Infissi in discesa, ma sale la quota del Pvc

    Dal 2008 al 2014 gli investimenti nelle nuove costruzioni residenziali e non residenziali sono diminuiti del 50% con una perdita complessiva di oltre 30 miliardi euro e di 1,2 miliardi di domanda di serramenti che, per avere un’idea sull’impatto economico che produce, corrisponde al fatturato medio di 250 aziende del settore.

    I dati sono resi noti da Unicmi.

    Nel 2014 la domanda complessiva di serramenti e facciate continue nel mercato italiano di attesta un valore di circa 4,1 miliardi di Euro di cui 2,5 nel settore residenziale e 1,6 in quello non residenziale. Nel corso degli anni le quote di mercato in valore dei tre principali materiali con cui si producono i serramenti (alluminio, legno e Pvc) hanno visto la crescita del materiale plastico, che si caratterizza per un prezzo medio inferiore. Secondo una recente rilevazione dei prezzi Unicmi, un serramento in Pvc costa il 24% di meno rispetto al prezzo medio di mercato di tutti i serramenti, uno in alluminio l’8% in più, quello in legno ha un differenziale aggiuntivo pari al 15%.

    Dal 2009 al 2014 la quota di mercato in valore del Pvc è aumentata del 47% passando dal 17% al 25% del mercato. L’alluminio è stabile attorno al 37%, in quanto la contrazione dei pezzi venduti è stata parzialmente compensata da un riposizionamento su prodotti di media e alta gamma. Il mercato del legno è stato fortemente ridimensionato per la concorrenza frontale da parte del PVC e per le situazioni di dissesto che hanno colpito i maggiori player del settore.finestra2

    Il mercato dei serramenti metallici e dei prodotti complementari è stato interessato nel 2014, da un’ulteriore contrazione del 5% rispetto al 2013. Si tratta di un risultato determinato dalla riduzione della domanda, specialmente nelle nuove costruzioni residenziali e non residenziali.

    I dati relativi al mercato italiano delle facciate continue evidenziano una piccola inversione di tendenza (+1%) che è in parte legata alla domanda generata dal completamento dei lavori legati direttamente ed indirettamente all’Expo e a una leggera ripresa degli investimenti nella ristrutturazione degli edifici non residenziali ed in particolare nei lavori di recladding, ovvero di sostituzione delle facciate continue esistenti. I costruttori di facciate continue sono sempre più orientati al mercato internazionale che oggi contribuisce a circa il 40% delle vendite.

    Resta importate il contributo degli incentivi fiscali alla sostituzione degli infissi. A partire dalla loro introduzione nel 2007 gli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici hanno generato un fatturato aggregato di oltre 10,5 miliardi di euro per il settore dei serramenti nel suo complesso. Solo nel settore dei serramenti metallici gli incentivi generano una domanda di 517 milioni di euro che corrisponde al 37% del giro d’affari del mercato dei serramenti metallici.

     

    Nel 2015 non si potrà parlare di una vera ripresa degli investimenti nelle costruzioni. L’attività nel segmento residenziale resterà limitata prevalentemente alla ristrutturazione e la domanda sarà alimentata dalle spese per investimenti effettuati dalle famiglie che potranno beneficare di uno spread molto contenuto che faciliterà l’accesso al credito immobiliare. Nel segmento non residenziale abbiamo osservato una lieve ripresa degli investimenti in beni strumentali (capannoni industriali, costruzioni destinate al terziario e centri commerciali) generata più che da un’effettiva richiesta del mercato, dalla disponibilità di mezzi finanziari a costi contenuti e da lavori di ammodernamento e ristrutturazione. Solo i dati del primo semestre del 2016 confermeranno se, per il segmento non residenziale, saremo in presenza di una lieve ripresa o se la fase interlocutoria di protrarrà per altri 12 mesi.

    È realistico ipotizzare che per i costruttori di serramenti il 2015 si chiuderà con una lieve flessione, nell’ordine del 2%-4% rispetto al 2014. Questo dato è stato stimato considerando l’apporto dell’incentivazione alla sostituzione degli infissi, in mancanza di tale supporto la flessione sarebbe potuta essere nell’ordine del 6%-8. Per le facciate continue si può ipotizzare un dato in linea con quello rilevato nel 2014, ovvero un lieve crescista del mercato, nell’ordine dell’1-2%.

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