Costruzioni in sciopero, anche contro il blocco delle opere

    Costruzioni in sciopero. Ed è un blocco che vede idealmente solidali operai e imprenditori. Indetto per venerdì 15 marzo, lo sciopero vuole sottolineare la crisi del settore ma, allo stesso tempo, chiede al governo di intervenire: le opere bloccate tra piccoli e grandi cantieri sono oltre 600, per un valore di 36 miliardi, che diventano 125 calcolando le ricadute sull’intero sistema economico nazionale, secondo uno studio della Filca Cisl. Se ripartissero tutti l’impatto sull’occupazione sarebbe di circa 350 mila posti di lavoro. Il settore delle costruzioni dall’inizio della crisi a oggi ha perso 620mila posti di lavoro. E nello stesso periodo sono state chiuse 120 mila aziende. Il valore dell’edilizia nel Pil nazionale è passato dall’11,5% del 2008 all’8% attuale. Nello stesso periodo il valore delle costruzioni nel Pil è crollato dal 29% al 17%. I sindacati chiedono anche al governo di non bloccare le grandi opere: “La Tav va fatta”, ha ribadito il segretario generale della Filca Cisl, Franco Turri, “senza siamo fuori dall’Europa”. Ma non tutti a Roma sembrano pensarla allo stesso modo. 

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