Perizie immobiliari: spesso a perire è la valutazione

Valore di mercato, codice di condotta dei periti, procedure di quotazione, metodo di confronto e prassi finanziarie. Ma, secondo Rete delle Professioni Tecniche, composta da alcuni consigli nazionali e coordinata dall’Associazione Bancaria Italiana (Abi), non solo: tra le nuove linee guida che fissano i criteri per le perizie immobiliari si conferma anche il ruolo del professionista iscritto agli Albi e agli Ordini professionali. Attualmente in Italia, la valutazione può essere svolta da innumerevoli figure professionali, lasciando ancora aperta la questione dell’aggiornamento e della qualifica in assenza di un albo specifico. E in pratica, chi esercita questa professione certifica le proprie competenze con le regole di standardizzazione ISO 17024 e la qualifica Rev (Recognised European Valuer) di Tegova. Ma rimangono disattesi i criteri di obiettività e di indipendenza inclusi nel codice di condotta Abi, se l’ordinamento professionale a cui appartiene il tecnico non abilita per legge il suo operato. Inoltre, compenso e svolgimento dell’incarico devono essere adeguati alla natura e all’ubicazione dei beni, mentre sono richiesti corsi di aggiornamento pari a 60 ore ogni 3 anni. perizia_immobili

Insomma, il documento messo a punto dalla Rete delle Professioni Tecniche nasce dalla necessità di adeguarsi alla direttiva Ue sui mutui, e dalle norme di vigilanza europea sul patrimonio, ma in definitiva è una forma di tutela per i consumatori visto che la trasparenza e la corretta valutazione degli immobili sono elementi essenziali nelle operazioni di erogazione dei crediti e per gli istituti di credito in operazioni finanziarie come le cartolarizzazioni. Infatti, secondo Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri, l’adozione di queste linee guida dovrebbe scoraggiare le società che assumono incarichi, anche in subappalto, dal proporre onorari che non coprono neppure i costi della prestazione. Una prassi che abbassa la qualità della prestazione resa, danneggia il committente inconsapevole di quanto avviene e coinvolgendo il sistema bancario crea un danno per la collettività. Gli standard internazionali non consentono che una valutazione sia formulata da una società anche se è accettabile l’uso dell’espressione per conto di unitamente all’apposizione della firma del professionista responsabile.

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