Qualità dell’aria in casa: con Dyson il biossido di azoto non è più un pericolo

qualità dell’aria in casa

Se l’obiettivo è abitare in ambienti più confortevoli, ma anche più sani, perché non occuparsi della qualità dell’aria in casa che si respira nelle abitazioni?

L’isolamento con sistemi a cappotto e finestre impenetrabili agli spifferi ha messo l’accento su soluzioni come la Vmc, con cui l’aria è pilotata meccanicamente a un ricambio forzato. Ma non basta. Un altro nemico è il biossido di azoto.

Mentre l’inquinamento all’esterno degli edifici si disperde per effetto del vento e dei processi atmosferici, all’interno delle case la quantità di NO2 prodotto da fornelli, stufe o camini tende ad accumularsi quotidianamente e concentrarsi.

Non solo: il biossido di azoto è un gas potenzialmente dannoso prodotto anche dai processo di combustione nell’industria e nel traffico urbano e può quindi penetrare nelle abitazioni dall’esterno.

Secondo alcune ricerche indipendenti, i livelli di inquinamento al chiuso nelle case possono essere fino a cinque volte superiori rispetto a quelli esterni.

Il risultato è che alte concentrazioni di biossido di azoto e di particolato, le polveri sottili, possono aggravare i sintomi di eczema e dermatiti, oltre ad accelerare l’invecchiamento della pelle.

Per questo un marchio associato all’innovazione tech come Dyson entra sul mercato con il primo modello della gamma di purificatori dedicati.

Si tratta Dyson Hot+Cool HP2 De-NOx, un nome lungo per indicare un dispositivo di filtraggio.

Il Dyson impiega un nuovo filtro per catturare fino al 50% in più di biossido di azoto NO2 rispetto ai filtri a carbone tradizionali.

Per filtrare il biossido di azoto ed eliminarlo, il filtro K-Carbon di Dyson impiega una combinazione basata sulla cattura fisica dei gas e l’assorbimento chimico.

L’innovazione riguarda un filtro a carbone attivo arricchito con carbonato di potassio: in reazione al biossido di azoto forma nitrato di potassio e anidride carbonica.

In questo modo il nitrato di potassio rimane chimicamente legato al filtro, catturando fino al 50% in più di No2 rispetto ai filtri a carbone tradizionali.

Non solo: i filtri tradizionali possono saturarsi più velocemente e richiedere sostituzioni più frequenti.

di Stefano Lavori

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