MCE – Mostra Convegno Expocomfort 2022: la termoidraulica diventerà 4.0

Un anno anomalo per le fiere, questo 2022. Il covid in calo, ma che non è ancora scomparso, e la volontà di tornare in presenza hanno scompaginato i calendari di molte manifestazioni, costrette a riprogrammare le proprie date. È stato così per il Salone del Mobile di Milano, per il Klimahouse di Bolzano, e anche per Mostra Convegno Expocomfort che, invece del tradizionale appuntamento di marzo-aprile, riapre le porte in una eccezionale versione di inizio estate.

La 42esima edizione del salone internazionale dedicato al settore dell’industria idrotermosanitaria, dell’impiantistica, delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, si terrà infatti dal 28 giugno all’1 luglio 2022, sempre presso Fiera Milano Rho.

Oltre alla fiera in presenza, la manifestazione non rinuncia alla sua anima digitale, tanto da mantenere attiva fino al 6 luglio la propria piattaforma web dove prendere contatto con gli espositori, prenotare meeting di follow up e seguire webinar e conferenze in diretta e/o on-demand.

I padiglioni di MCE 2022

A meno di un mese dalla fiera, sono circa 1.400 gli espositori presenti a Mce, rappresentativi delle principali aziende del settore Hvac+R e associazioni di categoria. 

Ad attendere i visitatori un nuovo layout espositivo con 12 padiglioni dedicati alle soluzioni più innovative offerte dal mercato, di cui quattro destinati ai sistemi di condizionamento, climatizzazione, pompe di calore, energie rinnovabili e ventilazione (Hall 13/15 e 22/24).

Nei padiglioni 1/3 e 5/7 i visitatori potranno invece trovare una gamma completa di prodotti e componenti per il riscaldamento e servizi per la progettazione, mentre le aree 2/4 sono completamente dedicate alla componentistica per realizzare ogni tipo di impianto. Infine, è possibile compiere un salto nel futuro nei padiglioni 14/18, che ospitano l’area That’s Smart, dedicata alle ultime tecnologie in termini di efficienza, sostenibilità, comfort e sicurezza degli edifici. Parte del padiglione 14, inoltre, è destinato alle risorse idriche, con prodotti e sistemi per il trattamento dell’acqua, il risparmio dei consumi, l’efficienza degli impianti, rubinetteria e prodotti per l’ambiente bagno.

Grazie alle attività di promozione sviluppate in collaborazione con Ice, ministero degli Esteri e Aima, sarà dato ampio spazio anche ai mercati esteri. Nel 2022 è prevista un’ampia partecipazione di visitatori professionali dell’area mediterranea anche grazie al successo delle attività sviluppate con il ministero dell’Industria turco, all’interno dell’iniziativa che vede la Turchia Paese Ospite 2022.

MCE 2022: eventi e convegni

Oltre alle novità messe in campo dalle aziende, Mce offre interessanti opportunità di incontro e approfondimento sui temi più caldi per il settore dell’impiantistica. Come quello dell’economia circolare, a cui sarà dedicato un momento di confronto mercoledì 29 giugno, che coinvolgerà aziende e responsabili delle politiche urbane. 

Massimiliano-Pierini
Massimiliano Pierini

«Sustainable Disruption: 12 Decarbonising Technologies for Cities è il titolo di un importante rapporto realizzato dal gruppo britannico The Economist (che edita il più autorevole settimanale di economia). Lo studio individua le 12 tecnologie chiave che hanno il potenziale per aiutare le città a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio prefissati, creando allo stesso tempo posti di lavoro, riducendo i costi per l’energia per i residenti e migliorando la qualità generale della vita. Queste sono suddivise in tre settori: edilizia e costruzioni, trasporti, infrastrutture, che troveranno ampi spazi di confronto e dibattito durante Mce 2022», racconta Massimiliano Pierini, managing director di Reed Exhibitions Italia, la società organizzatrice di Mce.

«Le aziende che partecipano alla fiera hanno un ruolo importante nell’integrazione di questi tre settori, che vede nell’economia circolare il percorso più efficace per trasformare i propositi di riduzione dell’impatto sull’ambiente da parte del mondo industriale in una realtà concreta e raggiungibile in tempi sostenibili. Ed è proprio sull’economia circolare che abbiamo deciso di investire creando un tavolo di dibattito per favorire le buone pratiche e mettere a disposizione dei nostri espositori informazioni e strumenti utili. Durante Mce si svolgeranno i primi Stati Generali sull’economia circolare a cui parteciperanno esperti e imposteremo il programma futuro con il prezioso supporto del Politecnico di Milano».

La sfida della transizione ecologica passa anche dal ripensamento delle fonti di approvvigionamento energetico, tema che ha subito una rapida accelerazione in seguito all’invasione della Russia in Ucraina.

Il faro di molte discussioni è puntato sull’idrogeno come una delle soluzioni chiave per favorire il processo di decarbonizzazione, ma la situazione è molto diversificata a seconda dei settori di utilizzo.

Mce Lab, la piattaforma di Mce dedicata ai temi del comfort abitativo, dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale, ha fatto una sintesi sia delle attuali difficoltà che delle opportunità che verranno discusse con gli operatori del settore in una giornata di eventi e workshop organizzati in collaborazione con Anima Confindustria durante la fiera.

Ad arricchire il programma di eventi collaterali ci sarà la presentazione del consueto  Rapporto Cresme sul mercato dell’impiantistica, un incontro dedicato alla ricerca commissionata da Mce sugli smart district in Italia, gli approfondimenti tecnici e normativi organizzati dalle associazioni di categoria, e numerosi workshop suddivisi tra le quattro aree tematiche.

La prima è That’s Smart, area dedicata a home & building automation, smart metering, mobilità elettrica ed energie rinnovabili, che verteranno sui temi degli smart ecoBuilding, su ecodrive e mobilità smart, comunità energetiche e fotovoltaico e smart storage.

La seconda, Mep Bim Forum, con il coordinamento di Giuliano Dall’O, docente al Politecnico di Milano (dipartimento Abc e Coordinatore dell’Mce Lab) che si occuperà di nuove opportunità nell’utilizzo dei sistemi digitali di supporto al processo che va dalla progettazione, all’installazione, fino alla gestione degli impianti nell’ambito dell’edificio durante il suo intero ciclo di vita.

La terza area è Energy Efficiency 4.0, che prevede un approfondimento sulle opportunità di efficientamento energetico in ambito non domestico, focalizzati sui settori dell’agrifood, della sanità e dell’alberghiero.

Infine, WK – Isnova comprende appuntamenti dedicati agli aggiornamenti previsti dal superbonus.

L’agenda in presenza si aggiornerà con i convegni e seminari atti a garantire un continuo approfondimento tecnico e normativo, organizzati dalle Associazioni internazionali (Ehpa, European Heat Pumps Association e Rehva, Federation of European Heating, Ventilation and Air Conditioning Associations), e associazioni partner. Già ricco il programma presentato da Aicarr, Anima, Assistal, Fire.

Transizione ecologica e tecnologie digital: lo studio del Politecnico di Milano

Reed Exhibitions Italia, la società che organizza Mce, ha deciso di analizzare il ruolo sempre più centrale che le tecnologie digital stanno giocando nella transizione ecologica, commissionando uno studio esclusivo all’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, che ha esaminato quattro ambiti specifici: Smart Industry, Smart Building, Smart Mobility e Smart District.

Smart Industry. Nel comparto industriale la disponibilità di soluzioni e gli investimenti in tecnologie digitali sono in costante crescita, tuttavia il settore manifatturiero è uno tra i meno coinvolti nell’utilizzo ed analisi dei dati: una percentuale tra il 60 e il 73% dei dati presenti nelle imprese non sono utilizzati e analizzati. Secondo una survey diffusa da McKinsey, il settore Hvac si colloca all’ottavo posto su dieci in base all’impatto dell’utilizzo e dell’analisi dei dati, e l’area aziendale relativa alla produzione si colloca all’ottavo posto su otto. La buona notizia è che in oltre il 90% delle aziende i dati raccolti sono utilizzati per l’individuazione di misure di efficienza energetica per l’ottimizzazione dei consumi energetici, percentuale che sale al 95% per le Esco. «Siamo un Paese manifatturiero povero di materie prime, ma capace di fare molto con poco: ci siamo ingegnati a costruire un’economia circolare quando ancora non si chiamava così. Ora non possiamo più crescere con un modello lineare ad alto spreco di risorse, abbiamo bisogno di cambiamenti verso un’economia circolare e rigenerativa», sostiene Massimiliano Pierini, managing director di Reed Exhibitions Italia.

Smart building. Con il termine smart building si fa riferimento a un edificio in cui gli impianti sono gestiti in maniera intelligente e automatizzata, attraverso l’adozione di un’infrastruttura di supervisione e controllo, al fine di minimizzare il consumo energetico. Negli ultimi anni, tuttavia, il paradigma ha cominciato a evolversi verso una architettura integrata e complessa che permette di realizzare e gestire edifici ad alte prestazioni energetiche, caratterizzati da elevati protocolli di safety & security e in grado di assicurare comfort e qualità di vita migliori. «È la stessa evoluzione sviluppata da Mce e dal mercato», commenta Pierini. «Molte aziende che partecipano alla mostra oggi non presentano più solo apparati, ma soluzioni integrate, e il nostro ruolo è quello di creare un contesto proattivo nel quale si possano confrontare e trovare una fonte di informazioni e spunti utili al loro sviluppo». Il livello di maturità tecnologica degli smart building in Italia è però ancora insufficiente per permettere una concreta transizione ecologica. Dall’analisi sviluppata dal Politecnico di Milano emerge che nel settore residenziale l’85% degli edifici possiede un numero limitato di dispositivi, gestiti da differenti piattaforme. Va un po’ meglio nel terziario, dove a fronte di un 55% di edifici con limitata maturità tecnologica si contrappone un 25% di strutture dotate di numerosi device connessi a piattaforme modulari e servizi integrati. «Sappiamo bene che l’Italia è la patria di edifici storici e, in quanto tali, vecchi sia come età, sia come infrastrutture e tecnologie. Laddove però si costruisce ex novo e sono presenti investimenti e visioni imprenditoriali la strada intrapresa è quella giusta e il 25% altamente tecnologico del settore terziario lo conferma. Per il settore residenziale adesso devono iniziare ad andare maggiormente in questa direzione le imprese costruttrici, quelle del nostro comparto sono pronte a raccogliere la sfida e a fornire tutte le tecnologie indispensabili per uno sviluppo integrato», sottolinea il manager.

ricarica-auto-elettrica

Smart mobility. Nel 2020 sono stati immatricolati a livello globale quasi 3,2 milioni di veicoli elettrici (sia full electric che ibridi), con un tasso di crescita del 43% rispetto all’anno precedente. L’Europa è il più grande mercato mondiale, con quasi 1,4 milioni di veicoli elettrici immatricolati nel 2020 (+137% rispetto al 2019), sorpassando la Cina (1,3 milioni di veicoli immatricolati, +12% rispetto al 2019). Sul fronte nazionale le immatricolazioni  di auto elettriche sono cresciute del 251% rispetto al 2019, pesando in termini relativi del 4,3% sul totale delle immatricolazioni. Ma i temi interessanti non sono nella crescita dei veicoli elettrici, i cui numeri generali incidono ancora poco nel parco complessivo, ma nella possibilità del veicolo elettrico di fornire servizi di rete, diventando pertanto una risorsa sfruttabile tramite flussi monodirezionali (Smart charging) o bi-direzionali di energia (Vehicle-to-grid). «Anche in questo ambito Mce 2022 sarà parte attiva nello sviluppo del dibattito e della condivisione della conoscenza. Infatti all’interno di That’s Smart verrà presentato uno spazio interamente dedicato alla filiera della mobilità elettrica che troverà un nuovo palcoscenico per lo sviluppo del business in qualità di driver integrato tra le componenti necessarie per la trasformazione tecnologica ed efficiente dell’edificio», anticipa Pierini.

Smart district. Lo studio dell’Energy & Strategy Group si chiude sul tema degli smart district, declinato secondo l’ottica delle comunità energetiche. Lo studio ha identificato quattro configurazioni tecnologiche a cui ha associato una differente tipologia di condivisione dell’energia:
Pura condivisione: prevede esclusivamente l’installazione di un impianto di generazione alimentato da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di condividere virtualmente l’energia prodotta dall’impianto tra i membri della configurazione.
Pura condivisione digital: oltre all’impianto, contempla l’installazione di dispositivi di misura presso ciascun nodo della comunità e di una piattaforma software di monitoraggio, al fine di garantire visibilità sui dati di misura delle utenze di consumo e produzione.
Condivisione ottimizzata: prevede anche la presenza del sistema di storage, al fine di aumentare la quantità di energia prodotta dall’impianto e condivisa all’interno della configurazione.
Condivisione smart: include anche l’infrastruttura tecnologica che abilita la partecipazione al Mercato dei Servizi di Dispacciamento da parte delle risorse flessibili disponibili all’interno della configurazione e dell’infrastruttura per la ricarica dei veicoli elettrici.

«Uno smart district è un piccolo ecosistema che consente di inquinare di meno, con una mobilità sostenibile e multimodale, con un’urbanizzazione da edilizia progettata in modo integrato con l’impiantistica, in un contesto attento alla sostenibilità. Rappresenta un’opportunità fondamentale nel processo di transizione, e dovrebbe essere oggetto sin da ora delle attenzioni e degli investimenti che i diversi attori del sistema debbono sostenere. Il paradigma delle comunità energetiche e degli smart district rappresenta uno degli elementi abilitanti alla transizione energetica ed ambientale. Solo una diffusione ampia di queste soluzioni potrà consentire gli obiettivi sfidanti che attendono il paese al 2030», conclude Vittorio Chiesa, presidente del comitato scientifico di Mce.

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