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NOVITA’ CERSAIE 2012

 

 

L’eccellenza made in Italy del settore ceramico: i numeri, i trend e le innovazioni, raccontati dalla viva voce di Franco Manfredini, presidente di Confindustria Ceramiche, e da alcuni architetti intervistati da YouTrade. Da non perdere anche la rassegna dei prodotti più cool del momento.

 

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Speciale Cersaie: Intervista Franco Manfredini

 

Speciale Cersaie: Le tendenze viste dagli architetti

 

Speciale Cersaie: Rassegna prodotti

 

 

Acciaio e Tondino

 

AZIENDA INDIRIZZO COMUNE PROVINCIA CAP TELEFONO FAX
ACCIAIERIE VALBRUNA SPA VIA VOLTA, 4 BOLZANO BZ 39100 0471924111 0471924497
ALFA ACCIAI SPA VIA SAN POLO 152 BRESCIA BS 25134 03023911 0302301963
COGNE ACCIAI SPECIALI SPA VIA PARAVERA, 16 AOSTA AO 11100 01653021 016543833
FERALPI SIDERURGICA SPA VIA A. SAFFI, 15 BRESCIA BS 25122 030999961 0309996265
FERRIERA VALSABBIA SPA VIA MARCONI 13 ODOLO BS 25076 03658270 0365826150
FERRIERE NORD SPA Z.I. RIVOLI OSOPPO UD 33010 0432981811 0432981800
FERRO BERICA SRL VIA DELL’EDILIZIA, 22 VICENZA VI 36100 0444391500 0444566868
INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI SPA VIA BRESCIA 12 ODOLO BS 25076 0365826089 0365860564

 

La sindrome del “nuovo piano”: quando l’emergenza diventa la norma

E’ molto curioso che di fronte alle emergenze che colpiscono vari settori dell’economia e della società, gli amministratori e anche il Governo si producano sempre più nel “gioco dell’annuncio di un nuovo piano”, una sorta di sindrome che sembra colpire chi deve rispondere con una strategia coerente alle esigenze della collettività ma che, di fronte ai fatti, è solo capace di indicare la necessità di realizzare un “nuovo piano”, cancellando tutto quello che si potrebbe fare a partire da quanto già in essere. Ovvero attuando quanto già in qualche modo programmato e normato.

La sensazione è molto forte se si osservano le scelte promosse dal Governo in tema di edilizia e territorio, ma lo è ancora di più rispetto alle recenti esternazioni del viceministro Ciaccia riguardo il tema del social housing. Ma partiamo dal principio e vediamo perché parliamo di sindrome. Secondo i dati pubblicati dall’Agenzia del Territorio, nel terzo trimestre del 2012 le compravendite immobiliari sono crollate, con un tasso tendenziale annuo pari a -25,8%, superiore a quello tendenziale del II trimestre 2012 (-24,9%). E’ crollata in sostanza la fiducia dei risparmiatori, schiacciati tra la riduzione dell’accesso ai mutui e l’aumento della tassazione immobiliare, ed è calato anche il mercato di chi compravende immobili per adeguare le proprie esigenze.

Si attende, si aspettano “tempi migliori”, in tutti i sensi, sia tempi economici che sociali. Negli stessi giorni molte indagini congiunturali hanno evidenziato il crollo del 40% del mercato dell’edilizia dal 2008 ad oggi. Per fronteggiare questo trend negativo il viceministro Ciaccia propone “un nuovo piano Fanfani”, ovvero il piano di ricostruzione residenziale post-bellica che non solo ha dato una casa a chi non l’aveva, ma ha contribuito a creare, in un periodo di estrema difficoltà, molto lavoro.

Ma il piano Fanfani era un piano straordinario nell’Italia degli anni ’50 che usciva da una grave guerra. La situazione di emergenza abitativa alla quale assistiamo oggi e alla quale fa riferimento il viceministro ha invece tutt’altre caratteristiche. E’ una crisi del ceto medio, delle giovani coppie, degli anziani soli. E’ una crisi che andrebbe affrontata utilizzando gli strumenti che già abbiamo a disposizione e non proponendo nuovi piani, come ad esempio il “piano per le città” che ha raccolto 420 progetti per 12 miliari di investimenti, avendo a disposizione solo 224 milioni di euro. E neppure tutti subito, ma dilazionati in sei anni. L’ipotesi su cui il viceministro sta lavorando prevede la costruzione di alloggi “a riscatto”, con un sistema di finanziamento nel quale la Cassa Depositi e Prestiti e la Bei acquistano titoli emessi dalle banche per finanziare i mutui residenziali. Si tratterebbe di vere e proprie ‘cartelle fondiarie’ con la collaborazione della CDP, o di una cartolarizzazione di mutui già in corso concessi dalle banche. Inoltre, la gestione del patrimonio realizzato per il periodo di locazione previsto potrebbe essere affidata agli ex Iacp.

Chi dovrebbe realizzare questi interventi? I Comuni, ad esempio. Ma il viceministro dimentica i vincoli del patto di stabilità. E dimentica anche che invece di un nuovo piano, basterebbe sbloccare le risorse bloccate proprio presso CDP (2 miliardi) e avviare operativamente il Fia, il Fondo Nazionale per il social housing, che dopo il decreto emesso a luglio, che lo ha dotato di maggiori spazi di intervento, da agosto a oggi non ha fatto un passo in avanti e non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Non serve un nuovo piano, basta rendere utilizzabili le scelte già fatte.

 

La commissione europea premia il comune di Tavernelle

Il Comune di Tavarnelle Val di Pesa è tra i vincitori del concorso europeo EMAS Awards, dedicato al sistema europeo di ecogestione e audit (European  Eco-Management and Audit Scheme – EMAS), premiato nella categoria “Settore pubblico-piccole organizzazioni” per la promozione di una gestione sostenibile della risorsa idrica, attraverso gli strumenti di governo del territorio e specifici progetti. La Commissione Europea ha spiegato che «il sistema Emas è uno strumento di gestione destinato alle organizzazioni che desiderano migliorare la loro efficienza ambientale e finanziaria e comunicare i risultati ottenuti. Emas aiuta le organizzazioni aderenti a migliorare la propria efficienza, credibilità e trasparenza”. Nel 2012 la Commissione Europea ha assegnato quattro premi nel settore privato (tra gli altri Lafarge Cement, per uno studio indipendente che ha valutato l’impronta ecologica dei suoi prodotti utilizzanti acqua lungo tutto il loro ciclo di vita). Nel settore pubblico, invece, hanno ricevuto il premio il Bristol City Council, per la promozione di sistemi di uso efficiente dell’acqua, tra cui la raccolta delle acque piovane, sistemi sostenibili di drenaggio urbano e riduzione del consumo idrico nel quadro del programma orticolo della città di Bristol e appunto il Comune di Tavarnelle Val di Pesa, per aver imposto l’obbligo di installare tecnologie per il risparmio idrico in tutti gli edifici di nuova costruzione e aver introdotto sistemi di miglioramento agricolo per la riduzione dell’erosione e del dilavamento. Anche i piccoli comuni italiani sono dunque capaci di innovare e imporsi in Europa come buone pratiche di esempio per tutti.

A Roma non si ritirano i permessi per costruire

La notizia è eclatante, perché evidenzia lo stato di crisi dell’edilizia in una città che sull’espansione residenziale ha sempre costruito, nel vero senso del termine, le proprie politiche urbane. Nella sola città di Roma giacciono non ritirati oltre 400 permessi di costruire, una fotografia della crisi edilizia nella capitale e in Italia. Il fenomeno è assolutamente nuovo per i costruttori romani che nel passato “non lasciavano passare neppure un’ora dalla firma di una concessione del permesso al suo effettivo ritiro”. E l’impasse non riguarda tanto la costruzione di nuovi edifici in aree di espansione, quanto le demolizioni-ricostruzioni. Secondo l’assessorato all’Urbanistica del Comune di Roma sono infatti queste le pratiche più richieste, ma oggi ferme per evidenti difficoltà di chi dovrà demolire, ricostruire e pagare i relativi oneri concessori.

Piano città: servono 10,4 miliardi

Infrastrutture Italia

Servono 10,4 miliardi per realizzare i programmi presentati dai 430 Comuni che entro il 5 ottobre scorso hanno risposto al bando nazionale sul Piano città (decreto legge 83/2012, Dm Ciaccia 9 agosto). Secondo la relazione ANCI presentata al Ministero delle Infrastrutture nei giorni scorsi è infatti questa la cifra che bisogna trovare, tra risorse pubbliche e private, per realizzare interamente i programmi di riqualificazione urbana presentati. Ha partecipato al bando il 5% del totale dei Comuni, che tuttavia rappresentano 22 milioni di cittadini, più di un terzo della popolazione italiana. Il 55% delle proposte arriva da Comuni dei Sud e delle Isole, il 75% da Comuni con meno di 50mila abitanti, anche se in termini di investimento si concentrano per due terzi nei Comuni oltre 50mila abitanti. E’ evidente la sproporzione tra risorse necessarie e fondi a disposizione, che sommano a soli 224 milioni di euro diluiti in sei anni. Una cifra fuori da ogni logica di reale e potenziale capacità di attivazione di spesa. A fronte dei 40 miliardi di euro di fondi europei non ancora spesi ma a disposizione per il periodo 2007-2013 forse un diverso orientamento e regia della spesa potrebbe garantire che almeno una parte di questi programmi straordinari di intervento possa essere effettivamente avviato e realizzato.

 

 

Nuovo piano di Clini per il rischio idrogeologico

Secondo una proposta del ministro Clini sarà vietato costruire in aree a rischio idrogeologico ed è in arrivo anche una assicurazione obbligatoria contro i rischi derivanti da eventi climatici estremi. Il ministro ha inoltre annunciato la manutenzione dei fiumi e dei boschi. Probabilmente gli eventi calamitosi degli ultimi mesi hanno convinto il Governo a muoversi con più determinazione rispetto a esigenze fortemente sentite in tutto il territorio nazionale, in particolare dopo gli eventi negativi e luttuosi che hanno colpito varie regioni italiane nell’ultimo periodo. La proposta di Clini è un nuovo piano nazionale che pone il divieto di abitare o lavorare nelle zone ad altissimo rischio idrogeologico, inserendo una assicurazione obbligatoria per le costruzioni nelle zone a rischio di inondazione, limitando le costruzioni nelle zone a rischio e contenendo il consumo di suolo. E ancora, sono previsti interventi di manutenzione dei corsi d’acqua e di difesa dei centri abitati, recupero dei terreni abbandonati, difesa dei boschi, protezione delle coste e delle lagune esposte all’innalzamento del mare, riattivazione dei Bacini idrografici.

Quanto questo nuovo piano (che si intitola “Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione sostenibile e la messa in sicurezza del territorio” e che è stato inviato nei giorni scorsi dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini al Cipe, che lo esaminerà in una delle prossime sedute), se e quando approvato, potrà incidere effettivamente lo potremo valutare nell’immediato futuro. Ovviamente la situazione politica generale non giova alla sua approvazione, in particolare per l’effettiva capacità del Governo di poter incidere nello scorcio di questo finale di legislatura, essendo di fatto sfiduciato. In ogni caso il nuovo piano evidenzia la necessità di individuare gli investimenti necessari alla difesa del territorio. Su questo fronte lo svincolo dal patto di stabilità per i fondi per tali interventi è un elemento strategico senza il quale il piano resterà, purtroppo, un bel disegno sulla carta.

 

Italia in ritardo sui fondi europei

La notizia non è positiva e riguarda la capacità di spesa dell’Italia rispetto ai fondi europei assegnati al nostro paese per la stagione di programmazione 2007-2013. Il 2013 è dietro l’angolo e, anche se la rendicontazione effettiva dei fondi si chiuderà nel 2015, entro il prossimo anno dovrebbero essere avviati tutti i progetti e programmi in grado di portare al 100% la spesa prevista.

Ma siamo indietro, molto indietro. La spesa certificata al 30 settembre 2012 si ferma al 26,3% del totale dei fondi europei a disposizione (54,3 miliardi di euro). In sostanza siamo stati capaci di spendere poco più di 14 miliardi di euro dal 2007 ad oggi. E ne mancano ben 40 all’appello. Saremo in grado di farlo entro i tempi dettati da Bruxelles? Il ministro Barca non è soddisfatto, e non potrebbe essere altrimenti. Le Regioni del Nord presentano un target pari al 35,5% di spesa sul totale dei fondi assegnati, mentre quelle del Sud sono al 22,6%. Ma va ricordato che i fondi europei per le Regioni del Nord sono molto limitati rispetto a quelli assegnati alle Regioni del Sud. Preoccupante poi la spesa per comparti: tra i programmi operativi nazionali confermano una buona posizione quelli per l’Istruzione (45,5%) e la Ricerca (36,2%), mentre molto problematico è l’andamento del programma Trasporti (Reti e Mobilità), pericolosamente stabile al 12,4%. Complessivamente, sul totale di 52 Programmi nazionali e regionali (FESR e FSE) solo 17 hanno già raggiunto il target assegnato per i mese di ottobre 2012. Insomma, in tempi di crisi, forse l’attivazione da parte delle Regioni, in particolare quelle del Sud, dei programmi non ancora avviati potrebbe dare una spinta alla spesa, evitando che Bruxelles si riprenda i finanziamenti, e dare un supporto anche alle economie locali.

 

Progetti di partenariato pubblico-privato, solo il 25% raggiunge la fase di gestione

Secondo un recente studio dell’Ance, vi è una notevole mortalità dei progetti di partenariato pubblico-privato. Di 685 gare pubbliche, il 66% è stato aggiudicato, ma solo il 38% ha raggiunto la fase di costruzione e il 25% la successiva fase di gestione. Si tratta di gare per la costruzione e gestione di infrastrutture pubbliche (porti, autostrade, impianti fotovoltaici, cimiteri, ospedali eccetera) d’importo superiore a 5 milioni di euro bandite in Italia tra il 2003 e il 2009 secondo le procedure del partenariato pubblico-privato (Ppp). Secondo la ricerca emergono in particolare due criticità. La prima riguarda il contenzioso, che colpisce il 24,2% delle gare esaminate e la maggior parte dei casi è riconducibile a una carente definizione delle clausole contrattuali, mentre nel 16,7% delle controversie le imprese hanno presentato ricorsi in merito alle procedure di aggiudicazione.

La domanda che sorge spontanea è se le singole amministrazioni pubbliche, in particolare i comuni, ma non solo, abbiano le competenze tecniche per gestire procedure complesse e se non servano migliori e più adeguate pratiche e servizi a supporto. Un esempio virtuoso che potrebbe essere portato ad esempio è quello dell’Inghilterra, dove i contratti per il PPP sono standardizzati da anni e sono accessibili on-line.

 

 

Himalaya: scuola esempio di efficienza energetica

Arup Associates ha sfidato il gelo realizzando una scuola energeticamente efficiente in un altipiano dell’Himalaya.

La Druk White Lotus School, questo il nome della scuola, è un centro scolastico situato a 3.500 metri di altitudine e pertanto caratterizzato da particolari condizioni ambientali, con le temperature invernali che scendono fino a -30° e la neve che, per circa 5 mesi all’anno, isola la zona dal resto dell’India.

La struttura è stata resa autonoma a livello energetico ed idrico e un aspetto fondamentale è stato l’isolamento dell’edificio dal freddo. La scuola, inoltre, risulta autosufficiente nella produzione di energia elettrica attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici.

La sfida molteplice affrontata dal team di progettazione di Arup Associates ha riguardato lo sviluppo di sofisticati strumenti ingegneristici per ottimizzare al massimo l’efficienza dei materiali e delle tecniche costruttive locali. La costruzione di questo edificio evidenzia da un lato l’importanza di conoscere e sfruttare le più avanzate tecnologie, ma da un altro che anche in situazioni estreme si possono coniugare i principi della sostenibilità e della costruzioni ad alta efficienza energetica.

 

 

 

Corso “Acustica in edilizia: dalle regole al progetto”

Un corso di sei ore per conoscere l’attuale situazione legislativo/normativa, le soluzioni tecnologiche per l’isolamento acustico degli edifici e la nuova norma di classificazione acustica delle unità immobiliari (UNI 11367) .

Il corso avrà luogo lunedì 10 dicembre a Biella.

 

Per maggiori informazioni: Acustica in edilizia. Dalle regole al progetto

 

Corso “Ponti termici 2.0, la verifica agli elementi finiti”

La procedura UNI/TS 11300 richiede per gli edifici di nuova costruzione l’analisi puntuale dei ponti termici con adeguati strumenti di calcolo. Anit offre la possibilità di aggiornarsi sull’argomento con l’attivazione di una giornata di formazione dal titolo “ Ponti termici 2.0, la verifica agli elementi finiti”.

Il corso si svolgerà giovedì 13 dicembre a Macerata.

 

Per maggiori informazioni: Ponti termici 2.0, la verifica agli elementi finiti

 

Management dell’impresa edile

Nasce il primo “Master in Management dell’Impresa Edile”. Organizzato da Formedil di Bari, il master è strutturato sulla base delle concrete esigenze espresse dalle imprese edili per formare nuove figure professionali qualificate.

L’obiettivo della proposta formativa è quello di approfondire tutte le aree funzionali allo sviluppo di una visione integrata e sistemica dell’universo impresa edile, fornendo gli strumenti manageriali per gestire i processi di innovazione e cambiamento.

 

Il Master è a numero chiuso, per un totale massimo di 20 partecipanti. La durata complessiva è di 132 giornate (1.056 ore) da gennaio a luglio 2013, strutturate in 3 cicli più una fase di stage in azienda. I cicli sono articolati in 82 giornate d’aula consecutive (dal lunedì al venerdì, 8 ore al giorno) e 10 settimane per l’applicazione pratica e lo svolgimento del tirocinio.

Per maggiori informazioni: Master in Management dell’Impresa Edile

 

Strutture in legno: caratteristiche del legname da costruzione, classificazione e controlli in cantiere

Il corso si propone l’obiettivo di fornire le informazioni di base sulla Direttiva Europea, la marcatura CE e i documenti che accompagnano i prodotti da costruzione in legno. L’appuntamento è fissato per il 15 dicembre 2012 alle ore 9.00 presso la rivendita Fabio Sbaffi srl di Piediripa (MC) – Via Concordia 72/74.

PROGRAMMA:
Le nuove norme tecniche per le costruzioni (DM 14 gennaio 2008)
Materiali e prodotti a base legno:generalità, procedure di qualificazione e accettazione dei materiali e prodotti a base legno, forniture e documentazione di accompagnamento
Classificazione in base alla resistenza
Normative (UNI 11035 – DIN 4074 – NFB 52 – 001UNI EN 338 – UNI EN 1310)
Strumenti utilizzabili e loro impiego
Uso della classificazione, limiti applicati, responsabilità del classificatore

 

Per maggiori informazioni: Strutture in legno. Caratteristiche, classificazione e controlli

 

Master in “Architettura e Costruzione – Progettazione contemporanea con la pietra”

Istituito dal Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano dall’11 gennaio 2013 al 19 dicembre 2014, il Master universitario di II livello “Architettura e Costruzione – Progettazione contemporanea con la pietra” offre una formazione specifica sulla produzione e utilizzo dei materiali lapidei, incentrata su nozioni di tipo storico, tecnologico, normativo, oltre che più strettamente progettuali.

Il Master si articola in sei moduli didattici monografici, di 200 ore ciascuno:
Tecnologia del materiale lapideo
Restauro di elementi lapidei
La pietra nel progetto degli edifici
La pietra nel progetto degli interni
La pietra nel progetto degli spazi aperti
Recupero e riutilizzo delle cave

 

Le lezioni ex-cathedra saranno tenute da docenti di storia, restauro, progettazione architettonica e urbana, paesaggio, da geologi e da operatori e specialisti del settore lapideo. Per ciascun modulo sono previste conferenze di architetti di fama internazionale che operano o hanno operato con la pietra.

 

È inoltre previsto un tirocinio per un totale di 300 ore presso aziende del settore.

 

Per maggiori informazioni: Master Architettura e Costruzione. Progettazione contemporanea con la pietra

 

Le iscrizioni sono aperte sul web: www.masterpietra.polimi.it

 

Per ulteriori informazioni: costanza.mangione@polimi.it

Calcolo della prestazione energetica degli edifici

Il 13 dicembre prenderà il via il seminario di aggiornamento “Calcolo della prestazione energetica degli edifici secondo la UNI TS 11300-4”, organizzato dal Politecnico di Milano – Polo territoriali di Mantova.

La nuova norma, pubblicata il 10 maggio 2012, definisce le modalità di calcolo energetico (per la climatizzazione invernale e la produzione di acqua calda sanitaria) per i generatori a
fonte rinnovabile o basati su tecnologie differenti dalla combustione a fiamma con combustibili fossili.

Il seminario fornirà ai partecipanti una formazione sul quadro normativo di riferimento in tema di fonti rinnovabili, tipologie di generazionemetodologie di calcolo, configurazioni impiantistiche polivalenti e polienergetiche, oltre ad alcuni esempi applicativi e casi pratici.

 

Per visualizzare il programma completo del seminario: Calcolo prestazione energetica edifici_Mantova