Come «rammendare» le metropoli per vivere meglio


Come trasformare le periferie delle città, obsolete e ghettizzate, in nuovi centri vitale dei centri urbani. Non è facile, ma ilk primo passo è stato compiuto con con l’individuazione delle zone da riqualificare: un censimento che è stato presentato, assieme a un programma di intervento, alla Fondazione Italcementi di Bergamo. Con una premessa: bisogna «rammendare» le periferie attraverso la rigenerazione urbana, per un nuovo Rinascimento del nostro Paese. «È un tema profondamente innervato nel sociale», ha sottolineato Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi. «Parliamo della qualità della vita delle persone, della salvaguardia del territorio e dello sviluppo economico. Lo diciamo apertamente: la creazione di valore è la precondizione necessaria per poter condividere il benessere generato dall’Impresa. Un’operazione dove gli interessi collettivi si intrecciano con gli interessi dell’Impresa, verso un Rinascimento sociale ed economico del nostro Paese. Questa operazione, però, può essere declinata solo attraverso una grande visione politico-istituzionale che incoraggi l’innovazione sostenibile di prodotti e processi. Noi ci sentiamo in prima linea su questo fronte, insieme a molte altre imprese italiane».

Il convegno Italcementi
Il convegno Italcementi
Carlo Pesenti
Carlo Pesenti

Il lavoro di Renzo Piano

Il manifesto di Renzo Piano (lo trovate qui: https://youtradeweb.com/2015/01/un-articolo-e-un-video-di-renzo-piano-reinventare-le-periferie/) si pone in continuità con la decisione dell’architetto Piano di devolvere il suo emolumento come senatore a favore di alcuni gruppi di lavoro incaricati di studiare alcune periferie italiane. Ogni studio è guidato da un “tutor”, allievo o collaboratore dell’architetto Piano, in un gruppo di lavoro complessivo chiamato G124, che prende il nome dal numero dell’ufficio del senatore a Palazzo Giustiniani, trasformato in un laboratorio per progettare la riqualificazione delle periferie delle città italiane (https://renzopianog124.com). Il tema posto dal “manifesto sul rammendo e sulla rigenerazione” è quello che sta alla base anche del progetto RIFO promosso da Italcementi e realizzato dall’Università di Bergamo con il coordinamento dalla professoressa Emanuela Casti, che in un video ha spiegato il percorso di ricerca che ha portato a individuare in diverse città lombarde, tra cui in particolare Bergamo, gli spazi inutilizzati che potrebbero essere recuperati in un’ottica di “rigenerazione urbana”. Una strategia che prevede la demolizione di caseggiati ormai non più sostenibili dal punto di vista della sicurezza e delle qualità ambientali, architettoniche e urbanistiche e la loro sostituzione con edifici realizzati con nuovi materiali e tecnologie.

Mario Cucinella
Mario Cucinella

Sostenibilità e recupero

Mario Cucinella, architetto da sempre attento ai temi della sostenibilità e del recupero urbano in ottica di place for people e fondatore dell’organizzazione no profit “Building Green Future”, ha raccontato la sua esperienza “sul campo” nel rammendo delle periferie. Cucinella è infatti tra i “tutor” del progetto G124 e il suo gruppo di lavoro si è concentrato sull’area urbana di Catania, in particolare il quartiere di Librino. «A volte – ha detto – per migliorare la vita di un quartiere può bastare una nuova biblioteca, un giardino curato, un percorso pedonale tra una scuola e una palestra. Non interventi dall’alto, da “archistar”, ma soluzioni che migliorano la vita quotidiana e favoriscono l’incontro tra le persone». Incentrato sul tema del luogo e dell’abitare l’intervento di uno dei massimi rappresentanti del mondo della cultura e della filosofia, capace di valorizzare la “cultura come elemento di comunità”: Silvano Petrosino, Filosofo e Professore Associato dell’Università Cattolica. Petrosino ha spiegato «l’impossibilità dell’uomo di non abitare, ovvero di prendersi cura dei luoghi e della loro buona gestione. Una legge ormai capovolta che occorre ripristinare per aprire le possibilità del nuovo Rinascimento». Geminello Alvi, scrittore ed economista abituato a stupire, ha invece proposto una originale analisi del tema della città, e della necessità di funzioni e forme, volte a ridefinire comunità concrete. Alvi ha comparato il nuovo Rinascimento a quello antico, mettendo a confronto i diversi scenari demografici e lanciando un’ipotesi di rigenerazione spirituale e politica per l’Italia, immaginando un futuro confederale retto da uno stato minimo liberista. Il confronto si è poi concentrato sulla creazione di valore economico associata a iniziative di rammendo e rigenerazione urbana, con il contributo di Francesco Daveri, economista ed editorialista del Corriere della Sera. Daveri ha portato l’analisi di due casi. Il primo, un’esperienza: Harlem, il quartiere di New York dove il passaggio da una situazione di immobili in affitto per categorie tradizionalmente in transizione (come studenti o immigrati) ad una politica a favore delle case di proprietà ha segnato anche la crescita del senso di appartenza, permettendo la rigenerazione. Il secondo, un auspicio: un sistema d’incentivi per spingere i migliori professori a lasciare i quartieri centrali per quelli periferici. Nel ricordare come l’evoluzione del concetto di riuso, iniziata negli anni ottanta con il recupero dei centri storici e giunta finalmente alla rigenerazione e ricucitura dei tessuti urbani periferici, richieda la diffusione di nuovi strumenti operativi e gestionali, sia finanziari che urbanistici, Aldo Mazzocco (CEO di Beni Stabili Siiq spa e Presidente di Assoimmobiliare) ha illustrato due esempi concreti di tale evoluzione: la rigenerazione sostenibile del complesso Torri Garibaldi in area Porta Nuova a Milano, recentemente ultimata, e il progetto Symbiosis, che andrà a ricucire il territorio urbano in area Porta Romana, sempre a Milano, in adiacenza con il nuovo Museo della Fondazione Prada e con l’area dismessa dell’ex scalo ferroviario.

Conclusioni

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha esaminato infine come la ricerca di nuove prospettive di sviluppo nel settore della mobilità e del trasporto e il recupero e la restituzione di aree dismesse e periferiche risultino elementi centrali anche nell’azione amministrativa di una media città storica italiana come Bergamo, scelta anche come “caso studio” del progetto di ricerca Bergamo 2.035 condotto da Università di Bergamo e Harvard University con il supporto della Fondazione Italcementi. Gori si è soffermato poi sulla volontà e la necessità di rigenerazione degli spazi periferici anche attraverso l’efficientamento degli edifici pubblici e privati, la qualità e la sostenibilità del costruire, lavorando a un rinascimento urbano che riesca a coinvolgere direttamente la cittadinanza. Al termine della tavola rotonda l’architetto Michele Molè, progettista del Padiglione italiano a Expo 2015, ha illustrato il progetto architettonico di “Palazzo Italia”, dalla genesi come idea di coesione, intesa come forza di attrazione che genera un ritrovato senso di comunità e di appartenenza (elemento chiave di ogni progetto di rigenerazione urbana), fino alla concreta realizzazione, resa possibile da straordinari elementi di innovazione tecnologica e sostenibilità, assieme al know-how e al saper fare delle imprese italiane coinvolte, tra cui Italcementi che ha ideato per la struttura di Palazzo Italia un innovativo cemento biodinamico. Le conclusioni sono state affidate al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, on. Maurizio Lupi, che ha delineato l’azione politico-istituzionale del Governo, volta a creare le condizioni necessarie per sostenere lo sviluppo del Paese.

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