Prefabbricazione: la casa modulare, soluzione o utopia? Il progetto Proxima

Case prefabbricate modulari

Non è una novità che l’edilizia sia sempre più attraversata dal fenomeno della prefabbricazione.

Produrre altrove e assemblare in cantiere è un metodo già utilizzato da anni per gli edifici in vetrocemento, che delegano al sito solo la costruzione della struttura portante. Ma la prefabbricazione ha diversi livelli e può anche limitarsi ad alcune parti della casa in costruzione.

Di segno opposto è, invece, un progetto che prevede moduli abitativi completamente prefabbricati e con durata limitata. Case usa e getta, insomma, con una filosofia che sembra stridere con la concezione abituale di un edificio.

L’idea ha preso forma con l’ecosistema Proxima, in cui gioca un ruolo il gruppo tedesco Siemens. Si tratta di un’architettura definita ibrida modulare.

In sostanza, Proxima si basa su una struttura di base con un ciclo di vita secolare, in cui si inseriscono tecnomoduli plug-in. Le abitazioni sono completamente prefabbricate, complete di sistemi impiantistici terminali e si possono aggiungere con relativa semplicità. Il ciclo di vita dei moduli abitativi è definito in 20 anni.

Una standardizzazione estrema che può essere una soluzione per rimediare a eventi come terremoti o disastri che necessitano una rapida soluzione dell’aspetto abitativo ma che, forse, può incontrare diffidenza se proposta per una normale edilizia residenziale.

In ogni caso, bisogna riconoscere che l’idea è piuttosto rivoluzionaria: la standardizzazione delle dimensioni di inserimento e degli allacci consente di estrarre il tecnomodulo dalla struttura madre al termine del suo ciclo di vita e di sostituirlo con uno nuovo, senza necessità di una ristrutturazione.

Il vecchio tecnomodulo, inoltre, può essere ricondizionato e reinserito in un’altra struttura. Si tratta, insomma, di un’idea che cambia completamente i parametri dell’edilizia.

Il rischio della standardizzazione estrema è però quello di trasformare l’ambiente urbano in qualcosa di eccessivamente monotono.

Insomma, ci sono pro e contro nel costruire case completamente modulari, forse un modello poco attraente in Italia.

di Franco Saro

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