Fondi immobiliari, più patrimonio, ma rendimento scarso

Non solo l’Italia, ma il mondo intero ha comprato e venduto più immobili. Anzi, il network Tecnocasa si spinge a definire il 2017 «un anno d’oro per il risparmio gestito in immobili a livello mondiale». Ma chi ha investito in fondi immobiliari ha fatto una buona scelta? La risposta la fornisce un report di Scenari Immobiliari, secondo cui in Italia i fondi quotati e aperti ai risparmiatori hanno avuto un ritorno sul capitale investito, dello 0,4% nel 2017, in leggero miglioramento rispetto allo 0,2% del 2016. Un numero che si dovrebbe paragonare a quello generale dell’indice FtseMib, che nel 2017 ha messo a segno un rialzo del 13,6%. Insomma, per gli investimenti in immobili non sembrerebbe un anno d’oro, almeno in Italia.   

In generale, nelle diverse forme comunque, i fondi immobiliari (quotati, non quotati, Reit), sono in continua crescita e a fine 2017 hanno raggiunto 2.830 miliardi di euro, in aumento dell’otto per cento sul 2016, con il secondo miglior risultato storico. 

In Italia, nel corso del 2017 il Nav (net asset value) dei fondi immobiliari è arrivato invece a 53 miliardi di euro, con un incremento del 10,4% sull’anno precedente. Nel corso del 2018 l’obiettivo dei 55 miliardi di euro è realistico, allineando il nostro Paese al resto d’Europa.

Insomma, come in Europa i fondi immobiliari aumentano il patrimonio. Secondo il rapporto di Scenari Immobiliari l’aumento è stato del 7,3% annuo nel periodo 2010-2013, per accelerare negli ultimi anni, con una crescita di circa il 10% nel 2015 e nel 2016 e superiore al sedici per cento nel 2017, quando ha fatto registrare la miglior performance del secolo in corso.

Tra aumento del patrimonio (cioè quantità e valore degli immobili di proprietà) e il rendimento, però, c’è parecchia distanza. 

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