Progetto Fuoco, settore da 4 miliardi e risorsa per l’ambiente

L’energia che deriva dal legno e dalle biomasse rappresenta un settore che vale 4 miliardi di euro. E non è vero che inquina. O meglio, solo la cosiddetta stufa della nonna genera polveri sottili e Co2 in eccesso, a differenza dei nuovi prodotti. La risposta, quindi, è il turnover tecnologico, ovvero la sostituzione dei vecchi impianti con le moderne tecnologie già presenti sul mercato. A presentare questa prospettiva, insieme ai dati del settore, sono Aiel – Associazione italiana energie agroforestali e Progetto Fuoco, la principale fiera mondiale nel settore degli impianti e attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustione della legna, la cui dodicesima edizione è in programma dal 19 al 22 febbraio 2020 alla Fiera di Verona.

 

progetto fuoco fiera conferenza
Conferenza stampa di Progetto Fuoco. Da sinistra, Raul Barbieri, direttore generale di Progetto Fuoco, Marino Berton, consulente strategico Aiel, Giovanni Mantovan, direttore generale di Veronafiere Spa e Maurizio Danese, presidente Veronafiere Spa

 

La scelta sostenibile

L’intera filiera si fa portavoce di un valore ambientale ancora poco riconosciuto. L’obiettivo comune, infatti, è il miglioramento della qualità dell’aria. Nel solo 2018, con gli incentivi del Conto Termico, la sostituzione di 46 mila stufe obsolete (quasi il doppio dell’anno precedente quando erano state 24 mila) ha evitato l’immissione in atmosfera di circa 2.200 tonnellate annue di particolato (Pm) e di circa 160 mila tonnellate annue di Co2 equivalente.

Meno inquinamento nell’aria delle nostre città, dunque, e con margini di miglioramento molto importanti. «Se si sostituissero tutti i vecchi impianti domestici a legna con moderne tecnologie si garantirebbe una riduzione delle emissioni di polveri sottili derivanti dalla combustione domestica di biomasse di almeno il 70%». Garantisce Marino Berton, consulente strategico Aiel.

 

Marino Berton, consulente strategico Aiel
Marino Berton, consulente strategico Aiel
Raul Barbieri, direttore generale di Progetto Fuoco
Raul Barbieri, direttore generale di Progetto Fuoco

 

«Questa realtà è ancora poco conosciuta e spesso viene aggredita da fake news che minano la credibilità del comparto», spiega Raul Barbieri, direttore generale di Progetto Fuoco. «L’esigenza sentita di tutti i protagonisti del settore è quella di diffondere informazioni corrette che valorizzino quella che è una vera risorsa per l’ambiente. In questo senso il valore di Progetto Fuoco, oltre che dai numeri e dal business commerciale, sta nel volano di comunicazione, visibilità e notorietà che esso comporta».

 

Il valore economico

Il valore economico della filiera è indiscutibile: 14 mila imprese coinvolte, per un fatturato complessivo di oltre 4 miliardi di euro e una ricaduta occupazionale di 72 mila impiegati, di cui 43 mila diretti e 29 mila legati all’indotto.

I sistemi di riscaldamento a biomasse installati sono in leggero calo, 9,1 milioni nel 2018 rispetto a 9,4 milioni nel 2014, un fatto legato alla dismissione degli apparecchi obsoleti. Una rottamazione che procede spedita: ormai gli apparecchi a pellet rappresentano il 75% del totale di quelli venduti nel nostro Paese. Stabile anche il consumo di legna e pellet nel settore residenziale: nel 2018 oltre 12 milioni di tonnellate di legna da ardere, poco meno di 3,2 milioni di tonnellate di pellet e 1,4 di cippato. Il 91% dei combustibili legnosi è impiegato in impianti di riscaldamento residenziali.

 

La più importante fiera mondiale del settore

A Progetto Fuoco sono attesi 75 mila visitatori da oltre 70 Paesi del mondo e 800 espositori (per il 40% esteri) tra cui i principali produttori mondiali di stufe, caminetti, cucine, caldaie a legno e pellet, in 130 mila metri quadri di superficie espositiva.

Saranno 3500 i prodotti in esposizione e oltre 100 gli appuntamenti in programma tra conferenze, workshop, tavole rotonde e corsi di aggiornamento. Partner tecnico del salone è Aiel, che conta 500 soci tra produttori e distributori di legna da ardere, pellet e cippato, costruttori di tecnologia (sistemi di riscaldamento e cogenerazione), progettisti, installatori e manutentori.

«Veronafiere ha scelto di sviluppare un modello di business sempre più sostenibile in termini ambientali», commenta Maurizio Danese, presidente Veronafiere Spa. «Progetto Fuoco può giocare un ruolo di primo piano in questa direzione, promuovendo l’innovazione e garantendo momenti di confronto e di aggiornamento per i protagonisti della filiera, così da perseguire gli obiettivi del nuovo Green Deal, per un’Europa a zero emissioni entro il 2050».

Infine, il direttore generale di Veronafiere Spa, Giovanni Mantovan, sottolinea l’internazionalizzazione di Progetto Fuoco e introduce una novità: «La fiera è caratterizzata da un importante programma di incoming, attuato d’intesa con Ice Agenzia. In particolare, sono stati selezionati buyer dai Paesi Scandinavi, dall’Europa continentale, oltre che da realtà in crescita come l’Est Europa e il Medio Oriente. In questa edizione, inoltre, Progetto Fuoco ospita 12 startup europee, con le loro innovazioni, per contribuire a uno sviluppo sempre più sostenibile».

 

Il primo premio per chi innova nel settore fuoco

Stufe più intelligenti grazie alle tecnologie digitali, soluzioni di design sorprendenti, startup e laboratori universitari impegnati in soluzioni per abbattere le emissioni inquinanti, filiere sostenibili per l’economia del legno: sono i temi proposti dalle 12 startup finaliste della prima edizione di Give Me Fire – Progetto Fuoco European Startup Award, il bando rivolto alle imprese innovative italiane ed europee del settore del riscaldamento e dell’energia prodotti dalla legna, promosso da Progetto Fuoco e Blum, in collaborazione con Aiel – Associazione Italiana Energie Agroforestali.

Le aziende innovative selezionate – 10 italiane, una francese e una belga – saranno ospitate nel primo Give Me Fire Innovation village nell’ambito della dodicesima edizione di Progetto Fuoco. Qui gli innovatori si presenteranno alla giuria e al pubblico e potranno incontrare potenziali investitori e partner industriali. La realtà vincitrice, scelta dalla giuria dopo alcuni pitch, si aggiudicherà un premio consistente in servizi per un valore di 15 mila euro. 

Le 12 startup

  • Black Box Green di Fiorano Modenese (Modena) è un sistema di monitoraggio, analisi e controllo per la corretta efficienza energetica del sistema di combustione o gassificazione di biomasse, che si può gestire tramite cloud.
  • Blucomb di Udine progetta e produce bruciatori pirolitici a pellet brevettati, e ne testa l’efficienza e le emissioni assicurando che siano pronti per la certificazione di prodotto che attualmente richiede standard sempre più elevati.
  • Granulebox, prodotto dall’azienda francese Borel Associes, è il nuovo concetto di stoccaggio dei pellet di legno, con una capacità di 55 chilogrammi e con un design pensato per essere posizionato accanto alla stufa.
  • Sûti Design & Utility è un brand, creato dall’azienda belga Distri & Design, di stufe a pellet caratterizzate da un design particolare e da un’alta tecnologia. Sono monitorate da un termostato smart e da una app per smartphone che permette al cliente di gestirne ogni aspetto.
  • Fumotto è un camino orientabile a legna per esterni. Prodotto dall’azienda Focotto di Jesi (Ancona), è formato da un’unica lastra di acciaio sapientemente lavorata che come un mantello avvolge il fuoco, canalizzando i fumi a più di due metri di altezza.
  • Gogo è un dispositivo che produce energia elettrica e termica attraverso la combustione del gas metano, garantendo risparmio ed efficientamento in un solo metro quadro. A progettarlo e realizzarlo è Gogogen, startup innovativa di Parma.
  • K-Inn Tech, spinoff dell’Università di Padova e startup innovativa, supporta la progettazione di caldaie per recuperare energia termica da biomasse solide non convenzionali, difficili da trattare termicamente a causa dell’elevato contenuto di umidità, come lo stallatico, la pollina e gli scarti vegetali.
  • Kuriosa è un brevetto delle Officine Piacentini di Chieti che migliora il sistema di riscaldamento garantendo un risparmio del 35% dei consumi di gas. Grazie un sistema di ventilazione a forma di mensola posizionato sopra ai termosifoni, provoca l’inversione del flusso di aria calda spingendola verso il pavimento e riscaldando l’aria a terra, evitando la dispersione di calore a soffitto.
  • Planeta Renewables è una startup ospitata dall’Università Cattolica di Milano che punta alla realizzazione, gestione e valorizzazione di una filiera industriale basata sull’utilizzo della biomassa legnosa Miscanthus (miscanto), una delle più promettenti coltivazioni energetiche non alimentari per il settore della bioeconomia e bioenergia.
  • Hybrid coniuga tutti i vantaggi di un micro cogeneratore con quelli di una caldaia a biomassa. L’obiettivo del dispositivo realizzato dalla startup Pyro & Tech di Villa di Tirano (Sondrio) è superare il concetto di caldaia relegata nel locale tecnico, diventando di fatto un vero e proprio cervello energetico che utilizza solo fonti rinnovabili interfacciandosi con altri dispositivi.
  • Replant è una startup innovativa cresciuta nell’Incubatore d’impresa del Politecnico di Torino. Il suo obiettivo è la promozione della resilienza energetica su una scala territoriale è lo sviluppo di filiere dell’energia del legno proveniente dalle foreste.
  • White Energy Group è una società di servizi energetici con sedi a Verona e Cagliari. Virtual Energy Platform® è un sistema proprietario di monitoraggio dei consumi e reportistica IoT based su piattaforma completamente on line.

 

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