Case stampate in 3D: ecco i migliori progetti del mondo

Case stampate in 3D? Pochi sanno che nel 1908, Thomas Edison depositò un brevetto in grado di costruire una casa, completa di tubature, con una sola gettata di calcestruzzo. Un obiettivo poco distante dalla ricerca attuale che vede sperimentazioni sparse un po’ ovunque, dall’Italia all’Olanda alla Cina fino agli Stati Uniti. Ecco a che punto sono i progetti più importanti.

Dimostrazione in laboratorio della stampante 3D Big Delta con l'estrusore che deposita argilla
Dimostrazione in laboratorio della stampante 3D Big Delta con l’estrusore che deposita argilla

Big Delta, la stampante più grande al mondo, alta 12 metri, dell’azienda italiana Wasp, punta sulla bioedilizia grazie alla realizzazione di componenti in argilla o paglia con due esemplari di macchine attive, una nel nostro Paese e l’altra in Tailandia. WinSun Decoration Design Engineering invece, è capace di tirare su un monolocale in 24 ore, una struttura piuttosto rozza, ma ha in progetto la costruzione degli uffici del Museo del Futuro a Dubai con una stampante alta 6 metri attiva direttamente sul posto, da completare entro il 2017. E ancora, la casa sul canale iniziata nel 2014 dallo studio di Amsterdam Dus Architects, in collaborazione con l’azienda olandese Ultimaker specializzata nella stampa 3D, si basa sulla realizzazione delle componenti architettoniche con un inchiostro fatto principalmente con olio di lino e trucioli di legno. Una volta completate, queste componenti, dotate di aperture per fili e cavi, vengono riempite con un calcestruzzo leggero e assemblate.

Il rendering del primo ufficio costituito in 3D da realizzare a Dubai
Il rendering del primo ufficio in 3D da realizzare a Dubai
La casa sul canale ad Amsterdam progettata dallo studio Dus Architecture
La casa sul canale ad Amsterdam progettata dallo studio Dus Architecture
Le componenti della casa sul canale ad Amsterdam
Le componenti della casa sul canale ad Amsterdam
La stampante in azione
La stampante in azione

Nell’arco di 12 mesi è stata prodotta una stanza e il prossimo obiettivo è quello di riuscire a stampare pezzi più grandi e per 24 ore al giorno aumentando la velocità, che dall’inizio del progetto è stata incrementata di 400 volte. Un metodo completamente diverso è quello del gruppo di ricerca di Berkeley, l’Università della California, che sta sviluppando delle piccole stampanti 3D per costruire strutture di dimensioni contenute con pezzi simili ai mattoni: Bloom è un padiglione alto quasi 2,74 metri fatto con 840 mattoni di un polimero composto da cemento Portland, olio vegetale e segatura. Tutti gli elementi sono legati con acciaio inox e possono essere smontati e rimontati.

Il padiglione Bloom realizzato all'Università di Berkley
Il padiglione Bloom realizzato all’Università di Berkley
Il padiglione Bloom dall'interno
Il padiglione Bloom dall’interno

Se per gli olandesi l’idea è che le persone possano personalizzare e scaricare la loro casa ideale dal web, con un concetto di lusso accessibile applicato all’architettura, e per cinesi e italiani il futuro è fatto di velocità e dimensioni che riproducono una casa, per gli americani l’evoluzione tecnologica sta nella capacità di ottenere la migliore risoluzione di stampa e di rifinitura nei pezzi più piccoli. Approcci diversi per lo stesso obiettivo e se il risultato sarà soddisfacente le implicazioni per il settore delle costruzioni saranno di vasta portata.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome qui