Da complesso residenziale degradato a simbolo della riconversione green, con l’aiuto del Pnrr. Il miracolo avviene con le Vele di Latina, nel quartiere Q4.
Si tratta di case popolari di proprietà Ater e del Comune costruite negli anni Ottanta, con materiali probabilmente non di primissima qualità.
Grazie a 15 milioni targati Bruxelles (salvo poi parlare male dell’Europa) è stato avviato il percorso di rigenerazione degli immobili.
Il complesso occupa 76 mila metri quadrati ed è di proprietà pubblica. Un tempo su questa area si trovavano le celebri Paludi pontine, ormai bonificate. Nel quartiere risiedono oltre 500 famiglie: il classico dormitorio tagliato, per di più, da una strada ad alto scorrimento e senza servizi.
Con un certo grado di ottimismo, il progetto di conversione green è stato battezzato A gonfie vele, in direzione ostinata e contraria che, tra l’altro, prevede anche l’abbattimento di un edificio abbandonato: 50 mila metri cubi di cemento su uno scheletro di otto piani e mai finito, un classico eco-mostro.
Al posto di quest’ultimo sarà realizzato un edificio di 12 piani con 35 nuovi appartamenti di housing sociale (Ers) e con funzioni collettive al piano terra.
L’aspetto meno comune è che l’immobile, a parte le fondazioni, sarà realizzato interamente in legno e acciaio, con un sistema costruttivo n-Zeb, disassemblabile in ogni sua componente.
Sono previste anche serre bioclimatiche per dare una qualità diversa soprattutto agli ambienti interni rivolti a sud dei singoli alloggi. Sono pensate come estensione dello spazio abitativo, con dimensioni di 3,10 x 3,70 metri, realizzate con un sistema strutturale indipendente in acciaio e chiuse da vetrate per tutta l’altezza di interpiano, ma con la possibile apertura nella stagione estiva, trasformando così la serra in una veranda.
Nella stagione fredda, invece, lo spazio completamente chiuso costituisce un vano filtro che aiuta a ridurre le dispersioni termiche e nelle giornate di cielo limpido, accumula energia termica riducendo sensibilmente i consumi.
Una volta ultimato sarà l’edificio in legno più alto d’Italia. Sempre con l’utilizzo di acciaio e X-lam sarà realizzato anche il nuovo ponte ciclo-pedonale per unire le due aree del complesso.
Inoltre, il nuovo piano di rigenerazione urbana prevede aree verdi, di uno spazio-arena per eventi di intrattenimento, orti urbani, un centro ricreativo, un presidio territoriale della Asl e l’ufficio passaporti per l’intera città.
di Paolo Caliari