La mela da 10mila metri quadri è sostenibile

Inserimento paesaggistico, risparmio energetico, comfort per i lavoratori e velocità di realizzazione: ecco i criteri di costruzione della nuova sala di lavorazione del consorzio Melinda. Il progetto, firmato dallo Studio Azzali di Trento, nasce dall’esigenza della cooperativa di frutticoltori di ampliare lo stabilimento di Denno nella trentina Val di Non per far fronte alla crescente domanda del mercato. Per mitigare l’impatto sul territorio dei nuovi spazi, che occupano un’area coperta di circa 10 mila metri quadrati e una superficie calpestabile di circa 20 mila suddivisa in quattro livelli, il 50% delle coperture sono a verde pensile, mentre la restante parte è in alluminio con falde inclinate a shed per l’illuminazione naturale degli interni.

La nuova facciata dello stabilimento del Consorzio Melinda a Denno
La nuova facciata dello stabilimento del Consorzio Melinda a Denno

Il sistema di facciata

Ma l’altro elemento fondamentale per l’integrazione paesaggistica, sono le facciate continue, studiate anche per garantire il massimo comfort interno. A doppia pelle, sono costituite da un involucro interno vetrato e da uno esterno realizzato con pannelli ombreggianti di lamiera stirata in alluminio alternati a pareti traslucide e vetrate in modo da filtrare molta luce all’interno. Un sistema elettronico centralizzato gestisce i motori elettrici nei pannelli per regolarne l’apertura e l’intensità dell’illuminazione interna. Anche nelle vetrate sono inseriti dei meccanismi di apertura con attuatori elettrici comandati da centraline elettroniche per avere una ventilazione naturale dell’ambiente. L’impiego di vetri isolanti ad alte prestazioni e di profili in alluminio a taglio termico con risparmio energetico, che era uno degli obiettivi del progetto. La struttura portante in acciaio, realizzata da Stahlbau Pichler, è a luce libera di 14 metri su cui è stato fissato il profilo tecnologico in alluminio atto ad accogliere le vetrate e nel contempo ad integrare i pannelli ombreggianti esterni; l’insieme risulta perfettamente armonico.

La sala di lavorazione
La sala di lavorazione

Calore e comfort

Sebbene le dispersioni energetiche siano già contenute grazie all’involucro, è stato realizzato anche un impianto di recupero del calore: il calore sottratto alle mele nella fase di frigoconservazione viene riutilizzato per riscaldare gli ambienti lavorativi. Così come il calore prodotto dai compressori di aria, mentre l’impianto di riscaldamento è di tipo radiante, sia a soffitto che a pavimento. L’illuminazione interna a led è regolata secondo la quantità di luce esterna. Pareti fonoassorbenti e isolamento acustico per ridurre il rumore prodotto dalle macchine, riscaldamento radiante a pavimento per la sala di precalibraggio e confezionamento, e a soffitto per gli uffici che sono climatizzati per la stagione estiva. Una sala relax per le pause di lavoro, una mensa, una cucina e un’aula didattica per la formazione dei soci e del personale. I lavori sono stati portati a termine in soli 18 mesi.

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