Cresme: ecco i trend dell’edilizia

Abbiamo alle spalle le montagne russe dell’edilizia: prima una depressione dell’intero settore e, poi, negli ultimi due anni, il boom noto a tutti. E ora che cosa succederà? Il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, ha affrontato il tema durante l’annuale assemblea di Angaisa. Dopo aver riepilogato le tappe congiunturali dal 2018 a oggi, rimandando più approfondite conclusioni alla prossima presentazione al prossimo rapporto congiunturale, Bellicini ha indicato alcuni trend per il prossimo anno. Uno è noto: l’aumento degli investimenti pubblici, spinti dal Pnrr e dalla residua spinta del superbonus. Ma non solo: oltre alla riqualificazione sono tornate anche le nuove costruzioni. Gli incentivi hanno mosso 64 miliardi di euro nel 2022, con le nuove opere si arriva a quasi a 100 miliardi di euro. E, sempre secondo il Cresme, il superbonus vale circa il 20% della crescita del Pil del 2022, con 900 mila occupati in più. Anche se non è detto che siano posti stabili. Se il superbonus è un costo per lo Stato, il Cresme calcola anche che almeno il 34% del giro d’affari spinto dagli incentivi sia tornato nelle casse pubbliche sotto forma di imposte, Iva innanzitutto.

Lorenzo Bellicini
Lorenzo Bellicini

Considerata la platea, non poteva mancare un focus sugli impianti. È l’Italia il mercato europeo più vivace e destinato a crescere. Oggi il 37% degli occupati nel settore delle costruzioni lavora nel settore degli impianti. Ma non mancano gli allarmi: la spinta demografica è ormai in retromarcia da anni e l’Italia ha perso 1,3 milioni di abitanti. C’è, inoltre, il problema dell’approvvigionamento energetico. E per questo la spinta all’efficientamento degli edifici, in ogni caso, non si esaurirà. Per quanto riguarda l’inflazione, anche il Cresme rileva che i prezzi pazzi dei materiali, dal legno all’acciaio, stanno tornando a livelli meno insostenibili. Non sorprendentemente, infine, le parole chiave per i prossimi anni saranno sostenibilità e digitalizzazione.

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