BMI Wierer dal 1969 propone sistemi tetto e coperture capaci di offrire sicurezza assieme al comfort. La gamma è completa di sistema sismico e di sistema grandine testato.
Un tetto ben coibentato permette di mantenere il comfort abitativo e di risparmiare sulle bollette. E dal 1969 BMI Wierer rappresenta un made in Italy di eccellenza nella produzione di tegole e soluzioni per il tetto.
L’azienda si è consolidata come il punto di riferimento nel mercato italiano delle coperture. Con una produzione annua di circa 100 milioni di tegole e oltre 4 miliardi realizzate nella sua storia, BMI Wierer ha contribuito alla protezione e al comfort di 1,6 milioni di tetti in tutta Italia.
BMI Wierer si distingue per la costante ricerca dell’innovazione, combinando tecnologia, estetica e sostenibilità, sempre con l’attenzione al territorio, per offrire sistemi tetto all’avanguardia.
Grazie a un know-how consolidato e a una rete di professionisti qualificati, BMI Wierer garantisce soluzioni affidabili, durevoli e capaci di rispondere alle esigenze architettoniche e climatiche del nostro territorio.
I sistemi tetto BMI Wierer sono pensati per ogni esigenza, sintesi tra funzionalità e design. Assicurano protezione, efficienza energetica e comfort abitativo, con l’attenzione al risparmio.
Inoltre, BMI Wierer offre servizi gratuiti che supportano il cliente dalla creazione del fascicolo con BMI Expert alla posa con BMI RoofPro.
Tra le principali soluzioni proposte dall’azienda si distinguono:
- Sistema Sismico. È testato in Italia e ha lo scopo di prevenire gli effetti del sisma sulla copertura. Bmi Wierer per il sistema sismico ha depositato la richiesta di brevetto. Compatibile con vincoli paesaggistici.
- Sistema Grandine. Un approccio integrato che combina tegole in cemento testate per la grandine, accessori e membrane impermeabilizzanti per assicurare massima protezione dagli agenti atmosferici.
- Sistema Caldo. La soluzione in grado di contrastare il calore eccessivo e mantenere il corretto comfort abitativo. Fresco d’estate e caldo d’inverno.
di Paolo Caliari