Home Blog Pagina 67

Sistema Tris di T2D, prestazioni isolanti top con il blocco a tre strati

L’azienda T2D ha brevettato il sistema Tris, un sandwich di laterizio e materiale isolante Neopor, che può sostituire il tradizionale cappotto, con massime prestazioni in termini di comfort, durabilità e di resistenza al fuoco. E per l’anno prossimo arriva il primo bilancio di sostenibilità.

Laterizi boom. Dopo stagioni di torpore, o peggio ancora di mercato in discesa, negli ultimi anni le vendite di materiale ricavato dalla terracotta sono decollate, con incrementi a due cifre. Ma c’è laterizio e laterizio.

Spesso il grande pubblico, qualche volta anche i rivenditori, tendono a classificare allo stesso modo tutti i materiali che, visti a qualche metro di distanza, si assomigliano. Anche se, in realtà, non sono uguali e neppure equivalenti. Insomma, niente di più errato, come dimostra il caso di quelle imprese che hanno deciso di puntare sull’innovazione del materiale edile più antico del mondo. Come T2D.

Specializzazione

Alberto-Colleoni
Alberto Colleoni, Ceo T2D

Il gruppo, nato nel 2017 dalla unione di marchi storici come Toppetti, Fornaci di Masserano e Donati Laterizi, ha stabilimenti in tre regioni (Piemonte, Toscana e Umbria) e riesce così a coprire l’intero territorio italiano. Con un obiettivo dichiarato fin dal principio: puntare su qualità e prestazioni dei prodotti piuttosto che su dimensione e capacità produttiva.

Tra l’altro, la diversa dislocazione degli stabilimenti ha favorito una naturale specializzazione delle produzioni in base alle esigenze locali. Per esempio, a Masserano, nel Biellese, la produzione è centrata sulle prestazioni termiche. A Livorno il focus è sulle soluzioni massive per i climi più caldi, mentre a Todi l’attenzione è da sempre sui prodotti antisismici.

Ne scaturiscono sistemi costruttivi come Tris, il monoblocco preassemblato ad elevatissime prestazioni termiche, la Linea Acustica, ideale come divisorio tra unità abitative distinte, o la Muratura Armata 2.0, in grado di garantire la massima sicurezza per le zone ad elevato rischio sismico.

Supporto

Il goal di T2D, però, non è produrre solo materiali, ma proporre interi sistemi costruttivi in laterizio. Come nel caso della linee T2D Specialties, accompagnate da un supporto tecnico in formato digitale, oltre che umano. Perché l’azienda mette a disposizione un team di tecnici per aiutare studi tecnici e posatori nel loro lavoro.

Ovviamente, al centro dell’azienda c’è il prodotto. «Io credo che il laterizio oggi sia davvero innovativo quando svolge il ruolo di protagonista assoluto nell’edificio e nella parete», spiega Alberto Colleoni, Ceo di T2D. «Ossia, quando rispetto agli altri materiali che compongono l’abitazione, il laterizio svolge il ruolo principale dal punto di vista strutturale, di isolamento termico, acustico e sotto l’aspetto idrometrico, cioè nella capacità di assorbire e rilasciare umidità con grandi benefici sul comfort».

Prodotto impacchettato t2d tris

Punta di diamante

L’esempio più lampante del connubio tra tradizione e innovazione è costituito dal sistema Tris. «È la nostra soluzione più innovativa. Il sistema Tris coniuga gli aspetti della prestazione con la facilità di porre in opera. È un sistema che riscuote molto successo tra gli studi tecnici e le imprese. Anche perché è sempre supportato da un’assistenza tecnica, dalla fase di progettazione fino alla chiusura del cantiere», aggiunge Colleoni.

Non è un caso che Tris sia molto gettonato da ingegneri, architetti e geometri: il sistema è brevettato e riesce a coniugare l’efficienza termica del materiale isolante allo sfasamento della parete massiva. È anche l’unico sistema costruttivo in laterizio con taglio termico continuo lungo tutta la parete.

lavorazione-tris-t2d-perugia
Fase della lavorazione del sistema tris nello stabilimento T2D di Perugia
lavorazione-tris-t2d
Fase della lavorazione del sistema tris nello stabilimento T2D di Perugia

Dettagli tecnici

Il blocco Tris è preassemblato. È composto da due elementi in laterizio, che contengono un pannello battentato interposto in Neopor, saldamente uniti da due ancoraggi meccanico chimici. Una sorta di sandwich dove il laterizio è all’esterno, con all’interno il materiale isolante. Il blocco è disponibile in un ventaglio di spessori e prestazioni, in versione tamponamento o antisismica.

Garantisce le prestazioni della tradizionale doppia parete massiva, con eccellenti performance acustiche (fino a 59 dB), resistenza al fuoco, prestazione termica (fino a U=0.140 W/m2K), sfasamento, ma anche elevate prestazioni meccaniche, di resistenza a compressione e strappo tra le due parti in laterizio (fino a 24 mila N/mq).

La tramezza esterna è efficace rispetto ai sistemi tradizionali a cappotto, perché garantisce uno schermo dalle intemperie e, inoltre, diventa una protezione dagli urti e dagli effetti del tempo. In breve, riesce a coniugare i benefici del laterizio con le proprietà termiche e acustiche dei materiali isolanti.

cava-t2d
La cava T2D

Prezzi speciali

Per una riuscita perfetta sono disponibili anche pezzi speciali, come angolo, mezzo blocco, sottofinestra e copricordolo, che servono a garantire continuità dell’isolamento, risolvere ogni nodo costruttivo e interrompere il ponte termico dovuto ai giunti di malta.

Lo strato di pannelli Neopor battentati consente un taglio termico continuo, che conferisce una bassissima trasmittanza e rende la parete resistente alle temperature invernali. Non solo. Gli elementi in laterizio di Tris rendono il sistema massivo.

E avere elevata massa è sinonimo di protezione dai picchi di calore estivi, grazie a un ottimo sfasamento e a un basso fattore di attenuazione. E poi c’è il comfort: la casa in laterizio è un regolatore termo-igrometrico (effetto spugna) che mette in equilibrio temperatura e umidità e raggiunge neutralità termica.

tramezza-tris-resistente
Tris è protetto da una tramezza resistente che garantisce le prestazioni termiche e meccaniche

La posa

Un altro aspetto chiave riguarda la facilità di utilizzo del blocco. Il sistema Tris è messo in opera con malta tradizionale, senza la necessità di impiegare una manodopera specializzata. Questo semplifica e velocizza la gestione del cantiere.

Come sottolinea Colleoni, T2D unisce al prodotto un servizio gratuito di assistenza utile per la buona riuscita dell’opera, grazie a una collaborazione preliminare in fase di progettazione, tramite conteggi, verifiche, analisi prezzi, particolari costruttivi, dimensionamenti e, soprattutto, in fase operativa in cantiere al momento della posa, con la predisposizione dei pezzi speciali.

Altri particolari tecnici del sistema Tris: sono previsti due ancoraggi per ogni monoblocco preassemblato, 32 al metro quadro, a garanzia della monoliticità degli strati che lo compongono. Per il collegamento tra le due pareti non servono altri interventi da parte del posatore. Con Tris, inoltre, si può realizzare una parete pluristrato con una sola posa, minimizzando tempi, costi e margine di errore. Grazie alla battentatura dell’isolante, prevede anche semplice malta tradizionale.

Un altro aspetto è da sottolineare: rispetto ai sistemi che prevedono rivestimento a cappotto o isolante a contatto con l’esterno, Tris è protetto da una tramezza massiva resistente a garanzia di durabilità del muro, dell’isolante contenuto e, quindi, delle sue prestazioni, termiche e meccaniche. E, a differenza di sistemi a secco, non teme l’ambiente: dal caldo al freddo, dall’acqua alla grandine, dagli urti agli insetti.

stabilimento-t2d

stabilimento-t2d
Lo stabilimento

Sostenibilità

Infine, per T2D un capitolo a parte riguarda la sostenibilità, concetto ormai fondamentale per tutta l’edilizia. L’argilla, materia prima per la produzione del laterizio ampiamente presente per natura, spiegano in azienda, viene estratta a chilometro zero.

Prodotta, realizzata e vissuta per secoli, può essere totalmente riutilizzata o restituita all’ambiente. «In T2D siamo da sempre molto attenti al tema della sostenibilità dal punto di vista ambientale. In termini di riduzione delle emissioni di Co2 nell’atmosfera abbiamo ridotto di oltre il 70% in dieci anni in valore assoluto l’emissione di anidride carbonica», sottolinea Colleoni.

«Lavoriamo sul tema della riduzione di consumo delle acque e di ripristino ambientale nelle zone di cava. Sostenibilità vuol dire anche trasparenza e per questo dal 2024 pubblicheremo il nostro primo bilancio di sostenibilità. In tema Esg andremo a mettere nero su bianco quello che abbiamo fatto e quello che intendiamo fare dal punto di vista ambientale, sociale e di governance».

di Franco Saro

Il traguardo? È l’evoluzione della vendita

L’agenzia lombarda Walter Mattei è da 50 anni specializzata in servizi di rappresentanza e vendita outsourcing destinati ai brand del settore edile e finiture interne. Offre consulenza pre e post vendita, preventivazione e supporto anche in cantiere, grazie a un team affiatato.

walter-Mattei-con-la-figlia-Stefania-mattei
Walter Mattei con la figlia Stefania

Saper vendere è un’arte e spesso è una questione di dettagli che si giocano su fattori come capacità di ascolto del cliente e del mercato, perseveranza e capacità di saper anticipare le tendenze e costruire partnership, proprio come da cinquant’anni fa l’agenzia Walter Mattei, specializzata in servizi di rappresentanza e vendita outsourcing destinati ai brand del settore edile e finiture interne.

Focalizzata sul territorio della Lombardia e sulle province limitrofe di Novara, Verbania, Piacenza e Verona, oltre che su tutto il Canton Ticino, Walter Mattei mette l’esclusiva di zona a vantaggio dei clienti, operando ogni giorno per difendere il loro business e acquisire nuove quote di mercato con una rete di collaboratori qualificati, al momento tutta al femminile. A guidare la squadra il fondatore dell’agenzia Walter Mattei e la figlia Stefania.

Siete un’agenzia di rappresentanza specializzata nel settore edile: quali aziende rappresentate attualmente?

Il Gruppo Scrigno, Fitt, Aliaxis (Redi- Isea) e in Svizzera Stabilplastic. Sono indubbiamente le aziende storiche per noi, alle quali negli anni se ne sono aggiunte altre di primaria importanza che hanno contribuito a completare la gamma.

Vogliamo abbracciare sia il settore dell’edilizia, sia quello degli showroom e degli specialisti di settore. Il mercato è cambiato: mentre in passato il cliente finale si rivolgeva principalmente all’impresa, che a sua volta si affidava al rivenditore edile, oggi il privato, appoggiandosi all’architetto e/o indirizzato dalla pubblicità, tende ad essere lui stesso in prima linea nello scegliere i prodotti per la propria casa.

Per cui stiamo assistendo a un fenomeno di evoluzione della vendita in cui gli attori rimangono tutti assolutamente sempre gli stessi e con la medesima importanza, ma è appannaggio del cliente finale scegliere da quale di questi attori acquistare.

Quali servizi offrite ai vostri clienti rivenditori?

Offriamo disponibilità h24, consulenza pre e post vendita, preventivazione e tanto altro. Non ci occupiamo direttamente della logistica, ma gestiamo quella delle aziende. Rappresentiamo marchi primari dove la qualità del prodotto è indubbia. Le aziende ci supportano, ma quello che cerco di far capire quotidianamente alla mie «ragazze» è che la differenza è data dal servizi. Il servizio sono loro, la differenza la fanno le persone.

Oltre all’assistenza, alla gestione degli ordini e consulenza, spesso li affianchiamo con un supporto alla vendita direttamente anche in cantiere. Abbiamo una squadra di sei collaboratrici commerciali interne e sette collaboratori e collaboratrici esterne, e siamo alla ricerca dell’ottava.

Dunque, da chi è formata oggi la vostra squadra?

Oltre che da me e da mio padre, lavora con noi un team fidelizzato da 30, 20, 15 anni che ci supporta e ci sopporta, e che quotidianamente aiuta le nuove risorse a crescere ed evolversi adeguandosi a quella che rimane la filosofia del nostro studio.

Come si raggiungono gli obiettivi di sell out pianificati con le aziende?

Gli obiettivi sono principalmente legati al mercato, ma anche alle scelte dei clienti.

Come già fatto presente, l’incontro tra la domanda e l’offerta è un «luogo» talmente in evoluzione e frastagliato per cui non è sempre facile raggiungere i traguardi prefissati. Per essere più competitivi e creare valore bisogna essere flessibili.

Perché l’outsourcing della forza vendita può essere più efficiente per un’azienda?

L’outsourcing della forza vendita consente alle aziende di monitorare l’andamento economico tramite una gestione diretta, quotidiana, costante sul territorio e di avere una fotografia reale, giornaliera, fedele e coerente del mercato e delle eventuali problematiche. Una mente aperta consente una visione più ampia: l’onda del mare va e viene, ma bisogna guardare il mare e mai soffermarsi solo sull’onda! Inoltre, consente ai rivenditori, magari meno specializzati, di potersi affidare a noi per conoscere i prodotti, le tendenze del mercato, delucidazioni commerciali e tecniche che, per chi si affaccia per la prima volta a una nuova realtà, non sono subito di facile intuizione e gestione. Per i rivenditori storici, con i nostri pregi e difetti, rimaniamo indiscutibilmente un punto di riferimento.

In quali zone operate?

Su tutta la Lombardia e il Canton Ticino, oltre che nelle province di Novara, Verbania, Piacenza e Verona.

Quali sono le richieste più frequenti che vi fanno i clienti?

Dipende dalla filiera. Il personale degli showroom è sicuramente più formato tecnicamente. La rivendita edile, in grande e costante evoluzione, ha bisogno comunque di essere maggiormente accompagnata in quello che è il percorso di vendita, partendo dalla formulazione del preventivo e a seguire con gli altri step.

Quindi, come si sviluppa il rapporto con i vostri clienti?

La nostra presenza è costante e continuativa e, su richiesta, tempestiva. Un servizio non indifferente a livello di costi, che però è indispensabile per creare valore e fidelizzazione. Le nostre collaboratrici sono tutte assunte e si muovono con mezzi messi a disposizione dallo studio.

A seconda degli input ricevuti dalle aziende che rappresentiamo o dalle novità di prodotto, si avviano le trattative commerciali, che si strutturano nella ricerca di nuovi clienti e nel continuo affiancamento a quelli fidelizzati che sanno di potersi fidare di noi non solo per la qualità dei prodotti che proponiamo, ma soprattutto, nonostante la caparbietà e talvolta l’insistenza, per la nostra onestà lavorativa.

Walter, per anni Lei è stato l’organizzatore del Carrel Trophy, gara di abilità alla guida di carrelli elevatori: è in previsione una nuova edizione dell’evento?

Al momento no. Era una iniziativa molto impegnativa e costosa, con un’organizzazione globale di oltre un anno. Qualora un ente fieristico si dimostrasse interessato e si facesse avanti, potrei valutare la ripresa di questo evento. Piaceva molto ai partecipanti e non solo: interfacciava aziende, rivendite e operatori sul campo che difficilmente avevano occasione di interagire tra di loro. Era un momento di grande aggregazione e di festa.

Nel 2023 l’agenzia ha compiuto 50 anni: qual è la storia dell’azienda?

Sono partito da solo nel 1973. All’inizio lo studio occupava tre persone, poi siamo cresciuti, adattandoci lentamente ai cambiamenti del mercato.

Non è stato sempre tutto semplice, né per mio padre allora, né adesso per noi nuove leve. Per affrontare la mutevolezza a 360 gradi del settore in tutti questi anni è servita una enorme capacità camaleontica di adattamento. E questo lo possiamo dire, non è da tutti.

Com’è cambiato il mercato dell’edilizia?

Nel 2008 è arrivata la recessione improvvisa e inaspettata, un po’ come la Wall Street dell’edilizia, che ha causato un crollo del mercato durato dieci anni. Tutto il mondo edile necessariamente si è dovuto adattare e ridimensionare pesantemente, fino all’arrivo, tra il 2018 e il 2019, di una inaspettata e attesa ripresa che ha riportato lavoro, fiducia, guadagni e tanto ottimismo dopo parecchi anni difficili. Un ottimismo che purtroppo l’arrivo del covid-19 ha ridimensionato drasticamente, stravolgendo nuovamente tutto.

Che cos’è cambiato durante e dopo il covid?

Durante la pandemia, pur con estrema difficoltà, siamo stati uno dei settori meno penalizzati perché abbiamo avuto la fortuna di avere restrizioni di chiusura più limitate rispetto ad altre attività commerciali. Durante questo periodo, non nego comunque la difficoltà di dover visitare la vasta zona che rappresentiamo come agenti in una situazione di lockdown totale. Parlo proprio a livello pratico di gestione lavorativa nella sua quotidianità.

Escludendo tutto ciò che di negativo ha portato il covid-19, di cui purtroppo siamo tutti più che consapevoli, e provando a cercarne l’aspetto positivo, questa paradossale condizione ha portato le persone a prestare maggior attenzione alla casa e al comfort degli ambienti domestici.

Questo ha provocato indubbiamente un boom economico post covid, ulteriormente alimentato dal superbonus 110%, che da un lato ha sostanzialmente riportato alti livelli ottimismo, entusiasmo e vendite, dall’altro ha portato a materiali introvabili, listini prezzi in continuo aggiornamento, alcune tipologie di prodotti alle stelle. Non di meno ora, con i cassetti fiscali pieni e i crediti incagliati, ci si ritrova per assurdo davanti a una nuova inflessione del mercato.

Come avete gestito l’aumento dei listini?

È stato molto impegnativo. Abbiamo battuto il territorio in lungo e in largo per tenere aggiornati i clienti, con un occhio sempre attento ai nostri competitor.

A quanto ammonta in media l’attuale flessione del mercato?

La domanda è di difficile risposta. Anche se i prezzi in parte sono calati, a mio parere il delta si aggira tra il 10% e il 30% dei volumi, a seconda dei prodotti analizzati.

Inoltre, stiamo riscontrando la concorrenza aggressiva di molte aziende straniere dell’Est, che vendono a condizioni fuori da ogni logica. Una concorrenza difficile da fronteggiare, che in questo momento fa gola ad alcuni clienti che cavalcano solo il prezzo offerto. Il mercato attualmente non è di facile lettura: l’arrivo dei concorrenti dall’estero e le guerre in atto, sono i fattori da prendere in considerazione.

Fate ricerca di prodotti nuovi, non strettamente legati al settore dell’edilizia, da proporre ai rivenditori?

Sì certo, siamo sempre alla ricerca di prodotti innovativi. L’offerta è talmente ampia da creare talvolta «specchietti per le allodole», facili da afferrare ma che minerebbero una storica credibilità commerciale.

Pur talvolta cadendo in errore, la maggior parte delle aziende vagliate e specialmente le aziende nuove che abbiamo inserito nella nostra struttura, sono state selezionate in maniera oculata per generare sinergie in grado di affiancare la nostra offerta attuale. Mi riferisco ad esempio alla FF Systems, multinazionale tedesca, che offrendo soluzioni sia al cartongessista sia all’edile puro, è un complemento perfetto al modus operandi portato avanti dallo studio fino ad oggi.

Recentemente avete rifatto il vostro sito internet: a che cosa vi siete ispirati?

Ci tengo a sottolineare che non si tratta di autocelebrazione perché, come più volte ricordato anche in questa intervista, abbiamo tutti pregi e difetti, ma abbiamo voluto mettere nero su bianco chi siamo e cosa offriamo, usando la simbologia del lupo per indicare la capacità di lavorare in gruppo.

Ma ancora di più il nostro essere combattive senza mollare mai, perché come cita una nota cantante italiana «È una regola che vale in tutto l’universo chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso». Abbiamo voluto stimolare l’interesse degli utenti a contattarci per saperne di più.

Lei rappresenta la nuova generazione alla guida dell’azienda: ha già in mente un primo traguardo da raggiungere?

Potrei rispondere in questo modo: quando qualcuno ha già fatto un ottimo lavoro prima di te, è difficile non voler emularne la figura. Inizialmente è stato così, ma le copie sono sempre delle copie, per cui alla fine non nascondo che con non poche difficoltà ho preferito essere me stessa.

Non significa migliore o peggiore, semplicemente diversa. Forse sui generis agli occhi di molti, ma leggerezza non è superficialità: è possibilità di vedere un cambiamento in arrivo e cavalcarlo con ottimismo e con un sorriso anziché ostacolarlo.

Qual è il suo sentiment per il 2024 e il 2025?

Ci sarà tanto da fare, bisognerà essere sempre più camaleontici e sapersi adattare. Avere il coraggio di cambiare. Qualcuno lo ha già detto ma rimane un evergreen: «Crederci sempre, arrendersi mai!».

di Veronica Monaco

Sicurezza antisismica: un biennio d’oro per chi sconfigge crolli e terremoti

Sotto la lente un campione di 35 aziende, per un fatturato totale di 3,35 miliardi. Risultato: la crescita 2020-2022 è stata del 70,7%, con performance migliori per le imprese collocate nella fascia dimensionale tra 10 e 100 milioni di euro.

variazioni-percentuali

Variazione % del fatturato per classi dimensionali delle imprese di consolidamento strutturale anno 2022 su 2021Sicurezza, sicurezza, sicurezza. Sono le parole che costantemente dovremmo ripeterci analizzando e osservando la vetustà del nostro patrimonio immobiliare e le esigenze di tutelarlo dal punto di vista statico rispetto ai grandi rischi che, con sempre maggiore rilevanza, osserviamo frequentemente nel nostro territorio dal punto di vista tellurico.

Ma non c’è solo la sicurezza antisismica: con sempre maggiore frequenza leggiamo sui quotidiani e sui media notizie di distacchi e rotture di parti anche rilevanti di edifici residenziali e non, come cornicioni o altro, soprattutto in città e con riferimento a edifici aggrediti da decenni dagli agenti atmosferici e dallo smog.

Che il nostro patrimonio edilizio sia vetusto non è una novità e ne abbiamo parlato a lungo e con dovizia di approfondimenti su queste pagine ormai da oltre dieci anni. Tuttavia, è solo con l’introduzione dei bonus per la ristrutturazione e il superbonus antisismico che l’attenzione, non solo degli operatori ma soprattutto dei clienti finali, si è fatta finalmente strada.

In assenza da dati statistici relativi ai soli lavori per sismabonus, il totale dei lavori asseverato per il superbonus, dalla sua introduzione a oggi, indica oltre 430 mila edifici coinvolti con investimenti totali superiori a 89 miliardi, dei quali 88,2 ammessi a detrazione e 72,5 miliardi di lavori già conclusi alla data del 30 settembre 2023.

In termini di lavori il 18,2% di interventi sono localizzati in condomini, i quali tuttavia salgono al 56,7% degli investimenti totali, mentre il 30,7% è ascrivibile agli edifici unifamiliari e il restante 12,6% alle unità immobiliari funzionalmente indipendenti.

superbonus

La dinamica

In questo quadro complessivo di forti investimenti legati alla rigenerazione energetica e strutturale degli edifici, anche il consolidamento strutturale ha giocato un ruolo importante, come testimoniano i dati di bilancio delle principali aziende del settore.

Come Centro Studi YouTrade ne abbiamo scelte 35, in ragione delle caratteristiche produttive legati al mercato del consolidamento strutturale. E i risultati dell’analisi, che presenta anche i valori relativi al fatturato 2022, evidenziano dinamiche molto interessanti e che si prestano a vari approfondimenti.

Il primo dato che commentiamo è quello riferito al totale del giro d’affari generato da questo campione di imprese, pari a oltre 3,35 miliardi di euro, per la maggior parte realizzati da realtà di grande e grandissima dimensione.

La dinamica complessiva del fatturato nel 2022 rispetto all’anno precedente è stata di +25,1%, crescita che è avvenuta dopo +36,5% del 2021, portando complessivamente la dinamica 2020-2022 a +70,7%.

Al di là dei singoli e specifici andamenti delle singole imprese, emerge come le dinamiche migliori nel biennio le abbiano fatte registrare le imprese collocate nella fascia dimensionale tra 10 e 100 milioni di euro, con aumenti superiori al 94% (in pratica, quasi un raddoppio di fatturato), con un ottimo +35,5% delle imprese tra 10 e 30 milioni di euro nel solo 2022 sul 2021.

Ma se le big del settore mettono in evidenza dinamiche meno accentuate, va anche sottolineato che il loro +66,6% in due anni fa riferimento a un aumento in valore assoluto di quasi 1,1 miliardi di euro, con un incremento nel 2022 rispetto all’anno precedente di oltre 524 milioni di euro.

indicatori
Indicatori a confronto, Variazione % fatturato e utili in % sul fatturato, anno 2022 su 2021

Volano le big

Se dal punto di vista economico le migliori dinamiche le fanno registrare le imprese di media dimensione, da quello anche finanziario i risultati migliori li presentano proprio le big.

Nel 2022 il valore degli utili sul fatturato è stato mediamente pari al 9,8%, a livello complessivo del campione di 35 aziende analizzate, ma se si guarda alle classi dimensionali le più grandi presentano un indicatore pari al 10,4%, mentre questo valore scende al 6,8% per le imprese tra 30 e 100 milioni di euro, per salire all’8,7% di quelle tra 10 e 30 milioni e scendere a solo il 2,8% per le imprese con meno di 10 milioni di euro di fatturato.

È quasi impossibile non notare che il volume di utili netti prodotti dalle imprese della classe dimensionale oltre 100 milioni di euro sia superiore al fatturato del secondo gruppo di aziende per valore degli utili sul fatturato. È di tutta evidenza che la dimensione di impresa, che era già un fattore strategico per le dinamiche di crescita e consolidamento nel passato, in questi ultimi due anni abbia velocizzato ancora di più la sua potenza e la sua efficacia.

Chi corre di più

In questo senso vanno letti i risultati riportati nella tabella generale, dove per ciascuna azienda sono riportate le dinamiche biennali del fatturato e il valore degli utili netti relativi ai bilanci 2022, con il valore degli utili sul fatturato.

Con riferimento alla dinamica biennale, sono 11 le aziende con crescite di fatturato superiori al 100%. In pratica, aziende che hanno più che raddoppiato il fatturato. Si tratta di G & P Intech, T.C.S., Fibre Net, Biemme, Kimia, Laterlite, Roefix, Rapid Mix, Locatelli Intonaci, Miniera San Romedio e Ecosism.

Vi sono, poi, altre otto con crescite superiori al 70%, valore medio del campione: Xella Italia, Ferri, Licata, Cvr, Kerakoll, Cugini, Holcim Aggregati Calcestruzzi e Fassa.

Complessivamente queste 19 aziende hanno fatto registrare un incremento netto di fatturato in due anni di 878 milioni di euro, a fronte di un fatturato complessivo delle stesse aziende nel 2020 di 953 milioni di euro.

A livello di dinamica annuale, il 2022 ha visto incrementi molto consistenti e superiori al 50% per sette imprese: G & P Intech, T.C.S., Kimia, Locatelli Intonaci, Biemme, Fibre Net ed Ecosism.

Sono, tuttavia, complessivamente 19 le imprese con valori di crescita superiori alla media complessiva, al 25,1%, dunque con ottime performance: Xella Italia, Cvr, Rapid Mix, Roefix, Laterlite, Cugini, Ferri, Fornaci Calce Grigolin, Cer.Col, Kerakoll, Fassa e General Admixtures.

L’incremento assoluto in termini di fatturato di queste 19 aziende, rispetto al 2021, è pari 448 milioni di euro, su un fatturato complessivo relativo al 2021 di 1,4 miliardi di euro.

variazioni-fatturato
Varziazione % del fatturato a confronto per classi dimensionali delle imprese di consolidamento strutturale

Effetto bonus

Questi dati sono certamente una cartina di tornasole non solo della crescita complessiva del mercato, ma anche di dinamiche proprie dei prodotti per il consolidamento strutturale (e non solo, ovviamente, data la natura poliedrica di alcuni grandi produttori del settore rispetto alla gamma di prodotti e soluzioni offerte) che certamente hanno beneficiato più di altri delle agevolazioni fiscali concesse con il superbonus 110%, e in particolare con il sismabonus. Quanto potrà crescere ancora questo mercato?

Certamente le dinamiche di riassestamento e riorganizzazione post covid del mercato, unite alle nuove esigenze che emergono non solo in campo residenziale, ma anche non residenziale, evidenziano buone prospettive per il futuro, anche nel nuovo regime dei bonus, che dal 2024 ridurrà le aliquote e, stando alle prime indiscrezioni del Governo, anche la possibilità della cessione del credito e dello sconto in fattura.

Quel che è certo è che forti investimenti verranno non solo dal Pnrr, ma dalle ineluttabili esigenze di intervento strutturale sulla rete infrastrutturale nazionale, con particolare riferimento a ponti e viadotti, oggi sotto esame anche per le condizioni di precarietà che molti di essi mostrano, a causa soprattutto degli anni di vita e dell’usura dovuta agli agenti atmosferici e all’uso stesso delle infrastrutture.

Fatturato 2020-2022 e utili 2022 delle aziende operanti nel settore del consolidamento strutturale

Arriva il pnrr

I prodotti per il consolidamento strutturale sono oggi sempre più strategici in un mercato che nella nuova costruzione deve puntare sempre più sulla sicurezza antisismica e nella ristrutturazione deve metter mano a edifici che presentano gradi di vetustà e di scarsa
manutenzione certificati anche dalle statistiche nazionali inserite nei censimenti Istat delle abitazioni.

Fatturato 2020-2022 e utili 2022 per classi dimensionali delle aziende operanti nel settore del consolidamento strutturale

Tutto il patrimonio edificato ha esigenze di consolidamento strutturale, non solo il residenziale, ma anche tutte le strutture pubbliche esistenti, dalle scuole agli ospedali.

Non ultimo, come già ricordato, le infrastrutture, in particolare quelle viarie stradali, con ponti e viadotti in primo piano. Il Pnrr è una occasione importante per intervenire su questi manufatti e sul loro recupero con prodotti e soluzioni adatte.

Non dimentichiamo però che tutto il futuro della nostra edilizia si giocherà sempre più sulla garanzia di condizioni di sicurezza che permettano di garantire non solo che non crollino gli edifici, ma anche che non crollino pezzi di edifici, come purtroppo capita di leggere sempre più spesso nelle cronache nazionali.

Si tratta di una missione che da un lato vede tutti impegnati nel migliorare ciò che abbiamo edificato, con particolare attenzione alle soluzioni in grado di garantire efficienza nel processo ed efficacia dei risultati. I dati di mercato dicono che il consolidamento strutturale sta progredendo nella penetrazione del mercato. Un buon segno, non solo per i bilanci delle imprese, ma per il sistema-Paese nel suo complesso.

a cura del centro studi Youtrade

Decorativi Eleni Decor, non solo in facciata

Eleni-Decor
I prodotti architettonici decorativi Eleni Decor hanno un'anima in polistirolo espanso (esp) e sono adatti a qualsiasi tipo di struttura

Prodotti architettonici decorativi Eleni Decor per cornici, cornicioni, marcapiani, frontoni, mensole, bugne, profili per finestre, rosoni e griglie di ventilazione, tutti rigorosamente decorati seguendo una logica produttiva e artistica proiettata nel futuro, nel pieno rispetto dell’ambiente e delle buone prassi di costruzione.

Questa l’anima di Eleni Decor, prodotti architettonici decorativi progettati e realizzati da Eleni, azienda di Villafranca Padovana (Padova) in grado di realizzare applicazione di profili con anima in polistirolo espanso (Eps) per qualsiasi tipo di struttura o ambiente esterno.Eleni-decor

Eleni Decor ha un’anima di polistirolo

L’attenzione di Eleni si spinge soprattutto verso opere di risanamento e messa a norma in termini di isolamento termico su vecchi edifici.

Infatti, il materiale in polistirolo, che garantisce un isolamento termico totale, viene tagliato e sagomato a seconda del design scelto, per poi essere trattato con un rivestimento a base di resina per l’applicazione in esterni.

L’azienda punta a riscoprire, reinterpretare e applicare in chiave moderna il linguaggio dell’architettura classica, nella consapevolezza che anche le case del futuro possano esprimere un mix di armonia, senso estetico e ottimizzazione economica a livello di rapporto qualità-prezzo.

Eleni-Decor
I prodotti architettonici decorativi Eleni Decor hanno un’anima in polistirolo espanso (esp) e sono adatti a qualsiasi tipo di struttura

Fissaggio per cappotto

Le decorazioni architettoniche per facciate Eleni Decor sono eseguite su misura e su  disegno del progettista. Oltre alle decorazioni su misura, Eleni, con la sua linea Eleni Fix completa l’offerta con tutta una serie di innovativi sistemi di fissaggio per cappotto termico per carichi leggeri, medi e pesanti in grado di dare una soluzione semplice ed efficace al problema dei ponti termici tra interno ed esterno.

L’obiettivo di Eleni è dunque quello di offrire all’industria delle costruzioni la possibilità di una scelta funzionale, economica e moderna attraverso un prodotto di ultima generazione, frutto di investimenti in knowhow tecnologico ed esperienze applicative d’avanguardia. Il tutto fondendo piacere estetico, professionalità e praticità.

di Sara Giusti

Green Lodge, come è verde la palafitta tutta in legno

Hotellerie

A Montegrotto Terme (Padova) lo Studio Apostoli ha progettato i Preistoriche Green Lodge: otto suite sostenute da 160 micropali dotate di un sistema di riscaldamento alimentato con acqua termale, con zero emissioni di Co2.

A Montegrotto Terme (Padova), all’interno del complesso Terme Preistoriche Resort & Spa, lo Studio Apostoli di San Giovanni Lupatoto (Verona) firma i Preistoriche Green Lodge, otto suite che declinano il concetto di accoglienza secondo una logica green e a zero emissioni, rispettosa del territorio e delle sue preesistenze.

I nuovi Green Lodge contano sette suite, inserite in quattro volumi a palafitta in legno sostenuti da 160 micropali, che si raccordano tra loro grazie a un sistema sollevato di rampe, passerelle e terrazze accessibili, e una villa storica recuperata.

Prima di procedere con tutte le eventuali ipotesi progettuali, l’architetto Alberto Apostoli ha richiesto una mappatura precisa degli alberi secolari preesistenti negli spazi esterni per capire dove posizionare i lodge e rispettare le piante e le loro radici.

«I lodge sono plasmati sulla morfologia del terreno e sono scavati dai tronchi, visibili al loro interno grazie a sistemi a vetrata», spiega Apostoli, già intervenuto in Terme Preistoriche qualche anno fa per realizzare la Spa Nerò, un centro benessere sensoriale e innovativo.

All’interno della struttura sono inoltre presenti dei patii dove gli alberi possono continuare a crescere in tutta la loro bellezza.

Hotellerie
Una delle otto suite sostenute con 160 micropali co riscaldamento ad acqua termale con attenzione agli alberi

Green Lodge con listelli in larice

Oltre alla loro particolare collocazione e al dialogo con la natura circostante, i lodge sono avvolti da un rivestimento in listelli di larice, realizzati mediante un sistema costruttivo in legno e materiali ecocompatibili e dotati di un sistema di riscaldamento alimentato direttamente con acqua termale e a zero emissioni di Co².

All’interno delle suite, ognuna in una nuance diversa, secondo una palette studiata per donare agli ospiti un’esperienza di soggiorno in pieno relax, sono presenti ampie vetrate e terrazze per godere del parco.

«Lo slogan di questa destinazione è make room for nature e diventa un vero e proprio abbraccio alla vegetazione, per dare vita a un’oasi di pace, un inno alla nostra terra, ai suoi ritmi, colori, suoni», commenta l’architetto.

Hotellerie

Ambienti fluidi

All’interno delle suite, l’area living, notte e di servizio definiscono ambienti fluidi e rilassanti. All’illuminazione naturale durante le ore diurne se ne aggiunge una morbida e calda per i momenti serali e notturni, con scenari programmati anche negli spazi outdoor a disposizione di ciascun lodge.

La loro dimensione varia da 35 a 80 metri quadrati, su singolo o doppio livello, con pavimentazioni in parquet di tipo industriale da tasselli di scarto. Gli arredi sono in legno.

Imbottiti e tendaggi sono realizzati con filati ecosostenibili, le carte da parati offrono scenografie botaniche e sono realizzate su rivestimenti ecologici, in tessuto-non-tessuto, composto da cellulosa proveniente da coltivazioni Fsc (certificazione internazionale, indipendente e di parte terza, specifica per il settore forestale e i prodotti legnosi).

«Abbiamo riservato un’attenzione minuziosa alla scelta dei materiali o finiture, perché i Green Lodge fossero coerenti in ogni dettaglio», spiega l’architetto.

«Il complesso diventa Net Zero, ma non solo: due delle casette sono prive di barriere architettoniche, completamente accessibili, studiate per garantire la massima semplicità di fruizione da parte di qualsiasi tipologia di utente» riporta sempre l’architetto Apostoli.

Ne è un esempio Green Lodge Ceva, che esalta il motivo benessere con dotazioni private come sauna e doccia emozionale, e Green Villa Bertha, la più ampia delle suite, accessoriata anche con bagno turco e jacuzzi riscaldata sul terrazzo.

Progettazione e divulgazione

Studio Apostoli, con sede a San Giovanni Lupatoto (Verona), è un atelier di architettura, interior design, consulenza e design di prodotto impegnato nella declinazione del concetto di wellness in tutte le opere progettate: hotel, resort, spa, medical spa, centri benessere e fitness.

In oltre 25 anni di attività, ha firmato progetti in quasi tutti i continenti, ottenendo
oltre 60 premi internazionali e centinaia di pubblicazioni.

Nella progettazione di spa, in particolare, è riconosciuto a livello internazionale, contribuendo non solo attraverso opere iconiche ma anche con l’ideazione di prodotti innovativi, ricerca, divulgazione e attività formative.

Alla progettazione, lo studio affianca servizi di consulenza strategica rivolti ai propri clienti in termini di gestione imprenditoriale, posizionamento e comunicazione.

di Veronica Monaco

La sostenibilità che passa dalle strutture ricettive

hotel-sostenibili

Quanto sono sostenibili gli alberghi? Dipende. In media, se si considera l’insieme dei servizi di pulizia, climatizzazione e utilizzo delle camere non sembra che gli hotel, con le dovute eccezioni, siano particolarmente votati alla sostenibilità. La sensibilità degli utenti, però, sta cambiando.

Secondo il Sustainable Travel Study di Expedia, che ha interrogato 11mila viaggiatori in 11 mercati di riferimento, le persone sono sempre più orientate verso un turismo sostenibile.

Tra gli intervistati disposti a pagare cifre più alte pur di rendere green i propri viaggi, il 51% sceglierebbe soluzioni di alloggio sostenibili e attività ed esperienze eco-friendly.

Così aumenta il numero di strutture di accoglienza che cercano di venire incontro alle esigenze dei clienti, seppure spesso si tratti di green washing.

Perché un vero hotel sostenibile è una struttura che prevede soluzioni nel rispetto dell’ecosistema ambientale, basato su scelte ecologiche, ed è costruito con materiali naturali o ecosostenibili, riscaldato con soluzioni di climatizzazione passiva e in cui tutto, dagli arredi ai servizi offerti agli ospiti, dal cibo alla gestione dei rifiuti, è a ridotto impatto ambientale.

In ogni caso, anche i piccoli segnali non sono da sottovalutare: a volte è il primo passo per comprendere che l’edilizia green e, più in generale, una maggiore sensibilità per l’ambiente può essere implementata senza drammi.

È il caso, per esempio, dell’adozione di key card in legno. D’accordo, è solo un piccolo passo, ma è importante. Tutti gli hotel che non siano vecchie strutture a conduzione familiare utilizzano da tempo le chiavi elettroniche, tessere di plastica con le dimensioni di una carta di credito che servono per l’accesso alle camere e, quasi sempre, per consentire l’accensione delle luci, un ottimo modo per evitare che l’utilizzatore della camera lasci le luci accese in sua assenza.

Le tessere sono, appunto, di plastica. E, visto che i clienti spesso si dimenticano di restituirle oppure le perdono e, comunque, sono oggetto di una veloce obsolescenza, le key card costituiscono anche un rifiuto non riciclabile. E non si tratta di poco: nel 2022 il numero di tessere di plastica utilizzate dagli hotel come chiavi magnetiche è stato di circa 3 miliardi.

Da questa considerazione una sempre più numerosa serie di hotel hanno iniziato a utilizzare chiavi diverse, in legno. L’idea si è diffusa ed è stata adottata anche da grandi catene come Peninsula Hotels, Ritz-Carlton, Four Seasons, Mandarin Oriental, St. Regis Resort, Oberoi. Alberghi di lusso che hanno deciso di cambiare sistema per sostituire la tradizionale key card in plastica, come segno dell’attenzione all’ambiente.

Il cambiamento, da un punto di vista tecnologico, è abbastanza semplice. Le key card in plastica funzionano grazie all’utilizzo di un microchip Rfid, che dialoga con il meccanismo di apertura della porta e il sistema di illuminazione.

Questo microchip può essere facilmente installato anche su un rettangolo di legno, per essere riprogrammato ogni volta che arriva un nuovo cliente. La tessera di legno funziona esattamente come quelle in plastica, quindi non ci sono controindicazioni.

L’unica differenza è che le tessere in legno devono essere utilizzate in modalità contactless, cioè a sfioramento, invece di essere inserite in una feritoia dove spesso è installato il lettore del chip Rfid.

Di Paolo Caliari

Ediltec X-foam e Poliiso: gli isolanti termici per interni ed esterni

Ediltec
Isolanti termici Ediltec

Il sistema di isolamento termico di un edificio dall’esterno, noto come isolamento “a cappotto”, si è notevolmente diffuso negli ultimi anni e oggi è la soluzione più utilizzata in caso di rifacimento di facciate verticali. Questo sistema consiste nell’isolamento esterno delle facciate con lastre o pannelli isolanti, protetto da intonaco opportunamente armato con rete.

Ediltec-isolanti
Ediltec | Applicazione di isolanti termici

Il polistirene estruso e il poliuretano espanso sono particolarmente indicati per questa applicazione poiché sono leggeri, hanno ottime proprietà isolanti, non assorbono acqua e aggrappano facilmente alle malte e agli intonaci comunemente impiegate. Per questa specifica applicazione sono indicate le lastre Ediltec: X-Foam Wafer (sp. 20-300mm) e Poliiso Ed, pannello in schiuma Polyiso (sp. 30-160mm).

Ediltec-Xfoam-Wafer
Ediltec | Lastra X-Foam Wafer

Sistemi di isolamenti termici Ediltec X-foam e Poliiso

I pannelli X-Foam e Poliiso, rispetto a materiali isolanti alternativi, permettono di migliorare le prestazioni e l’economicità dell’intero sistema grazie a vantaggi negli ambiti di performance isolante, leggerezza, stabilità dimensionale, minor impiego di risorse e durata nel tempo.

I pannelli si fissano con una normale malta adesiva e meccanicamente alla muratura tramite classici tasselli da cappotto. Si stende poi il primo strato di rasatura e la rete rinforzante. Si procede quindi alla stesura dei successivi strati protettivi, fino alla finitura esterna generalmente costituita da pittura a base minerale. L’isolamento dall’interno rappresenta la migliore soluzione per coniugare costo dell’intervento, efficienza energetica e comfort degli ambienti interni.

Isolamento-termico-Ediltec

Tra gli esempi più significativi troviamo gli edifici in centri storici o di pregio architettonico, migliorare l’efficienza energetica di singole unità immobiliari in condomini, o ancora tutti gli ambienti occupati in modo discontinuo come uffici, locali commerciali o seconde case, ove esiste la necessità di portare rapidamente gli ambienti alla temperatura desiderata.

Studiati per questo tipo di applicazione sono i pannelli prefabbricati Gibitec Es e Gibitec Plus, costituiti da una lastra di cartongesso accoppiata, rispettivamente, ad una lastra di polistirene estruso X-Foam o ad un pannello di Poliiso Plus.

A parità di prestazioni, con le attuali schiume dei pannelli Poliiso si può guadagnare importante spazio utile negli ambienti; un grande vantaggio se si pensa al valore al metro quadro di un’abitazione.

Ediltec-Gibiltec-Plus
Ediltec | Lastra Gibiltec Plus

Si avvicina l’appuntamento veronese con Progetto Fuoco

La Legge di Bilancio conferma la riduzione dell’Iva al 10% sulle compravendite di pellet per i primi due mesi del 2024. Si tratta di una misura chiesta dal settore e che risponde alle esigenze delle famiglie che utilizzano il pellet ma anche a quelle della filiera del riscaldamento a biomassa, che grazie al contenimento dei prezzi può guardare con fiducia ai prossimi mesi.

L’appuntamento con Progetto Fuoco 2024

La filiera intanto si prepara all’appuntamento con Progetto Fuoco, in programma a Veronafiere dal 28 febbraio al 2 marzo 2024. Focus della manifestazione: le fonti energetiche rinnovabili e carbon-neutral e l’innovazione, con 5 startup che presenteranno, nell’ambito dell’Innovation Village, le migliori soluzioni tecnologiche per portare il settore del riscaldamento nel futuro.

Una forte spinta a intervenire sulle aliquote legate alla compravendita del pellet è giunta nelle scorse settimane in particolare da Aiel – Associazione Italiana Energie Agroforestali. L’associazione, partner tecnico di Progetto Fuoco, auspica che la misura diventi ora strutturale, in modo da garantire maggior trasparenza al mercato e certezza agli operatori del settore, oltre a contribuire al processo di decarbonizzazione e di transizione dai combustibili fossili verso fonti di energia rinnovabili.

Progetto Fuoco Innovation Village

Dal pellet composto da fondi di caffè riciclati a nuove soluzioni per produrre syngas a partire da biomasse residuali. Sono 5 le startup, alle quali si aggiunge un progetto speciale, selezionate per l’Innovation Village di Progetto Fuoco, un’area in cui le più significative aziende innovative racconteranno le loro idee e presenteranno i loro prodotti a potenziali partner e investitori.

Le 5 startup presenti all’Innovation Village parteciperanno a «Give Me Fire – Progetto Fuoco Startup Award», il premio – promosso da Progetto Fuoco e Blum, in collaborazione con Aiel – assegnato alla soluzione tecnologica reputata di maggiore impatto da una giuria di esperti.

Lo scopo del premio è aiutare le piccole realtà imprenditoriali innovative a entrare velocemente nel mercato, mettendole in contatto con le grandi aziende del settore del riscaldamento a biomassa. Le startup si sfideranno a colpi di pitch, cioè brevi presentazioni in cui dovranno dimostrare la validità del loro prodotto e rispondere alle domande della giuria e del pubblico in modo rapido e brillante.

Raul Barbieri | Direttore commerciale Veronafiere

«Quello lanciato dalla politica è un segnale positivo di attenzione per il comparto dell’energia dal legno e dalle biomasse, che in Italia vale 4 miliardi di euro e coinvolge 14 mila imprese. L’intera filiera, che va dal bosco al camino, è pronta a ritrovarsi in questa nuova edizione di Progetto Fuoco, che sarà ricca di spunti e contenuti, e che intercetterà tutte le spinte innovative del settore, mettendo al centro le ultime tecnologie e la transizione ecologica del settore».

Annalisa Paniz | Direttrice generale Aiel

«Siamo soddisfatti per la conferma dell’Iva sul pellet al 10% per i primi due mesi del 2024, specialmente perché vanno considerati i ridotti margini finanziari con cui questa Legge di Bilancio ha dovuto fare i conti. Il mantenimento dell’aliquota eviterà di gravare ulteriormente sulla spesa energetica delle famiglie italiane. Inoltre, secondo quanto risulta dalle nostre interlocuzioni con la Guardia di Finanza, con cui manteniamo un’intensa collaborazione nella lotta a evasione, elusione fiscale e frodi carosello, la misura è fondamentale per promuovere l’emersione del mercato sommerso».

Le startup selezionate

BiStems | Startup che sviluppa tecnologia di gassificazione ad ossigeno-vapore che produce syngas di alta qualità a partire da biomasse residuali. Il gas prodotto ha un’elevata concentrazione di idrogeno e una bassissima concentrazione di azoto, che lo rendono ideale per una conversione a biocarburanti o basi chimiche rinnovabili senza processi intensivi di downstream upgrading.

Goojob | Portale che permette all’utente, dopo essersi registrato, di trovare un artigiano o un professionista, tramite il sistema evoluto di filtri e il sistema di geolocalizzazione del proprio immobile, di sceglierlo grazie alle pagine vetrina delle aziende, ai listini e alle recensioni degli altri utenti, e di prenotarlo grazie al calendario.

Iridenergy | Impianto innovativo di poligenerazione: permette di eseguire una decomposizione termochimica di biomasse anche molto umide (sfalci, ramaglie, digestati, fanghi, scarti agroalimentari) superando le tecnologie attualmente più diffuse sul mercato. Supera il concetto di cogenerazione allargandola a poligenerazione (biochar, energia elettrica, calore, idrogeno green).

Rcoffee | Il pellet composto da fondi di caffè riciclati da capsule di plastica e alluminio mescolati con una piccola percentuale di legno riciclato. Il processo di estrazione dei fondi di caffè dalle capsule è brevettato dall’azienda partner WhiteStar, che garantisce il corretto riciclo di tutti gli elementi che compongono la capsula. Il prodotto avrà un potere calorifico superiore a quello dei tradizionali pellet di legno.

Firewell | Realizzato dall’azienda tedesca SiO2 Ventures, è un additivo da aggiungere al processo di combustione che riduce l’inquinamento da particolato, e un’app che, grazie all’integrazione dell’intelligenza artificiale, guida l’utente durante l’intero processo di combustione.

iNEST | Progetto speciale selezionato per l’Innovation Village di Progetto Fuoco: iNEST mira a definire un nuovo paradigma di Ecosistema dell’Innovazione del Nord-Est, basato su: multi-vocazionalità; capacità di generare valore aggiunto tramite un approccio integrato e interconnesso, superando i rischi di frammentazione; creazione di reti, con un approccio basato sulla partnership.

YouBuild Gennaio 2024

Youbuild-gennaio-2024
YouBuild 30 - gennaio 2024

YouBuild Gennaio 2024 (abbonati)

Youbuild-gennaio-2024
YouBuild 30 - gennaio 2024

L’edizione integrale della rivista è disponibile per gli abbonati a YouBuild.

Se hai un abbonamento attivo accedi

Hai perso la password? Inserisci qui la tua email di registrazione e ti invieremo un link per reimpostarla.

Se non hai un abbonamento a YouBuild

ABBONATI

Un 2024 positivo per chi commercia in metallo

Coils
Coils

Assofermet vede rosa per il 2024. L’Associazione nazionale degli imprenditori che esercitano l’attività del commercio e della prelavorazione nei settori ferro e acciai, metalli non ferrosi, rottami ferrosi, ferramenta e affini, prevede un anno positivo, dopo un 2023 in bianco e nero. Fra riduzione del fatturato, instabilità e scarsità di domanda, l’anno passato è stato caratterizzato da importanti sfide per i settori rappresentati da Assofermet. Oltre ai fattori strettamente relativi ad andamenti di mercato, come la riduzione di marginalità, negli ultimi 12 mesi fenomeni globali e scelte di natura macroeconomica hanno influenzato l’intero sistema italiano e internazionale. Per il 2024, però, l’associazione si aspetta un miglioramento in termini di fatturato e di risultati economici. La riduzione dei prezzi è stata la tendenza principale del 2023 per chi si occupa di commercio e distribuzione di acciaio. Complessivamente, i cali maggiori si sono verificati a partire dal secondo trimestre, mentre durante gli ultimi tre mesi si è tornati a una stabilizzazione dei prezzi. E, sempre secondo Assofermet, le tendenze indicano da un lato la diminuzione dei consumi nei mercati a valle, che ha favorito il calo dei prezzi, dall’altro i divieti di importazione sul mercato russo e l’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce hanno contribuito a generare un eccesso di offerta nell’intera Unione Europea.

È proprio il contesto politico-economico generale, che le previsioni dell’associazione prospettano un progressivo miglioramento e le previsioni ottimistiche per il 2024. Il miglioramento delle condizioni economiche globali e la fine della politica dell’aumento dei tassi di interesse sono solo alcuni degli elementi che spingono a formulare ipotesi positive per l’evoluzione del mercato.

Discorso leggermente diverso per l’acciaio inox, su cui è più difficile essere ottimisti. Tendenze simili si sono riscontrate nel mercato a monte della filiera, quello dei rottami ferrosi: instabilità, riduzione dei volumi e scarsità di domanda a valle hanno caratterizzato un 2023 non particolarmente brillante. Anche in questo caso elementi macroeconomici e trend internazionali hanno influenzato negativamente il comparto. Tra gli altri aspetti va considerata l’importante crisi dell’industria manifatturiera in Germania, uno dei principali mercati di sbocco per le aziende italiane. Anche le restrizioni alla circolazione determinate dalla visione strategica e dalle politiche ambientali dell’Unione Europea sono state determinanti. Se è vero che il 2023 è stato peggiore del 2022, è però altrettanto vero che i risultati hanno superato le previsioni pessimistiche di 12 mesi prima. Per l’inizio del 2024, quindi, Assofermet prospetta evoluzioni non particolarmente brillanti, in linea con quanto visto negli ultimi mesi.

Passando al comparto dei metalli non ferrosi, anche in questo caso il 2023 è stato un anno difficile. Per molte aziende che si occupano di commercio di alluminio gli ultimi 12 mesi sono stati un periodo estremamente sfidante. Sul fronte dei volumi vanno segnalate le forti riduzioni rispetto al 2022 e al 2021: un ritorno alla normalità pre-pandemica, con valori molto simili a quanto si era assistito nel 2019. Calo anche per la marginalità, nettamente in diminuzione nel 2023 rispetto agli anni precedenti. L’anno era iniziato con un importante aumento di stoccaggio a valori di carico elevatissimi e prezzi di vendita in caduta per via della brusca frenata di alluminio. La discesa è poi proseguita per tutto il 2023, determinando perdite significative. Le prospettive del 2024 sono di una domanda piuttosto debole, in linea con quanto registrato negli ultimi mesi: al momento i segnali che arrivano dai clienti non sono incoraggianti. Una panoramica simile si è verificata per i distributori di rame: il 2023 è stato in calo continuo e ci sono aspettative di un primo trimestre in linea con quanto accaduto negli ultimi 12 mesi.

Per quanto riguarda le ferramenta, infine, nell’ultimo anno il settore ha registrato timidi aumenti rispetto al 2022, soprattutto per quanto riguarda il comparto dei grossisti. Nonostante non si siano verificati i grandi successi registrati in periodo pandemico l’andamento complessivo continua a essere positivo. Per il 2024 ci si aspetta ritmi analoghi a quelli a cui si è assistito l’anno scorso e anche per questo settore le tendenze internazionali continueranno a influenzare i ritmi di mercato. Proprio di trend globali e di andamenti economici si parlerà nel corso del Global Diy Summit, l’appuntamento internazionale per chi si occupa di ferramenta e fai da te, che quest’anno si terrà a Roma i prossimi 11, 12 e 13 giugno.

Tre nuovi punti vendita entrano nel gruppo Made

Made

MadeIl Gruppo Made ha chiuso il 2023 con nuovi ingressi nel network. La prima azienda che ha aderito in ordine di tempo è Edilnorma, con sede a Norma (Latina).

Si tratta di un’impresa famigliare, storica nel territorio, che è giunta alla sua terza generazione di imprenditori.

Fondata da Mario Tirocchi nel 1984, nel 2006 diventa una Srl, amministra dal figlio Alessio. L’ingresso in azienda della terza generazione con i figli Letizia e Mario Tirocchi per continuare la tradizione di famiglia hanno spinto Alessio Tirocchi a entrare a far parte di Gruppo Made per usufruire dei Corsi di formazione professionale e di tutti i servizi che il network riserva ai suoi aderenti.

La seconda rivendita è Nuova Edilizia Immobiliare Buscemi, con sede principale in Zona San benedetto a Favara (Agrigento), ma anche una sede a Lodi. Anch’essa è una azienda storica, presente sul mercato dal 1978 e giunta alla seconda generazione di imprenditori.

Fra le caratteristiche di Nuova Edilizia Immobiliare, un importante servizio di noleggio professionale. L’azienda tratta anche il legname, solai prefabbricati, e tutte le tipologie di materiali per l’edilizia. Anche la Centro Edile di Laterza (Taranto) fa ingresso nel Gruppo Made.

Il punto vendita ha un ottimo posizionamento sul territorio, grazie anche alla varietà dell’offerta e alla professionalità dei collaboratori.

L’offerta è composta da materiali edili tradizionali, materiali per pavimentazioni, rivestimenti termoisolanti, oltre a una sezione dedicata alle pitture e ai materiali e sistemi decorativi che è stata completata con un nuovo reparto specializzato in prodotti di colorimetria, un vero e proprio laboratorio del colore che rende il Centro Edile un preciso punto di riferimento per i professionisti del settore.

Eclisse e DeFaveri compiono 35 anni e diventano una sola azienda

Daniela e Antonella De Faveri
Daniela e Antonella De Faveri

La storia di Eclisse inizia nel 1989 da un’idea brillante del suo fondatore, Luigi De Faveri, che volle rivoluzionare il tradizionale concetto di porta a battente. L’intuizione fu quella di migliorare i primi prototipi esistenti di porta a scomparsa e produrre in serie una struttura metallica, che poi prenderà il nome di controtelaio, in grado di far scorrere e scomparire una porta all’interno del muro, senza alcun ingombro.

Il prodotto fu talmente apprezzato che in pochi anni il controtelaio per porte a scomparsa divenne conosciuto e venduto in tutto il mondo. Questo grazie all’affiatamento di persone profondamente coinvolte nel progetto e al lavoro svolto all’estero attraverso una capillare rete di consociate e distributori.

L’espansione fuori dal territorio nazionale è iniziata con l’apertura di Eclisse in Francia nel 1996, e a cui presto hanno fatto seguito le aperture in Polonia nel 2000, in Repubblica Ceca, Inghilterra e Austria nel 2001, in Repubblica Slovacca nel 2004, in Spagna nel 2006, in Brasile e Germania nel 2008.

Sin dall’inizio l’attività dell’azienda è stata mossa dall’intraprendenza e dall’impegno costante nella ricerca e nell’innovazione. Il successivo ampliamento della gamma di modelli proposti, sempre guidato dalla meticolosa attenzione per i dettagli, ha determinato una rapida espansione.

Tanti sono i brevetti che hanno reso famosi i prodotti Eclisse, il binario estraibile e la rete debordante solo per citarne un paio, fino alle innovazioni più recenti come Eclisse 40, il primo ed unico telaio per porta svasata a 40 gradi.

Oggi, l’azienda festeggia i suoi primi 35 anni di storia e successi, ma questo è solo l’inizio di una nuova avventura.

Unione in famiglia

Dal 1° gennaio 2024 le due aziende della famiglia, Eclisse e DeFaveri, sono diventate un’unica realtà sotto la guida delle figlie Daniela ed Antonella De Faveri. Per raccontare la storia di queste due aziende e i prossimi passi di un nuovo percorso è stato lanciato un nuovo sito istituzionale eclissegroup.com.

Daniela e Antonella De Faveri
Daniela e Antonella De Faveri | Insieme guideranno il gruppo di famiglia

Un orientamento comune e uno sguardo condiviso sono la base per un’opportunità di sinergia unica al fine di occupare una posizione di mercato ancora più solida nel settore delle costruzioni.

L’obiettivo è quello di puntare a traguardi ancora più ambiziosi e consolidare la presenza nel segmento degli infissi, assecondando le esigenze dei consumatori anche in questo comparto.

I festeggiamenti del 35° anniversario e di questo importante risultato continueranno a Milano, dove il 1° febbraio sarà presentata la nuova veste dello showroom di via Molino delle Armi. Un luogo concepito per essere in continua evoluzione, per questa occasione completamente rivoluzionato in un nuovo progetto di restyling.

Saint Gobain: tante novità a bassa emissione di CO2

Wallboard-eco-13
Wallboard eco 13

L’azienda punta a incrementare il tasso di sostenibilità senza rinunciare al lancio di materiali più performanti. Come Gyproc Wallboard Eco 13: una nuova generazione di lastre progettate per l’ambiente e a vantaggio dell’applicatore.

Antonio-Radaelli-Marketing-director-Saint-Gobain-Italia
Antonio Radaelli, Marketing director Saint-Gobain Italia

È stato un anno ricco di lanci e innovazioni per Saint-Gobain Italia, leader dell’edilizia sostenibile, che culmina con la presenza al Made Expo con due grandi stand (vedi box) e una proficua collaborazione con l’importante studio di architettura Marco Piva.

Con l’ambizioso obiettivo della carbon neutrality entro il 2050, Saint-Gobain offre il più ampio portafoglio di soluzioni multi materiali per la costruzione moderna, prodotte per il 90% in Italia.

Le parole d’ordine sono, quindi, innovazione e sostenibilità, aspetti che hanno caratterizzato anche le nuove soluzioni presentate quest’anno.

«L’innovazione dei prodotti per costruzioni e la sostenibilità sono la nostra sfida quotidiana. Quando sviluppiamo nuove soluzioni, oltre alle performance e alla facilità di lavorazione, poniamo la massima attenzione alla possibilità di integrare materiali di recupero per contenere le emissioni di Co2 e supportare un’economia circolare», spiega Antonio Radaelli, Marketing Director di Saint-Gobain Italia.

Riciclo

Lo scorso maggio l’azienda ha lanciato il prodotto Gyproc Wallboard Eco 13: una nuova generazione di lastre progettate per l’ambiente e a vantaggio dell’applicatore.

La tecnologia utilizzata per produrre la nuova lastra Gyproc Wallboard Eco 13 consiste in un nuovo processo produttivo, che tiene conto dell’intero ciclo di vita della lastra, con l’obiettivo di limitare il consumo di risorse naturali, favorire l’utilizzo di materie seconde, estendere la loro durata e promuoverne il riciclo.

Il nucleo in gesso ottimizzato è stato studiato per ottenere uguali performance a più basso consumo per l’ambiente e a vantaggio dell’applicatore, tra cui efficienza energetica del processo produttivo (-12%), ridotte emissioni di Co2 in fase di produzione e trasporto (-11%), ridotto utilizzo di risorse non rinnovabili (-15%), ridotto consumo di acqua (-12%) e minor peso, nello specifico 3 tonnellate in meno per carico completo, che si traducono in una riduzione dell’11% di emissioni di Co2.

Oltre 130 chilogrammi in meno sollevati dall’applicatore per ogni pallet di lastre installato.

Weberpaint-saint-gobain

Le prestazioni

Le prestazioni tecniche della Gyproc Wallboard Eco 13 garantiscono un eccellente isolamento acustico e resistenza al fuoco, e ancora un’ottima lavorabilità in termini di facilità di taglio, adesione della carta e flessibilità.

Grazie alla sua conformazione, aiuta a ridurre i tempi di lavoro e a risparmiare nei costi di trasporto. La lastra è conforme ai protocolli ambientali Cam e ha ottenuto la certificazione Eurofins Indoor Air Comfort Gold.

La nuova lastra Gyproc Wallboard Eco 13, insieme a Gyproc DuraGyp Eco Activ’Air con il 35% di contenuto di riciclato, il valore più alto sul mercato, si inserisce all’interno di un più ampio progetto di Saint-Gobain, con l’obiettivo di sviluppare un’economia a bassa emissione di carbonio per preservare il bene comune, contribuendo allo sviluppo responsabile e sostenibile.

Nuovo impianto

A settembre è stato inaugurato il nuovo impianto per la produzione di colorati per interni e rivestimenti per esterni a Fiorano Modenese, su cui l’azienda ha scelto di puntare con un investimento che rientra nella volontà di integrare sempre di più all’interno della propria offerta materiali e soluzioni tecnologicamente avanzati e in ottica di risparmio energetico.

Il sito di Fiorano Modenese, quindi, è tornato a essere uno stabilimento produttivo proprio per realizzare le due nuove linee di finiture targate Saint-Gobain: weberpaint, la gamma di idropitture per interni studiata per incontrare le necessità di professionisti e privati, e le finiture per esterno webercote, in grado di adattarsi ai diversi materiali costruttivi e utilizzi.

Nuovo-impianto-Saint-Gobain-a-Fiorano-Modenese
Nuovo impianto Saint-Gobain a Fiorano Modenese destinato alla produzione di colorati per interni e rivestimenti per esterni

Circolarità

In termini di sostenibilità, il progetto relativo all’impianto di Fiorano Modenese vede un sistema di recupero delle acque di lavaggio durante il processo produttivo per essere successivamente riutilizzate nel ciclo successivo, che genera un risparmio idrico che si attesta a più del 50% dell’acqua impiegata.

I trasporti generano una riduzione del 30% di emissioni di Co2, grazie alla ridistribuzione dei volumi di produzione tra i siti del Sud Italia e del Centronord. Inoltre, sono utilizzati imballi in plastica realizzati con una percentuale di materiale riciclato che può raggiungere il 30%.

Nuove-linee-colorati-Weber
Nuove linee colorati Weber resistente a muffe e finghi

Nuove linee di colorati

La linea weberpaint si compone di idropitture versatili e sostenibili per interni che, attraverso il sistema tintometrico webercolorlook, consente di tinteggiare gli ambienti in 1950 diverse colorazioni.

Dalle tinte per cartongesso, alle pitture traspiranti che prevengono muffe e funghi fino a quelle ad alta copertura, i colori weberpaint sono progettati e concepiti per incontrare le esigenze relative alle differenti soluzioni di applicazione.

Progetto piemonte realizzato con gamma Webercote
Progetto piemonte realizzato con gamma Webercote

La linea webercote è invece composta da rivestimenti per esterni pensati per ottenere texture omogenee in linea con le tendenze dell’architettura contemporanea grazie a una granulometria fino a 1,2 millimetri o 1,5 millimetri, in base al diverso prodotto scelto (Trama 1.2 o Trama 1.5).

Particolarmente indicate per la copertura di sistemi a cappotto e nuove facciate ad alta efficienza energetica, le nuove soluzioni webercote sono caratterizzate da consumi ridotti ed eccellente scorrevolezza e lavorabilità.

Progetto-Toscana-webercote
Progetto Toscana realizzato con gamma Webercote

Disponibili sia per soluzioni a base organiche, sia a base silossanici e acrilsilossanici, i nuovi rivestimenti sono traspiranti e idrorepellenti e favoriscono la fuoriuscita dell’umidità verso l’esterno dell’edificio, impedendo al tempo stesso la formazione di alghe, muffe e altri microrganismi che nel tempo deteriorano l’aspetto della facciata.

Progetto-in-veneto-webercote
Progetto in veneto realizzato con gamma Webercote

Questi prodotti sono disponibili in 242 colori e garantiscono di mantenere a lungo l’intensità delle tinte della facciata, contribuendo, in tal modo, a ridurre le spese di manutenzione dell’immobile.

Gaetano-Terrasini-Ceo-Saint-Gobain-Italia
Gaetano Terrasini, Ceo di Saint-Gobain Italia

«Sappiamo che il settore delle costruzioni rappresenta quasi il 40% delle emissioni annue di Co2 a livello mondiale, di cui il 27% legate alla gestione annuale degli edifici e il 13% legato alla produzione, al trasporto e all’installazione dei materiali per la costruzione, ciò che viene definito embodied carbon degli edifici.

Per questo abbiamo studiato nuove soluzioni sempre più a basso impatto ambientale, che contribuiscono a un profondo cambiamento del settore, verso la strada che conduce a una neutralità delle emissioni di carbonio», sottolinea Gaetano Terrasini, Ceo di Saint-Gobain Italia.

Alternative green

I prodotti della neonata gamma newlife puntano proprio a questo: webercol Ultragres newlife e weberplan MR81 newlife utilizzano leganti alternativi al cemento portland e contribuiscono attivamente alla riduzione di emissioni di Co2 a parità di prestazioni.

I leganti sono ottenuti da materiali riciclati o sottoprodotti di altre produzioni industriali (nel caso di webercol Ultragres newlife composti dal 99% di materiale riciclato) e opportunamente bilanciati tra loro con l’innovativa tecnologia newlife binder technology per ottenere caratteristiche equiparabili al cemento.

Massetto weber a basso impatto ambientale

«I prodotti della gamma newlife sono altamente performanti e sostenibili: weberplan MR81 newlife è un massetto a consistenza terra umida a presa normale e asciugamento rapido, a lavorabilità migliorata per applicazioni in interno, e la colla webercol Ultragres newlife è un adesivo a deformabilità migliorata ed alta capacità bagnante per la posa di ceramica, marmo, pietre naturali in interno ed esterno», aggiunge Radaelli.

L’innovazione, però, non si ferma, e i laboratori Saint-Gobain continuano nella ricerca di nuovi leganti e di un bilanciamento in grado di ottenere performance sempre migliori, concretizzando il proprio impegno per un futuro sostenibile in linea con la ragione d’essere del Gruppo: «Making the world a better home».

Il vetro sostenibile

Un altro passo in questa direzione è stato l’avvio della produzione a Pisa del vetro Oraè, il primo vetro al mondo a basse emissioni di carbonio.

Tutto il team di Ricerca e Sviluppo e della produzione di Saint-Gobain ha lavorato molto per sviluppare una matrice di composizione del vetro che garantisca un basso contenuto di Co2, mantenendo inalterate le prestazioni tecniche, la qualità e l’aspetto estetico del vetro Planiclear standard.

Impianto Saint-Gobain-glass-a-Pisa
Impianto Saint-Gobain glass a Pisa

«Gli elementi che ci permettono di ridurre le emissioni di Co2 durante la produzione è senza dubbio l’incremento dell’utilizzo del cullet (rottame di vetro) fino al 64%, con un contributo significativo del rottame di recupero dei nostri clienti. Creare una sinergia con i nostri clienti per il recupero del vetro garantisce un circolo virtuoso, primo passo verso una vera economia circolare alla base dell’edilizia sostenibile del futuro», commenta Radaelli.

Impianto Saint-Gobain glass a Pisa 2
Impianto Saint-Gobain glass a Pisa

Tutta l’energia elettrica utilizzata durante la produzione di Oraè, sia in fase di produzione sia in fase di trasformazione, è certificata verde o autoprodotta dal nuovo impianto Orc del sito di Pisa, che recupera il calore dei fumi del forno.

di Paolo Caliari

È battaglia in europa sull’edilizia green

edilizia-green

Nel braccio di ferro tra governi e Parlamento di Strasburgo sulla prossima applicazione della direttiva che riguarda edilizia green e riqualificazione degli edifici si profila un compromesso per la data da rispettare. Ma ci sono divergenze su pannelli fotovoltaici, colonnine.

Questo contenuto è riservato agli ABBONATI

Un Giorno
Solo 1 €

Accesso completo a tutti i contenuti premium di Youtrade Web per un giorno!

Un Mese
3,99 €

Accesso completo a tutti i contenuti premium di Youtrade Web per un mese!

Sei già abbonato? Fai il login qui sotto!

In aumento liquidazioni e fallimenti

Giacomo Fava
Giacomo Fava

Secondo Cherry Sea, Osservatorio realizzato da Cherry, società fondata nel 2019, che offre servizi a supporto del credito, nel 2023 sono aumentate del 26% liquidazioni giudiziali e fallimenti. La ricerca si basa sui dati dei tribunali fallimentari nazionali delle prime 20 sezioni per volume di attività (Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Roma, Torino, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza).

I risultati dello studio indicano come nel 2023 a livello nazionale il numero complessivo di nuove procedure aperte (sommando le liquidazioni giudiziali ai fallimenti ante riforma del Codice della Crisi e dell’Insolvenza-CCII) sia aumentato del 26% a fronte di 7.737 pratiche sopravvenute suddivise in 7.305 liquidazioni giudiziali e 432 fallimenti, rispetto ai 6.159 fallimenti del 2022, tornando così sui volumi del 2020 e 2021. Considerando quindi sia fallimenti che liquidazioni giudiziali, e prendendo in analisi i singoli tribunali allo studio, nel corso del 2023 Milano si conferma primo per complessivi procedimenti aperti (638, +39% sul 2022), seguito da Roma (629, -2%) e Torino (265, +49%), mentre in coda si trovano Cagliari (100, +85%), Vicenza (101, -22%) e Bologna (104, +21%).

L’aumento percentuale maggiore si registra però nei tribunali di Busto Arsizio (+152% a fronte di 126 procedure totali, di cui 1 solo fallimento e 125 liquidazioni giudiziali) e Modena (+103% con nessun fallimento, ma 130 liquidazioni giudiziali).

All’inverso, il Tribunale di Catania annovera un importante calo del 9%, unico tribunale insieme a quello di Roma a registrare una diminuzione percentuale tra il 2023 ed il 2022.

A livello regionale, in valore assoluto si contano poi 7.737 nuove pratiche, di cui 1.595 provengono dalla Lombardia, 993 dal Lazio e 673 dal Veneto, mentre in coda si trovano Molise (43), Basilicata (52) e Trentino-Alto Adige (64). In variazione percentuale, invece, il Friuli- Venezia Giulia risulta essere la prima regione in relazione all’apertura complessiva sia di fallimenti che liquidazioni giudiziali (+85% sul 2022), mentre la Calabria quella con il calo più importante (-6%).

In relazione allo stock di fallimenti e liquidazioni giudiziali pendenti, invece, nel 2023 questo si assesta ad un complessivo di 55.907 (-8% sul 2022). In particolare, le liquidazioni giudiziali pendenti a fine 2023 risultano essere 8.232, mentre i fallimenti 47.675 (-21% sul 2022). Nel contesto delle sole procedure “fallimentari”, il Tribunale di Firenze registra un +42% di procedimenti chiusi nel 2023, seguito da Napoli (+34%) e Bari (+30%), mentre Cagliari con un -33% è il Tribunale con il calo maggiore seguito da quelli di Treviso e Venezia (entrambi -29%).

Liquidazioni giudiziali

Per le sole liquidazioni giudiziali aperte quello di Milano risulta al primo posto con 627 pratiche sopravvenute, seguita da Roma (502), Torino (258) e Brescia (235), mentre in coda troviamo Cagliari (94), Vicenza (99) e Bologna (102). A livello regionale, nel 2023 si segnalano 7.305 liquidazioni giudiziali: la Lombardia è prima con 1.565 nuove pratiche aperte, seguita dal Lazio (843), dal Veneto (650) e dalla Campania (649), mentre i dati più bassi raccolti si confermano essere in Molise (38), Basilicata (48) e Trentino-Alto Adige (63).

Analisi fallimenti

In relazione ai soli fallimenti aperti nel 2023 (pratiche ancora non soggette alla riforma CCII) delle 432 procedure risultanti in tutta Italia più di un terzo, ovvero 150, si sono registrate nei tribunali fallimentari della regione Lazio. Seguono la Sicilia con 38, la Puglia con 31 e la Lombardia con 30. Diversamente, a livello locale il Tribunale di Roma guida la classifica con 127 nuove procedure aperte quali strascichi dell’anno 2022, seguito a distanza da Milano con 11 e poi Bari, Padova e Torino con 7. Al contrario, Genova, Modena e Napoli si distinguono per essere gli unici Tribunali a non aver aperto alcun fallimento nel corso dell’anno.

«Il 2023 è stato il primo anno completo che ha visto all’opera le varie dinamiche giuridiche legate al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza che, di fatto, sta portando al progressivo abbandono delle vecchie procedure fallimentari in favore delle liquidazioni giudiziali pendenti», sottolinea Giacomo Fava, Lead AI Engineer di Cherry. «Questo senza mostrare particolari segni di miglioramento, rispetto agli anni precedenti, nei volumi di procedure aperte in relazione ad aziende in crisi o comunque in gravi difficoltà, anche se il numero di fallimenti definiti è migliore rispetto al passato tanto da aver comportato una diffusa diminuzione delle procedure fallimentari. Guardando al 2024, invece, l’obiettivo del nostro Osservatorio è ora quello di analizzare le prime tempistiche di chiusura delle liquidazioni giudiziali per comprendere finalmente nel profondo l’impatto complessivo della riforma CCII sulla giustizia».