Co-housing: trend oppure condivisione obbligata degli spazi?

    L’edilizia partecipata piace sempre più ed è un trend in continua crescita soprattutto nelle grandi città. A sostenerlo, quasi ovvio, è attraverso cohousing.it una società immobiliare che propone co-housing, che viene presentato come «abitare in modo sostenibile e un inedito sfruttamento degli spazi comuni, anche servizi innovativi che accompagnano i co-housers dalla fase progettuale fino alla consegna chiavi in mano dell’immobile». 

    Cohousing.it propone, appunto, «la prima realtà ad aver introdotto in Italia interventi di edilizia partecipata: dall’Urban Village in Bovisa, primo esperimento test di qualche anno fa, alla recente ristrutturazione di un palazzo signorile in centro città». Quelle che erano case popolari a ringhiera, dove la vita è per forza di cose condivisa dato lo scarso spazio comune a disposizione, è presentato ora come un traguardo. L’esempio è COventidue, stabile «nel cuore di Milano» (in realtà nella zona intermedia), in corso XXII Marzo e «caratterizzato dall’assenza (voluta) di posti auto per favorire spazi comuni e cortili verdi». Difficile pensare al parcheggio di molte vetture nel cortile che vedete nella foto, in effetti. 

    Ma sarà vero che aumenta la voglia di condividere il proprio tempo con i propri vicini del condominio?

    Co-housing, un terrazzo in comune. E se qualcuno lo usa di più?
    Co-housing, un terrazzo in comune. E se qualcuno lo usa di più?

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