco del 13,75% di metà 2023. Sebbene questa riduzione rappresenti un passo avanti verso l’allentamento delle pressioni finanziarie, rimane elevata rispetto agli standard globali, soffocando potenzialmente gli investimenti nel settore delle costruzioni. Sul fronte dell’inflazione, l’economia brasiliana mostra segnali di miglioramento, con aspettative fissate al 4% per il 2024, in calo rispetto agli alti livelli registrati nel 2022. Tuttavia, il recente aumento dei prezzi al consumo solleva preoccupazioni sulla stabilità di questa tendenza al ribasso e sul potenziale impatto sia sull’economia che sui costi delle costruzioni.

La mainstreet di San Paolo
La mainstreet di San Paolo

Forte domanda di abitazioni

Il mercato immobiliare è un faro di speranza nel settore edile brasiliano. Nel 2023, le vendite di unità abitative sono aumentate del 35% rispetto al 2022, in gran parte guidate da iniziative di edilizia sociale come il programma Casa Verde e Amarela. Questa iniziativa, sostenuta dal governo, mira a fornire alloggi a prezzi accessibili alle famiglie a basso reddito, aumentando l’attività nel mercato.

Tuttavia, il lato dell’offerta ha faticato a tenere il passo. Il numero di nuove unità abitative rilasciate nel 2023 è aumentato di un misero 1,4% rispetto al 2022, indicando un potenziale collo di bottiglia. Nonostante ciò, le prospettive per il 2024 sono positive, con una crescita prevista sia delle vendite che delle nuove unità. Solo il primo trimestre del 2024 ha visto un aumento del 35% anno su anno delle unità abitative vendute e un aumento del 44% di quelle rilasciate, sottolineando il forte slancio del settore.

Si prevede che questa impennata nell’attività immobiliare stimolerà la domanda di macchinari edili, in particolare per progetti che richiedono attrezzature compatte e versatili come i miniescavatori. Man mano che i tassi di interesse diminuiranno, i costi di prestito diventeranno più favorevoli, il che probabilmente porterà a un mercato immobiliare ancora più forte.

Oltre all’edilizia residenziale, i settori industriali e delle energie rinnovabili del Brasile sono pronti per la crescita, stimolando un’ulteriore domanda di macchinari edili. L’obiettivo del paese di produrre un milione di veicoli elettrici a batteria e ibridi entro il 2030 richiede investimenti significativi in nuovi stabilimenti di produzione, alimentando la domanda di attrezzature edili pesanti. Inoltre, la spinta del Brasile verso le energie rinnovabili, in particolare progetti solari ed eolici, presenta nuove opportunità per l’industria edile.

Gli alti prezzi dei macchinari e le incertezze economiche rendono il noleggio un’opzione più allettante per molti appaltatori. Questa tendenza offre opportunità sia per le società di noleggio che per i produttori di attrezzature, in particolare per quelle che possono fornire contratti di noleggio flessibili e opzioni di finanziamento innovative. Per le aziende che si adattano a questo cambiamento, il potenziale di crescita è sostanziale. Il mercato del noleggio edile in Brasile è attualmente valutato a circa 1,8 miliardi di dollari.

Il mercato brasiliano dei macchinari per l’edilizia è a un bivio, bilanciando le sfide economiche con significative opportunità di crescita. Gli alti tassi di interesse e l’inflazione presentano ostacoli a breve termine, ma il settore è sostenuto da forti iniziative governative e da un’elevata domanda sia nel mercato immobiliare che in quello industriale. Per gli operatori del settore, il successo in questo ambiente dinamico dipenderà dalla loro capacità di gestire le pressioni economiche capitalizzando al contempo le prospettive di crescita a lungo termine. Mentre il Brasile continua a riprendersi, il mercato dei macchinari per l’edilizia rimane una componente cruciale della più ampia ripresa economica del Paese.

Eclisse, la formazione fa vendere meglio e fatturare di più

Eclisse
I partecipanti al corso di formazione Eclisse

L’azienda specializzata in controtelai per porte scorrevoli ha individuato una strada che offre l’opportunità al distributore di aumentare i ricavi. Svelata durante i corsi della propria Academy.

Una formazione per i rivenditori che è utile, una formazione di qualità per poter ampliare le proprie competenze. È questo che offre Eclisse, azienda veneta leader nel settore dei controtelai per porte a scomparsa, che ha deciso di organizzare momenti di incontro con clienti e partner, per poter trasmettere il vasto know-how acquisito in decenni di esperienza.

Obiettivo: vendere di più. Anzi, meglio. Un esempio è l’evento di formazione che si è tenuto a inizio giugno nella sede di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, in una sala dedicata apposta a questo tipo di incontri.

L’agenda

La giornata è stata organizzata su misura per i rivenditori, con focus sull’aumento del valore medio dell’ordine, le tecniche di marketing, sul funzionamento e le caratteristiche del prodotto e, infine, sul contatto ravvicinato con le soluzioni di Eclisse, in modo che con il committente finale tutto fili liscio, proprio come una porta scorrevole.

Massimizzare i propri obiettivi e acquisire competenze di elevato livello sono un connubio vincente per Eclisse, che ha richiamato molte realtà della distribuzione da tutta Italia, interessate ad assorbire conoscenza e nuove tecniche di vendita.

Una ventina i distributori presenti all’incontro, che hanno lavorato per una giornata intera con MariaVittoria Schincariol, responsabile di Eclisse da 17 anni per la formazione, che ha messo a disposizione le sue conoscenze sulle strategie di marketing, sulla mission aziendale, sul funzionamento dei prodotti e su come ottenere una vendita ancor più performante.

Il programma

Il programma: una lezione teorica la mattina, poi una visita all’interno dello stabilimento dell’azienda trevigiana, dove i presenti hanno potuto vedere come batte il cuore di Eclisse nell’operatività. Infine, un lungo tour nello showroom, dove ogni prodotto è stato mostrato e dettagliatamente spiegato nel suo funzionamento.

Una giornata speciale, che ha coinvolto anche Luigi De Faveri, il fondatore, che ha voluto salutare i presenti per ringraziarli della partecipazione. L’ultima parte del corso si è tenuta nel primo pomeriggio, dove viene spiegato il funzionamento di una delle soluzioni esclusive dell’azienda: il CercaFacile, l’innovativa e sempre aggiornata piattaforma web, utile per rendere più semplice il lavoro del distributore.

I contenuti

«Eravamo partiti con corsi di formazione per i nostri clienti, poi le lezioni si sono allargate anche ai rivenditori, data la richiesta e il successo che abbiamo riscosso», spiega Schincariol con un sorriso alla fine dell’incontro. «Il corso per i rivenditori è stato pensato in funzione della strategia commerciale di Eclisse, per aumentare il valore medio di un ordine.  Per farlo abbiamo creato un pacchetto di prodotti che possono essere sfruttati al meglio, con tutti gli abbinati. In sei ore ci impegniamo a spiegare la composizione degli articoli ad alto valore aggiunto e poi ci colleghiamo alla pratica, radunando tutti nel nostro showroom. Inoltre, il CercaFacile è uno strumento essenziale della nostra realtà. Solitamente a questa formazione viene abbinato anche il corso di posa, dove mettiamo a disposizione i posatori dei nostri clienti, per mostrare come vengono montati i prodotti. Completiamo l’offerta con pillole formative sull’accessoristica e assistenza in loco per i progettisti che hanno richieste o problematiche specifiche. Insomma, siamo a disposizione a 360 gradi. È sempre entusiasmante quando ci sono tante persone che presenziano: in questa giornata, in particolare, i professionisti sono arrivati da tante zone diverse dell’Italia, sotto iniziativa di un nostro agente della Toscana. Sono state presenti persone che non conoscevano bene il nostro prodotto, quindi questo ci ha permesso di essere molto più specifici».

Una grande soddisfazione, sintomo di crescita aziendale. «L’azienda è in espansione, al momento non vediamo segni di cedimento sul nostro mercato. Tutta la linea sta andando bene, in crescita la soluzione filomuro e abbiamo fatto uscire recentemente diverse novità. Per quanto riguarda i corsi, la richiesta c’è sempre e stiamo lavorando con il marketing per realizzare un nuovo format dedicato agli installatori in una sala apposita», conclude la manager.

Assist per il distributore con il Cercafacile

La piattaforma CercaFacile è stata una svolta per Eclisse. Un dispositivo che è diventato maggiorenne quest’anno, perché è nato in anticipo rispetto ai tempi della digitalizzazione diffusa, ed è uno degli attori principali dell’azienda. È un sistema disponibile via web che è utile per la ricerca di abbinamenti e soluzioni ideali personalizzate e su misura, pronto a mostrare prezzi, preventivi, prodotti e suggerire le performance migliori e le infinite combinazioni con quello che si ha a catalogo.

Il suo obiettivo è quello di semplificare il lavoro di tutti: si rivolge al rivenditore, al progettista, all’installatore, ma anche al cliente finale, che può già farsi un’idea in autonomia di cosa vorrebbe scegliere. Dalla proposta all’ordine, insomma.

«È una piattaforma nata nel 2006 dall’esigenza del mercato: uno sguardo sul futuro», spiega Fabiana De Luca, responsabile Marketing.

«Oggi, lo strumento è in continuo sviluppo ed è sempre più performante: non solo è fonte di formazione commerciale e per la vendita, ma è soprattutto un catalogo vasto, completo di tutti i prodotti con una possibilità infinita di abbinamenti. È un preventivatore, ma anche uno strumento utile per gli addetti che lo utilizzano in fase di progettazione, rilievo misure e installazione. È utilizzato quotidianamente con una media di due o tre registrazioni giornaliere. Inoltre, il CercaFacile è oggetto di diversi aggiornamenti e migliorie».

Rivenditori con una marcia in più

Davide Didoné
Davide Didoné

Davide Didonéufficio Acquisti Giesse: «L’azienda ha una storia ventennale e si rivolge a installatori, cartongessisti e privati, servendo le provincie di Treviso, Padova, Vicenza, e limitrofi. Sono stato assunto da poco e i miei colleghi mi hanno suggerito di a partecipare al corso di Eclisse, poiché collaboriamo da tempo con l’azienda. Ho visto con i miei occhi il valore aggiunto di questa realtà, ho toccato con mano i prodotti e compreso le tecniche di marketing volte al miglioramento, molto utili. Nella nostra rivendita il controtelaio Eclisse Syntesis va per la maggiore: è di semplice installazione e resistente nel tempo. Da questo corso portiamo a casa tanto, la parte fondamentale è vendere qualcosa in più del semplice telaio e trasmettere il vero valore aggiunto».

Patrizia Vidoni
Patrizia Vidoni

Patrizia Vidoniaddetta vendite di Fratelli Burelli: «La nostra è una piccola realtà, una rivendita di materiali edili in provincia di Udine, che serviamo arrivando fino a Pordenone. Dalla mia azienda mi hanno chiesto di partecipare a questo corso di formazione poiché utile e completo, dato che sono stata recentemente assunta. Opinione vera, poiché ho potuto vedere con i miei occhi non solo i prodotti, ma anche lo spirito col quale si lavora: Eclisse è una realtà ben strutturata, dinamica e con una risposta immediata. Grazie al corso ho capito come mettere ordine fra i vari prodotti, la facilità nell’utilizzare il Configuratore e saper vendere meglio. Nel nostro showroom abbiamo un’Eclisse 40 e una scorrevole a vetro, ovviamente complete di pacchetto, che sono molto considerate dal cliente».

Cristian Medina
Cristian Medina

Cristian Medinaresponsabile delle vendite di Comedil: «Ci occupiamo di materiale edile a Varese, in provincia e arriviamo anche a Milano, la nostra è una realtà in forte crescita. È la prima volta che partecipo a questo corso: chi mi ha preceduto ha detto che ne sarebbe valsa la pena, ed è vero. Mi ha colpito l’attenzione alla vendita, ma anche la cura nei rapporti dell’azienda con i distributori e con il privato. Eclisse è una realtà solida e che spinge a crescere. Principalmente, del brand, rivendiamo cassonetti e siamo interessati a inserire l’Eclisse 40 in vetro».

Mirko Picchioni
Mirko Picchioni

Mirko Picchioniresponsabile punto vendita FoG di Arezzo: «Vendiamo sistemi costruttivi a secco e in cartongesso. Anche per me è una prima volta al corso, i miei colleghi mi avevano raccomandato di partecipare. Ho apprezzato la cura del dettaglio, della produzione, del personale. Eclisse è davvero una realtà ben strutturata, specializzata e che sottolinea l’importanza di avere non solo un prodotto bello da installare, ma facile da abbinare. Il loro Syntesis, nella nostra rivendita, va per la maggiore».

Davide Perini
Davide Perini

Davide PeriniSoluzioni D’Interni: «Gestiamo un negozio di arredamento a Carrara, seguendo La Spezia e Forte dei Marmi. Ma abbiamo anche superfici, porte, finestre e infissi, vogliamo dare l’idea del servizio chiavi in mano. Per me è la prima volta al corso: l’ho trovato arricchente e funzionale per conoscere meglio il prodotto e per proporlo con strategie di marketing funzionali. Vendiamo molto i sistemi a scomparsa di Eclisse».

La chiave del successo? Digitalizzazione e formazione

Organizzazione e pianificazione delle vendite per migliorare un settore che genera successo e insuccesso. Per questo la formazione è al primo posto in Eclisse. Lo testimonia il progetto di lancio del nuovo format di formazione: «Si chiama Sviluppo del potenziale inespresso», spiega Fabrizio Zaccaron, direttore commerciale di Eclisse. «Abbiamo verificato che in ogni abitazione abbiamo venduto mediamente 400 euro di materiale del prodotto Eclisse, e verificato che le nostre proposte possono salire fino a 10 mila. Perché, quindi, non ci si arriva? Perché i nostri rivenditori, spesso, si accontentano di vendere esattamente ciò che il cliente chiede. E spesso il cliente non sa cosa sta chiedendo».

Fabrizio Zaccaron
Fabrizio Zaccaron

Insomma, se il potenziale di spesa è di 10 mila euro, come arrivarci? «Con due parole chiave: digitalizzazione e formazione», continua il manager. «La prima per creare e offrire degli strumenti che consentano al rivenditore di fare una preventivazione facile e su prodotti complessi. La seconda riguarda un rito di vendita che consente al rivenditore di capire meglio che cosa vuole il cliente e che cosa offrire con completezza. Sono necessari l’ascolto, l’accoglienza, il saper argomentare in funzione delle esigenze e della preventivazione. Da pochi mesi stiamo ricalcolando il tasso di conversione e siamo sotto al 20%, il che significa che i rivenditori stanno facendo dei tentativi. Bisogna agire, invece, con una strategia mirata, facendo uno sforzo nella formazione, che non deve essere solamente tecnica, ma anche commerciale, con una preparazione emozionale. I nostri prodotti, specialmente quelli di fascia medio alta, fanno sognare e dobbiamo aiutare il cliente a entrare nell’immaginario».

Per ottenere questo risultato l’azienda ha introdotto l’Eclisse Academy, con l’obiettivo di fornire gli strumenti di formazione utili all’attività commerciale. «I benefici dopo i corsi di formazione sono molteplici: conoscenza tecnica del prodotto e della gamma. L’azienda è nota per la predisposizione personale nei rapporti e abbiamo capito che per alzare il fatturato dobbiamo studiare proprio tutto e portare a casa la consapevolezza che per fatturare di più bisogna studiare. I benefici dei nostri corsi sono riconosciuti proprio per la consapevolezza che si cerca di acquisire, insieme alla conoscenza del prodotto e a una vendita che diventa concreta. L’Eclisse Academy è nata l’anno scorso, anche se facciamo da anni corsi di formazione, anche online. Nel 2007 abbiamo assunto Maria Vittoria Schincariol per la formazione e negli ultimi due anni le richieste sono andate aumentando: 34 l’anno scorso, 32 nel 2022 e quest’anno 30, sempre con 15-20 persone, tra dipendenti e titolari delle rivendite. La parola d’ordine deve essere crosselling: non fermarsi alla semplice proposta di vendere una porta, ma pensare anche agli abbinati, per far crescere il fatturato».

di Alice Fugazza

Rivendite: la Formazione è necessaria per fare un deciso salto di qualità

Roberto-Anghinoni
Roberto Anghinoni | Giornalista

Per come si sta mettendo il mercato dell’edilizia in Italia, sono convinto che le rivendite edili debbano fare un deciso salto di qualità, un po’ in tutti i campi dell’attività quotidiana.

Ci si deve porre obiettivi di miglioramento, se non altro perché il nostro collega vicino sta ragionando nello stesso modo.

Scartata una volta per sempre l’idea di lavorare ancora con i prezzi, in nome di quel modello alla fin fine perdente del mercato comparativo, è evidente che le scaramucce commerciali si giocano su altri tavoli. Perché, ormai credo sia chiaro, siamo nel bel mezzo di una solenne competizione.

La parolina magica, la sveliamo subito, è formazione. La prima obiezione potrebbe essere che la formazione la fanno tutti, in un modo o nell’altro. Appunto, la formazione in un modo o nell’altro non esiste. O, se esiste, non serve.

La trasformazione del mercato della distribuzione edile, spinta a destra e a manca da eventi anche imprevedibili solo qualche anno fa, ci sta passando davanti agli occhi, e dobbiamo tenerli bene aperti.

Penso al pressing della digitalizzazione, alla presenza in certi casi dominante della figura del privato all’interno dei punti vendita e nelle decisioni, con la conseguente attenzione ai materiali che vengono utilizzati all’interno e all’esterno delle abitazioni, o al fatto che web e social hanno scardinato una certa idea di cliente, che adesso è invisibile ma c’è, e che dobbiamo cercare di farlo materializzare all’interno delle nostre rivendite.

A mio molto modesto avviso ce n’è abbastanza per invocare la Formazione (appunto, quella con la F maiuscola) perché scenda su di noi e ci protegga.

In buona sostanza, le nostre rivendite non possono più permettersi di essere luoghi dove si entra e si compra, perché per quello ci sono Amazon e il commercio elettronico in generale. Il cliente invisibile non cerca quindi prodotti, ma soluzioni. Soprattutto, un interlocutore che gli dia risposte in tempi rapidi, e parliamo di minuti, non di giorni.

E poiché non si può contare sulla propria, eventuale empatia, su espressioni e sguardi che sprizzano professionalità e sicurezza, ecco che per affrontare il cliente invisibile, e farlo diventare visibile nei nostri punti vendita, è necessaria una preparazione specifica, appunto una Formazione che abbia al centro la figura del cliente.

Il problema è che sarà sempre più così. Pensare di tirare avanti come abbiamo sempre fatto potrà andare bene ancora per qualche tempo, ma temo che il processo sia irreversibile. Infatti, è troppo comodo sedersi davanti a un pc, o a un tablet, o a un telefonino e scandagliare le offerte del mercato. Chi risponderà per primo? Chi si aggiudicherà il lavoro? Chi è già oggi in grado di fornire informazioni più o meno immediate e conquistare l’attenzione e poi la fiducia del cliente invisibile?

Per quanto ne so, che non è molto ma comunque azzardo, non credo che la percentuale delle rivendite edili nostrane che lavorano con questa predisposizione al mercato del futuro sia particolarmente elevata.

Rimaniamo pur sempre sottodimensionati, con mille problemi quotidiani da risolvere, ci manca solo di mettere una persona a lavorare con i social e il web.

Eppure, e ve lo dice un bipede analogico impenitente, è proprio ciò che bisogna fare, sempre che, ovviamente, la vostra attività abbia già una deriva social, che siate insomma rintracciabili e visibili da una infinità di clienti potenziali, e infinità va inteso alla lettera.

Clienti che se non trovano voi troveranno qualcun altro. Si tratta, come è facile capire, di una naturale selezione del mercato, dove il prezzo conta marginalmente, e comunque non al primo contatto.

Solo la Formazione può quindi trasformare le nostre aziende in imprese di successo. Perché il nuovo mercato va compreso a fondo, perché i nostri collaboratori devono essere costantemente aggiornati.

Perché lavorare molto, molto seriamente con il cliente e per il cliente deve essere l’obiettivo primario per ogni azienda commerciale. Domani più che mai, perché oggi è il passato.

di Roberto Anghinoni

LEGGI L’INCHIESTA SULLA FORMAZIONE

Mapei a Cersaie e a Marmomac 2024

Lo stand di Mapei al Marmomac

A settembre tornano due nuovi imperdibili appuntamenti che vedono Mapei protagonista.

Due vetrine uniche per scoprire da vicino le ultime innovazioni del mondo della ceramica e della pietra e incontrare i professionisti del settore. 

Cersaie 2024

Da lunedì 23 a venerdì 27 settembre presso la Fiera di Bologna va in scena la quarantunesima edizione del Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno dal titolo: “A space for architectural design”. 

Lo stand di Mapei al Cersaie

Presente dal 1983, Mapei contribuirà ancora una volta a questo importante evento che riunisce ogni anno migliaia di visitatori alla scoperta delle future tendenze e delle ultime novità nel mondo della ceramica, del design e della progettazione. 

Presso lo stand A2, padiglione 25, si potranno scoprire tutte le novità, i sistemi e le soluzioni sostenibili Mapei, in grado di rispondere alle nuove esigenze di architetti, progettisti e di tutti i professionisti del settore. 

Lo spazio A8, hall 32, sarà invece dedicato interamente all’applicazione dei materiali. Qui Mapei insieme a Profilpas, società del Gruppo, presenterà a posatori ed esperti l’utilizzo e tutti i vantaggi delle proprie soluzioni. 

Da non perdere l’appuntamento di martedì 24 settembre alle ore 13.00 con la tavola rotonda al Café della Stampa (Mall 29-30) firmata Mapei. 

Marmomac 2024

Mapei rinnova la sua partecipazione al Marmomac, la più importante fiera internazionale dedicata alla filiera della produzione litica, nella cornice della città di Verona in programma da martedì 24 a venerdì 27 settembre. 

Lo stand di Mapei al Marmomac

Allo stand E2, padiglione 7, l’azienda incontrerà i visitatori per presentare le soluzioni innovative e le novità sostenibili Mapei dedicate alle pavimentazioni architettoniche in pietra e alla loro manutenzione. 

L’edizione di quest’anno, dal titolo “Stone takes the stage”, è un percorso tra architettura, design e innovazione per riflettere sul materiale litico e raccontare nuove sperimentazioni. 

Tra le novità, The Plus Theatre: un’area nel padiglione 10 dedicata interamente alla cultura e alla formazione attraverso talk, lectio e workshop. 

Un evento atteso da tutti i professionisti del settore, con partecipanti internazionali e la presentazione di progetti culturali e novità all’avanguardia.

E come ogni anno Mapei non può mancare. 

 

Emergenza acqua: come gestire il territorio tra siccità e allagamenti

speciale-drenaggio
Speciale drenaggio

Il prossimo numero allegato a YouTrade, lo Speciale Drenaggio, dedicato alla gestione della risorsa idrica, andrà a trattare argomenti di siccità e allagamenti in Italia, interventi di prevenzione per il dissesto del territorio e necessità di ridurre i troppi sprechi.

Un anno c’è la Romagna allagata. Sei mesi dopo la Toscana sommersa. Passano altri sei mesi e Valle d’Aosta e Piemonte sono messe alle corde con danni ingenti per smottamenti e frane. È la cronaca più recente, quella dei giorni scorsi: Cogne isolata, allagamenti nel centro di Cervinia, danni ai ponti e alcune valli tagliate fuori con maxi-evacuazioni nel Verbano-Cusio-Ossola. E non si tratta di allarmi esagerati per disagi legati a semplici temporali estivi. A Cogne, per esempio, la violenza delle precipitazioni è stata tale che l’acquedotto è stato portato via dal torrente.

Gestione delle acque

Ma la gestione delle acque non è un’emergenza legata solo agli eventi estremi del meteo. È un problema più generale del sistema-Paese. Un’emergenza a cui YouTrade ha deciso di dedicare un intero approfondimento, Speciale Drenaggio, che sarà allegato con il prossimo numero della rivista. Un fascicolo che ha l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sui pericoli, le necessità e gli strumenti per affrontare l’emergenza legata alla risorsa-pericolo acqua.

Lo speciale conterrà informazioni su materiali, soluzioni e case history legate alla gestione idrica, che saranno affiancate da analisi sulla situazione dal punto di vista economico e idrogeologico. Due aspetti inscindibili e che, per esempio, sono legati agli investimenti del Pnrr, che ha tra i suoi obiettivi la cura del territorio.

Il Pnrr fa specifico riferimento a investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico e alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti, con investimenti per un importo totale pari a quasi 4 miliardi di euro. Inoltre, di recente il ministero delle Infrastrutture ha integrato risorse per 1 miliardo di euro dopo il ridimensionamento degli obiettivi del Piano di resilienza deciso dal governo.

C’è, poi, il Pniissi, che è un piano più specificatamente orientato all’approvvigionamento idrico primario, con particolare riferimento alle infrastrutture. Questo obiettivo ha raccolto richieste per un importo di oltre 13,5 miliardi di euro, ma è ancora in attesa la delibera sull’ammontare delle risorse disponibili. Insomma, sulla carta ci sarebbero anche fondi. Sulla carta, appunto.

acqua persa
Acqua persa ogni anno

Siccità e allagamenti in Italia

Ma la necessità di intervenire è impellente, non solo per evitare i disastri legati alle precipitazioni sempre più intense e concentrate nel tempo, lo indicano anche i dati relativi a un’altra emergenza, paradossalmente speculare: quella della siccità che inaridisce una parte del territorio italiano.

Una carenza di acqua che è causata dalla diminuzione delle piogge in alcune aree, figlia del trend metereologico, ma anche della cattiva gestione delle risorse presenti. E le prospettive non sono per nulla positive: secondo l’European climate risk assessment, pubblicato a marzo, l’Italia sarà esposta ad alti rischi in termini di aumento delle temperature medie, frequenza delle ondate di calore e cambio del regime delle precipitazioni, che si fanno meno frequenti, più abbondanti e concentrate nello spazio, con conseguenti fenomeni emergenti di alluvione e siccità.

Disperso il 40% delle acque

L’ultimo rapporto Istat lo mette in chiaro: oltre il 40% dell’acqua immessa nella rete, cioè 3,4 miliardi di metri cubi, vengono dispersi ogni anno. Tra l’altro, l’Italia consuma parecchia acqua in assoluto: il prelievo complessivo nazionale di potabile arriva a oltre 9 miliardi di metri cubi all’anno. Gli analisti del rapporto hanno reso l’idea del disastro con un semplice calcolo: è come se ogni italiano, ogni giorno, gettasse senza utilizzarli 157 litri di acqua.

Un problema, quello degli sprechi, che si trascina da decenni, da sempre. Ma il problema è che è peggiorato invece di migliorare. Basti ricordare che nel 1999 la perdita di acqua dalla rete idrica era di circa il 10% inferiore.

Oggi l’acqua che si perde senza essere utilizzata equivale al consumo annuo di tre quarti della popolazione italiana. È un dato che avrebbe dovuto spingere i governi, al plurale, a intervenire. Ma le risorse destinate a qualcosa che non si vede (e che non porta voti) sono state sempre troppo scarse.

 Danni-causati-dal-tempo
I danni causati dal tempo

Scarsa manutenzione

Eppure, la causa dell’emergenza è nota: tubature obsolete, rotture non riparate, scarsa manutenzione, senza contare impianti e allacci abusivi, a cui si deve aggiungere quella quota di perdite ineliminabili e gli errori commessi nelle misurazioni. E se la gestione dell’eccesso di precipitazioni e, dunque, di allagamenti, è la piaga che tormenta periodicamente il Nord, sono le regioni del Sud, dove piove meno, quelle che disperdono di più.

Sembra un paradosso, ma dove c’è meno acqua a disposizione se ne perde di più: in testa, nella poco edificante classifica dello spreco, l’Istat ha individuato la Basilicata, dove il 65% dell’acqua scompare senza essere utilizzata.

E non stupisce che nel Mezzogiorno si concentrino le maggiori lamentele degli utenti: l’8,9% dei cittadini lamenta disservizi nell’erogazione. In Calabria, per esempio, a segnalare una cattiva erogazione di acqua sono quasi il 40% delle famiglie e il 30% in Sicilia.

Paradossalmente, dove l’acqua abbonda la gestione è anche più oculata: Bolzano, Emilia-Romagna e Val d’Aosta vantano dispersioni inferiori al 30%, per non parlare di Como, che ha a disposizione un intero lago, ma si lascia sfuggire solo il 9% dell’acqua.

Siccità al sud

Attenzione: la cattiva gestione della risorsa non è un problema solo per i singoli cittadini, ma ha anche un riflesso pesante nell’economia. A partire dal settore agricolo, che è il maggiore utilizzatore di risorse idriche e assorbe circa il 50% di tutta l’acqua impiegata in Italia. Quest’anno, poi, la siccità al Sud è risultata particolarmente drammatica: in Sicilia decine di Comuni hanno dovuto razionare l’acqua e i bacini a uso irriguo hanno segnato deficit superiori al 70%. Idem in Sardegna, mentre in Calabria gli invasi si sono riempiti solo per la metà e in Puglia la situazione è analoga.

La dispersione e la conseguente mancanza di acqua è causata dalla scarsa o nulla manutenzione ed è utile fare qualche esempio pratico. In Italia ci sono 532 grandi dighe con sbarramento di altezza superiore a 15 metri o con volume di serbatoio superiore a 1 milione di metri cubi di acqua, che servono alla distribuzione della risorsa blu.

Ma secondo la commissione Attività Produttive della Camera, per almeno 155 dighe non si fa opera di manutenzione da 60 anni. E se la Basilicata è la regione con il peggior risultato nella gestione delle acque, è il caso di citare l’invaso in terra battuta più grande d’Europa, quello di Monte Cotugno, lungo il corso del fiume Sinni, in provincia di Potenza.

Qui i lavori per la realizzazione del nuovo manto bituminoso dello sbarramento sono fermi da 16 anni e impediscono alla diga di essere riempita completamente. Milioni di metri cubi di acqua del fiume sono così dispersi in mare, mentre potrebbero essere destinati all’agricoltura.

siccità
Siccità nel settore agricolo

Ci vuole un ministero

Come fare? «Nei prossimi decenni l’Italia scivolerà progressivamente, ma inesorabilmente, verso un’area climatica assai prossima a quella di Paesi come Siria, Iran, Iraq, Tunisia, che convivono stabilmente con la presenza di ampie aree desertiche e atavica scarsità della risorsa acqua», è l’allarme di Donato Berardi, Michele Tettamanzi e Samir Train, tre esperti di Ref Ricerche, una società indipendente che affianca aziende, istituzioni, organismi governativi nei processi conoscitivi e decisionali.

A loro giudizio l’emergenza nella gestione della risorsa idrica è tale che l’Italia dovrebbe seguire l’esempio di Paesi come Cina o Australia, che hanno istituito un apposito ministero dell’Acqua per coordinare investimenti e interventi. Questo dicastero in Italia potrebbe disciplinare l’accesso alla risorsa blu e definirne un costo d’uso coerente con il valore dei suoi diversi impieghi.

La parola costo, però, fa rizzare i capelli alla maggior parte degli italiani. Che ci sia un prezzo da pagare per avere a disposizione l’acqua cozza con l’idea che la risorsa idrica sia una risorsa gratis e guai a chi la tocca (e, soprattutto, la fa pagare). Un concetto radicato nella mente dei cittadini, ma anche alla stragrande maggioranza dei politici. Il gratis, però, come insegna il superbonus 110%, ha le gambe corte, come le bugie.

di Alessandro Bonvicino

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Analisi occupazionale settore edile: manca il 70% dei giovani da assumere

Construction workers line up at construction site with yellow safety hat and orange vest
Construction workers line up at construction site with yellow safety hat and orange vest

Un report di Argenta Soa rivela che per il 37% delle imprese reperire addetti è un problema. E nei prossimi cinque anni 165 mila specialisti andranno in pensione. C’è mancanza di personale ma per fortuna c’è il Pnrr a spingere il settore.

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Quanto costeranno le case green?

Ok, il superbonus è costato un botto. Ma non sono stati soldi buttati via: cappotti e caldaie efficienti riducono i consumi energetici e ne beneficiano la bilancia commerciale italiana, i bilanci familiari (che potranno essere impiegati per altri consumi), oltre che l’ambiente.

Ma il vero problema da risolvere è un altro: la festa appena cominciata, è già finita, come recitava una vecchia canzone? La rivoluzione green è bloccata dall’insofferenza verso l’Europa di una parte dello schieramento politico? Eppure, consumare meno gas e petrolio è interesse di tutti, non solo di chi fa dell’ambientalismo una sfida ideologica: un buon intervento di efficientamento energetico può abbattere la bolletta energetica del 40%.

Case green

La transizione verso case green ed edifici meno energivori, insomma, non è un pallino di pochi, ma un’esigenza pratica, a prescindere dalle considerazioni sul cambiamento del clima.

Allo stesso tempo, però, non va sottovalutato un altro impatto, quello sui conti dello Stato. Lo riconosce la stessa filiera dell’edilizia. Poche settimane fa il rapporto Valore dell’abitare elaborato da Cresme e Symbola, promosso da Assimpredil Ance di Milano insieme a European Climate Foundation, ha messo il dito nella piaga: per assecondare la direttiva Case green approvata dal Parlamento europeo sono necessari dai 285 ai 320 miliardi.

In Italia saranno da rendere meno energivori entro il 2030 circa 3,2 milioni di immobili, circa il 16% di quelli residenziali, come YouTrade ha raccontato nei mesi scorsi.

Gli analisti che hanno realizzato il rapporto, utilizzando i dati dell’Enea, si sono messi a fare i conti: con una riduzione del 15% relativa alla nuova classe G secondo i nuovi criteri di catalogazione europei, le abitazioni più energivore, quelle da riqualificare subito, sono 3,2 milioni di unità, di cui 578 mila in case unifamiliari e 2,6 milioni in condominio.

Uno stock che, sulla base dell’utilizzo del superbonus 110%, per migliorare di due classi potrebbe costare la cifra indicata, di fatto superiore al costo dell’incentivo appena abolito. Come fare? È in questi casi che un buon ministro dell’Economia, o più in generale un governo, tira fuori gli attributi.

Se non si può creare debito, si possono impegnare i gioielli dello Stato e, non da ultimo, creare meccanismi che coinvolgano, anche finanziariamente i proprietari degli immobili, contando che sui conti correnti degli italiani stazionano circa 1.300 miliardi. Ma, ah già, poi si perdono voti, come non detto.

di Federico Mombarone