Mapei per il Gardens by the Bay di Singapore

Se l’Eden è esistito, probabilmente era localizzato nei dintorni di Singapore. Vegetazione lussureggiante, mare e caldo: un clima perfetto per la crescita di fiori, alberi e cespugli, ma una sfida per i materiali da costruzione, a causa dell’umidità e della salsedine che insidiano muri e manufatti.

 

A raccogliere la sfida, l’italiana Mapei che ha contribuito alla realizzazione di una città-giardino che coniuga verde e costruzioni, una delle maggiori opere mondiali del genere: il Gardens by the Bay. Un progetto che si estende su 101 ettari e comprende due tra le serre più grandi al mondo: Flower Dome e Cloud Forest.

 

All’interno di due padiglioni a bolla sono riprodotte le condizioni climatiche mediterranee, subtropicali e perfino una foresta pluviale a 2mila metri di altitudine. L’illuminazione arriva dalle grandi vetrate curve, realizzate con materiali che garantiscono il passaggio del 65% delle radiazioni ma, allo stesso tempo, filtrano del 35% il calore del sole. Le vetrate comprendono un sistema di ombreggiamento costituito da vele triangolari regolabili.

 

La complessità dell’opera è, forse, riassunta nei 18 SuperTree: una sorta di super alberi realizzati in cemento e acciaio, in sostanza giardini verticali da 25 a 50 metri, che ospitano 162.900 piante e oltre 200 specie di fiori. In questo lussureggiante e allo stesso tempo futuribile paradiso (per esempio, illuminare i super alberi è compito di cellule fotovoltaiche inserite in punti strategici), c’è anche la tecnologia italiana.

 

Mapei ha fornito materiali speciali, capaci di supportare le richieste degli ingegneri e allo stesso tempo di garantire l’estetica progettata dagli architetti. Per esempio, il Flower Dome ha un pavimento decorato con inserti geometrici che richiamano alberi stilizzati. Per posare le lastre in granito bianco e grigio e il grès porcellanato sono stati utilizzati rispettivamente Keraflex maxi S1, adesivo cementizio ad alte prestazioni a scivolamento verticale nullo, e Keraflex , adesivo cementizio indicato per la posa di pavimenti sottoposti a forti sollecitazioni. Per la stuccatura delle fughe è stata scelta la malta cementizia superfine Keracolor SF.

 

Non solo: per posare le lastre in granito rosso che circondano gli alberi di palma è stato impiegato Keraflex maxi S1, mentre per incollare le piastrelle in grès porcellanato la scelta è caduta su Keraflex. Anche in questo caso le stuccature sono state eseguite con Keracolor Sf.

La tecnologia Mapei è risultata efficace per diverse soluzioni. Anche per applicare le lastre in granito giallo lungo i percorsi della serra, per esempio, sono stati usati Keraflex maxi S1 e Keracolor Sf, così come per la posa del granito grigio che delimita la zona in cui si trovano alcuni esemplari secolari di alberi di olivo. I materiali di Mapei spuntano, inoltre, anche in diversi altri spazi della grande area. Come nel pavimento del ristorante, rivestito di piastrelle posate con l’adesivo Keraflex e stuccate con Keracolor Sf.

 

Anche al Flower Field, un’area in cui si trovano centinaia di piante da fiore, i passaggi pedonali sono rivestiti con lastre in granito verde posate con Keraflex maxi S1 e Keracolor Sf, due prodotti utilizzati anche per il granito giallo posato sul supporto in calcestruzzo, la pietra con cui sono rivestite le scale che collegano i diversi spazi del Flower Dome e le piastrelle in grès porcellanato dei bagni. La posa delle lastre in granito su supporti in metallo, come sulle porte di accesso, è stata invece realizzata utilizzando l’adesivo epossidico bicomponente a scivolamento verticale nullo Kerapoxy, lo stesso prodotto utilizzato per il granito grigio che ricopre le scale in metallo, che permettono ai visitatori di accedere ai diversi livelli della Cloud Forest, stuccate poi con Keracolor Sf.

 

Oltre agli impieghi della tecnologia italiana nel grande Eden di Singapore, Mapei ha poi contribuito alla realizzazione dello spettacolare Marina Bay Sands Resort, tre torri di 55 piani collegate da uno skygarden di 10mila metri quadri a 200 metri da terra. Qui l’azienda guidata da Giorgio Squinzi ha permesso la posa di rivestimenti in ceramica, mosaico, marmo, bamboo e ardesia, le impermeabilizzazioni, il ripristino strutturale, il recupero del calcestruzzo. Un Eden sì, ma ben saldo.

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