Cugini: la nostra qualità è a chilometro zero. Intervista a Luca Garancini

Con una storia ultracentenaria, che affonda le sue radici nella Val Seriana, territorio della provincia di Bergamo a forte vocazione industriale, Cugini è una delle aziende produttive più longeve del nostro Paese.

L’attività iniziale, ora cessata, era la produzione di calce idraulica naturale grazie all’estrazione dalla grande cava di roccia calcarea di proprietà, operativa ancora oggi. L’azienda di Nembro (Bergamo) ha poi conosciuto nel corso dei decenni un progressivo sviluppo, a partire dagli anni Novanta, con le nuove linee di malte premiscelate.

Cugini-Nembro-Bergamo
La sede di Cugini a Nembro (Bergamo)

Grazie a un piano di crescita basato su innovazione tecnologica e automazione e alla presenza di un laboratorio interno di analisi e sviluppo, Cugini è oggi in grado di offrire al mercato soluzioni competitive e di qualità certificata per rispondere alle esigenze delle costruzioni.

Luca-Garancini-Cugini
Luca Garancini, direttore generale Cugini

Ne parliamo con il direttore generale Luca Garancini.

Domanda. L’edilizia sta vivendo un momento d’oro: è così anche per voi?
Risposta. Sì, in questo momento il mercato vive una forte ripresa, anche se la domanda è trainata in maniera quasi predominante dal Superbonus e dagli altri incentivi fiscali; abbiamo una fortissima crescita per rasanti e collanti per l’isolamento termico e in misura minore per tutto quello che è legato al sismabonus. Le malte tradizionali sono rimaste pressoché stabili come volumi.

D. Avete nuovi prodotti in uscita nel 2022?
R. Sì, abbiamo inserito un nuovo adesivo rasante per cappotto Ademix P200 Basic, che combina una maggior lavorabilità e facilità di applicazione a un prezzo interessante, e un nuovo adesivo cementizio a presa rapida per piastrelle, che si chiama Adekol Fast, indicato per interventi che richiedono superfici pronte in 24 ore.

D. Il superbonus è utilizzato in gran parte per l’isolamento termico, ma anche gli interventi per il consolidamento strutturale offrono lo stesso tipo di incentivo. Questa opportunità è abbastanza conosciuta dal mercato?
R. Per quanto riguarda gli studi tecnici sì, meno dagli utenti finali. Tuttavia, presumo che se un committente debba fare un intervento di ristrutturazione rivolgendosi a un professionista competente, possa sicuramente essere messo a conoscenza anche di questa opportunità. Dal nostro punto di vista non abbiamo riscontrato una richiesta elevata per materiali rivolti al mercato del consolidamento.

D. Quali soluzioni propone Cugini per il consolidamento strutturale?
R. La linea di prodotti dedicata a lavori di consolidamento di murature e alla riparazione del calcestruzzo si chiama Restaurmix. Se l’intervento è rivolto al consolidamento di un edificio in muratura abbiamo diverse soluzioni con betoncini che possono essere accoppiati con reti di differente tipologia, sia per edifici di rilevanza storica che di edilizia più recente. Se invece l’intervento è diretto verso strutture in calcestruzzo o sono richieste elevate prestazioni meccaniche, abbiamo prodotti per applicazioni strutturali con classi R3 e R4 e sistema di attestazione della conformità Ce di tipo 2+, che possono quindi essere impiegati anche su importanti opere stradali.

Restaurmix-cugini
Restaurmix KR 10 F fa parte di una linea di prodotti per la riparazione e la protezione del calcestruzzo e del cemento armato
Restaurmix-cugini
Una fase dell’applicazione

D. Quali sono i prodotti migliori per migliorare le strutture di un edificio?
R. Non c’è una soluzione valida per tutti i tipi di intervento. In caso di riqualificazione di un edificio storico si deve intervenire con materiali compatibili al manufatto. È fondamentale scegliere i materiali più idonei rispetto al tipo di lavoro da eseguire, senza improvvisare, partendo da una diagnosi del manufatto e dall’analisi delle problematiche da risolvere. Il materiale deve essere scelto solo dopo aver definito l’intervento da attuare che rimuove o almeno mitiga la causa. È inutile fare interventi di risanamento puramente estetico, che poi magari durano pochi anni.

D. Anche se l’edilizia sta volando, non bisogna dimenticare aspetti negativi, come i rincari dei prezzi delle materie prime. Questo aspetto vi tocca direttamente?
R. Sta coinvolgendo in maniera significativa tutti i produttori. Da marzo è iniziata una escalation al rialzo dei prezzi di quasi tutte le materie prime, dalla plastica al legname per bancali, alla carta dei sacchi. In particolare gli additivi e le resine polimeriche, che vengono impiegate nelle colle da cappotto e per piastrelle, hanno subìto rincari molto elevati. Da settembre la situazione è diventata davvero problematica, perché si sono aggiunti incrementi del prezzo dell’energia elettrica e del gas, che ora sono praticamente quadruplicati.

D. Quindi adesso qual è la preoccupazione maggiore?
R. Al di là dei prezzi delle materie prime, che in qualche modo sembravano essersi stabilizzati, al momento il costo dell’energia resta la problematica che desta più preoccupazione, poiché influirà nuovamente sul prezzo di tutte le materie prime, portando a ulteriori rincari. Per quanto ci riguarda prevediamo da gennaio 2022 un aumento di oltre il 30% per i leganti idraulici e un nuovo aumento su sacchi in carta e additivi. Questo andrà a impattare pesantemente su tutta la nostra produzione.

D. Quali sono le vostre previsioni per il prossimo anno?
R. Credo ci sarà un parziale assestamento della domanda, anche a causa di alcune modifiche sul fronte dei bonus casa, a partire dal ridimensionamento dell’incentivo per le facciate, che in passato aveva portato parecchio lavoro, specialmente nella prima parte dell’anno quando il superbonus 110% non era ancora decollato. Il superbonus continuerà a essere ancora preponderante nel 2022, anche se le richieste saranno concentrate per lo più sui condomini. Inoltre, ci sarà il grosso problema per le aziende produttrici di trasferire i rincari sugli utilizzatori finali. Per quanto ci riguarda abbiamo cercato di adeguare i prezzi di alcuni prodotti nel corso del 2021, però la marginalità si è compressa notevolmente, nonostante il significativo incremento della domanda di alcune tipologie di materiali, come le colle e rasanti per cappotto.

D. Si parla molto di edilizia sostenibile: che cosa ne pensate?
R. Penso che nel nostro settore, al momento, se ne parli molto di più di quanto sia effettivamente il mercato reale. Sicuramente l’introduzione dei Criteri Ambientali Minimi ha in qualche modo spostato l’attenzione verso l’impiego di materiali con contenuto di riciclato e ha permesso di diffondere i concetti legati all’economia circolare. Queste soluzioni saranno sempre più richieste in futuro, ma credo che dovrebbero essere introdotti dei benefici anche per i produttori. Si può, infatti, comunemente pensare che utilizzare materiali riciclati nel processo produttivo sia più economico, ma non è così.

D. Quali sono le soluzioni per la nuova edilizia su cui puntate di più?
R. Vogliamo diversificare le nostre linee per offrire risposte a tutte le esigenze del settore edilizio. La nostra bravura è sempre stata quella di proporre prodotti di elevata qualità utilizzando materie prime a chilometro zero, provenienti dalla cava connessa allo stabilimento.

cugini-cava
Una veduta della cava di proprietà Cugini, connessa allo stabilimento

cugini-cava

D. Qual è il rapporto con il territorio in cui operate?
R. Cugini ha una storia di oltre cento anni e ormai è un punto di riferimento per l’area lombarda. All’inizio l’azienda produceva solo calce idraulica, rinomata ancora oggi tra agli addetti ai lavori, poi dagli anni Novanta è stata avviata la produzione di malte premiscelate, che oggi sono il core business dell’azienda. Fino alla crisi del 2008 il nostro target principale erano le imprese edili, successivamente ci siamo orientati alla rivendita edile. Non lavoriamo invece con la Gdo.

D. Avete iniziative di marketing rivolte ai distributori?
R. Negli ultimi anni abbiamo incrementato le iniziative di marketing, con lo scopo di aggiornare l’immagine dell’azienda e allinearla alle nuove richieste del mercato. Abbiamo recentemente avviato anche un rebranding dei nostri sacchi, per rafforzare l’identità del marchio Cugini e trasmettere l’idea di un’azienda strutturata e in continua innovazione. Quest’anno siamo poi stati presenti al Made Expo di Milano: una decisione non scontata, presa al termine della terza ondata di covid, ma in cui abbiamo creduto molto.

D. I distributori edili sono sufficientemente preparati nel descrivere i prodotti ai loro clienti?
R. Per il mercato questo è un momento davvero caotico e manca il tempo, sia da parte di chi acquista, sia di chi vende.

D. Quali saranno secondo voi le evoluzioni del mercato edile nel prossimi anni?
R. Basta vedere cosa sta accadendo in Europa. Credo che in futuro ci sarà sempre più una tendenza a formare aggregazioni, sia a livello di produttori che di distributori. Sicuramente ci sarà una concentrazione degli operatori del mercato.

D. Bergamo e provincia sono state una delle zone più colpite dal coronavirus: è un problema archiviato?
R. Ce lo auguriamo tutti, anche se la situazione desta ancora qualche preoccupazione. Dal punto di vista lavorativo il terremoto causato dal covid è stato archiviato, a livello sociale vedremo come questa pandemia potrà ancora impattare. Rimane un punto interrogativo.

D. Quali sfide vi attendono nel prossimo futuro?
R. Spero che il prossimo anno sia meno complicato del 2021, che è stato davvero faticoso e sotto certi aspetti caotico. La nostra produzione non si è mai fermata, ma le difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime hanno creato grossi problemi. Le premesse però non sono rosee: ci sono ancora grossi punti interrogativi su alcuni prodotti, i prezzi sono alle stelle e c’è una forte speculazione legata anche al superbonus. Siamo finiti in un corto circuito: da un lato ci sono costi delle materie prime che subiranno ulteriori incrementi dovuti al caro energia, dall’altro c’è l’Europa che vuole fare da traino alla transizione green e ha imposto una serie di paletti, che però rischiano di mettere ancora più in difficoltà le aziende, soprattutto le più energivore, quelle che emettono CO2 o quelle dell’industria automobilistica.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome qui